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Rassegna stampa alcol e guida del 5 maggio 2005

RASSEGNA STAMPA "ALCOL E GUIDA"

Note a cura di Alessandro Sbarbada
Servitore-insegnante in un Club degli Alcolisti in trattamento a Mantova.


IL GAZZETTINO (Udine)
RIVIGNANO È in carcere per omicidio
«La mia vita rovinata dall’abuso di alcol»
Toccante sfogo di Giorgio Bettin.

Sono un quarantenne attualmente detenuto nella Casa Circondariale di Udine; mai avrei pensato di finire qua dentro.
Comincio la mia triste storia dicendo che ero felicemente sposato dal 1990 e con una figlia di dodici anni, un lavoro, una casa mia, praticamente una vita più che normale. Le cose andavano più che bene nel senso che non avevo nessun tipo di problema particolare; anche se dal 1989 soffrivo di "sindrome ansioso depressiva" e di conseguenza facevo e faccio tuttora uso di psicofarmaci per assoluta necessità. Con il passare del tempo questi farmaci non mi davano più il sostegno morale di cui avevo bisogno, così associavo qualche bicchiere di vino o birra (moderatamente) che assieme agli psicofarmaci mi facevano stare bene.
Tutto ciò andò avanti per qualche anno, ma la situazione mi sfuggiva di giorno in giorno di mano anche se la mia psichiatra di fiducia, mi aveva modificato la terapia che già prendevo, in una più forte. Quindi io, senza quasi accorgermene, aumentavo le dosi giornaliere di alcool. A causa di ciò non riuscivo più a mantenere un posto di lavoro fisso. Cominciarono così i primi problemi familiari e svariati incidenti automobilistici cui seguì la separazione consensuale da mia moglie, che non ne poteva più di vedermi in certe condizioni e il conseguente allontanamento di mia figlia. A livello
psichico tutto questo non ha fatto che peggiorare a mia situazione ed io bevevo sempre di più. Con L’aiuto di mio padre, infine, ci siamo rivolti al Sert di Codroipo perché da solo non ce la facevo più in tutti i sensi. È seguito un ricovero in una comunità durato circa un mese dopo il quale sono stato dimesso con impegno di iniziare a prendere l’Antabuse (farmaco antagonista dell’alcol) e frequentare il club di alcolisti in trattamento del mio paese. Ho seguito le indicazioni per circa un anno e mezzo mentre parallelamente continuavo la cura di psicofarmaci per i miei problemi mentali. Purtroppo a causa della mia eccessiva sicurezza ho deciso di lasciare il club convinto di farcela tranquillamente da solo, invece dopo cinque o sei mesi ha ricominciato ad assumere alcol, pian piano sempre di più, fino ad arrivare ad assumere gli psicofarmaci con il vino.
Questo fisicamente mi faceva sentire un leone ma mentalmente ero senza controllo. Ho sperperato tutti i miei soldi facendo debiti nei bar, ho perso gli amici e le persone a me più care oltre che la mia dignità di uomo. Nei confronti di mio padre e della mia compagna oltre al dolore che procuravo con il mio comportamento, più di una volta ho usato violenza, praticamente senza rendermene conto. Ora mi ritrovo qui rinchiuso per aver commesso un omicidio di cui non ho alcun ricordo se non un buco nero in testa. Ora ho solo il sostegno della mia compagna, di mio padre e di mia sorella, e soprattutto della Fede. Dal mese di gennaio del 2004, mese in cui sono stato arrestato, fino ad oggi non ho più fatto uso di alcol, ma dico la verità, ne sento la mancanza e cerco di non pensarci
tenendo sempre il mio tempo occupato. Cari lettori, spero che la mia esperienza sia un modo per far capire come l’alcol piano piano passa distruggere una persona e non pensate, come ho fatto io, di uscirne da soli. Se avete questo problema non esitato a chiedere qualsiasi tipo di aiuto: Sert, club e associazioni di aiuti per problemi alcol correlati. Una volta intrapresa la strada della disintossicazione non abbandonatela mai perché anche se pensiamo di essere forti in realtà siamo molto deboli e a rischio di continue ricadute.

L’ADIGE
Lettere&Commenti
IL VINO NON FA BENE
Di Guido Dellagiacoma*
Visto l´articolo apparso sul vostro giornale del 3 maggio 2005, pag. 23: “Studiati gli effetti del vino rosso”, mi vengono da fare alcune considerazioni.
Fa piacere sapere che l´Istituto Agrario di S.Michele, in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Farmacologiche di Milano ha scoperto una sostanza che “protegge” il cuore. Fa meno piacere sapere che questa sostanza l´hanno trovato nel vino rosso!
Le ricerche, finanziate dai produttori di vino, sono molteplici e tutte decantano le doti salutari del vino.
Vogliamo invece vedere cosa scoprono quegli scienziati che non vengono finanziati dai produttori?
Uno studio condotto dalla Sezione di Alcologia Clinica del Dipartimento di medicina interna dell´Università di Parma (in collaborazione con l´istituto di Chimica organica della facoltà di Scienze e con l´istituto di Anatomia dell´Università La Sapienza di Roma) ha dimostrato, per la prima volta, che il punto di vista sulla questione va in realtà capovolto. E cioè: dosi anche piccole di alcol sicuramente non fanno bene - nel senso che non hanno effetti benefici - ma anzi possono fare male.
Lo studio ha valutato non solo gli effetti sul sistema cardiovascolare e sull´oncogenesi delle elevate dosi di alcol, ma anche del cosiddetto bere moderato. Dai dati preliminari si è scoperto che gli antiossidanti presenti in piccole quantità nel vino, soprattutto nel vino rosso, in realtà non verrebbero nemmeno assorbiti dall´organismo.
Quindi i dati ricavati dalle osservazioni in vitro (cioè sperimentalmente) che parlano di effetti benefici del consumo moderato di vino, non sono in realtà trasponibili alle osservazioni in vivo (cioè effettuate direttamente sulle persone).
L´oggetto del contendere sta quindi tutto negli antiossidanti – presenti nella buccia dell´uva rossa e solo in tracce minimali nel vino rosso – che si riteneva avessero una funzione protettiva sull´apparato cardiovascolare.
«Quella che abbiamo condotto è la prima ricerca al mondo che dimostra invece che queste sostanze disciolte non vengono riassorbite», afferma il professor Pier Paolo Vescovi, responsabile della Sezione di alcologia. «Questi studi confermano quello che andiamo sostenendo da sempre, e cioè che bere è un piacere che si può scegliere liberamente, purché non ci siano imbrogli. La gente deve sapere che corre dei rischi». Mentre tutta la comunità scientifica è concorde nel dire che da un bicchiere e mezzo in su la situazione è problematica, si è sempre discusso se una quantità inferiore potesse fare bene. «Il nostro orgoglio - dice Vescovi - è di essere riusciti a dimostrare che non si può più dire che questa sostanza faccia bene».
Mentre gli scienziati studiano gli effetti benefici che il vino rosso può avere sulla nostra salute, non dimentichiamoci che in tutti i tipi di vino, c´è soprattutto l´alcol il quale ha effetti ben conosciuti ed è presente in quantità maggiori che non i polifenoli, gli antociani, le proantocianidine, gli idrossicinnammati ed i resveratroli.
Infatti l´alcol che è una piccola molecola che si scioglie benissimo in acqua e altrettanto bene nei grassi, viene assorbito immediatamente dallo stomaco e intestino, e in un batter d´occhio il sangue lo distribuisce a tutti gli organi. (cuore, cervello, fegato soprattutto), dove fa danno. E per chi beve tanto il danno è senza ritorno. Muoiono, in Italia, per effetti dell´alcol, e quindi soprattutto dell´amico vino, che in Italia è ancora la bevanda alcolica più consumata, 30 mila persone all´anno, forse di più, ed è la prima causa di morte per i giovani europei tra i 15 ed i 29 anni
Spendiamo per curare le malattie legate (direttamente o indirettamente) all´alcol più di 50 mila miliardi di vecchie lire, una cifra enorme. Senza questa spesa i conti della sanità sarebbero in pari. Evitare tante malattie e tanti morti (e tante spese) è certamente un´illusione, almeno nel breve tempo, ma la posta in gioco è così alta che varrebbe la pena di provare a fare qualcosa. (*)
Purtroppo sarà ancora più difficile fino a quando un Ministro, seppur addetto alle Politiche Agricole, annuncia al Vinitaly di aver fatto oscurare dal sito del Governo un opuscolo informativo sui rischi dell´alcol, ed afferma che non esiste la “Sbronza passiva” come il “Fumo passivo”. Forse non lo sa, o non lo vuole sapere, che nel nostro paese ci sono un milione e mezzo di famiglie immerse nella disperazione dell´alcolismo, ed almeno altrettante sono ad alto rischio. proprio per la sbronza “attiva” dei loro congiunti.
Fa riflettere che un Ministro arrivi a fare certe dichiarazioni, e, come se non bastasse, a stanziare 50 milioni di euro solo per una promozione “moderna ed efficace” del vino italiano.
Il dato di fatto che nella nostra Italia ci saranno dei tagli economici alle associazioni di volontariato sociale, ed un ministero spenda 50 milioni di euro per promuovere un prodotto che in fin dei conti crea danni ed ulteriori spese sanitarie, fa pensare che la vita umana valga meno di un litro di prezioso vino italiano.
* presidente dell´Associazione Provinciale dei Club degli Alcolisti in Trattamento del Trentino.
 
(*) Nota: nessuna carovana ha mai raggiunto un miraggio, ma senza miraggi nessuna carovana sarebbe mai partita. (Proverbio arabo).
L’ARENA
Troppe giustificazioni sull’abuso di alcol
Diffusa la convinzione che la dipendenza dal bicchiere non sia «grave» .
Sul fronte del consumo di alcol circa un terzo degli anziani con più di 65 anni ritiene che il consumo di due bicchieri di vino al giorno possa migliorare l’attenzione; questa opinione è condivisa anche da un maschio adulto su tre. Solo la metà delle persone è consapevole che l’alcol può interagire in modo importante con i diversi farmaci. Durante la gravidanza solo un terzo delle donne è consapevole dei rischi che l’alcol può comportare. Anche il concetto di dipendenza è poco chiaro: secondo oltre il 60% degli utenti l’alcol non porta dipendenza. Il 9,7% delle persone che frequentano l’ambulatorio del medico di famiglia ritiene di avere un familiare con problemi di alcol.
È stato riscontrato che negli ultimi anni l’assunzione di alcolici si è generalmente abbassata, ma è aumentata tra le donne e i giovani fuori dai pasti. Esiste anche il fenomeno del «binge drinking» cioè la bevuta come droga d’accesso; i ragazzi consumano alcolici fuori dai pasti con il solo scopo di «sballare».
L’86 % dei medici di medicina generale si è dichiarato disponibile a partecipare ad iniziative di formazione, che illustrino come aiutare i pazienti a smettere di bere e fumare ma al tempo stesso i sono perplessi sulle loro possibilità di intervento. Inoltre i medici di medicina generale sottostimano la diffusione del fumo, il consumo di alcol e la presenza di problemi correlati tra i propri assistiti. Il medico è quasi sempre il primo riferimento per la valutazione del rischio da fumo ed alcol e dei problemi correlati e può rafforzare le motivazione del paziente ad intraprendere la strada della disintossicazione sostenendolo in caso di ricadute. (l.b.).
L’ARENA
CAVAION. Ben 350 persone sono intervenute al convegno regionale organizzato dagli Acat del Veneto
Club e famiglie, un aiuto contro l’alcol
Prima viene data una mano a smettere di bere e poi a reinserirsi in società
Ben 350 persone sono intervenute all’Eurocongressi hotel, dove si è svolto l’Interclub regionale dei club Alcolisti in trattamento del Veneto. Tema del convegno: «Le famiglie dei club, forza attiva nella comunità, promuovono uno stile di vita sobrio e sano».
I club danno una risposta efficace ed economica alle persone e alle famiglie con problemi alcolcorrelati, sono presenti in Italia da 25 anni, sono 2.300 sul territorio nazionale, 537 nel Veneto e 110 nella provincia di Verona.
Ogni club è frequentato in media da otto famiglie: nella nostra città le famiglie attualmente coinvolte sono quasi un migliaio, difficile stimare quante siano state nel corso degli anni. «Questo interclub è stato caratterizzato dalla presenza di varie autorità e ha voluto mettere in evidenza come le famiglie con problemi alcolcorrelati facciano parte della comunità. Una comunità che dimostra una sensibilità particolare verso queste problematiche», ha detto la presidente dell’Acat Veneto Flaviana Conforto.
«Il club quindi non ha solo la funzione di far smettere le persone di bere, ma le aiuta a reinserirsi nelle loro comunità. Altro fatto sottolineato è quello che le famiglie sono coscienti che il miglioramento della loro vita non è legato alle strutture esterne, ma al loro impegno».
È intervenuto anche il dottor Emanuele Sorini del Sert di Cremona che ha detto: «L’approccio familiare dei club è un fattore determinante per vincere la battaglia contro l’alcolismo. Non possiamo pensare ai giovani come persone senza famiglia, ma come individui inseriti in gruppi sociali che hanno responsabilità in campo educativo. Sono necessarie scelte di tutela e protezione della salute che coinvolgano tutta la comunità e sensibilizzino sui danni che provoca l’uso degli alcolici».
I club collaborano con la Regione Veneto, con le Ulss, i Sert, lo Spisal a parecchi progetti tesi alla promozione della salute, portando le famiglie come risorsa per testimoniare il possibile cambiamento. I club collaborano con i Servizi di Alcologia di Negrar e di Verona, con le varie amministrazioni comunali e le parrocchie per promuovere e informare la cittadinanza circa i rischi legati all’uso dell’alcol. «Una volta raggiunta l’astinenza, con la testimonianza del loro cambiamento e della loro maturazione», aggiunge Elena Tommasi, presidente dell’Acat Baldo Garda, «numerose famiglie si mettono a disposizione della comunità, per rispondere così a uno degli obblighi fondamentali della vita comunitaria».
All’interclub regionale erano presenti il sindaco di Cavaion Lorenzo Sartori e l’assessore ai servizi sociali del Comune Luca Tonolli, il vice sindaco di Bardolino Adelino Avanzini, il medico dello Spisal Emilio Cipriani e numerosi presidenti Acat giunti da tutto il Veneto. È stata un’iniziativa unica nel suo genere, perché ha coniugato il lavoro professionale con l’impegno del volontariato.
Mirco Franceschetti.
BRESCIA OGGI
Al Palabrescia con i comici di «Zelig»
Analcoholic Party per un uso corretto di tutti gli alcolici.
“Sempre più giovani consumano regolarmente alcolici senza rendersi conto dell’effetto che possono avere sul loro organismo». A rimarcare il problema è Fausto Cappa, presidente di Acat Brescia. L’associazione, che conta quindici club sul territorio dei trentun quartieri cittadini, si è arricchita di un gruppo giovani che organizza per dopodomani, sabato 7 maggio, la seconda edizione dell’«Analcoholic Party». Un’iniziativa - spiega Fausto Sacco di AcatGiovani - «nata per dimostrare ai ragazzi che in una normalissima festa ci si può divertire senza abusare di sostanze alcoliche».
La manifestazione ha trovato la condivisione di istituzioni e associazioni. «L’intenzione non è demonizzare un uso moderato dell’alcol - ha commentato l’assessore comunale alla Pubblica istruzione Carla Bisleri, intervenuta alla conferenza di presentazione con Cappa, Sacco, l’assessore Fabio Capra, Gianluca Renna di Palcogiovani e il comico Giorgio Zanetti -; è importante, però, prevenire, promuovere un corretto stile di vita e far capire ai ragazzi che è bello stare con gli altri senza cercare sballo ed evasione».
L’«Analcoholic Party», a ingresso gratuito, prenderà il via alle 15 al Palabrescia. Nel pomeriggio si alterneranno concerti (con i gruppi Radio Aut, Skarafaggi e Declassati), gare di freestyle e breaking, e i ragazzi potranno sbizzarrirsi con i graffiti su un pannello di 4 metri per 12. Alle 20.30 si esibiranno gli 00 Talpa e alle 22 chiusura con quattro amatissimi personaggi di «Zelig»: il professor Fullin, suor Letizia, Gangiaman e Ratko. Brescia Trasporti mette a disposizione dalle 14.45 un servizio di bus navetta in partenza da corso Zanardelli ogni mezzora.
Cappa ricorda, inoltre, che anche questo sabato sera l’Acat sarà in piazzale Arnaldo con il pullmann messo a disposizione dalla sezione cremonese dell’associazione; chi lo desidera, potrà ritirare materiale informativo e sottoporsi alla prova dell’etilometro. Un’iniziativa di successo, se si considera che nell’ultima serata in città sono state effettuate oltre 130 misurazioni.
Natalia Danesi.
ASAPS
REGGIO EMILIA
CONDANNA ESEMPLARE A 5 ANNI AL MAGREBINO CHE UCCISE DUE RAGAZZE DOPO CHE GLI ERA STATA SOSPESA LA PATENTE PER BENE SEI VOLTE PER GUIDA IN STATO DI EBBREZZA.
All’epoca sulla stampa ebbe più risalto la morte del cavallo Amoroso della contrada del Bruco durante il Palio di Siena che la tragedia delle ragazze di Reggio, 35 anni in due
Cinque anni di reclusione, interdizione dai pubblici uffici e sospensione della patente di guida per un anno, è questa la condanna giudicata “esemplare” che il giudice Losavio di Reggio Emilia ha inflitto a Ben Henia Chacker, il giovane magrebino che lo scorso 16 agosto causò la morte di due ragazze di 17 e 18 anni a seguito di un incidente stradale.
In quell’occasione fu forte l’impatto emotivo che coinvolse non solo la cittadinanza reggiana ma l’intero Paese e questo a causa del fatto che l’assassino si trovava in stato di ebbrezza e sotto l’influenza di sostanze stupefacenti. Non solo, ma nell’arco di pochi anni gli era stata sospeso per sei volte il documento di guida per lo stesso reato di guida in stato di ebbrezza. Certo se ci fosse stato un serio intervento prima, forse quelle giovani e innocenti vite potevano essere state salvate.
Tuttavia il 17 agosto 2004 sulla stampa nazionale trovò ampio spazio su 9 colonne in molti quotidiani la morte del cavallo Amoroso della contrada del Bruco,durante il Palio di Siena corso il giorno prima. Pochissimi giornali riportarono la tragedia delle due ragazze.
Così si uccidono le persone, non solo i cavalli, per i quali proviamo pure pena. Ma nell’immaginario collettivo non si può dare tanto spazio alla morte di un quadrupede e quasi dimenticare le ragazze che raggiungevano 35 in due.
Immediata fu anche la presa di posizione dell’Asaps, che nel segnalare la difficoltà di punire adeguatamente quanti si macchiano di simili delitti, chiese di trasformare il reato di omicidio colposo in doloso ed impedire così al cittadino extracomunitario di tornare a mettersi alla guida di una macchina.
Nell’udienza che si è svolta davanti al tribunale di Reggio Emilia, il pubblico ministero aveva chiesto tre anni di condanna, ma il giudice ha ritenuto di dover infliggere una pena maggiore.
Soddisfazione è stata espressa dalle rispettive famiglie e dagli avvocati di parte civile, che ora sperano che la Procura della Repubblica emetta un provvedimento che obblighi il magrebino al carcere e non agli arresti domiciliari.
Dopo la sentenza, i familiari di una delle ragazze coinvolte hanno voluto ringraziare anche quanti, in tutto questo tempo, sono stati a loro vicini a cominciare proprio dall’Asaps. Nel corso della giornata immediata è stata anche la presa di pozione del referente provinciale, Roberto Rocchi, che ha parlato di “condanna esemplare che deve diventare riferimento per altri analoghi casi.”.
IL GAZZETTINO (Padova)
MOSTRA AL RIDOTTO
Le dipendenze secondo gli studenti delle superiori.
"Con parole tue..." è la mostra, inaugurata ieri nel Ridotto del Teatro Verdi e aperta al pubblico fino a questa sera, che ha offerto ai giovani la possibilità di esprimersi in prima persona, utilizzando differenti tipi di linguaggio, per comunicare le proprie riflessioni sul concetto di dipendenza e su quello di in-dipendenza e sulle molteplici declinazioni.
L’iniziativa ha visto la partecipazione degli studenti degli istituti scolastici superiori del Veneto (l’Istituto d’Arte Fanoli di Cittadella, l’Istituto Mattei di Conselve, il liceo artistico Modigliani di Padova, il liceo classico Maffei di Verona, il liceo scientifico Giorgione di Castelfranco), affiancati dai giovani creativi dell’Istituto Europeo di Design di Milano, che hanno così esposto i progetti realizzati per il concorso "Con parole tue... una comunicazione in-dipendente", patrocinato anche del Comune e della Provincia di Padova e realizzato in collaborazione con l’Asl di Milano e la Wella.
Ne sono nate immagini, fotografie, video, abiti e oggetti che rappresentano tematiche attuali, quotidiane: il cibo, lo shopping, il fumo, l’alcool, la moda, il gioco, i sentimenti, l’amore. Durante la serata inaugurale è stata effettuata la proclamazione dei tre progetti vincitori del concorso, selezionati tra i cinque istituti superiori veneti che hanno partecipato all’iniziativa. Il primo premio è andato all’idea dal titolo "Chi arriccia appiccia", della quinta A del liceo Modigliani.
Anche il secondo posto è toccato al liceo Modigliani, con un altro progetto dal titolo "Dipendenza da fumo", realizzato dalla classe quinta B.
Al terzo posto si è piazzata l’opera del liceo Maffei di Verona, con due installazioni video; la prima chiamata "Dipendenza da cellulare", la seconda "Dipendenza dai comportamenti degli altri". Anche nella giornata odierna, a fianco della mostra verranno organizzati dei workshop dal titolo "Emozionando... con parole tue", finalizzati a sviluppare tecniche di comunicazione.
L’UNIONE SARDA
Lettere & Opinioni
Città devastate, riposo notturno impossibile
La resistibile ascesa del teppista impunito.
Ho la sventura di abitare in via Cimarosa, vicino a un nuovo pub che riscuote un certo successo tra il popolo della notte. Tutto normale, se non fosse che quel popolo è composto da molti individui con lo stomaco debole e la vescica di dimensioni ridotte. Fino alle sei del mattino, schiamazzi, risse, gente che vomita ed urina sulle macchine, sulle serrande dei negozi di generi alimentari, nei portoni lasciati incautamente aperti. Talvolta abbiamo anche l’onore di assistere ad accoltellamenti, pestaggi e quant’altro. Le forze dell’ordine? Latitano. Non abbiamo ottenuto alcun risultato neanche con raccolte di firme, esposti alla Procura della Repubblica, al Comune, alla Asl, ai vigili urbani... Le poche volte che qualcuno chiede ancora aiuto, se anche una pattuglia si degna di passare, difficilmente si ferma a disperdere le orde di ragazzini e adulti urlanti ed ubriachi. S. M. – Cagliari.
LA SICILIA
Disagi per chi abita nel centro storico.
Cominciano le proteste degli abitanti del centro storico di Sciacca, che nei giorni di carnevale spesso sono costretti ad affrontare situazioni di disagio.
Quest’anno, in particolare, ci sono problemi nei vicoli dove sono ancora in corso i lavori di ripavimentazione, interrotti nei giorni della festa. In vicolo Baccarella che in parte è stato chiuso al transito, viene chiesto un maggiore controllo anche per evitare che nella zona vengano scaricati dei rifiuti. La situazione deve essere tenuta sotto controllo perchè proprio i vicoli sono luogo di ritrovo dei giovani, molti dei quali spesso rimangono lontani dalla festa vera e propria, per appartarsi accompagnati dall’alcol. Ed è quest’ultimo uno dei pericoli maggiori durante i giorni della manifestazione. (*)
Gli abitanti del centro storico cercano di prevenire le consuete situazioni di disagio ambientale con cui sono costretti a convivere.
 
(*) Nota: i più fedeli lettori di questa rassegna ricorderanno probabilmente i vari articoli su Sciacca, un posto dove, con una certa regolarità, si alternano le lodi all’alcol e alla propaganda che se ne fa nelle scuole, alle critiche sui problemi di ordine pubblico legato al bere alcol da parte dei giovani.
LA SICILIA
Bus navetta per andare a vedere la festa.
Ribera. Anche quest’anno i giovani di Ribera potranno prendere parte al carnevale di Sciacca ed utilizzare il servizio gratuito di trasporto notturno messo a disposizione dall’amministrazione comunale. Per quattro giorni diverse centinaia di riberesi, soprattutto ragazzi, invece di utilizzare i propri autoveicoli per recarsi nella vicina cittadina termale, potranno salire sugli autobus e ritornare con gli stessi mezzi, a notte piena, evitando così eventuali incidenti stradali che possono capitare in itinere a quanti tornano dalla kermesse saccense stanchi, con tanto sonno e con qualche bicchiere di vino o di birra in più.
L’iniziativa del comune di Ribera, che va avanti ormai da quattro anni, da quando in un tragico sinistro della strada, sulla SS 115, nei pressi di Verdura persero la vita quattro giovani riberesi che con la loro auto si schiantarono contro un furgone, oggi trova piena soddisfazione da parte di tante famiglie che così stanno in minore apprensione e paura quando vedono partire i loro figli alla volta del carnevale, a Sciacca, dove rimangono fino alle prime luci dell’alba.
Questi gli orari del servizio gratuito dei pullman. Giovedì 5 e venerdì 6 maggio: Ribera-Sciacca, partenza ore 21,00 - 22,30, ritorno ore 1,00 - 2,00. Sabato 7 e domenica 8 maggio: Ribera-Sciacca, partenza ore 21,00, 22,00, 23,00, ritorno 1,00, 2,00, 3,00. La partenza e il ritorno delle corriere avverrà da piazza Zamenhof.
LA REPUBBLICA (SALUTE)
ECCO I PRINCIPALI fattori di rischio della maculopatia..
Età - i casi aumentano con l’avanzare dell’età. Ogni anno si registrano 25.000 nuovi casi.
Alimentazione - i radicali liberi danneggiano le cellule della macula. Quindi mangiare pochi cibi ricchi di antiossidanti, bere alcool, sembra favorire lo sviluppo della DMS. Responsabili di radicali liberi dannosi per la macula sono anche alti livelli di grassi saturi e di colesterolo.
Luce - l’esposizione al sole può col tempo deteriorare la macula. Un rischio maggiore per chi ha gli occhi chiari e per chi è si è esposto agli ultravioletti.
Fumo - riduce la quantità di antiossidanti protettivi presenti nell’occhio e la malattia si manifesta con una frequenza più che doppia nelle persone che fumano oltre un pacchetto di sigarette al giorno rispetto ai non fumatori. Il rischio rimane alto anche 15 anni dopo aver smesso.
Sesso - una donna di oltre 75 anni ha il doppio di probabilità di sviluppare la DMS rispetto a un uomo della stessa età. Per l’abbassamento dei livelli di estrogeni nelle donne anche la menopausa può aumentare il rischio di sviluppare questa patologia.
LA REPUBBLICA (SALUTE)
Gastrite, pasti piccoli ed evitare i cibi acidi
di Filomena Rinaldi *.
La gastrite, infiammazione della mucosa dello stomaco, riconosce tra le cause più frequenti il microrganismo Helicobacter pylori, oltre allo stress e ai farmaci antinfiammatori non steroidei. Con la scoperta, alcuni anni fa, del ruolo svolto da H. pylori, l’approccio si è modificato ed oggi il focus della terapia consiste nell’eliminazione del batterio con antibiotici. L’efficacia dei medicinali ha reso superflue molte delle gravose restrizioni dietetiche imposte nel passato mentre rimangono utili gli accorgimenti che permettono di ridurre la secrezione dei succhi gastrici.
Così, ad esempio, gli alimenti acidi (pomodori, succhi di frutta, agrumi, conserve sottaceto) non sono più vietati, salvo in presenza di lesioni esofagee o del cavo orale. Analogamente si ritiene che caffè e cibi speziati non vadano eliminati a patto di assumerne dosi moderate e compatibili con la propria tolleranza individuale. Attenzione invece al latte che, dopo un iniziale effetto di abbassamento dell’acidità, a distanza di circa due ore dall’ingestione stimola la secrezione gastrica e può provocare l’insorgenza della sintomatologia dolorosa. Riguardo alle bevande alcoliche si consiglia di evitarle completamente fino alla definitiva guarigione in quanto l’alcool irrita la mucosa dello stomaco e ne rallenta la cicatrizzazione.
Infine, soprattutto nelle fasi acute della malattia, l’alimentazione va frazionata in pasti piccoli e frequenti (colazione, pranzo, cena e 2-3 spuntini). Per favorire la digestione è importante masticare a lungo prima di deglutire e preferire preparazioni più semplici a scapito di alimenti che, per un eccesso di lipidi o zuccheri, rallentano lo svuotamento gastrico (fritture, panna e maionese, formaggi e carni grasse, marron glacè e simili).
* Specialista in Scienze della nutrizione umana.
IL GAZZETTINO (Treviso)
"Macchè guerra dello spritz! Non ....
“Macchè guerra dello spritz! Non siamo mica in Iraq". Federico Ochs, titolare del Mamamia, contesta chi sostiene che sotto porta San Tomaso si sfidino a tenzone, a colpi di bicchierate di aperol e prosecco, Bottegon e Mamamia, locali dirimpettai, punto di ritrovo dell’aperitivo trevigiano. Un "cartello" per concordare aumenti dei prezzi? I gestori parlano più semplicemente di due stili diversi e perciò non antagonisti: da una parte il Bottegon, osteria che fa parte della storia della città, che offre uno spritz fatto di vino alla spina, acqua e aperol, dall’altra il Mamamia, ambientazione moderna e ricercata, per uno spritz con selz e prosecco in bottiglia, che fa salire i costi. "Utilizziamo prodotti di qualità - precisa Ochs - inoltre il nostro bancone è sempre fornito di stuzzichini gratuiti, la domenica poi, proponiamo l’aperitivo alla milanese, con una maggiorazione di prezzo, ma con altri prodotti inclusi".
La differenza non solo nel bicchiere quindi, ma anche nel portafoglio: uno spritz al Mamamia costa due euro e venti, mentre al Bottegon, che in un venerdì sera estivo, arriva a servire fino a quattrocento aperitivi, lo spritz si ferma a un euro e mezzo, circa il trenta per cento in meno rispetto ai dirimpettai. Contro ogni sospetto, non c’è nessuna intenzione da parte dei due locali di omogeneizzare i prezzi, nonostante la stretta vicinanza.
"Non abbiamo aumenti in programma - conferma Gianni Polo, oste al Bottegon - circa cinque mesi fa abbiamo alzato il prezzo dello spritz, da un euro e trenta ad un euro e mezzo; la nostra offerta è diversa da quella del Mamamia, quindi è giusto che ci sia una differenza anche economica".
L’obiettivo concordato tra i due locali è invece quello di rendere costante il rapporto tra i prezzi: "Abbiamo parlato di costi con il Bottegon - ha spiegato Ochs - non per convincerli a maggiorare il loro prezzo, ma perché gli aumenti che decideremo in futuro confermino la proporzione sul costo che già esiste".
La collaborazione tra i due esercizi si esprime anche nel rito dello "scambio dei bicchieri", che ogni sera d’estate, vede i dipendenti di Mamamia e Bottegon, impegnati nella restituzione dei vuoti all’altro locale, perché una parte degli avventori si muove, bicchiere alla mano, tra i due lati della strada "Non c’è una distinzione netta tra Mamamia e Bottegon - conferma Ochs - esiste una clientela comune che si sposta o per la compagnia o per evitare code".
WALL STREET ITALIA
Usa: in alcuni Stati si porta a casa il vino dal ristorante .
Via libera in Michigan e New York, altrove e’ ancora vietato
WASHINGTON, Anche in Michigan, seguendo lo Stato di New York, e’ in vigore una legge che permette di portare a casa dal ristorante il vino avanzato. In molti Stati americani contro l’ubriachezza molesta e la guida in stato d’ebbrezza, e’ vietato il consumo di liquori in strada ed e’ in genere proibito uscire dal ristorante con la bottiglia non consumata. La nuova legge del Michigan obbliga i ristoratori a risigillare la bottiglia e metterla in un sacchetto trasparente, prima di darla ai clienti.
IL GAZZETTINO (Belluno)
Birreria, dieci acquirenti.
PEDAVENA - Sono una decina le aziende, alcune delle quali produttrici di birra, che stanno valutando la possibilità di acquistare la fabbrica Heineken di Pedavena. A loro UniCredit Banca Mobiliare (Ubm), consulente finanziario incaricato di seguire la transazione aziendale, ha inviato la documentazione contenente le varie informazioni tecniche ed economiche riguardanti le caratteristiche dello stabilimento.
JOINTOGETHER.ORG
New Zealand Reconsiders Younger Drinking Age.
New Zealand lowered its legal drinking age from 20 to 18 in 1999, but now lawmakers are considering raising the age limit back up again, the New Zealand Herald reported May 5.
A Progressive member of Parliament, Matt Robson, was a key backer of the 1999 law; now, he is leading the fight to reverse the measure. Since giving 18-year-olds the right to drink, New Zealand has been awash in stories about the hazards of teen drinking, including rising hospital admissions and addiction problems.
Surveys show that most New Zealand citizens support restoring the age-20 limit.
Robson expressed confidence that the measure would be approved. "One, the public-health evidence is unanimously in favor, and secondly, public opinion is strongly in favor of returning it," he said.



Venerdì, 06 Maggio 2005
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