Apnee notturne, sentenza storica
Obbligo della revisione patente
il Tar del Lazio ha ritenuto legittimo l'obbligo di revisione della patente per chi soffre di questa patologia che interessa due milioni di italiani
Almeno 2 milioni di italiani soffrono di apnee notturne. Un problema che può rivelarsi drammatico al volante perchè alla base dei colpi di sonno, a loro volta responsabili di un incidente su cinque. Per questo il Tar del Lazio ha ritenuto legittimo l'obbligo di revisione della patente per chi ne soffre. Per Francesco Peverini, direttore scientifico della Fondazione per la ricerca e la cura dei disturbi del sonno Onlus, si tratta di una sentenza "storica, innovativa, rivoluzionaria e di grande prospettiva".
Il tribunale regionale in una recente sentenza ha infatti respinto il ricorso di un automobilista sorpreso dalla polizia mentre dormiva nell'auto, ferma nella corsia di emergenza in autostrada, con rischi per la sicurezza della circolazione. Agli agenti aveva giustificato la sua condotta dichiarando di soffrire di apnee notturne. Motivo per cui era stato obbligato alla revisione della patente e alla visita medica. Una decisione che lui aveva impugnato dinanzi al Tar di Roma. "Morire di sonno - dice Peverini - non è solo un modo di dire quando gli occhi non ce la fanno più a stare aperti e si è al volante. Il nostro ordinamento non contempera alcuna specifica azione per prevenire e accertare, come invece avviene per l'alcol e le droghe, le altrettanto pericolose conseguenze dei colpi di sonno al volante, anche di giorno, per chi è affetto da apnee notturne".
"Per questo - aggiunge l'esperto - bene hanno fatto i giudici del Tar a confermare la possibilità operativa per le forze di
polizia di verificare le capacità di guidare in sicurezza di chi soffre di apnee notturne, questione che, in altri Stati europei (Francia e Germania, ma anche negli Usa), è affrontata da una specifica regolamentazione. Mi auguro che dalla sentenza partano una campagna di sensibilizzazione e azioni affinchè in Italia si introducano precise disposizioni non solo per verificare la presenza di apnee notturne in chi guida (soprattutto auto, autotreni, autobus, treni, navi e aerei) mediante polisonnografia, ma pure per stabilire un controllo sull'adozione di strumenti di terapia durante il riposo dei conducenti e di chi presidia ad impianti sensibili, affinchè il loro sonno sia davvero ristoratore".
Il direttore scientifico della Fondazione per la ricerca e la cura dei disturbi del sonno rileva inoltre che, "pur nella apparente durezza del provvedimento del Tar Lazio, è indispensabile considerare la rilevanza e i costi sociali e sanitari delle apnee notturne, ad oggi ampiamente sottostimato. E' l'azzardo incombente, subdolo e latente che corrono quanti guidano senza sapere che il sonno da cui si sono appena svegliati è stato inutile, non ristoratore, insufficiente a cancellare la stanchezza. E circolano troppi conducenti ignari di essere in debito di sonno".
Al di là della sentenza del Tar e dell'infelice posto scelto per sostare, Peverini ha tuttavia sottolineato che "l'automobilista sofferente di apnee ha fatto bene a fermarsi a dormire perchè sono scarsamente efficaci, se non proprio inutili, le contromisure empiriche che gli automobilisti adottano per scongiurare i colpi di sonno al volante". Uno studio della Fondazione ha riscontrato che fermarsi e concedersi un breve sonno in auto, infatti, è l'unico antidoto per combattere la sonnolenza alla guida.
Ma ne fanno uso solo il 4% degli intervistati. Gli altri conducenti danno spazio inutilmente alla fantasia, mettendo anche assieme più espedienti: il 54% si ferma e si accontenta dei classici due passi; il 52% alza il volume della radio; il 47% apre il finestrino e il 45% prende un caffè. A nulla serve muoversi mentre si è al volante (27%), mangiare caramelle (32%), bere limonata o altre bevande (26%), sino ad arrivare ai chi (5%) paradossalmente ritiene sia utile guidare più velocemente per imporsi maggiore attenzione contro la sonnolenza.
da repubblica.it/motori