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Rassegna stampa alcol e guida del 27 aprile 2005

RASSEGNA STAMPA "ALCOL E GUIDA"

Note a cura di Alessandro Sbarbada
Servitore-insegnante in un Club degli Alcolisti in trattamento a Mantova.


CORRIERE DELLA SERA
L’ex ministro Sirchia replica a Storace. « I radical chic sono spesso manipolati»
«Non sono il tiranno salutista. Lobby contro di me»
ROMA - E con Storace, professor Sirchia? Come vi siete lasciati? «Bene. Non c’era alcuna questione aperta tra noi, le pare? Ha confermato che il divieto di fumo nei locali resterà... Così almeno ha detto. Semmai, si propone di venire incontro ai fumatori aumentando le salette a loro destinate. Diciamo che il suo sarebbe un arricchimento... Bene, perciò».
E’ vero, ma il neo ministro della Salute ha anche detto di temere quella società terapeutica di cui ha parlato su La Stampa Barbara Spinelli, con il cittadino «infantilizzato» e lo Stato che deve «educare, persuadere...».
«Ognuno la pensa come crede. Io ho cercato di proteggere la salute pubblica non soltanto da epidemie come la Sars, da malattie ad alta diffusione. Ho cercato di fare informazione, di spiegare che alcuni stili di vita sono pericolosi. Ma mi sono appellato all’intelligenza della gente, non ai proclami. E francamente, mi sembra di essere stato compreso: per strada son tanti i genitori, i nonni, che mi fermavano per dirmi: "Vada avanti". Vedono i loro figli, i loro nipoti, tornare a casa il sabato sera ubriachi, e tutte le volte rischiano la vita, in motorino... Ragazzini ai quali la legge consente di comprare liquori, perché in Italia c’è il divieto di somministrazione, ma, stranamente, non quello di vendita». (*)
La Spinelli, per l’appunto citata da Storace, parla di una «tirannide sanitaria».
«Le lobby, del fumo, dell’alcool, delle merendine sono molto potenti e molto ricche. Hanno sempre brandito l’argomento delle libertà dell’individuo e continueranno a farlo. C’è sempre il gruppo dei radical chic che si fa imbesuire».
I radical chic, professore, si vedono molto nei salotti, ma Barbara Spinelli non ne frequenta. A parte questo, pensa davvero che personalità diciamo «sveglie» e provvedute si lascino manipolare, come dice lei in milanese «imbesuire», dai produttori di sigarette?
«Non conosco personalmente Barbara Spinelli, ma ne ho grande considerazione. Ciò detto, la questione delle libertà individuali è uno dei classici temi branditi dai produttori di sigarette per evitare i divieti di fumare nei luoghi pubblici. Ma, vede, è un’arma spuntata, si spunta non appena fai notare che la tua libertà di fumo finisce nel momento in cui comincia la mia libertà di respirare... Sono libertà che hanno lo stesso peso. C’è il diritto di non rimanere intossicati: ha presente quanto sta bene un asmatico in un ambiente pieno di fumo? Da ministro, non ho mai vietato nulla, né sostengo il proibizionismo. Mai detto "Non bevete", ma "bevete un po’ meno". Fa male al cuore vedere la salute di ragazzini compromessa per sempre. La salute è un genere molto deperibile, sa».
E’ destino di molti ministri della Salute, non tutti si capisce, concludere tra qualche amarezza e un po’ di polemica. E’ capitato anche a Rosy Bindi. Ai tempi del governo dell’Ulivo, anche lei dovette lasciare in anticipo: qualcuno, tra i suoi, temeva di perder voti alle elezioni per via di certe posizioni intransigenti. La cambiarono e persero egualmente. Adesso Sirchia, con la valigia in mano, dice: «Non sono mai stato una persona flessibile e questo, nella vita, mi ha creato tanti problemi».
Pensa che dietro l’inchiesta giudiziaria che riguarda i suoi rapporti con case farmaceutiche possano esserci alcune lobby?
«L’ultimo che può saperlo sono io. Però non credo si possa arrivare al punto di mandare via un ministro per queste pressioni. Semplicemente, le cose stanno come me le ha raccontate Berlusconi: mi ha detto che non poteva non fare quest’operazione politica. Sapeva che non mi sarei opposto alla sostituzione e che gli sono grato per avermi consentito di lavorare per quattro anni nel modo che ritenevo giusto».
Uno stile che l’ha fatto diventare il ministro più popolare del governo, ma anche quello accusato di voler «guidare» le vite dei cittadini: «Non fumate», «Mangiate meno», «Bevete meno»...
«Io ho capito una cosa: senza un investimento sulla salute pubblica e un cambiamento negli stili di vita dannosi, nel 2015 i costi del servizio sanitario non saranno più sostenibili. Per molti Paesi, incluso il nostro. Non è una mia fissazione, ma una realtà cui tutti i governi si stanno adeguando. Le faccio un esempio: se non preveniamo l’obesità nei bambini, avremo una crescita imponente di malati di diabete, ragazzi che saranno gravemente malati già a 18-20 anni. Le complicanze del diabete sono terribili, si può arrivare alla dialisi, alla cecità. O riusciamo a far capire che pensarci per tempo è interesse di tutti, e non di quel maniaco che stava alla Sanità, oppure tra dieci anni saremo nei guai. So che è difficile: i cittadini devono resistere alla sollecitazione delle pubblicità. Merendine che rendono i bambini obesi, film che promuovono alcol e sigarette...».
Lei ci ha provato, l’ha detto.
«Noi viviamo in una società condizionata da una pubblicità manipolatoria e molto intrusiva. Guardando certi film, soprattutto americani, si capisce benissimo che sotto c’è un contratto, quasi si legge in controluce la clausola per arricchire ulteriormente l’attore X, che tracanna alcol per tutto il tempo, o l’attrice Y, sempre con la sigaretta tra le dita. Negli Stati Uniti, su Internet, ci sono dei siti, per esempio www.Smokefreeamerica.com , che questi contratti li pubblicano, contratti segreti tra star dello show business e multinazionali. Riescono a entrarne in possesso e li pubblicano. Ci sono persino università foraggiate dalle aziende di sigarette e pronte a garantire ricerche "scientifiche" secondo cui il fumo passivo non fa male». (**)
Insisto. Le lobby hanno avanzato richieste al suo ministero? L’inchiesta giudiziaria è stata un segnale?
«Le dico soltanto che fare il ministro della Salute non è stato semplice e non lo sarà. Non voglio entrare nei dettagli, sarebbe sgradevole. Tentativi di vanificare l’operato del ministro ci sono stati e ci saranno. Sa com’è... Si vendono cento miliardi di sigarette l’anno, e il calo di fatturati di questo tipo mette in moto molte cose. Vale per gli alcolici, per le merendine. Gli stili di vita veicolati attraverso la pubblicità sono studiati da grandissimi comunicatori e i giovanissimi sono un obiettivo facile. Non sono un proibizionista, ma possiamo assistere inerti alla demolizione di intere generazioni? Io penso di no e come me la pensano molti genitori e molti nonni».
Maria Latella
 
(*)  Nota: nel dibattito sul ruolo dello stato nella tutela della salute tutte le opinioni vanno rispettate. Ma il fatto che il ministro della salute debba difendersi dall’insinuazione di essere un salutista mi suona proprio male.
 
(**) Nota: per il tabacco almeno c’è ancora qualcuno che si scandalizza. Per l’alcol avviene la stessa cosa ma è considerata normale.
GIORNALE DI BRESCIA
A Breno opera il gruppo di volontari del «Centro alcolisti in trattamento»
Alcolismo, piaga anche in valle
L’uso di alcol aumenta soprattutto nei giovani e nelle persone di mezza età con problemi di inserimento lavorativo e relazioni sociali. Forse non tutti sanno che in Vallecamonica, a Breno, opera il Centro di Alcolisti in Trattamento, un gruppo di volontariato di auto-mutuo aiuto che si occupa di sensibilizzare ai problemi legati all’alcol e di offrire una possibilità di riabilitazione. «Il Cat segue il metodo Hudolin - dicono i rappresentanti del centro - che rimane continuamente aggiornato, in base anche alle evoluzioni delle ricerche scientifiche e alle indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Ogni Cat prevede la presenza di un operatore che accompagna nell’inserimento e, insieme alle famiglie, favorisce la riscoperta delle risorse di ogni persona. Il gruppo può aiutare la persona che beve portandola a cambiare il proprio stile di vita o può supportare la famiglia che, dopo innumerevoli tentativi, non è riuscita a trovare il modo di ricostruire il benessere nell’ambiente domestico e sociale». (*) Il Club è nato dall’esigenza di fornire un aiuto concreto, reale e di facile reperimento a tutte le famiglie ed ai singoli che in tutto il territorio della Vallecamonica sentono il bisogno di condividere e di trovare una soluzione ad un problema che si configura anche come malattia. «Ci rendiamo conto di quanto sia difficile nella nostra società affrontare il problema dell’alcol, perché sono davvero innumerevoli le false credenze che ne decantano le lodi e le virtù, ma incredibilmente più limitate le situazioni in cui, al di là dello stereotipo dell’"ubriacone" se ne parla. Quest’ultimo approccio non ci aiuta a conoscere la complessità dei problemi alcolcorrelati. «Si pensi ad esempio che l’alcol è causa di 30.000 morti all’anno in Italia (fonte: Eurispes) e che è la prima causa di morte fra i giovani europei fra i 25 e i 29 anni (Oms, comunicato stampa del 12/09/2001) e in Italia l’alcol è responsabile di oltre un terzo degli incidenti stradali». Il Club Alcolisti di Breno si incontra tutti i mercoledì sera alle 20.45 nella sede del Centro S.Siro, vicino al Duomo, ed è aperto a coloro che sono interessati al problema. s. val
 
(*) Nota: l’articolo contiene diverse inesattezze soprattutto quando parla dei CAT (Club degli Alcolisti in Trattamento).
AFFARI ITALIANI
Giappone
Nuovo incidente ferroviario, 1 ferito. S’aggrava il bilancio del disastro di lunedì
Cresce ancora il bilancio della sciagura ferroviaria che si è verificata lunedì 25 aprile in Giappone, ad Amagasaki, quando un treno di pendolari è deragliato, finendo la sua corsa contro un condominio. I morti accertati sono ora 91, oltre 460 i feriti, più di 50 i dispersi.
E stamane il terzo incidente ferroviario in due giorni nel Paese del Sol Levante, dopo che ieri un altro treno era deragliato a Ibaraki, vicino a Tokyo, dopo aver urtato un camion. Stavolta a Yokohama, dove un convoglio ha centrato un furgone fermo a un passaggio a livello. Il treno non è deragliato, ma il conducente del camioncino è rimasto gravemente ferito. Secondo fonti di stampa, il conducente dell’espresso deragliato ieri sarebbe stato arrestato perché beveva birra mentre guidava il convoglio.
IL TEMPO
Insegue la mamma per tagliarle la lingua
La donna si era rifiutata di dargli i soldi per droga e alcool. L’uomo ha aggredito anche i carabinieri. Raptus di follia di un quarantenne armato di forbici contro la madre a Castel Madama
di ANNA PIERSANTI
«STO BENE, ora sto bene, non è necessario andare in ospedale». Caterina, il nome è di fantasia, ha appena passato i sessant’anni, suo figlio, invece, di anni ne ha 41. Vivono a Castel Madama in località Le Fratte. Lui operaio lei pensionata. È il cuore di mamma, nonostante lo spavento, a parlare. È l’amore e la disperazione per quel figlio a far tacere il dolore e rimandare indietro le lacrime. La tossicodipendenza e l’alcool gli hanno portato via la sua creatura e un destino amaro si è accanito contro quel figlio. Caterina non vuole ammetterlo neanche a se stessa, ha una certezza: suo figlio non sarebbe riuscito a farle del male. Come avrebbe potuto? E invece l’uomo tornato a casa in preda ai fumi dell’alcool si era proprio avventato contro la madre che stava tentando di rifiutargli, ancora una volta, i soldi. Ha minacciato la donna afferrando un paio di forbici trovate in casa e con queste ha tentato di tagliare la lingua alla madre che è fuggita terrorizzata. Suoni gutturali, urla strozzate e grida della donna udite dai vicini che hanno chiamato i carabinieri. La donna ha cercato di sottrarsi alla furia incontenibile del figlio ma più gli sfuggiva più l’uomo andava su tutte le furie e invece di calmarsi la sua rabbia cresceva dentro paurosamente. La porta della camera da letto dietro le spalle si è aperta e Caterina si è infilata con un guizzo dentro. Ha chiuso immediatamente a chiave sperando che l’impossibilità di raggiungerla potesse far calmare il figlio. Nulla da fare. Lasciate le forbici l’uomo ha tirato fuori un coltello, minacciato ancora la madre avventandosi sulla porta con una forza bestiale. Una spallata, una seconda, i cardini hanno iniziato a cigolare. I colpi vengono avvertiti anche dai vicini che disperati guardano fuori dalle finestre sperando in un arrivo immediato dei carabinieri. Coltellate e pugni contro la porta. La nuova tecnica messa in atto inizia a funzionare, il legno comincia a cedere e la lama già affiora dall’altra parte. Così lo trovano i carabinieri. L’uomo non si accorge di loro, non potrebbe a causa del suo handicap, la porta sta per cedere definitivamente e lui vuol far sentire tutta la forza della sua rabbia alla madre. I militi gli sono addosso. In tre cercano di bloccarlo ma non è così facile. L’uomo si divincola. Sferra pugni e calci in tutte le direzioni, vibra fendenti in aria con il coltello ma alla fine viene ridotto alla ragione. Lui immobilizzato non guarda neanche la madre, lei con lo sguardo pieno di dolore lo segue fin dentro la macchina dei carabinieri che lo porta via. Arrestato per oltraggio a pubblico ufficiale, maltrattamenti in famiglia e possesso di arma illegale. Caterina rifiuta l’ospedale per non aggravare il "destino" del figlio, al pronto soccorso vanno i carabinieri. Per loro prognosi di alcune settimane.
IL TEMPO
Devasta la casa dell’ex moglie e aggredisce i Cc, arrestato
MOMENTI di panico l’altra sera in una casa di Santa Rufina. Qui, per motivi in corso di ulteriore accertamento da parte dei carabinieri, un uomo ha iniziato ad inveire contro l’ex moglie. I militari del Nucleo Radiomobile di Cittaducale intervenivano prontamente dopo che una telefonata li avvertiva della lite familiare in atto. Giunta sul luogo segnalato la pattuglia ha trovato B. D., 50enne, operaio, del luogo incensurato, in evidente stato di ubriachezza, che molestava, minacciava e poneva in essere danneggiamenti nell’abitazione dell’ex-moglie. Sono stati attimi piuttosto concitati, durante i quali i carabinieri hanno invitato più volte il B.D. ad allontanarsi e a cessare la sua azione molesta. Ma l’uomo, evidentemente con molto rancore in serbo e non ancora soddisfatto del suo sfogo, ha cominciato ad aggredire anche i militari prendendoli a calci e pugni. Qualche attimo dopo, però, i Carabinieri sono riusciti a bloccare B.D. e a farlo calmare. A quel punto, tuttavia, sono scattate le manette, e il 50enne di Santa Rufina è stato arrestato per violenza e resistenza a Pubblico Ufficiale. L’arrestato, espletate le formalità di rito, è stato tradotto presso le camere di sicurezza dell’Arma a disposizione dell’Autorità Giudiziaria che adesso dovrà ricomporre la vicenda dal punto di vista giuridico. Con il conforto dei suoi legali B.D. dovrà dimostrare che il suo intento non era di così tale accanimento sia nei confronti dell’ex moglie che dei carabinieri giunti in soccorso. P.D.L.
ASAPS
MALAGA (SPAGNA)
L’ultimo inseguimento ripropone la guerra alla guida in stato di ebbrezza
MÁLAGA – Chiamamola pure “offensiva”, senza troppo riguardo. Del resto, un’altra definizione appare davvero eufemistica, se si considera che sono 600, i conducenti sorpresi ebbri dalla polizia di Malaga, che nel corso del 2004 sono finiti davanti al giudice. La normativa vigente, prevede inoltre che gli ebbri – quando il tasso alcolemico superi gli 0.66 grammi di alcol per litro di sangue – non possano tornare a guidare prima di un anno. L’occasione per tirare le somme di un mese di attività è stata la “cattura” di un bevitore seriale, inseguito per 12 km dalla Guardia Civil e bloccato in maniera a dir poco rocambolesca, proprio nella tangenziale cittadina.
Quando i militari lo hanno tirato fuori dalla macchina, hanno scoperto nell’abitacolo un vero e proprio pub viaggiante. Il tasso alcolemico alle stelle e l’indagine per ricostruire i movimenti dell’ubriacone, che stava guidando – evidentemente – da almeno 12 ore, hanno fatto scattare le manette per attentato alla circolazione. Si tratta, ovviamente, di un caso limite, che ha però indotto le autorità locali a darne ampio risalto sugli organi di informazione, e trasformare così un evento tutto sommato di routine in una campagna di sensibilizzazione contro la fenomenologia. Nel solo 2004, 600 persone sono finite davanti ad un giudice per aver superato la soglia degli 0.66, mentre il totale degli ebbri – quelli che hanno comunque avuto la patente ritirata, sono stati 3.424. Ma cosa prevede la legge spagnola in casi di questo tipo? La violazione scatta a 0.5 grammi di alcol per litro di sangue, ma a 0.66, gli agenti non si limitano a redigere una semplice contravvenzione: scatta la denuncia all’autorità giudiziaria. La soglia è però un limite solo convenzionale, perché ai “controllori” è data anche un’altra arma. Sulla base della sintomatologia riscontrata sul conducente – e accertata secondo un rigido protocollo operativo – la segnalazione al giudice può essere operata anche al di sotto degli 0.66, “qualora a giudizio degli accertatori gli effetti dell’alcol in quel soggetto siano di pregiudizio alla guida”. Le pene sono davvero severe: da 8 a 12 fine settimana di arresto e sospensione della patente di guida da 1 a 4 anni. Salato anche il conto da pagare, da 450 a 600 Euro per le infrazioni più lievi, ma alla terza violazione una speciale commissione dispone d’ufficio la revoca definitiva della patente, e dopo un periodo variabile potrà essere conseguita di nuovo solo con l’obbligo di frequenza di un corso e nuovi esami teorico-pratici..
ASAPS
Firenze, notte movimentata alla Sezione Polizia Stradale: coppia di peruviani ubriachi devasta la caserma, dopo l’etilometro
FIRENZE – Il primo cazzotto, sferrato a freddo, ha praticamente colto di sorpresa tutti. Nei locali della Sezione Polizia Stradale di via del Ponte Sospeso, una volante della Questura era sopraggiunta con due peruviani, per sottoporre uno dei due – conducente di un’auto fermata per un controllo in piazza Stazione – all’etilometro. Ma era talmente ubriaco da non riuscire nemmeno a soffiare. Quando però hanno capito che la serata si sarebbe conclusa con il fermo dell’auto, il ritiro della patente e la denuncia a piede libero, uno dei due ha cominciato a dare in escandescenze, seguito a ruota dal fratello. Sono volati pugni e calci, e anche quando gli agenti sono riusciti ad ammanettarli, in preda all’alcol, nessuno riusciva a tenerli fermi. Alla fine, per loro, si sono aperte del porte del carcere di Sollicciano.
BRESCIA OGGI
Tragedia sfiorata in via del Serpente
Ubriaco travolge Volante Salvi per miracolo due agenti e tre ragazzi.
Tragedia sfiorata alle quattro del mattino in via del Serpente, in zona Chiesanuova, alla periferia a sud della città. Due poliziotti della Volante e tre ragazzi hanno rischiato la vita, di essere travolti da una «Polo» come impazzita, finita contro una Volante ferma sul lato della strada vicino a un’Alfa 145 che poco prima aveva urtato un palo dell’illuminazione. Le grida di uno dei agenti «attenti, spostatevi», hanno evitato il peggio al capopattuglia e ai tre ragazzi bresciani. I quattro sono riuscito a scansarsi mentre la «Polo» si avvicinava rischiando di investirli in pieno.
L’incidente è accaduto mentre la polizia prestava soccorso. Coinvolto nel primo sinistro un ragazzo ventenne che risiede a Paitone. Gli agenti, vedendolo in difficoltà, sono intervenuti. Arrivati in via del Serpente anche due amici del ventenne per sincerarsi della gravità del danno e per riaccompagnarlo a casa.
Dopo alcuni minuti, mentre si attendeva il carro attrezzi, da sud è giunta a forte velocità l’Alfa condotta da un ventidueenne di Marcheno che viaggiava in compagnia di un ventunenne di Gardone Valtrompia.
Il conducente dell’Alfa, che era alterato per il bere e correva, ha visto in ritardo l’Alfa e non si è fermato in tempo. Si è schiantato contro la Volante ferma con tanto di lampeggiante azionato facendole compiere un salto di alcuni metri. La pattuglia della polizia si è fermata a pochi centimetri dalla vettura che si era schiantata contro il palo. I poliziotti e i tre ragazzi hanno fatto in tempo ad allontanarsi di quel poco per evitare di essere travolti. Uno dei due agenti, però, ha perso l’equilibrio ed è caduto riportando una lesione guaribile in due settimane.
Il conducente della Polo è rimasto contuso. E quando sono arrivati i carabinieri e i vigili per i rilievi del secondo incidente, il giovane valtrumpino è stato sottoposto alla prova dell’alcol-test risultando ubriaco (1.35% dopo un’ora dal sinistro). Patente quindi sospesa e denuncia penale per guida in stato di ubriachezza. In aggiunta altre sanzioni accessorie per violazione del codice della strada.
IL GAZZETTINO
Effettuava nella centralissima ...
Effettuava nella centralissima piazza Vittoria strane manovre con la sua auto. Zigzagava, arrestava la corsa improvvisamente, come se stesse cercando un parcheggio. Ma in realtà era "solamente" ubriaco. Protagonista dell’episodio, avvenuto alcuni giorni fa, un 53enne. All’uomo, gli agenti della polizia municipale, hanno ritirato la patente per guida in stato di ebbrezza. L’episodio è avvenuto intorno alle 20,30. Un agente della polizia municipale, che si trovava nella zona di piazza Vittoria per i consueti controlli, ha notato la vettura zigzagare ed effettuare una serie di strane manovre. Il vigile urbano ha atteso che la vettura si avvicinasse, poi ha deciso di effettuare un controllo. Ha chiesto al conducente dell’automobile di mostrare i documenti. Dalla verifica su patente, libretto e assicurazione, non è emersa alcuna anomalia. Diversamente appena il conducente della vettura ha rivolto una domanda al vigile, l’agente ha avvertito un forte odore di alcol. Ha quindi deciso di far sottoporre il 53enne al test con l’etilometro. L’uomo è risultato per due volte positivo, con un tasso di alcol nel sangue quasi doppio rispetto a quanto consentito dalla legge. Al 53enne è stata contestata la guida in stato di ebbrezza. Per lui è scattata una salata multa e il ritiro della patente. L’uomo, a quanto pare, era appena uscito da un ristorante dove aveva bevuto alcuni bicchieri di vino.
IL GAZZETTINO
Castelnovo Bariano giornata ...
Giornata decisamente da dimenticare quella del 25 aprile per un operaio di Castelnovo Bariano, P.D., di 39 anni. L’uomo è stato trovato alla guida del suo fuoristrada, una Jeep "Cherokee", con un tasso di alcol nel sangue di quasi cinque volte superiore al limite previsto dalla legge. Il responso dell’alcol-test, al quale l’operaio è stato sottoposto da una pattuglia dei carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile di Castelmassa, nelle due successive misurazioni hanno infatti accertato la presenza di un tasso alcolimetrico di 2,43 mg/l, contro il limite di 0,5 mg/l previsto dalla legge. Nei confronti del trentanovenne di Castelnovo è scattata immediatamente la denuncia a piede libero per guida in stato di ebbrezza e il ritiro della patente, dalla quale verranno decurtati una decina di punti. Considerato che già qualche tempo fa l’uomo era stato trovato alla guida dell’auto con un tasso alcolico elevato, (*)  è assai probabile che il permesso di condurre gli venga definitivamente revocato, obbligandolo a sostenere nuovamente l’esame di l’abilitazione alla guida.
 
(*) Nota: sostenere che sia “una giornata da dimenticare” non è di buon auspicio. Il protagonista di questo articolo si è ritrovato in questa situazione probabilmente perché si era davvero dimenticato dell’esperienza precedente.
IL GAZZETTINO
BOLZANO
Troppo alcol saranno vietati i balli di maturità .(*)
Si beve troppo ai balli della maturità altoaesini. Le autorità scolastiche corrono ai ripari: previsti divieti o gestione della scuola. La Provincia da tempo ha avviato campagne antialcol tra i giovani.
 
(*) Nota: non era più semplice vietare l’alcol?.
IL TEMPO
STATI UNITI Giornalisti bevono birra durante un servizio. Licenziati (*)
NEW YORK — Cronisti nei gua negli Usa, e non solo se scrivono cose false. Due giornalisti della «Kalamazoo Gazette», un giornale del Michigan, sono stati licenziati per aver bevuto birra in servizio. Craig McCool e Mairin Chapman erano al lavoro su un servizio sull’abuso di alcool tra i giovani e non avevano giudicato scorretto unirsi alle libagioni oggetto del loro articolo. I loro capi sono stati di diverso avviso: «La condotta di McCool e di Chapman è imperdonabile e viola gli standard del giornalismo», ha scritto in una nota pubblicata sul giornale il direttore Rebecca Pierce. Chapman e McCool avevano bevuto la birra che è costata loro il posto durante una festa a base di un gioco praticato nei college che si chiama «beer-pong». Il gioco consiste in una partita di ping pong in cui chi perde il punto è costretto a consumare una bevanda alcolica posata sul tavolo.
 
(*) Nota: come è vario il mondo! In Italia molti giornalisti hanno fatto carriera proprio per essere bevitori. A Veronelli che sosteneva di bere e consigliava ai giovani due litri di vino al giorno stanno intitolando manifestazioni e strutture.
L’ADIGE
Incontri-lezione con gli studenti, serate con guidatore «sicuro», festa alcol-free
Cinque azioni contro l´alcol
Cles, parte il progetto «Se guido non bevo»
CLES - Causa trentamila morti all’anno, il 5% di invalidità e il 10% dei ricoveri ospedalieri, senza contare gli immensi disagi nelle famiglie e nella comunità.
Questi solo alcuni dei dati che tracciano i confini del problema alcol: un aspetto radicato nella nostra cultura, del quale si conoscono i rischi, ma difficilmente si trovano soluzioni.
Proprio per portare avanti iniziative di sensibilizzazione sul tema ed interventi concreti, il «Coordinamento alcol, sicurezza e promozione della salute», costituito da varie realtà amministrative, associative e parrocchiali operanti sul territorio, ha dato vita al progetto «Se guido non bevo», con la collaborazione della Cr di Tuenno Val di Non.
L´iniziativa, illustrata da Tomaso Bergamo, assessore del C6 alle politiche sociali, si rivolge ai giovani dai 14 ai 34 anni e si svilupperà in cinque fasi. Il primo intervento, «Progetto Katadromos», prevede una serie di incontri-lezione che si terranno giovedì in tutte le classi degli istituti superiori clesiani, con l´intento di comunicare messaggi forti sull´uso del casco, delle cinture, sugli effetti di alcol e droga durante la guida. Il tutto corredato dall´allestimento di una mostra fotografica con immagini di gravi incidenti stradali, e dalla proiezione di un filmato crudo ma incisivo.
Seguirà nel mese di maggio l´organizzazione di cinque serate presso i locali valligiani frequentati da giovani, dove si individuerà il guidatore della macchina, che dovrà impegnarsi a non bere, con tanto di etilometro come prova finale.
Quindi, il 10 giugno, verrà organizzata presso il Ctl la «Festa dello studente alcol-free» con servizio navetta che toccherà tutti i paesi della valle, alla quale saranno presenti un gruppo musicale, un cabarettista e uno psicologo.
Il progetto si propone inoltre di sensibilizzare le amministrazioni e la comunità in generale, con una proposta di delibera che vieti di rilasciare permessi per le manifestazioni in cui si inciti al bere, e con l´istituzione di punti informativi nelle feste campestri.
Un progetto estremamente articolato, dunque, sulla linea di una «semina culturale» come la definisce il direttore della Cr Tiziano Odorizzi, auspicando con l´assessore Bruno Molignoni e il medico Giovanni Widmann di «Alcologia», che i giovani sappiano accoglierlo e trarne positivi insegnamenti. M. Ve.
IL GAZZETTINO (Vicenza)
ARZIGNANO Incontro in biblioteca
Alcool, task force per la prevenzione
Informazione anche nelle scuole
Un tema ad alta gradazione. Così lo hanno definito Stefano Fracasso e Lorella Peretti, sindaco ed assessore alle Politiche giovanili ad Arzignano, presentando l’incontro aperto alla riflessione, all’aggiornamento e al dibattito sull’alcol e le sue correlazioni tra uso e abuso, specie nel mondo giovanile, in programma venerdì prossimo alle 20.30 nella biblioteca "G. Bedeschi" di vicolo Marconi ad Arzignano. Il convegno, promosso dall’amministrazione comunale in collaborazione con "Blu Runner" di Vicenza, cui parteciperanno Antonella Pinzauti, direttore sociale dell’Uls5, l’assessore Lorella Peretti e Giovanni Greco, vice presidente della S.I.A, Società Italiana di Alcologia, s’intitola "Alcol, tra dire e fare c’è di mezzo l’esagerare". La serata avrà inizio con la proiezione di un filmato eseguito e prodotto dalla Blu Runner con immagini ed interviste che introducono l’argomento, oggetto spesso di luoghi comuni e di pericolosa disinformazione oltre che negli stessi giovani, in tante loro famiglie ed educatori. Seguiranno gli interventi dell’assessore Peretti sul tema "Prevenzione e Territorio" e del dottor Greco su "I giovani, l’alcol e gli adulti" per lasciare poi ampio spazio al dibattito pubblico. L’iniziativa s’inserisce nel contesto dell’A.P.D. (Alcohol prevention day), il programma varato per il 2005 dalle Associazioni Internazionali che si occupano del problema alcol, rilanciando la campagna che anche il Ministero alla Salute ha tempo addietro proposto sui mezzi di comunicazione. Emerge da recenti studi scientifici, che i carichi di malattie e d’invalidità legate all’alcol sono pari a quelle registrate per il fumo, con l’aggravante di una destabilizzazione psicofisica che invade anche gli aspetti sociali del nucleo e dell’ambiente ove vive l’alcolista. C’è quindi necessità di saperne di più, di capire i percorsi che conducono all’abuso dell’alcol sino a determinarne la progressiva dipendenza, per avere la possibilità di attivare le opportune strategie che passano attraverso una sinergia multidimensionale d’informazioni e coinvolgimenti (famiglia, scuola, istituzioni). Sensibile alla tematica, Lorella Peretti ha investito tempo e risorse su iniziative di informazione creando interessanti opportunità di incontro e di studio con le scuole superiori cittadine e promuovendo nel periodo estivo (al parco dello sport nei week end di giugno e luglio) il progetto di prevenzione all’uso di alcol all’insegna dello slogan "ballare, non sballare", ovvero come divertirsi in modo sano, senza pericoli per sé e per gli altri. «Stiamo informando tutte le scuole -dichiara l’assessore Peretti - il nostro intento è quello di stimolare i genitori a rendersi conto di problematiche a volte sottovalutate, vogliamo mettere in evidenza tutto quanto di positivo c’è nei giovani, far emergere le loro qualità» Paola Frighetto.
L’ADIGE
Stanziati 260 mila euro per un progetto dell´Azienda sanitaria
«Pub-disco» contro l´abuso d´alcol
La Provincia ha approvato il progetto triennale (2005-2007) dell´Azienda sanitaria denominato «Pub-disco», che mira a prevenire gli incidenti stradali causati dall´eccessivo consumo di alcol.
Il progetto prevede una spesa complessiva di 260 mila 300 euro, di cui 173 mila per il 2005 per l´acquisto di attrezzature ed ausili necessari per la gestione delle uscite di sensibilizzazione dei giovani fuori dai pub e dalle discoteche, 43.690 euro per il 2006 e altrettanti per l´anno successivo.
Il progetto era già stato sperimentato nel 2002 in collaborazione con l´associazione Auto Mutuo Aiuto, che utilizzava un´ambulanza dismessa dotata di etilometro con la quale incontrava i giovani all´uscita dei locali notturni.
LA SICILIA
CONTROLLI SULL’ABUSO DI ALCOL A NISCEMI
«Alcuni bar da chiudere»
Lotta all’alcolismo minorile e operazione sinergica tra polizia di Stato e vigili sanitari, ognuno per i settori di propria competenza.
Oltre al controllo a tappeto del territorio niscemese, ritornato, purtroppo, alla ribalta per i continui roghi notturni e furti nelle villette isolate, da parte della polizia, anche con intervento di personale dell’anticrimine, sono stati effettuati controlli in paninerie, sale giochi e «bar bianchi», così chiamati perché non possono somministrare super alcolici. Il servizio di controllo è stato effettuato da agenti del locale commissariato, diretti dal dirigente Cosimo Mirabella, e dai vigili sanitari del presidio di Niscemi, diretti dal dott. Salvatore Valenti. Anche se a fine operazione congiunta Ps- vigili sanitari non sono stati forniti dati ufficiali, a quanto pare, sono state riscontrate alcune inosservanze sia alle leggi sanitarie che di pubblica sicurezza.
Alcuni locali sono stati proposti per la chiusura temporanea, altri sono stati contravvenzionati, perché sono stati trovati clienti dediti a bere super alcolici, mentre altri locali ancora non hanno rispettato alcune norme igieniche. Questa operazione da parte della polizia serve per il controllo dei bar e paninerie, luoghi preferiti da giovani e giovanissimi, quest’ultimi sempre più propensi ad arruolarsi nell’«esercito di Bacco». I controlli non sono finiti, continueranno nei prossimi giorni non solo nei bar, ma anche in altri locali pubblici.
Il fenomeno alcool sta sempre più preoccupando famiglie, autorità di pubblica sicurezza e sanitarie. Secondo alcuni genitori il fenomeno «Sta diventando pericoloso , con i dovuti distinguo, come il fenomeno droga, quindi i controlli nei locali pubblici vanno fatti, soprattutto per i minori»,
Giuseppe Vaccaro.
L’UNIONE SARDA
Oltre 100 casi all’anno
Il triste boom degli alcolisti in cura al Sert
Per i nuoresi la droga si chiama alcol. Vino, whisky, acquavite, con una certa predilezione per la birra. Le conseguenze sono le stesse: dipendenza, assuefazione e tolleranza. Bevono adulti e ragazzini (primo bicchiere sui 13 anni, prima sbronza a 15), si beve in allegria ma anche in lutto. Ai funerali, le donne stanno in chiesa, mentre gli uomini vanno a farsi un goccio. Fenomeno trasversale L’alcolismo è democratico, non conosce differenze sociali, tra il pastore, il manovale, il medico e il magistrato. «È un fenomeno radicato nella cultura locale, tipico delle zone in cui si producono alcolici, come il vino nel Nuorese» spiega Giuseppe Solinas, dirigente medico del Sert della Asl. Per capire: «Si accetta di non bere in famiglia quando c’è da sostenere un congiunto in fase di disintossicazione, ma non di bandire del tutto la bottiglia da casa. Perché, dicono, "se arriva un ospite cosa gli offro"?». Di questo particolare senso dell’ospitalità fanno parte anche le pressioni, a volte eccessive, sull’istranzu perché accetti un bicchierino al bar. A questo aspetto, tipico del folclore locale, se ne aggiunge un altro ben più drammatico: ogni anno al Sert arrivano dai 100 ai 150 alcolisti cronici, contro una ventina di drogati classici (coca, ero e prodotti sintetici). L’anno scorso, a 100 nuovi casi si sono aggiunti 67 "reingressi", cioè quelli che hanno provato a smettere ma non ce l’hanno fatta. In complesso, dal ’91 (data di apertura) a oggi, il Sert ha trattato più di 1.500 pazienti. Una casistica che assegna a Nuoro un tasso di alcolismo «dieci volte superiore a quella del resto dell’Isola». (*) E nei Sert finisce solo una parte dei bevitori cronici, quelli che rendono la vita in famiglia un inferno, o trovano un medico, un amico che vuole dargli una mano. Un discorso a parte meritano gli automobilisti beccati dalla Stradale "fuori norma": da agosto 2003 a dicembre 2004 la Commissione patenti ne ha spedito al Sert 232. La prevenzione. Se Nuoro è ai vertici per la diffusione dell’alcolismo, è all’avanguardia anche nella cura e prevenzione. «Al Sert pratichiamo un trattamento multidisciplinare medico - farmacologico, psicologico e sociale. Ma anche all’esterno, il paziente non viene lasciato solo col suo problema. Può infatti contare sul sostegno dei Cat (Club alcolisti in trattamento: 80 in Sardegna, 3 a Nuoro, 1 a Dorgali). Sono gruppi di mutuo aiuto, comunità multifamiliari che si riuniscono una volta alla settimana per discutere sui problemi di vita quotidiana, la terapia di mantenimento e il reinserimento». I Cat, in collaborazione col Centro di ascolto gestito dai Servizi sociali del Comune (diretto da Antonella Murgia), organizzano anche campagne di prevenzione, allestendo stand nelle strade, diffondendo volantini nei locali pubblici e perfino durante le partite della Nuorese. A questa strategia anti alcol si affianca la benemerita attività dei centri d’ascolto gestiti dagli alcolisti anonimi. (l. s.)
 
(*) Nota: nel Ser.T. di Nuoro la proporzione tra persone con problemi correlati all’alcol e quanti invece hanno problemi con le droghe illegali è inversa alla maggior parte degli altri servizi. La proporzione delle due tipologie di Nuoro però corrisponde a quella reale.
L’UNIONE SARDA
Il personaggio. Trent’anni, si occupa della parte tecnica nell’azienda di famiglia
Quando il vino è un affare da donne
Marianna Mura e il suo vermentino premiato al Vinitaly
Vino da donna, si diceva un tempo. A bassa, e quindi assai poco virile, gradazione alcolica e tendente al dolciastro. Roba da profani. Acqua, anzi vino, passato. Le signore ormai sono esperte del tralcio. Non solo nella titolata Toscana dove le nobildonne da tempo producono Chianti. Una delle menzioni speciali del Vinitaly che la terra del vermentino ha portato a casa si deve (anche) al lavoro di una gentile fanciulla. Lei è Marianna Mura, trent’anni ancora da compiere, laureanda in Enologia. Il vino, manco a dirlo un vermentino, è il Sienda, tesoro di casa Mura, quattro fratelli che hanno seguito e perfezionato l’attività del padre Filippo. La ragazza è brava, ha le idee chiare e non si è montata la testa. Tre requisiti che raramente si trovano tutti insieme. Ci tiene a suddividere equamente i meriti. Con Dino Addis, direttore della cantina sociale di Tempio, consulente esterno e in qualche misura maestro (lui a casa ha portato tre medaglie d’argento). Con il fratello Salvatore, 33 anni, «il vero motore dell’azienda». Con il babbo Filippo che quei vitigni li ha piantati trent’anni fa e li conosce meglio delle sue tasche. È un’azienda piccola, quella dei fratelli Mura, venti ettari di terra ad Azzanidò e 45.000 bottiglie l’anno che prendono la strada delle enoteche, degli wine bar e dei ristoranti. Un mercato di nicchia. Quattro vini prodotti, due rossi e due bianchi, il Sienda, vermentino di Gallura docg è la punta di diamante. «Quando abbiamo ricevuto la menzione nella categoria dei bianchi, mi sembrava di sognare. Negli anni scorsi avevamo già avuto due riconoscimenti per il Baja, il rosso, ma lì per noi sardi è più facile, tra i bianchi ci sono vini veramente grandissimi, inarrivabili». La ragione del successo? «Credo che oggi ci sia una tendenza generale al gusto particolare, legato a un determinato luogo. Piace il vitigno autoctono. Ci sono grandi vini internazionali, che sono perfetti ma magari non ti danno la stessa emozione». Com’è nata la passione per il vino? «L’amore per la terra fa parte di me. Vivo in campagna da quando avevo cinque anni. L’idea di occuparmene in maniera professionale però è recente. Ero iscritta in Scienze biologiche, vicino alla laurea quando ho deciso di cambiare e studiare Enologia nella facoltà di Oristano. Poi ho fatto stage in Veneto, in Franciacorta proprio per cercare di specializzarmi sul bianco». Non ci sono diffidenze verso una donna, per giunta giovane, che si occupa di vino?«Direi di no. Magari da noi è ancora un po’ anomalo, anche se ci sono le sorelle Argiolas che lo fanno da anni. Tradizionalmente è l’uomo che si occupa della terra. Devo dire che questo tipo di divisione esiste anche da noi per ragioni legate alla forza fisica. È mio fratello che, assieme a mio padre, cura il vigneto. Io entro in gioco in cantina, mi piace la parte tecnica. E qui si gioca ad armi pari». Come bevono i sardi? «In generale, amano il rosso, il cannonau. I galluresi invece sono forti sostenitori del loro vermentino. Sono piuttosto competenti e amano confrontare». Progetti futuri? «Alcuni riguardano strettamente il vino. Mi piacerebbe produrre una bottiglia cru dai vecchi vigneti e sto lavorando in laboratorio per ricavare lieviti dalle nostre uve e fare un vino che sia Mura al cento per cento. Mi piace molto sperimentare. Anche perché oggi fare un vino cattivo è difficile, ti devi impegnare davvero. La scommessa è farne uno che si distingua». E quelli che non riguardano il vino? «Riguardano l’azienda. Vogliamo realizzare una locanda dei sapori con degustazioni. In Sardegna abbiamo tante aziende che hanno la possibilità di sfruttare il turismo enogastronomico. Mica solo per i turisti in estate. Ci sono anche i sardi che si spostano e amano bere e mangiare bene». Cosa c’è dietro un buon vino? «Passione. È importante far sognare la gente, anche quando sta degustando un vino». Caterina De Roberto.
PANORAMA.IT
Germania: l’Oktoberfest impara il cinese
ANSA: (ANSA) - BERLINO, 27 APR -L’Oktoberfest, la kermesse della birra di Monaco di Baviera, si terra’ anche a Canton, la grande metropoli industriale del sud della Cina.Come ha annunciato il Governo bavarese, un accordo in questo senso e’ stato raggiunto dal ministro regionale per gli Affari Europei Eberhard Sinner (Csu) nel corso di un suo recente viaggio in Cina. Edizioni della Oktoberfest si tengono gia’ in altre citta’ dell’Estremo Oriente, fra le altre a Taipeh, capitale di Taiwan, e a Kuala Lumpur, in Malaysia.
YAHOO SALUTE
Trovato nel cervello tallone d’Achille
Battere disturbi d’ansia e tossicodipendenze potrebbe essere più facile ora che è stata scovata, in una regione profonda del cervello, l’area nervosa dove nasce la fiducia, nonché la sensazione di essere salvi e al sicuro. Autori della scoperta, pubblicata sulla prestigiosa rivista Neuron, sono Michael Rogan e il Nobel 2000 per la medicina per i suoi preziosi lavori sulla traduzione del segnale nervoso, Eric Kandel, alla Columbia University.
Il circuito che dà sicurezza e che si trova in profondità nel cervello, il caudoputamen, potrebbe rappresentare un punto di svolta nella terapia dei disturbi d’ansia e nelle tossicodipendenze perché l’effetto di alcol e droghe è direzionato anche in quest’area dove le sostanze producono senso di invulnerabilità.
Lo studio, condotto su topi, apre le porte a nuove linee di intervento per disturbi finora imputati ad altri centri nervosi. L’ansia infatti si ingenera quando il centro della paura, l’amigdala, è iperattivo o comunque vittima di disfunzioni. Tuttavia, ha spiegato Kandel, non può essere questo centro l’unico colpevole; l’altro lato della medaglia deve essere un circuito che lavora in modo opposto alla amigdala per darci sicurezza.
Con questa ipotesi alla mano i neurologi hanno addestrato un gruppo di topi a riconoscere in un segnale sonoro un “messaggio” di salvezza da piccole correnti elettriche. Sentire il suono per i roditori significava sentirsi al sicuro dalla fastidiosa scarica. Dopo l’addestramento i ricercatori hanno scrutato il cervello degli animali prima, in concomitanza e dopo l’ascolto del suono. Gli esperti hanno visto così che, come si aspettavano, l’amigdala diviene meno attiva dopo l’ascolto del suono. Ma gli scienziati hanno anche visto, a conferma della loro ipotesi di lavoro, che in concomitanza e dopo il suono nel caudoputamen si ha un picco di attività elettrica.
“Ciò significa che il caudoputamen reagisce a stimoli esterni, in questo caso il suono, per creare dentro di noi senso di sicurezza”, ha dichiarato Kandel. È probabile, secondo l’ipotesi avanzata da Kandel, che disfunzioni di questa regione nel cervello umano siano a loro volta colpevoli dell’insorgenza di disturbi d’ansia.
Inoltre controllando l’attività di questa regione, ha concluso il Nobel, potrebbe essere possibile un giorno bloccare le tossicodipendenze e controllare la sensazione di fiducia in sé tipica degli alcolisti, quella sensazione che, seducendoli col pensiero “tanto sono capace di fermarmi al primo bicchierino”, li guida dritti alla sbronza.
JOINTOGETHER.ORG
More People Driving Under Influence, CDC Says
4/26/2005
http://www.jointogether.org/sa/news/summaries/reader/0%2C1854%2C576785%2C00.html
A new national study suggest
Giovedì, 28 Aprile 2005
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