RASSEGNA STAMPA "ALCOL E GUIDA" Note
a cura di Alessandro Sbarbada |
|
Un
bicchierino fa schioccare l’accendino Il
Pensiero Scientifico Editore |
Il
desiderio di accendere di tutto gusto una sigaretta sembra aumentare con
l’uso di bevande alcoliche. A dimostrarlo sono stati ricercatori della
Duke University insieme ai colleghi dell’Università di Chicago: che l’alcol
induca l’urgenza di fumare, hanno riferito gli esperti, sembra una regola
valida anche per fumatori moderati che si accendono cioè meno di dieci
sigarette al giorno. Sebbene
non siano chiari i meccanismi biologici di questo richiamo alla nicotina
alcol-indotto, che è inoltre dose-dipendente (ossia più bevi e più non
sai resistere al fumo), per gli autori del lavoro pubblicato sulla rivista
specializzata Alcoholism: Clinical & Experimental, è plausibile
che l’effetto stimolante alcol-indotto agisca da molla di rinforzo all’effetto
stimolante della nicotina. Finora, ha spiegato il primo autore dello studio
Andrea King, altri studi epidemiologici avevano messo in luce l’effetto
dell’alcol nel produrre l’urgenza di fumare, ma sempre basandosi su fumatori
incalliti che non rinunciano al loro pacchetto quotidiano di sigarette.
Questo però, ha precisato King, rende i risultati più dubbi perché è difficile
stabilire quanto il desiderio di fumare sia indotto dall’astinenza da
nicotina tout court piuttosto che dall’alcol bevuto. Ecco
l’importanza dei loro esperimenti, ha fatto notare King, cui si aggiunga
il fatto che tutti gli individui coinvolti nello studio sono stati "protetti"
da qualunque richiamo diretto al fumo che poteva fuorviare l’interpretazione
dei risultati. I
ricercatori hanno chiesto a 16 fumatori moderati, 11 maschi, e non bevitori
di rinunciare per due ore ad accendersi una sigaretta. Poi hanno offerto
loro delle bevande che in tre differenti esperimenti con sequenza casuale
erano analcoliche (ma con sapore alcolico per verificare un eventuale
effetto placebo), alcoliche a basse dosi (0.4 g di alcol/kg), o ad alta
dose (0.8 g/kg). Dopo il drink ciascun volontario doveva auto-rilevare
il proprio desiderio di sigaretta. è saltato agli occhi dei ricercatori
un chiaro effetto dose-dipendente di richiamo al fumo indotto dall’alcol.
La bevanda placebo non induce infatti nessuna urgenza al fumo. Quattro
drink sono quindi più efficaci di due, ha detto King, e l’induzione più
forte del desiderio di fumare si misura dopo il classico comportamento
del binge drinking, ovvero dopo aver bevuto molti drink uno di seguito
all’altro. Inoltre l’effetto richiamo insorge a mezz’ora dalla bevuta,
quando cioè l’alcol comincia a mostrare i suoi effetti stimolanti e la
sensazione che provano i fumatori è sempre "ora una sigaretta ci sta proprio
bene", mai "beh, fumando in questo momento forse mi sentirò meno depresso",
segno che il richiamo al fumo è indotto da un umore positivo. Nei
prossimi studi i ricercatori hanno intenzione di scovare gli effetti biologici
che guidano questo effetto richiamo dell’alcol e poi vedere se la regola
vale anche per i fumatori occasionali, ossia coloro che non hanno il vizio
ma fumano solo una volta ogni tanto. Certo è che, ha concluso King, questo
tipo di richiamo ha una valenza enorme quando si voglia smettere di fumare.
Successivi studi potrebbero addirittura suggerire di astenersi dal bere
almeno nel primo periodo in cui si è intrapresa la personale battaglia
per smettere di fumare. (*) (*)
Nota: non so quanto sia costata questa ricerca, ma i ricercatori della
Duke University avrebbero sicuramente risparmiato se avessero semplicemente
telefonato a qualsiasi persona che aiuti chi ha difficoltà a smettere
di bere o di fumare (gruppi A.M.A., CAT, AA, Ser.TÖ.) e chiedendo il loro
parere. Da tutti avrebbe avuto la stessa risposta. Per la stragrande parte
delle persone esiste un rinforzo reciproco tra il bere ed il fumare. Tanto
da poter essere considerati uno l’effetto collaterale dell’altro. La recente
legge che vieta il fumo nei locali pubblici ha diminuito anche il consumo
di alcolici. Una iniziativa che avesse l’effetto di ridurre il consumo
di alcol avrebbe sicuramente come conseguenza la diminuzione del consumo
di sigarette.
|
ASAPS
Il rischio dell’alcol alla guida è un aspetto ancora sottostimato nel nostro Paese, il dibattito di questi giorni sulle campagne informative, evidenzia lo scontro fra tutela di interessi economici e tutela della sicurezza. |
Gli
incidenti del fine settimana denunciano ancora la gravità e la portata
del rischio alcol.
Per questo Asaps e Sicurstrada hanno dato alle stampe l’opuscolo "Non bere più del tuo motore", nella sua terza e aggiornata versione, col quale intendono portare un contributo di conoscenza sul tema del consumo di alcolici e dei connessi tragici aspetti collegati in particolare alla guida di veicoli e sulle norme che regolano la materia. Stampato in diverse decine di migliaia di copie e messo a disposizione delle scuole superiori che ne faranno richiesta, l’opuscolo sarà presentato alla stampa mercoledì 20 aprile alle ore 12,30 presso il salone comunale. Nella circostanza verranno presentati anche i risultati di una ricerca sull’incidentalità del fine settimana. |
|
Un bicchiere dopo l’altro che diventa in poco tempo una bottiglia dopo l’altra e che portano a conseguenze pesanti per la salute, sia fisica che mentale. A trascinare nel vortice dell’alcolismo non sono più soltanto il vino o i superalcolici, ma anche la più innocua birra. La prova? I dati relativi al 2004 del Sert, il servizio tossicodipendenze dell’Asl. Sono stati 73 i comaschi in cura per una vera e propria dipendenza dalla birra: in quattro anni, dal 2000, sono più che raddoppiati. La percentuale esatta è del 114%. In crescita anche i maniaci del vino con un aumento del 29%, seguiti dai superalcolici, cresciuti del 3.7%. E’ possibile anche fare una casistica della bevanda alcolica preferita a seconda delle età: tra i 20 e i 29 anni la birra è al primo posto; tra i 30 e i 39 il primato spetta al vino, ma la "chiara" ha un posto di rilievo; tra i 40 e i 49 anni è il vino il più apprezzato con qualche caso di birra; tra i 50 e i 59 il vino è abbinato ai superalcolici mentre gli over 60 si dedicano soltanto a una buona bottiglia di rosso o bianco.(*) Complessivamente l’anno scorso sono state 315 le persone che hanno chiesto aiuto alla struttura dell’azienda sanitaria. Dati che sono tuttavia abbondantemente sottostimati per una serie di cause: innanzitutto gli alcolisti non ammettono di avere un problema fino a che la situazione è drammatica e, in secondo luogo, la vergogna o la paura li portano a nascondere la bottiglia e a tenere la malattia nascosta. Quelli più coraggiosi si rivolgono alle associazioni come gli alcolisti anonimi, la maggior parte tenta di lottare da solo con l’alcol. Ecco perché i numeri del Sert assumono una valenza particolare: si tratta infatti dei casi talmente gravi da costringere a chiedere aiuto a strutture qualificate. Attaccati alla bottiglia sono soprattutto gli uomini (238) mentre le donne si fermano a quota 77. Tra l’altro è proprio il sesso maschile a registrare un incremento: nell’ultimo anno il 14.4% in più degli accessi al Sert è costituito da uomini. Il gentil sesso, invece, in controtendenza rispetto agli anni passati, registra una flessione pari al 17%. Per capire se si tratta di un nuovo trend o solamente di un episodio sporadico, bisognerà aspettare le statistiche relative al 2005. Il rapporto dell’Asl analizza anche le età degli alcolisti: in quattro anni i giovani tra i 20 e i 29 anni sono cresciuti del 57% anche se nel 2004 sono tornati ai livelli del 2000. Aumento consistente anche per gli over sessanta, spesso pensionati: dal 2003 al 2004 sono cresciuti in modo impressionante con il 44% in più rispetto a tutti gli anni precedenti. La fascia maggiormente a rischio resta comunque quella tra i 40 e i 49 anni che ha visto lievitare i dati del 47%. Le curiosità non mancano andando a spulciare nelle professioni: il luogo comune che a bere siano soprattutto i disoccupati viene immediatamente smentito. Il 49% degli alcolisti "cronici" ha infatti un’occupazione stabile, il 18% non ha invece un lavoro e, a sorpresa, il 18% è pensionato. Le casalinghe che tra il bucato e una ricetta si concedono più di un drink hanno raggiunto ormai la soglia dell’8%. Ad affogare le preoccupazioni nell’alcol sono soprattutto i comaschi sposati (il 43%), seguiti dai single (31%), dai separati o divorziati (20%) e dai vedovi (4%). Infine la mappatura del Sert svela che i problemi di alcol sono molto diffusi in Brianza (un terzo dei pazienti), seguita dal lago (95 persone), da Como (74 casi) e dall’olgiatese (41). Gisella Roncoroni (*)
Nota: lo stereotipo del "buon vino" non crolla nemmeno di fronte al
disagio di persone che appena dopo vengono definite "casi gravi". |
LA
PROVINCIA DI COMO Intervento
dei carabinieri: dodici ragazzi sono stati sorpresi con varie dosi
di cocaina, marijuana e hascish |
Volevano festeggiare i diciotto anni appena compiuti di un loro amico e invece hanno concluso la loro nottata in caserma, dopo essere stati sorpresi dai carabinieri con varie dosi di cocaina, di marijuana e di hascish. Ma questo è solo l’apice di una serata canturina all’insegna dello "sballo", iniziata male, con un quindicenne portato all’ospedale per aver bevuto un terribile miscuglio alcolico, e finita - a ben vedere - anche peggio, con dodici ragazzi, di cui quattro minorenni, fermati con la droga. E l’allarme sociale per il disagio giovanile diventa sempre più preoccupante. Il sabato notte, che per i carabinieri doveva essere all’insegna dei controlli e della sicurezza, è iniziato davvero con il piede sbagliato. Attorno alle 23, infatti, i militari sono stati avvertiti da un padre che il proprio figlio era stato portato all’ospedale dopo essersi sentito male con gli amici. La situazione era seria e i carabinieri, anche su sollecito del genitore, hanno voluto vederci chiaro: il ragazzo, 15 anni, si trovava infatti con degli amici. Dopo una breve ricerca, i militari hanno ritrovato il "covo" del gruppo di giovanissimi, in un caseggiato in disuso. Entrati, hanno scoperto altri sei quindicenni seduti attorno a un tavolo, pieno di bicchieri. Così hanno scoperto che il giovane portato all’ospedale aveva ingerito un terribile mix, formato da rhum, vodka, menta, orzata e limone. E anche gli altri ragazzi avrebbero alzato abbastanza il gomito. Il loro amico ricoverato, invece, aveva preso solo una forte sbronza. (*) Per fortuna. Ma questo era solo un piccolo campanello d’allarme, perché la "sveglia" è suonata non più tardi di un’ora dopo. Poco prima di mezzanotte e mezza i carabinieri della stazione di Cantù e del Nucleo operativo e radiomobile si sono infatti accorti di una strana presenza di tre automobili e un gruppo di persone nel parcheggio rialzato del centro commerciale ´Cantù 2000ª. Non appena le pattuglie dei militari hanno fatto ingresso nella zona, si è scatenato un vero e proprio "fuggi fuggi" generale, con i ragazzi che hanno cercato di nascondere o di sbarazzarsi di pacchettini di cellophane e di carta argentata. Qualcuno ha anche provato a tuffarsi in auto, tra i sedili, nella speranza di non essere visto. Ma è stato tutto inutile. I carabinieri sono riusciti a fermare tutti i giovani: di questi 8 erano maggiorenni e 4 minorenni. Secondo quanto si è potuto ricostruire tramite le dichiarazioni degli stessi ragazzi, quasi tutti residenti in un paese della zona, si sarebbero ritrovati per festeggiare i 18 anni di uno di loro. Così sarebbero venuti in "trasferta" a Cantù, trovando una zona abbastanza appartata come il parcheggio superiore del centro commerciale. Ma i festeggiamenti che avevano con ogni probabilità in mente di fare non erano propriamente legali. All’arrivo dei carabinieri, infatti, per terra sono stati trovati due "cylum", ovvero quegli strumenti utilizzati per il consumo degli stupefacenti. Non è stato poi difficile per i militari trovare la droga: alla fine delle perquisizioni, sono state rinvenute cinque dosi di cocaina, due "pezzi" di marijuana e qualche grammo di hascish. Inoltre, per terra, sono stati trovati anche tre piccoli contenitori di cellophane che, secondo i carabinieri, dovevano contenere altro quantitativo di cocaina. Sembra poi che uno dei ragazzi, pur di non farsi prendere "con le mani nel sacco", abbia ingerito della droga. I militari hanno anche passato al setaccio le tre auto, una Opel Astra, una Fiat Palio e una Volkswagen Polo: sulle vetture sono state trovate alcune dosi di sostanza stupefacente. Alla fine tutti i giovani, dopo essere stati identificati, sono stati portati alla caserma dei carabinieri di via Manzoni, dove hanno raccontato la loro versione dei fatti. Uno dei ragazzi, senza precedenti, è stato quindi denunciato per detenzione e spaccio di sostanza stupefacente. Raffaele Foglia (*)
Nota: le conseguenze del bere sono così tollerate che spesso se ne sente
parlare solo se associate all’uso di altre droghe. Chissà se l’articolo
sarebbe stato lo stesso se si fosse trattato "solo" di una forte sbronza? |
L’ADIGE |
PRIO’
Qualcuno lo ha guardato con curiosità, qualcun altro con malizia, qualcun
altro ancora scuotendo il capo. Ma è capitato che qualcuno non si sia
limitato a guardare, ma abbia voluto parlare, portare alla ribalta un’altra
volta un tema che ormai è sulla bocca di tutti: l¥abuso di alcol. E come
restare indifferenti davanti ai manifesti pubblicitari, apparsi questa
volta a reclamizzare il tendone di Priò, in cui troneggia ammiccante la
scritta ´Birra a un euroª?
Dopo la polemica uscita lo scorso anno in merito alla ´Fes...tazzaª di Nanno, questa volta è Nicola Zuech, presidente del Gruppo Speranza Giovane di Cles, a rendersi portavoce di quanti hanno guardato con apprensione ai tanti manifesti pubblicitari dell¥evento, rimanendo perplessi nel vedere come una attrattiva della serata di venerdì 15 aprile fosse la ´birra a 1 euroª, messaggio ben evidenziato al centro della locandina. ´Ben inteso, l¥ammiccante proposta economica non è evento originale, anziª scrive ´Già in molte altre occasioni lo "sconto" viene sapientemente reclamizzato come occasione da non perdere e come meschina attrattiva per i giovani: mi riferisco a molte altre feste od occasioni di ritrovo in tanti paesi della vallata. Non voglio troppo calcare la mano, ma forse è necessario che i tavoli di discussione, le amministrazioni, i gruppi e gli enti che in vario modo possono interagire con queste manifestazioni si interroghino sul significato sociale (prima che su quello economico) del messaggio "birra a un euro". Soprattutto, poi, quando la meno "bulla" Coca Cola è venduta allo stesso banco al prezzo normale di 1,50 euroª. Ad aumentare l¥indignazione è proprio la forte disparità di costo fra la birra e le altre bevande, che sembra proprio invitare a consumare bibite alcoliche. ´Abbiamo usato lo slogan della "birra a un euro" perché attira più genteª confermano gli organizzatori ´ma non per incentivare l¥abuso di alcol: si può addirittura dire che quella di venerdì sia stata una serata tranquilla, senza ragazzi ubriachi né particolari problemiªNonostante questa rassicurazione, tuttavia ´si nota come sia stridente prendere atto della continua fioritura sul territorio di progetti per sensibilizzare i giovani sui rischi legati all¥uso e all¥abuso di alcolª denuncia Zuech ´mentre al contempo altri slogan remano in verso opposto, lanciando in buona sostanza il messaggio che nella festa di turno "è più facile divertirsi perché la birra costa meno". E mi preme constatare come tanti giovani e giovanissimi colgano un attraente motivo di aggregazione e divertimento nell¥occasione di poter bere più birra. La festa in quel di Priò è stata solo un pretestoª conclude ´Le mie riflessioni vogliono essere di carattere più generale e stimolare semmai una fertile discussione in merito a queste tematiche, senza voler sminuire il pregevole lavoro dei giovani impegnati nell¥allestimento del teatro-tendaª. |
L’ADIGE
|
LEVICO
- L¥Istituto Comprensivo di Levico scende in pista contro il fumo e l¥alcol.
Nell¥ambito del ´Progetto Saluteª sono partite negli scorsi giorni, presso
la scuola media, una serie di iniziative contro le cattive abitudini di
vita. ´Da tempo ñ spiega Clelia Sinopoli, la professoressa coordinatrice
del progetto ñ ci stiamo impegnando, in particolar modo con le classi
terze, per prevenire il vizio del fumo e l¥assunzione di bevande alcoliche.
Una campagna che sta dando ottimi risultatiª.
In questo contesto s¥inserisce l¥incontro, svoltosi sabato scorso, tra gli alunni delle scuole dell¥obbligo di Levico e due medici. ´I relatori - ricorda la professoressa - hanno cercato di far capire che fumare e bere comporta gravi danni alla salute. Meglio evitare questi comportamentiª. Nella medesima giornata è stata inaugurata, sempre nell¥edificio che ospita le medie, una mostra in cui sono esposte le opere realizzate dall¥artista Maurizio Menestrina. Opere in cui vengono rappresentati visivamente i danni provocati dalla sigaretta. La mostra sarà aperta fino a sabato 23 aprile. ´Consiglio di visitarla a tutti, è abbastanza unica nel suo genereª aggiunge la professoressa. Clelia Sinopoli dà l¥appuntamento ai levicensi per un pubblico confronto, sempre incentrato sul problema del fumo, in programma questa sera, presso la sala conferenze della filiale della Cassa Rurale di Levico, alle ore 20. |
IL
MESSAGGERO (Abruzzo) Torna
dall’ospedale e muore in uno scontro L’assurda
fine di una radiologa di Spoltore dopo un intervento urgente nella
notte |
CHIETI
- La chiamano in ospedale alle undici della sera per effettuare una Tac,
lei che era reperibile a casa accorre al Santissima Annunziata, esegue
l’esame, magari salva una vita, e quando all’una dell’altra notte se ne
torna nella sua abitazione incrocia e si scontra con un’auto che aveva
azzardato un sorpasso impossibile. Muore sul colpo. Questo il terribile
destino per una donna di 40 anni di Spoltore, Paola Crocetti, medico radiologo
all’ospedale clinicizzato di Chieti uccisa a causa del violento impatto
con un’auto che preveniva in senso inverso.
La sciagura è avvenuta sulla strada a scorrimento veloce in località San Martino, poco prima di Dragonara, vicino al distributore dell’Agip. Oltre alla donna che ha perso la vita, ferite altre tre persone, per fortuna in modo lieve e con prognosi di pochi giorni e tra queste anche l’autista del mezzo che ha provocato l’incidente: si tratta di un chietino di 51 anni, L.T. le sue iniziali, professore e tecnico di scuola superiore, ora in stato confusionario e in lacrime. Pare che rifiuti, forse per il rimorso, gli esami medici. Per lui è subito scattata l’accusa di omicidio colposo; a discrezione della prefettura adesso rischia la sospensione della patente per un periodo che va da 6 mesi a 2 anni. Ma contro di lui anche altre ipotesi di reato: da un esame sui valori del sangue effettuto in ospedale sarebbero emerse tracce di alcol in misura oltre il consentito. Non ubriaco, ma forse quel tanto che basta per abbassare i riflessi e fargli tentare un sorpasso azzardato, con un’auto a poca distanza e per giunta in un tratto di strada con la linea continua. Ma veniamo alla cronaca dell’incidente in base alla ricostruzione compiuta dai carabinieri di Chieti accorsi sul posto alla guida del maresciallo Torres. In sintesi, la dottoressa Paola Crocetti stava scendendo da Chieti in direzione Dragonara a bordo della sua Mercedes Classe A; aveva da poco superato la galleria San Martino e il distributore dell’Agip quando all’improvviso si è trovata davanti un’auto, anche questa una Mercedes, che proveniva in senso inverso e che era in fase di sorpasso, appunto la vettura di L.T. che stava superando una Fiat Brava. Inevitabile l’impatto, anche se non del tutto frontale, comunque ad una velocità valutata intorno agli 80-100 chilometriall’ora. La donna è morta sul colpo per le ferite alla testa, coinvolta e in parte danneggiata anche la Fiat Brava, illesi i due giovani che si trovavano a bordo, una coppia di fidanzati di Chieti entrambi di 27 anni e che tornavano a casa dopo una serata al cinema e in qualche locale. Leggermente diversa la versione fornita ai carabinieri subito dopo l’incidente dallo stesso autista del mezzo che ha causato il sinistro. L’uomo avrebbe cercato di scusarsi e di attenuare le sue colpe dicendo che la donna alla guida dell’auto che scendeva, forse spaventata e accecata dalle luci, avrebbe perso il controllo non riuscendo ad evitare l’impatto. ´Ho fatto l’impossibile - ha detto mentre veniva portato via in autoambulanza - non ce l’ho fatta ad evitare lo scontro, ho frenato, è stato inutileª. E ora in ospedale altro non dice, chiuso nel suo dolore, si rifiuta di sottoporsi alle radiografie. Per rimorso. |
CORRIERE
ADRIATICO |
FANO
- Il tema della sicurezza è stato in questi giorni tra i protagonisti
del dibattito cittadino. da più parti si è alzata la richiesta di ottenere
maggior personale per le forze dell’ordine che d’altro canto hanno risposto
raddoppiando gli sforzi. Insieme all’annuncio dell’arrivo del poliziotto
e del carabiniere di quartiere, si è aggiunta la creazione di pattuglie
in borghese della Polizia municiplae che monitoreranno strade e rioni.
|
CORRIERE ADRIATICO La piaga dell’alcol |
MONTEROBERTO
ñ Non sono nuovi episodi come quello verificatosi nella notte tra sabato
e domenica. Non sono nuovi neanche nei bar, nei pub. Ovunque ci sia aggregazione
e ovunque ci sia un bancone dove farsi servire cockails e alcolici. La
causa va cercata nell’abuso. Di alcolici, come anche di sostanze stupefacenti.
E poi, passare dagli insulti alle mani è un attimo. Molte volte, anche
con gravi conseguenze. E spesso ad andarci di mezzo sono anche gli operatori
sanitari chiamati a prestare soccorso e le forze dell’ordine che devono
intervenire a riportare la situazione sotto controllo.
|
CORRIERE
ADRIATICO |
FERMO
- Un controllo a tappeto per tutta la notte sulle strade del litorale
fermano in un servizio volto a prevenire le stragi del sabato sera. In
strada l’altra notte tre pattuglie della polizia stradale di Fermo con
i relativi agenti che hanno appunto controllato il traffico ed anche l’equilibrio
fisico e mentale di chi di notte si mette alla guida, magari dopo essere
uscito dai locali notturni. Il bilancio dell’operazione è di quelli pesanti.
Poco meno di settanta i veicoli controllati e un centinaio le persone
identificate. Per quindici persone è scattato il ritiro della patente
per guida in stato di ebbrezza, 33 verbali e 164 punti ritirati. Tre,
infine, le carte di circolazione che sono state ritirate dalla polizia
stradale
|
CORRIERE
ADRIATICO |
PORTO
SAN GIORGIO - Notte movimentata quella tra sabato e domenica a Porto San
Giorgio. Ben due locali della città sono infatti stati interessati da
risse, tutte per fortuna che si sono risolte in poco tempo. La prima è
scoppiata in viale Cavallotti. Alcuni ragazzi, dai primi racconti avevano
bevuto qualche birra di troppo, se la sono presa con un extracomunitario,
prima a parole e poi passando alle mani. L’altra rissa, che ha richiesto
l’intervento dei carabinieri di Fermo, è esplosa invece in un locale di
recente apertura in via della Repubblica. " Ci sono dei ragazzi che si
stanno prendendo a botte", questa la segnalazione arrivata a notte fonda
alla Guardia di Finanza che ha poi passato la notizia alla centrale dei
militari di Fermo. Non si contano feriti gravi, solo qualche pugno.
|
IL
GAZZETTINO DI TREVISO Polstrada, ritirate ventotto patenti |
Ancora
una notte di follie sulle strade castellane: ben 28 patenti ritirate in
cinque ore. E’ stata una nottata di lavoro intenso per tre pattuglie della
Polizia stradale di Castelfranco che hanno controllato a tappeto le strade
da mezzanotte alle cinque di ieri mattina. Delle 28 patenti, 19 sono state
ritirate per alta velocità e 9 per guida in stato di ebbrezza, ma ben
sei automobilisti sono stati fermati sia per l’una che per l’altra gravissima
infrazione. Le strade pattugliate sono state a Vallà, Riese, Castelfranco
e poi la pedemontana. Gli automobilisti sanzionati sono fra i 20 e 43
anni: 27 sono della zona di Godego, Riese e Caerano mentre uno è un ragazzo
romeno che, con un tasso alcolico di 1,76 mg per litro mentre il limite
di legge è di 0,50, sfrecciava a 109 orari in via Kennedy a Vallà.Un trentacinquenne
di Castello di Godego correva a 146 orari in centro sempre a Vallà
|
CORRIERE
ROMAGNA |
IMOLA
- Controlli sulle strade e nei locali pubblici da parte dei carabinieri
nel week end. I militari dell’Arma sono entrati in azione sabato sera
a Castel San Pietro dove hanno notato strani movimenti nei pressi di una
sala giochi. Sono stati fermati due cittadini del Marocco, rispettivamente
di 33 e 43 anni. I due, in regola col permesso di soggiorno, avevano con
sè due telefonini cellulari che, dopo una verifica, sono risultati essere
stati rubati pochi giorni fa a Bologna in un centro sociale frequentato
soprattutto da anziani. Sono quindi stati denunciati a piede libero per
ricettazione.Sempre sabato nel pomeriggio, nel Comune di Casalfiumanese,
un 32enne di Castel San Pietro è stato denunciato per furto aggravato.
Infatti, si era impossessato della legna che era stata preparata per essere
poi trasportata a casa da un agricoltore di 54 anni che possiede il podere
in zona, il quale si è ritrovato improvvisamente senza nulla. Nella notte
fra sabato e domenica, verso le 2.15, è stato fermato sul ponte Vecchio
un 36enne di Imola sulla via Emilia rientrando da Faenza. Al controllo
del "palloncino", aveva bevuto qualche bicchiere di troppo. E’ stato di
conseguenza denunciato per guida in stato d’ebbrezza alcolica.
|
LA
PROVINCIA DISONDRIO Il programma Sesso, droga, alcol e alimentazione: quattro incontri destinati ai ragazzi |
(d.pra.)
Quattro incontri per parlare di salute con genitori, studenti e insegnanti.
L’istituto di istruzione superiore di Chiavenna che associa liceo scientifico,
ragioneria e geometri, propone un ricco calendario di incontri nell’ambito
del progetto volto ad approfondire aspetti importanti della salute dei
ragazzi. Si partirà mercoledì alle 20,45 con "Non solo no! Il problema
della tossicodipendenza ma non solo" curato da Franco Taverna della Fondazione
Exodus. Giovedì 28 aprile, stessa ora, sarà la volta di Riccardo Fumagalli,
medico dell’Asl di Sondrio che parlerà di "Aspetti nutrizionali e igienico
sanitari degli alimenti". Si parlerà di sesso giovedì 19 maggio. "S di
Sesso?" è il titolo del dibattito curato dallo psicopedagogista Massimo
Guareschi del centro di psicologia Cospes di Milano. Ultimo appuntamento
giovedì 26 maggio per affrontare una piaga del mondo giovanile. "L’alcolismo
è un problema?" riguarderà la comunicazione dei risultati del progetto
curato da Domenico Chirico dell’Acat di Chiavenna. Tutti gli incontri
si terranno nell’aula magna dell’istituto.
|
LA
GAZZETTA DELMEZZOGIORNO A
tavola vittime delle bufale pubblicitarie |
ROMA
Gli italiani a tavola? Vittime delle bufale alimentari e dei falsi miti,
ed a pagare le spese sono soprattutto i bambini. E’ quanto emerge da una
ricerca della rivista Dimagrire, in edicola dai prossimi giorni, che grazie
all’apporto di alcuni fra i maggiori alimentaristi italiani ha studiato
i luoghi comuni e i comportamenti sbagliati degli italiani. Dal mito dei
crackers e dei grissini che sarebbero meno calorici del pane a quello
del rapporto fra uova e colesterolo; dalla leggenda sul latte che disintossica
a quella del peperoncino afrodisiaco. Gli italiani sono vittime di svariate
bufale alimentari: falsi miti che, grazie alla pubblicità e informazioni
sbagliate o superficiali, contribuiscono spesso all’ingrasso e alla crescente
obesità di piccoli e grandi, convinti, invece, di seguire comportamenti
alimentari accorti e al passo coi tempi. Secondo il campione intervistato,
per il 29% del quale la dieta è sempre e comunque il metodo migliore per
dimagrire, per perdere peso o mantenere la linea bisogna mangiare molta
frutta (28%), eliminare il pane o sostituirlo con i crackers (21%), evitare
di mangiare fuori dai pasti (17%) o preferire il riso alla pasta (10%).
Una serie di veri e propri strafalcioni alimentari e a farne le spese,
secondo gli esperti, sarebbero innanzitutto i bambini. Sui più piccoli
´sono i messaggi pubblicitari a fare maggiore presaª spiega il nutrizionista
Elio Muti. Non a caso, i consigli in fatto di alimentazione gli italiani
li attingono soprattutto da amici e parenti (34%) e dalla tv (27%) e solo
l’11% da dietologi ed esperti. Ma la colpa non è tutta della televisione:
´Il primo modello negativo è la tavola domestica - avverte Carlo Cannella,
ordinario di Scienza dell’Alimentazione all’Università La Sapienzadi Roma
- e l’esempio dei genitori, che non sanno mangiare correttamente, non
può che portare a bambini che si alimentano in modo erratoª. Gran parte
della mitologia legata al cibo viene dalla pubblicità, prosegue Cannella,
ma non solo: ´Siamo troppo abituati ad accettare acriticamente luoghi
comuni solo perché vengono dall’estero. Basti pensare - prosegue l’esperto
- che tutte le diete e le mode alimentari degli ultimi anni vengono dagli
Stati Uniti. Una situazione quasi paradossale, se pensiamo che negli Usa
il problema del soprappeso è estremamente grave e diffuso. Insomma, invece
di seguire la nostra dieta mediterranea, che fa davvero bene, preferiamo
importare le fantasiose diete a stelle e strisceª. Da qui nascono le bufale
alimentari, frutto di luoghi comuni e strafalcioni consolidati scambiati
ormai per verità acquisite. L’esempio più diffuso? Quello che i crackers
o i grissini siano l’ideale sostituto del pane in caso di dieta: sbagliato.
I crackers contengono infatti 430 calorie, mentre il pane ne contiene
appena 290. Bufale alimentari 1) Crackers e grissini sono più leggeri
del pane 2) I formaggi freschi sono più magri 3) Le uova fanno male al
fegato 4) I cibi integrali hanno meno calorie 5) Pompelmo e ananas bruciano
i grassi 6) Mangiare fuori pasto fa ingrassare 7) La frutta a colazione
fa bene 8) Il peperoncino è afrodisiaco 9) L’olio di semi è meno grasso
di quello d’oliva 10) Meglio usare poco olio per friggere 11) La frutta
è ricca di vitamine 12) Lo zucchero fa venire il diabete 13) Il vino rosso
fa buon sangue14) Il latte disintossica 15) Il dolcificante è meno calorico
dello zucchero 16) I surgelati sono meno nutrienti dei cibi freschi 17)
L’aperitivo fa venire appetito 18) Gli alimenti light fanno dimagrire
19) Quando fa caldo bisogna mangiare di meno 20) Più pasti si fanno durante
il giorno e più si ingrassa.
|
LA
REPUBBLICA(Affari e Finanza)
|
Penso
che tra 1520 anni i giovani non sapranno più cosa è un vero Chiantiª.
Raggiunto telefonicamente a Rio de Janeiro, la sua nuova base, Jonathan
Nossiter, il registasommelier, come è stato ribattezzato dopo l’uscita
del suo film, Mondovino, spiega la sua filosofia del vino, e si difende
dalle accuse di essere un noglobal. ´Non sono contro la vera globalizazzione,
per niente. Mi sento assolutamente un ëglobalista’ nel senso che credo
fermamente ª. Il suo film ha scatenato un vero e proprio putiferio,
prima in Francia, poi in America, ora si aspetta di vedere le reazioni
in Italia. E il dibattito si è acceso anche su Internet, dove ormai
si trovano i siti dei grandi critici di vini, come Robert Parker, tra
i protagonisti del film. Lunedì, 18 Aprile 2005
email
stampa
Area Riservata
Sezioni
SERVIZI PER I SOCI
|