Mercoledì 20 Novembre 2024
area riservata
ASAPS.it su

Rassegna stampa alcol e guida del 13 maggio 2005

RASSEGNA STAMPA "ALCOL E GUIDA"

Note a cura di Alessandro Sbarbada
Servitore-Insegnante in un Club degli Alcolisti in trattamento a Mantova.


IL GAZZETTINO (Udine)

«Festa della birra? Giovani a rischio alcol»

 

Tuona il responsabile del Dipartimento dipendenze, Piani: «Complicità nell’induzione a bere»

 

A tutta Birra diventa "a tutta morte" nella dura requisitoria di Francesco Piani, responsabile del Dipartimento delle dipendenze dell’Azienda sanitaria 4 Medio Friuli ed ex assessore alle politiche sociali della giunta Cecotti 1, che brandisce la tragica spada dei numeri, delle malattie e delle morti contro la kermesse alcolica «responsabile di indurre i giovani al consumo». Contro la manifestazione Friuli d’Or (questo week-end in piazza Venerio e il prossimo a Udine Fiere), Piani parla mostrando le fredde statistiche del nostro territorio, per concludere che «simili iniziative sono un insulto all’intelligenza e al buon senso».

 

Di più. «Dobbiamo decidere se scegliere come bene prioritario la salute dei nostri ragazzi oppure le entrate di cassa; dobbiamo decidere se vogliamo avere i nostri giovani vivi oppure morti» tuona il numero uno del Dipartimento che parla di «complicità nel favorire l’avvicinamento e, spesso, l’abuso». 

 

Friuli d’Or diventa una "colpevole induzione al bere". Paradosso dei paradossi, «il Comune di Udine promuove manifestazioni di questo tipo nonostante partecipi alla rete Città Sane». Contro i numeri dell’afflusso preventivato e contro le quantità di birra che verranno scolate, Piani elenca l’ultimo bollettino: «I consumi generali di alcol, è vero, sono calati, ma si assiste alla situazione inversa nei nostri giovani». Non lasciano spazio a commenti le recenti statistiche del nostro territorio: negli ultimi dieci anni è aumentato di 1/3 il consumo di birra. Negli ultimi venti anni il territorio ha visto un tragico + 62 per cento di variazione del consumo pro capite, contro la variazione negativa del vino (- 42 per cento). Dunque, se vino e superalcolici sono in diminuzione, la birra acquista punti su punti. Ad ogni modo, nelle fasce giovanili si assiste a un trend inverso: 21 per cento di incremento del consumo di bevande alcoliche, negli orari fuori pasto e relativamente agli ultimi tre anni, per i maschi fra i 14 e i 17 anni e 19 per cento per le femmine. Nella forbice 18-24, invece, sempre fuori pasto, i maschi sono cresciuti del 5 per cento e le femmine del 28 per cento. Si inizia a bere in Friuli a 11 anni e le statistiche per le età under confine legale, 16 anni, si concentrano ad analizzare la popolazione consumatrice dei quattordicenni: negli ultimi tre anni l’impennata è del 18,5 per cento e per i quindicenni del 22 per cento. Quasi il 10 per cento dei ragazzi friulani afferma di ubriacarsi almeno 3 volte a settimana. «A questo punto - conclude Piani - ricordare ai promotori che l’alcol è la prima causa di morte fra i 18 e i 25 anni».

IL GAZZETTINO (Padova)
L’altra vita dopo uno schianto
La storia di Oscar, rimasto paralizzato, e il ricordo degli studenti morti nel Trevigiano

Parlerà del prima e del dopo. Lo spartiacque della sua vita è stato un incidente stradale che gli ha compromesso l’uso delle gambe. Alla Giornata dell’Arte, organizzata per domenica dalla Consulta degli studenti al parco Brentelle, l’esperienza forte la racconterà Oscar, un giovane trevigiano diventato paraplegico a seguito di uno schianto. L’iniziativa, promossa in seno al progetto "Voglio una VITA responsABILE" voluto dall’assessorato comunale alle Politiche giovanili e scolastiche in collaborazione con gli istituti superiori della città, sarà un’occasione per stare insieme, divertirsi in nome dell’arte ma anche riflettere su quell’opera d’arte che è la vita, bene prezioso che merita attenzione e rispetto. La festa comincerà a metà mattinata con breakdance, skate, volley, roller, calcetto, graffiti per poi proseguire con la musica suonata da live bands. Al pomeriggio è prevista la partecipazione di Oscar, mentre il Comune sarà presente con uno stand dove i ragazzi potranno consultare materiale informativo sia sui dati delle stragi del sabato sera, sia su proposte per una "VITA responsABILE" avanzate dall’Amministrazione e dalle stesse associazioni giovanili. Verrà anche illustrato il progetto comunale "Autista responsabile" che propone di individuare a turno nel gruppo una persona che accetta di non bere alcolici per essere l’autista idoneo ad un ritorno a casa sicuro e sereno. Novemila morti ogni anno in Italia, 300mila feriti, oltre 20mila disabili gravi, 18mila incidenti nel Veneto nel 2004 con 686 morti e 25.330 feriti. Padova è la seconda provincia della regione per numero di sinistri: 3813 lo scorso anno mentre nei primi tre mesi del 2005, stando ai soli dati forniti dalla polizia municipale, gli incidenti sono stati 422 (329 con feriti, 3 mortali). Il periodo più tragico è il fine settimana, tra le 2 e le 6 del mattino. E tra le infrazioni rilevate la parte del leone l’ha fatta l’alcol (27 casi contro i 2 di guida sotto assunzione di droghe).E mentre nei giorni scorsi il cortile del liceo classico Tito Livio, dove studiava Mattia Tindaci, ha ospitato una Mercedes incidentata per far vedere dal vivo i segni di un sinistro, mercoledì sera nell’istituto vescovile Barbarigo si è tenuto un concerto in memoria di Vittorio e Nicola De Leo. Lunedì prossimo, infine, l’istituto Dante ospiterà Franco Marcomini, dell’Unità di Alcologia del Dipartimento per le dipendenze, che evidenzia la cifra record di 90 procedure per il ritiro della patente per guida in stato di ebbrezza avviate nei primi due mesi dell’anno. Federica Cappellato

IL GAZZETTINO (Padova)
L’OPINIONE
NESSUNO CHOC SERVE: CAMBIAMO STRATEGIA
di GIUSEPPE IORI

 

Di fronte al proliferare delle stragi stradali che coinvolgono sempre più spesso il mondo giovanile (e non mi riferisco solo alla tragica morte di Mattia, Nicola e Vittorio) anche nella nostra provincia si moltiplicano le iniziative tese a far riflettere sul significato della vita. Il 5 maggio scorso, a un mese esatto dalla disgrazia di cui sopra, in molte scuole, e non solo in quelle frequentate dai tre ragazzi, ci sono stati incontri e dibattiti di vario genere, che hanno coinvolto sia gli studenti che i docenti e, in parte, anche i genitori. Ora Padova sta per vivere un altro momento considerato "forte", cioè la presentazione in presa diretta dell’esperienza negativa di un giovane, che qualche anno fa, in seguito a un incidente stradale, è sì sopravvissuto, ma è costretto in una carrozzella, invitato a raccontare questa sua esperienza ai suoi coetanei, puntando soprattutto sull’effetto choc, una specie di pugno nello stomaco. 

 

Mi chiedo se tale "terapia" sia giusta e, soprattutto, se possa provocare un atteggiamento diverso e migliore rispetto al problema in questione: la mia risposta (che si basa sulla mia esperienza personale di educatore e non presume certamente di essere la verità assoluta) è negativa sotto ogni punto di vista. Ricordo che negli anni ’70 e ’80 del Novecento, di fronte all’esplosione del fenomeno droga, c’è stato chi ha presentato a intere platee di giovani tossicodipendenti ancora in "attività" o ex drogati per "far vedere" gli effetti negativi, per ascoltare i racconti, oppure si sono effettuate visite guidate a comunità terapeutiche per far conoscere de visu una realtà negativa. Bene, l’effetto è stato pari allo zero, o meglio, dopo un primo momento di curiosità e/o di paura, tutto è ritornato come prima.

 

Iniziative del genere assomigliano tanto alle visite allo zoo, dove gli animali vivono in gabbia, senza che nessuno si interroghi sulla totale mancanza di rispetto nei confronti degli animali stessi. Oppure si pensi a quando scoppia una catastrofe, tipo terremoto o alluvione o il coinvolgimento di molti automezzi in incidenti che provocano decine di morti: quasi sempre scatta una macabra curiosità per vedere da vicino gli effetti della tragedia (magari intralciando l’opera di soccorso) senza invece pensare, appunto, a cambiare atteggiamento. Ricordo anche che alcuni anni fa a Padova è stata realizzata, in collaborazione tra il Provveditorato agli studi e l’Università, una serie di seminari per i docenti sui problemi del fumo, dell’alcol e delle droghe: nella giornata dedicata al fumo l’équipe del nostro ateneo ha presentato una serie di immagini per mostrare le condizioni dei polmoni di chi fumava anche poche sigarette al giorno. Bene, nella pausa di intervallo nessuno si è accesa la sigaretta, data l’impressione ricevuta, mentre dopo un mese, in un incontro di "richiamo", chi prima fumava aveva ripreso allegramente a farlo.

 

Forse è il caso di cambiare strategia. Se il caso sopra citato non basta, riflettiamo su un altro fenomeno, le tragedie che avvengono in guerra o nelle operazioni programmate di "pulizia etnica". Tutti abbiamo visto documentari, filmati, tutti conosciamo infinite testimonianze sull’Olocausto, sulle Foibe, sul massacro degli Armeni, tutti sappiamo cosa hanno provocato tutte le guerre che la storia ci ha presentato: ma cosa è cambiato? La violenza è forse venuta meno? Forse è il caso di rileggere le ultime righe de "La coscienza di Zeno", dove Italo Svevo sostiene che "la vita attuale è inquinata alle radici... perché l’uomo ha impedito il libero spazio... per cui qualunque sforzo di darci la salute è vano". (*)

 

(*) Nota: nessuna strategia e tanto meno nessun singolo intervento è risolutivo. Ma attività come quella descritta hanno se non altro il merito di far vedere l’altra faccia della medaglia in un contesto in cui il consumo di alcol è quasi esclusivamente associato a situazioni di festa ed allegria.

 

“L’inquinamento alle radici” di cui parla Svevo, riferito alla promozione della salute, sta forse nel fatto che una società basata sull’immagine e sulle immagini, ha tolto all’idea della morte e della sofferenza qualsiasi connotazione emotiva, riducendoli a astrazioni lontane dalla propria esperienza

IL GAZZETTINO (Udine)

 BAGNARIA ARSA. Il dato emerso durante una serata organizzata dai club degli alcolisti in trattamento

 

Il 60\% della popolazione è a rischio alcol

L’azienda sanitaria della Bassa friulana e l’Acat palmarina (associazione club alcolisti in trattamento) hanno organizzato una serata di prevenzione e promozione della salute rivolta alla popolazione locale sul tema dell’alcol. La serata si inserisce in un progetto più ampio portato avanti dall’Ass 5, dai comuni dell’ambito socio-assistenziale di Latisana e Cervignano e dall’Acat che ha l’obiettivo di intervenire nel campo della prevenzione e del trattamento dei problemi legati all’alcol, attraverso la sperimentazione di un modello di collaborazione e integrazione tra pubblico e privato sociale. Tra le attività vi è l’inserimento delle famiglie interessate nei club alcolisti in trattamento e l’organizzazione di scuole territoriali e di serate miranti a diffondere informazioni sui problemi alcol-correlati. Sotto questo aspetto il territorio della Bassa friulana è infatti particolarmente problematico, vista l’incidenza di alcolisti e di patologie correlate. I dati raccolti nel territorio ricalcano i dati regionali: il 60\% della popolazione (uomini e donne) beve sostanze alcoliche ed ha un comportamento definito "a rischio": quasi un abitante su cinque può diventare un alcolista. Un altro dato che colpisce è che il 13\% del totale dei decessi avviene a causa di malattie derivate dall’abuso di alcol, soprattutto cirrosi epatica e tumori dell’esofago. Alla conferenza, tenutasi nel Municipio di Sevegliano, ha partecipato una folta rappresentanza della comunità locale. I relatori Danilo Tassin, responsabile del progetto e Valentina Vidal, psicologa hanno cercato di rispondere agli interrogativi che più frequentemente ci si pone, evidenziando l’influenza dei fattori culturali nella diffusione dell’alcolismo e sfatando molti luoghi comuni che, nonostante tutto, persistono. I relatori hanno anche presentato molti problemi correlati quali mortalità, problemi di salute e familiari ed elevati costi economici, che sono drammatici e spesso sottostimati. Alessia Zanus

 

LA PROVINCIA DI CREMONA

 

Servizio alcologia a teatro con il dubbio e il probabile

Il laboratorio teatrale ‘Provvisoriamente Maggengo’, in collaborazione con il Servizio di Alcologia di Rivolta d’Adda, presenta, stasera alle 21 presso il San Domenico, lo spettacolo ‘Perché? Ovvero il dubbio, l’incerto, il probabile’, che aprirà la prima edizione della Rassegna di Teatro Sociale. La rappresentazione, con regia di Fausto Lazzari, è il risultato delle riflessioni provate e sviluppate dai partecipanti durante il laboratorio. Lo spettacolo rappresenta un evento estremamente rilevante per tutte quelle persone che stanno portando avanti l’astinenza dall’alcol e non si nascondono dietro tale scelta

 

LA SICILIA

 

Stop alle stragi del sabato sera
Costituita l’«Acosss-onlus», voluta dai genitori dei giovani morti in incidenti stradali

Mazzarino.  E’ nata l’"A.co.s.s.s.-Onlus", Associazione contro le stragi del sabato sera, dedicata al giovane Ivan Siciliano, scomparso il 9 aprile scorso in un tragico incidente stradale autonomo mentre si recava con i suoi compagni a Gela per un fine settimana all’insegna del divertimento e dell’allegria e trasformatosi in una tragedia.
L’associazione ha lo scopo di perseguire l’interesse generale delle famiglie e dei loro figli e facilitare nei giovani l’incontro con le problematiche dell’inserimento nella vita con particolare riguardo per chi è in condizioni di disagio giovanile e persone in stato di emarginazione". L’associazione, inoltre, vuole proporre le seguenti attività: "incontri tra i giovani nelle scuole e in pubblici congressi con sociologi specializzati nel campo del disagio giovanile riguardo alle problematiche dell’alcool, della droga, della violenza, dell’emarginazione e di tutti i danni conseguenti; organizzare degli incontri tra genitori con i rappresentanti dell’associazione, sociologi ed operatori del sociale; coinvolgimento delle rappresentanze religiose locali al fine di collaborare e di trovare le giuste soluzioni alle problematiche giovanili".
"L’associazione elargirà, inoltre, delle borse di studio a quei giovani che particolarmente si sono distinti, oltre che nello studio, nell’impegno sociale, nel volontariato e che abbiano dato, inconsapevolmente, dimostrazione di generosità d’animo nei riguardi di altri giovani con problemi di adattamento sociale; organizzazione di feste per i giovani in un "sabato sera insieme".
I soci fondatori si sono riuniti presso l’abitazione di Salvatore Siciliano, il papà di Ivan, che si è fatto promotore di tale iniziativa subito dopo la morte del figlio:"dobbiamo salvare altri giovani, responsabilizzarli; far vivere in maniera sana i divertimenti- ha affermato Totò Siciliano- dobbiamo guardare in alto e dire a chiare lettere cosa non va in questa piccola comunità".
Alla riunione erano presenti: Sandro D’Asaro con la moglie Annamaria Lo Guzzo (hanno perso il figlio Oscar in un tragico incidente stradale autonomo); Gaetano La Legname (ha perso il figlio Franco in un incidente stradale autonomo), Salvatore Siciliano con la moglie; Mariella Li Gambi, Totò Gulisano (perdette il figlio Luigi in un tragico incidente stradale autonomo) e Salvatore D’Alessandra (il figlio Andrea morì prematuramente a causa di una malattia). "Questo impegno- è stato detto nel corso della riunione - ci darà qualcosa nell’animo nostro; molti dei presenti hanno registrato delle tragedie nelle loro famiglie e sanno di cosa stiamo parlando; vogliamo partire per aprire un’altra pagina in una cittadina che registra, con notevole periodicità, dei fenomeni di devianza giovanile. C’è una città malata- è stato detto nel corso della riunione per la nascita dell’associazione- e bisogna avere il coraggio di andare alla radice dei problemi, studiare ed analizzare non solo i giovani, i loro comportamenti, le loro relazioni sociali, ma soprattutto i genitori ed i valori che quest’ultimi trasmettono all’interno della famiglia ai loro figli. In definitiva dobbiamo capire il ruolo degli educatori in questa città ed il modo in cui concretizzano la loro opera nei confronti delle future generazioni. Vogliamo evitare che in questa cittadina si versi altro sangue, altre lacrime, altre famiglie distrutte dal dolore. E’ iniziato il momento di guardarci in faccia e dire che cosa non va".
 

Valerio Martorana

 

L’ADIGE

 

TRENTO - “Un calcio ad alcol e fumo

 

Di MARCO FONTANA

 

TRENTO - “Un calcio ad alcol e fumo”. Il Comitato provinciale della Figc, in collaborazione con il Coni e con gli Assessorati allo sport, alle attività sanitarie, all´istruzione e alle politiche giovanili, ha promosso due giornate di sport, di sensibilizzazione alla prevenzione sanitaria e di promozione culturale sul tema della lotta al consumo di fumo e alcol da parte dei giovani.
Prima dell´inizio di ogni partita di calcio in calendario sabato e domenica, due o più ragazzi tesserati per la società ospitante precederanno l´ingresso sul terreno di gioco delle squadre portando e mostrando uno striscione o dei cartelloni riportanti il suddetto slogan. Cartelloni e striscioni che sono stati realizzati in collaborazione con le scuole, andando a rafforzare la costruttiva interazione fra società sportive e istituzioni scolastiche.
L´iniziativa è stata presentata ieri mattina presso la Sala riunioni del Comitato provinciale della Figc. L´obiettivo, come ha ricordato il presidente Ettore Pellizzari “è quello di lanciare un messaggio forte ai giovani su questi delicati temi. Da tempo – continua Pellizzari – il nostro Comitato sta lavorando a questa iniziativa per cercare di sensibilizzare i giovani e farli riflettere sugli effetti e sulle conseguenze che possono avere la somministrazione di alcol e fumo.
In questa stagione sono accaduti tragici eventi che hanno coinvolto giovani calciatori. Ci siamo confrontati con i dirigenti e con i presidenti della società decidendo di promuovere quest´iniziativa alla quale hanno voluto aderire anche parecchie squadre di calcio a 5 che giocheranno questa sera il loro turno di campionato. Si tratta di un messaggio forte anche per le famiglie, per i genitori di questi ragazzi ai quali vogliamo lanciare un segnale di collaborazione”.
Osvaldo Carbonari porta il saluto del Comitato regionale della Federcalcio ed assicura che sabato prima dello spareggio promozione fra Benacense e Vallagarina le squadre saranno precedute in campo da una delegazione di ragazzini che mostreranno cartelloni riportanti lo slogan.
“E´ un´iniziativa molto importante e pertinente – sottolinea il presidente del Coni Giorgio Torgler -, un fatto di grande rilevanza per il quale va dato merito alla Figc. Sono state coinvolte tutte le società richiamandole al loro ruolo educativo; mi auguro che questa manifestazione trovi riscontro e possa essere ripetuta”.
Sulla stessa linea è anche l´assessore allo sport Iva Berasi. “Ci tengo a complimentarmi con il Comitato per aver organizzato questa campagna che condivido con convinzione e mi auguro che in un futuro possa essere estesa anche agli altri sport”.
Il Comitato provinciale della Figc ha deciso di accreditare 150 euro sul conto delle società che parteciperanno all´iniziativa e che documenteranno quanto realizzato inviando la dimostrazione fotografica completa di quanto fatto in merito alla proposta e in particolare le fotografie dell´ingresso in campo delle squadre precedute dai ragazzini con striscioni o cartelloni. Inoltre è stato istituito un premio di 300 euro per le società (una per ogni categoria) che otterranno il risultato migliore e maggiore visibilità per quanto hanno saputo fare.

 

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO

 

 Una campagna per la prevenzione

 

«Abuso di alcol oltre ogni soglia»

 

“Chi beve dimentica, tu dimentica di bere”: è lo slogan che caratterizza la campagna di prevenzione contro l’alcolismo promossa dalla Provincia di Foggia attraverso il suo Assessorato alle Politiche Sociali. All’iniziativa partecipano, in qualità di partner, i Dipartimenti delle Dipendenze patologiche delle A.U.S.L. di Capitanata e l’ Associazione Provinciale Club degli Alcolisti in Trattamento, oltre a diverse associazioni del privato sociale. «La dipendenza da alcool - spiega l’assessore provinciale alle Politiche Sociali Antonello Summa - è talvolta sottovalutata, ma è in realtà un problema gravissimo e più diffuso di quanto si pensi, soprattutto tra i giovani ed i giovanissimi.» Fondamentale, quindi, illustrare i rischi dell’uso e dell’abuso di alcol: obiettivo che verrà raggiunto attraverso varie iniziative, dalla diffusione di materiale illustrativo all’allestimento di mostre itineranti sull’argomento, passando attraverso l’organizzazione di incontri - dibattito nelle scuole e feste "analcoliche" in discoteca. «La campagna di prevenzione "Chi beve dimentica, tu dimentica di bere" - spiega ancora Summa - nasce dalla costruttiva collaborazione che si è stabilita tra i Dipartimenti delle Dipendenze patologiche grazie al progetto S.E.Ne.Ca.». S.E.Ne.Ca. (Senza Esclusione Nella Capitanata), promosso e gestito dalla Provincia di Foggia su tutto il territorio provinciale (con il supporto di un vasto partenariato di enti pubblici e privati) si pone l’obiettivo di sviluppare e sostenere un coordinamento provinciale delle politiche di prevenzione, contrasto e recupero delle dipendenze patologiche. «La positiva esperienza di "rete" maturata finora - ha concluso Summa - ci ha spinto a proseguire ampliando ulteriormente il campo di azione e a puntare l’attenzione, oltre che sull’utilizzo delle sostanze stupefacenti, anche sulla dipendenza da alcol».

 

IL MESSAGGERO (Frosinone)

 

Problemi legati a bullismo, stupefacenti e alcool: i poliziotti salgono in cattedra

 

Bullismo, droga, alcool. Questi i principali argomenti trattati, ieri mattina, nel corso dell’incontro tra rappresentanti della questura del capoluogo e gli studenti dell’istituto tecnico industriale di Frosinone, in viale Roma. Ha coordinato l’incontro il vice questore Mino De Santis, insieme ad altri poliziotti e agenti donna dell’ufficio minori. Oltre a circa duecento ragazzi c’erano anche il preside e alcuni docenti.
Gli investigatori, per una mattina nella veste di professori, hanno spiegato agli studenti le modalità di intervento nei vari casi di disagio e devianze. In particolare, i ragazzi hanno chiesto informazioni sull’approccio alla droga. E i poliziotti hanno risposto spiegando a quali rischi si va incontro, sia dal punto di vista della salute che da quello penale, e soprattutto come acquisire la forza di dire no senza essere esclusi dal gruppo, riferimento fondamentale in età adolescenziale. E’ stato affrontato anche il problema dell’abuso di alcool tra gli under 20, spesso sottovalutato. Infine, si è parlato del ruolo nuovo del mondo della scuola in contesti difficili legati alla droga o ad abusi e maltrattamenti. I poliziotti, in particolare il personale dell’ufficio minori, ha sottolineato la collaborazione tra scuola e questura, in totale riservatezza, messa a punto per affrontare i problemi degli studenti. E superare il vecchio concetto di tutela del ”buon nome” della scuola, che spesso lasciava irrisolti quei problemi che invece oggi vengono affrontati quotidianamente.

 

ORVIETOSI’

 

L’arresto è stato eseguito dai carabinieri della stazione di Monteleone d’Orvieto

 

Ubriaco al volante. Arrestato

 

MONTELEONE – Giovane trovato ubriaco al volante, in manette. L’arresto è stato eseguito dai carabinieri della stazione di Monteleone d’Orvieto che, nella notte a cavallo tra martedì e mercoledì scorso, hanno fermato, nel corso di un posto di blocco, un ragazzo albanese di venticinque anni in evidente stato di ebbrezza alcolica. La prova del palloncino, a cui tuttavia il giovane è stato sottoposto, ha dato esito positivo, rivelando un valore di alcol nel sangue al di sopra del limite consentito dalla legge. Il bicchiere di troppo è costato gli arresti al giovane albanese in quanto il ragazzo era pluripregiudicato per vari tipi di reato e scarcerato di recente. Per tanto l’aggravio di una denuncia penale – qual è quella per la giuda in stato di ebbrezza - sulla sua attuale posizione ha comportato le manette. Ancora una volta l’etilometro non perdona. A finire nei guai sabato scorso era stato un trentaseienne di Allerona che per colpa dell’alcol aveva sbandato contro una pantera dei carabinieri.

 

LA SICILIA

 

Zio e nipote ubriachi sulla statale per Licata

 

Bere qualche bicchiere di troppo è costata cara ad un minore e ad uno dei suoi zii: la polizia li ha sorpresi, l’uno mentre cercava di danneggiare le auto in transito sulla SS 115 per Licata, l’altro alla guida della sua vettura completamente ubriaco. Perciò sono stati denunciati alle competenti autorità giudiziarie. Tutto è cominciato poco prima delle 21,30 dell’altro ieri quando gli agenti di una volante del locale Commissariato sono intervenuti sulla SS 115 perchè un giovane in evidente stato di ebbrezza tentava di danneggiare le auto che si trovavano a transitare da quelle parti. Il ragazzo, M.S., di 17 anni, è stato bloccato e denunciato alla Procura dei Minori di Caltanissetta. Poco dopo gli agenti di un’altra volanta hanno bloccato lo zio del ragazzino. Si tratta di S.S., di 54 anni. Viaggiava a bordo della sua Renault 5 e, anche lui era ubriaco. L’uomo è stato denunciato per guida in stato di ebbrezza.

 

IL MESSAGGERO (Marche)

 

Tre extracomunitari denunciati per la rissa

 

Il Commissariato di Fermo ha ultimato le indagini sulla movimentata rissa scoppiata tra extracomunitari domenica a Lido Tre Archi. Gli uomini del commissario Di Benedetto hanno identificato i tre stranieri coinvolti. Si tratta di E.B. di 30 anni e di due fratelli, F.H. e F.B. di 30 e 32 anni. La colluttazione degenerata a colpi di spranga di ferro e di coltello, è scoppiata dapprima tra due extracomunitari (probabilmente ubriachi) per futili motivi e poi ha visto l’intervento di F.H. accorso in difesa del fratello.
Lo stesso F.H. risultato clandestino (a differenza degli altri due in possesso di regolare permesso di soggiorno) è scappato ed ora è ricercato dalla polizia. Tutti e tre sono stati denunciati per rissa e lesioni.

 

IL GAZZETTINO (Udine)

 

CORDENONS Migliorano le condizioni del giovane immigrato

 

Romeno ferito alla gamba «Ma il coltellino non è arma»

 

Operaio romeno, visibilmente alterato dall’alcol, accoltellato a Sclavons di Cordenons. I carabinieri, coordinati dal comandante Gennaro Salzano, hanno messo a posto l’ultimo tassello della vicenda. Il coltellino (un multiuso usato anche come cavatappi) che ha provocato la ferita a Radu Hrubaru, 29 anni, di Pordenone, non è considerato un’arma ed è di proprietà del ferito. L’uomo, ascoltato dai carabinieri in ospedale, ha fornito informazioni contraddittorie, assicurando di non avere alcuna intenzione di presentare querela. Ha poi ricostruito il viaggio a Cordenons: «Volevo far visita alla mia ex - avrebbe detto - ma non so se ci sono stato né come mi sono ferito». I medici pordenonesi hanno confermato che Hrubaru dovrebbe guarire in 20 giorni. Per tale motivo gli inquirenti potrebbero procedere solo in presenza di una querela di parte, visto che il coltellino non è considerato un’arma.

 

IL MESSAGGERO (Ancona)

 

Sul bus con una bottiglia di whiskey: condannato

 

Quella bottiglia di whiskey fonte della sua violenta performance in autobus gli è costata cara: 3 mesi di reclusione e, finalmente, una dimora fissa affatto gradita, Montacuto. Condannato ieri con rito abbreviato, dopo la convalida dell’arresto avvenuto alle 9 di mercoledì, l’algerino Abdelkader Benchikh. A chiamare i carabinieri era stato l’autista del mezzo in viaggio da Montemarciano ad Ancona, perché stanco degli schiamazzi e dei fastidi originati dall’immigrato 42enne, in evidente stato di ubriachezza molesta. Lui - disoccupato, già colpito da decreto di espulsione - aveva risposto con calci e pugni contro gli uomini dell’Arma. Ieri il giudice Moscaroli lo ha condannato per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale.

 

IL GAZZETTINO (Padova)

 

Dalla "cefalea del lunedì" alla "cefalea da vacanza"

 

Un’abbuffata di cioccolato, una forte arrabbiatura, una sbronza, il cambiamento di fuso orario, un risveglio posticipato, una cena al ristorante cinese, un viaggio, una vacanza possono scatenare il mal di testa.

 

Tra gli alimenti attenzione a agrumi, cacao, formaggi fermentati, vino rosso, ai cibi ricchi di glutammato come quelli della cucina cinese, i conservanti alimentari per hamburger e insaccati che provocano la cosiddetta "cefalea da fast food" mentre la "cefalea da week-end" è correlata all’eccessivo consumo di caffè. Rischiosi anche l’insonna, l’abbagliamento da luce solare, i faretti da discoteca, il frastuono dei locali da ballo, lo sfasamento nel ciclo sonno/veglia (l’una indicata come "cefalea da discoteca", l’altra come "cefalea da jet-lag") che colpisce i viaggiatori su tragitti intercontinentali o coloro che sono costretti a lavorare di notte e dormire di giorno.Ma ci sono anche le "cefalee del lunedì" alla ripresa dell’attività lavorativa o scolastica, e la "cefalea da vacanza", legata al cambiamento dei ritmi di vita, a variazioni repentine di temperatura. Tra i fattori che aggravano un mal di testa già in essere, lo stress, l’abitudine agli alcolici, l’esposizione a forte luce e a determinati venti (i più dannosi per gli emicranici sono Bora, Fohn e Scirocco).

 

IL GAZZETTINO (Padova)
PRATO DELLA VALLE
Ritornano i giovani: alcol & musica ma mancano i gabinetti...
Marco Alighieri

 

Il Prato si rianima, ma mancano i bagni chimici. Il meeting musicale-culturale (*) "L’isola che non c’è", organizzato da Acs (associazione cooperazione allo sviluppo) da maggio a giugno per tre sere alla settimana (mercoledì, venerdì e sabato), sta attirando in Prato della Valle e nell’isola Memmia nugoli di giovani e di studenti universitari. Il problema è che, dopo una lattina di birra o un paio di bicchieri di vino, al popolo del divertimento scappa la pipì. Nessun bagno chimico presente sulla piazza e quindi via all’assalto dei servizi igienici dei bar della zona. Risultato, toilette piene di vomito e furti di birra e super alcolici. Il racconto di Rosanna Melis, titolare del bar "Petrarca" di via Umberto I al civico 97. «Premetto - commenta la barista Melis - che sono molto contenta che Prato della Valle si animi di sera di gioventù. L’iniziativa di organizzare concerti tre volte alla settimana è valida. Tuttavia la maleducazione della gente è strabiliante. Ovviamente i ragazzi, attirati dalla musica, arrivano in Prato e poi bevono la birra e il vino che acquistano nelle due casette di legno dentro l’isola Memmia. Ad un certo punto, per forza, devono andare in bagno, ma dove? In Prato non esistono i bagni chimici. Quindi - sottolinea Rosanna Melis - entrano nei bar ed è il disastro. Mercoledì sera sono arrivati dentro il mio locale non so quanti giovani. La maggior parte ubriachi e provenienti dalle piazze già sbronzi. Hanno usufruito dei miei servizi igienici per vomitare e per farsi le canne. Mi hanno rubato lattine di birra, bottiglie di alcolici e le tovaglie dei tavolini. Ho cercato di diminuire l’afflusso nel mio bagno - conclude Melis - facendo pagare 30 centesimi, ovvero l’acquisto di un cioccolatino Boero, ma è stato tutto inutile. Bisogna pensare che una toilette ha un costo elevato tra carta igienica, sapone, acqua e pulizia con disinfettante del bagno. Morale, è bello vedere il Prato della Valle pieno, ma si devono installare i bagni chimici». Dunque, uno scenario che ricorda in negativo il fenomeno spritz, con il pericolo che si ripeta per un altro mese e mezzo tre volte alla settimana.

 

(*) Nota: perché mai l’avranno chiamato “Meeting musicale-culturale”?

 

CORRIERE ROMAGNA
La piadina va “innaffiata”

 

Riccione “Piadina a secco”. Vogliamo veramente che sia questo il messaggio per il turista? Si chiede Damiano Suzzi segretario di Confartigianato. “Il provvedimento a cui sta lavorando il Comune, che vorrebbe vietare la vendita di alcolici e bibite da asporto dopo l’una e mezza del mattino nelle aziende artigiane, non può trovarci d’accordo”. In ballo non c’è solamente il danno che ne riceverebbero le gelaterie, piadinerie, pizzerie al taglio e rosticcerie interessate dal provvedimento, ma anche “la cattiva immagine della città che rischiamo di offrire fuori dai confini comunali”.(*) Il documento a cui lavora l’assessorato alle Attività economiche è accettato solo in parte dalla Confartigianato. “Siamo d’accordo con il divieto di vendere alcolici da asporto in bottiglia di vetro. Ma non con l’ipotesi di vietare la vendita di bevande da asporto. E stato il Comune a voler mettere mano ad una situazione che andava avanti da anni senza eccessivi problemi. Adesso tocca al Comune trovare una soluzione ragionevole”.

 

(*) Nota: è anche per dare un’immagine migliore della città che è nata l’esigenza di limitare la vendita di alcolici e bibite da asporto.

 

LA PROVINCIA DI CREMONA
Gruppo Custom Cremona. Conto alla rovescia per la 16ª edizione della manifestazione
Motorock, l’ora di bikers
Dal 20 al 22 maggio raduno al Parco al Po

 

In molti negozi e bar appaiono già da alcuni giorni i manifesti del Motorock 2005, sedicesima edizione del motoraduno organizzato dal Gruppo Custom Cremona che si terrà a partire dal pomeriggio di venerdì 20 e si concluderà domenica 22 maggio, presso il parco al Po in fianco alle colonie padane. Al consueto slogan ‘moto, birra e rock’n’roll’ accorreranno migliaia bikers da tutta Italia e molti saranno attesi da oltre confine sulle rive del Po, con i tedeschi in testa. I prezzi per accedere al raduno e ai concerti sono i seguenti: motociclisti: euro 12,00 (ingresso unico per tutta la durata del raduno, con possibilità di campeggiare all’interno dell’area, in omaggio targhetta e caraffa); pubblico per il giorno di venerdì: euro 7,00; pubblico per giorno di sabato: euro 12,00; domenica ingresso libero per tutti. Naturalmente la manifestazione si terrà anche in caso di maltempo. Più di 3.000 presenze si sono contate nel 2004 per l’edizione del doppio compleanno: i 15 anni del Motorock e i venti del Gruppo Custom Cremona e nonostante la pioggia del sabato gli irriducibili non si sono voluti perdere l’appuntamento cremonese. Pure quest’anno in tanti cercheranno di accaparrarsi i bellissimi premi della lotteria di questa sedicesima edizione del raduno. E’ già possibile acquistare i biglietti nei seguenti punti vendita: Bar Niagara, Cavatigozzi; Bar Liberty, via Opifici; Bar San Paolo, piazza San Paolo; Centrale del latte, via N. Sauro; Casa del gelato, corso Vittorio Emanuele; edicola ‘Di Cataldo’, corso Garibaldi; Ferramenta Biazzi, piazza Lodi; Il Coloniale, via Del Sale; Irish Times pub, viale Po, La bottega del cavallo, via Ghisleri; Bertoli video hi-fi, via Aselli; Non solo piada, viale Po. Questi i premi in palio: 1° Harley Davidson Sportster 883 Low; 2° Sistema digitale per l’intrattenimento domestico Bose; 3° 1000 lattine di birra da 33 cl. cadauna. L’estrazione avverrà sabato 21 maggio alle ore 24 circa. I premi posti in palio verranno esposti nel luogo della manifestazione e dovranno essere ritirati dai possessori dei rispettivi biglietti vincenti entro 20 giorni dall’estrazione, rivolgendosi, dal 23 maggio 2005, presso la sede del Gruppo Custom Cremona, via Lungo Po Europa. Ad eccezione della motocicletta che si dovrà ritirare direttamente presso il

Venerdì, 13 Maggio 2005
stampa
Condividi


Area Riservata


Attenzione!
Stai per cancellarti dalla newsletter. Vuoi proseguire?

Iscriviti alla Newsletter
SOCIAL NETWORK