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Nel danno biologico vale il rito milanese

MILANO - In attesa della tabella unica nazionale per le lesioni macropermanenti (da 10 a 100 punti di invalidità) – iter regolamentare fermo da più di un anno dopo uno stop parlamentare, nonostante le sollecitazioni anche del Consiglio di Stato – nella liquidazione del danno biologico i tribunali devono fare riferimento alle tabelle milanesi.

Lo ha ribadito ieri la Sesta civile della Cassazione (sentenza 19376/12) annullando una decisione dell'appello di Catania del gennaio di due anni fa che aveva apoditticamente fissato il valore punto – per la quantificazione di un danno da 30 punti di invalidità – in circa 1.700 euro. Secondo la Corte, però, si tratta di «un metodo di quantificazione oscuro» e che, soprattutto, «negando l'applicazione delle tabelle milanesi, ha illegittimamente frustrato l'aspettativa della parte all'applicazione di una regola equitativa uniforme a quella utilizzata per casi analoghi». L'orientamento della Cassazione sulla determinazione del danno biologico ormai è consolidato, a partire dalla decisione 12408/11 con cui aveva sdoganato le tabelle milanesi, la cui applicazione «non solo è legittima, ma anzi evita un uso squilibrato del concetto di "equità" e quindi il rischio di discriminazione tra cittadini». Per abbandonare le tabelle, secondo i giudici, è necessario «che sussistano in concreto circostanze idonee» e che vengano ben spiegate.
Il 26 novembre dello scorso anno la Camera aveva invitato il Governo a rivedere l'approvando regolamento per la macrolesioni (10–100 punti) considerato troppo punitivo per i danneggiati. (A. Gal.)

 

DOCUMENTI

>Liquidazione del danno non patrimoniale. Le tabelle 2011 del Tribunale di Milano


>La Corte Suprema di Cassazione - Sentenza 19376

 

da ilsole24ore.com

 

Lunedì, 12 Novembre 2012
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