RASSEGNA STAMPA "ALCOL E GUIDA" Note
a cura di Alessandro Sbarbada |
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YAHOO NOTIZIE Alcol e giovani, sotto accusa la cultura del bere |
Ai giovani e alla prevenzione degli infortuni e delle disabilità nei luoghi di lavoro è stata dedicata la quarta edizione dell’ "Alcohol Prevention Day" (APD), in programma il 21 aprile. Il 2005 è un anno denso di iniziative nazionali, europee ed internazionali dedicate alla prevenzione dei problemi e delle malattie legate all’alcol. Il lancio della Campagna del Ministero della Salute su alcol e giovani rappresenta una risposta eloquente all’esigenza di evitare che un numero sempre crescente di giovani, in particolare quelli al di sotto dei 16 anni, si avvicini precocemente all’alcol attraverso una dilagante e spesso fuorviante cultura del bere inteso dai teen-ager più come uso di una sostanza che come consumo di una bevanda alcolica. Il numero degli adolescenti in Italia che consumano bevande alcoliche rimane elevato. Ad una diminuzione del 3,6 per cento registrata tra i 15enni e i 16enni nel 2002, fa da contrappeso un aumento pari al 9,2 per cento tra i giovanissimi. Nel complesso, l’Istituto Superiore di Sanità, sulla base dell’elaborazione annuale dell’Osservatorio nazionale Alcol - CNESPS - OssFAD, ha contato nel 2002, tra gli under 16, 723mila consumatori di bevande alcoliche. Rispetto al 2001 il calo registrato è del 3,6 per cento fortemente sostenuto dalle teen-agers (-12,6 per cento). Andando, tuttavia ad analizzare le tendenze di medio periodo 1998-2002 mentre per i 15enni e i 16enni si registrano diminuzioni nel numero di consumatori, sono proprio i più giovani, i 14enni, a registrare un incremento del 9,2 per cento. Tale evidenza si affianca a quella resa disponibile da altri studi in base a cui il 7 per cento dei giovani dichiara di ubriacarsi 3 volte la settimana. Le cose non vanno meglio nel mondo del lavoro, dove ogni anno l’INAIL riceve circa 940.000 denunce di infortuni di cui una percentuale compresa tra il 4 e il 20 per cento, pari a 37.000-188.000 incidenti, è dovuta al consumo di alcolici. “Spesso non ci si sofferma a pensare a quanto si beve abitualmente e non si riflette abbastanza sul fatto che, ai fini della tutela della salute, il rischio può di fatto essere neutralizzato attraverso il ricorso alla moderazione", afferma Emanuele Scafato, responsabile alcol dell’Osservatorio Fumo, Alcol e Droga dell’ISS. "E’ utile perciò sapere che un bicchiere di vino (125 ml), uno di birra (330 ml) o un bicchiere di superalcolico (40 ml) contengono la medesima quantità di alcol, ovvero 12 grammi. Le "Linee Guida per una sana alimentazione" prodotte dall’INRAN - Ministero delle Politiche Agricole e Forestali e quelle della Società Italiana di Alcologia che recepiscono le indicazioni dell’OMS, le indicazione del Ministero della Salute contenute nel Piano Sanitario Nazionale sono concordi nel definire un limite massimo di consumo giornaliero di bevande alcoliche durante i pasti (mai fuori dai pasti!) che non superi 2-3 bicchieri per gli uomini (20-40 g di alcol) e 1-2 per le donne (10-20 g). Quantità che vanno ulteriormente ridotte negli anziani e nei giovani. Oltre tale limite gli effetti negativi dell’alcol sulla salute prevalgono". L’Italia, poi, detiene in Europa un ulteriore primato: quello del primo bicchiere consumato a 11-12 anni, l’età più bassa nell’Unione Europea, dove la media si aggira sui 14 anni e mezzo (dati Eurobarometer). Per la prima volta da numerosi anni, si è osservata una lieve flessione nel numero dei consumatori di bevande alcoliche che rappresentano comunque l’88,6 per cento della popolazione maschile ed il 60,1 per cento di quella femminile con notevoli differenze relativamente all’età e alle bevande alcoliche consumate.. Nel 2002 sono stimati pari a circa 36 milioni i consumatori di bevande alcoliche in Italia (21 milioni, circa, i maschi, 15 milioni, circa, le femmine). Nonostante il consumo medio pro-capite di alcol puro sia diminuito del 37 per cento negli ultimi 20 anni (1981-2003) , da circa quattro anni il consumo medio sembra essersi stabilizzato e aver raggiunto un sostanziale plateau a 7,4 litri pro-capite per anno a cui hanno contribuito il forte calo delle vendite (e relativo consumo) del vino (-41,4 per cento) , dei superalcolici (-77,1 per cento) bilanciato da un incremento nei consumi di birra (+68,1 per cento). Ciò ha comportato un notevole calo nella mortalità alcol-correlata per le patologie croniche (cirrosi epatica ad esempio) ma ha scarsamente influenzato quella relativa agli incidenti stradali o domestici e, in genere, quella relativa alle patologie acute.
Il dettaglio dei dati è consultabile sul sito OssFAD. |
WINENEWS SOLTANTO IL 7% DEI GIOVANI BEVE IL VINO, LA BEVANDA PREFERITA SONO GLI “ALCOLPOPS” |
Il vino? Non è certo il motivo degli abusi di alcol
da parte dei giovani. I dati parlano chiaro. A metterlo in luce è una
indagine Ismea-AcNielsen sui consumi extradomestici che evidenzia come,
nel 2004, due terzi dei giovani di età compresa tra i 18 e i 24 anni
(65,3%) per gli spuntini, aperitivi e soprattutto nei dopocena fuori casa
si è recato nei bar, mentre solo il 7% ha scelto come luogo di consumo le
enoteche e i wine bar. La stessa ricerca dimostra come nei consumi fuori
casa, in momenti diversi dai tradizionali pasti, i giovani subito dopo gli
analcolici (27%) scelgono gli alcolici di diversa natura (21%), la birra
(16%) e per ultimo il vino (7,3%). Così Coldiretti e Città del vino hanno
avviato oggi la loro campagna informativa “Conoscere il vino fa bene alla
salute” diretta a promuovere la conoscenza e la degustazione consapevole
del vino e combattere il consumo sregolato di alcol nelle giovani
generazioni. Proprio tra i giovani, infatti, è ormai allarme per la
diffusione di cocktail, superalcolici e “alcolpops”, bibite che contengono
vodka e rum mascherate da innocui analcolici “ready to drink”.
L’iniziativa arriva in occasione della giornata nazionale di educazione
sul consumo di alcol, con una lezione di sommelier e nutrizionisti a
decine di studenti delle scuole superiori. Un progetto che punta a
promuovere con responsabilità modelli di consumo positivi, in occasione
dell’avvio della campagna informativa nazionale annunciata dal ministero
della Salute per contrastare l’abuso di alcol tra i giovani. Quella di
assaporare il vino è un’arte - hanno spiegato i “docenti” - è
l’espressione di uno stile di vita lento, attento all’equilibrio
psico-fisico che aiuta a stare bene con se stessi e si contrappone
totalmente ai comportamenti a rischio che sono alla base degli “happy hour”,
l’ora dell’aperitivo in tutta fretta a base di bevande alcoliche e
stuzzichini, dei “binge drinking”, il bere fino a ubriacarsi o degli “alcolpops”,
promossi con un’immagine di divertimento e socializzazione, che quasi
obbliga a continuare a bere. eccessi. (*) Lo dimostra il fatto che, secondo i dati dell’Associazione Italiana Sommelier, su un totale di poco più di 30.000 iscritti, il 40% è costituito da giovani che sempre più si iscrivono ai corsi di formazione professionale per diventare sommelier (**). Un vero boom che sta per portare alla nascita, per la prima volta in Italia, di un corso di studi universitario che garantisca al sommelier le conoscenze di base divenute necessarie per esercitare una professione sempre più ambita. Si tratta di un comportamento confermato dall’ultimo rapporto 2004 del Centro Studi Fipe-Confcommercio realizzato per conto del Silb (Sindacato Italiano dei Locali da Ballo) nei bar di discoteche, night club e sale da ballo secondo il quale il consumo di vino in valore in questi locali è addirittura inferiore a quello dei succhi di frutta: la quota di fatturato da alcolici rappresenta il 30,6% del totale, del quale il volume d’affari generato dal vino è pari a circa un decimo (3,5%) addirittura più basso di quello generato dai succhi di frutta (6,2%).
(*) Nota: l’idea che il consumo moderato di vino “combatta gli abusi” è sbagliata. È normale sentirlo dire dai produttori, il problema è che a volte lo crede anche chi per lavoro si occupa di prevenzione. Sarebbe come dire che istruire i giovani ad assaporare i sigari previene il successivo consumo di sigarette. Molte ricerche hanno dimostrato che nella prevenzione all’uso di droghe non ha molta importanza la sostanza di inizio. È quasi banale dirlo, ma è ovvio che il passaggio ad altre modalità di consumo è più facile in chi già conosce la sostanza. Lo stesso si può dire per il passaggio ad altre sostanze. È estremamente raro trovare persone che hanno avuto problemi con le droghe che non fumino o che da giovani erano astemi. Senza contare che il vino da solo basta e avanza per creare dei problemi.
(**) Nota: mi spiace non poter presentare dei dati diretti che avvalorino la mia idea, ma credete ad un astigiano cresciuto nella cultura del vino e del buon bere: tra sommelier, enologi, baristi, camerieri e cuochi l’incidenza dei problemi correlati all’alcol è più alta della media. Indirettamente questo può essere compreso in base all’evidenza che nelle regioni dove la cultura del vino è più presente ci sono più problemi alcol correlati che in altre regioni. È solo perché la gente non ascolta i consigli di sommelier e dietologi o perché l’alcol è una droga che ha una intrinseca pericolosità? Non dobbiamo aspettarci che una buona conoscenza migliori il rapporto con le droghe. Ricordiamoci sempre che la percentuale dei fumatori tra i medici è più alta che nel resto della popolazione. |
ASAPSSanità: Ministero, lotta aperta ad alcol sotto i 16 anni |
ROMA - Semaforo rosso all’alcol: va consumato con
moderazione perchè e’ dannoso alla salute, ma il suo uso e’ comunque da
evitare tassativamente nei ragazzi al di sotto dei 16 anni. E’ questo il
messaggio della Giornata Nazionale di Educazione sul consumo di Alcol
contro gli abusi tra i giovani che, promossa dal ministero della Salute,
si celebrera’ domani con varie iniziative. La lotta al consumo di alcolici
tra i minori e’, dunque, l’obiettivo primario della campagna di
informazione che, voluta dal ministro Sirchia, prendera’ il via domani. Ma
non si trattera’ di una campagna proibizionista: il chiarimento e’
arrivato nei giorni scorsi tra i ministri Sirchia e Alemanno, dopo che
quest’ultimo aveva duramente criticato i contenuti dell’opuscolo
sull’alcol comparso sul sito del governo e da lui ritenuto ’’fonte di
confusione generalizzata su tali prodotti’’.
(*) Nota: esattamente nello stesso momento in cui i sommelier istruivano i giovani “sull’arte di degustare il vino” il ministro della Salute Sirchia, partecipando al workshop della giornata di prevenzione alcologica, metteva in guardia usando testualmente queste parole: “ragazzi non seguite modelli che vengono proposti da chi ha solo lo scopo di guadagnare”. |
STAIBENE.IT Alcol e giovani: una love story contro l’abuso |
E’ l’iniziativa
dell’Istituto Superiore di Sanità |
BRESCIA OGGI
BRIONE. Due anni di confronti e occasioni di socializzazione ben riuscite
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A oltre due anni dalla presentazione, non è
eccessivo parlare del «Progetto giovani» di Brione come di una delle più
importanti occasioni di socialità. Nato con lo scopo di creare un gruppo
di amici che si confrontano e si divertono, ma che soprattutto sentono il
bisogno di crescere insieme, il progetto si è sviluppato attraverso
l’organizzazione di diverse iniziative: dai dibattiti alle serate di
karaoke; dai tornei di briscola e calciobalilla alle gite. Nicola Bonusi |
LA REPUBBLICA
Da maggio
campagna per i giovani e una fiction nelle scuole |
"Consumo moderato degli adulti e niente alcol tra i
minori". Questa è la ricetta del ministro Girolamo Sirchia per
salvaguardare la salute. Un invito diretto agli 800 mila under 16 che
consumano bevande alcoliche. E se tra i quindicenni ed i sedicenni,
secondo un’indagine dell’Istituto superiore di sanità, si è registrata una
diminuzione vicina a 4 per cento, il fascino di birra, superalcolici e
drink, è cresciuto quasi del 10 per cento tra i quattordicenni. E l’Italia
è in testa alla classifica europea del primo bicchiere: la media nel
nostro Paese è tra gli 11 e i 12 anni, mentre quella Ue è di 14 e mezzo.
Anche il ministero ha programmato una campagna che
dovrebbe partire nel mese di maggio, anche se il ministro Sirchia non ne
ha voluto parlare. Lo slogan, comunque, è "La bottiglia non è un gioco.
Bere troppo fa male, e i danni sono molto più gravi se hai meno di sedici
anni". Una campagna proibizionista? Al ministero smentiscono: non è un
divieto assoluto, né un diktat, è un modo per educare i giovani a tutelare
la propria salute, lanciando messaggi chiari a chi può essere influenzato
negativamente dalla pubblicità.
(*) Nota: ci mancava anche l’ortofonologo per paventarci lo spettro del proibizionismo. Si tratta di applicare una legge che già esiste. Anche proibire la guida dell’auto ai minorenni è un atto di proibizionismo e stimola la trasgressione. Perché non dovremmo regolamentare ai minori una cosa il cui uso fa 40.000 morti all’anno mentre ne proibiamo un’altra il cui uso ne provoca 6.500? Anche l’uso moderato dell’auto fa bene, come mai però nessuno afferma che “ li si può solo responsabilizzare rispetto alle loro potenziali scelte, che non vanno imposte”? |
LA GAZZETTA DI PARMA
Alcol: il
primo bicchiere a undici anni |
ROMA - A soli 11 o 12 anni, quando la fase adolescenziale non Ë ancora iniziata, ´mandano giùª il primo drink. E’ il triste primato dei teenager italiani, che fanno registrare l’età più bassa nell’Unione europea per quanto riguarda il consumo del primo bicchiere di alcol. I ´cuginiª europei infatti bevono il loro primo alcolico in media a 14 anni e mezzo. Non solo. Nel 2002 sono stati ben 723.000 gli under 16 italiani che hanno consumato bevande alcoliche. E se rispetto al 2001 c’è stato di fatto un calo del 3,6%, analizzando il trend di medio periodo 1998-2002, emerge che mentre per i quindicenni e sedicenni si registrano diminuzioni nel numero di consumatori di alcol, sono proprio i giovanissimi, i quattordicenni, a subire maggiormente il fascino della bottiglia, facendo registrare un incremento del 9,2%. I numeri dell’alcol tra i giovani sono stati diffusi ieri in occasione della quarta edizione dell’Alcohol Prevention Day. E in un convegno organizzato a Roma, l’Istituto superiore di Sanità lancia il progetto ´Se sai come navigare sai come bereª, rivolto agli studenti delle scuole medie per discutere, capire e affrontare il problema alcol. ´Spesso non ci si sofferma a pensare a quanto si beve abitualmente _ sottolinea Emanuele Scafato, responsabile alcol dell’Osservatorio fumo, alcol e droga dell’Iss - e non si riflette abbastanza sul fatto che, per tutelare la salute, il rischio può di fatto essere neutralizzato bevendo moderatamenteª. ´E’ utile perciò sapere che un bicchiere di vino, uno di birra o un superalcolico contengono la stessa quantità di alcol, ovvero 12 grammiª, aggiunge l’esperto. Ma quando si può parlare di consumo moderato e non nocivo? Il limite massimo di consumo giornaliero di bevande alcoliche durante i pasti, e mai fuori, non deve superare i due o tre bicchieri per gli uomini (20-40 grammi di alcol) e uno o due per le donne (10-20 grammi). ´Quantità - conclude Scafato - che vanno ulteriormente ridotte negli anziani e nei giovani. Se si supera questo limite, gli effetti negativi dell’alcol sulla salute prevalgonoª. Effetti spesso devastanti. Ogni anno in Italia sono infatti circa 40.000 le persone che muoiono a causa dell’alcol per cirrosi epatica, tumori, infarto emorragico, suicidi, aborti, omicidi, incidenti in ambiente lavorativo, domestico nonchè incidenti stradali. |
LA PROVINCIA DI CREMONA Prevenzione, ‘E tu dove voli’ per combattere l’abuso d’alcol |
RIVOLTA D’ADDA — Nell’ambito del progetto volto a prevenire o almeno limitare il fenomeno della dipendenza dei giovani da alcool e droghe, si tiene questa sera a Rivolta, presso la palestra delle scuole medie, con inizio alle 21, una serata-dibattito sul tema ‘E tu…..dove voli? Adulti e ragazzi in viaggio: insieme è possibile?’. Interverranno don Gino Rigoldi, cappellano del carcere minorile ‘Beccaria’ di Milano e profondo conoscitore delle problematiche e dei disagi del mondo giovanile, e l’allenatore di calcio rivoltano Emiliano Mondonico. Giorgio Cerizza, responsabile del servizio di Alcologia del locale Ospedale Santa Marta, svolgerà il ruolo di moderatore. Ad organizzare l’iniziativa è il Comune di Rivolta, in collaborazione con la scuola media, l’oratorio Sant’Alberto Quadrelli, il servizio Alcologia del Santa Marta, l’associazione culturale ‘Ildebranda’, i laboratori di ‘Colorinrete’, l’associazione ‘La Fabbrica’ e l’associazione ‘A 3 passi dal cielo’. Alla serata sono invitati i genitori e tutti coloro che lavorano con e per i ragazzi che potranno intervenire per presentare la propria esperienza oppure rivolgere domande agli ospiti. Quella di stasera è una tappa importante per questo progetto di prevenzione che ha preso il via nell’autunno scorso, su iniziativa dell’assessorato comunale ai Servizi Sociali. |
IL GAZZETTINO «Papà aiuto, vieni, qui c’è una sparatoria» La figlia di 10 anni ha assistito al ferimento della madre e all’uccisione del convivente della donna |
«Papà, aiuto, vieni subito, qui è successa una sparatoria». P. ha 10 anni e ha appena assistito a una scena terribile. Sono da poco passate le 21 e nella casa al numero 18 di via San Giovanni, nella frazione di Muris, il prozio Giuseppe Stibel, 47 anni, ha sparato con una rivoltella e una pistola a sua madre, Kristina Stibel, di origine croata, 29 anni, e al suo convivente, Gheorghe Apatachioaie, 27 anni, rumeno. La nonna, Rosa Stibel Cencic, sta urlando a perdifiato e fuggendo anch’essa dalla casa. «In pochi minuti sono arrivato alla casa - racconta sconvolto il padre di P., Patrick Ceschin, 33 anni, separato da tre anni - e ho visto la mia ex moglie sulla porta che chiedeva aiuto, tutta insanguinata. A terra, nella cucina, immobile, era steso il suo convivente, in una pozza di sangue. Ho chiamato subito il 118. La mia ex moglie non riusciva a spiegare, non parlava, chiedeva solo aiuto... La bambina fortunatamente si è rifugiata poche case più in là, dalla famiglia di un suo compagno di scuola. È sotto choc...». E subito i nonni paterni si sono presi cura di lei. Intanto lo sparatore, ex prosciuttaio, attualmente muratore, si costituisce ai carabinieri di San Daniele, consegnando loro una vecchia rivoltella a una pistola Beretta modello 34. Kristina Stibel viene ricoverata all’ospedale di San Daniele, ma poco dopo è trasferita a Udine, in terapia intensiva. È molto grave, un proiettile le ha sfiorato il cuore. Gheorghe Apatachioaie, che pochi giorni fa aveva compiuto 27 anni, è invece privo di vita, ucciso da diversi colpi di arma da fuoco esplosi a distanza ravvicinata. I vicini di casa sentono qualche colpo, non ci fanno caso. Guardano la televisione o cenano. È la sirena dell’ambulanza che svela loro quello che è successo. Le spiegazioni di un gesto che appare frutto di follia omicida vengono fuori a poco a poco. «Litigavano spesso - dice un vicino che non vuol rendere noto il suo nome - e anch’io sono in causa con quella famiglia per una questione di recinzione. Venti giorni fa, verso le 23.30 erano venuti addirittura i carabinieri. Sì, un po’ ero spaventato da loro...». La casa del delitto è una costruzione tipica friulana, con il cortile e un grande edificio ristrutturato. Rosa Stibel Cencic l’aveva acquistata con suo marito, morto due anni fa, dopo il terremoto del ’76. Ha quattro figli, due maschi e due femmine. Uno vive con lei, Giuseppe, l’omicida. Sua nipote Kristina era arrivata nella casa un paio di mesi fa, con il suo convivente e la figlia, prima abitava a Villanova. L’uomo lavorava a Udine in una pizzeria, lei era occupata in una impresa di pulizie. Questo arrivo aveva, a quanto riferiscono i vicini, provocato la contrarietà di Giuseppe, che forse temeva per l’eredità e comunque non tollerava quell’"invasione", anche perchè Rosa aveva concesso alla famigliola di sistemarsi ai piani di sopra... Giuseppe Stibel non era molto noto in paese, non conduceva nessuna vita comunitaria: «Ogni tanto veniva all’osteria - raccontano - e beveva. Spesso era ubriaco... Non aveva amici». Aveva però la passione delle armi , oltre a quelle che ha consegnato ai carabinieri di San Daniele gli inquirenti hanno trovato nella sua abitazione altre pistole e un coltello. Un’ulteriore lama gli era stata sequestrata, sempre dai carabinieri, un paio di giorni fa. «Nessuno si era occupato di quest’uomo - lamenta l’ex marito di Kristina - anche se dava segni di squilibrio, aggravati dalle bevute, nessuno, nessuna istituzioni l’ha controllato...». Sul luogo del delitto il medico legale Carlo Moreschi ha compiuto il primo esame necroscopico, mentre le indagini dei carabinieri del Rono di Udine e della stazione di San Daniele sono coordinate dal procuratore aggiunto Giancarlo Bonocore che ha compiuto in nottata il sopralluogo. «Allo stato non c’è nulla da riferire», ha dichiarato, al termine. A Muris ieri sera c’era anche la polizia con la Mobile e la Volante |
LA PROVINCIA DI COMO TRIBUNALE. A processo per una vicenda che sembra una storia di altri tempi Picchia i figli e la moglie. Lei lo difende |
Un uomo di 37 anni è stato condannato a un anno di reclusione - pena convertita in due anni di libertà vigilata - per maltrattamenti in famiglia. Ieri, nell’aula del tribunale di Cantù, si è aperto il sipario su una situazione ormai d’altri tempi per la nostra terra e che vede coinvolta una famiglia boliviana residente in un paese del Canturino. Al vaglio del giudice Giuseppe Vanore anni di quotidiani soprusi: quelli del 1999 il 2003, il periodo al quale si riferiva una denuncia presentata dalla moglie dell’uomo dopo una delle liti più drammatiche, ma una denuncia che la stessa moglie ha poi ritirato, anche se ormai la macchina giudiziaria si era messa in moto. E ieri, in tribunale a Cantù, si è dispiegata in tutta la sua drammaticità uno di quei casi famigliari che negli strati popolari dell’America latina sono storia comune ma che vissuti e raccontati qui sembrano solo letteratura. Un padre - di professione operaio - spesso ubriaco e violento che scarica la propria rabbia sui figli e sulla moglie. La quale, in un’occasione, per difendersi aveva anche brandito un paio di forbici ferendo il consorte alla testa. E, ieri, in aula il marito non c’era. C’era invece lei, con la sua storia di sofferenze: un primo figlio all’età di 15 anni e poi questo marito al quale ha dato altri quattro figli. E l’emigrazione in Italia alla ricerca di una vita migliore. C’era lei a offrire una "nuova" verità, a dire che quelle percosse non erano vere, a dire che quel marito è il migliore che possa avere, che quella denuncia era stata presentata in un momento difficile. Con il pubblico ministero Vanessa Ragazzi a cercare di ricostruire la situazione reale, senza voler infierire ulteriormente su una donna già provata. Che - coi nostri occhi - definiremmo plagiata e che invece non è altro che prigioniera di una vita antica, di una condizione femminile che in certe culture è ancorata ad altri tempi. |
L’ARENA
Nottata di controlli
dei militari di Villafranca sulla Statale 11. Bloccata anche una giovane che
non era in regola con il permesso di soggiorno
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Un idraulico ventiseienne di Sona ha patteggiato sei mesi per resistenza, violenza e guida in stato di ebbrezza
Per due volte al volante dall’autovettura intestata
alla madre ha tentato di travolgere i carabinieri che gli intimavano
l’«alt». Arrestato e processato per direttissima ha patteggiato sei mesi
di reclusione ed è tornato subito in libertà per effetto della sospensione
condizionale della pena. |
L’UNIONE SARDA Tribunale. La vittima l’aveva accolto in casa sperando di liberarlo dall’alcolismo Maltrattava il gemello: patteggia sei mesi |
Aveva accolto in casa volentieri il gemello che aveva problemi legati soprattutto alla dipendenza dall’alcol. Eppure il fratello non gli aveva negato ospitalità. Solo che, a un certo punto, il padrone di casa si era stufato di sopportare le intemperanze del coinquilino e, dopo l’ennesima scenata, lo aveva denunciato. Sperava in quel modo che il gemello rivedesse la sua vita e cercasse di cambiarla. Ed è proprio quello che è successo. Ieri mattina Angelo Floris, 40 anni, cagliaritano ha patteggiato col pubblico ministero Rossana Allieri la pena di sei mesi con la sospensione condizionale. L’imputato era accusato di maltrattamenti in famiglia per aver molestato, soprattutto psicologicamente, il fratello gemello. I fatti contestati risalgono al 2002: dopo la denuncia Angelo Floris ha cominciato a frequentare l’associazione alcolisti anonimi e, a poco a poco,è riuscito a uscire al tunnel. I due gemelli erano entrambi presenti ieri mattina nell’aula delle udienze preliminari: il processo non c’è stato perché l’imputato ha scelto di patteggiare e il giudice Luisanna Melis, ritenuta congrua la pena concordata da accusa e difesa, ha ratificato l’accordo. I fatti risalgono a tre anni fa: quando Angelo Floris rientrava alterato a casa, non aveva rispetto per niente e nessuno, si esprimeva con parolacce, imbrattava i pavimenti, maltrattava anche fisicamente il fratello gemello che pure gli aveva dato ospitalità nella sua abitazione. Quando non ne ha potuto più il proprietario di casa aveva denunciato il gemello che era così finito sotto inchiesta per maltrattamenti in famiglia. La vicenda si è conclusa ieri mattina col patteggiamento. |
TG com "Bevo e dimentico la classifica" Nottingham, sbronza pre-match decisivo |
E’ scandalo in Inghilterra per il comportamento dei giocatori del Nottingham Forest, squadra dal passato glorioso che ora rischia di retrocedere in terza divisione. Secondo quanto raccontato dal tabloid ’Mirror’, la sera precedente un match decisivo per le sorti del campionato, 12 calciatori sono stati protagonisti di una colossale bevuta in un pub con tanto di molestie alle cameriere. La società ha aperto un’inchiesta.
Davvero una brutta fine per un club che sul finire
degli anni ’70 fu addirittura capace di portare a casa due Coppe Campioni
consecutive. Adesso il presente è lottare non finire addirittura in terza
divisione, ma a quanto pare quello che per i tifosi è uno spettro
agghiacciante, non turba più di tanto i sonni dei giocatori che, anzi, si
danno ai bagordi in prossimità di partite decisive per il loro futuro,
come quella con il Burnley in pro
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