RASSEGNA STAMPA "ALCOL E GUIDA" Note
a cura di Alessandro Sbarbada |
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CORRIERE
DELLA SERA
L’ex ministro Sirchia replica a Storace. « I radical chic sono spesso manipolati» «Non sono il tiranno salutista. Lobby contro di me» |
ROMA
- E con Storace, professor Sirchia? Come vi siete lasciati? «Bene.
Non c’era alcuna questione aperta tra noi, le pare? Ha confermato
che il divieto di fumo nei locali resterà... Così almeno
ha detto. Semmai, si propone di venire incontro ai fumatori aumentando
le salette a loro destinate. Diciamo che il suo sarebbe un arricchimento...
Bene, perciò».
E’ vero, ma il neo ministro della Salute ha anche detto di temere quella società terapeutica di cui ha parlato su La Stampa Barbara Spinelli, con il cittadino «infantilizzato» e lo Stato che deve «educare, persuadere...». «Ognuno la pensa come crede. Io ho cercato di proteggere la salute pubblica non soltanto da epidemie come la Sars, da malattie ad alta diffusione. Ho cercato di fare informazione, di spiegare che alcuni stili di vita sono pericolosi. Ma mi sono appellato all’intelligenza della gente, non ai proclami. E francamente, mi sembra di essere stato compreso: per strada son tanti i genitori, i nonni, che mi fermavano per dirmi: "Vada avanti". Vedono i loro figli, i loro nipoti, tornare a casa il sabato sera ubriachi, e tutte le volte rischiano la vita, in motorino... Ragazzini ai quali la legge consente di comprare liquori, perché in Italia c’è il divieto di somministrazione, ma, stranamente, non quello di vendita». (*) La Spinelli, per l’appunto citata da Storace, parla di una «tirannide sanitaria». «Le lobby, del fumo, dell’alcool, delle merendine sono molto potenti e molto ricche. Hanno sempre brandito l’argomento delle libertà dell’individuo e continueranno a farlo. C’è sempre il gruppo dei radical chic che si fa imbesuire». I radical chic, professore, si vedono molto nei salotti, ma Barbara Spinelli non ne frequenta. A parte questo, pensa davvero che personalità diciamo «sveglie» e provvedute si lascino manipolare, come dice lei in milanese «imbesuire», dai produttori di sigarette? «Non conosco personalmente Barbara Spinelli, ma ne ho grande considerazione. Ciò detto, la questione delle libertà individuali è uno dei classici temi branditi dai produttori di sigarette per evitare i divieti di fumare nei luoghi pubblici. Ma, vede, è un’arma spuntata, si spunta non appena fai notare che la tua libertà di fumo finisce nel momento in cui comincia la mia libertà di respirare... Sono libertà che hanno lo stesso peso. C’è il diritto di non rimanere intossicati: ha presente quanto sta bene un asmatico in un ambiente pieno di fumo? Da ministro, non ho mai vietato nulla, né sostengo il proibizionismo. Mai detto "Non bevete", ma "bevete un po’ meno". Fa male al cuore vedere la salute di ragazzini compromessa per sempre. La salute è un genere molto deperibile, sa». E’ destino di molti ministri della Salute, non tutti si capisce, concludere tra qualche amarezza e un po’ di polemica. E’ capitato anche a Rosy Bindi. Ai tempi del governo dell’Ulivo, anche lei dovette lasciare in anticipo: qualcuno, tra i suoi, temeva di perder voti alle elezioni per via di certe posizioni intransigenti. La cambiarono e persero egualmente. Adesso Sirchia, con la valigia in mano, dice: «Non sono mai stato una persona flessibile e questo, nella vita, mi ha creato tanti problemi». Pensa che dietro l’inchiesta giudiziaria che riguarda i suoi rapporti con case farmaceutiche possano esserci alcune lobby? «L’ultimo che può saperlo sono io. Però non credo si possa arrivare al punto di mandare via un ministro per queste pressioni. Semplicemente, le cose stanno come me le ha raccontate Berlusconi: mi ha detto che non poteva non fare quest’operazione politica. Sapeva che non mi sarei opposto alla sostituzione e che gli sono grato per avermi consentito di lavorare per quattro anni nel modo che ritenevo giusto». Uno stile che l’ha fatto diventare il ministro più popolare del governo, ma anche quello accusato di voler «guidare» le vite dei cittadini: «Non fumate», «Mangiate meno», «Bevete meno»... «Io ho capito una cosa: senza un investimento sulla salute pubblica e un cambiamento negli stili di vita dannosi, nel 2015 i costi del servizio sanitario non saranno più sostenibili. Per molti Paesi, incluso il nostro. Non è una mia fissazione, ma una realtà cui tutti i governi si stanno adeguando. Le faccio un esempio: se non preveniamo l’obesità nei bambini, avremo una crescita imponente di malati di diabete, ragazzi che saranno gravemente malati già a 18-20 anni. Le complicanze del diabete sono terribili, si può arrivare alla dialisi, alla cecità. O riusciamo a far capire che pensarci per tempo è interesse di tutti, e non di quel maniaco che stava alla Sanità, oppure tra dieci anni saremo nei guai. So che è difficile: i cittadini devono resistere alla sollecitazione delle pubblicità. Merendine che rendono i bambini obesi, film che promuovono alcol e sigarette...». Lei ci ha provato, l’ha detto. «Noi viviamo in una società condizionata da una pubblicità manipolatoria e molto intrusiva. Guardando certi film, soprattutto americani, si capisce benissimo che sotto c’è un contratto, quasi si legge in controluce la clausola per arricchire ulteriormente l’attore X, che tracanna alcol per tutto il tempo, o l’attrice Y, sempre con la sigaretta tra le dita. Negli Stati Uniti, su Internet, ci sono dei siti, per esempio www.Smokefreeamerica.com , che questi contratti li pubblicano, contratti segreti tra star dello show business e multinazionali. Riescono a entrarne in possesso e li pubblicano. Ci sono persino università foraggiate dalle aziende di sigarette e pronte a garantire ricerche "scientifiche" secondo cui il fumo passivo non fa male». (**) Insisto. Le lobby hanno avanzato richieste al suo ministero? L’inchiesta giudiziaria è stata un segnale? «Le dico soltanto che fare il ministro della Salute non è stato semplice e non lo sarà. Non voglio entrare nei dettagli, sarebbe sgradevole. Tentativi di vanificare l’operato del ministro ci sono stati e ci saranno. Sa com’è... Si vendono cento miliardi di sigarette l’anno, e il calo di fatturati di questo tipo mette in moto molte cose. Vale per gli alcolici, per le merendine. Gli stili di vita veicolati attraverso la pubblicità sono studiati da grandissimi comunicatori e i giovanissimi sono un obiettivo facile. Non sono un proibizionista, ma possiamo assistere inerti alla demolizione di intere generazioni? Io penso di no e come me la pensano molti genitori e molti nonni». Maria Latella (*) Nota: nel dibattito sul ruolo dello stato nella tutela della salute tutte le opinioni vanno rispettate. Ma il fatto che il ministro della salute debba difendersi dall’insinuazione di essere un salutista mi suona proprio male. (**) Nota: per il tabacco almeno c’è ancora qualcuno che si scandalizza. Per l’alcol avviene la stessa cosa ma è considerata normale. |
GIORNALE
DI BRESCIA
A Breno opera il gruppo di volontari del «Centro alcolisti in trattamento» Alcolismo, piaga anche in valle |
L’uso
di alcol aumenta soprattutto nei giovani e nelle persone di mezza età
con problemi di inserimento lavorativo e relazioni sociali. Forse non
tutti sanno che in Vallecamonica, a Breno, opera il Centro di Alcolisti
in Trattamento, un gruppo di volontariato di auto-mutuo aiuto che si occupa
di sensibilizzare ai problemi legati all’alcol e di offrire una possibilità
di riabilitazione. «Il Cat segue il metodo Hudolin - dicono i rappresentanti
del centro - che rimane continuamente aggiornato, in base anche alle evoluzioni
delle ricerche scientifiche e alle indicazioni dell’Organizzazione
Mondiale della Sanità. Ogni Cat prevede la presenza di un operatore
che accompagna nell’inserimento e, insieme alle famiglie, favorisce
la riscoperta delle risorse di ogni persona. Il gruppo può aiutare
la persona che beve portandola a cambiare il proprio stile di vita o può
supportare la famiglia che, dopo innumerevoli tentativi, non è
riuscita a trovare il modo di ricostruire il benessere nell’ambiente
domestico e sociale». (*) Il Club è nato dall’esigenza
di fornire un aiuto concreto, reale e di facile reperimento a tutte le
famiglie ed ai singoli che in tutto il territorio della Vallecamonica
sentono il bisogno di condividere e di trovare una soluzione ad un problema
che si configura anche come malattia. «Ci rendiamo conto di quanto
sia difficile nella nostra società affrontare il problema dell’alcol,
perché sono davvero innumerevoli le false credenze che ne decantano
le lodi e le virtù, ma incredibilmente più limitate le situazioni
in cui, al di là dello stereotipo dell’"ubriacone"
se ne parla. Quest’ultimo approccio non ci aiuta a conoscere la complessità
dei problemi alcolcorrelati. «Si pensi ad esempio che l’alcol
è causa di 30.000 morti all’anno in Italia (fonte: Eurispes)
e che è la prima causa di morte fra i giovani europei fra i 25
e i 29 anni (Oms, comunicato stampa del 12/09/2001) e in Italia l’alcol
è responsabile di oltre un terzo degli incidenti stradali».
Il Club Alcolisti di Breno si incontra tutti i mercoledì sera alle
20.45 nella sede del Centro S.Siro, vicino al Duomo, ed è aperto
a coloro che sono interessati al problema. s. val
(*) Nota: l’articolo contiene diverse inesattezze soprattutto quando parla dei CAT (Club degli Alcolisti in Trattamento). |
AFFARI
ITALIANI
Giappone Nuovo incidente ferroviario, 1 ferito. S’aggrava il bilancio del disastro di lunedì |
Cresce
ancora il bilancio della sciagura ferroviaria che si è verificata
lunedì 25 aprile in Giappone, ad Amagasaki, quando un treno di
pendolari è deragliato, finendo la sua corsa contro un condominio.
I morti accertati sono ora 91, oltre 460 i feriti, più di 50 i
dispersi.
E stamane il terzo incidente ferroviario in due giorni nel Paese del Sol Levante, dopo che ieri un altro treno era deragliato a Ibaraki, vicino a Tokyo, dopo aver urtato un camion. Stavolta a Yokohama, dove un convoglio ha centrato un furgone fermo a un passaggio a livello. Il treno non è deragliato, ma il conducente del camioncino è rimasto gravemente ferito. Secondo fonti di stampa, il conducente dell’espresso deragliato ieri sarebbe stato arrestato perché beveva birra mentre guidava il convoglio. |
IL
TEMPO
Insegue la mamma per tagliarle la lingua La donna si era rifiutata di dargli i soldi per droga e alcool. L’uomo ha aggredito anche i carabinieri. Raptus di follia di un quarantenne armato di forbici contro la madre a Castel Madama di ANNA PIERSANTI |
«STO
BENE, ora sto bene, non è necessario andare in ospedale».
Caterina, il nome è di fantasia, ha appena passato i sessant’anni,
suo figlio, invece, di anni ne ha 41. Vivono a Castel Madama in località
Le Fratte. Lui operaio lei pensionata. È il cuore di mamma, nonostante
lo spavento, a parlare. È l’amore e la disperazione per quel
figlio a far tacere il dolore e rimandare indietro le lacrime. La tossicodipendenza
e l’alcool gli hanno portato via la sua creatura e un destino amaro
si è accanito contro quel figlio. Caterina non vuole ammetterlo
neanche a se stessa, ha una certezza: suo figlio non sarebbe riuscito
a farle del male. Come avrebbe potuto? E invece l’uomo tornato a
casa in preda ai fumi dell’alcool si era proprio avventato contro
la madre che stava tentando di rifiutargli, ancora una volta, i soldi.
Ha minacciato la donna afferrando un paio di forbici trovate in casa e
con queste ha tentato di tagliare la lingua alla madre che è fuggita
terrorizzata. Suoni gutturali, urla strozzate e grida della donna udite
dai vicini che hanno chiamato i carabinieri. La donna ha cercato di sottrarsi
alla furia incontenibile del figlio ma più gli sfuggiva più
l’uomo andava su tutte le furie e invece di calmarsi la sua rabbia
cresceva dentro paurosamente. La porta della camera da letto dietro le
spalle si è aperta e Caterina si è infilata con un guizzo
dentro. Ha chiuso immediatamente a chiave sperando che l’impossibilità
di raggiungerla potesse far calmare il figlio. Nulla da fare. Lasciate
le forbici l’uomo ha tirato fuori un coltello, minacciato ancora
la madre avventandosi sulla porta con una forza bestiale. Una spallata,
una seconda, i cardini hanno iniziato a cigolare. I colpi vengono avvertiti
anche dai vicini che disperati guardano fuori dalle finestre sperando
in un arrivo immediato dei carabinieri. Coltellate e pugni contro la porta.
La nuova tecnica messa in atto inizia a funzionare, il legno comincia
a cedere e la lama già affiora dall’altra parte. Così
lo trovano i carabinieri. L’uomo non si accorge di loro, non potrebbe
a causa del suo handicap, la porta sta per cedere definitivamente e lui
vuol far sentire tutta la forza della sua rabbia alla madre. I militi
gli sono addosso. In tre cercano di bloccarlo ma non è così
facile. L’uomo si divincola. Sferra pugni e calci in tutte le direzioni,
vibra fendenti in aria con il coltello ma alla fine viene ridotto alla
ragione. Lui immobilizzato non guarda neanche la madre, lei con lo sguardo
pieno di dolore lo segue fin dentro la macchina dei carabinieri che lo
porta via. Arrestato per oltraggio a pubblico ufficiale, maltrattamenti
in famiglia e possesso di arma illegale. Caterina rifiuta l’ospedale
per non aggravare il "destino" del figlio, al pronto soccorso
vanno i carabinieri. Per loro prognosi di alcune settimane.
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IL
TEMPO
Devasta la casa dell’ex moglie e aggredisce i Cc, arrestato |
MOMENTI
di panico l’altra sera in una casa di Santa Rufina. Qui, per motivi in
corso di ulteriore accertamento da parte dei carabinieri, un uomo ha iniziato
ad inveire contro l’ex moglie. I militari del Nucleo Radiomobile di Cittaducale
intervenivano prontamente dopo che una telefonata li avvertiva della lite
familiare in atto. Giunta sul luogo segnalato la pattuglia ha trovato
B. D., 50enne, operaio, del luogo incensurato, in evidente stato di ubriachezza,
che molestava, minacciava e poneva in essere danneggiamenti nell’abitazione
dell’ex-moglie. Sono stati attimi piuttosto concitati, durante i quali
i carabinieri hanno invitato più volte il B.D. ad allontanarsi
e a cessare la sua azione molesta. Ma l’uomo, evidentemente con molto
rancore in serbo e non ancora soddisfatto del suo sfogo, ha cominciato
ad aggredire anche i militari prendendoli a calci e pugni. Qualche attimo
dopo, però, i Carabinieri sono riusciti a bloccare B.D. e a farlo
calmare. A quel punto, tuttavia, sono scattate le manette, e il 50enne
di Santa Rufina è stato arrestato per violenza e resistenza a Pubblico
Ufficiale. L’arrestato, espletate le formalità di rito, è
stato tradotto presso le camere di sicurezza dell’Arma a disposizione
dell’Autorità Giudiziaria che adesso dovrà ricomporre la
vicenda dal punto di vista giuridico. Con il conforto dei suoi legali
B.D. dovrà dimostrare che il suo intento non era di così
tale accanimento sia nei confronti dell’ex moglie che dei carabinieri
giunti in soccorso. P.D.L.
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ASAPS
MALAGA (SPAGNA) L’ultimo inseguimento ripropone la guerra alla guida in stato di ebbrezza |
MÁLAGA
– Chiamamola pure “offensiva”, senza troppo riguardo. Del
resto, un’altra definizione appare davvero eufemistica, se si considera
che sono 600, i conducenti sorpresi ebbri dalla polizia di Malaga, che
nel corso del 2004 sono finiti davanti al giudice. La normativa vigente,
prevede inoltre che gli ebbri – quando il tasso alcolemico superi
gli 0.66 grammi di alcol per litro di sangue – non possano tornare
a guidare prima di un anno. L’occasione per tirare le somme di un
mese di attività è stata la “cattura” di un bevitore
seriale, inseguito per 12 km dalla Guardia Civil e bloccato in maniera
a dir poco rocambolesca, proprio nella tangenziale cittadina.
Quando i militari lo hanno tirato fuori dalla macchina, hanno scoperto nell’abitacolo un vero e proprio pub viaggiante. Il tasso alcolemico alle stelle e l’indagine per ricostruire i movimenti dell’ubriacone, che stava guidando – evidentemente – da almeno 12 ore, hanno fatto scattare le manette per attentato alla circolazione. Si tratta, ovviamente, di un caso limite, che ha però indotto le autorità locali a darne ampio risalto sugli organi di informazione, e trasformare così un evento tutto sommato di routine in una campagna di sensibilizzazione contro la fenomenologia. Nel solo 2004, 600 persone sono finite davanti ad un giudice per aver superato la soglia degli 0.66, mentre il totale degli ebbri – quelli che hanno comunque avuto la patente ritirata, sono stati 3.424. Ma cosa prevede la legge spagnola in casi di questo tipo? La violazione scatta a 0.5 grammi di alcol per litro di sangue, ma a 0.66, gli agenti non si limitano a redigere una semplice contravvenzione: scatta la denuncia all’autorità giudiziaria. La soglia è però un limite solo convenzionale, perché ai “controllori” è data anche un’altra arma. Sulla base della sintomatologia riscontrata sul conducente – e accertata secondo un rigido protocollo operativo – la segnalazione al giudice può essere operata anche al di sotto degli 0.66, “qualora a giudizio degli accertatori gli effetti dell’alcol in quel soggetto siano di pregiudizio alla guida”. Le pene sono davvero severe: da 8 a 12 fine settimana di arresto e sospensione della patente di guida da 1 a 4 anni. Salato anche il conto da pagare, da 450 a 600 Euro per le infrazioni più lievi, ma alla terza violazione una speciale commissione dispone d’ufficio la revoca definitiva della patente, e dopo un periodo variabile potrà essere conseguita di nuovo solo con l’obbligo di frequenza di un corso e nuovi esami teorico-pratici.. |
Firenze, notte movimentata alla Sezione Polizia Stradale: coppia di peruviani ubriachi devasta la caserma, dopo l’etilometro |
FIRENZE
– Il primo cazzotto, sferrato a freddo, ha praticamente colto di
sorpresa tutti. Nei locali della Sezione Polizia Stradale di via del Ponte
Sospeso, una volante della Questura era sopraggiunta con due peruviani,
per sottoporre uno dei due – conducente di un’auto fermata per
un controllo in piazza Stazione – all’etilometro. Ma era talmente
ubriaco da non riuscire nemmeno a soffiare. Quando però hanno capito
che la serata si sarebbe conclusa con il fermo dell’auto, il ritiro
della patente e la denuncia a piede libero, uno dei due ha cominciato
a dare in escandescenze, seguito a ruota dal fratello. Sono volati pugni
e calci, e anche quando gli agenti sono riusciti ad ammanettarli, in preda
all’alcol, nessuno riusciva a tenerli fermi. Alla fine, per loro,
si sono aperte del porte del carcere di Sollicciano.
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BRESCIA
OGGI
Tragedia sfiorata in via del Serpente Ubriaco travolge Volante Salvi per miracolo due agenti e tre ragazzi. |
Tragedia
sfiorata alle quattro del mattino in via del Serpente, in zona Chiesanuova,
alla periferia a sud della città. Due poliziotti della Volante
e tre ragazzi hanno rischiato la vita, di essere travolti da una «Polo»
come impazzita, finita contro una Volante ferma sul lato della strada
vicino a un’Alfa 145 che poco prima aveva urtato un palo dell’illuminazione.
Le grida di uno dei agenti «attenti, spostatevi», hanno evitato
il peggio al capopattuglia e ai tre ragazzi bresciani. I quattro sono
riuscito a scansarsi mentre la «Polo» si avvicinava rischiando
di investirli in pieno.
L’incidente è accaduto mentre la polizia prestava soccorso. Coinvolto nel primo sinistro un ragazzo ventenne che risiede a Paitone. Gli agenti, vedendolo in difficoltà, sono intervenuti. Arrivati in via del Serpente anche due amici del ventenne per sincerarsi della gravità del danno e per riaccompagnarlo a casa. Dopo alcuni minuti, mentre si attendeva il carro attrezzi, da sud è giunta a forte velocità l’Alfa condotta da un ventidueenne di Marcheno che viaggiava in compagnia di un ventunenne di Gardone Valtrompia. Il conducente dell’Alfa, che era alterato per il bere e correva, ha visto in ritardo l’Alfa e non si è fermato in tempo. Si è schiantato contro la Volante ferma con tanto di lampeggiante azionato facendole compiere un salto di alcuni metri. La pattuglia della polizia si è fermata a pochi centimetri dalla vettura che si era schiantata contro il palo. I poliziotti e i tre ragazzi hanno fatto in tempo ad allontanarsi di quel poco per evitare di essere travolti. Uno dei due agenti, però, ha perso l’equilibrio ed è caduto riportando una lesione guaribile in due settimane. Il conducente della Polo è rimasto contuso. E quando sono arrivati i carabinieri e i vigili per i rilievi del secondo incidente, il giovane valtrumpino è stato sottoposto alla prova dell’alcol-test risultando ubriaco (1.35% dopo un’ora dal sinistro). Patente quindi sospesa e denuncia penale per guida in stato di ubriachezza. In aggiunta altre sanzioni accessorie per violazione del codice della strada. |
IL
GAZZETTINO
Effettuava nella centralissima ... |
Effettuava
nella centralissima piazza Vittoria strane manovre con la sua auto. Zigzagava,
arrestava la corsa improvvisamente, come se stesse cercando un parcheggio.
Ma in realtà era "solamente" ubriaco. Protagonista dell’episodio,
avvenuto alcuni giorni fa, un 53enne. All’uomo, gli agenti della polizia
municipale, hanno ritirato la patente per guida in stato di ebbrezza.
L’episodio è avvenuto intorno alle 20,30. Un agente della polizia
municipale, che si trovava nella zona di piazza Vittoria per i consueti
controlli, ha notato la vettura zigzagare ed effettuare una serie di strane
manovre. Il vigile urbano ha atteso che la vettura si avvicinasse, poi
ha deciso di effettuare un controllo. Ha chiesto al conducente dell’automobile
di mostrare i documenti. Dalla verifica su patente, libretto e assicurazione,
non è emersa alcuna anomalia. Diversamente appena il conducente
della vettura ha rivolto una domanda al vigile, l’agente ha avvertito
un forte odore di alcol. Ha quindi deciso di far sottoporre il 53enne
al test con l’etilometro. L’uomo è risultato per due volte positivo,
con un tasso di alcol nel sangue quasi doppio rispetto a quanto consentito
dalla legge. Al 53enne è stata contestata la guida in stato di
ebbrezza. Per lui è scattata una salata multa e il ritiro della
patente. L’uomo, a quanto pare, era appena uscito da un ristorante dove
aveva bevuto alcuni bicchieri di vino.
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IL
GAZZETTINO
Castelnovo Bariano giornata ... |
Giornata
decisamente da dimenticare quella del 25 aprile per un operaio di Castelnovo
Bariano, P.D., di 39 anni. L’uomo è stato trovato alla guida del
suo fuoristrada, una Jeep "Cherokee", con un tasso di alcol
nel sangue di quasi cinque volte superiore al limite previsto dalla legge.
Il responso dell’alcol-test, al quale l’operaio è stato sottoposto
da una pattuglia dei carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile di
Castelmassa, nelle due successive misurazioni hanno infatti accertato
la presenza di un tasso alcolimetrico di 2,43 mg/l, contro il limite di
0,5 mg/l previsto dalla legge. Nei confronti del trentanovenne di Castelnovo
è scattata immediatamente la denuncia a piede libero per guida
in stato di ebbrezza e il ritiro della patente, dalla quale verranno decurtati
una decina di punti. Considerato che già qualche tempo fa l’uomo
era stato trovato alla guida dell’auto con un tasso alcolico elevato,
(*) è assai probabile che il permesso di condurre gli venga
definitivamente revocato, obbligandolo a sostenere nuovamente l’esame
di l’abilitazione alla guida.
(*) Nota: sostenere che sia “una giornata da dimenticare” non è di buon auspicio. Il protagonista di questo articolo si è ritrovato in questa situazione probabilmente perché si era davvero dimenticato dell’esperienza precedente. |
IL
GAZZETTINO
BOLZANO Troppo alcol saranno vietati i balli di maturità .(*) |
Si
beve troppo ai balli della maturità altoaesini. Le autorità
scolastiche corrono ai ripari: previsti divieti o gestione della scuola.
La Provincia da tempo ha avviato campagne antialcol tra i giovani.
(*) Nota: non era più semplice vietare l’alcol?. |
IL
TEMPO
STATI UNITI Giornalisti bevono birra durante un servizio. Licenziati (*) |
NEW
YORK — Cronisti nei gua negli Usa, e non solo se scrivono cose false.
Due giornalisti della «Kalamazoo Gazette», un giornale del
Michigan, sono stati licenziati per aver bevuto birra in servizio. Craig
McCool e Mairin Chapman erano al lavoro su un servizio sull’abuso di alcool
tra i giovani e non avevano giudicato scorretto unirsi alle libagioni
oggetto del loro articolo. I loro capi sono stati di diverso avviso: «La
condotta di McCool e di Chapman è imperdonabile e viola gli standard
del giornalismo», ha scritto in una nota pubblicata sul giornale
il direttore Rebecca Pierce. Chapman e McCool avevano bevuto la birra
che è costata loro il posto durante una festa a base di un gioco
praticato nei college che si chiama «beer-pong». Il gioco
consiste in una partita di ping pong in cui chi perde il punto è
costretto a consumare una bevanda alcolica posata sul tavolo.
(*) Nota: come è vario il mondo! In Italia molti giornalisti hanno fatto carriera proprio per essere bevitori. A Veronelli che sosteneva di bere e consigliava ai giovani due litri di vino al giorno stanno intitolando manifestazioni e strutture. |
L’ADIGE
Incontri-lezione con gli studenti, serate con guidatore «sicuro», festa alcol-free Cinque azioni contro l´alcol Cles, parte il progetto «Se guido non bevo» |
CLES
- Causa trentamila morti all’anno, il 5% di invalidità e il
10% dei ricoveri ospedalieri, senza contare gli immensi disagi nelle famiglie
e nella comunità.
Questi solo alcuni dei dati che tracciano i confini del problema alcol: un aspetto radicato nella nostra cultura, del quale si conoscono i rischi, ma difficilmente si trovano soluzioni. Proprio per portare avanti iniziative di sensibilizzazione sul tema ed interventi concreti, il «Coordinamento alcol, sicurezza e promozione della salute», costituito da varie realtà amministrative, associative e parrocchiali operanti sul territorio, ha dato vita al progetto «Se guido non bevo», con la collaborazione della Cr di Tuenno Val di Non. L´iniziativa, illustrata da Tomaso Bergamo, assessore del C6 alle politiche sociali, si rivolge ai giovani dai 14 ai 34 anni e si svilupperà in cinque fasi. Il primo intervento, «Progetto Katadromos», prevede una serie di incontri-lezione che si terranno giovedì in tutte le classi degli istituti superiori clesiani, con l´intento di comunicare messaggi forti sull´uso del casco, delle cinture, sugli effetti di alcol e droga durante la guida. Il tutto corredato dall´allestimento di una mostra fotografica con immagini di gravi incidenti stradali, e dalla proiezione di un filmato crudo ma incisivo. Seguirà nel mese di maggio l´organizzazione di cinque serate presso i locali valligiani frequentati da giovani, dove si individuerà il guidatore della macchina, che dovrà impegnarsi a non bere, con tanto di etilometro come prova finale. Quindi, il 10 giugno, verrà organizzata presso il Ctl la «Festa dello studente alcol-free» con servizio navetta che toccherà tutti i paesi della valle, alla quale saranno presenti un gruppo musicale, un cabarettista e uno psicologo. Il progetto si propone inoltre di sensibilizzare le amministrazioni e la comunità in generale, con una proposta di delibera che vieti di rilasciare permessi per le manifestazioni in cui si inciti al bere, e con l´istituzione di punti informativi nelle feste campestri. Un progetto estremamente articolato, dunque, sulla linea di una «semina culturale» come la definisce il direttore della Cr Tiziano Odorizzi, auspicando con l´assessore Bruno Molignoni e il medico Giovanni Widmann di «Alcologia», che i giovani sappiano accoglierlo e trarne positivi insegnamenti. M. Ve. |
ARZIGNANO Incontro in biblioteca Alcool, task force per la prevenzione Informazione anche nelle scuole |
Un
tema ad alta gradazione. Così lo hanno definito Stefano Fracasso
e Lorella Peretti, sindaco ed assessore alle Politiche giovanili ad Arzignano,
presentando l’incontro aperto alla riflessione, all’aggiornamento e al
dibattito sull’alcol e le sue correlazioni tra uso e abuso, specie nel
mondo giovanile, in programma venerdì prossimo alle 20.30 nella
biblioteca "G. Bedeschi" di vicolo Marconi ad Arzignano. Il
convegno, promosso dall’amministrazione comunale in collaborazione con
"Blu Runner" di Vicenza, cui parteciperanno Antonella Pinzauti,
direttore sociale dell’Uls5, l’assessore Lorella Peretti e Giovanni Greco,
vice presidente della S.I.A, Società Italiana di Alcologia, s’intitola
"Alcol, tra dire e fare c’è di mezzo l’esagerare". La
serata avrà inizio con la proiezione di un filmato eseguito e prodotto
dalla Blu Runner con immagini ed interviste che introducono l’argomento,
oggetto spesso di luoghi comuni e di pericolosa disinformazione oltre
che negli stessi giovani, in tante loro famiglie ed educatori. Seguiranno
gli interventi dell’assessore Peretti sul tema "Prevenzione e Territorio"
e del dottor Greco su "I giovani, l’alcol e gli adulti" per
lasciare poi ampio spazio al dibattito pubblico. L’iniziativa s’inserisce
nel contesto dell’A.P.D. (Alcohol prevention day), il programma varato
per il 2005 dalle Associazioni Internazionali che si occupano del problema
alcol, rilanciando la campagna che anche il Ministero alla Salute ha tempo
addietro proposto sui mezzi di comunicazione. Emerge da recenti studi
scientifici, che i carichi di malattie e d’invalidità legate all’alcol
sono pari a quelle registrate per il fumo, con l’aggravante di una destabilizzazione
psicofisica che invade anche gli aspetti sociali del nucleo e dell’ambiente
ove vive l’alcolista. C’è quindi necessità di saperne di
più, di capire i percorsi che conducono all’abuso dell’alcol sino
a determinarne la progressiva dipendenza, per avere la possibilità
di attivare le opportune strategie che passano attraverso una sinergia
multidimensionale d’informazioni e coinvolgimenti (famiglia, scuola, istituzioni).
Sensibile alla tematica, Lorella Peretti ha investito tempo e risorse
su iniziative di informazione creando interessanti opportunità
di incontro e di studio con le scuole superiori cittadine e promuovendo
nel periodo estivo (al parco dello sport nei week end di giugno e luglio)
il progetto di prevenzione all’uso di alcol all’insegna dello slogan "ballare,
non sballare", ovvero come divertirsi in modo sano, senza pericoli
per sé e per gli altri. «Stiamo informando tutte le scuole
-dichiara l’assessore Peretti - il nostro intento è quello di stimolare
i genitori a rendersi conto di problematiche a volte sottovalutate, vogliamo
mettere in evidenza tutto quanto di positivo c’è nei giovani, far
emergere le loro qualità» Paola Frighetto.
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Stanziati 260 mila euro per un progetto dell´Azienda sanitaria «Pub-disco» contro l´abuso d´alcol |
La
Provincia ha approvato il progetto triennale (2005-2007) dell´Azienda
sanitaria denominato «Pub-disco», che mira a prevenire gli
incidenti stradali causati dall´eccessivo consumo di alcol.
Il progetto prevede una spesa complessiva di 260 mila 300 euro, di cui 173 mila per il 2005 per l´acquisto di attrezzature ed ausili necessari per la gestione delle uscite di sensibilizzazione dei giovani fuori dai pub e dalle discoteche, 43.690 euro per il 2006 e altrettanti per l´anno successivo. Il progetto era già stato sperimentato nel 2002 in collaborazione con l´associazione Auto Mutuo Aiuto, che utilizzava un´ambulanza dismessa dotata di etilometro con la quale incontrava i giovani all´uscita dei locali notturni. |
LA
SICILIA
CONTROLLI SULL’ABUSO DI ALCOL A NISCEMI «Alcuni bar da chiudere» |
Lotta
all’alcolismo minorile e operazione sinergica tra polizia di Stato e vigili
sanitari, ognuno per i settori di propria competenza.
Oltre al controllo a tappeto del territorio niscemese, ritornato, purtroppo, alla ribalta per i continui roghi notturni e furti nelle villette isolate, da parte della polizia, anche con intervento di personale dell’anticrimine, sono stati effettuati controlli in paninerie, sale giochi e «bar bianchi», così chiamati perché non possono somministrare super alcolici. Il servizio di controllo è stato effettuato da agenti del locale commissariato, diretti dal dirigente Cosimo Mirabella, e dai vigili sanitari del presidio di Niscemi, diretti dal dott. Salvatore Valenti. Anche se a fine operazione congiunta Ps- vigili sanitari non sono stati forniti dati ufficiali, a quanto pare, sono state riscontrate alcune inosservanze sia alle leggi sanitarie che di pubblica sicurezza. Alcuni locali sono stati proposti per la chiusura temporanea, altri sono stati contravvenzionati, perché sono stati trovati clienti dediti a bere super alcolici, mentre altri locali ancora non hanno rispettato alcune norme igieniche. Questa operazione da parte della polizia serve per il controllo dei bar e paninerie, luoghi preferiti da giovani e giovanissimi, quest’ultimi sempre più propensi ad arruolarsi nell’«esercito di Bacco». I controlli non sono finiti, continueranno nei prossimi giorni non solo nei bar, ma anche in altri locali pubblici. Il fenomeno alcool sta sempre più preoccupando famiglie, autorità di pubblica sicurezza e sanitarie. Secondo alcuni genitori il fenomeno «Sta diventando pericoloso , con i dovuti distinguo, come il fenomeno droga, quindi i controlli nei locali pubblici vanno fatti, soprattutto per i minori», Giuseppe Vaccaro. |
L’UNIONE
SARDA
Oltre 100 casi all’anno Il triste boom degli alcolisti in cura al Sert |
Per
i nuoresi la droga si chiama alcol. Vino, whisky, acquavite, con una certa
predilezione per la birra. Le conseguenze sono le stesse: dipendenza,
assuefazione e tolleranza. Bevono adulti e ragazzini (primo bicchiere
sui 13 anni, prima sbronza a 15), si beve in allegria ma anche in lutto.
Ai funerali, le donne stanno in chiesa, mentre gli uomini vanno a farsi
un goccio. Fenomeno trasversale L’alcolismo è democratico, non
conosce differenze sociali, tra il pastore, il manovale, il medico e il
magistrato. «È un fenomeno radicato nella cultura locale,
tipico delle zone in cui si producono alcolici, come il vino nel Nuorese»
spiega Giuseppe Solinas, dirigente medico del Sert della Asl. Per capire:
«Si accetta di non bere in famiglia quando c’è da sostenere
un congiunto in fase di disintossicazione, ma non di bandire del tutto
la bottiglia da casa. Perché, dicono, "se arriva un ospite
cosa gli offro"?». Di questo particolare senso dell’ospitalità
fanno parte anche le pressioni, a volte eccessive, sull’istranzu perché
accetti un bicchierino al bar. A questo aspetto, tipico del folclore locale,
se ne aggiunge un altro ben più drammatico: ogni anno al Sert arrivano
dai 100 ai 150 alcolisti cronici, contro una ventina di drogati classici
(coca, ero e prodotti sintetici). L’anno scorso, a 100 nuovi casi si sono
aggiunti 67 "reingressi", cioè quelli che hanno provato
a smettere ma non ce l’hanno fatta. In complesso, dal ’91 (data di apertura)
a oggi, il Sert ha trattato più di 1.500 pazienti. Una casistica
che assegna a Nuoro un tasso di alcolismo «dieci volte superiore
a quella del resto dell’Isola». (*) E nei Sert finisce solo una
parte dei bevitori cronici, quelli che rendono la vita in famiglia un
inferno, o trovano un medico, un amico che vuole dargli una mano. Un discorso
a parte meritano gli automobilisti beccati dalla Stradale "fuori
norma": da agosto 2003 a dicembre 2004 la Commissione patenti ne
ha spedito al Sert 232. La prevenzione. Se Nuoro è ai vertici per
la diffusione dell’alcolismo, è all’avanguardia anche nella cura
e prevenzione. «Al Sert pratichiamo un trattamento multidisciplinare
medico - farmacologico, psicologico e sociale. Ma anche all’esterno, il
paziente non viene lasciato solo col suo problema. Può infatti
contare sul sostegno dei Cat (Club alcolisti in trattamento: 80 in Sardegna,
3 a Nuoro, 1 a Dorgali). Sono gruppi di mutuo aiuto, comunità multifamiliari
che si riuniscono una volta alla settimana per discutere sui problemi
di vita quotidiana, la terapia di mantenimento e il reinserimento».
I Cat, in collaborazione col Centro di ascolto gestito dai Servizi sociali
del Comune (diretto da Antonella Murgia), organizzano anche campagne di
prevenzione, allestendo stand nelle strade, diffondendo volantini nei
locali pubblici e perfino durante le partite della Nuorese. A questa strategia
anti alcol si affianca la benemerita attività dei centri d’ascolto
gestiti dagli alcolisti anonimi. (l. s.)
(*) Nota: nel Ser.T. di Nuoro la proporzione tra persone con problemi correlati all’alcol e quanti invece hanno problemi con le droghe illegali è inversa alla maggior parte degli altri servizi. La proporzione delle due tipologie di Nuoro però corrisponde a quella reale. |
L’UNIONE
SARDA
Il personaggio. Trent’anni, si occupa della parte tecnica nell’azienda di famiglia Quando il vino è un affare da donne Marianna Mura e il suo vermentino premiato al Vinitaly |
Vino
da donna, si diceva un tempo. A bassa, e quindi assai poco virile, gradazione
alcolica e tendente al dolciastro. Roba da profani. Acqua, anzi vino,
passato. Le signore ormai sono esperte del tralcio. Non solo nella titolata
Toscana dove le nobildonne da tempo producono Chianti. Una delle menzioni
speciali del Vinitaly che la terra del vermentino ha portato a casa si
deve (anche) al lavoro di una gentile fanciulla. Lei è Marianna
Mura, trent’anni ancora da compiere, laureanda in Enologia. Il vino, manco
a dirlo un vermentino, è il Sienda, tesoro di casa Mura, quattro
fratelli che hanno seguito e perfezionato l’attività del padre
Filippo. La ragazza è brava, ha le idee chiare e non si è
montata la testa. Tre requisiti che raramente si trovano tutti insieme.
Ci tiene a suddividere equamente i meriti. Con Dino Addis, direttore della
cantina sociale di Tempio, consulente esterno e in qualche misura maestro
(lui a casa ha portato tre medaglie d’argento). Con il fratello Salvatore,
33 anni, «il vero motore dell’azienda». Con il babbo Filippo
che quei vitigni li ha piantati trent’anni fa e li conosce meglio delle
sue tasche. È un’azienda piccola, quella dei fratelli Mura, venti
ettari di terra ad Azzanidò e 45.000 bottiglie l’anno che prendono
la strada delle enoteche, degli wine bar e dei ristoranti. Un mercato
di nicchia. Quattro vini prodotti, due rossi e due bianchi, il Sienda,
vermentino di Gallura docg è la punta di diamante. «Quando
abbiamo ricevuto la menzione nella categoria dei bianchi, mi sembrava
di sognare. Negli anni scorsi avevamo già avuto due riconoscimenti
per il Baja, il rosso, ma lì per noi sardi è più
facile, tra i bianchi ci sono vini veramente grandissimi, inarrivabili».
La ragione del successo? «Credo che oggi ci sia una tendenza generale
al gusto particolare, legato a un determinato luogo. Piace il vitigno
autoctono. Ci sono grandi vini internazionali, che sono perfetti ma magari
non ti danno la stessa emozione». Com’è nata la passione
per il vino? «L’amore per la terra fa parte di me. Vivo in campagna
da quando avevo cinque anni. L’idea di occuparmene in maniera professionale
però è recente. Ero iscritta in Scienze biologiche, vicino
alla laurea quando ho deciso di cambiare e studiare Enologia nella facoltà
di Oristano. Poi ho fatto stage in Veneto, in Franciacorta proprio per
cercare di specializzarmi sul bianco». Non ci sono diffidenze verso
una donna, per giunta giovane, che si occupa di vino?«Direi di no.
Magari da noi è ancora un po’ anomalo, anche se ci sono le sorelle
Argiolas che lo fanno da anni. Tradizionalmente è l’uomo che si
occupa della terra. Devo dire che questo tipo di divisione esiste anche
da noi per ragioni legate alla forza fisica. È mio fratello che,
assieme a mio padre, cura il vigneto. Io entro in gioco in cantina, mi
piace la parte tecnica. E qui si gioca ad armi pari». Come bevono
i sardi? «In generale, amano il rosso, il cannonau. I galluresi
invece sono forti sostenitori del loro vermentino. Sono piuttosto competenti
e amano confrontare». Progetti futuri? «Alcuni riguardano
strettamente il vino. Mi piacerebbe produrre una bottiglia cru dai vecchi
vigneti e sto lavorando in laboratorio per ricavare lieviti dalle nostre
uve e fare un vino che sia Mura al cento per cento. Mi piace molto sperimentare.
Anche perché oggi fare un vino cattivo è difficile, ti devi
impegnare davvero. La scommessa è farne uno che si distingua».
E quelli che non riguardano il vino? «Riguardano l’azienda. Vogliamo
realizzare una locanda dei sapori con degustazioni. In Sardegna abbiamo
tante aziende che hanno la possibilità di sfruttare il turismo
enogastronomico. Mica solo per i turisti in estate. Ci sono anche i sardi
che si spostano e amano bere e mangiare bene». Cosa c’è dietro
un buon vino? «Passione. È importante far sognare la gente,
anche quando sta degustando un vino». Caterina De Roberto.
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PANORAMA.IT
Germania: l’Oktoberfest impara il cinese |
ANSA:
(ANSA) - BERLINO, 27 APR -L’Oktoberfest, la kermesse della birra di Monaco
di Baviera, si terra’ anche a Canton, la grande metropoli industriale
del sud della Cina.Come ha annunciato il Governo bavarese, un accordo
in questo senso e’ stato raggiunto dal ministro regionale per gli Affari
Europei Eberhard Sinner (Csu) nel corso di un suo recente viaggio in Cina.
Edizioni della Oktoberfest si tengono gia’ in altre citta’ dell’Estremo
Oriente, fra le altre a Taipeh, capitale di Taiwan, e a Kuala Lumpur,
in Malaysia.
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Trovato nel cervello tallone d’Achille |
Battere
disturbi d’ansia e tossicodipendenze potrebbe essere più facile
ora che è stata scovata, in una regione profonda del cervello,
l’area nervosa dove nasce la fiducia, nonché la sensazione di essere
salvi e al sicuro. Autori della scoperta, pubblicata sulla prestigiosa
rivista Neuron, sono Michael Rogan e il Nobel 2000 per la medicina per
i suoi preziosi lavori sulla traduzione del segnale nervoso, Eric Kandel,
alla Columbia University.
Il circuito che dà sicurezza e che si trova in profondità nel cervello, il caudoputamen, potrebbe rappresentare un punto di svolta nella terapia dei disturbi d’ansia e nelle tossicodipendenze perché l’effetto di alcol e droghe è direzionato anche in quest’area dove le sostanze producono senso di invulnerabilità. Lo studio, condotto su topi, apre le porte a nuove linee di intervento per disturbi finora imputati ad altri centri nervosi. L’ansia infatti si ingenera quando il centro della paura, l’amigdala, è iperattivo o comunque vittima di disfunzioni. Tuttavia, ha spiegato Kandel, non può essere questo centro l’unico colpevole; l’altro lato della medaglia deve essere un circuito che lavora in modo opposto alla amigdala per darci sicurezza. Con questa ipotesi alla mano i neurologi hanno addestrato un gruppo di topi a riconoscere in un segnale sonoro un “messaggio” di salvezza da piccole correnti elettriche. Sentire il suono per i roditori significava sentirsi al sicuro dalla fastidiosa scarica. Dopo l’addestramento i ricercatori hanno scrutato il cervello degli animali prima, in concomitanza e dopo l’ascolto del suono. Gli esperti hanno visto così che, come si aspettavano, l’amigdala diviene meno attiva dopo l’ascolto del suono. Ma gli scienziati hanno anche visto, a conferma della loro ipotesi di lavoro, che in concomitanza e dopo il suono nel caudoputamen si ha un picco di attività elettrica. “Ciò significa che il caudoputamen reagisce a stimoli esterni, in questo caso il suono, per creare dentro di noi senso di sicurezza”, ha dichiarato Kandel. È probabile, secondo l’ipotesi avanzata da Kandel, che disfunzioni di questa regione nel cervello umano siano a loro volta colpevoli dell’insorgenza di disturbi d’ansia. Inoltre controllando l’attività di questa regione, ha concluso il Nobel, potrebbe essere possibile un giorno bloccare le tossicodipendenze e controllare la sensazione di fiducia in sé tipica degli alcolisti, quella sensazione che, seducendoli col pensiero “tanto sono capace di fermarmi al primo bicchierino”, li guida dritti alla sbronza. |
JOINTOGETHER.ORG
More People Driving Under Influence, CDC Says 4/26/2005 http://www.jointogether.org/sa/news/summaries/reader/0%2C1854%2C576785%2C00.html |
A
new national study suggest
Giovedì, 28 Aprile 2005
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