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Rassegna stampa alcol e guida del 29 aprile 2005

RASSEGNA STAMPA "ALCOL E GUIDA"

Note a cura di Alessandro Sbarbada
Servitore-Insegnante in un Club degli Alcolisti in trattamento a Mantova.


 

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO

 

Allarmante: 95 ragazzi su 110 intervistati fanno uso di alcool

 

Adolescenti allo specchio

 

Dati più confortanti sul fronte tabagismo

Cari genitori, pensate di conoscerci bene? Provate a confrontarvi con i dati emersi da vari sondaggi effettuati su un campione di 110 quattordicenni, tutti alunni della scuola media. Il dato più allarmante è quello che riguarda il rapporto con l’alcool, infatti ben 95 ragazzi fanno uso di bevande alcoliche, molti bevono il Bacardi, la birra, l’amaro; un solo ragazzo beve birra o vino tutti i giorni. Quando si beve? Di solito durante le feste organizzate dagli stessi ragazzi, ovviamente in assenza di controllo da parte degli adulti, oppure il sabato sera, quando ci sono delle vere e proprie sfide a chi beve di più per dimostrare al gruppo di essere grandi o per essere accettati dal gruppo. Si beve anche durante le feste patronali o le sagre, perché si ha più libertà e più soldini in tasca. Ma i gestori dei bar e dei locali pubblici in genere sanno che è vietato vendere alcolici ai minori...? Il problema del tabagismo, invece, è di minore entità: solo 5 ragazzi fumano e di questi uno raramente, quando è nervoso, due solo per gioco e altri due per imitare i compagni. Tutti i gli altri odiano o non provano interesse per il fumo e questo è senz’altro un dato positivo ! Quali sono i nostri miti? 5 ragazzi hanno detto di non averne, tutti gli altri fanno riferimento soprattutto a personaggi dello sport, della TV, del cinema, dello spettacolo, rispecchiandosi nel carattere, nella personalità, nell’aspetto, nel modo di vestirsi, nelle capacità sportive dei loro modelli. È interessante sapere che il 25% degli intervistati ha dichiarato di avere come mito il padre, la madre o un altro componente familiare. E riguardo la lettura, conoscete le preferenze dei vostri figli? Molti ragazzi amano leggere. Tra i libri preferiti vi sono quelli di avventura, di horror, di fantascienza, i gialli, e i fumetti; in particolare le ragazze incominciano a manifestare interesse per i rotocalchi e i romanzi rosa. Dai sondaggi effettuati emerge un quadro abbastanza positivo degli adolescenti presi in esame. Tuttavia, abbiamo capito che soprattutto in questa fase particolare della nostra vita abbiamo maggiormente bisogno di dialogo e di guida. Cari genitori, parlateci e stimolateci, anche quando ci chiudiamo nel nostro... guscio, non arrendetevi! Caterina, Sonia Francesco, Leo, III/D, III/C.

 

 

YAHOO NOTIZIE

 

Birra e vino rosso, stesso rischio-ipertensione

 

Il Pensiero Scientifico Editore

 

Sia birra che vino rosso fanno aumentare la pressione sanguigna e la frequenza del battito cardiaco, indipendentemente dal contenuto in polifenoli del vino: lo dimostra uno studio australiano pubblicato sulla rivista Hypertension: Journal of The American Heart Association. 

 

La relazione diretta tra il consumo di alcol e la pressione sanguigna è nota da tempo, ma gli effetti relativi delle singole bevande alcoliche sono ancora fonte di controversie. I risultati di alcuni studi hanno suggerito che il vino rosso, a causa del suo contenuto di polifenoli, possa avere effetti benefici sulla funzione endoteliale. Zilkens ed il suo team si sono riproposti di determinare se il consumo di vino rosso ha un impatto diverso dal consumo di birra sulla pressione sanguigna: nello studio è stato incluso anche del vino rosso analcolico, per capire se i composti polifenolici senza alcol avessero un effetto in qualche modo misurabile. 

 

Allo studio hanno partecipato 24 uomini sani, non fumatori e con normali valori di pressione sanguigna. I pazienti hanno alternato 4 periodi ciascuno della durata di 4 settimane con consumo esclusivo quotidiano di vino rosso (375 ml al giorno), vino analcolico (375 ml al giorno), birra (1125 ml al giorno) e astinenza. Sono stati misurati gli effetti dei 4 tipi di consumo sui valori di pressione sanguigna, frequenza cardiaca, dilatazione dell’arteria brachiale mediata da gliceril trinitrato (GTNMD) e funzione endoteliale. Zilkens ed il suo team non hanno rilevato differenze tra i valori registrati durante il periodo di astinenza e quello con consumo di vino analcolico. Ma sia il consumo di vino rosso che quello di birra hanno causato un significativo innalzamento della pressione sanguigna nell’arco delle 24 ore, soprattutto durante il giorno, mentre la frequenza cardiaca è risultata essere più alta della norma soprattutto nelle ore notturne. Nessun effetto sulla GTNMD, il che sembra smentire qualsiasi effetto benefico dei polifenoli del vino rosso sulla pressione sanguigna. 

 

”Il suggerimento per gli uomini a rischio ipertensione e per i pazienti con ipertensione è di bere meno di due bicchieri al giorno”, spiega Renate R. Zilkens della School of Medicine and Pharmacology del Royal Perth Hospital, leader del team di ricercatori autori dello studio. “A quelle dosi infatti si può ancora beneficiare dell’effetto pro-colesterolo HDL e anticoagulante dell’alcol”. 

 

Fonte: Zilkens RR, Burke V, Hodgson JM et al. Red Wine and Beer Elevate Blood Pressure in Normotensive Men. Hypertension, 2005, 10.1161/01.HYP.0000164639.83623.76. 

 

David Frati 

 

 

 

IL  TEMPO

 

Alcolismo in adolescenza: un’emergenza
Inquietanti i dati diffusi dall’Osservatorio presso l’Istituto superiore della Sanità.

 

Il parere dell’esperto

 

di GIUSEPPE CASTELLI.

TERMOLI. Il consumo di alcol aumenta sopratutto fra i giovani fino a 14 anni (gli adolescenti italiani sono i più precoci in Europa con il primo drink a 11 anni, dice l’Osservatorio fumo, alcol e droga dell’Iss), ma sono sempre meno, quasi non esistono, i ragazzi che si rivolgono a strutture pubbliche. A confermarlo è il direttore dell’Unità Operativa del Sert dell’Asl 4 «Bassomolise», dott. Nicola Gaudio. «Gli alcolisti - dice l’esperto - si rivolgono solo in minima parte a noi. La percentuale dei giovani, tranne qualche caso, è nulla. Questo significa che quello di cui siamo a conoscenza in maniera più approfondita - aggiunge il dott. Gaudio - è solo la "punta dell’iceberg". Non si rivolgono a noi per doversi motivi: perchè non ritengono la bevanda una droga e perchè non esiste una struttura specifica che, affiancata al Sert, si occupi di alcolismo. L’alcool è causa di morte per 30.000 persone l’anno, rispetto alle 1000 per l’eroina». Secondo i dati comunicati l’altro giorno in occasione dell’Alcohol Prevention Day, nel nostro Paese sono quasi ottocentomila i giovani fra gli 11 ed i 16 anni che si concedono regolarmente un bicchiere di alcol. E il sette per cento di loro dichiara di ubriacarsi almeno tre volte a settimana. «L’alcol è di facile accesso ai giovani - aggiunge Gaudio - e poi ci sono i mass media che martellano». Importante in questo quadro, come ha sottolineato il dirigente dell’Asl 4 «Basso Molise», è la prevenzione e l’educazione. «Siamo impegnati - conclude il dott. Gaudio - in campagne di informazione e sensibilizzazione presso famiglie e scuole per conoscere i livelli del bere sicuro, i danni da alcol ed i vari aspetti di un fenomeno che va sempre di più diffondendosi tra la popolazione e mentre tra gli adulti i numeri tendono a stabilizzarsi con qualche leggera flessione, tra i giovani la curva è in salita».

 

 

SALERNONOTIZIE.IT 

 

Gruppo Logos: anche a Salerno la prevenzione alcologica

I dati diffusi dall’Istituto superiore di Sanità non sono incoraggianti e purtroppo coincidono con quelli della provincia di Salerno: un adolescente su tre a 16 anni ha subito una sbronza più di una volta nell’arco di pochi mesi.

Il gruppo Logos che da anni sostiene coloro che sono vittime della dipendenza da alcol ha testato ragazzi ed adolescenti salernitani riscontrando un abbassamento dell’età di iniziazione ai consumi di bevande alcoliche. L’alcool è anche la prima causa di mortalità tra i giovani di età compresa tra i 15 ed i 29 anni, equiparando le malattie tabacco-correlate.

«Nel 1988- dice ancora Nello Baselice- erano soprattutto anziani a rivolgersi al gruppo Logos per liberarsi dall’alcol. Oggi i nostri assistiti più anziani hanno massimo 42 anni». Andrea Siano

 

 

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO

 

Corato Sorprendenti (e sconcertanti) risultati di una iniziativa dell’amministrazione comunale, del Jubilee e dell’associazione club alcolisti in trattamento

 

«Ho 12 anni. Posso ubriacarmi di birra»
Su 500 ragazzini controllati in discoteca con l’etilometro, 494 sono risultati positivi

 

Ubriacarsi a dodici anni, tornare a scuola, dopo la pausa pranzo con gli occhi lucidi ed un alito inconfondibile. Accade ad Andria, a Barletta, a Corato, a Trani, negli altri centri del Nord Barese ed è la segnalazione estrema di un comportamento diffuso: l’abuso di bevande alcoliche tra i ragazzi, sempre più giovani dicono i dati. Un consistente abbassamento dell’età di chi consuma bevande alcoliche, una modalità sempre più compulsiva e non controllabile, un aumento delle situazioni di disagio legati all’abuso di alcol nelle giovani donne e nei giovani. Questo è lo spaccato di realtà del Nord Barese che riguarda la problematica dell’alcol che non può lasciare indifferenti e non può passare inosservato. E chi ha anche un ruolo pubblico, e una particolare sensibilità verso le problematiche dei giovani e della sicurezza, non può rimanere a guardare. Nasce da queste sollecitazioni l’iniziativa organizzata, qualche sera fa, all’ingresso della discoteca «Jubilee Hotel club » di Corato, dall’amministrazione comunale (assessorato ai Servizi sociali) e dall’Associazione club alcolisti in trattamento. L’iniziativa, che è rientrata nell’ambito del «Mese di prevenzione alcologica», voluto dall’Istituto superiore della Sanità, ha avuto come fine la sensibilizzazione dei giovani sui rischi dell’alcol. Ed infatti, nel corso della nottata, numerosi sono stati i ragazzi che, oltre a richiedere consigli e materiale informativo presso un tavolo allestito, hanno accettato di sottoporsi a prove anonime con l’etilometro per accertare il proprio tasso alcolemico. «Un primo momento per conoscere ed avere il polso della situazione, ma anche per riflettere su come intervenire ed operare con i ragazzi, con la prospettiva che l’incontro di Corato possa essere la prima di altre iniziative sulla problematica dell’alcol». A parlare è Gianfranco Dalla Fiore, presidente provinciale dell’Acat della provincia di Bari. «I dati che sono emersi durante la serata sono stati drammatici - ha commentato Dalla Fiore -. Dei 500 giovani (età compresa tra i 18 ed i 25 anni) che si sono sottoposti alla prova dell’etilometro, ben 494 sono risultati positivi, ovvero con un tasso alcolemico superiore a quello consentito dalla legge. La maggior parte di essi, inoltre, erano già brilli prima ancora di entrare in discoteca». Ma l’alcolismo, oltre che tra gli adolescenti, nel Nord Barese riguarda anche il «gentil sesso». «È infatti un fenomeno meno evidente, nascosto, ma non per questo meno significativo. Il picco più alto si registra nella fascia di età dai 25 ai 44 anni. In ogni caso - continua Gianfranco Dalla Fiore - i club Acat del Nord Barese, sono attualmente frequentati da circa 80 nuclei famigliari, di cui il 40% ha un età tra 18-35 anni, il 50% tra i 35-50 ed il 10% oltre i 50. Tutta la famiglia, insomma, è protagonista del cambiamento e non solo l’alcolista in trattamento». Ma i divieti in tema di alcolismo, come dimostra ciò che succede nei paesi anglosassoni, non servono. «Semmai - concludono quelli dell’Acat - bisogna capire i perché di questo problema sociale tanto più che i comportamenti sono cambiati: si beve in compagnia (tanto di pomeriggio e di sera lontano dai pasti) e anche quello che si beve è diverso rispetto a venti, trent’anni fa». La bevanda più consumata in assoluta è il vino. Seguono la birra e i superalcolici. L’incremento maggiore dal 1998 al 2001, tuttavia, si è avuto, sia tra gli uomini che tra le donne per gli aperitivi alcolici, il cui consumo è aumentato, tra i maschi del 12,3% (passando dal 37,2 del 1998 al 42% del 2001) e del 13,6% tra le donne, che, inoltre, fanno registrare un aumento del 6,4 % di superalcolici. Un fenomeno allarmante insomma. Un problema che deve necessariamente far pensare tutti e far intervenire tutti. Indistintamente. Gianpaolo Balsamo

 

 

 

L’UNIONE SARDA

 

Asl. Iniziativa di sensibilizzazione sulle tossicodipendenze, protagonisti gli studenti nuoresi.

 

Nuove strategie contro la droga Sert e radio, prevenzione in modulazione di frequenza

 

L’alcol al primo posto con cento nuovi casi l’anno, la droga subito dopo. E poi il gioco d’azzardo, fenomeno emergente alimentato dai videogiochi. Tanto basta per tenere forte l’allarme sulle tossicodipendenze e sui rischi soprattutto per i giovani, intrappolati dalla noia e tentati dalla curiosità. Il Sert sceglie nuove strategie di comunicazione. Al posto di cascate di informazioni, arrivano i radio drammi. La prevenzione per scoraggiare tossicodipendenze d’ogni genere volta pagina. E per raggiungere i giovani nuoresi il Sert riscopre la radio. I canali privilegiati prima per la prevenzione, evidentemente, non hanno dato buoni frutti. Perciò si cambia. Poco si sa sui consumi di droghe e alcol tra i giovanissimi nuoresi. Ma in conto ci sono i 1500 alcolisti. Come pure i 197 tossicodipendenti in cura al Sert. C’è anche un elemento incoraggiante: se dieci anni fa i nuovi casi raggiungevano quota 70-80 l’anno ora non si va oltre i 25. Il punto è, però, che chi consuma nuove droghe o cocaina neppure si sente un tossicodipendente e perciò evita di far ricorso al Sert. E allora, per conoscere meglio le tendenze diffuse e comunicare i pericoli possibili la Asl mette in campo un approccio inedito. Tre radio drammi in cinque puntate: sono l’atto finale di un anno di lavoro, iniziato con le interviste fatte a scuola a oltre cento studenti degli istituti superiori. L’équipe di ricerca del Sert, diretto da Efisio Podda, li ha incontrati. Spunto del dialogo il tempo libero. Un modo per raccontare disagi ed emozioni e ricostruire storie di tutti i giorni. La quotidianità diventa così dimensione di confronto, materiale per un’elaborazione dei testi che rispetta i dialoghi originari. Il coinvolgimento dei giovani resta forte: dopo la trasmissione degli episodi radiofonici, infatti, una trasmissione in diretta darà spazio agli ascoltatori. Sarà l’occasione per un nuovo faccia a faccia tra ragazzi ed esperti del Sert. Ma prima, al termine di ogni puntata, i giovani possono dire la loro con un sms. «Ci siamo chiesti come fare prevenzione visto che le attività finora fatte non hanno avuto grandi effetti. L’informazione sulle conseguenze delle droghe non basta, è inefficace perché i giovani, pur sapendo che fanno male, sono indotti alla curiosità», spiega Mariella Madau, psicologa del Sert. Da qui un’iniziativa che rendesse i ragazzi protagonisti. «Alcuni riescono a riempire il tempo libero con lo sport, la danza, le letture - spiega Carmina Lovicu -, altri lo sentono opprimente ed è lì che possono insorgere curiosità che spingono all’uso delle droghe. Quelle dei radio drammi sono, comunque, storie di speranze: la noia è un vuoto che può essere colmato con la scuola, con gli amici, con lo stare assieme e trovare qualcuno che capisce e non giudica i ragazzi». L’iniziativa coinvolge la cooperativa sociale Lariso, impegnata nel Progetto Paris di sensibilizzazione sulle dipendenze. «Trasferire la normalità in racconti brevi di trenta minuti è stata una scommessa», commenta Pino D’Antonio, responsabile della coop. Spera nella collaborazione dei presidi per organizzare gruppi di ascolto all’interno delle scuole in modo che i radiodrammi possano raggiungere più destinatari. Il lavoro ha naturalmente la benedizione dei vertici della Asl 3. Il direttore sanitario Antonio Soru sottolinea, comunque, l’esiguità delle risorse destinate alla prevenzione: appena il 5 per cento. «Con questo strumento contiamo di arrivare ai ragazzi e di creare momenti di relazione tra giovani e servizio pubblico. L’informazione contro le tossicodipendenze - nota Podda - verrà data attraverso il canale emotivo delle storie».

 

Marilena Orunesu

 

 

 

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO

 

Quei club di alcolisti in trattamento

 

I volontari Acat, «angeli» contro questa dipendenza.

 

Aiutano a venir fuori dal vizio di bere (*)

 

Mettono a disposizione la propria esperienza per allontanare dalla bottiglia i «malati dell’alcol». Sono i volontari dell’Acat, una comunità multifamiliare inserita nella comunità locale che si occupa dei problemi alcolcorrelati. I club per alcolisti in trattamento, secondo l’approccio del prof. Vladimir Hudolin, sono sorti in Italia a partire dal 1979. Attualmente in Puglia i club presenti sono quarantotto di cui ventotto in provincia di Bari e tredici nel Nord Barese. L’Acat Federiciana Nord Barese (che ha sede a Ruvo di Puglia) è presente ad Andria, a Corato ed a Bisceglie. L’attività istituzionale si svolge attraverso gli incontri settimanali delle famiglie nei club in cui il «servitore insegnante» facilita la coesione del gruppo e la comunicazione delle esperienze. In ogni comune del Nord Barese intercorrono buone relazioni con le istituzioni pubbliche, associazioni di volontariato e parrocchie. «Questo - ci conferma Dalla Fiore - ci ha permesso di realizzare vari progetti di informazione e sensibilizzazione sui problemi alcolcorrelati. Lo scorso mese di giugno, per esempio, è stato realizzato un "Corso di sensibilizzazione ai problemi alcolcorrelati" della durata di 50 ore, finanziato dai Comuni di Ruvo e Corato». Ad Andria, invece, è attivo, 24 ore su 24, il «Pronto soccorso alcol», (numero verde 800 59.75.45), con operatori volontari nei giorni di lunedì, mercoledì e venerdì (dalle ore 18 alle 20). Si rivolgono coloro che hanno bisogno di indicazioni sui club o istituzioni più vicine al loro domicilio, coloro che hanno bisogno di aiuto e conforto nell’affrontare il dramma personale o di un familiare dipendente dall’alcol. In media si ricevono circa ottanta telefonate mensili. L’Acat dispone di consulenti qualificati nel campo medico, nel campo sociale ed ha il suo punto di forza nella testimonianza delle famiglie che hanno intrapreso con successo la strada della sobrietà. gian.bals

 

 

 

 

 

IL GIORNALE DI VICENZA

 

Noventa. Conta oggi oltre 90 famiglie
Alcolisti anonimi. Il club Basso Vicentino compie vent’anni (**)

 

Nacque a Noventa vent’anni fa col primo club (l’undicesimo in Italia) l’Acat (associazione club alcolisti in trattamento) avviando una delle più importanti metodologie per combattere la dipendenza dall’alcool e che coinvolge attualmente una novantina di famiglie suddivise nei 13 club sparsi nel Basso Vicentino.
Un percorso che è stato rivisitato nei giorni scorsi al Modernissimo nell’affollata giornata del ventennale con saluti intrisi di soddisfazione da parte del presidente del Basso vicentino Remigio Volpato e della collega regionale Flavia Conforto con successive testimonianze sui concreti risultati raggiunti da parte di familiari, ex ed attuali operatori del SerT noventano.
«I club rappresentano una grande risorsa storica, clinica e socio-culturale per migliorare i cambiamenti sociali e ridurre i ricoveri ospedalieri, ma è fondamentale il loro rapporto con le istituzioni per creare una rete di intervento che valorizzi al meglio questa storica metodologia avviata dal medico croato Huddolin», ha quindi sottolineato il primario del dipartimento dipendenze dell’Ulss 6 Vincenzo Balestra rilevando comunque «la presenza dell’alcolismo sotterraneo delle donne che si stanno avvicinando agli uomini come consumo di alcool, ma esitano a rivolgersi alle strutture».
Impegnato in azioni di prevenzione nei luoghi di lavoro e nelle scuole il Sert noventano non trascura pure il rapporto tra alcol e bambini con la presentazione da parte di Giusi Certa della ricerca del Progetto Nemo.

 

 

 

(*) Nota: ogni articolo che faccia conoscere l’importante esperienza dei Club degli Alcolisti in Trattamento fondati dallo psichiatra croato Hudolin è benvenuto, anche se, come nel caso dei due articoli precedenti, se si vogliono delle informazioni corrette sui clubs è meglio rivolgersi al numero verde o direttamente alle famiglie che lo frequentano.

 

 

 

IL TEMPO

 

Pescara

 

Alcologia, sarà ampliato l’organico

 

Il servizio attualmente si avvale della preziosa collaborazione di alcune associazioni L’impegno è stato assunto dall’assessore D’Incecco e dalla Commissione Servizi sociali

 

MAURITA CARDONE.

 

L’ALCOLISMO è un fenomeno in crescita che sta facendo registrare dati preoccupanti in tutta Europa con una particolare incidenza sulla popolazione più giovane. Importante è quindi l’opera delle associazioni che lavorano per il recupero degli alcolisti. A Pescara, a sottolineare l’attenzione delle istituzioni verso chi opera in questo settore, è la Commissione Consiliare permanente "Sanità e servizi sociali", presieduta dal senatore Torlontano e l’assessore alla sanità Vittoria D’Incecco. Mercoledì scorso, si sono recati presso il servizio di alcologia della Ausl di Pescara e hanno incontrato l’equipe multidisciplinare e i rappresentanti delle associazioni di auto-mutuo aiuto Alcolisti Anonimi e Al-alanon (famigliari dgli alcolisti), enti che collaborano attivamente con il servzio pubblico. Si è parlato sopratutto della necessità di sensibilizzare la popolazione sui rischi dell’alcol e di informare sulle opportunità di recupero che le associazioni offrono. La parola chiave è prevenzione, mirata sopratutto ai giovani. A seguito di una recente ricerca, infatti, sembra che l’Italia abbia conquistato un poco invidiabile primato: siamo il Paese europeo con una più precoce assunzione di alcol. I nostri ragazzi iniziano a bere intorno agli undici, dodici anni e non smettono più. Frequentissime e assolutamente normali sono diventate le feste in cui i partecipanti, poco al di sopra della pubertà, consumano alcolici con assoluta leggerezza. Il fenomeno ha già creato allarme in tutta Europa dove, sopratutto a seguito della diffusione di breezer e simili, l’assunzione di alcol tra i giovanissimi è diventata una vera e propria emergenza. Urge quindi, fare prevenzione e questo è ciò su cui punta moltissimo la A.A. che, pur rifiutando categoricamente ogni forma di sovvenzione pubblica (per tradizione la A.A. si autosovvenziona), lamenta qualche carenza di personale. «Sono sopratutto gli psicologi che, utilissimi nei programmi di prevenzione che portiamo avanti nelle scuole, sono invece ancora troppo pochi» dicono gli operatori dell’A.A. In quest’ottica la commissione e l’assessore hanno assunto il preciso impegno di adoperarsi per l’ampliamento dell’organico del servizio di alcologia. Molte, infine, le testimonianze: storie toccanti di persone che, grazie all’aiuto della A.A. e dei servizi di alcologia, sono riuscite a superare l’incubo dell’alcolismo.

 

 

 

IL MESSAGGERO (Latina)

 

Un convegno per parlare del divertimento sicuro. Le proposte: etilo-test e sconti per chi entra presto nei locali 

 

In discoteca sì, ma senza sballo 

 

Operatori e istituzioni si incontrano per dire no alla cultura dell’eccesso

 

di VIVIANA DONARELLI

 

Sì al divertimento ma senza eccesso. Un obiettivo raggiungibile con interventi mirati e con campagne di sensibilizzazione rivolte ai protagonisti della notte: i giovani. Tutto all’insegna della cultura del limite, necessaria a garantire una crescita sana e responsabile dei frequentatori dei locali da ballo, per educarli e allontanarli da rischi di un divertimento senza regole. E’ stato questo il tema principale del convegno “Sì al ballo no allo sballo”: discoteche, giovani e istituzioni insieme per una cultura del divertimento.
Ieri mattina, al teatro Cafaro di Latina, davanti a una platea di ragazzi, i protagonisti dell’industria del divertimento e i rappresentati delle istituzioni, sul palco Silvio D’Arco e Giuseppe Di Rubbo, rispettivamente consigliere provinciale e comunale alle Attività produttive, Vincenzo Zottola, presidente provinciale della Confcommercio, Rino Polverino presidente del Silb e Italo Di Cocco, presidente provinciale della Fipe, si sono confrontati esprimendo la necessità di un lavoro congiunto fra i diversi partner sia per potenziare il valore economico del settore sia per far decadere lo stereotipo della discoteca come luogo di perdizione. Il convegno è stato aperto con l’illustrazione di una ricerca svolta dalla dottoressa Giuliana Erba, del Fipe, che ha osservato analiticamente tutto ciò che ruota intorno al settore: il profilo economico, organizzativo e culturale. In particolar modo sono state evidenziate le abitudini dei giovani, ora di arrivo e di uscita dai locali e i consumi di bevande alcoliche e analcoliche. Dalla ricerca è emersa una diminuzione del consumo di alcol puro rispetto al passato. Una diminuzione solo apparente, dato che, tra i consumatori di bevande alcoliche sono stati esclusi gli amanti del vino e della birra, bevande non superalcoliche ma che possono essere ugualmente pericolose. Si è discusso dell’eccessivo consumo di alcol e della necessità di una buona educazione del bere, ma non si è toccato minimante un altro aspetto legato allo “sballo”: l’utilizzo di sostanze stupefacenti fuori e dentro dai locali. Non una parola è stata spesa su chi balla sotto l’effetto di pasticche o sotto cocaina. Una scelta calcolata, forse, per illudersi che la “bestia” nera da combattere sia esclusivamente la bottiglia. Niente di più sbagliato. (*)
Diverse le proposte avanzate dalla Silb- Fipe: dalla distribuzione gratuita dell’etilo-test alle campagne di promozione sulla guida sicura, dalla vendita di biglietti di ingresso ridotti per chi entra prima a incontri con i giovani per spiegare come si deve vivere la discoteca.

 

 

 

(*) Nota: a parte l’improbabile consumo di alcol puro, una ricerca nata da presupposti (e committenti) sbagliati non può che portare a conclusioni sbagliate.

 

 

 

IL GAZZETTINO (Pordenone)

 

PRATA

 

Nel teatro Pileo con i poliziotti si parlerà di droga, alcool e pronto soccorso

 

Giornata di prevenzione stradale

“Dai una frenata alla tua vita". Questo l’argomento che verrà discusso al teatro "Pileo" di Prata sabato 7 maggio, alle 10.45. Organizzato dall’assessorato alla Sicurezza del Comune, il convegno si inserisce nella "Giornata di educazione stradale e di prevenzione dall’alcool e dalla droga" ed è rivolto in particolare ai giovani. Per questo, al "Pileo" sono attesi gli alunni di terza media di Prata e Brugnera ai quali saranno consegnati specifici gadget. Esperti della Polizia di Stato, della Polizia municipale e di Pronto soccorso illustreranno il Codice della strada; i requisiti essenziali per la guida del ciclomotore; le stragi del sabato notte (perchè avvengono gli incidenti stradali) e cosa fare in caso di incidente stradale (brevi lezioni di Pronto soccorso). Il convegno ha quali obiettivi far conoscere le principali norme del Codice della strada, le conseguenze di alcool e droga e il pronto intervento. L’amministrazione comunale, sottolinea Marzio Maccan vicesindaco con delega alla Sicurezza, ha voluto organizzare una giornata di educazione stradale e di prevenzione all’alcool e droga in quanto sempre più spesso gli organi di informazione danno notizia di incidenti stradali causati proprio da questi abusi, dall’alta velocità o colpi di sonno. Incidenti mortali nei quali sono protagonisti giovani dai 15 ai trent’anni. «Penso - conclude Maccan - al dolore straziante dei familiari quando si trovano davanti agli agenti delle forze dell’ordine che portano la notizia di tragici incidenti». Oltre che ai giovani, l’invito a partecipare all’interessante convegno è esteso anche ai genitori. Va detto che a Prata non è la prima volta che si parla di prevenzione. Qualche mese fa, infatti, proprio all’enoteca "Wine-Bar" di Villanova, agenti della Polstrada di Spilimbergo, illustrarono a un numeroso uditorio i pericoli, sia fisici che sanzionatori, ai quali va incontro chi abusa di sostanze alcooliche o doppanti. In quell’occasione, tutti i presenti si sottoposero alla prova dell’etilometro. Prova, che seppur effettuata in un locale dove si "beve bene" diede, per tutti, esito negativo.

Romano Zaghet

 

 

IL GAZZETTINO (Padova)

 

L’OPINIONE

 

SPRITZ & LAUREE: SERVE LA STESSA MANO

 

di SILVIO SCANAGATTA

Spritz e blitz, con un po’ di fantasia si potrebbe pensare alla marca di qualche dentifricio. Invece è la sintesi di uno stato di malessere ormai endemico di chi abita nelle piazze e dintorni. Con grande gioia di chi odia quella tipologia sociale di residenti, ormai si è da tempo creata una zona franca che ha portato perfino all’intervento della magistratura, che requisisce ’carte’ in comune.  Il problema naturalmente non è il beneamato beveraggio, croce e delizia dei riti vespertini, dell’incontro con gli amici, delle classiche ’quatro ciacoe’ al bar.(*) Alcune leggende sostengono che sia nato per riconoscere ufficialmente il fatto che gli osti annacquavano il vino; solo successivamente i ricchi aggiungevano altri liquori, forse perché insoddisfatti della qualità del vino. Oggi i giovani si sono impossessati con entusiasmo di questo rito alcolico, finendo tuttavia a volte per restare prigionieri degli aspetti deteriori del rito, legati all’istinto di mandria, che in alcuni si trasforma nella brutalità del branco.

 

(*) Nota: aspettiamo un altro articolo di questo giornalista in cui forse ci spiegherà cos’è che causa risse, vomito, pubbliche minzioni e bicchieri rotti di cui si lamentano gli abitanti della zona.

 

 

IL GAZZETTINO (Padova)

 

LORIA

 

Guida "alcolica", vigili a confronto

Aumentano gli incidenti sulle nostre strade a causa della guida in stato di ebbrezza dei conducenti. Ma oltre allo stato di ebbrezza preoccupa anche l’uso di sostanze stupefacenti soprattutto fra i giovani magari di ritorno dalle serate in discoteca. Insomma, si tratta di una emergenza che deve essere affrontata con rigore e competenza dalle forze preposte. Anche per questo motivo, sempre sensibile ed attenta a queste problematiche il comando di Polizia Municipale di Loria in collaborazione con l’International Police association V Delegazione Veneto ha organizzato per questo pomeriggio un incontro dibattito sul tema:"Nozioni sulla guida in stato di alterazione psicofisica e competizioni sportive".

L’incontro è riservato agli agenti di polizia municipale di tutta la zona ma in arrivo anche agenti del bassanese e del bellunese.In tutti saranno una settantina che hanno aderito all’incontro che si terrà nel centro polifunzionale "Primo Visentin" messo a disposizione dall’amministrazione comunale di Loria.Il programma della giornata di studio prevede l’intervento di alcuni relatori introdotti dal comandante della polizia municipale di Loria Mario Trevellin che avrà anche il compito di fare gli onori di casa quindi interverrà il presidente dell’Ipa V delegazione Veneto Bruno De Bortoli. Poi i relatori che sono Danilo Salmaso comandante della Polizia Locale di Treviso che parlerà di "Guida sotto l’influenza dell’alcol_guida in stato di alterazione psicofisica dovuta all’uso di sostanze stupefacenti" e poi il comandante della Polizia Locale di Montagnana Girolamo Simonato che illustrerà "Competizioni sportive su strada".

 

 

GAZZETTA DEL SUD

 

Allarme per le malattie dello stomaco

 

Con la dieta mediterranea la vita si allunga di 5 anni (*)

 

ROMA – Stomaco e apparato digerente rappresentano sempre di più il “tallone d’Achille” anche dei giovani. È infatti in crescita il numero dei ragazzi colpiti da malattie gastrointestinali e sotto accusa finiscono gli errati stili di vita. Ma la guerra a queste patologie, avvertono gli esperti, parte innanzitutto dalla tavola: la dieta mediterranea, infatti, rappresenta un vero e proprio ’toccasana’, regalando in media 5 anni di speranza di vita in più. I consigli arrivano da gastroenterologi ed endoscopisti che ieri, in un incontro a Roma, hanno denunciato la scarsa attenzione verso la specialità della gastroenterologia e la necessità di un suo potenziamento su tutto il territorio nazionale, a fronte di una domanda di intervento in costante e netta crescita. A soffrire di malattie gastrointestinali (la seconda causa di morte, preceduta solo dalle patologie cardiovascolari) sono, infatti, circa 10 milioni di italiani. E l’allarme, hanno sottolinea

Sabato, 30 Aprile 2005
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