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Rassegna stampa alcol e guida del 15 maggio 2005

RASSEGNA STAMPA "ALCOL E GUIDA"

Note a cura di Alessandro Sbarbada
Servitore-insegnante in un Club degli Alcolisti in trattamento a Mantova.


IL MESSAGGERO
Prati
Auto con tre a bordo non rispetta lo “stop” e si cappotta: muore una ragazza di 17 anni.

Di Giuseppe Martina
L’autoradio a tutto volume, l’atmosfera su di giri di un venerdì sera come tanti tra ragazzi, il rientro a casa dopo il pub, e poi una distrazione fatale: è stato un attimo, la LanciaY ha attraversato l’incrocio senza accorgersi dello stop, ha preso un’altra macchina che sopraggiungeva da sinistra. E si è ribaltata sul marciapiede opposto. Lo schianto alle 2.39 di ieri notte, in Prati, tra via Fabio Massimo e via degli Scipioni: J. T., 17 anni appena compiuti, studentessa nata a Roma da genitori extracomunitari, che si trovava sul sedile posteriore della Lancia Y, è morta sul colpo. Il cranio fracassato dall’urto. Praticamente illesi, ma sotto choc, i due giovani che erano con lei: il fidanzato, D. C. 21 anni, che era alla guida (e risultato positivo all’esame, eseguito in ospedale, per accertare la presenza di alcol nel sangue) e il secondo passeggero, un coetaneo d’origine polacca.
Fino all’alba, e oltre, i vigili urbani del Git (Gruppo intervento traffico) hanno lavorato per accertare la dinamica esatta dell’incidente dopo aver ascoltato anche Nicola R. il ventenne al volante dell’altra vettura, una Punto. Pare confermato che all’origine di tutto vi sia «l’omessa precedenza da parte della Lancia Y» come spiega il capitano Alfredo Ricci che ha coordinato le indagini e informato dell’accaduto il pm Diana De Martino. «E chissà se avesse indossato la cintura di sicurezza forse la ragazza ora sarebbe salva».
Da valutare resta anche la velocità dei mezzi coinvolti: sull’incrocio teatro del dramma, inoltre, il cartello di stop è coperto da un albero e questo può aver in parte tradito l’autista della Lancia Y, adesso indagato per omicidio colposo e guida in stato di ebbrezza. E’ toccato a una zia della vittima, ieri mattina all’obitorio del Gemelli, il riconoscimento della salma: la ragazza viveva a Torrevecchia con una sorella e la madre.
E ieri pomeriggio, sulla Colombo, all’altezza di Casalpalocco, nello scontro tra due motociclette, una Yamaha e una Ducati, ha perso la vita un 35enne, Luca D.P. L’altro centauro Fabrizio P. di 28 anni,ferito a una spalla, è stato ricoverato al “Grassi” di Ostia.

IL MESSAGGERO (Ancona)
Il dramma di via San Pietro. La donna, 44 anni, trovata sul letto rantolante dai poliziotti. Sandro Fiumani è stato arrestato
Olimpia Andreatini sfigurata per gelosia
La titolare del bar al Passetto devastata dalla furia del marito dopo la lite all’alba nella loro casa.
Di ANDREA MACCARONE
Sfigurata per gelosia. Olimpia Andreatini, 44 anni, proprietaria del bar chiosco in Pineta, è stata massacrata a mani nude dal marito Sandro Fiumani, 47 anni, dopo una lite nell’appartamento in via San Pietro 3. Olimpia, sorella di Mimmo Andreatini proprietario del Caffè Giordano in corso Mazzini, è stata trovata rantolante e sotto shock dagli agenti delle volanti chiamati verso le 8 dai genitori della donna che abitano all’ultimo piano di via S.Pietro 3. I poliziotti, una volta entrati nella casa, si sono trovati di fronte ad una scena agghiacciante. Nell’appartamento c’era sangue ovunque, fin sotto la porta d’ingresso della casa. Una scia rossa che ha condotto gli agenti fino alla camera dove la donna rantolava, riversa sul letto. Mentre il marito, probabilmente ancora sotto gli effetti dell’alcool, era sdraiato sul divano della sala. Per lui sono scattate le manette e si sono spalancate le porte del carcere di Montacuto dove domani sarà interrogato dal gip. La commerciante è stata invece trasportata dalla Croce Gialla all’ospedale di Torrette dove è stata sottoposta a una Tac e ad un intervento maxillofacciale per tentare di ridurre la frattura dell’orbita dello zigomo destro. I sanitari, che hanno riscontrato anche la rottura del labbro inferiore e fratture multiple alle costole, hanno emesso una prima prognosi di trenta giorni.
L’inferno di botte in casa Andreatini-Fiumani si è scatenato, secondo una prima ricostruzione, non appena i coniugi sono rientrati, verso le 5, nel loro appartamento dopo una serata trascorsa con gli amici al Lascensore Jazz Club al Passetto. La lite è scoppiata immediatamente. Ancora una volta, secondo le prima versione, scatenata dalla gelosia del marito. Una discussione degenerata in un pestaggio selvaggio. Una furia devastante che in prima battuta ha indotto i poliziotti a sospettare che l’uomo avesse utilizzato qualche oggetto per picchiare la moglie. Sfigurata invece a mani nude dal marito accecato dalla gelosia.
CORRIERE ADRIATICO
Sessanta corsiste deliziate dal Brunello
Bacco incontra Venere (*).
SAN GIOVANNI IN MARIGNANO - Dopo quattro appuntamenti in cui si sono degustate alcune delle più rinomate etichette italiane, mercoledì 11 maggio è calato il sipario sulla seconda edizione di “Bacco incontra Venere”, il corso di vino per sole donne che anche quest’anno ha “diplomato” sessanta corsiste entusiaste. Per l’ultima serata sono stati il Brunello di Montalcino, abbinato ad appetitose stuzzicherie salate, e uno straordinario Barolo Chinato gustato insieme ad un inedito cioccolatino creato da Paolo Staccoli, a scivolare nei calici delle signore, inebriate da una raffinata armonia di dolcezza, aromi e profumi. Per il gran finale, poi, la direzione artistica curata dai Fratelli di Taglia ha sorpreso la platea con un’esplosione di coriandoli che hanno riempito di colore il Teatro Massari, sulle note delle musiche di Nino Rota. Molto soddisfatto delle sue allieve il sommelier Luca Bonizzi che dalla correzione dei compiti svolti durante la penultima serata ha rilevato un buon livello di apprendimento: “Sono state tutte promosse a pieni voti – ha affermato – e sono molto soddisfatto perché ora le signore non berranno solo del vino, ma sapranno come berlo”. L’Assessore alle attività economiche Daniele Morelli ha consegnare i diplomi e un rosa rossa a ciascuna corsista..
CORRIERE ADRIATICO
Prende a calci e pugni la moglie, arrestato (*)
L’uomo, Sandro Fiumani, ha confessato. Lei è ricoverata in ospedale: ne avrà per un mese.
ANCONA - Picchiata a sangue con calci e pugni in faccia, sull’addome, sulla schiena, ovunque. Una lite furibonda tra marito e moglie. Un incubo iniziato alle 5 del mattino e finito intorno alle 8.30 con l’arresto del coniuge 49enne, Sandro Fiumani trovato dalla polizia all’interno dell’appartamento dei due, situato in via San Pietro. All’ospedale è finita invece la moglie dell’uomo, Olimpia Andreatini 44 anni, che lavora in un locale molto noto del centro storico. Per lei oltre trenta giorni di prognosi, un trauma cranico, uno facciale e la rottura di uno zigomo e di diverse costole. La donna è stata trasportata d’urgenza al nosocomio regionale di Torrette da un’ambulanza della Croce Gialla. Giunta al pronto soccorso, i medici dopo averla visitata le hanno disposto il ricovero in ospedale. Tutto è iniziato intorno alle 5 di ieri quando i due coniugi sembra stessero rincasando. Fiumani era ubriaco e, per cause ancora non note, avrebbe cominciato a picchiare selvaggiamente la donna su tutto il corpo. Una violenza tale nello sferrare i cazzotti che addirittura le scale del condominio si sono sporcate di sangue. Macchiate erano anche le pareti, quasi a testimoniare il tentativo di fuga della poverina che veniva continuamente raggiunta, scaraventata a terra e poi sbattuta con la testa contro il muro.
Una volta rincasati, i due sono andati a letto. Nessun vicino si era accorto di quanto accaduto a quell’ora. Solo la madre della donna, che insieme al marito abita nello stesso condominio di via San Pietro, una volta affacciatasi al pianerotto per uscire di casa poco dopo le 8, ha visto tutte quelle tracce di sangue, su pavimento e muro, finire poi proprio davanti alla porta dell’appartamento della figlia. Sentendo che nessuno gli rispondeva dopo aver suonato il campanello, la mamma terrorizzata ha immediatamente chiamato il 118. Sul posto si è precipitata un’ambulanza della Croce Gialla insieme alle Volanti della polizia. Gli agenti e i soccorritori sono saliti fino ad arrivare davanti all’appartamento. Solo allora, sentendo che a bussare era la polizia, Sandro Fiumani si è deciso ad aprire la porta. Gli agenti, insieme ai militi della Croce Gialla, si sono così diretti verso la camera.
Prona sul letto, che dormiva, si trovava la moglie dell’uomo. Vistose però le macchie di sangue sulle lenzuola e sul cuscino. La donna è stata quindi girata e, una volta supina, si è visto che il volto era una maschera di sangue. Inoltre, in viso aveva numerosi tagli come se questi fossero stati provocati da un’arma o comunque da un qualcosa di contundente. Gli agenti si sono così messi alla ricerca dell’oggetto mentre i militi della Croce Gialla soccorrevano la donna trasportandola poi d’urgenza al pronto soccorso di Torrette. L’uomo, ammanettato e portato in Questura con l’accusa di lesioni personali gravissime, ha poi confessato tutto dicendo di essere il responsabile di quanto accaduto alla moglie. Al momento si trova rinchiuso a Montacuto. Le profonde ferite in viso riportate dalla donna, e che lasciavano pensare all’uso di un’arma, probabilmente erano invece i segni lasciati dagli scalini accuminati sui quali la 44enne era stata più volte scaraventata. La donna si trova ora ricoverata nel reparto maxillofacciale di Torrette. ALBERTO BIGNAMI
 
(*) Nota: questi ultimi due articoli, pubblicati lo stesso giorno sullo stesso quotidiano, testimoniano due diverse modalità di incontro tra Bacco e Venere.
IL GAZZETTINO (Venezia)
LIDO Un uomo di 57 anni verrà processato il 10 giugno per aver approfittato di un giovane conoscente nel suo appartamento
Violenza sessuale su un ventisettenne
Dopo avergli fatto bere qualche birra di troppo lo ha fatto spogliare con la scusa di alcune fotografie .
A processo per violenza sessuale nei confronti di un giovane di 27 anni. Un cinquantasettenne del Lido di Venezia dovrà comparire davanti al Tribunale di Venezia il prossimo 10 giugno. L’episodio sotto accusa risale al marzo del 2000, e sarebbe avvenuto nell’abitazione dell’imputato, nel quale aveva invitato il conoscente per un drink. Secondo l’accusa, l’uomo avrebbe fatto bere qualche birra di troppo al giovane: prima lo avrebbe fatto spogliare con la scusa di scattargli alcune fotografie; poi avrebbe approfittato di lui. La vittima ha presentato denuncia dopo una decina di giorni, raccontando ai carabinieri di essersi trovato in una condizione psicofisica nella quale gli risultò impossibile ribellarsi e opporsi alle iniziative dell’uomo.
IL SECOLO XIX
Ubriaco, si aggrappa a un cartello e resta sospeso nel vuoto a 40 metri
Sull’Autofiori folle gesto di un uomo lungo il viadotto Oliveto.
Imperia Sospeso nel vuoto ad oltre quaranta metri d’altezza, completamente ubriaco. Tre ore di trattative serrate per riportarlo alla ragione e ricoverarlo all’ospedale. Ora V.G., 46 anni, nativo di Imperia, ma residente a Civezza, è in cura nel reparto psichiatrico.
La sua storia, invece, è finita in un dossier della polstrada di Imperia già trasmessa alla Procura. Per quel fuori programma dell’altra notte rischia infatti una denuncia per interruzione di pubblico servizio.
Tutto è iniziato alle 3,20 quando alla centrale operativa della Stradale è arrivata una segnalazione precisa di alcuni automobilisti di passaggio: «C’è un uomo aggrappato ad un cartellone stradale dell’uscita di Imperia Est sul viadotto Oliveto, minaccia di buttarsi giù di sotto». In poco meno di cinque minuti le pattuglie coordinate dal comandante Doriano Celestini hanno organizzato l’intervento di soccorso. All’arrivo dell’auto della Stradale l’uomo, in evidente stato di ebbrezza, ha minacciato di lasciarsi cadere nel vuoto. Appoggiata al guard-rail aveva abbandonato mezza bottiglia di whisky. «Non avvicinatevi o la faccio finita». Gli agenti a quel punto hanno cercato di calmare l’uomo. Via radio hanno avvertito il 118 e la Croce Rossa. Sono stati allertati anche i vigili del fuoco arrivati con una squadra. Per quasi tre ore si sono vissuti momenti di grande tensione: l’uomo chiedeva di parlare ai giornalisti e alle televisioni e minacciava gli agenti di buttarsi giù dal viadotto. Una situazione che ha tenuto con il fiato sospeso tutta la squadra di soccorritori che era stata mobilitata in questo intervento un po’ particolare mentre sulla carreggiata sud, verso Genova, sfrecciavano auto e tir. Poi, alle 6,30, in un momento di grande concitazione, il fratello di V.G., arrivato insieme alla convivente è riuscito ad abbracciarlo e a trarlo in salvo. Con un’ambulanza l’uomo è stato trasportato all’ospedale.
IL SECOLO XIX
Vola sugli scogli da cinque metri si rompe una costola
QUARTO Paura per un cameriere.
Un volo di quattro o cinque metri, terminato sugli scogli di Quarto. È finita così la giornata di lavoro di Vasili Alief, vent’anni, cameriere del ristorante Dixieland. Alle 2.30 di ieri notte il giovane, che aveva finito il turno di lavoro ai tavoli del locale, si è fermato a parlare con alcuni amici all’esterno del ristorante. Trattandosi di un venerdì sera il tratto di passeggiata a mare nei pressi del locale era gremito di persone: quando Vasili è caduto dalla ringhiera l’allarme è stato immediato.
Sul posto si sono subito recati i sanitari del 118 e un’ambulanza dei volontari del soccorso. Il giovane cameriere, originario della Russia è rovinosamente caduto sugli scogli: nell’urto ha riportato la frattura di una costola, varie escoriazioni e una ferita al volto.
«Un bravo ragazzo, gran lavoratore - spiega il titolare del Dixieland, Lorenzo Cossu -. È qui da noi da due anni e mezzo, non ha mai ritardato di un minuto. Certo, ieri sera era un po’ allegrotto... Alcuni ragazzi mi hanno detto che Vasili ha scavalcato la ringhiera della passeggiata, ha perso l’equilibrio ed è finito di sotto. Speriamo si rimetta presto».
Il titolare del Dixieland si è informato ieri sulle condizioni del suo dipendente. Il giovane, subito dopo l’incidente era stato portato in prognosi riservata al reparto di rianimazione dell’ospedale San Martino di Genova. Nella notte è stato sottoposto a Tac e radiografie. Ieri mattina Vasili Alief è stato trasferito al reparto di chirurgia toracica.
Le sue condizioni sono in miglioramento: è cosciente e per fortuna non ha riportato lesioni alla testa o alla colonna vertebrale.
Sull’esatta dinamica del brutto incidente ancora non è stata fatta piena chiarezza. Alcuni testimoni raccontano che il giovane cameriere era ubriaco, e che stava tentando di rientrare nel locale dove lavora.
«Sì, Vasili voleva tornare dentro il Dixieland - ammette il titolare Lorenzo Cossu - ma non glielo abbiamo permesso, visto che era un po’ "brillo". Allora lui si è allontanato. Ma solo per cercare di entrare dalla passerella vicina all’ingresso. Forse ha scavalcato la ringhiera e, prima di salire sulla passerella, ha perso l’equilibrio ed è caduto». S.Sch.
ANSA.IT
Minaccia di uccidere madre con coltello, arrestato a RoMA
Voleva dei soldi, era ubriaco e sotto effetto di droga.
(ANSAweb) - ROMA, 15 MAG - Ha rincorso la madre per strada minacciando di ucciderla con un coltello da cucina. Per questo un giovane romano di 33 anni e’ stato arrestato dai carabinieri. Il giovane, un operaio ubriaco e in stato di agitazione anche per l’assunzione di droga, ha aggredito sua madre, che gli negava dei soldi. I condomini, spaventati dalle urla provenienti dall’abitazione, hanno chiamato il 112. La donna, 64enne, ha raccontato di subire da circa 16 anni continue minacce e percosse dal figlio. Negli ultimi 5 anni la situazione si e’ aggravata: ogni qualvolta la donna era impossibilitata o si rifiutava di esaudire le richieste economiche del figlio, questi andava su tutte le furie rompendo mobili e suppellettili in casa e scagliandosi infine verso la madre.
CORRIERE ROMAGNA (Cesena)
Etilismo a prima vista.
CESENA - Prevenzione alcologica: non solo ad aprile. Si è chiuso da alcuni giorni il mese di prevenzione alcologica, promosso su scala nazionale e avviato da qualche anno in Italia dopo l’input partito dagli Stati Uniti. A Cesena questo momento si è concretizzato con una serie di interventi promossi dal Tavolo di Lavoro Alcol, composto da operatori del Sert e da referenti delle associazioni di volontariato quali Associazione Club alcolisti in trattamento (Acat), Alcolisti anonimi e Associazione familiari alcolisti anonimi: in particolare è stata proposta al pubblico la mostra fotografica “Obiettivo Zero”, allestita nell’atrio dell’ospedale Bufalini e dedicata a questo delicato problema, ma è stato realizzato anche un corso per medici di base (due incontri, uno a Gambettola e uno a Cesena) sulla formazione e sulla identificazione di soggetti con dipendenza da alcol e due serate aperte alla cittadinanza nella sede del quartiere Cesuola, per affrontare soprattutto il rapporto tra giovani e alcol. “Il messaggio forse più forte - spiega Roberta Carrozzo, psicologa e referente delle iniziative dell’area alcol del Sert - è stata la mostra, che ci è stata segnalata da Acat: in questo caso sono state unite immagini toccanti di persone ex alcoliste e non con accanto una loro affermazione e considerazione sul bere. Oltre a fornire un messaggio immediato, le foto hanno permesso di vedere come l’alcolismo sia una dipendenza che ormai interessa tutte le fasce di età ed entrambi i sessi; allo stesso tempo durante la mostra, che è stata visibile per un paio di settimane, abbiamo divulgato materiale informativo e indirizzi utili a chi ha manifestato interesse su questo tema. Altrettanto interessante è stato il corso di formazione per medici di base, che ha coinvolto oltre un centinaio di persone, che operano in tutto il territorio di competenza dell’Ausl. Infine, il Tavolo ha deciso di organizzare due serate su adolescenti e alcol nella sede del quartiere Cesuola, iniziativa che ha avuto molto successo, vista la presenza di numerosi genitori. Naturalmente, però, dobbiamo ricordare che il mese della prevenzione non deve essere un momento a sé stante, ma uno spunto per svolgere un servizio tutto l’anno”. “A questo proposito – spiega Rodolfo Carbellotti, educatore professionale e coordinatore del Tavolo di Lavoro Alcol – in questo periodo il Sert, con un contributo del Comune, ha finanziato la stampa di 7.000 opuscoli informativi sul problema alcol, realizzati su scala nazionale, ma promossi anche in ambito locale. Si tratta di 4 depliant diversi: uno è dedicato ai medici specialisti per riconoscere il paziente alcolista e saperlo indirizzare a strutture competenti (1.000 copie); uno riservato alla popolazione (2.000 copie); uno per chi ha effettivamente il problema (2.000 copie) e uno per i lavoratori (2.000 copie), per mettere in luce i rischi di chi beve sul posto di lavoro. Ora il Tavolo sta studiando la strategia più mirata per la distribuzione, anche se tale materiale è già stato portato alle serate al Cesuola ed è oggi disponibile al Sert. Accanto a questo materiale stanno per essere distribuiti duemila “Etilo-test”, test mono uso che misurano se è stata superata la soglia dello 0,5 grammi alcol per litro di sangue, limite massimo per cui è consentito mettersi alla guida di un’auto. Questo strumento credo possa essere molto utile ai giovani, anche se il Tavolo sta ancora valutando come e in quali ambienti proporlo ai ragazzi”. Caterina Boschetti.
CORRIERE ROMAGNA (Cesena)
Diverso il motivo per bere tra i giovani e gli adulti
CESENA - Alcol e cesenati: un problema che colpisce giovani e adulti in modo differenziato..
Il Sert dell’Ausl di Cesena ha iniziato a svolgere attività sull’alcolismo nel 1994, intervenendo nell’accoglienza, nella valutazione e nella diagnosi della dipendenza fino alla presa in carico della persona e alla formazione di un progetto terapeutico che consenta di allontanarla definitivamente dalla bottiglia. Il Centro Alcologico (all’interno del Sert) è aperto a tutti coloro (anche familiari e amici) che pensano di avere un rapporto problematico con l’alcol. Secondo i dati del 2004, i soggetti presi a carico dal Sert sono stati in tutto141, di cui 44 nuovi utenti: si tratta in particolare di maschi (95 uomini contro 46 donne) e in maggioranza tra i 30 e 40 anni anche se un’altra fascia a rischio è quella che arriva ai 50 anni. Interessante è il dato che mette in luce come nel 2004 i ragazzi tra i 19 e i 29 anni che si sono rivolti al Sert siano stati solo 17, cifra che denota come le nuove generazioni siano molto titubanti dal rivolgersi a questo tipo di servizio. “Secondo una indagine dell’Istituto Superiore della Sanità - spiega Roberta Carrozzo, psicologa del Sert - i giovani tra i 14 e i 19 anni non appaiono particolarmente consapevoli dei rischi connessi alla guida in stato di ebbrezza o comunque della necessità di evitare il consumo di bevande alcoliche prima di mettersi alla guida. Allo stesso tempo è stato registrato che dal 1998 al 2001 è aumentato considerevolmente il numero di giovani tra i 14 e i 17 anni che consumano vino, birra e amari e il numero di coloro che lo fanno fuori pasto. Credo che tali indagini evidenzino come lo “sballo” in discoteca il fine settimana dovuto all’uso di superalcolici a volte uniti anche a droghe sia un modo molto differente di ubriacarsi rispetto all’adulto che ha sempre bevuto vino a tavola, secondo la nostra tradizione. Non si vogliono creare allarmismi, poiché nel comprensorio il numero degli alcol-dipendenti è piuttosto basso (*), ma deve essere chiaro che se un giovane non pensa di avere un problema, difficilmente arriverà al Sert, a meno che non vi siano anche altre dipendenze o disturbi psichici. Al massimo andrà al nostro Centro di Ascolto (in piazza Magnani presso il Consultorio Giovani). Un adulto beve spesso per depressione, ansia, sofferenza, solitudine, mentre un ragazzo lo fa per stare in compagnia, perché va di moda. Sicuramente molti dei giovani che oggi bevono in età adulta smetteranno di farlo in modo così “massiccio”, ma questo non significa che si debba trascurare tale realtà, specie in relazione alla salute della persona”. Ci.Bi.
 
(*) Nota: è davvero basso il numero degli alcol dipendenti che si rivolgono ai servizi, è basso il numero di alcol dipendenti che vengono riconosciuti come tali.
Ma il numero degli alcoldipendenti in assoluto non è basso, è altissimo: considerato che in Italia tale numero è stimato avvicinarsi al 3 per cento del totale, significa che, solo nell’abitato di Cesena, il problema coinvolge oltre duemilacinquecento famiglie  (circa diecimila nella provincia Forlì-Cesena).
 
IL GAZZETTINO (Treviso)
Serata molto affollata in Biblioteca Civica in occasione del ventesimo anniversario del gruppo vittoriese degli Alcolisti Anonimi
Condannati alla bottiglia, il 30 per cento sono donne.
Vittorio Veneto
«Mi chiamo Stefano e sono un alcolista» è l’esordio di una delle toccanti testimonianze presentate venerdì sera in Biblioteca durante l’incontro dal titolo "Alcolismo: come uscirne, una possibile soluzione", organizzato dal Comune in collaborazione con Alcolisti Anonimi in occasione del ventesimo anniversario del gruppo vittoriese. Storie di umanità difficili e racconti di solitudini, di uomini coraggiosi che hanno trovato la forza di dire no alla loro dipendenza e ricominciare a vivere. «L’unico requisito per divenire membri di Alcolisti Anonimi - spiega la signora Giuliana di Al-Anon, associazione di familiari delle vittime dell’alcool - è desiderare di smettere. Lo scopo è rimanere sobri e aiutare altri alcolisti a raggiungere la sobrietà seguendo il metodo dei 12 passi, un programma graduale di recupero».
Nel corso della serata, presenziata dagli assessori Giuseppe Maso e Michele De Bertolis, il primario Massimo Santonastaso ha chiarito che l’alcolismo è diffusissimo tra i giovani nel nord est, dove il culto del vino è molto radicato e c’è maggiore permissività. Terribili le conseguenze che coinvolgono l’intero organismo, fino ad arrivare, nei casi cronici, alla morte dell’individuo. E come ha spiegato Fabio Sabatelli, commissario di Polizia a Conegliano, «è ascrivibile all’assunzione di alcol un terzo degli incidenti stradali, con lesioni gravi e morte». Le donne non ne sono escluse: «I dati raccolti dal Sert di Vittorio e le indagini effettuate per aprire lo Sportello Donna il prossimo marzo - specifica Maso - hanno attestato che la percentuale di donne alcolizzate supera il 30\%». La sede degli Alcolisti Anonimi è in via Fogazzaro 25, e le riunioni si tengono ogni martedì e venerdì alle 20.30. Angela Deganis.
 
IL GAZZETTINO (Treviso)
VIA SANTA BONA NUOVA
Rissa davanti all’Aquila Rossa.
Litigano davanti al bar e fuggono prima di essere bloccati dalla polizia. E’ accaduto nella notte tra venerdì e sabato in via Santa Bona Nuova, davanti al bar Aquila Rossa. Coinvolti, secondo quanto ricostruito dagli agenti della volante, almeno cinque individui, tutti stranieri. L’episodio è avvenuto intorno alle 2. I cinque si trovavano davanti al locale. A quanto pare dopo aver bevuto un drink avevano iniziato a discutere. Una discussione animata, i cinque però non si sarebbero fermati alle parole, passando velocemente ai fatti. Avrebbero iniziato a spintonarsi, a colpirsi con calci e pugni. Una persona che si trovava poco distante, vista la situazione, ha deciso di chiamare la polizia, ma gli agenti arrivati sul posto non hanno trovato nessuno. Gli stranieri, sentendo le sirene, erano fuggiti.
CORRIERE SALUTE
Cause diverse
Quando scende rapidamente
Pressione bassa? In realtà non c’è una soglia precisa oltre cui la pressione sia da considerare patologicamente bassa, ma esistono le manifestazioni più o meno gravi di cali pressori repentini. Queste le loro caratteristiche e le cause possibili.
Ipotensione ortostatica Stando in piedi o alzandosi si scatto la pressione scende troppo e troppo in fretta, con la massima che diminuisce di 20 mmHg o più.
I sintomi sono annebbiamento della vista, vertigini, debolezza.
Queste le possibili cause:
farmaci che abbassano la pressione (come antipertensivi, nitrati, antidepressivi e diuretici;
consumo di alcol (potente vasodilatatore);
diabete con neuropatia periferica, che scompagina il sistema nervoso autonomo;
età avanzata, per la perdita dell’efficienza dei meccanismi di controllo della pressione;
perdita importante di liquidi (ad esempio in caso di vomito e diarrea prolungati o di sforzi eccessivi con sudorazione intensa);
lunga permanenza a letto, perché i meccanismi riflessi di controllo della pressione si «disabituano» alla posizione eretta;
presenza di varici, che comportano un ristagno di sangue negli arti inferiori.
Sincope
È la manifestazione più grave di un calo patologico della pressione,
perché provoca una perdita di coscienza, di solito di breve durata.
Le cause sono varie anche in questo caso:
squilibrio vagale, che si ha in soggetti sani quando il nervo vago, che fa rilasciare i vasi sanguigni, si attiva troppo e non permette
di «aggiustare» la pressione una volta in piedi; non necessita di trattamento perché si autolimita e si risolve distendendosi (ma non è raro, soprattutto in ambienti caldi e affollati, se si è molto stanchi o si è da molto tempo in piedi);
le malattie neurologiche che danno luogo a neuropatie periferiche che fanno saltare i meccanismi di controllo;
le malattie cardiovascolari che diminuiscono il ritorno del sangue al torace, come le aritmie, l’embolia polmonare oppure le stenosi valvolari o aortiche.
 
UNIONE SARDA
Quartu
È allarme alcol tra i giovani.
Belli e dannati. Iniziano a bere tra gli 11 e i 14 anni, e fanno sesso con altrettanta precocità. Sono stati protagonisti di risse e hanno provato le varie droghe disponibili sul mercato. L’identikit L’identikit dei giovani quartesi, secondo quanto "confessato" da millecinquecento di loro, tra i tredici e i diciotto anni delle medie e superiori, offre cifre allarmanti. Lo studio-inchiesta voluto da Provincia e Università, è stato condotto da un’equipe formata da Carlo Pintor dell’Università di Cagliari e dal professor Giulio Solinas a Quartu. I dati spaziano su scelte e temi come sesso, alcool e droghe. Sino a guida e zuffe. Da qui alla nascita di conferenze e dibattiti, su come affrontare quelle che in alcuni casi diventano gravi emergenze, il passo è davvero breve. E la scuola o lo sport restano ancora in pole-position per prevenire. Droga Si parte dall’universo droga che conta sempre più adepti tra i giovanissimi. Non è una caso che persino nella raccolta del sangue per aiutare la solidarietà, spesso intere sacche vadano distrutte dopo i controlli, perché si scopre che i giovani hanno utilizzato questo tipo di sostanze. «Accade sempre con maggiore frequenza ma loro non confessano, bensì vivono tutto come se avessero assunto un normale bicchiere d’acqua», spiegano i volontari. «Ed è all’uscita dalle scuole che si registra il boom dei piccoli che vogliono fare i grandi uomini o donne». E se il quaranta per cento dei maschi e il trenta per cento delle femmine ha fatto uso di marijuana, l’otto per cento ha provato la cocaina e il due per cento di loro, la usa con regolarità. In media inoltre, il quattro per cento utilizza l’ecstasy. Resta poi il problema piercing, «non fatto talvolta con le giuste norme igieniche ma che in ogni caso vincola ad almeno un mese di stand-by dalla certezza assoluta di non avere contratto malattie», spiega Paola Carta, responsabile del Centro trasfusionale della Asl 8 di via Turati. Il sesso Il sesso, nonostante non abbiano ancora raggiunto la maggiore età, non ha confini con performances spesso estreme. Idem per le corse in auto o in scooter, dove cinture o caschi sono spesso un’optional non gradito. Se a questi dati si aggiunge poi che il 50 per cento ha iniziato a bere alcolici tra gli 11 e i 14 anni, si spiega anche il perché della nascita della campagna di prevenzione "Scuola contro droga".
UNIONE SARDA
Quartu
L’identikit in cifre.
50 È la percentuale dei ragazzi che ha iniziato a bere tra gli 11 e i 14 anni. 20 La percentuale dei ragazzi che allaccia le cinture e poco meno indossa il casco. Il 10 per cento ha viaggiato su un veicolo con persone che avevano consumato alcool. 2 È il numero percentuale di chi nell’ultimo anno si è trovato coinvolto in uno scontro fisico o in una rissa. 20 La percentuale di chi ha avuto i primi contatti sessuali mentre il 45 per cento ha già avuto rapporti sessuali completi. 40 La percentuale dei maschi e il 30 per cento delle femmine che hanno fatto uso di marijuana. L’8 per cento ha provato la cocaina e circa il 5 per cento l’ecstasy. (b.s.).
UNIONE SARDA
iglesias
Volontari e medici a lezione per sconfiggere la dipendenza da alcol.
Troppi adolescenti schiavi della bottiglia e troppe famiglie distrutte dall’alcolismo. Dramma che colpisce ogni giorno centinaia di famiglie sparse in tutto il territorio dell’Iglesiente. Lotta alla dipendenza Per questo motivo, e per dare un supporto a chi si impegna nella lotta a questa forma di dipendenza, inizia domani e andrà avanti sino al 21 maggio il primo Corso di sensibilizzazione all’approccio ecologico sociale ai problemi alcolcorrelati e complessi. Iniziativa portata avanti dall’Associazione Acat Vladimir Hudolin, assieme all’associazione Darwin Onlus di Cagliari. Il corso si svolgerà nel seminario vescovile di Iglesias. Un’iniziativa che, come fanno sapere i promotori, «è rivolta a chiunque voglia occuparsi di problemi provocati dall’uso e abuso di alcol». I dati del SertProblema che anche nell’Iglesiente non deve essere sottovalutato. Solo il Sert di Iglesias segue quotidianamente 280 alcolisti. E si tratta di adulti con un’età variabile tra i 30 e i 50 anni che hanno comunque accettato di sottoporsi al trattamento. Da questo elenco restano invece esclusi gli adolescenti. O meglio il popolo di giovani che, come evidenziano anche i dati forniti dall’Istituto superiore di Sanità, inizia a bere molto presto. «L’età di inizio all’alcol è di 11 anni - spiega Bachisio Carta, psicologo dell’Asl e impegnato nei Sert di Iglesias e Carbonia e direttore del corso - ed è diffuso in tutto il territorio del Sulcis Iglesiente». Dati preoccupanti come spiegano i responsabili del Sert, destinati ad aumentare. «Naturalmente non è possibile avere un censimento preciso del popolo giovanile - aggiunge lo psicologo - perché solamente il 5 per cento dei ragazzi e il 2 per cento delle ragazze, e si tratta di dati nazionali, ammette di bere fino a ubriacarsi almeno tre volte la settimana». Giovani a rischio Non è certo un caso trovare la mattina cataste di bottiglie di birra nei punti di ritrovo dei giovani o, ancora, studenti con le bottiglie di birra in mano già alle 10 del mattino. Troppo, almeno per gli operatori che, ogni giorno, cercano di studiare e prevenire il fenomeno direttamente sul campo. «Molto spesso questo fenomeno viene sottovalutato anche dalle famiglie - aggiunge lo psicologo - anche perché capita che davanti a un figlio che si prende la cosiddetta sbronza si rida. Sarebbe opportuno che, invece, la famiglia intervenisse in maniera diversa dato che per noi è un segnale preoccupante». Primo sintomo su cui si deve intervenire immediatamente. «Anche perché l’età dei bevitori tende inesorabilmente a scendere». La scuola Sintomi e problemi che i responsabili del Sert di Iglesias da tempo illustrano anche agli studenti delle scuole medie e superiori che hanno aderito al progetto di sensibilizzazione avviato un anno fa. Adesso la formazione e il perfezionamento riguarda invece tutti coloro che operano sul campo, dai medici agli psicologici, continuando con i volontari e gli operatori. Nel corso dell’iniziativa è prevista anche un’esperienza sul campo con visite e confronti con i gruppi di studio. La settimana di studi sarà diretta da Bachisio Carta e dai condirettori Caterina Carta e Angelo Tedioli. A condurre i gruppi di lavoro ci saranno invece Caterina Carta, Rosanna Fais, Roberto Sanna, Rafaela Milia e Sandro Congia. Davide Madeddu.
ANSA.IT
Colpi di pistola durante festa paesana nel NuoreSE
Ferite tre persone, forse per una rissa degenerata.
ANSAweb) - NUORO, 15 MAG - Tentativo di omicidio o rissa degenerata: queste finora le piste seguite dagli investigatori della Squadra mobile della Questura di Nuoro in relazione al ferimento, la scorsa notte ad Orotelli, di tre persone, tutte raggiunte da colpi di pistola durante i festeggiamenti per il Santo Spirito. I tre sarebbero rimasti feriti mentre si trovavano in un chiosco nel rione di Mussunzua: agli inquirenti hanno raccontato di essere stati colpiti all’improvviso da uno o piu’ sconosciuti. La Squadra mobile sta raccogliendo diverse testimonianze per chiarire il movente: non e’ escluso un agguato premeditato, ma al momento sembrerebbe piu’ probabile che la sparatoria possa essere stata la conseguenza di una violenta discussione tra gruppi antagonisti, forse alimentata da qualche bicchiere di troppo.
L’ADIGE
Parte anche lo «Stente sani bus».
Tra sabato notte e domenica le ore più a rischio
Una rete contro l´alcol
Malé, molti alla presentazione del progetto.
Di LARA ZAVATTERI
MALÉ - Coinvolgere le diverse realtà presenti sul territorio per lavorare insieme sul problema alcol. E soprattutto, lavorare con i giovani e non per i giovani.
È stato questo uno dei concetti emersi durante l´incontro «Noi e l´alcol…una valle in cammino», che si è svolto nella sala assemblee del Comprensorio venerdì sera, registrando un ottimo successo. L´obiettivo era illustrare il progetto «L´alcol non mi fa la festa, se guido non bevo», accompagnando la presentazione con un confronto. Ad aprire la serata è stato il vicepresidente del C7 e sindaco di Commezzadura, Dante Pedergnana, che ha passato la parola al dottor Alberto Pasquesi, responsabile del Servizio di alcologia. Pasquesi ha ripercorso le tappe del progetto, ricordando in primis la creazione nel 2004 del gruppo «Alcol, guida e promozione della salute» che raggruppa, oltre al Servizio di alcologia, rappresentanze del mondo politico, scolastico, associativo, il Progetto giovani, la polizia stradale di Malé, rappresentanti dell´Arma dei carabinieri ed anche ragazzi.
Il progetto comprende anche lo «Stente sani bus», un servizio di trasporto che sarà attivato dal 21 maggio, per dieci sabati, fino al 23 luglio, per permettere ai ragazzi di divertirsi evitando che, chi ha bevuto, si metta alla guida. Non solo, alcuni volontari saranno presenti all´esterno dei locali o alle feste campestri per permettere ai ragazzi di «testarsi». Verrà inoltre istituita la giornata «Oggi alcol? No, grazie!», con animazione in vari luoghi, quali bar, supermercati. Le fasi del progetto sono state illustrate anche da Osvaldo Filosi e Francesca Melchiorri del Progetto giovani, mentre il dottor Luca Paradisi del Servizio di alcologia ha ribadito l´importanza di una prevenzione primaria e di far capire come la vita sia maggiormente positiva senza dipendenze. Marco Panizza, il direttore dell´Enaip di Ossana, ha invece ribadito la della necessità dell´educazione alla vita ed alla salute in famiglia e a scuola.
Da Stefano Cannepele di Transcrime una serie di dati (statistiche Istat ed Eurostat) sugli incidenti stradali dovuti ad eccesso di velocità, uso di bevande alcoliche, mancato uso di dispositivi di sicurezza. I dati evidenziano come le ore più a rischio siano quelle tra sabato sera e domenica, tra le 2 e le 6; in media in Europa, Italia e Trentino un morto su tre è un giovane tra i 18 ed i 29 anni, in prevalenza maschi (le donne coinvolte con conseguenze mortali spesso sono il passeggero).
Tra le azioni messe a punto in altre realtà, oltre al bus navetta, corsi di formazione anche per i giovani, la limitazione dell´orario di somministrazione delle bevande alcoliche, punti informativi in occasione di eventi a forte partecipazione giovanile.
Nel dibattito, il dottor Gianni Carolli ha commentato come le amministrazioni comunali debbano riservare una quota di bilancio per la prevenzione e le attività giovanili e Pasquesi ha ribadito che gli amministratori locali (alla serata erano presenti diversi sindaci) sono stati una forza trainante nel gruppo. Marco Panizza ha ricordato che per il momento il progetto è sostenuto dal finanziamento provinciale, ma che in seguito toccherà anche alle amministrazioni mettersi in gioco, mentre per Dante Pedergnana sarà soprattutto compito del Comprensorio portare avanti il tutto. Infine, è stata letta una lettera della comunità di Pejo paese nella quale si chiede di tenere conto delle esigenze dei ragazzi per il discobus, che si ferma a Cogolo: a tal proposito si valuteranno delle soluzioni.



Lunedì, 16 Maggio 2005
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