Inchiesta anziani in auto troppa tecnologia per loro
Secondo i dati dello U. S. Census Bureau, il 13,3% della popolazione statunitense ha almeno 65 anni. La nazione più giovane del mondo sta invecchiando e questa situazione influenza naturalmente molti aspetti della vita sociale, a cominciare dalla sicurezza stradale. Ecco perché, nel corso dei prossimi tre anni, il progetto dell'università dell'Iowa "Aging Minds and Brain Initiative" verificherà che rapporto c'è fra terza età e tecnologia delle quattro ruote, testando direttamente l'abilità alla guida di una sessantina di volontari, di cui la metà fra i 30 e i 55 anni e un'altra metà di 60 anni o più.
Secondo Shaun Vecera, uno dei co-autori dello studio, la tecnologia molto avanzata di cui sono dotate alcune macchine potrebbe distrarre gli ultrasessantenni, più che aiutarli. "Le persone anziane possono fare tutto e anche bene - spiega - ma se qualcuno fa perdere loro l'attenzione sono persi". Matthew Rizzo, il principale autore della ricerca, precisa che ci sono auto altamente tecnologizzate che richiedono al guidatore riflessi altrettanto pronti, tra spie e segnali che possono facilmente distrarre chi si trova al volante. Con l'ovvia conseguenza di una perdita di sicurezza per sé e gli altri guidatori.
Per raccogliere i dati necessari, i ricercatori nel corso del progetto utilizzeranno dei simulatori di guida e secondo Robert Wallace, direttore dello UI Center for Aging, il lavoro sarà molto utile alle generazioni future perché
permetterà di capire come coniugare al meglio, sulle auto, tecnologia e sicurezza. "Buona parte del nostro lavoro di ricerca ha un impatto nazionale, non circoscritto alla popolazione dell'Iowa, e siamo fieri di questo. Gli effetti di questo lavoro non interessano solo le persone anziane", spiega.
Secondo l'Iowa Department on Aging, 452,888 cittadini locali sono ultrasessantenni, circa il 15 per cento della popolazione totale. Una percentuale consistente, che ha spinto il Governo a investire nella salvaguardia di questa categoria di automobilisti, nell'intersse di tutti. Non sempre però accade così. Il Governo del Giappone, il Paese più longevo del mondo, ha ad esempio deciso di incentivare gli anziani guidatori ad appendere al chiodo le chiavi della macchina, dopo aver rilevato che gli incidenti che vedono coinvolti automobilisti over 70 sono aumentati nell'ultimo decennio del 35 per cento.
Uno studio inglese tuttavia dimostra che le "pantere grigie" al volante sono meno peggio di quel che si crede. L'Institute of Advanced Motorists ha infatti appurato che gli automobilisti che hanno più di 70 anni fanno meno incidenti dei 30enni. E questo grazie alla loro esperienza maturata sulla strada ed alla saggezza nel gestire i propri limiti. Ciò nonostante, il Governo inglese sta valutando l'ipotesi di introdurre test fisici ed attitudinali per i patentati che superino le 75 primavere.
In Svizzera l'UPI, Ufficio Prevenzione Infortuni, ha rilevato che i conducenti di una certa età non si distinguono in modo negativo né per il numero degli incidenti, né per il loro comportamento. A differenza dei giovani, gli anziani pigiano meno sull'acceleratore, sono meno spesso sotto l'influsso dell'alcol e utilizzano con più frequenza la cintura.
Anche secondo una recente indagine dell'Insurance Institute for Highway Safety americano, che ha preso in esame i dati raccolti dalla polizia stradale tra il 1997 e il 2008, risulta che i conducenti dai capelli grigi fanno sempre meno incidenti. Gli anziani, semmai, più che tra i colpevoli, sono da annoverare tra le vittime. Un quinto delle 8.016 persone che hanno perso la vita nella circolazione stradale tra il 1992 e il 2004 aveva 70 anni o più, rileva l'UPI.
di Sara Ficocelli
da repubblica.it/motori