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Rassegna stampa alcol e guida del 17 aprile 2005

RASSEGNA STAMPA "ALCOL E GUIDA"

Note a cura di Alessandro Sbarbada
Servitore-insegnante in un Club degli Alcolisti in trattamento a Mantova.


L’ADIGE
Alcol, comodo accusare i baristi.

Fino a quando sopporteremo il peso sociale dei danni provocati dall´alcol? Fino a quando anteporremo produzione ed interessi economici alle morti, ai disagi, alle violenze provocate dal consumo di alcolici.
Davvero chi beve ed ha problemi non ha cervello, non ha capacità, non sa fermarsi in tempo? L´assunto “è una questione di abuso come in tutte le cose” non regge con una sostanza psicoattiva come l´alcol (ricordiamoci che anche l´alcol è una droga a pieno titolo…) ed è utile sapere che chi oggi ha problemi alcolcorrelati è partito da un bicchiere convinto di saper bere, di fermarsi in tempo…
Ed è altrettanto utile sapere che su cento persone che oggi bevono “moderatamente” dieci svilupperanno problemi di dipendenza ma non sappiamo chi e quando.
E non crediamo che dietro il bevitore problematico si nasconda sempre l´individuo labile, incapace, emarginato, separato o altro.
La cultura ci tiene ancorati a vecchi modelli sociali e ci ha abituati a difese strenue rispetto al bere. Perché mio nonno…, perché mio padre beveva ma è vissuto fino a novant´anni, perché se si lavora si brucia in fretta, perché bevo del “mio” che non è “fatturato”…..
Ma è il bere dei giovani che preoccupa e loro il vino per la verità lo conoscono anche poco perché attratti dal colore di bevande nuove studiate a tavolino da sociologi e psicologi. Facilmente reperibili, buone, adatte anche al palato femminile. Divertimento garantito solo se condizionato da una congrua ingestione di alcolici. Il resto è noia, non è sballo, non è tendenza!
Forse noi adulti abbiamo sbagliato, stiamo sbagliando qualcosa. Forse manca il nostro esempio, forse le nostre case sono ancora piene di simboli e atteggiamenti in difesa del bere.
La famiglia dovrebbe essere maggiormente attiva nel prevenire tali comportamenti senza ricondurli banalmente alla logica conseguenza dell´età, del “bisogna provare perché l´ho fatto anch´io da giovane..”, del “ma succede solo al sabato..”. Poi la scuola dovrebbe impegnarsi maggiormente rendendo curricolari i momenti di formazione ed informazione sia di alunni che insegnanti.
I Comuni dovrebbero smetterla di foraggiare feste alcoliche, sagre di basso profilo educativo dove il mangiare e il bere sono enfatizzati all´inverosimile. Persino negli oratori si ama bere in compagnia di catechisti ed educatori. Ho visto dei ragazzi delle elementari partire per una gita scolastica a bordo del “wine bus”. Che spettacolo ricco di spunti educativi!
E poi funerali con omelie lontane dal problema e sconsolatamente adattate alla volontà del buon Dio che chiama a sé i giovani.
E la stampa butta lì qualche titolo e quelle orribili foto in cui deve per forza apparire giovani sorridenti con grossi bicchieri di birra o un uomo ubriaco che dorme vicino ad una bottiglia…
Signori giornalisti svegliatevi! Questi modelli sono ben lontani dall´essere educativi. Più nessuno ormai dorme vicino ad una bottiglia perché il bere è un altro bere. E poi perché i giovani devono essere sempre ritratti con qualcosa di alcolico in mano mentre ridono e scherzano?
I giovani si divertono solo con la birra in mano? Francamente non lo credo. Ognuno rifletta sul proprio bere, impari a scegliere se farlo o non farlo, educhi i figli a scegliere a loro volta cosa sia meglio per garantire salute , sicurezza e benessere. Se poi la scelta è il continuare a bere o ..cominciare a bere, il barista ha davvero poche colpe a carico!
Il barista è uno degli anelli della catena ma la legge non deve essere l´unico stratagemma per risolvere il problema. Sarebbe troppo comodo per tutti. Famigliari compresi!
Franco Baldo - presidente Club delle famiglie con problemi di alcol - ACAT Montalbano »Mori.

 
LA PROVINCIA DI LECCO
L’uomo è stato denunciato dai carabinieri per guida in stato d’ebbrezza
Contusioni superficiali per una passeggera del bus
Incidente alle «Piazze»: l’autista del pullman positivo all’alcoltest

Un autista di «Linee Lecco» è stato denunciato a piede libero dai carabinieri perché si era messo al volante del suo mezzo dopo aver bevuto un bicchiere di troppo. Non solo: ha urtato un’auto mentre faceva manovra davanti al supermercato le «Piazze», per poi bloccare la corsa del mezzo con una brusca e improvvisa frenata. La manovra, però, ha provocato un violento scossone all’interno dell’autobus di linea. E una donna - che si trovava nei primi sedili - ha riportato alcune contusioni oltre a un fastidioso colpo di frusta. La signora è stata accompagnata al pronto soccorso dell’ospedale «Alessandro Manzoni» dove è stata visitata dai medici e refertata. Le sue condizioni si sono rivelate, comunque, più che buone: la donna è stata subito dimessa e se la caverà solo con qualche giorno di prognosi. I fatti risalgono a venerdì mattina, ma sono stati resi noti solo ieri sera. Erano da poco passate le 11: l’autista era regolarmente al lavoro quando una sua manovra troppo azzardata, come detto, ha rischiato di provocare un serio incidente. Solo una brusca frenata ha evitato che il pullman - su cui viaggiavano diverse persone - potesse essere coinvolto in un grave sinistro. Uno dei passeggeri, con un cellulare, ha quindi avvisato il comando dei carabinieri. A quell’ora erano molte le pattuglie dei militari impegnate nell’attività di controllo del territorio coordinata dal comando provinciale. In pochi istanti, quindi, un’auto ha raggiunto il luogo dell’incidente. Ai militari è bastato poco per capire che l’autista "aveva alzato un po’ troppo il gomito". Lo hanno perciò sottoposto al controllo con l’etilometro e hanno avuto la conferma a tutti i loro dubbi: i valori registrati superavano abbondantemente i limiti previsti dalla legge. Il test, infatti, ha dato un risultato di 1,30, quando il tetto massimo stabilito dalla nuova normativa è di 0,50 (*). I carabinieri, allora, hanno avvisato la direzione di «Linee Lecco»: i rappresentanti dell’azienda sono arrivati sul posto e poi hanno chiamato un altro autista che sostituisse il collega colto in fallo. L’uomo - di cui non sono state rese note le generalità - è stato comunque denunciato per guida in stato d’ebbrezza.
 
(*) Nota. Non ci si deve stupire. I conducenti di autobus che guidano in stato di ebbrezza sono molti nel nostro paese. E non vengono praticamente mai sottoposti a controlli con alcoltest, se non, come in questo caso, ad incidente avvenuto.

CORRIERE DELLA SERA
Dal Marocco all’Egitto aumentano i consumi. Tra i giovani è una moda bere birra
Contro l’integralismo gli islamici riscoprono il vino

Per il ferreo rifiuto non solo di bere ma anche di sedere a un tavolo dove venga servito il vino, il presidente iraniano Khatami annullò la sua visita ufficiale in Francia nel marzo 1999. Per la stessa ragione fu cancellata una cena di gala offertagli dal re di Spagna il 28 ottobre 2002. L’Italia, visitata da Khatami il 9 marzo 1999, se la cavò con uno stratagemma: nella cena ufficiale al Quirinale non c’era il vino a tavola ma chi lo voleva poteva berlo servendosi a un tavolinetto posto nelle vicinanze. Eppure l’ostentazione di tanta morigeratezza mal si concilia con la realtà del vissuto di tanti musulmani che nei loro Paesi non si fanno scrupoli a consumare alcolici.
Addirittura i dati disponibili indicano una crescita della produzione e della vendita degli alcolici in Egitto, Turchia, Marocco. Ma ovunque tra i fedeli di Allah, specie tra i giovani, bere vino e birra è diventato un fatto alla moda. E ovviamente un business che fa gola a tanti, comprese le multinazionali occidentali che dopo aver inventato la birra halal, permessa dall’Islam per il suo bassissimo contenuto alcolico, stanno ora per lanciare il vino halal.
La crescita dei consumi di alcolici segnala un’inversione di tendenza rispetto all’involuzione dei costumi che ha accompagnato il processo di islamizzazione delle società musulmane all’indomani della sconfitta degli eserciti arabi nella guerra del 6 giugno 1967 e del tramonto dell’ideologia laica panaraba di ispirazione nasseriana e baathista. Oggi in Egitto si è tornati pressappoco ai livelli di 50 anni fa. In epoca monarchica gli egiziani bevevano in media due litri di birra a testa. Nel 1986, con l’affermazione dell’integralismo islamico, i consumi si sono dimezzati.
Dieci anni dopo, nel pieno dell’offensiva del terrorismo islamico, si è scesi a due terzi di litro a testa. Le ultime stime rivelano che il consumo medio è balzato a 1,8 litri.
Indice di un recupero dell’identità laica che ha caratterizzato le società arabe dopo la nascita degli Stati nazionali sulle ceneri dell’ultimo impero islamico turco-ottomano.
Secondo la Abc (Al-Ahram Beverages Company), azienda leader nella produzione di alcolici in Egitto, di proprietà del consorzio egizio-americano Luxor Group, il 2003 ha registrato un incremento della produzione dell’8% e una crescita del fatturato del 13% rispetto all’anno precedente. Il 97% delle vendite di alcolici riguarda la birra. E dei 125 milioni di litri di birra prodotti, 75 milioni sono di birra halal e 50 milioni di birra alcolica. Si tratta del rinomato marchio Stella, un prodotto della danese Heineken. Il boom si ebbe nel 1998: con complessivi 56 milioni di litri, fu raddoppiata la produzione dell’anno precedente. Da allora il volume è ulteriormente cresciuto.
In Turchia, Paese musulmano ma dove la parola «Islam» non compare neppure una volta nella Costituzione laica voluta da Ataturk, il consumo di alcolici è dieci volte quello dell’Egitto, anche se hanno entrambi circa 70 milioni di abitanti. Nel 2003 la produzione complessiva è stata di 928 milioni di litri, con un incremento del 9% rispetto all’anno precedente. Di questi circa 780 milioni sono di birra. Anche in Marocco la vendita di alcolici è cresciuta del 4,6% nel 2003, con la birra che rappresenta il 72% del mercato e il 44% del fatturato, in considerazione del fatto che costa poco rispetto al vino e ai superalcolici.
L’altra grossa novità è che la produzione di alcolici nei Paesi musulmani, come qualsiasi altra merce che deve competere in un mercato globalizzato, tende a migliorare sempre più sul piano della qualità. Il «Coteaux de l’Atlas», il vino più prestigioso prodotto dall’azienda marocchina «Les Celliers de Meknès» (40 milioni di litri annui), ha ottenuto la medaglia d’argento dell’Unione degli enologi francesi nel 2004. Il «Chateau Tellagh», prodotto nella regione algerina di Medea dall’azienda statale Oncv (National marketing office for viticulture products), ha vinto il Premio della giuria dell’Esposizione vinicola di Montreal del 1998.
Nella valle della Bekaa, dopo che è stata ripulita dalla coltivazione dell’hashish e dai campi di addestramento dei terroristi, si producono marchi apprezzati in Europa e in America, come il «Chateau Kefraya» e il «Chateau Musar». In Tunisia, dove una legge di Stato regolamenta l’industria vinicola sin dal 1957, si producono vini di qualità come l’«Impérial Magnus Rouge».
La riscoperta dell’alcol nei Paesi musulmani costituisce in effetti un ritorno alle proprie radici. Tutto il bacino mediterraneo, millenni avanti Cristo, produceva vino e birra. Bevande fermentate e inebrianti erano note nella Penisola Arabica molto tempo prima dell’avvento dell’Islam. D’altro canto il Corano si presta a differenti interpretazioni circa la liceità dell’alcol. Il versetto 67 della sura XVI lo esalta: «E dei frutti delle palme e delle viti vi fate bevanda inebriante e buon alimento; e certo è ben questo un segno per gente che sa ragionare». Per contro il versetto 219 della sura II lo sconsiglia: «Ti domanderanno ancora del vino e del maysir (il gioco d’azzardo, ndr). Rispondi: "C’è peccato grave e ci sono vantaggi per gli uomini in ambo le cose: ma il peccato è più grande del vantaggio"». A livello popolare l’alcol è sempre stato presente. C’è addirittura un genere letterario arabo, rinomato come «Khamriyya», traducibile in «Odi bacchiche», che annovera insigni poeti. Nel poema «Il vino mistico», inteso come il mezzo che conduce a Dio, il sufi Ibn Al-Farid nel XII secolo esclamò: «Dicono: hai bevuto il peccato! Nient’affatto, ho bevuto ciò che sarebbe peccato abbandonare! (...) Non vi è vita in questo mondo per chi è sobrio, chi muore senza avere provato l’ebbrezza ha vissuto invano». (*).

BRESCIA OGGI
Pullman dell’Associazione alcolisti anonimi in piazza Arnaldo per mettere in guardia
Alcool, allarme giovani
I minori di vent’anni sono più esposti ai danni al fegato

Il pullman bianco è parcheggiato in piazzale Arnaldo, proprio vicino ai portici attorno ai quali, ogni week end, si consuma il rito dell’intrattenimento collettivo, fra musica, chiacchiere e qualche bicchiere. Una piazza strategica, scelta dall’Acat Brescia, l’Associazione dei Club degli Alcolisti in Trattamento (*), per sensibilizzare da vicino le nuove generazioni sul tema dell’alcolismo.
Grazie al pullman messo a disposizione dall’Acat di Cremona, i volontari dei Club bresciani, insieme ad un medico, hanno deciso di essere «sul campo» dalle due del pomeriggio a notte inoltrata, con l’iniziativa denominata «A proposito di alcol», realizzata con la IX circoscrizione, nel mese dedicato alla prevenzione sull’alcol: sul pulmino, infatti, oltre a dépliants e materiale informativo, è allestita una postazione video, con filmati che illustrano la pericolosità dell’alcol alla guida e le conseguenze fisiche e relazionali implicate nell’alcolismo. C’è anche un etilometro, per misurare il tasso alcolico nel sangue, e magari iniziare a rendersi conto delle conseguenze, spesso trascurate, di un bicchiere in più.
«Crediamo che sia nostro dovere informare la cittadinanza, e in particolare i giovani, fra i quali l’alcolismo è in aumento - spiega Fausto Cappa, presidente Acat Brescia -. Il problema è che l’alcol, oltre ad essere una sostanza tossica, è subdolo perché spesso dà disagi quando ormai è troppo tardi, dopo l’effetto euforico produce stati di depressione, e, soprattutto per i ragazzi prima dei 18-20 anni, età in cui il fegato non produce ancora compiutamente tutti gli enzimi in grado di reagire alla tossicità etilica, può causare serie conseguenze, come l’epatite».
Sempre più ragazzi dediti all’alcol, dunque, e sempre più giovani, molti al di sotto della maggiore età, addirittura nella prima adolescenza, come testimonia il contatto avuto dall’Acat con una scuola media bresciana, a confronto con un alunno di 12 anni, trovato con una bottiglia nello zainetto. «Noi non vogliamo fare del proibizionismo, ma informazione, iniziando innanzitutto a far capire che l’abuso di alcol non esiste, come non esiste l’abuso di eroina: quando si tratta di una sostanza tossica, ogni uso è abuso e viceversa», dice Cappa.
Il pullman con l’etilometro non è nuovo a serate in città e provincia: gli anni scorsi manifestazioni analoghe sono state proposte in piazza Loggia e in molti paesi, come Rodengo Saiano, lo scorso settembre, in occasione di una festa locale, in cui furono quasi 350 le persone sottopostesi volontariamente al test dell’etilometro, di cui il 70% giovani, i quali, nel 70% dei casi, sono risultati fuori dai livelli massimi previsti dalla legge. «I ragazzi che incontriamo sono abbastanza spigliati, la domanda più frequente che riceviamo è “quanto possiamo bere” e “quanto fa male”, interrogativi innocenti e incoscienti, che dimostrano come spesso le nuove generazioni non si rendano conto della tossicità dell’alcol», afferma Cappa.
Sempre per sensibilizzare i giovani, dopo il pullman, il 7 maggio è in programma al Palabrescia l’A-nalcolic Party, festa all’insegna della sobrietà aperta a ragazzi e cittadinanza. Clara Salvi
 
(*) Nota: chi scrive i titoli dei giornali spesso è predisposto a confondere Alcolisti Anonimi e Club degli Alcolisti in Trattamento. Eppure se io li chiamassi “Il giornale di Brescia” anziché “Brescia Oggi” ci rimarrebbero male.

L’UNIONE SARDA (Sassari)
Un camper contro alcol e droga

Una mano tesa per tossici ed alcolisti sarà disponibile dai prossimi giorni in via Pirandello, nei pressi dei locali della terza circoscrizione. L’iniziativa rientra nell’ambito del progetto «Unità mobile di strada» dell’associazione Primavera Onlus, che da anni svolge la sua attività di recupero e reinserimento sociale di tossicodipendenti nel nord Sardegna. Dal 18 aprile, l’iniziativa si sposterà anche a Sassari con una cadenza trisettimanale e con l’obiettivo di svolgere un’attività di prevenzione territoriale e di riduzione del danno, in collaborazione anche di istituzioni ed organizzazioni presenti nel territorio. Gli operatori dell’associazione, forniti di regolare tesserino di riconoscimento, saranno, quindi, presenti con un camper sulla cui fiancata sarà visibile la scritta «Associazione primavera - Unità mobile» ed il logo del progetto. Il camper è attrezzato per la distribuzione di materiale informativo e di prevenzione, ed al suo interno è riservato uno spazio per l’accoglienza ed i colloqui. L’équipe presente sul mezzo, oltre a cercare il contatto con quanti fanno uso di sostanze stupefacenti e di alcol, sarà disponibili anche per tutti i cittadini che vorranno essere informati di più sul fenomeno delle tossicodipendenza di qualsiasi tipo. L’attività su ruote dell’associazione Primavera, che era iniziata ad Alghero nell’anno scorso, ha deciso di estendere la loro opera anche a Sassari, perché sul suo territorio sicuramente il fenomeno delle tossicodipendenze risulta più esteso e molto più visibile. «Gli obiettivi del progetto - spiegano i responsabili dell’associazione Primavera - ruotano attorno alla riduzione dei danni correlati all’assunzione di sostanze che portano alla tossicodipendenza. In particolare si tenterà di prendere contatto con il maggior numero possibile di tossici ed alcolisti, favorendo il rapporto soprattutto con coloro che non si sono mai avvicinati ai servizi, ed offrire loro uno spazio di ascolto ed un supporto». Rientra inoltre nel progetto la necessità di offrire un’informazione corretta e puntuale anche sul possibile miglioramento delle condizioni di vita, attraverso una conoscenza più profonda dei pericoli derivanti dalle infezioni da malattie infettive, quali l’Aids e l’epatite, collegate molto spesso al consumo di droghe. Nello stesso tempo saranno indicati modi e mezzi per l’accesso ai presìdi sanitari, alle comunità terapeutiche, ai gruppi di aiuto ed ai club degli alcolisti. E, contemporaneamente, saranno distribuiti strumenti di profilassi. Altro obiettivo è quello di favorire nel territorio una maggiore conoscenza del fenomeno delle tossicodipendenze e dell’alcolismo. «Siamo convinti, infatti, - concludono i vertici dell’associazione Primavera - che per raggiungere questi obiettivi, sia indispensabile la collaborazione con enti ed istituzioni pubbliche e private, presso cui abbiamo ritenuto opportuno presentarci e far conoscere questo progetto, a cominciare dalle forze dell’ordine, dal servizio territoriale e dai servizi sociali, oltre che da alcune associazioni territoriali». Giuseppe Florenzano.

L’ARENA di Verona
PRESSANA
Festa e sagra in un solo giorno, previste anche gare sportive e spettacoli del circo
Fiori e giochi tra faraone e lotteria
Arriverà il bus della speranza contro l’abuso di droghe e alcool (*)

Pressana. L’arrivo della primavera porta nella via principale del paese i fiori e le primizie, oltre al tradizionale piatto a base di faraona allo spiedo. Comune e Pro loco hanno preparato per oggi l’ottava «Festa dei fiori e sagra della faraona», associata alla giornata dedicata al volontariato. A partire dalle otto del mattino, infatti, sarà presente in via IV Novembre il celebre bus rosso della speranza dell’Ulss 20. I membri dell’associazione «Genitori insieme» saranno a disposizione dei visitatori per distribuire materiale informativo sull’abuso di sostanze psicotrope e di alcol tra i giovanissimi. Alle 11 si celebra la messa del volontario.
Il viale che conduce alla chiesa si riempirà di stand di fiori, piante, frutti e verdure fresche per la gioia degli appassionati di floricoltura e orticoltura. Saranno presenti anche alcune bancarelle del mercato settimanale.
Si ripete anche quest’anno, inoltre, l’appuntamento sportivo proposto dal Coni provinciale per l’«Anno internazionale dello sport per tutti». Undici squadre composte da bambini delle elementari e delle medie dei Comuni aderenti alla manifestazione - Albaredo, Arcole, Belfiore, Cologna, Isola Rizza, Oppeano, Pressana, Roverchiara, Roveredo, Veronella e Zevio - si affronteranno in una corsa su un percorso cittadino di 800 metri. Ogni squadra è formata da 10 fra bambini e bambine. Il tempo di gara verrà calcolato all’arrivo dell’ottavo concorrente. L’inizio della corsa è in programma alle ore 10 nella piazza antistante la chiesa.
Nel piazzale retrostante il centro giovanile, la Pro loco allestirà lo stand gastronomico dove sarà possibile pranzare al costo di 10 euro. Le prenotazioni si ricevono alla tabaccheria di Luciano Muraro oppure telefonando al numero 0442 85715. Alle 15.30 il circo «Liliano Sterza» di Brescia animerà il centro con uno spettacolo di «giocoacrobaticomici-tà». Per tutta la giornata il trenino elettrico porterà a spasso gratuitamente i più piccoli per le vie del paese.
La festa si chiuderà con la cena a base di faraona allo spiedo dietro il centro giovanile e il ballo liscio dell’orchestra «Fol-klorama Band». Alle 22.30 saranno estratti i biglietti vincenti della lotteria di primavera: in palio premi allettanti, fra cui un computer portatile, una lavatrice e una batteria di pentole. (p.b.)
 
(*) Nota: fa piacere vedere come, sulla scia dell’esperienza di Cremona di tatnti anni fa, proliferino bus e camper con informazioni sul alcol e problemi alcolcorrelati.
Speriamo che, a differenza dell’autista di autobus di Lecco (vedi sopra) chi guida questi mezzi sia sobrio.

LA SICILIA (Enna)
furgone contromano
A forte velocità per 20 chilometri fino a quando è stato bloccato dalla Polstrada
Tragedia sfiorata sull’A19

Andava a forte velocità contromano sull’autostrada seminando il panico, per una ventina di chilometri, tra gli automobilisti allibiti diretti a Palermo. Venerdì sera intorno alle 21,30 sull’autostrada A19 Catania - Palermo è stata infatti evitata una tragedia grazie al tempestivo intervento di due pattuglie della polizia stradale di Catenanuova. Un ennese M. G. di 39 alla guida del suo furgone Ford Transit all’uscita dallo svincolo di Agira ha imboccato contromano l’autostrada in direzione di Catania percorrendo un lungo tratto autostradale. Dopo le segnalazioni alla polizia stradale di Catenanuova da parte di diversi automobilisti allarmati diretti a Palermo che si sono visti venire quasi addosso quel veicolo pirata che la Polstrada di Catenanuova è riuscita a bloccare sullo svincolo per Mulinello. Agli occhi dei poliziotti, M.G. è apparso subito fuori di sé. L’hanno trovato in un stato di grave ebbrezza alcolica riscontrata mediante test etilici. Il furgone è stato posto sotto fermo amministrativo per alcuni mesi e l’uomo è stato denunciato all’autorità giudiziaria e gli sono sottratti i 20 punti della patente che perciò gli è stata ritirata.
La Polstrada ha applicato l’art.186, 2° comma, del codice della strada che prevede, per guida in stato di ebbrezza alcolica, fino a un mese di arresto e pesanti sanzioni pecuniarie. L’anno scorso, il 10 gennaio, c’era stato un altro episodio di guida contromano sulla carreggiata opposta. Protagonista era stato un marocchino di 42 anni, anch’esso ubriaco che dopo aver fatto rifornimento di carburante nel distributore di Gelso Bianco con la sua Peugeot aveva imboccato contromano l’autostrada in direzione di Palermo riuscendo a percorrere ben 35 chilometri a 100 all’ora lasciando di sale gli automobilisti diretti a Catania. Un altro episodio analogo avvenne alcuni mesi, quando un giovane pare sotto effetto di cocaina percorse un lungo dell’A19 contromano, speronando più volte le pattuglie della Polstrada. Alla fine venne bloccato e arrestato.   NICOLO’ SACCULLO.

L’UNIONE SARDA (Cagliari)
Proposta dell’assessore ai Lavori pubblici Lorrai
«Contro i vandali recintiamo il Bastione»

È un Bastione senza difese. Quasi tutte le sere, ma il fenomeno si amplifica durante le notti del fine settimana, gruppi di ragazzi si riuniscono nella terrazza Umberto I. Sin qui niente di strano, peccato che la mattina successiva a chi deve pulire lo spiazzo si presenta sempre il solito scenario: bottiglie di birra in frantumi, cartacce e rifiuti di ogni genere sparsi sul pavimento e tra le aiuole. Manco a dirlo, gli abitanti e i commercianti di Castello sono al limite della sopportazione e tartassano i centralini di Vigili urbani, Carabinieri e Polizia con centinaia di chiamate di protesta. Sino a oggi, però, la situazione non è cambiata. Per non parlare dei perenni lavori di ristrutturazione della Passeggiata coperta, chiusa da anni, e delle scalinate che collegano la terrazza con piazza Costituzione. L’assessore comunale ai Lavori pubblici Raffaele Lorrai pensa di aver trovato la carta giusta per risolvere i problemi legati all’ordine pubblico. «Sarebbe opportuno chiudere la terrazza del Bastione e le scalinate durante le ore notturne, così come si fa nelle grandi piazze francesi e inglesi». Una soluzione azzardata, come ammette lo stesso Lorrai. «La recinzione sarebbe un ostacolo per gli abitanti della zona, per questo è necessario trovare un modo che non costringa i castellani a lunghi giri». Qualcuno suggerisce anche di dare in concessione gli spazi recintati ai gestori dei tanti locali notturni che, specialmente in estate, trasferiscono all’aperto la loro attività. «È un’ipotesi che va studiata con attenzione - spiega l’assessore - anche perché una volta che i localini abbassano le serrande il problema dei lunghi giri si ripresenta, soprattutto perché in molti non si sono ancora abituati a usare gli ascensori di viale Regina Elena, aperti 24 ore al giorno». Intanto all’orizzonte si intravede l’apertura della scalinata, lavori finanziati con un milione e mezzo di euro. «L’impresa ha avuto delle difficoltà - afferma Lorrai - ma già da una settimana, dieci operai si sono aggiunti alla squadra che sta completando l’opera». Ma quando verrà consegnata a cagliaritani e turisti? «Farò di tutto per aprire la scalinata prima dell’inizio dell’estate. La parte sinistra avrà la precedenza. È la più facile e veloce da rifinire, rimangono da eseguire solo gli intonaci». E la Passeggiata coperta? «Lì, il discorso si fa più complicato - conclude Lorrai - ma entro l’anno sarà di nuovo della città». Andrea Artizzu.

IL GIORNALE DI VICENZA
in preda agli alcolici danneggiano un’auto.

(d. m.) Quattro giovanissimi filippini, tutti regolari nel nostro Paese, sono stati denunciati dalla polizia per danneggiamento aggravato e ubriachezza. Si tratta di A.M., 24 anni, di Mussolente; M.M., 18 anni, di Bassano; D.F., 20 anni, di Bassano, con un genitore italiano; e M.S., 19 anni, di Bassano.
Poco dopo la mezzanotte di ieri, i quattro sono stati sorpresi in prato Santa Caterina da una pattuglia del commissariato. Alla vista della volante hanno abbozzato una fuga, ma gli agenti sono riusciti a bloccarli senza problemi, trovando per terra, frantumato, uno specchietto retrovisore di una Opel Tigra che fino a poco prima era parcheggiata nell’ampia area di sosta.
Incalzati dalle domande degli agenti, i quattro hanno ammesso di essere gli autori del vandalismo, rimpallandosi però la responsabilità del gesto. Siccome i giovani erano ubriachi fradici e cercavano di sfidare la polizia, sul posto è intervenuta in aiuto dei colleghi un’altra pattuglia.

LA PROVINCIA DI LECCO
Il maltempo fa rinviare anche la partita contro l’alcol.

(a. mor.) È stata rinviata al 30 aprile l’amichevole in programma ieri pomeriggio al Bione tra le vecchie glorie del Lecco e i rappresentanti delle istituzioni. Colpa della grande quantità di acqua che si è abbattuta sulla città nella giornata di ieri (*) e che ha, di fatto, reso impraticabile il campo numero 1 del Bione dove si sarebbe dovuta svolgere la partita. Il temporale di consistenti proporzioni, che si è protratto fino alla prima metà del pomeriggio di ieri, ha indotto gli organizzatori a posticipare il tanto atteso incontro. Fino all’ultimo, per la verità, si era sperato di poter giocare. Poi, però, i vertici dell’Asl di Lecco (che aveva organizzato l’iniziativa nell’ambito del mese di prevenzione alcologica) hanno dovuto innalzare bandiera bianca. L’iniziativa aveva, comunque, raccolto numerose adesioni anche tra le associazioni e i gruppi della provincia. Una sessantina in tutto i calciatori che si dovevano dare appuntamento al Bione dove sarebbero scesi in campo due squadre capitanate dal direttore generale dell’Asl, Walter Locatelli, e dal prefetto di Lecco, Roberto Aragno. All’invito dell’Asl avevano risposto anche diverse vecchie glorie del Lecco, come Lorenzo Marconi, storico capitano bluceleste e detentore del record di presenze con la maglia del Lecco; Giorgio Azzimonti, croce e delizia dei tifosi ai tempi della serie A; Lele Ratti, ex calciatore bluceleste e attuale preparatore atletico della squadra allenata da Giuliano Dell’Orto ed Ezio Tettamanti, ex roccioso marcatore. Attesi, insieme a loro, anche Carlo Invernizzi, assessore alla persona del comune di Lecco e Marco Molgora, assessore provinciale all’ecologia e all’ambiente, che si sarebbero scontrati con Pinuccio Castelnuovo, assessore allo sport del comune di Lecco (e fresco presidente del Coni). Ma anche Armando Volontè, assessore provinciale ai lavori pubblici e alla protezione civile. Per tutti gli attesi protagonisti ma soprattutto per Damaris Rovida, responsabile del servizio di alcologia dell’Asl, l’appuntamento è solo rinviato al prossimo 30 aprile.
 
(*) Nota: è normale che dove si vuole contrastare l’alcol, l’acqua la faccia da protagonista.

LA PROVINCIA DI CREMONA
Viadana, per Pasquale in lutto anche Mastella Francesca sta meglio.

VIADANA — Condoglianze alla famiglia di Pasquale Perri anche dal segretario dell’Udeur e onorevole Clemente Mastella. Il parlamentare, infatti, ha fatto arrivare al Filippo Perri, zio del 22enne deceduto a seguito di un incidente stradale sull’autostrada a Firenze, un biglietto con cui comunica di partecipare al lutto. Il tramite delle condoglianze è stato il senatore dell’Udeur Nicodemo Filippelli, amico di Filippo. La famiglia del ragazzo, intanto, domani darà mandato ai propri legali per acquisire tutta la documentazione relativa all’incidente in cui ha perso la vita Pasquale e appurare perché il 44enne albanese Y.L., immigrato clandestino e ubriaco, si trovasse alla guida del camion che lo ha investito. Buone notizie, fortunatamente, sembrano invece arrivare dall’ospedale di Guastalla in cui è ricoverata da venerdì Francesca Ziino, la 20enne fidanzata di Pasquale e con lui in auto al momento dell’incidente. Ieri pomeriggio ha ricevuto la visita delle sue amiche che le hanno portato un gelato, e i medici del presidio sanitario reggiano le hanno concesso di alimentarsi normalmente. (a.c.).

IL MESSAGGERO (Ancona)
E per finire una buona grappa
Piace sempre di più ai marchigiani, soprattutto alle donne
Di Claudia Gentili.

Ancona
Piace soprattutto alle donne e ultimamente è diventato il gustoso sigillo di fine pasto per molti marchigiani. Cresce il consumo di grappa nelle Marche e se ne sono accorti anche in Trentino , regione con 30 distillerie tradizionali riconosciute, che sembra avere un filo diretto con la regione del verdicchio. «Sono 10 anni che lavoriamo con le Marche e negli ultimi tempi anche grazie al turismo e al gemellaggio tra comuni, il consumo è decisamente cresciuto» conferma Stefano Marzadro , uno dei responsabili dell’omonima distilleria a conduzione famigliare dal 1949. Un filo diretto forse perché «ci assomigliamo tra marchigiani e trentini - riflette - siamo gente a posto, tranquilla, legata alle tradizioni. L’agricoltura e il vino ce le abbiamo nel dna». Un’esclusiva italiana riconosciuta a livello europeo, la grappa piace profumata (mirtillo, genziana, ginepro), giovane ma anche invecchiata. In particolar modo la 18 Lune della Marzadro, che riposa per 18 mesi in botti diverse per legno e capacità «stando attenti a non perdere sapore e profumo di grappa». In genere, questo liquore povero, che nasce dagli scarti del vino (le vinacce sono le bucce degli acini separate dal mosto poi unite a una parte di depositi del vino stesso), ha una gradazione alcolica intorno ai 40 gradi e si beve in piccoli calici a tulipano a temperatura tra i 9 ed i 13 gradi. Come il vino, bisogna immergere prima il naso e poi il becco per apprezzarne le sfumature. Interessante a fine pasto, non importa con cosa la si abbini secondo Marzadro, né quando la si beva: «si fa da settembre a dicembre e si beve sia d’estate che d’inverno. L’importante è che sia buona e fatta con passione». Se la zona di produzione è localizzata specialmente al nord Italia tra Trentino, Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Friuli e Veneto, anche le Marche si sono ultimamente distinte. Al primo Grappitaly lo scorso febbraio non hanno certo sfigurato i profumi della grappa giovane di Stefano Mancinelli e quelli della distilleria Tenuti Collesi . Grappa di verdicchio quest’ultima (40 %), grappa di lacrima quella di Mancinelli, l’azienda di Morro d’Alba che distilla Gocce di Lacrima a 42%. Per degustarle basta andare al ristorante, nelle enoteche, alle fiere di prodotti tipici come quelle di Acqualagna e Polverigi. Tra i posti dove le grappe Marzadro hanno preso piede ci sono l’ Essentia di Chiaravalle, il ristorante La Fenice e La Capannina entrambi a Numana, ad Ancona sia all’enoteca Rossi che al ristorante La Rosa del Conero (Montacuto), il ristorante Barone Rosso a Senigallia. Tante le occasioni di degustazione anche nell’Enoteca regionale di Jesi.

IL GAZZETTINO (Vicenza)
Assoluzione per il tentato omicidio, condannato per violenza sessuale

VICENZA- Il pubblico ministero chiede l’assoluzione, il collegio lo condanna a tre anni per tentata violenza sessuale. È la sentenza, firmata dai giudici Giuseppe Perillo (presidente, Giovanni Biondo e Michele Bianchi, che mette fine al processo a carico Abdel Aziz Ben Slimane Boughanmi, 36 anni, residente in città in via Dian. Caduta l’imputazione di tentato omicidio, il marocchino, difeso dall’avvocato Gianfranco Landi, è stato ritenuto colpevole di aver cercato di abusare di una polacca di 35 anni che, forse sotto i fumi dell’alcol, era precipitata da una finestra finendo all’ospedale in gravi condizioni.
L’episodio risale al 27 agosto del 2002, quando alcuni automobilisti che si stavano recando al lavoro poco prima delle 6, lungo la statale 53 in via Anconetta, avevano visto la donna dolorante a ridosso della strada che, in stato confusionale e con una brutta ferita alla testa, cercava aiuto. L’arrivo dell’ambulanza le salvò la vita. Dalle indagini, affidate alla squadra mobile, è emerso che la straniera era ospite di un croato di 53 anni con il quale prima aveva ecceduto nel bere e poi aveva litigato furiosamente.
Ma nell’appartamento al civico 7 c’era anche un’altra persona, del tutto lucida: il magrebino.
In un primo momento si era addirittura ipotizzato che, dopo il rifiuto della trentacinquenne, fosse stato proprio lui a spingerla giù dal balcone. Circostanza che l’esito processuale ha rigettato.

IL GAZZETTINO (Udine)
CONTRO L’ALCOLISMO
Corona e Roveredo in Sala Ajace.

L’ertano Mauro Corona e il triestino Pino Roveredo saranno gli scrittori-testimonial protagonisti, oggi con inizio alle 18.30, in Sala Ajace a Udine, di un incontro promosso dall’Acat udinese sul tema "Salvarsi con l’arte", nell’ambito del mese della prevenzione alcologica. Corona, come si sa, sta spopolando nelle librerie con "Aspro e dolce" (Mondadori), autobiografia di glorie e di polvere nel segno dell’abuso dell’alcol. E di Roveredo Bompiani proporrà dai prossimi giorni 14 racconti di vita in salita scelti da Claudio Magris (che ne cura anche la prefazione) sotto il titolo "Mandami a dire...".

IL GAZZETTINO (Udine)
La denuncia dei «cattivi» modelli

L’incontro «Salvarsi con l’arte» o «L’arte di salvarsi» - come ha voluto meglio precisare lo scrittore friulano Mauro Corona - organizzato dall’Acat udinese ha avuto successo, anche con il tutto esaurito in sala Ajace. A mancare però è stata la partecipazione dei soggetti più a rischio: i giovani.
Ospiti dell’incontro sono stati due personaggi della nostra regione: Mauro Corona e Pino Roveredo. Due artisti di fama nazionale che hanno vissuto in prima persona il dramma dell’alcol riuscendo comunque a non soccombere. Ieri sera sono state raccontate due importanti esperienze di vita, segnate dalle problematiche che accomunano tutte le persone vittime di dipendenze. L’eccezionale delle due esperienze (di Corona e Roveredo) sta però in un punto di svolta; nella volontà di «non farsi bere dall’alcol», come ha sostenuto Roveredo. «Ragazzi, non posso dirvi di non bere - ha sbottato Corona - sarebbe demagogia. Quello che dovete imparare è che c’è un modo intelligente per farlo. Io non sono diventato un alcolista cronico perché ho capito che attraversando quel limite rischiavo di perdere tutto. I valori sono importanti».(*) Entrambi gli artisti si sono dimostrati concordi nella denuncia dei modelli diseducativi imposti dalla società odierna e dalle istituzione come le carceri che pervase di violenza, invece di aiutare a uscire dalla dipendenza offrono una ragione in più per continuare. Secondo Mauro Corona «i ragazzi sono stati derubati della naturalità: la società impone modelli che tendono a far essere ciò che non si è. Alla fine si corre il rischio di ritrovarsi vuoti». Corona ha poi evidenziato che esistono diversi tipi di dipendenze: «Di denaro, di cibo, di affetto». «Forse - ha concluso - la dipendenza dall’alcol è la meno peggio; abbiamo bisogno di un capo espiatorio per pulirci la coscienza».   Valentina Mansutti.

IL GAZZETTINO (Udine)
CROAZIA
Zagabria.

Fin dalla sua approvazione la nuova legge sul traffico della repubblica di Croazia ha incontrato le critiche a volte anche feroci da parte del settore turistico ed in particolare quello alberghiero. A questi operatori si sono aggiunte anche le Associazioni degli albergatori e dei ristoratori privati per contestare soprattutto l’articolo che definisce la percentuale di alcool nel sangue degli automobilisti. In Croazia vige la regola dell’assoluta assenza di alcool quindi lo 0,00 per mille, automobilisti astemi quindi. Ciononostante diversi sfidano la sorte ed i controlli della polizia che tollera la presenza di alcool fino allo 0,5 per mille com’era stabilito dalla vecchia normativa. Ora che si sta avvicinando la stagione turistica i rappresentanti delle categorie tornano alla carica chiedendo al governo di modificare l’articolo e ritornare ai livelli precedenti. Il premier Ivo Sanader ad una consultazione con gli economisti a Karlovac ha ribadito che l’articolo in questione non verrà modificato prima del mese di giugno, ad un anno dalla sua approvazione. Sanader ha dichiarato che sono false le notizie che girano in questi giorni secondo le quali il suo partito di destra casserebbe l’articolo per guadagnare punti durante la campagna elettorale delle amministrative. Ha invece confermato che nel mese di giugno, ad un anno dalla legge, il governo valuterà la situazione con i dati della polizia stradale e se questi saranno confortanti si potrebbe proporre al parlamento di modificare l’articolo e ritornare ai livelli precedenti (*).
Flavio Forlani
 
(*) Nota: se l’ho capito bene, il finale di questo articolo è curioso.
Dati confortanti significa avvenuta riduzione degli incidenti: se questo è avvenuto (ovvero la legge si è dimostrata efficace) tolgo la legge e torno come prima.
Parrebbe logico cancellare le leggi inefficaci, non quelle efficaci.

LA PROVINCIA DI LECCO
Sirchia: «Come finirà non lo so ma certo anch’io sono a rischio».

COMO Potrebbero essere i suoi ultimi giorni da ministro della Salute se il premier Berlusconi deciderà, per cercare di risolvere la crisi di governo, di rimuovere i tecnici dall’esecutivo. Se ne rende perfettamente conto, ma anche per questo il ministro Girolamo Sirchia, che ieri sera era in visita a Como, preferisce evitare il tema incandescente della politica e di fare previsioni su come finirà la prova di forza dell’Udc. Del resto, si sa, la situazione è molto critica ma in possibile evoluzione. Tutto dipenderà, come hanno sottolineato gli alleati "fedeli" a Berlusconi, da come l’Udc risponderà. Ministro Sirchia, il suo collega di governo Lucio Stanca (delega all’innovazione tecnologica) ha detto che quando si parla di crisi di governo e di rimpasti i primi a farne le spese sono i tecnici. Da tecnico qual è appunto lei, è d’accordo? Così dicono e così si dice. E’ una vecchia storia ed è probabile che sia vera. La situazione è pesante: si andrà secondo lei davvero verso elezioni anticipate? Non lo so e nessuno lo sa. Proprio a Como, lo scorso anno, lei aveva detto che le elezioni si sarebbero vinte o perse sulla sanità. Questo significa che la politica sanitaria è stata bocciata? Abbiamo fatto la miglior politica sanitaria che si sia mai registrata come quantità di risorse, standard e servizi sul territorio oltre che sul piano della prevenzione. Se si andasse ad elezioni anticipate c’è il rischio che tutte le sue battaglie (dalla lotta contro il fumo a quella annunciata recentemente contro l’alcol) vengano accantonate? E’ tutto inserito nella legge finanziaria e quindi non c’è motivo né interesse fermare quello che è in corso. Gi.Ro..

IL GAZZETTINO (Rovigo)
SICUREZZA STRADALE In una notte le pattuglie della Polstrada hanno ritirato 16 documenti di guida
Troppo alcol, strage di patenti.

Rovigo
Troppa gente "alticcia" al volante nelle notti dei fine settimana. Sono ben 16 le patenti ritirate nella notte tra venerdì e sabato nel corso dei controlli preventivi messi in atto dalla Polstrada di Rovigo per eccesso di alcol nel sangue dei guidatori. Comprese quelle di due automobilisti, una ragazza di 32 anni e un uomo di 38, che intorno alle 2 di ieri notte, lungo la Statale 443 che collega Rovigo ad Adria, all’altezza di Villadose si sono schiantati mentre erano al volante, rispettivamente, di una Fiat "Punto" e di una Citroen. I due, fortunatamente, non hanno subito conseguenze gravi dallo schianto: è bastata una medicazione e hanno fatto ritorno a casa in nottata. La patente, però, non sono riusciti a salvarla, dato che entrambi, a conclusione del doppio controllo all’etilometro, sono risultati in possesso di un tasso alcolico ben superiore al limite di 0,5 mg/litro fissato dalla legge. La ragazza, in particolare, è risultata avere nel sangue un tasso alcolico praticamente doppio rispetto al consentito.
La "task force" messa in campo dalla Polstrada di Rovigo per l’attuazione dei controlli preventivi sulle strade del Polesine, concentrati soprattutto lungo la Statale 16, ha impegnato una dozzina di poliziotti in tutto, suddivisi in sei pattuglie. I veicoli controllati sono stati in tutto 97, 114 invece le persone sulle quali sono stati compiuti accertamenti. Tra le infrazioni più gravi registrate dai poliziotti figura il superamento dei limiti di velocità consentiti, accertato mediante l’utilizzo del telelaser, che ha messo nei guai 34 automobilisti, 16 dei quali beccati mentre premevano il piede sull’acceleratore al punto da superare di oltre 40 chilometri l’ora i limiti prefissati. Una sola contravvenzione è stata elevata per inosservanza dell’obbligo del casco da parte di un motociclista, 7 le contravvenzioni elevate invece per guida senza aver allacciato le cinture di sicurezza. Non sono mancati anche coloro che hanno dovuto fare rientro a piedi dopo che l’auto sulla quale viaggiavano è stata sottoposta a fermo amministrativo per il mancato pagamento dell’assicurazione. Sei le carte di circolazione ritirate ad altrettanti automobilisti che non hanno adempiuto all’obbligo di sottoporre il proprio veicoli alla revisione periodica.  C.B.

IL GAZZETTINO (Udine)
«Aiuto! Un ladro acrobata» Era uno studente ubriaco.

Lunedì, 18 Aprile 2005
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