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Pirateria , Notizie brevi 10/10/2012

Auto pirata uccise bimbo
"Responsabile anche il passeggero"

E' quanto stabilisce la sentenza del gup di Torino

Torino - Il luogo dell'incidente in cui in 3 dicembre scorso un auto pirata investì una coppia sulle strisce pedonali, uccidendo il figlio, Alessandro Sgrò - Foto da lastampa.it

"Se il passeggero di un'auto si accorge che il conducente non è in grado di guidare e non fa nulla per evitarlo in caso di incidente è ugualmente responsabile. E' quanto stabilisce la sentenza con cui il gup di Torino, Rosanna La Rosa, ha condannato a 11 anni di carcere Francesco Grauso e Alessandro Cadeddu, i due tossicodipendenti che il 3 dicembre scorso investirono una famiglia che stava attraversando sulle strisce pedonali a Torino, uccidendo il piccolo Alessandro Sgrò di 7 anni, e poi fuggirono.

Da quanto accertato quel giorno Grauso aveva permesso a Cadeddu di guidare la propria auto, nonostante fosse in crisi di astinenza, "non perchè lo ritenesse capace di guidare - scrive il giudice - bensì perchè incurante del pericolo immanente nella condotta posta in essere" definendo la scelta di far guidare Cadeddu "consapevole e condivisa" perchè, visto che conosceva meglio le strade del capoluogo, era "funzionale ad evitare controlli di Polizia".

Inoltre Grauso per i 110 chilometri del viaggio da Aosta non ha mai fermato Cadeddu "ove avesse ritenuto la condotta per qualsiasi motivo imprudente o impropria - sottolinea La Rosa - avrebbe potuto facilmente dissociarsi chiedendo a Cadeddu di non guidare più" ma "non lo ha fatto" neanche dopo aver travolto la famiglia Sgrò.

Il giudice rileva che "Grauso era seduto al fianco del guidatore al momento del terribile impatto, della cui gravità si era ben reso conto" ma "ne
aveva condiviso la scelta criminale di non fermarsi e non prestare soccorso". No da ultimo Grauso ha poi nascosto l'auto in garage e "nei successivi quaranta giorni non ha avuto alcun cedimento.

"Pur avendo appreso di aver cagionato la morte di un bambino e il grave ferimento dei suoi genitori - evidenzia il gup - incurante di ogni scrupolo di coscienza, ha continuato vigliaccamente a nascondere l'auto e a non costituirsi perseguendo, anche al momento del sequestro dell'auto presso il suo garage, il progetto concordato con Cadeddu". Per questo il giudice ritiene la loro condotta "unica, caratterizzata da un'unica volontà. Nessun elemento - conclude - separa le posizioni dei due imputati".

 

da repubblica.it/motori

 


 

Mercoledì, 10 Ottobre 2012
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