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Rassegna stampa alcol e guida del 23 maggio 2005

RASSEGNA STAMPA "ALCOL E GUIDA"

Note a cura di Alessandro Sbarbada
Servitore-insegnante in un Club degli Alcolisti in trattamento a Mantova.


ASAPS
Gente in contromano (1):
In autostrada, a Treviso. Motociclista ubriaco, con la patente già ritirata, investe e ferisce un agente e dopo la fuga esce di strada. Intrappolato sotto la moto in fiamme, è tratto in salvo dalla Stradale

TREVISO – Roba da non credere: in sella alla sua Kawasaki, ubriaco fradicio, ha prima imboccato l’autostrada A27 in contromano, poi ha seminato il panico e quando si è trovato davanti il blocco della Polizia Stradale non ha trovato di meglio da fare che investire un agente. Poi, a tutta manetta (e il Ninja 600cc ne ha tanta), ha continuato la sua folle corsa come se fosse lo stuntman della celebre scena del film Matrix, fino a quando una curva si è dimostrata troppo stretta per quella pallottola impazzita. Nel terribile impatto, il serbatoio della moto si è squarciato e la benzina ha preso fuoco. Solo il tempestivo arrivo della pattuglia, la stessa che aveva fatto le spese della furia assassina dell’ubriaco in sella, ha impedito al fuggitivo di fare una morte orribile. Tutto è avvenuto all’alba di sabato, sulla A27, nei pressi di Spresiano, dove gli agenti della Sottosezione stavano perlustrando l’arteria autostradale. Improvvisamente, hanno visto un solo faro che gli stava andando incontro: hanno acceso lampeggianti e i fari di profondità alloggiati sul tetto dell’auto di servizio, e poi sono scesi, cercando di bloccare la corsa di quella pallottola lanciata a velocità folle in contromano. L’Assistente Capo Giancarlo Fighera, è stato urtato con violenza, ed è rimasto ferito (10 giorni di prognosi), ma ha trovato la forza di tornare in azione. Insieme al collega, hanno invertito la marcia e si sono messi all’inseguimento di quel motociclista, risultato essere un 33enne del posto, che dopo essere stato identificato è risultato essere un vero e proprio recidivo della guida in stato di ebbrezza, tanto che la sua patente – ritirata nel corso di un precedente accertamento – era ancora sospesa, in un cassetto della Prefettura. Dopo 6 chilometri di terrore, l’aspirante kamikaze non è riuscito a tenere la dueruote in strada: dopo una violenta sbacchettata, l’ubriaco si è attaccato ai freni, abbattendo di fatto la moto a terra, che ha iniziato a sbattere prima contro il guardrail centrale poi contro quello dell’emergenza. Alla fine, la moto è finita fuoristrada, con il centauro sotto l’ammasso di lamiere fumanti. Quando il suo corpo e la carcassa si sono fermati, è divampato un incendio, domato dagli agenti, che hanno prestato le prime cure al pirata della strada, poi ricoverato al policlinico. Nei suoi confronti, ovviamente, una denuncia per guida in stato di ebbrezza, resistenza a pubblico ufficiale, e una lunga sfilza di contestazioni, tra cui guida senza patente, già ritirata un mese prima. Quel che resta della moto – così come disposto dal Procuratore della Repubblica di Treviso, Antonio Fojadelli – è stato sequestrato preventivamente. In Inghilterra, la bravata sarebbe costata 5 anni di prigione.

Gente in contromano (2):
Arezzo, strage sventata dalla Polizia Stradale. Preso 29enne sulla carreggiata sbagliata della tangenziale. Era ubriaco.
AREZZO – Non è sempre vero che non c’è mai un poliziotto quando serve: nello scorso fine settimana, infatti, una pattuglia della Polizia Stradale era in sosta per effettuare alcuni controlli nei presso del centro commerciale dell’Ipercoop. Gli agenti, hanno sentito improvvisamente un clacson dietro l’altro, con agghiaccianti rumori di frenata. Poi, proprio davanti a loro, hanno visto un’auto sfrecciare a fortissima velocità, contromano. Si sono messi all’inseguimento, e dopo alcune centinaia di metri sono riusciti a bloccare il suo conducente: 29 anni, del posto, era ubriaco fradicio. Fortunatamente, i Centauri sono riusciti ad intervenire in tempo, ma quei pochi istanti sono bastati a seminare il panico: decine di telefonate sono giunte al 113 ed al 112, ma quando la Centrale Operativa della Stradale ha diramato la nota, l’equipaggio della pattuglia era già in azione. Tutto sommato, il giovane se l’è cavata con poco: ritiro della patente, denuncia per guida in stato di ebbrezza e un’ammontare di 500 euro per svariate altre infrazioni.
ASAPS
Aggressioni alle divise: botte da orbi ai Poliziotti di Arezzo, ai Carabinieri di Castelnuovo nei Monti ed a quelli di Vicenza, aggrediti a colpi di arpione: alcol, punti patente e droga le cause innescanti (*).
REDAZIONE – Botte da ubriachi, da conducenti inferociti per la decurtazione dei punti o da spacciatori. Ormai è un pourpourri di cause innescanti, che finiscono tutte – purtroppo puntualmente – nell’archivio denominato “sbirri pikkiati”, di cui la nostra associazione è divenuta depositaria. Cominciamo con Arezzo, dove una volante è stata violentemente aggredita – nella notte dello scorso fine settimana – da un conducente colto alla guida in stato di ebbrezza alcolica. Al violento ciucchettone gli agenti avevano intimato l’alt in viale Amendola, ma la Renault Megane su cui viaggiava ha bruscamente accelerato, dandosi alla fuga. L’inseguimento si è concluso un paio di chilometri più avanti, in via Don Minzioni. Alla guida un 33enne napoletano, che quando è sceso dall’auto ha subito mostrato l’animosità delle proprie intenzioni. Accertato lo stato di ebbrezza, giunto il momento di affidare l’auto ad un deposito giudiziario (visto che nessuna persona di fiducia del proprietario era in grado di venirla a recuperare), l’ubriaco ha aggredito uno dei due operatori, attaccando con una testata andata a segno sul viso del poliziotto, finito a terra.
Il collega è riuscito a bloccare l’aggressore, poi arrestato per resistenza, violenza e lesioni a pubblico ufficiale. Il poliziotto ferito ne avrà per una settimana. Praticamente identica la dinamica dell’aggressione patita poche ore dopo dai carabinieri di Castelnovo Monti (Reggio Emilia), dove un equipaggio del Nucleo Radiomobile aveva sorpreso un 29enne di Toano a guidare la sua auto in stato d’ebbrezza. In questo caso, però, l’indagato – che è riuscito ad evitare il carcere – non ha atteso l’arrivo del carro attrezzi, ed ha preferito passare alle vie di fatto pochi istanti dopo essere stato fermato. Infatti, il giovanotto, che si è poi rifiutato di soffiare nell’etilometro – beccandosi una doppia denuncia – quando ha visto il boccaglio dell’etilometro nelle mani del brigadiere, ha afferrato il dito del sottufficiale dell’Arma piegandolo con forza. L’Ufficiale di PG non si aspettava quella reazione, e solo l’aiuto tempestivo del gregario ha impedito all’aggressore di provocare danni più gravi. Ma l’episodio più grave segnalatoci in redazione, giunge da Cittadella (Padova), dove sono stati ancora i Carabinieri a doversi difendere: qui, nella notte tra venerdì e sabato scorsi, poco dopo le 4, i militari erano intervenuti in aiuto di una donna, che aveva comunicato al 112 di essere stata chiusa fuori di casa dal il marito. Una pattuglia del Radiomobile giunge sul posto, ma dopo poche parole scambiate con l’energumeno, che si era praticamente barricato in casa, i carabinieri avevano ormai compreso che l’uomo era in stato di ebrezza alcolica o da stupefacenti. Quando il maresciallo ha insistito per farsi aprire, il 41enne ha tolto il chiavistello ed è uscito brandendo un arpione, sferrando contro i carabinieri un fendente dopo l’altro. Alcuni colpi vanno a segno, fortunatamente senza conseguenze gravi, ma alla fine – con l’aiuto di rinforzi – l’esagitato è finito in manette. In casa, sono stati ritrovati 171 grammi di cocaina: ecco spiegato il motivo di tanta energia e, soprattutto, di tanta follia.
(*) Nota: le forza dell’ordine si trovano in prima linea a combattere e spesso a subire le conseguenze della guida in stato di ebbrezza. A loro va il riconoscimento di quanti sono impegnati nella lotta all’alcolismo. Allo stato attuale delle cose la repressione della guida in stato d’ebbrezza è una delle armi più efficaci nella riduzione del danno correlato all’alcol.
LA PROVINCIA DI LECCO
Salute
Se è vero che esporsi ai raggi solari troppo a lungo causa il cancro alla pelle, è anche vero che non se ne può fare a meno. Contrordine della scienza Usa: fa male prendere troppo poco sole.
WASHINGTON. Dietrofront della scienza americana sui filtri solari. Se è vero che l’esposizione a troppo sole causa il cancro alla pelle, è anche vero che troppo poco sole potrebbe causare mali ben più gravi. Lo affermano diversi ricercatori americani in base agli studi recenti sul ruolo della vitamina D, che viene dal sole, nella prevenzione di vari tipi di tumore, come il linfoma e il cancro alla prostata, ai polmoni e, per ironia della sorte, anche alla pelle. Le prove scientifiche più robuste riguardano il cancro al colon. La vitamina D è soprannominata la «vitamina del sole» perchè viene prodotto dalla pelle attraversi i raggi ultravioletti. I filtri solari, da lungo tempo prescritti dai dermatologi, ne bloccano la produzione. Gli stessi scienziati che esaltano la vitamina D consigliano prudenza. Non dicono di tornare a "friggere" sulla spiaggia. Ma 15 minuti al sole, due o tre volte la settimana, senza un filtro solare, non solo non nuoce, ma potrebbe fare un gran bene alla salute, affermano i ricercatori. In un recente discorso alla Associazione americana per la ricerca sul cancro, il professore di medicina alla Harvard University, Edward Giovannucci, ha affermato che la vitamina D potrebbe aiutare a prevenire 30 morti per tumori per ogni morto per il cancro alla pelle. Il discorso ha intrigato gli esperti al punto che il principale epidemiologo della «American Cancer Society», Michael Thun, ha ordinato una revisione delle direttive sulla protezione dal sole dell’Associazione. La risposta del mondo della dermatologia, finora il più acerrimo nemico del sole? La moderazione. «La pelle può sopportare dosi moderate di raggi solari, come il fegato può sopportare l’alcool. A me piace il vino a tavola, ma non per questo dovrei bere quattro bottiglie al giorno», (*) ha detto il professore James Leyden della facoltà di dermatologia dell’Università della Pennsylvania.
 
(*) Nota: mettere sullo stesso piano l’alcol e i raggi del sole è fuorviante. È sicuramente inevitabile esporsi al sole ed i vantaggi di una esposizione moderata possono controbilanciarne i rischi. Bere alcolici non solo è evitabile, ma gli eventuali vantaggi possono essere sostituiti con altri comportamenti meno rischiosi. Molti ricercatori considerano naturale bere alcolici, condizionati da un punto di vista che è culturale (e spesso personale) che poco a che fare con l’obiettività scientifica. Modificare il proprio punto di vista sull’alcol produce un cambiamento più importante di qualsiasi scoperta scientifica pro o contro.
L’ADIGE
Aldeno, immediato intervento dei carabinieri. L’uomo verrà denunciato. Brillo alla guida rischia lo scontro.
Era la volante dell´auto, ubriaco. I carabinieri sono riusciti a fermare l´uomo, che procedeva a zig zag, prima che potesse causare un incidente. È accaduto ieri verso le 16.30.
Alla stazione dei carabinieri di Aldeno è arrivata la segnalazione di una vettura che procedeva con fare incerto nei pressi del paese. La pattuglia ha notato l´auto in via Roma, ferma; il conducente, uscito dall´abitacolo, è finito a terra battendo la testa. I carabinieri hanno prestato i primi soccorsi, in attesa dell´arrivo dell´ambulanza. L´uomo, 78 anni di Cimone, aveva alzato un po´ troppo il gomito ed è stato accompagnato al pronto soccorso. I militari stanno procedendo con gli accertamenti e presto per l´anziano scatterà la denuncia per guida in stato di ebbrezza.
EMILIANET
Falciato da un’auto pirata, muore dopo 4 giorni d’agonia.
SERRAMAZZONI (MO, 19 mag. 2005) - E’ morto ieri sera verso le 22.30 al Policlinico di Modena Ivano Fontanazzi, 42enne di Serramazzoni (Modena) che sabato sera era stato travolto da un’auto pirata, in centro a Pavullo, mentre stava attraversando la strada a piedi.
ll conducente dell’auto investitrice, un 52enne di Pavullo, individuato e rintracciato dai Carabinieri poche ore dopo l’incidente, dovra’ quindi rispondere di omicidio colposo. L’incidente era accaduto verso 21.30 nel capoluogo del Frignano, sull’Appennino modenese. Fontanazzi stava attraversando la strada, quando era sopraggiunta a forte velocita’ un veicolo, che aveva centrato il pedone. Questi aveva sbattuto con violenza sul parabrezza e poi era caduto sul ciglio della strada. La vettura aveva proseguito la sua corsa. La vittima era stata soccorso dai mezzi del 118 e trasportato in un primo momento all’ospedale di Pavullo, quindi al centro di rianimazione del Policlinico di Modena, dove e’ morto ieri sera. Sulla scorta delle descrizioni fornite dai testimoni i carabinieri avevano rintracciato la vettura, ancora ammaccata. L’automobilista pirata era stato cosi’ denunciato per omissione di soccorso e guida in stato d’ebbrezza: ora dovrà rispondere anche della morte del pedone.
IL MESSAGGERO (Abruzzo)
Danneggia a calci auto e motorino.
Trentadue anni, ubriaco, se l’è presa prima con chi lo aveva accompagnato in ospedale e poi con tre auto e un motorino parcheggiate nei pressi del Pronto Soccorso. Risultato: F.S., di Francavilla, è stato denunciato dalla Polizia per danneggiamento aggravato di una Polo, due Peugeot 206 e un Aprilia, presi a calci. E’ successo sabato intorno alle 21.
IL GIORNALE DI VICENZA
Saida Tawil alla prova dell’Appello a Venezia. Ammazzò a coltellate la più giovane connazionale al Multicenter
Uccise la rivale, chiede lo sconto.
Uccise la rivale in amore con 32 coltellate perché la vittima non voleva accettare la legge coranica del concubinaggio. Un delitto d’onore pagato con “soli” 6 anni 4 mesi di reclusione perché le fu riconosciuta l’attenuante della provocazione. La cittadina marocchina Saida Tawil, di 44 anni, residente ad Arzignano in via Cardina 28, fra qualche giorno tornerà davanti al giudice. A processarla sarà la Corte d’assise d’appello di Venezia, davanti alla quale la difesa chiederà lo sconto attraverso il patteggiamento e, così, tenterà di chiudere definitivamente i conti con la giustizia.
È una tragica storia che risaliva a quasi sei anni fa. Una vicenda in cui il cuore di due donne batteva forte per un uomo che voleva bene ad entrambe e che non sapeva decidersi. La vittima, Mina Etamraoui, si era convertita alle consuetudini occidentali e non accettava che Salah Lhamalaoui tergiversasse. L’uomo però voleva bene alla madre dei suoi tre figli, ma era attratto sessualmente dalla più giovane e seducente Mina, che la sua ultima sera lo invitò a fare l’amore mentre la rivale si stava macerando. Quando li colse sul fatto scoppiò la zuffa che finì nel sangue.
Bisognerà attendere le motivazioni per capire in quale maniera ha risolto il giudice l’attenuante della provocazione sollecitata dagli avvocati difensori Paolo Mele senior e Caterina Evangelisti. Se cioè ha prevalso il volere della vittima di non accettare il concubinaggio, oppure la provocazione di essere stata insieme a Salah mentre la moglie era ancora nei paraggi. L’assassinio avvenne la sera del 4 novembre 1999. Già dal pomeriggio era in atto il tentativo di un chiarimento a tre che non si riusciva a raggiungere. Troppo distanti le posizioni tra le due donne. Saida voleva combattere perché amava Salah e nel rispetto della sua religione era disposta a condividerlo con Mina. A quel tempo l’uomo, che adesso è tornato a vivere con lei, non sapeva decidersi e l’incertezza acuiva il disagio della moglie. Dopo un pomeriggio di tensioni le due donne si ritrovarono nella macelleria per pulirla. Mentre Salah si recò in Camera di commercio per conseguire la necessaria abilitazione commerciale, le due rivali cenarono insieme nell’appartamento della vittima sopra il negozio.
Pare che Saida abbia bevuto birra, lei che non era abituata. Poco dopo le 22 il commerciante rientrò. «Mio marito parlava solo con Mina e aveva occhi solo per lei, mi sentivo umiliata», ripeté la donna agli agenti del commissario Marco Calì che l’arrestarono. Le gelosia fu un propellente decisivo in un raptus che portò l’assassina a infierire sul corpo giovane e all’apparenza più forte di Mina. Adesso gli avvocati Paolo Mele senior e Caterina Evangelisti cercheranno di convincere la procura generale di Venezia di consentire un ulteriore sconto di pena a Saida Tawil, la quale vive con l’angoscia nel cuore di allevare tre figli che hanno ancora tanto bisogno di lei.
IL GIORNALE DI BRESCIA
Ebbrezza: ritirate undici patenti
CONTROLLI DELLA POLIZIA STRADALE IN FRANCIACORTA.
Non sono solo i maschi, come si crede, ma ci sono anche ragazze che nelle serate prefestive alzano troppo il gomito prima di mettersi al volante nel cuore della notte. Tra le 11 patenti che la Polizia Stradale ha ritirato nel fine settimana per guida in stato di ebbrezza, ci sono infatti anche due donne. Anche loro sono incappate nei controlli effettuati con l’etilometro dalla mezzanotte di sabato alle 6 di ieri mattina da due pattuglie della Stradale (una di Chiari e l’altra di Brescia) nella zona della Franciacorta, tra Erbusco e Rovato. Gli undici automobilisti, che per lo più avevano un’età sui 20 anni, con il tetto di 32, oltre ad aver perso 10 punti della patente, sono stati anche denunciati. Un’altra patente, la dodicesima del controllo, è stata ritirata per sorpasso vicino a un incrocio. Un automobilista è stato sorpreso senza aver allacciato la cintura di sicurezza e ci ha rimesso 5 punti. Rilevate anche altre 5 infrazioni al Codice della strada. Ritirate anche due carte di circolazione per mancata revisione del veicolo. In tutto sono stati controllati 50 veicoli e 77 persone. E per chi ancora non lo sapesse, i severi controlli si ripeteranno anche nei prossimi fine settimana. g. s.
IL MESSAGGERO (Marche)
Alcol, ritirate 10 patenti .
MACERATA Capillare lavoro di prevenzione e repressione quello condotto dagli agenti della polizia stradale la notte tra sabato e ieri lungo l’intero tratto ella costa maceratese, da Porto Recanati a Civitanova, e concentrato soprattutto in vicinanza dei locali notturni. Alla fine dieci sono state le patenti ritirate ad automobilisti, giovani per lo più, per eccesso di velocità, guida pericolosa o in stato di ubriachezza: i guidatori che non hanno superato l’esame dell’etilometrro sono stati la maggioranza.
LA PROVINCIA DI CREMONA
Alla guida ubriachi e drogati. Cremonesi indisciplinati nei guai.
E’ il solito problema. Il vizio di sempre: bevono e fumano spinelli e poi si mettono alla guida. Senza capire quanto sia pericoloso. E per fortuna che a fermarli, prima che accada l’irreparabile, ci sono gli agenti della polizia stradale, impegnati nei servizi coordinati allo scopo di prevenire le stragi del sabato sera. Anche nel fine settimana appena trascorso, sono stati decine i cremonesi finiti nei guai per guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Come sempre, a cadere nella rete degli inquirenti sono stati per la maggior parte giovani e giovanissimi, età compresa tra i 18 e i 25 anni. A fermarli, per poi sottoporli ai test di legge, gli agenti della polstrada di Cremona e dei distaccamenti di Pizzighettone e Casalmaggiore, di pattuglia insieme lungo le strade più trafficate, nei pressi dei locali notturni. Bilancio: strage di punti, patenti ritirate, qualche denuncia a piede libero. E se per gli indisciplinati al volante i controlli a Cremona e provincia si sono rivelati ‘amari’, non meno lo sono stati quelli organizzati da carabinieri e polizia nel Bresciano. Anche oltre confine, infatti, i cremonesi hanno mostrato scarsa predisposizione a seguire le regole. Ovviamente identiche, all’ombra del Torrazzo come nel territorio della Leonessa, le conseguenze. Con una aggravante: tre ragazzini, uno minorenne, bloccati nella zona di Orzinuovi sono stati sorpresi con alcuni grammi di hashish e per questo segnalati alla prefettura come assuntori di sostanze stupefacenti.
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (Lecce)
«Un’associazione difenderà la movida».
I titolari di pub e bar si uniscono in associazione per difendere la movida. Mentre le nuove regole del Comune per il popolo della notte sono già un fatto acquisito per gli addetti ai lavori e per la clientela - anche se non digerito - i proprietari dei locali pubblici del centro si danno la mano per stringere un patto di mutuo soccorso e rilanciare un’attività che, dicono, è giunta al limite della sopravvivenza. Non sentendo rappresentate le esigenze, in maniera rispondente, dalle associazioni di categoria già consolidate, negli ultimi giorni gli operatori hanno avviato una veloce consultazione sia nell’area del centro storico vero e proprio sia dalle parti di piazza Sant’Oronzo, raccogliendo decine di adesioni alla proposta di un’associazione che, a questo punto, dovrebbe trovare formalizzazione nel giro di qualche giorno. «Non abbiamo nulla contro le associazioni di categoria storiche - spiega Giancarlo Negro, titolare dell’Allonsanfan - ma quando è stato necessario ci siamo dovuti difendere da soli. Continueremo a farlo ma con una forza maggiore». La prima richiesta già inoltrata all’amministrazione comunale da diversi pub - per il momento formulata a titolo individuale - è quella di mantenere i tavolini all’aperto sino all’orario di chiusura dei locali, vale a dire alle due e trenta anziché all’una e trenta come fissato dalla giunta municipale. Questo almeno nella seconda parte della settimana, vale a dire dal giovedì (al massimo dal venerdì) alla domenica. «Stiamo rispettando la delibera rendendo non operativo il servizio all’esterno all’orario prestabilito - spiega Negro - I tavoli, però, restano fuori, con le sedie capovolte, perchè all’interno sottrarrebbero tutto lo spazio per i clienti e questo significherebbe praticamente chiudere all’una e trenta. Non possiamo permetterci questo - insiste - siamo già al limite delle capacità lavorative. Ridurre ancora spazi e tempi di attività significherebbe chiudere il locale». Negro, che parla anche a nome dei colleghi, tiene a far sapere che non busseranno ai portoni di Palazzo Carafa solo per presentare problemi o rivendicare necessità. «Abbiamo numerose idee da realizzare in questa stagione - spiega - Intendiamo definire alcuni eventi che possano attrarre cittadini, turisti, visitatori. Per esempio, ci piacerebbe allestire una festa di strada per tre, quattro giorni, com’è, per esempio, la festa della birra, un’iniziativa diversa dalle solite sagre che consenta ai gestori di far conoscere meglio i propri locali. Ma pensiamo pure a sfilate di moda e ad altri spettacoli che possano trovare in strada il palcoscenico migliore. Sempre che l’amministrazione comunale condivida i nostri progetti e nessuno ci metta i bastoni tra le ruote con ricorsi o altre forme di contestazione». Intanto, il fine settimana, il primo in cui i clienti hanno dovuto fare i conti con le nuove regole, è trascorso senza eccessive difficoltà. «Si sta facendo un gran parlare della delibera comunale - fa sapere Negro - per cui sono pochi coloro i quali si trovano disorientati quando, già all’una, non prendiamo più prenotazioni all’esterno».
LA PROVINCIA DI CREMONA
Il raduno. Chiusa con successo e senza incidenti la sedicesima edizione. Spiccano i centauri arrivati dalla Germania
Motorock, un bilancio alla grande
Quattromila bikers e pubblico in aumento.
Di Gigi Romani Si è chiusa in un’atmosfera del tutto rilassata e gioiosa, la sedicesima edizione del Motorock. Ieri pomeriggio gli ultimi motociclisti a cavalcioni delle loro rombanti custom, di chopper dalle chilometriche forcelle, di poderose cruiser, oppure di modaiole naked, lasciavano alla spicciolata l’area del Parco al Po, che ha fatto da degna cornice al motoraduno. Soddisfazione tra i membri del Gruppo Custom Cremona per la riuscita del motoraduno. Il presidente del Custom Cremona, Roberto Guareschi, ha sottolineato che «tutto è andato via tranquillo, pure il tempo quest’anno ci è stato favorevole.
Anche per questa edizione abbiamo registrato circa 4.000 bikers, in linea con gli scorsi anni, che sono arrivati scaglionati durante la manifestazione, senza creare grossi problemi di intasamento all’ingresso, quindi tutto è stato più semplice da gestire. Forse c’è stato un incremento di pubblico in occasione dei concerti. Al sabato posso dire che c’è stata la vera e propria musica da Motorock: da una parte le esibizioni dei gruppi di heavy metal e di fianco, nel parcheggio riservato alle moto, il rombo continuo dei motori che quasi andavano a tempo con la musica». E ora veniamo alla terza voce dello slogan del Motorock ‘moto, birra e rock’n’roll’: della bionda bevanda non è rimasto praticamente nulla, infatti gli enormi contenitori che tenevano in fresco la birra a crudo, suonavano sostanzialmente a vuoto. Sabato notte si è tenuta l’estrazione della Lotteria del Motorock, questi i numeri estratti: al possessore del biglietto N° A3302 andrà il primo premio, una motocicletta Harley Davidson 883 Low; al biglietto N° A6343 è abbinato il sistema difìgitale per l’intrattenimento domestico Bose; al biglietto A5547 1.000 lattine di birra. Tra la moltitudine di bikers che si sono macinati tantissimi chilometri, spiccava un tedesco, originario di Bielefeld, fedelissimo del motoraduno cremonese, che ha affrontato con la sua moto più di 1.000 chilometri, e ieri, nel pomeriggio, in tutta tranquillità, ha imboccato la via del ritorno per il rientro in Germania. Comunque non era l’unico tedesco presente, infatti altri sono approdati sulle rive del Po dalla Germania, già da giovedì sera. Sicuramente molti sono i raduni sparpagliati per la nostra penisola, ma il Motorock rimane un punto fermo tra le manifestazioni biker, sia per la formula originale, sia per la collocazione immersa nel verde del parco al Po, e in un contesto pressochè cittadino. L’edizione 2005 del Motorock è ormai archiviata ancora con un grande successo, una manifestazione sempre sentita e amata da tanti bikers provenienti da ogni regione d’Italia e dall’estero, soprattutto dalla Germania.
REUTERS ITALIA
Alcol, suona la campana per gli "happy hour" britannici.
LONDRA I pub britannici si avviano a eliminare le promozioni "Happy Hour" che permettono agli avventori di consumare grandi quantità di alcol in fretta e a prezzi ridotti, nel tentativo di contenere gli episodi di violenza legati al consumo di alcolici.
L’Associazione britannica dei pub e della birra (Bbpa) ha detto in una nota che i suoi 32.000 membri hanno deciso di aderire al bando degli happy hour e delle formule "drink-all-you-can" (consumo illimitato per un prezzo fisso) con effetto immediato.
Il consumo smodato di alcolici è diventato negli ultimi anni un problema di primo piano in Gran Bretagna e ha trasformato il centro di molte città in zone da evitare il venerdì e sabato sera.
"Le offerte del genere ’10 sterline (18,40 dollari) all’ingresso e bevande gratis’, i giochi legati al bere e tutte le formule che incoraggiano le persone a bere troppo in troppo poco tempo sono fuori luogo nel nostro settore e siamo determinati a eliminarle", ha detto Mark Hastings della Bbpa.
L’Associazione comprende quasi due terzi di 59.000 pub della Gran Bretagna.
YAHHO SALUTE
Alcool e fumo: sintomi di violenza domestica? .
Comportamenti poco salutari, come il tabagismo o il consumo di alcool, possono essere campanelli d’allarme che nascondono un disagio più profondo: quello causato dalla violenza continuata all’interno del rapporto di coppia. Lo illustra una ricerca riportata sulla rivista Archives of Internal Medicine.
La violenza domestica è un fenomeno diffuso ma sommerso: raramente le vittime denunciano il loro problema, e quindi difficilmente chiedono aiuto; anzi a volte l’esistenza stessa del problema viene negata, poiché la donna viene spesso posta in condizioni di sudditanza psicologica e non riconosce le violenze subite, che vengono percepite come incidenti, di cui la vittima stessa di sente responsabile. La scarsa visibilità del fenomeno, insieme alla difficoltà di rilevarlo, fanno sì che non vi siano in genere iniziative per ricercare sistematicamente questo problema nei pazienti.
È noto da studi precedenti che esiste una forte connessione fra l’alcoolismo e il tabagismo da un lato, e dall’altro situazioni di violenze subite, in particolar modo dal partner. Utilizzando questa consapevolezza, gli autori hanno ideato un approccio che consente di circoscrivere il campo dei soggetti a rischio di violenza semplicemente utilizzando i dati che emergono dagli screening, già ampiamente effettuati, sull’alcool e il fumo. L’indagine è stata compiuta attraverso un questionario distribuito in forma anonima alle pazienti nelle sale d’attesa di medici di differenti specializzazioni. I dati emersi sono risultati significativi: se la donna fuma, c’è una maggiore probabilità che abbia subito violenza nei precedenti 12 mesi, mentre se consuma bevande alcoliche il rischio è raddoppiato. Anche la probabilità di subire violenza in generale nel corso della loro vita risulta aumentata nelle fumatrici o nelle donne alcoliste, e gli effetti si sommano quando nello stesso soggetto coesistono i due comportamenti; inoltre esiste una relazione dose-risposta, ovvero maggiore è il quantitativo di sostanze consumato, maggiore è l’incidenza di episodi di violenza.
Questo studio, come i precedenti, non permette di delineare un chiaro rapporto causa-effetto fra alcolismo e tabagismo, e violenza coniugale. Alcuni ipotizzano che sia il comportamento della donna rispetto a fumo o alcol a renderla più facilmente vittima di violenze, ma diversi studi fanno pensare che piuttosto il consumo di queste sostanze sia una risposta della vittima allo stress della violenza continuata. ”Piuttosto che una malattia o un comportamento”, concludono gli autori, “la violenza domestica è un complesso fenomeno sociale”. Ulteriori studi longitudinali sono necessari, aggiungono i ricercatori, per accertare i meccanismi causali che innescano il comportamento violento, e per verificare l’efficacia degli interventi attuati dalle strutture sanitarie. (*)
Fonte: Gerber MR, Ganz ML, Lichter E et al. Adverse health behaviors and the detection of partner violence by clinicians. Arch Intern Med 2005;165:1016-21
antonella sagone
 
(*) Nota: cercare di individuare la violenza coniugale indagando sull’alcolismo e il tabagismo di chi la subisce è come sottoporre all’etilometro i passeggeri delle auto. È possibile che si sia un rapporto tra l’alcolemia dei trasportati e incidenti, ma è più importante prendere in considerazione chi guida.

Martedì, 24 Maggio 2005
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