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Rassegna stampa alcol e guida del 18 aprile 2005

RASSEGNA STAMPA "ALCOL E GUIDA"

Note a cura di Alessandro Sbarbada
Servitore-insegnante in un Club degli Alcolisti in trattamento a Mantova.


Un bicchierino fa schioccare l’accendino

Il Pensiero Scientifico Editore

Il desiderio di accendere di tutto gusto una sigaretta sembra aumentare con l’uso di bevande alcoliche. A dimostrarlo sono stati ricercatori della Duke University insieme ai colleghi dell’Università di Chicago: che l’alcol induca l’urgenza di fumare, hanno riferito gli esperti, sembra una regola valida anche per fumatori moderati che si accendono cioè meno di dieci sigarette al giorno.

Sebbene non siano chiari i meccanismi biologici di questo richiamo alla nicotina alcol-indotto, che è inoltre dose-dipendente (ossia più bevi e più non sai resistere al fumo), per gli autori del lavoro pubblicato sulla rivista specializzata Alcoholism: Clinical & Experimental, è plausibile che l’effetto stimolante alcol-indotto agisca da molla di rinforzo all’effetto stimolante della nicotina. Finora, ha spiegato il primo autore dello studio Andrea King, altri studi epidemiologici avevano messo in luce l’effetto dell’alcol nel produrre l’urgenza di fumare, ma sempre basandosi su fumatori incalliti che non rinunciano al loro pacchetto quotidiano di sigarette. Questo però, ha precisato King, rende i risultati più dubbi perché è difficile stabilire quanto il desiderio di fumare sia indotto dall’astinenza da nicotina tout court piuttosto che dall’alcol bevuto.

Ecco l’importanza dei loro esperimenti, ha fatto notare King, cui si aggiunga il fatto che tutti gli individui coinvolti nello studio sono stati "protetti" da qualunque richiamo diretto al fumo che poteva fuorviare l’interpretazione dei risultati.

I ricercatori hanno chiesto a 16 fumatori moderati, 11 maschi, e non bevitori di rinunciare per due ore ad accendersi una sigaretta. Poi hanno offerto loro delle bevande che in tre differenti esperimenti con sequenza casuale erano analcoliche (ma con sapore alcolico per verificare un eventuale effetto placebo), alcoliche a basse dosi (0.4 g di alcol/kg), o ad alta dose (0.8 g/kg). Dopo il drink ciascun volontario doveva auto-rilevare il proprio desiderio di sigaretta. è saltato agli occhi dei ricercatori un chiaro effetto dose-dipendente di richiamo al fumo indotto dall’alcol. La bevanda placebo non induce infatti nessuna urgenza al fumo. Quattro drink sono quindi più efficaci di due, ha detto King, e l’induzione più forte del desiderio di fumare si misura dopo il classico comportamento del binge drinking, ovvero dopo aver bevuto molti drink uno di seguito all’altro. Inoltre l’effetto richiamo insorge a mezz’ora dalla bevuta, quando cioè l’alcol comincia a mostrare i suoi effetti stimolanti e la sensazione che provano i fumatori è sempre "ora una sigaretta ci sta proprio bene", mai "beh, fumando in questo momento forse mi sentirò meno depresso", segno che il richiamo al fumo è indotto da un umore positivo.

Nei prossimi studi i ricercatori hanno intenzione di scovare gli effetti biologici che guidano questo effetto richiamo dell’alcol e poi vedere se la regola vale anche per i fumatori occasionali, ossia coloro che non hanno il vizio ma fumano solo una volta ogni tanto. Certo è che, ha concluso King, questo tipo di richiamo ha una valenza enorme quando si voglia smettere di fumare. Successivi studi potrebbero addirittura suggerire di astenersi dal bere almeno nel primo periodo in cui si è intrapresa la personale battaglia per smettere di fumare. (*)

 

(*) Nota: non so quanto sia costata questa ricerca, ma i ricercatori della Duke University avrebbero sicuramente risparmiato se avessero semplicemente telefonato a qualsiasi persona che aiuti chi ha difficoltà a smettere di bere o di fumare (gruppi A.M.A., CAT, AA, Ser.TÖ.) e chiedendo il loro parere. Da tutti avrebbe avuto la stessa risposta. Per la stragrande parte delle persone esiste un rinforzo reciproco tra il bere ed il fumare. Tanto da poter essere considerati uno l’effetto collaterale dell’altro. La recente legge che vieta il fumo nei locali pubblici ha diminuito anche il consumo di alcolici. Una iniziativa che avesse l’effetto di ridurre il consumo di alcol avrebbe sicuramente come conseguenza la diminuzione del consumo di sigarette.

 

ASAPS

"NON BERE PIU’ DEL TUO MOTORE" UN CONTRIBUTO INFORMATIVO SUI RISCHI DELL’ALCOL ALLA GUIDA PREDISPOSTO DA ASAPS E SICURSTRADA.
Presentazione alla stampa il 20 aprile alle ore 12,30 nel salone comunale di Forlì. Saranno presentati anche i dati sul rischio alcol e strada nel fine settimana

Il rischio dell’alcol alla guida è un aspetto ancora sottostimato nel nostro Paese, il dibattito di questi giorni sulle campagne informative, evidenzia lo scontro fra tutela di interessi economici e tutela della sicurezza.

Gli incidenti del fine settimana denunciano ancora la gravità e la portata del rischio alcol.
Per questo Asaps e Sicurstrada hanno dato alle stampe l’opuscolo "Non bere più del tuo motore", nella sua terza e aggiornata versione, col quale intendono portare un contributo di conoscenza sul tema del consumo di alcolici e dei connessi tragici aspetti collegati in particolare alla guida di veicoli e sulle norme che regolano la materia.
Stampato in diverse decine di migliaia di copie e messo a disposizione delle scuole superiori che ne faranno richiesta, l’opuscolo sarà presentato alla stampa mercoledì 20 aprile alle ore 12,30 presso il salone comunale.
Nella circostanza verranno presentati anche i risultati di una ricerca sull’incidentalità del fine settimana.

LA PROVINCIA DI COMO

Alcolismo, la nuova piaga è la birra

Raddoppiati in 4 anni i dipendenti in cura La fascia più a rischio sono i ventenni

Anche la birra può essere sufficiente da sola per fare cadere nell’alcolismo, soprattutto i più giovani

 

Un bicchiere dopo l’altro che diventa in poco tempo una bottiglia dopo l’altra e che portano a conseguenze pesanti per la salute, sia fisica che mentale. A trascinare nel vortice dell’alcolismo non sono più soltanto il vino o i superalcolici, ma anche la più innocua birra. La prova? I dati relativi al 2004 del Sert, il servizio tossicodipendenze dell’Asl. Sono stati 73 i comaschi in cura per una vera e propria dipendenza dalla birra: in quattro anni, dal 2000, sono più che raddoppiati. La percentuale esatta è del 114%. In crescita anche i maniaci del vino con un aumento del 29%, seguiti dai superalcolici, cresciuti del 3.7%. E’ possibile anche fare una casistica della bevanda alcolica preferita a seconda delle età: tra i 20 e i 29 anni la birra è al primo posto; tra i 30 e i 39 il primato spetta al vino, ma la "chiara" ha un posto di rilievo; tra i 40 e i 49 anni è il vino il più apprezzato con qualche caso di birra; tra i 50 e i 59 il vino è abbinato ai superalcolici mentre gli over 60 si dedicano soltanto a una buona bottiglia di rosso o bianco.(*) Complessivamente l’anno scorso sono state 315 le persone che hanno chiesto aiuto alla struttura dell’azienda sanitaria. Dati che sono tuttavia abbondantemente sottostimati per una serie di cause: innanzitutto gli alcolisti non ammettono di avere un problema fino a che la situazione è drammatica e, in secondo luogo, la vergogna o la paura li portano a nascondere la bottiglia e a tenere la malattia nascosta. Quelli più coraggiosi si rivolgono alle associazioni come gli alcolisti anonimi, la maggior parte tenta di lottare da solo con l’alcol. Ecco perché i numeri del Sert assumono una valenza particolare: si tratta infatti dei casi talmente gravi da costringere a chiedere aiuto a strutture qualificate. Attaccati alla bottiglia sono soprattutto gli uomini (238) mentre le donne si fermano a quota 77. Tra l’altro è proprio il sesso maschile a registrare un incremento: nell’ultimo anno il 14.4% in più degli accessi al Sert è costituito da uomini. Il gentil sesso, invece, in controtendenza rispetto agli anni passati, registra una flessione pari al 17%. Per capire se si tratta di un nuovo trend o solamente di un episodio sporadico, bisognerà aspettare le statistiche relative al 2005. Il rapporto dell’Asl analizza anche le età degli alcolisti: in quattro anni i giovani tra i 20 e i 29 anni sono cresciuti del 57% anche se nel 2004 sono tornati ai livelli del 2000. Aumento consistente anche per gli over sessanta, spesso pensionati: dal 2003 al 2004 sono cresciuti in modo impressionante con il 44% in più rispetto a tutti gli anni precedenti. La fascia maggiormente a rischio resta comunque quella tra i 40 e i 49 anni che ha visto lievitare i dati del 47%. Le curiosità non mancano andando a spulciare nelle professioni: il luogo comune che a bere siano soprattutto i disoccupati viene immediatamente smentito. Il 49% degli alcolisti "cronici" ha infatti un’occupazione stabile, il 18% non ha invece un lavoro e, a sorpresa, il 18% è pensionato. Le casalinghe che tra il bucato e una ricetta si concedono più di un drink hanno raggiunto ormai la soglia dell’8%. Ad affogare le preoccupazioni nell’alcol sono soprattutto i comaschi sposati (il 43%), seguiti dai single (31%), dai separati o divorziati (20%) e dai vedovi (4%). Infine la mappatura del Sert svela che i problemi di alcol sono molto diffusi in Brianza (un terzo dei pazienti), seguita dal lago (95 persone), da Como (74 casi) e dall’olgiatese (41). Gisella Roncoroni

 

 

 

(*) Nota: lo stereotipo del "buon vino" non crolla nemmeno di fronte al disagio di persone che appena dopo vengono definite "casi gravi".

 

LA PROVINCIA DI COMO

Cantu’ Sorpresi dai carabinieri poco dopo mezzanotte, sono stati portati in caserma per accertamenti: quattro sono minorenni Festa di compleanno con droga: 12 ragazzi nei guai Si erano radunati nel parcheggio del centro commerciale con alcune dosi di cocaina, marijuana e hascish

Intervento dei carabinieri: dodici ragazzi sono stati sorpresi con varie dosi di cocaina, marijuana e hascish

 

Volevano festeggiare i diciotto anni appena compiuti di un loro amico e invece hanno concluso la loro nottata in caserma, dopo essere stati sorpresi dai carabinieri con varie dosi di cocaina, di marijuana e di hascish. Ma questo è solo l’apice di una serata canturina all’insegna dello "sballo", iniziata male, con un quindicenne portato all’ospedale per aver bevuto un terribile miscuglio alcolico, e finita - a ben vedere - anche peggio, con dodici ragazzi, di cui quattro minorenni, fermati con la droga. E l’allarme sociale per il disagio giovanile diventa sempre più preoccupante. Il sabato notte, che per i carabinieri doveva essere all’insegna dei controlli e della sicurezza, è iniziato davvero con il piede sbagliato. Attorno alle 23, infatti, i militari sono stati avvertiti da un padre che il proprio figlio era stato portato all’ospedale dopo essersi sentito male con gli amici. La situazione era seria e i carabinieri, anche su sollecito del genitore, hanno voluto vederci chiaro: il ragazzo, 15 anni, si trovava infatti con degli amici. Dopo una breve ricerca, i militari hanno ritrovato il "covo" del gruppo di giovanissimi, in un caseggiato in disuso. Entrati, hanno scoperto altri sei quindicenni seduti attorno a un tavolo, pieno di bicchieri. Così hanno scoperto che il giovane portato all’ospedale aveva ingerito un terribile mix, formato da rhum, vodka, menta, orzata e limone. E anche gli altri ragazzi avrebbero alzato abbastanza il gomito. Il loro amico ricoverato, invece, aveva preso solo una forte sbronza. (*) Per fortuna. Ma questo era solo un piccolo campanello d’allarme, perché la "sveglia" è suonata non più tardi di un’ora dopo. Poco prima di mezzanotte e mezza i carabinieri della stazione di Cantù e del Nucleo operativo e radiomobile si sono infatti accorti di una strana presenza di tre automobili e un gruppo di persone nel parcheggio rialzato del centro commerciale ´Cantù 2000ª. Non appena le pattuglie dei militari hanno fatto ingresso nella zona, si è scatenato un vero e proprio "fuggi fuggi" generale, con i ragazzi che hanno cercato di nascondere o di sbarazzarsi di pacchettini di cellophane e di carta argentata. Qualcuno ha anche provato a tuffarsi in auto, tra i sedili, nella speranza di non essere visto. Ma è stato tutto inutile. I carabinieri sono riusciti a fermare tutti i giovani: di questi 8 erano maggiorenni e 4 minorenni. Secondo quanto si è potuto ricostruire tramite le dichiarazioni degli stessi ragazzi, quasi tutti residenti in un paese della zona, si sarebbero ritrovati per festeggiare i 18 anni di uno di loro. Così sarebbero venuti in "trasferta" a Cantù, trovando una zona abbastanza appartata come il parcheggio superiore del centro commerciale. Ma i festeggiamenti che avevano con ogni probabilità in mente di fare non erano propriamente legali. All’arrivo dei carabinieri, infatti, per terra sono stati trovati due "cylum", ovvero quegli strumenti utilizzati per il consumo degli stupefacenti. Non è stato poi difficile per i militari trovare la droga: alla fine delle perquisizioni, sono state rinvenute cinque dosi di cocaina, due "pezzi" di marijuana e qualche grammo di hascish. Inoltre, per terra, sono stati trovati anche tre piccoli contenitori di cellophane che, secondo i carabinieri, dovevano contenere altro quantitativo di cocaina. Sembra poi che uno dei ragazzi, pur di non farsi prendere "con le mani nel sacco", abbia ingerito della droga. I militari hanno anche passato al setaccio le tre auto, una Opel Astra, una Fiat Palio e una Volkswagen Polo: sulle vetture sono state trovate alcune dosi di sostanza stupefacente. Alla fine tutti i giovani, dopo essere stati identificati, sono stati portati alla caserma dei carabinieri di via Manzoni, dove hanno raccontato la loro versione dei fatti. Uno dei ragazzi, senza precedenti, è stato quindi denunciato per detenzione e spaccio di sostanza stupefacente. Raffaele Foglia

 

 

 

(*) Nota: le conseguenze del bere sono così tollerate che spesso se ne sente parlare solo se associate all’uso di altre droghe. Chissà se l’articolo sarebbe stato lo stesso se si fosse trattato "solo" di una forte sbronza?

 

L’ADIGE

SCONTATA. La birra a un euro, meno della Coca Cola, proposta alla festa di Priò

PRIO’ Qualcuno lo ha guardato con curiosità, qualcun altro con malizia, qualcun altro ancora scuotendo il capo. Ma è capitato che qualcuno non si sia limitato a guardare, ma abbia voluto parlare, portare alla ribalta un’altra volta un tema che ormai è sulla bocca di tutti: l¥abuso di alcol. E come restare indifferenti davanti ai manifesti pubblicitari, apparsi questa volta a reclamizzare il tendone di Priò, in cui troneggia ammiccante la scritta ´Birra a un euroª?
Dopo la polemica uscita lo scorso anno in merito alla ´Fes...tazzaª di Nanno, questa volta è Nicola Zuech, presidente del Gruppo Speranza Giovane di Cles, a rendersi portavoce di quanti hanno guardato con apprensione ai tanti manifesti pubblicitari dell¥evento, rimanendo perplessi nel vedere come una attrattiva della serata di venerdì 15 aprile fosse la ´birra a 1 euroª, messaggio ben evidenziato al centro della locandina.
´Ben inteso, l¥ammiccante proposta economica non è evento originale, anziª scrive ´Già in molte altre occasioni lo "sconto" viene sapientemente reclamizzato come occasione da non perdere e come meschina attrattiva per i giovani: mi riferisco a molte altre feste od occasioni di ritrovo in tanti paesi della vallata. Non voglio troppo calcare la mano, ma forse è necessario che i tavoli di discussione, le amministrazioni, i gruppi e gli enti che in vario modo possono interagire con queste manifestazioni si interroghino sul significato sociale (prima che su quello economico) del messaggio "birra a un euro". Soprattutto, poi, quando la meno "bulla" Coca Cola è venduta allo stesso banco al prezzo normale di 1,50 euroª.
Ad aumentare l¥indignazione è proprio la forte disparità di costo fra la birra e le altre bevande, che sembra proprio invitare a consumare bibite alcoliche.
´Abbiamo usato lo slogan della "birra a un euro" perché attira più genteª confermano gli organizzatori ´ma non per incentivare l¥abuso di alcol: si può addirittura dire che quella di venerdì sia stata una serata tranquilla, senza ragazzi ubriachi né particolari problemiªNonostante questa rassicurazione, tuttavia ´si nota come sia stridente prendere atto della continua fioritura sul territorio di progetti per sensibilizzare i giovani sui rischi legati all¥uso e all¥abuso di alcolª denuncia Zuech ´mentre al contempo altri slogan remano in verso opposto, lanciando in buona sostanza il messaggio che nella festa di turno "è più facile divertirsi perché la birra costa meno". E mi preme constatare come tanti giovani e giovanissimi colgano un attraente motivo di aggregazione e divertimento nell¥occasione di poter bere più birra. La festa in quel di Priò è stata solo un pretestoª conclude ´Le mie riflessioni vogliono essere di carattere più generale e stimolare semmai una fertile discussione in merito a queste tematiche, senza voler sminuire il pregevole lavoro dei giovani impegnati nell¥allestimento del teatro-tendaª.

L’ADIGE

Progetto salute alla scuola media. Oggi un incontro a Levico: fumo e alcol
Prevenzione in classe

LEVICO - L¥Istituto Comprensivo di Levico scende in pista contro il fumo e l¥alcol. Nell¥ambito del ´Progetto Saluteª sono partite negli scorsi giorni, presso la scuola media, una serie di iniziative contro le cattive abitudini di vita. ´Da tempo ñ spiega Clelia Sinopoli, la professoressa coordinatrice del progetto ñ ci stiamo impegnando, in particolar modo con le classi terze, per prevenire il vizio del fumo e l¥assunzione di bevande alcoliche. Una campagna che sta dando ottimi risultatiª.
In questo contesto s¥inserisce l¥incontro, svoltosi sabato scorso, tra gli alunni delle scuole dell¥obbligo di Levico e due medici. ´I relatori - ricorda la professoressa - hanno cercato di far capire che fumare e bere comporta gravi danni alla salute. Meglio evitare questi comportamentiª. Nella medesima giornata è stata inaugurata, sempre nell¥edificio che ospita le medie, una mostra in cui sono esposte le opere realizzate dall¥artista Maurizio Menestrina. Opere in cui vengono rappresentati visivamente i danni provocati dalla sigaretta. La mostra sarà aperta fino a sabato 23 aprile.
´Consiglio di visitarla a tutti, è abbastanza unica nel suo genereª aggiunge la professoressa. Clelia Sinopoli dà l¥appuntamento ai levicensi per un pubblico confronto, sempre incentrato sul problema del fumo, in programma questa sera, presso la sala conferenze della filiale della Cassa Rurale di Levico, alle ore 20.

IL MESSAGGERO (Abruzzo)

Una vita spezzata. Paola Crocetti andava a casa dal Policlinico di Chieti, a San Martino il frontale con un’auto impegnata in un sorpasso azzardato

Torna dall’ospedale e muore in uno scontro

L’assurda fine di una radiologa di Spoltore dopo un intervento urgente nella notte

CHIETI - La chiamano in ospedale alle undici della sera per effettuare una Tac, lei che era reperibile a casa accorre al Santissima Annunziata, esegue l’esame, magari salva una vita, e quando all’una dell’altra notte se ne torna nella sua abitazione incrocia e si scontra con un’auto che aveva azzardato un sorpasso impossibile. Muore sul colpo. Questo il terribile destino per una donna di 40 anni di Spoltore, Paola Crocetti, medico radiologo all’ospedale clinicizzato di Chieti uccisa a causa del violento impatto con un’auto che preveniva in senso inverso.
La sciagura è avvenuta sulla strada a scorrimento veloce in località San Martino, poco prima di Dragonara, vicino al distributore dell’Agip. Oltre alla donna che ha perso la vita, ferite altre tre persone, per fortuna in modo lieve e con prognosi di pochi giorni e tra queste anche l’autista del mezzo che ha provocato l’incidente: si tratta di un chietino di 51 anni, L.T. le sue iniziali, professore e tecnico di scuola superiore, ora in stato confusionario e in lacrime. Pare che rifiuti, forse per il rimorso, gli esami medici. Per lui è subito scattata l’accusa di omicidio colposo; a discrezione della prefettura adesso rischia la sospensione della patente per un periodo che va da 6 mesi a 2 anni. Ma contro di lui anche altre ipotesi di reato: da un esame sui valori del sangue effettuto in ospedale sarebbero emerse tracce di alcol in misura oltre il consentito. Non ubriaco, ma forse quel tanto che basta per abbassare i riflessi e fargli tentare un sorpasso azzardato, con un’auto a poca distanza e per giunta in un tratto di strada con la linea continua.
Ma veniamo alla cronaca dell’incidente in base alla ricostruzione compiuta dai carabinieri di Chieti accorsi sul posto alla guida del maresciallo Torres. In sintesi, la dottoressa Paola Crocetti stava scendendo da Chieti in direzione Dragonara a bordo della sua Mercedes Classe A; aveva da poco superato la galleria San Martino e il distributore dell’Agip quando all’improvviso si è trovata davanti un’auto, anche questa una Mercedes, che proveniva in senso inverso e che era in fase di sorpasso, appunto la vettura di L.T. che stava superando una Fiat Brava. Inevitabile l’impatto, anche se non del tutto frontale, comunque ad una velocità valutata intorno agli 80-100 chilometriall’ora. La donna è morta sul colpo per le ferite alla testa, coinvolta e in parte danneggiata anche la Fiat Brava, illesi i due giovani che si trovavano a bordo, una coppia di fidanzati di Chieti entrambi di 27 anni e che tornavano a casa dopo una serata al cinema e in qualche locale.
Leggermente diversa la versione fornita ai carabinieri subito dopo l’incidente dallo stesso autista del mezzo che ha causato il sinistro. L’uomo avrebbe cercato di scusarsi e di attenuare le sue colpe dicendo che la donna alla guida dell’auto che scendeva, forse spaventata e accecata dalle luci, avrebbe perso il controllo non riuscendo ad evitare l’impatto. ´Ho fatto l’impossibile - ha detto mentre veniva portato via in autoambulanza - non ce l’ho fatta ad evitare lo scontro, ho frenato, è stato inutileª. E ora in ospedale altro non dice, chiuso nel suo dolore, si rifiuta di sottoporsi alle radiografie. Per rimorso.

CORRIERE ADRIATICO

Notti brave, in sei finiscono nei guai

 

FANO - Il tema della sicurezza è stato in questi giorni tra i protagonisti del dibattito cittadino. da più parti si è alzata la richiesta di ottenere maggior personale per le forze dell’ordine che d’altro canto hanno risposto raddoppiando gli sforzi. Insieme all’annuncio dell’arrivo del poliziotto e del carabiniere di quartiere, si è aggiunta la creazione di pattuglie in borghese della Polizia municiplae che monitoreranno strade e rioni.
A conferma di quanto tale vigilanza sia necessaria, i risultati di due ordinarie operazioni di controllo effettuate dagli agenti della Polizia stradale e dai carabinieri del radiomobile di Fano e della stazione di Fossombrone, che sabato notte hanno segnalato sei persone.
Lungo la statale Adriatica due pattuglie della Polizia stradale di Fano hanno controllato e identificato tre automobilisti, due dei quali sorpresi al volante ubriachi e un terzo lanciato a grande velocità. Per tutti è scattato il ritiro della patente e la relativa denuncia.
Anche i carabinieri, sabato notte sono stati impegnati lungo le vie che portano a principali luoghi del divertimento. Questa volta nei guai sono finiti due automobilisti, sorpresi ubriachi al volante: si tratta di un fanese di 30 anni e di un mondolfese di 59 anni.
E’ stato invece sorpreso in possesso di una modica quantità di hashish un terzo giovane, anch’egli fanese, di 27 anni. A tutti è stata ritirata la patente di guida e sono stati denunciati

 

 

 

CORRIERE ADRIATICO

La piaga dell’alcol

MONTEROBERTO ñ Non sono nuovi episodi come quello verificatosi nella notte tra sabato e domenica. Non sono nuovi neanche nei bar, nei pub. Ovunque ci sia aggregazione e ovunque ci sia un bancone dove farsi servire cockails e alcolici. La causa va cercata nell’abuso. Di alcolici, come anche di sostanze stupefacenti. E poi, passare dagli insulti alle mani è un attimo. Molte volte, anche con gravi conseguenze. E spesso ad andarci di mezzo sono anche gli operatori sanitari chiamati a prestare soccorso e le forze dell’ordine che devono intervenire a riportare la situazione sotto controllo.

CORRIERE ADRIATICO

Ubriachi al volante

FERMO - Un controllo a tappeto per tutta la notte sulle strade del litorale fermano in un servizio volto a prevenire le stragi del sabato sera. In strada l’altra notte tre pattuglie della polizia stradale di Fermo con i relativi agenti che hanno appunto controllato il traffico ed anche l’equilibrio fisico e mentale di chi di notte si mette alla guida, magari dopo essere uscito dai locali notturni. Il bilancio dell’operazione è di quelli pesanti. Poco meno di settanta i veicoli controllati e un centinaio le persone identificate. Per quindici persone è scattato il ritiro della patente per guida in stato di ebbrezza, 33 verbali e 164 punti ritirati. Tre, infine, le carte di circolazione che sono state ritirate dalla polizia stradale

CORRIERE ADRIATICO

Risse in due locali

PORTO SAN GIORGIO - Notte movimentata quella tra sabato e domenica a Porto San Giorgio. Ben due locali della città sono infatti stati interessati da risse, tutte per fortuna che si sono risolte in poco tempo. La prima è scoppiata in viale Cavallotti. Alcuni ragazzi, dai primi racconti avevano bevuto qualche birra di troppo, se la sono presa con un extracomunitario, prima a parole e poi passando alle mani. L’altra rissa, che ha richiesto l’intervento dei carabinieri di Fermo, è esplosa invece in un locale di recente apertura in via della Repubblica. " Ci sono dei ragazzi che si stanno prendendo a botte", questa la segnalazione arrivata a notte fonda alla Guardia di Finanza che ha poi passato la notizia alla centrale dei militari di Fermo. Non si contano feriti gravi, solo qualche pugno.

IL GAZZETTINO DI TREVISO

CASTELFRANCO

Polstrada, ritirate ventotto patenti

Ancora una notte di follie sulle strade castellane: ben 28 patenti ritirate in cinque ore. E’ stata una nottata di lavoro intenso per tre pattuglie della Polizia stradale di Castelfranco che hanno controllato a tappeto le strade da mezzanotte alle cinque di ieri mattina. Delle 28 patenti, 19 sono state ritirate per alta velocità e 9 per guida in stato di ebbrezza, ma ben sei automobilisti sono stati fermati sia per l’una che per l’altra gravissima infrazione. Le strade pattugliate sono state a Vallà, Riese, Castelfranco e poi la pedemontana. Gli automobilisti sanzionati sono fra i 20 e 43 anni: 27 sono della zona di Godego, Riese e Caerano mentre uno è un ragazzo romeno che, con un tasso alcolico di 1,76 mg per litro mentre il limite di legge è di 0,50, sfrecciava a 109 orari in via Kennedy a Vallà.Un trentacinquenne di Castello di Godego correva a 146 orari in centro sempre a Vallà

CORRIERE ROMAGNA

Controlli sulle strade. Quattro denunce

IMOLA - Controlli sulle strade e nei locali pubblici da parte dei carabinieri nel week end. I militari dell’Arma sono entrati in azione sabato sera a Castel San Pietro dove hanno notato strani movimenti nei pressi di una sala giochi. Sono stati fermati due cittadini del Marocco, rispettivamente di 33 e 43 anni. I due, in regola col permesso di soggiorno, avevano con sè due telefonini cellulari che, dopo una verifica, sono risultati essere stati rubati pochi giorni fa a Bologna in un centro sociale frequentato soprattutto da anziani. Sono quindi stati denunciati a piede libero per ricettazione.Sempre sabato nel pomeriggio, nel Comune di Casalfiumanese, un 32enne di Castel San Pietro è stato denunciato per furto aggravato. Infatti, si era impossessato della legna che era stata preparata per essere poi trasportata a casa da un agricoltore di 54 anni che possiede il podere in zona, il quale si è ritrovato improvvisamente senza nulla. Nella notte fra sabato e domenica, verso le 2.15, è stato fermato sul ponte Vecchio un 36enne di Imola sulla via Emilia rientrando da Faenza. Al controllo del "palloncino", aveva bevuto qualche bicchiere di troppo. E’ stato di conseguenza denunciato per guida in stato d’ebbrezza alcolica.

LA PROVINCIA DISONDRIO

Il programma Sesso, droga, alcol e alimentazione: quattro incontri destinati ai ragazzi

(d.pra.) Quattro incontri per parlare di salute con genitori, studenti e insegnanti. L’istituto di istruzione superiore di Chiavenna che associa liceo scientifico, ragioneria e geometri, propone un ricco calendario di incontri nell’ambito del progetto volto ad approfondire aspetti importanti della salute dei ragazzi. Si partirà mercoledì alle 20,45 con "Non solo no! Il problema della tossicodipendenza ma non solo" curato da Franco Taverna della Fondazione Exodus. Giovedì 28 aprile, stessa ora, sarà la volta di Riccardo Fumagalli, medico dell’Asl di Sondrio che parlerà di "Aspetti nutrizionali e igienico sanitari degli alimenti". Si parlerà di sesso giovedì 19 maggio. "S di Sesso?" è il titolo del dibattito curato dallo psicopedagogista Massimo Guareschi del centro di psicologia Cospes di Milano. Ultimo appuntamento giovedì 26 maggio per affrontare una piaga del mondo giovanile. "L’alcolismo è un problema?" riguarderà la comunicazione dei risultati del progetto curato da Domenico Chirico dell’Acat di Chiavenna. Tutti gli incontri si terranno nell’aula magna dell’istituto.

LA GAZZETTA DELMEZZOGIORNO

FALSI MITI. Tra le altre bugie quella che mangiare fuori pasto fa ingrassare e il latte disintossica

A tavola vittime delle bufale pubblicitarie
Gli alimentaristi: ´Non è vero che i crackers contengono meno calorie del paneª

ROMA Gli italiani a tavola? Vittime delle bufale alimentari e dei falsi miti, ed a pagare le spese sono soprattutto i bambini. E’ quanto emerge da una ricerca della rivista Dimagrire, in edicola dai prossimi giorni, che grazie all’apporto di alcuni fra i maggiori alimentaristi italiani ha studiato i luoghi comuni e i comportamenti sbagliati degli italiani. Dal mito dei crackers e dei grissini che sarebbero meno calorici del pane a quello del rapporto fra uova e colesterolo; dalla leggenda sul latte che disintossica a quella del peperoncino afrodisiaco. Gli italiani sono vittime di svariate bufale alimentari: falsi miti che, grazie alla pubblicità e informazioni sbagliate o superficiali, contribuiscono spesso all’ingrasso e alla crescente obesità di piccoli e grandi, convinti, invece, di seguire comportamenti alimentari accorti e al passo coi tempi. Secondo il campione intervistato, per il 29% del quale la dieta è sempre e comunque il metodo migliore per dimagrire, per perdere peso o mantenere la linea bisogna mangiare molta frutta (28%), eliminare il pane o sostituirlo con i crackers (21%), evitare di mangiare fuori dai pasti (17%) o preferire il riso alla pasta (10%). Una serie di veri e propri strafalcioni alimentari e a farne le spese, secondo gli esperti, sarebbero innanzitutto i bambini. Sui più piccoli ´sono i messaggi pubblicitari a fare maggiore presaª spiega il nutrizionista Elio Muti. Non a caso, i consigli in fatto di alimentazione gli italiani li attingono soprattutto da amici e parenti (34%) e dalla tv (27%) e solo l’11% da dietologi ed esperti. Ma la colpa non è tutta della televisione: ´Il primo modello negativo è la tavola domestica - avverte Carlo Cannella, ordinario di Scienza dell’Alimentazione all’Università La Sapienzadi Roma - e l’esempio dei genitori, che non sanno mangiare correttamente, non può che portare a bambini che si alimentano in modo erratoª. Gran parte della mitologia legata al cibo viene dalla pubblicità, prosegue Cannella, ma non solo: ´Siamo troppo abituati ad accettare acriticamente luoghi comuni solo perché vengono dall’estero. Basti pensare - prosegue l’esperto - che tutte le diete e le mode alimentari degli ultimi anni vengono dagli Stati Uniti. Una situazione quasi paradossale, se pensiamo che negli Usa il problema del soprappeso è estremamente grave e diffuso. Insomma, invece di seguire la nostra dieta mediterranea, che fa davvero bene, preferiamo importare le fantasiose diete a stelle e strisceª. Da qui nascono le bufale alimentari, frutto di luoghi comuni e strafalcioni consolidati scambiati ormai per verità acquisite. L’esempio più diffuso? Quello che i crackers o i grissini siano l’ideale sostituto del pane in caso di dieta: sbagliato. I crackers contengono infatti 430 calorie, mentre il pane ne contiene appena 290. Bufale alimentari 1) Crackers e grissini sono più leggeri del pane 2) I formaggi freschi sono più magri 3) Le uova fanno male al fegato 4) I cibi integrali hanno meno calorie 5) Pompelmo e ananas bruciano i grassi 6) Mangiare fuori pasto fa ingrassare 7) La frutta a colazione fa bene 8) Il peperoncino è afrodisiaco 9) L’olio di semi è meno grasso di quello d’oliva 10) Meglio usare poco olio per friggere 11) La frutta è ricca di vitamine 12) Lo zucchero fa venire il diabete 13) Il vino rosso fa buon sangue14) Il latte disintossica 15) Il dolcificante è meno calorico dello zucchero 16) I surgelati sono meno nutrienti dei cibi freschi 17) L’aperitivo fa venire appetito 18) Gli alimenti light fanno dimagrire 19) Quando fa caldo bisogna mangiare di meno 20) Più pasti si fanno durante il giorno e più si ingrassa.

LA REPUBBLICA(Affari e Finanza)

Dall’Italia agli Usa il boom dei film "enologici"
diventa un fenomeno di costume

 

Penso che tra 1520 anni i giovani non sapranno più cosa è un vero Chiantiª. Raggiunto telefonicamente a Rio de Janeiro, la sua nuova base, Jonathan Nossiter, il registasommelier, come è stato ribattezzato dopo l’uscita del suo film, Mondovino, spiega la sua filosofia del vino, e si difende dalle accuse di essere un noglobal. ´Non sono contro la vera globalizazzione, per niente. Mi sento assolutamente un ëglobalista’ nel senso che credo fermamente ª. Il suo film ha scatenato un vero e proprio putiferio, prima in Francia, poi in America, ora si aspetta di vedere le reazioni in Italia. E il dibattito si è acceso anche su Internet, dove ormai si trovano i siti dei grandi critici di vini, come Robert Parker, tra i protagonisti del film.
Un viaggio nel mondo del vino, tra le distese sterminate dei big internazionali come i Mondavi, e le piccole cantine di uomini ancora legati alla vigna di famiglia, al modo antico di fare vino, come Battista Columbu, il produttore sardo. ´Non sono né dall’una né dall’altra parte; il produttore ideale a cui guardo è Argiolas, un altro produttore sardo, che nel film non si vede: non ha rinunciato a crescere a livello internazionale, ma restando saldamente legato al territorio, continuando a esprimere un’identitàª. E si rammarica:´Forse ho sbagliato a non mettere anche lui nel film, forse la gente mi avrebbe capito meglioª.
Dopo il successo di Sideways, che ha vinto l’Oscar, ecco subito un altro film sul vino. Il segnale di una tendenza: ´Il vino ha acquisito un ruolo centrale nella vita culturale ed economica, e molto merito va ai produttori italianiª, commenta Klaus Davi, massmediologo. Spiega Davi: ´Chi vive nel vino, in genere gente preparata e colta, sta affermando anche un suo stile di vita: quando si riuniscono lo fanno per quattro ore, perché per due mangianoª.
Uno stile di vita, una moda che si propaga. Dopo Sideways le cantine della Sant Ynez Valley, in California, dove i due protagonisti del film vanno a fare visite e assaggi, sono state prese d’assalto dai turisti. E al Vinitaly, la fiera che ha da poco chiuso i battenti a Verona, è stata dedicata una degustazioni ad hoc alle bottiglie di cui si parla nel film. Mondovino ha intanto riaperto con particolare veemenza il dibattito sul modo migliore di fare vino, su quali sono i vini più buoni, sul modo migliore di fare questo business. Nossiter racconta sullo schermo vini sconosciuti fuori da piccoli territori e i Supertuscans che hanno portato nell’olimpo mondiale le etichette italiane, come l’Ornellaia, a cui ha dato un grande contributo Lodovico Antinori, il creatore dell’Ornellaia, la tenuta toscana oggi di proprietà dei Marchesi de’ Frescobaldi. Tra i protagonisti del film ci sono gli Antinori e i Frescobaldi: questi ultimi sono stati gli unici nobili italiani invitati alle nozze di Carlo e Camilla e sono i fornitori ufficiale del vino e dell’olio del pranzo nuziale.
La grande saga delle famiglie del vino di Nossiter è un’aspra critica dell’omogeneizzazione del gusto. La globalizzazione, appunto, del mercato? ´Il mio film è una difesa appassionata dell’importanza degli scambi globali, di culture, economie e di prodottiª, ribatte Nossiter. ´Io che ho vissuto in diversi parti del mondo, Toscana, compresa, mi sento profondamente globalista. Ma il rischio a cui assistiamo in Usa e anche in Italia è che mancano interventi da parte dei governi per impedire che si creino illegalmente oligopoli che impediscono la distribuzione di tutti i prodotti; che sia nel cinema, nel vino o in politica, sono contrarioª.
Il film ha avuto l’impatto che si riprometteva, far parlare, far riflettere. E non è detto che sia tutto negativo. ´Fare i conti con il problema della globalizzazione, rimettersi in discussione non è necessariamente un segno di debolezza commenta Klaus Davi come prova il caso della Nike che ha deciso di mettersi allo scoperto, di ëdenunciare’ i suoi misfattiª. Altra grande operazione di marketing?

Lunedì, 18 Aprile 2005
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