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Rassegna stampa alcol e guida del 21 aprile 2005

RASSEGNA STAMPA "ALCOL E GUIDA"

Note a cura di Alessandro Sbarbada
Servitore-insegnante in un Club degli Alcolisti in trattamento a Mantova.


MINISTEROSALUTE.IT

Ministro Sirchia: "Moderazione negli adulti e niente alcol fra i minori"

Si è svolta a Roma il 21 aprile la quarta edizione dell’Alcohol Prevention Day (APD), manifestazione dedicata alla prevenzione alcologica organizzata dall’Istituto Superiore di Sanità.
E’ intervenuto al workshop il Ministro della Salute Girolamo Sirchia, che ha sempre ostacolato i modelli culturali volti al consumo di alcol e tabacco, a favore di uno stile di vita più salutare. "Moderazione negli adulti e niente alcol fra i minori": è questa, secondo il Ministro, la regola da seguire per salvaguardare la salute.
"Siamo ben consci - ha aggiunto - che il vino è una ricchezza nazionale, un prodotto delizioso, e anche io amo berlo. Ma bisogna usare il cervello".

Sono ancora troppi gli adolescenti in Italia che consumano alcol. Secondo le informazioni relative alla Rilevazione 2002 dei dati di attività dei Servizi per la cura delle alcoldipendenze (Ministero della Salute) gli alcoldipendenti di sesso maschile sono passati da 16.361 nel 1996 a 34.191 nel 2002, mentre le donne alcoldipendenti sono passate da 5.148 a 10.299 con un abbassamento dell’età media, registrabile in particolare per gli utenti più giovani.
Contestualmente è aumentato il numero dei Servizi,passando dai 280 del 1996 ai 423 del 2002, a testimonianza dell’attivazione regionale nei confronti di una domanda crescente. Nel suo intervento il Ministro ha ricordato come un numero sempre crescente di ragazzi si avvicini precocemente all’alcol attraverso una dilagante e spesso fuorviante cultura del bere inteso dai teen-ager più come uso di una sostanza che come consumo di una bevanda alcolica.

Fra le nuove preoccupazioni legate al consumo di alcol, c’è quella del ’binge drinking’, il bere per il gusto di ubriacarsi, un atteggiamento in crescita che rappresenta un vero e proprio momento di sballo per annullare pensieri e preoccupazioni. "Parlare ai giovanissimi non è facile ñ afferma Sirchia ñ ma speriamo di arrivare a molti di essi per far capire loro che non è necessario bere per divertirsi, rovinandosi così la salute".

CORRIERE ROMAGNA (Forlì)

Pericolo alcol sulle strade Opuscolo per la prevenzione

Forlì - L’alcol, "l’unico pieno che non ti fa andare lontano". E’ questo l’imputato numero uno delle "stragi del sabato sera", che continuano a presentare numeri allarmanti, tanto che Asaps (associazione sostenitori amici della polizia stradale) e Sicurstrada, hanno pubblicato un opuscolo dall’eloquente titolo "Non bere più del tuo motore", per informare sui rischi connessi alla guida in stato di ebrezza. "Dietro la scelta di dare alle stampe questo volumetto - illustra Giordano Biserni, presidente nazionale di Asaps - ci sono dati statistici preoccupanti. Da una ricerca da noi effettuata, è, infatti, emerso come, il sabato e la domenica, si registrino il 50% delle vittime degli incidenti notturni, con 723 morti, pari al 12% delle 6.015 vittime della strada di tutto l’anno". Lo studio, relativo al 2003, denuncia come nella fascia notturna dalle 24 alle 7 dei due giorni del fine settimana, si siano verificati, nelle sole strade extraurbane, 4.285 incidenti su un totale di 9.024, pari al 47,38% dell’intera settimana. Le conseguenze? Fra sabato e domenica, si contano 457 morti e e 7.768 feriti, un bollettino di guerra se si pensa che, nei setti giorni, i decessi sono 900 e i feriti 14.863. Non va meglio sulle strade urbane, dove in totale i sinistri sono 18.280, di cui 8.037 nel week-end. Qui i morti sono 266 su un totale di 558 nell’arco dell’intera settimana e i feriti 13.310 su 27.775. "Molti non conoscono gli effetti che provoca l’alcol su chi si mette alla guida - illustra Sandro Vedovi, segretario nazionale di Sicurstrada - con questo opuscolo abbiamo voluto offrire un contributo informativo, ricordando, fra l’altro, cosa dice la normativa in materia". A Forlì, il vademecum verrà distribuito l’8 maggio, al parco urbano "Franco Agosto", in occasione della giornata sulla sicurezza, mentre l’Osservatorio provinciale sulla sicurezza stradale lo consegnerà a tutti gli istituti del nostro territorio che ne facciano richiesta. "Fare prevenzione è importante - conclude Biserni - ma è difficile raggiungere risultati senza controlli sistematici". Matteo Dall’Agata

IL GAZZETTINO (Padova)

Roberto Nasonio un anno fa, ubriaco, rubò un’auto ed investì, uccidendoli, marito e moglie. Non s’era nemmeno fermato

Travolse una coppia: 4 anni e 4 mesi

Il pirata venne arrestato qualche giorno dopo la tragedia. Ieri ha patteggiato la pena

Padova

(L.L.) Ha deciso di concordare la pena. Quattro anni e quattro mesi di reclusione per omicidio colposo plurimo, omissione di soccorso, guida in stato di ebbrezza, furto dell’autocon la quale ha causato la tragedia nella quale sono morti i coniugi di Maserà, oltre alla calunnia nei confronti dei carabinieri, accusati ingiustamente di averlo malmenato. Roberto Nasonio, detto "Pignatèo", quarantaduenne pregiudicato di Anguillara, ha patteggiato ieri mattina davanti al giudice dell’udienza preliminare, Claudio Marassi. La pena è stata concordata dal suo difensore, avvocato Marco Crimi, con il pubblico ministero Bruno Cerchi.

Il 24 aprile dello scorso anno "Pignatèo" aveva causato un incidente tra Bagnoli e Anguillara nelquale persero la vita Giuseppe Simionato, di 69 anni, e la moglie Alessandra Magon, di 67 anni. L’individuo era stato arrestato qualche giorno dopo per ordine del giudice delle indagini preliminari, Rita Cesarina Bortolotti.

Erano stati l’ex moglie e il padre a chiedere l’intervento dei carabinieri di Bagnoli il pomeriggio del 24 aprile dello scorso anno. Dopo essere rincasato, Nasonio era andato dall’ex consorte. Non avrebbe dovuto neppure entrare in quella casa, ma la donna chiudeva un occhio per via dei figli. Ed aveva passato alcune ore a leggere e a bere. "Ho bevuto mezza bottiglia di whisky e mi sono addormentato. Quando mi sono svegliato ero nella caserma dei carabinieri di Bagnoli", aveva raccontato l’uomo al giudice delle indagini preliminari durante l’udienza di convalida.

Non era vero. Non si era addormentato. Si era messo a litigare, tanto che l’ex consorte aveva chiesto aiuto al suocero. Quando si era trovato davanti anche il padre, "Pignatèo" era andato su tutte le furie. Erano le 19,30 quando Nasonio era entrato nella caserma di Bagnoli. Ed erano le 19,35 quando il ladro si era impossessato della Citroen Xsara, della Varisco Wellpoint, parcheggiata davanti al teatro Goldoni con le chiavi nel cruscotto. Quindi il pregiudicato (che raccontò di essere stato picchiato) in caserma non ci era rimasto neanche cinque minuti. Il conducente della Citroen si era recato subito a far denuncia e i militari dell’Arma avevano intuito che l’auto poteva essere stata rubata da "Pignatèo". E si erano lanciati al suo inseguimento lungo la provinciale. Erano arrivati sul luogo dell’incidente appena dopo lo schianto e in tempo per vedere che Nasonio, il quale indossava pantaloni blu, una maglietta grigia e una felpa color panna, scappava attraverso la campagna. Lo avevano atteso a casa.

24ORE Sanità

Alcohol prevention day: Iss in campo per giovani e lavoratori

"Moderazione negli adulti e niente fra i minori": è questa, secondo il ministro della Salute Girolamo Sirchia, la regola alla quale bisognerebbe attenersi per salvaguardare la salute, quando si parla di alcol. In occasione della Giornata di prevenzione dall’alcol, il ministro partecipando ad un incontro organizzato all’ Istituto superiore di Sanità per presentare gli ultimi dati e iniziative, si è rivolto direttamente e idealmente ai giovani: "Ragazzi, attenti a non rovinarvi la salute - ha detto il ministro rispondendo a quanti gli chiedevano cosa avrebbe voluto dire ai minori - non serve bere per divertirsi e per fare amicizia. Non seguite modelli che vengono proposti da chi ha lo scopo di guadagnare".

Sirchia, che durante il suo mandato ha sempre combattuto gli stili di vita pericolosi per la salute, a partire dal fumo, ha confermato la sua opposizione ai modelli culturali che sono stati proposti in passato con forza e che ancora esistono per imporre consumi di tabacco ma anche di alcol. "Ragazzi, vi usano - ha aggiunto il ministro - siete solo strumenti nelle mani di chi guadagna". Ma Sirchia ha anche voluto spiegare che nella campagna ministeriale che prevede un impegno di comunicazione attraverso tutti i media, non esiste nessun intento di negare quella che è per lui una realtà incontrovertibile: "Siamo ben consci - ha aggiunto - che il vino è una ricchezza nazionale, un prodotto delizioso, e anche io amo berlo. Ma bisogna usare il cervello".

E fra le nuove preoccupazioni legate proprio al consumo di alcol, c’è quella del ’binge drinking’, il bere per ubriacarsi, un atteggiamento in crescita che rappresenta un vero e proprio momento di sballo per annullare pensieri e preoccupazioni. Il fenomeno è sempre più sganciato dal modello culturale mediterraneo, caratterizzato da consumi moderati e legati ai pasti, ma i dati dell’ Istituto superiore di Sanità confermano che si tratta di un fenomeno in crescita, una sorta di ponte verso l’eccesso e l’uso di altre sostanze illegali.

Sono ancora troppi gli adolescenti in Italia che consumano alcol, mentre è diminuito del 3,6% il numero dei ragazzi fra i 15 e i 16 anni nel 2002, contemporaneamente è aumentato del 9,2% il numero dei bevitori fra i giovanissimi con meno di quell’eta. L’Italia detiene un primato: quello del primo bicchiere consumato a 11-12 anni, l’età più bassa dell’Ue, dove la media si aggira sui 14 anni e mezzo. In tutto circa 800mila giovani subiscono il fascino della bottiglia e fra il 4 e il 20% degli infortuni sul lavoro è causato proprio dall’alcool.

Nel complesso, l’Iss ha contato nel 2002 fra gli under 16 ben 723mila consumatori di bevande alcoliche. Rispetto al 2001 il calo registrato è stato del 3,6%, fortemente sostenuto dalle teenagers (-12,6%). Tuttavia l’analisi delle tendenze di medio periodo fra il 1998 ed il 2002 mette in luce che mentre per i quindicenni e sedicenni si registra una diminuzione del numero di consumatori, sono proprio i più giovani, i quattordicenni, a registrare un incremento del 9,2 per cento. Un dato che trova conferma in altri studi secondo i quali ben il 7% dei giovani dichiara di ubriacarsi 3 volte a settimana.

Le cose non vanno meglio nel mondo del lavoro, dove ogni anno l’Inail riceve circa 940 mila denunce di infortuni di cui una percentuale compresa tra il 4 e il 20%, pari a 37-188 mila incidenti, è dovuta al consumo di alcolici.

Per la prima volta da numerosi anni, si è osservata una lieve flessione nel numero dei consumatori di alcol, che comunque rappresentano l’88,6% della popolazione maschile ed il 60,1% di quella femminile.

Nel 2002 sono stati stimati 36 milioni i consumatori di alcol in Italia (21 milioni circa gli uomini, 15 le donne). Nonostante il consumo medio pro-capite di alcol puro sia diminuito del 37% negli ultimi 20 anni, da circa 4 anni il consumo medio si è stabilizzato a 7,4 litri pro-capite per anno. Nelle scelte gli italiani preferiscono sempre meno il vino (-41,4%), i superalcolici (-77,1%) mentre aumentano i consumi di birra (+68,1 per cento). Questo ha comportato un notevole calo della mortalità per alcol correlata alle patologie croniche come la cirrosi epatica, ma ha influito poco sugli incidenti stradali e domestici e sulle patologie acute. Si stima infine, sempre secondo i dati forniti dall’Iss, che gli alcolisti siano circa un milione, in maggioranza maschi, con un rapporto di 3 a 1 rispetto alle donne. Gli astemi rappresentano il 27,2% della popolazione.

HELPCONSUMATORI

ISS: Alcohol Prevention Day, troppi giovani consumano bevande alcoliche

Lo studio rileva che il numero di giovani che consumano bevande alcoliche in Italia rimane elevato

 

Il numero degli adolescenti in Italia che consumano bevande alcoliche rimane elevato. Ad una diminuzione del 3,6% registrata tra i 15enni e i 16enni nel 2002, fa da contrappeso un aumento pari al 9,2% tra i giovanissimi. Nel complesso, l’Istituto Superiore di Sanità, sulla base dell’elaborazione annuale dell’Osservatorio nazionale Alcol ha contato nel 2002, tra gli under 16, 723mila consumatori di bevande alcoliche. Rispetto al 2001 il calo registrato è del 3,6 % fortemente sostenuto dalle teen-agers (-12,6 %). Andando, tuttavia ad analizzare le tendenze di medio periodo 1998-2002 mentre per i 15enni e i 16enni si registrano diminuzioni nel numero di consumatori, sono proprio i più giovani, i 14enni, a registrare un incremento del 9,2. Tale evidenza si affianca a quella resa disponibile da altri studi in base a cui il 7% dei giovani dichiara di ubriacarsi 3 volte la settimana.

 

Le cose non vanno meglio nel mondo del lavoro, dove ogni anno l’INAIL riceve circa 940.000 denunce di infortuni di cui una percentuale compresa tra il 4 e il 20%, pari a 37.000-188.000 incidenti, è dovuta al consumo di alcolici.
L’Italia detiene in Europa un ulteriore primato: quello del primo bicchiere consumato a 11-12 anni, l’età più bassa nell’Unione Europea, dove la media si aggira sui 14 anni e mezzo (dati Eurobarometer).

 

Per la prima volta da numerosi anni, si è osservata una lieve flessione nel numero dei consumatori di bevande alcoliche che rappresentano comunque l’88,6 % della popolazione maschile ed il 60,1 % di quella femminile con notevoli differenze relativamente all’età e alle bevande alcoliche consumate.. Nel 2002 sono stimati pari a circa 36 milioni i consumatori di bevande alcoliche in Italia (21 milioni, circa, i maschi, 15 milioni, circa, le femmine). Nonostante il consumo medio pro-capite di alcol puro sia diminuito del 37% negli ultimi 20 anni (1981-2003) , da circa quattro anni il consumo medio sembra essersi stabilizzato e aver raggiunto un sostanziale plateau a 7,4 litri pro-capite per anno a cui hanno contribuito il forte calo delle vendite (e relativo consumo) del vino (-41,4 %) , dei superalcolici (-77,1%) bilanciato da un incremento nei consumi di birra (+68,1 %). Ciò ha comportato un notevole calo nella mortalità alcol-correlata per le patologie croniche (cirrosi epatica ad es.) ma ha scarsamente influenzato quella relativa agli incidenti stradali o domestici e, in genere, quella relativa alle patologie acute.

 

Si stima che gli alcolisti siano circa un milione, prevalentemente maschi, con un rapporto maschi/femmine di 3 a 1 circa. Gli astemi, infine, nel 2002 presentano per la prima volta nel corso degli ultimi anni un lieve incremento che li riporta ai livelli del 1998, rappresentando il 27,2 % della popolazione (il 39,9 % delle femmine, il 13,4 % dei maschi ).
Per consultare i dati completi visitare il sito www.ossfad.iss.it.

 

HELPCONSUMATORI

ISS: alcol e lavoro, 100.000 infortuni l’anno

Centinaia le denunce presentate dall’Inail: la causa degli incidenti su il lavoro è correlata all’alcol

 

Una percentuale compresa tra il 4 e il 20% di tutti gli incidenti che capitano sui luoghi di lavoro, 940.000 ogni anno secondo le denunce presentate all’INAIL, risulta alcol correlata. Ciò significa che dei 940.000 infortuni segnalati, 37.000-188.000 trovano la loro causa nell’uso e abuso di alcol. Il 51% del totale degli infortuni avviene con modalità del tipo "ha urtato contro...", "ha messo un piede in fallo...", "è caduto dall’alto...", mentre l’11% è rappresentato da incidenti stradali. Questi i dati contenuti in un libretto sviluppato dal Progetto "Alcol e Lavoro" a cui l’Istituto Superiore di Sanità ha collaborato. L’opuscolo è il frutto del progetto omonimo finanziato dal Ministero della Salute che ha coinvolto le Regioni Italiane con Regione capofila la Toscana (Centro Alcologico Regionale - CAR).

 

Non si tratta certamente di un problema solo italiano. L’Organizzazione Internazionale per il Lavoro attesta che il 10-12% di tutti i lavoratori di età superiore ai 16 anni ha problemi legati all’abuso o alla dipendenza da alcol. Una recente ricerca dell’Associazione Dirigenti Risorse Umane ha stimato, inoltre, che il 45% dei manager abusa di alcol (*).

 

Esiste un lungo elenco di attività lavorative in cui è raccomandata l’astensione da bevande alcoliche, ma, in generale, è importante ricordare che laddove è richiesta concentrazione e attenzione o è previsto l’uso di macchinari e veicoli, il consumo di alcol deve essere azzerato. E’, inoltre, utile sapere che la velocità con cui il fegato elimina l’alcol (questo, infatti, una volta assorbito per il 20% dallo stomaco e per l’80% dall’intestino, passa al sangue e da qui al fegato che ha il compito di smaltirlo), si aggira su una media di un bicchiere all’ora. Quindi, chi lavora deve necessariamente aspettare almeno un’ora, dopo aver bevuto un bicchiere, per riprendere a lavorare.

 

Legge quadro in materia di alcol e problemi alcol correlati
Di lavoratori affetti da tali patologie si parla nella legge quadro in materia di alcol e di problemi alcol correlati del 30 marzo 2001 n. 125. In essa importante è l’articolo 15, ove assieme a divieti e procedure si afferma il diritto del lavoratore ammalato ad accedere a programmi terapeutico-riabilitativi, senza incorrere nella immediata e automatica perdita del lavoro. E’ in corso di elaborazione il decreto che identifica l’elenco delle lavorazioni a "elevato rischio" (previsto all’articolo 15 entro 90 giorni dall’entrata in vigore della legge); di tale elenco esiste esclusivamente una proposta congiunta della Società Italiana di algologia e dell’Associazione Nazionale dei Medici del Lavoro Pubblici.

 

Per consultare la L. 125/01 visitare il sito www.parlamento.it

 

 

 

(*) Nota: dopo quello sui manager, sarebbe interessante fare uno studio sui parlamentari.

 

HELPCONSUMATORI

Alcol, appello di Sirchia ai giovani

Sirchia si rivolge direttamente ai giovani durante un incontro organizzato presso l’Istituto superiore di sanità per presentare gli ultimi dati ed iniziative, in occasione della Giornata di prevenzione dall’alcol: "Ragazzi, attenti a non rovinarvi la salute. Non serve bere per divertirsi e per fare amicizia. Non seguite modelli che vengono proposti da chi ha lo scopo di guadagnare".

Così, il ministro della Salute Girolamo Sirchia continua la sua battaglia contro gli stili di vita pericolosi per la salute e contro i modelli culturali che, proposti con forza in passato per imporre il consumo di alcol e tabacco, ancora oggi sopravvivono.
La regola cui bisognerebbe attenersi per salvaguardare la salute in particolare dai danni dell’alcol, è, a detta del ministro: "Moderazione negli adulti e niente fra i minori". E aggiunge: "Ragazzi, vi usano; siete solo strumenti nelle mani di chi guadagna".

Preoccupa particolarmente un fenomeno, che secondo i dati dell’Istituto superiore di sanità sarebbe in crescita: il ’binge drinking’, il bere per ubriacarsi, rappresenta un vero e proprio momento di sballo per annullare pensieri e preoccupazioni e potrebbe costituire una sorta di ponte verso l’uso di sostanze illegali.

A questo proposito, Sirchia ha commentato: "Siamo ben consci che il vino è una ricchezza nazionale, un prodotto delizioso, e anche io amo berlo. Ma bisogna usare il cervello". La campagna ministeriale, ha spiegato, prevede un impegno di comunicazione attraverso tutti i media, ma non intende negare quello che è uno dei modelli culturali mediterranei, caratterizzato da consumi moderati e legati ai pasti.

HELPCONSUMATORI

ISS: al via iniziativa "Se sai navigare sai come bere"

Un kit di materiale informativo spiegherà agli studenti nelle scuole gli effetti dell’alcol sulla guida

Parte oggi l’iniziativa dell’Istituto Superiore di Sanità rivolta ai giovani "Se sai come navigare sai come bere". Tutti gli insegnanti delle scuole medie superiori potranno richiedere la distribuzione nelle loro classi del kit messo a punto dall’OSSFAD dell’ISS che, attraverso un video, un percorso multimediale interattivo e del materiale informativo, spiegherà agli studenti tra i 15 e i 19 anni gli effetti dell’interazione tra alcol e guida e in generale come un consumo eccessivo di bevande alcoliche incida negativamente sulle capacità psico-fisiche e sulle performances.

Il progetto dell’ISS si basa sul Problem Based Learning (PBL), propone cioè l’apprendimento partendo dalla discussione di un problema, stimolata anche dalla proiezione di un video. Col PBL si stimola quindi un lavoro di ricerca che, sotto la guida del docente, mette gli studenti, le loro conoscenze e il loro vissuto al centro dell’indagine conoscitiva. La scelta di un video come mezzo per esporre il problema è motivata dalla forza che le immagini e i temi trattati rivestono nei processi mnemonici. Nasce così "Te...e il video: storia d’amore, d’alcol e di guida", dove un ragazzo e una ragazza poco più che maggiorenni portano in scena i meccanismi di seduzione tipici dell’età giovanile. Ma anche l’impegno sociale e la nascita di un amore.

Ecco in punti il percorso proposto dall’ISS che si snoda lungo sei tappe. Nella prima vengono chiariti i termini del problema, presentato sotto forma di caso o racconto prima che il discente abbia acquisito concetti o informazioni. Il tema viene così discusso collettivamente per comprendere le conoscenze e le credenze di partenza dei ragazzi. La criticità del tema viene poi riassunta dall’insegnante in una domanda che serve, non solo a testare le reali conoscenze, ma soprattutto da guida allo sviluppo del successivo lavoro. Il problema di partenza può ad esempio essere "bastano due birre per farsi ritirare la patente?". Ma va bene qualsiasi altra domanda che racchiuda e suggerisca numerosi altri interrogativi: "qual è il contenuto alcolico di una birra?", "cosa dice la legge?" e così via. L’importante è che si instauri una vera e propria discussione interattiva, si comprenda qual è il reale livello di conoscenza del problema e si orienti correttamente la successiva ricerca.

A questo punto, quando il problema è posto, viene proiettato e presentato il film, realizzato dal Cedostar di Arezzo, che da lo spunto per altre domande e riflessioni. Giacomo e Sara, che sono appunto i protagonisti del filmato, sono due giovani che si stanno innamorando e che tra ideali, ansie, insicurezze, amore e impegno sociale portano in scena il tema scottante dell’alcol e degli effetti deleteri che può avere sulla guida, ma in fin dei conti anche sul finale a lieto fine di una storia d’amore.

Dopo la proiezione del film inizia la vera e propria discussione, guidata e facilitata dall’insegnante (*). Vengono riordinati i quesiti e organizzati quattro corrispondenti gruppi di lavoro per analizzare cosa, come e quando si beve, gli effetti dell’alcol sul corpo e sulla mente, la legislazione e le strategie per il controllo dell’alcol. Ogni gruppo elegge poi un project leader, che elabora al termine della ricerca un documento unico e conclusivo, un altro che riporta il giudizio sul video e infine una proposta per una campagna o un’attività finalizzata a prevenire l’abuso di alcol da parte dei giovani.

L’ultima tappa del percorso prevede l’invio dei documenti in formato elettronico all’OSSFAD dell’ISS all’indirizzo e-mail osservatorio.fad@iss.it o per posta all’indirizzo di Viale Regina Elena. 299 - 00161 Roma, o ancora per fax al n° 06/49902016.
Tutti i documenti inviati saranno pubblicati sul sito dell’ISS e una giuria di esperti assegnerà un premio alla classe che avrà realizzato il documento più completo, originale e attendibile. Per ulteriori informazioni sarà sempre possibile chiamare il Numero Verde Alcol 800 632 000.

 

(*) Nota: la cultura del bere ai giovani è stata trasmessa dagli adulti. Il riferimento educativo in questo caso è l’insegnante, che dovrà essere preventivamente formato e sensibilizzato a proposito di alcol e problemi alcolcorrelati.

Altrimenti si rischia di fare pasticci.

Ricordiamoci che partiamo da una situazione di disinformazione diffusa su questa materia, dove i luoghi comuni e le leggende metropolitane la fanno da padrone sulla scienza.

Gli insegnanti sono anche spesso quei genitori che versano il vino al proprio figlio di 11 anni. 

CLARENCE

ALCOL: IN ITALIA OGNI ANNO PROVOCA IN MEDIA 100.000 INFORTUNI SUL LAVORO

Roma, 21 apr. (Adnkronos Salute) - In media sono ben 100.000 in Italia gli infortuni sul lavoro registrati ogni anno a causa dell’alcol. Si tratta di una percentuale compresa tra il 4 e il 20% di tutti gli incidenti che avvengono nei luoghi di lavoro. Cadute, fratture e distorsioni provocate da un bicchiere di troppo a cui i lavoratori, spesso, non sanno rinunciare. E così, dei 940.000 infortuni segnalati all’Inail, un numero che varia tra 37.000 e 188.000 è attribuibile al ’bicchierino’ prima di pranzo, nel corso della giornata o addirittura al risveglio. Questi i dati contenuti in un opuscolo ’Alcol e lavoro’, frutto di un progetto omonimo finanziato dal Ministero della Salute con la collaborazione dell’Istituto superore di sanità che ha coinvolto le Regioni italiane. E gli esperti intervenuti oggi all’Iss al workshop organizzato in occasione della ’Alcohol Prevention Day’ spiegano che non si tratta certo di un problema tutto italiano. L’Organizzazione internazionale per il lavoro rileva infatti che il 10-12% di tutti i lavoratori di età superiore ai 16 anni ha problemi legati all’abuso o alla dipendenza da alcol. Una recente ricerca dell’Associazione dirigenti risorse umane ha inoltre stimato che il 45% dei manager abusa di alcol.

HELPCONSUMATORI

Alcol, meglio informare che proibire

Secondo il professor Gaetano Crepaldi della Società Europea di Prevenzione vietare l’alcool ai ragazzi " è come invitarli a trasgredire"

La Società Europea di Prevenzione Cardiovascolare afferma che è sbagliata la "crociata" contro le bevande alcoliche.
"Un errore - ha affermato il professor Gaetano Crepaldi Presidente della Società e direttore del Centro Cnr di Padova - proibire ai giovani il consumo di bevande alcoliche con messaggi duri: è come invitarli a trasgredire". Secondo Crepaldi bisogna "informarli correttamente ed educarli altrettanto correttamente sull’ uso moderato delle bevande alcoliche". "L’abitudine al bere in famiglia durante i pasti - ha aggiunto Crepaldi - inizia i giovani a bere con moderazione. Chiunque abbia imparato a bere in famiglia con moderazione non diventa mai alcolista(*). Quasi sempre, in quelle Società dove c’é una proibizione assoluta all’ alcol i giovani vedono nella proibizione una trasgressione, magari inferiore alla droga ma pur sempre una reazione all’adulto da cavalcare e farsene gloria. A mio parere il messaggio giusto è: bere intelligente. Con moderazione e di qualità".

Secondo il Professore, c’é poi un altro aspetto da sottolineare: "Il no assoluto alle bevande alcoliche fa dimenticare che l’uso moderato di tali bevande, è dimostrato da decine di studi scientifici, riduce significativamente la patologia cardiovascolare. E proprio a questi benefici la Società Europea di Prevenzione Cardiovascolare sta dedicando particolare attenzione nel programmare una Campagna Europea di educazioni sugli stili di vita per la prevenzione primaria delle patologie cardiovascolari (**)".

Secondo la Società Europea di Prevenzione Cardiovascolare, le più aggiornate cifre dell’Istat dimostrerebbero che i giovani stiano incominciando a bere con intelligenza: il trend di aumento del consumo di bevande alcoliche nei giovani, registrato dal 1998 al 2001, infatti, "non solo si è fermato ma accenna ad un calo. Nel 2001, i giovani dai 14 ai 17 anni che consumavano vino erano il 19,5 per cento; nel 2002 il dato è 17,6. Nella stessa fascia d’età i consumatori di aperitivi alcolici nel 2001 erano il 19,4 per cento mentre scendono a 18,3 nel 2002. I consumatori di alcolici fuori pasto, sempre fra i 14 e i 17 anni, nel 2001 erano 15,5 e nel 2002 erano 15,1. Infine nel 2001 non consumava alcolici fuori pasto il 55,5; nel 2002 il 58,9.

 

(*) Nota: queste parole servono a ricordare a ciascuno di noi quanto sarebbe importante parlare solo delle cose che si conoscono, per evitare brutte figure.

Il professor Crepaldi evidentemente ha conosciuto e frequentato poco le persone e le famiglie con problemi di alcolismo, altrimenti si renderebbe conto di quanto sia sbagliata questa sua affermazione.

 

(**) Nota: data la nota precedente, non mi voglio addentrare in discussioni per le quali non sono competente.

Preferisco allora citare l’American Heart Association, che nel gennaio 2001, su "Circulation" ha contestato questi teorici effetti benefici. "Non ci sono prove scientifiche ñ ha spiegato Ira Goldberg, membro del comitato nutrizionale dell’Aha ñ che bere vino o ogni altra sostanza alcoolica possa prendere il posto delle efficaci misure tradizionali".

ADNKRONOS SALUTE

ALCOL: PRIMO BICCHIERE A 11-12 ANNI PER RAGAZZI ITALIANI, PRIMATO NEGATIVO UE

 

Roma, 21 apr. (Adnkronos Salute) - A soli 11 o 12 anni, quando la fase adolescenziale non è ancora iniziata, ’mandano giù’ il loro primo drink. E’ il triste primato dei teenager italiani, che fanno registrare l’età più bassa nella Ue per quanto riguarda il consumo del primo bicchiere di alcol. I ’cugini’ europei infatti bevono il loro primo alcolico in media a 14 anni e mezzo. Non solo. Nel 2002 sono stati ben 723.000 gli under 16 italiani che hanno consumato bevande alcoliche. E se rispetto al 2001 c’è stato di fatto un calo del 3,6%, analizzando il trend di medio periodo 1998-2002, emerge che mentre per i quindicenni e sedicenni si registrano diminuzioni nel numero di consumatori di alcol, sono proprio i giovanissimi, i quattordicenni, a subire maggiormente il fascino della bottiglia, facendo registrare un incremento del 9,2%.

 

I numeri dell’alcol tra i giovani sono stati diffusi oggi in occasione della quarta edizione dell’Alcohol Prevention Day. E in un convegno organizzato a Roma, l’Istituto Superiore di Sanità lancia il progetto ’Se sai come navigare sai come bere’, rivolto agli studenti delle scuole medie per discutere, capire e affrontare il problema alcol. ’’Spesso non ci si sofferma a pensare a quanto si beve abitualmente - sottolinea Emanuele Scafato, responsabile alcol dell’Osservatorio fumo, alcol e

Venerdì, 22 Aprile 2005
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