RASSEGNA STAMPA "ALCOL E GUIDA" Note
a cura di Alessandro Sbarbada |
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GIORNALE
DI BRESCIA |
L’Ospedale
Civile di Brescia distribuisce in centinaia di copie un «mensile di
informazione sanitaria» chiamato «Civile». Nel numero
di febbraio di questa pubblicazione compare un articolo, di cui le alleghiamo
copia, dal titolo «Il vino viene promosso strumento di salute».
In questo articolo un medico dell’Unità operativa di Cardiologia
presenta il vino «come strumento di salute, se usato nella giusta
misura». Riferendosi «ad oltre 100 studi scientifici»
l’autore impiega due intere pagine per illustrare gli effetti salutari
del vino in particolare per le donne. Afferma poi che «i bevitori
moderati di vino hanno in generale uno stile di vita più sano, fanno
più attività fisica, livello culturale più elevato
e maggiore attenzione al controllo dei fattori di rischio per l’arteriosclerosi».
Per fortuna non dice che sono anche più buoni e più belli.
Per ottenere tanti magnifici risultati consiglia, senza alcuna distinzione
di sesso, da uno a quattro bicchieri di vino al giorno. L’articolo
si conclude con una citazione pro-vino «sacro figlio del sole»
di Charles Baudelaire, il poeta francese che, come il mensile del Civile
non dice forse perché l’autore non lo sa, lottò tutta
la vita contro le droghe, l’alcol e la conseguente depressione tanto
da venire addirittura interdetto su richiesta di sua madre. Lo scopo della
nostra associazione è far capire che l’alcolismo esiste ed è
una vera malattia, provocata dall’alcol. Che «malattia»
significa che, indipendentemente dal motivo per cui hai cominciato a bere,
a un certo punto perdi il controllo di quello che assumi e non puoi riprenderlo
senza una lunga terapia. Che non è possibile sapere prima chi diventerà
alcolista e chi no e che nessuna delle persone che si rivolgono a noi pensava
che sarebbe diventato alcolista, altrimenti non avrebbe mai bevuto. Che
quando la malattia inizia, e cominci a bere di più, continui ad avere
l’impressione di essere un bevitore moderato, e articoli come quello
citato ti confermano nella tua pericolosa illusione. Che l’alcol produce
almeno 30.000 morti all’anno, contro meno di mille per tutte le altre
droghe insieme escluso il tabacco. Che molte di più sono le vite
che distrugge rendendole invivibili. Che l’alcol alteri il giudizio
e il comportamento e che ciò avviene anche con 2 o 3 bicchieri. Che
è pericoloso per il feto in gravidanza, indipendentemente dalla dose.
Che, anche in modiche quantità, e anche in bevitori occasionali,
è responsabile di molti incidenti stradali e sul lavoro. Che se fosse
un farmaco non verrebbe messo in commercio oppure starebbe nelle tabelle
riservate alle droghe più pericolose. Che, non cento, ma migliaia
di studi, anche su animali, dimostrano che l’alcol è una droga.
Che, quindi, gli alcolisti non sono ubriaconi, viziosi, stupidi o pazzi
ma sono persone malate di alcolismo. Recentemente una ditta produttrice
di sigarette è stata condannata a risarcire i danni agli eredi di
un tabagista morto per tumore. Non perché avesse nascosto il rapporto
tra fumo e tumori, che è noto a tutti da molti anni. Ma perché
aveva omesso di informare che il tabacco è una droga e quindi chi
fuma dovrebbe essere messo in guardia sul fatto che, forse, non potrà
decidere di fumare poco perché diventerà un tabagista. È
mai possibile che una pubblicazione di tipo sanitario ometta queste informazioni
sugli alcolici? Quali danni dovrebbe chiedere a un ospedale pubblico il
ragazzo che dopo aver letto quell’articolo, si avvicinasse fiducioso
al vino e diventasse alcolista? Noi troviamo che questo genere di informazione
sia molto pericolosa e ci chiediamo: in una provincia come la nostra, dove
l’alcolismo è una piaga sociale, come è possibile che
si spenda denaro pubblico per propagandare la terapeuticità del vino
e si investano solo le briciole sulla prevenzione e sulla terapia dell’alcolismo?
Abbiamo lavorato in questi anni in collaborazione con il Nucleo operativo
alcologia dell’Asl di Brescia e abbiamo visto ridursi sempre più
le già scarse risorse a disposizione di questo servizio. Poca attenzione,
pochi locali, pochi operatori, niente sostituzioni durante le ferie, addirittura
periodi senza nemmeno un medico. Certo se il vino è considerato una
terapia, tutto ciò si spiega benissimo: alle persone che ci chiedono
disperatamente aiuto potremo sempre regalare una bottiglia di «rosso»
e consigliare loro di berne solo 4 bicchieri al giorno… GIOVANNI PULIERO Presidente Associazione Onlus No Alcol Brescia Non sono medico e non mi intendo di medicina. Ma ho sentito troppe volte affermare che una modica quantità di alcol può giovare alla salute perché immagini che sia un’affermazione falsa. Anche il cibo, preso in quantità non modica, danneggia la salute anziché favorirla. Tuttavia, ripeto, non mi intendo di medicina e parlo da profano. Altri potrà scrivere assai meglio di me. Tenga presente che sono astemio. (*) (*) Nota: mi pare che siano apprezzabile tanto la lettera quanto l’onesta risposta del Direttore del giornale. La lettura di altri articoli pubblicati oggi sui giornali italiani, riportati in questa rassegna, potrebbe già essere una significativa risposta. Una grande campagna di disinformazione mediatica sugli effetti per la salute del consumo delle bevande alcoliche venne programmata qualche anno fa a tavolino dai produttori di alcol, una campagna basata molte volte su bufale clamorose, prive di valore scientifico, così come denunciato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità: evidentemente questo lavoro ha ottenuto il risultato sperato, come testimonia la considerazione del Direttore di questo giornale. Rimane l’episodio vergognoso di un ospedale che fa uscire, in maniera a dir poco irresponsabile, questa pubblicazione, con argomentazioni che vanno in spregio alle indicazioni ufficiali dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, dell’Istituto Superiore di Sanità, della Società Italiana di Alcologia e dei maggiori organismi scientifici che si occupano di questo tema (vedi anche opuscolo ). I gravi danni prodotti da questo tipo di cattiva “informazione sanitaria” verranno purtroppo pagati in sofferenza umana. |
TGCOM
Sirchia: "Ragazzi, l’alcol uccide” Parte campagna "non rovinatevi la vita” |
E’
rivolto ai giovani l’appello del ministro della Salute, Girolamo Sirchia,
contro l’abuso di alcol. "Ragazzi, fate attenzione, vi state rovinando
la vita. L’alcol uccide", è l’avvertimento in vista del
21 aprile, giornata della lotta all’eccessivo consumo di alcolici (*).
"Cresce l’uso di bibite a basso tenore alcolico nei giovanissimi
- ha detto Sirchia per la prima campagna nazionale - e questo è
preoccupante". |
CORRIERE.IT
Milano Scontro all’incrocio Muore carabiniere |
Un
maresciallo dei carabinieri, Edmondo De Filippis, 61 anni, è morto
domenica mattina in un incidente stradale all’incrocio tra viale
Certosa e viale Monteceneri mentre era alla guida della sua Citroën.
La disgrazia è stata causata da un furgone che non avrebbe rispettato
la precedenza. A bordo del veicolo c’erano tre peruviani, due uomini
e una donna, in stato di ebbrezza. Il conducente è stato denunciato
per omicidio colposo e omissione di soccorso.
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CORRIERE.IT |
FIRENZE
- Con la gola squarciata si è trascinato verso la porta della camera
da letto e con la forza della disperazione è riuscito a gridare.
Ha chiamato un vicino di casa, Rodolfo, lo stesso nome del protagonista
dell’opera che lui, cantante lirico, amava di più: la Bohème
di Puccini. «Rodolfo, Rodolfo, aiutami», le ultime parole. Poi
è caduto a terra. Quando, pochi minuti più tardi i carabinieri
hanno sfondato la porta, José Ignacio Ventura, 40 anni, argentino,
basso del coro del Maggio musicale fiorentino, era già morto, disteso
sul pavimento, addosso una maglietta e gli slip. Sul divano del salotto
un marocchino di 24 anni, vestito, coperto da un lenzuolo, due ferite alla
mano sinistra e alla gamba destra. Sembrava dormisse, era ubriaco. Accanto
quattro bottiglie vuote di vodka. In cucina due lame spezzate di coltelli.
Lo hanno fermato, dopo sette ore di interrogatorio. Al magistrato come un
automa ha ripetuto di essere innocente, ha raccontato di aver conosciuto
il cantante la sera prima, di aver accettato l’invito a casa, ma ha
giurato di non avergli fatto del male. «E’ stato un altro ad
ucciderlo, io stavo dormendo. Cercatelo è lui l’assassino»,
ha detto piangendo. Le ricerche sono proseguite per tutta la notte, senza
esito, continueranno anche oggi. Ma gli investigatori sembrano aver pochi
dubbi. I sospetti cadono tutti sull’extracomunitario, imbianchino,
residente a Mirandola (Modena). Il movente? Passionale. Il cantante lirico era dichiaratamente gay. Il delitto si è consumato ieri verso le 7, in una palazzina al Galluzzo, periferia di Firenze. Qui Ventura viveva da quattro anni da solo. «Una persona tranquilla, simpatica, gioviale - ricorda Giovanni Bini, un vicino -. L’unico problema lo avevamo avuto quando aveva subaffittato una stanza a un impresario edile con un cane. L’ultima volta lo avevo visto domenica mattina, stava revisionando il motorino». E proprio il ciclomotore della vittima, introvabile, potrebbe rivelare qualche particolare in più. Perché il marocchino non sa spiegare come è arrivato nell’appartamento del cantante, molto distante dal centro della città. Rodolfo Zanoboni, il vicino di casa che la vittima ha chiamato in soccorso, ha raccontato di aver sentito dei rumori intorno alle cinque. Ma non ha dato peso alla cosa, perché sapeva che Ventura il giorno dopo sarebbe partito per la Tunisia. Credeva festeggiasse con amici e preparasse le valige. Poi, alle 7, le grida: «Rodolfo, aiuto». La notizia della morte di Ventura è arrivata subito ai colleghi dell’orchestra e del coro del Maggio. «Siamo sconvolti», ha detto il soprintendente Giorgio Van Straten. «Quando scompare un collega è sempre un grande dispiacere, in questo caso il dolore è ancora più forte per come sono avvenute le cose». Aggiunge Claudio Fantoni, baritono: «Era un ragazzo sempre disponibile, un bravo professionista arrivato in Italia nel ’96 da Buenos Aires. Aveva iniziato come solista, poi la decisione di fare una breve esperienza nel Maggio musicale. Firenze gli era piaciuta ed era rimasto». E ricorda: «Aveva cantato sabato a Palazzo Vecchio. Venerdì lo ricorderemo al Comunale dedicandogli la Petite Messe Solennelle di Rossini». Marco Gasperetti. |
REPUBBLICA.IT |
I
carabinieri hanno fermato un giovane che avrebbe trascorso la notte
con lui |
IL
MESSAGGERO (Umbria) |
Ubriaco,
ha commesso otto infrazioni in dieci metri: preso da un agente in borghese
PERUGIA - Si mette alla guida completamente ubriaco, per uscire dal parcheggio danneggia due auto e poi finisce fuori strada da solo. Il tutto in pieno giorno, all’ora di pranzo e in concomitanza con l’uscita dei ragazzi dalla scuola. Ma per sua sfortuna ad annotare tutte le violazioni c’era un poliziotto fuori servizio; e così un perugino è finito in tribunale, difeso dall’avvocato Isabella Tonzani, con la patente ritirata. Come in un cartone animato, l’uomo si era messo alla guida della propria vettura, ma per uscire dal parcheggio faceva avanti e indietro senza sterzare, cercando di allontanare le auto parcheggiate e poi uscire. Sbattendo avanti e indietro, alla fine ha accartocciato la propria macchina e ha forato uno pneumatico. Una volta uscito dal parcheggio, però, non ha fatto molta strada. Avanzando a zig-zag, salendo e scendendo dal marciapiedi, infatti, l’uomo ha terminato la sua corsa prima contro un’aiuola, poi sbattendo contro un albero. E lì si è fermato. Tutto questo sotto gli occhi di un agente di polizia fuori servizio. Subito intervenuto, l’agente ha tirato fuori dall’abitacolo l’automobilista, lo ha steso per terra e ha cercato di farlo rinvenire. Ma l’uomo era così ubriaco che ha continuato a dormire anche quando lo hanno caricato sull’ambulanza che lo portava all’ospedale. La vicenda però non è finita, perché la patente gli è subito stata ritirata, poi gli sono state contestate le violazioni per guida pericolosa e in stato di ebbrezza. Di questi reati ha dovuto rispondere davanti al giudice e, infine, è stato condannato a 600 euro di multa e alla sospensione del certificato di guida. C.Bia. |
IL
TEMPO |
GUARDIALFIERA - Forse voleva mostrare alla ragazza le sue capacità natatorie anche in un caso estremo, al limite della sopravvivenza. E così, dopo aver bevuto d’un fiato l’ultimo bicchiere di vinello, si è tolto il maglione, è salito sul ponte e si è tuffato da 15 metri d’altezza nel lago di Guardialfiera. Dopo essere «atterrato» con i piedi nell’acqua gelida, è riuscito anche a nuotare variando gli stili mostrando così quasi in una sorta di sfida, le sue innate capacità di nuotare anche nelle situazioni più improbabili. Tra qualche risata ed un velo di preoccupazioni gli amici hanno applaudito l’impresa che non è sfuggita ai Carabinieri di Larino che hanno atteso M.S., 20 anni, di Campoasso sulle rive dell’invaso. E così all’uscita dall’acqua, con i vestiti gocciolanti, il ventenne è stato accompagnato in caserma dove è stato denunciato a piede libero per procurato allarme e ubriachezza, dopo un passaggio al pronto soccorso per essere medicato al San Timoteo di Termoli. |
CORRIERE.IT |
Trevignano,
il proprietario sott’accusa
Senza corrente elettrica nè servizi igienici. In uno stato ben oltre i limiti della decenza, per 250 euro d’affitto al mese. In queste condizioni, come molti suoi connazionali, viveva Josef Willeaw Niemira, polacco di 43 anni, morto carbonizzato la notte di Pasqua nell’incendio di un bungalow di legno a due chilometri dal centro di Trevignano, causato da una candela lasciata accesa prima di andare a dormire completamente ubriaco. I carabinieri stanno ultimando in queste ore il rapporto sull’accaduto da consegnare alla magistratura. Si vuole fare piena luce soprattutto sulle responsabilità del proprietario della costruzione, un italiano di 50 anni, che ora rischia una denuncia penale per aver affittato la casupola in nero al muratore polacco. Un’altra tragedia dell’abbandono e del degrado, dopo quella che qualche settimana fa, l’8 gennaio scorso, provocò la morte di un rumeno, Marcel Migur Celim, 35 anni, in via Casilina, alla borgata Finocchio. Anche allora a scatenare l’inferno fu una candela usata per illuminare la baracca fatiscente dove la vittima viveva insieme con un connazionale che riuscì a sfuggire alle fiamme. Come Celim anche Josef, annebbiato dai fumi dell’alcol, non ce l’ha fatta. Il muratore viveva da dieci anni fra Trevignano, Bracciano ed Anguillara lavorando in piccoli cantieri edili della zona. A volte si spingeva fino a Roma per qualche ingaggio giornaliero. In tutto questo tempo, però, il polacco, «di indole tranquilla» secondo i carabinieri della stazione di Trevignano, non ha mai avuto problemi con la giustizia. L’unico suo neo era il vizio per l’alcol, comune a molti altri stranieri, polacchi e rumeni, costretti ad abitare nelle micro-comunità sul lago di Bracciano, spesso in piccole baraccopoli clandestine prive di qualsiasi servizio e di acqua corrente. I primi ad accorrere in aiuto di Niemira, alle quattro di notte, sono stati proprio alcuni suoi amici che abitano in un altro bungalow poco distante, sempre in affitto, all’8° chilometro di via Settevene-Palo. «Abbiamo sentito lo scoppiettare del fuoco ma quando siamo arrivati il calore era insopportabile - hanno raccontato ai militari dell’Arma - non era possibile avvicinarsi, le fiamme erano già alte e uscivano dalla porta e dalle finestre...». Una decina di immigrati dall’Est europeo, che poche ore prima avevano cenato con la vittima, si è radunata impotente davanti alla casupola piena di stracci e coperte che stava bruciando. I resti del muratore sono stati recuperati all’alba di domenica dai vigili del fuoco. Sarà l’autopsia, prevista per oggi, a fornire altri particolari sulla tragica fine di Josef, anche se a questo punto sembra confermato che si sia trattato di un incidente. Rinaldo Frignani. |
CORRIERE.IT |
Era già successo, in circostanze identiche, neanche tre mesi fa: in quel caso la vittima era un custode rumeno che, in preda ai fumi dell’alcol, si addormentò lasciando una candela accesa. L’allarme davanti alla baracca di via Casilina, alla borgata Finocchio, fu lanciato il 9 gennaio da alcuni operai: sulle prime si pensò che Marcel Migur Celim, 35 anni, fosse stato ucciso, ma i successivi rilievi della polizia conclusero per la natura accidentale della tragedia. |
LA
REPUBBLICA.IT |
PORTO
TORRES (Sassari) - Prima ha picchiato la convivente, poi si è
barricato in casa e ha aperto le bombole del gas. Dopo ore di tensione,
l’edificio evacuato e tentativi di ricondurlo alla ragione, Andrea Vacca,
49 anni, originario di Sorso, ha fatto saltare in aria la palazzina.
Lo hanno tirato fuori dalle macerie che ancora respirava, ma le sue
condizioni sono gravissime. E’ finito così questo giorno di follia
a Porto Torres, in via Trento numero 3, a due passi dal porto e dal
lungomare. |
AVANTI! |
MILANO
- Frena il consumo di vino in Italia nel 2004, con un conseguente stallo
nelle vendite. Le principali aziende vinicole nostrane hanno registrato
infatti lo scorso anno una crescita del fatturato dello 0,2 per cento
appena. è quanto emerge da un’indagine realizzata dall’Ufficio
studi di Mediobanca, che ha preso in considerazione i dati delle settantuno
maggiori società del comparto. Si tratta di aziende che da sole
rappresentano il 34 per cento della produzione del Paese. In realtà,
un trend calante dei consumi di vino pro-capite si registra da più
tempo, ma il 2004 sembra segnare una cesura rispetto alla strategia delle
aziende italiane di contrastare l’erosione dei ricavi con la riqualificazione
dell’offerta, in progressivo miglioramento. Il quadro è però
tutt’altro che cupo, dal momento che la gran parte delle aziende
del comparto è convinta di registrare nel 2005 ricavi stazionari
o in crescita. Solo una su sei prevede per quest’anno vendite in
calo. La battuta d’arresto delle case vinicole italiane nel 2004
segue poi la netta frenata degli investimenti, che segnano un calo del
27 per cento rispetto ai massimi toccati nel 2002 e 2003 (anche grazie
alla Tremonti bis). La redditività garantita dagli investimenti
degli scorsi anni stenta ancora a farsi vedere, essendo strutturalmente
differita nel tempo (occorrono dai quattro ai sei anni perché un
nuovo vitigno entri in produzione). Rispetto al calo del fatturato in
Italia (meno 1,4 per cento), sostanzialmente legato alla frenata dei consumi,
cresce l’export (più 2,2 per cento). Più della metà
delle esportazioni dei grandi gruppi vinicoli italiani (il 54 per cento)
è diretta verso i Paesi Ue, con una crescita nel 2004 del 2 per
cento. L’euro forte rende stazionario l’andamento delle esportazioni
verso il Nord America, verso cui è diretto il 38 per cento del
vino italiano esportato. Solo una piccola parte dell’export, il 5
per cento, si orienta verso Asia e Australia (per lo più Asia),
dove pure si registra un boom della domanda (più 20 per cento).
L’orientamento prevedibile nel settore è quello di un rafforzamento
soprattutto dei gruppi presenti nella fascia alta del mercato, non solo
a linee interne, anche con investimenti in aree non euro, come il Sud
America e l’area Asia-Pacifico, dove ad esempio gli investimenti
in terreni sono resi convenienti per le società dell’area
euro. Resta ancora solida la struttura finanziaria delle aziende attive
nella produzione del vino, con un patrimonio che generalmente copre il
48 per cento del capitale investito. La struttura patrimoniale delle aziende
tende a variare a seconda dell’assetto societario, dove domina per
altro la forma cooperativa (le venti aziende del settore generano il 39
per cento del fatturato, secondo dati del 2003). Le aziende a carattere
cooperativo, infatti, tendono ad avere margini operativi netti rispetto
al fatturato più bassi (il 2,8 per cento rispetto al 9,1 per cento
segnato dalle quarantasette società per azioni o srl), con conseguenze
anche per gli indici relativi al ritorno sul capitale investito (roi al
4,9 per cento, rispetto al 10,8 per cento di spa e srl), e a quelli relativi
al ritorno sul capitale netto (il 3,2 per cento rispetto all’11,7
per cento di spa e srl). In percentuale i debiti finanziari sul capitale
investito incidono per il 65,1 per cento nel caso delle cooperative, mentre
spa e srl si attestano al 48,7 per cento. Il 62 per cento delle imprese
del comparto sono a controllo familiare, per il 23 per cento sono cooperative
e per il 15 per cento a controllo estero. Più o meno in linea con
i dati che si registrano in generale tra le medie imprese italiane, la
media di azionisti per società nelle aziende familiari a maggiori
capitali è di circa cinque, mentre nelle aziende minori a controllo
familiare i soci sono due o tre. Sulla base delle interviste condotte
da Mediobanca tra le principali aziende vinicole italiane, emerge che
il 45 per cento delle imprese produce in una sola regione, mentre la gran
parte è diffusa sul territorio, con presenza in due (il 15 per
cento) o in più regioni (il 40 per cento). L’8 per cento delle
società è presente anche all’estero. Particolare attenzione
viene data al marchio di produzione, che nel caso dei vini è rappresentato
dalle etichette. Negli ultimi dieci anni sono aumentate di circa un migliaio
(più 10 per cento), con una media oggi di novanta etichette per
azienda. Cresce la spesa pubblicitaria, che sale del 17 per cento nel
2004 dopo il più 19 per cento segnato nel 2003. Quanto ai canali
di vendita, la grande distribuzione fa la parte del leone (assorbe il
40 per cento delle vendite nazionali), seguita dal mondo alberghiero,
della ristorazione e del catering (23), da enoteche e ‘wine bar’
(12) e vendite dirette al consumatore finale (6,5). Per quel che riguarda
l’andamento in Borsa, l’indice mondiale del comparto vinicolo
elaborato da Mediobanca segna una crescita del 58,9 per cento tra gli
inizi del 2001 e la fine di febbraio di quest’anno, in una corsa
guidata soprattutto da Canada (più 168,8 per cento) e Stati Uniti
(più 159,8). Considerando solo la performance dall’inizio
del 2004 sino a febbraio di quest’anno si registrano performance
comprese tra il 18 e il 40 per cento, con punte del 40 per cento negli
Usa (salvo in Spagna, più 1,9 per cento).
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IL
GIORNALE DI VICENZA |
( m. p. ) Traffico bloccato ieri mattina a Chiampo sulla strada provinciale, all’altezza del ponte Filanda. A fermare i veicoli è stato l’incidente avvenuto intorno alle 12.30 tra un autoveicolo e un motociclo che si sono scontrati sull’incrocio che svolta all’interno del paese. G.A., 46 anni, residente a Vicenza in contrà Pescheria, stava percorrendo la Provinciale Valchiampo in direzione Arso a bordo di una Renault Clio. Probabilmente intenzionato a svoltare sul ponte Filanda non ha visto sopraggiungere dal lato opposto della carreggiata S.B., ragazza di 24 anni residente ad Altissimo, con il suo scooter Beta. L’uomo, fermato da alcuni cittadini, era in evidente stato di ubriachezza. Gli agenti del corpo di polizia intercomunale gli hanno riscontrato un tasso alcolimetrico di 3,20 punti. Oltre alla denuncia penale, è scattata la sospensione della patente di guida e la perdita di 10 punti. Per quanto riguarda la ragazza, una frattura alla gamba e lievi ferite. |
LA
PROVINCIA DI SONDRIO |
Il 10%
porta con sé sempre un coltello, il 32.8% qualche volta beve
e il 24.4% lo fa sempre |
IL
SECOLO XIX |
Ancora
un episodio di violenza, con protagonisti giovani immigrati di origine
albanese, nel pieno centro della città. Dopo quanto accaduto
nei giorni scorsi in piazza del Popolo, nel tardo pomeriggio della domenica
di Pasqua due gruppi di giovani immigrati si sono affrontati nella centralissima
piazza Sisto, a quell’ora ancora affollata da ragazzini e famiglie.
I contendenti, in tutto una dozzina, alcuni dei quali avevano in mano
bottiglie infrante, sono però riusciti a fuggire prima dell’arrivo
dei carabinieri. |
CORRIERE
ROMAGNA (Rimini) Niente spinte: il volo è per l’alcol |
CATTOLICA
- Precipitato dalla finestra sull’asfalto aveva raccontato di essere
stato scagliato da due connazionali. Invece, la caduta era tutta opera sua.
È stato denunciato il 33enne ucraino che sabato sera è volato
giù dal primo piano di un residence di viale Venezia. Subito soccorso
è stato accompagnato in ospedale dove gli hanno curato diverse escoriazioni
all’inguine e alla coscia destra, una frattura all’indice della
mano destra. I carabinieri, insospettiti da quel volo, hanno chiesto spiegazioni
al giovane che ha raccontato di avere avuto una lite con due connazionali
all’interno dell’appartamento e a loro ha dato la colpa del suo
volo. I carabinieri non gli hanno creduto e ascoltati alcuni testimoni si
sono convinti che il vero responsabile era solo e solamente l’alcol.
L’ucraino aveva alzato troppo il gomito e perdendo l’equilibrio
era rovinato a terra. È quindi scattata la denuncia per simulazione
di reato e procurato allarme. |
L’ARENA
di Verona BOVOLONE. Nuove iniziative «La Sorgente» chiama gli scout per battere l’alcol. |
Bovolone. Il gruppo alcolisti anonimi «La Sorgente», che ha sede in via Ospedale 13, ha programmato una serie di iniziative per sensibilizzare soprattutto i giovani sul rischio dell’abuso di alcol. «Assieme al gruppo scout - spiega uno dei responsabili - e alle altre associazioni sportive del paese abbiamo creato i presupposti per organizzare degli incontri formativi per informare la popolazione su un problema che si sta espandendo a macchia d’olio». Oltre alle riunioni che verranno organizzate, l’azione informativa del gruppo quest’anno ha cominciato a coinvolgere anche i canali di informazione. «A partire da febbraio - spiegano i volontari - abbiamo ottenuto che sul giornalino parrocchiale vengano pubblicate testimonianze di ex alcolisti». A dimostrare che l’abuso di sostanze alcoliche, spesso associato all’assunzione di stupefacenti, è un fenomeno tutt’altro che irrilevante nella società bovolonese lo dimostrano le cifre. Sono circa 1.300, infatti, gli alcolisti che nel corso di un anno partecipano alle attività del gruppo bovolonese: in questa cifra sono compresi anche altri gruppi della provincia assieme ai quali «La Sorgente» organizza le proprie attività. Nel corso del 2004 sono state circa 140 le riunioni che si sono tenute: attualmente gli incontri si svolgono il martedì ed il venerdì dalle 19.30 alle 21.30 ed una persona è reperibile per offrire informazioni al numero 045.71.00.349. Il gruppo di Bovolone è attivo da 17 anni e collabora con l’Ulss 21 ed il Sert di Zevio. Annualmente sono molti i partecipanti alla festa per l’anniversario della fondazione del gruppo, che si tiene in ottobre. In tale occasione vengono coinvolti festa oltre a coloro che frequentano le riunioni anche i familiari degli alcolisti. (f.t.). |
IL
GAZZETTINO (Venezia) CAORLE Nel convegno tenutosi pochi giorni fa Il "turismo del vino" risorsa da sfruttare |
Tutela
delle produzioni vitivinicole del Veneto Orientale e promozione delle stesse
per un nuovo turismo di qualità: questi sono stati i due temi trattati
nel convegno "Lison Pramaggiore - territorio di vino e mare",
che si è tenuto venerdì a Carole. Il seminario è stato un momento di confronto tra i produttori del vino di qualità, davvero numerosi nell’area dell’entroterra di Venezia, ed istituzioni pubbliche. Ciò che si è voluto sottolineare non è esclusivamente legato all’apporto che gli enti locali possono dare alle aziende produttrici per ciò che riguarda la tutela dei prodotti vitivinicoli messa in pericolo da alcune recenti normative dell’Unione Europea, ma anche l’apporto che questi prodotti di qualità possono dare all’economia della Provincia e della Regione particolarmente in ambito turistico. La creazione di un vero e proprio "turismo del vino": è questo uno degli scopi della Venezia Wine Forum, società che dal 2003 riunisce, come strumento di coordinamento, le varie realtà economiche e sociali legate al mondo e alla tradizione culturale della produzione vitivinicola. "L’obbiettivo - spiega il presidente di Venezia Wine Forum Corrado Giacomini - è quello di far capire al turista, affascinato dalla magia di Venezia e dai nostri meravigliosi litorali, che non esistono solo Piazza San Marco o le spiagge di Caorle e Jesolo; intorno alla Serenissima c’è un patrimonio produttivo, già importante, che ha tutte le potenzialità, vinicole e gastronomiche, ma anche culturali ed artistiche, per diventare una meta di "viaggio" a sé stante e un’occasione per noi per promuovere i prodotti e le bellezze del nostro territorio". Riccardo Coppo |
CORRIERE
ROMAGNA (Ravenna) Rissa in strada, tre giovani arrestati |
RAVENNA - Pasqua e Pasquetta in carcere per tre giovani arrestati sabato sera alle 19 dalla polizia di Ravenna con l’accusa di ubriachezza molesta, rissa e minacce. Il gruppetto di ragazzi era stato notato da un residente all’incrocio tra via Ravegnana e via Falconieri (non lontano dalla piscina comunale) mentre stavano litigando animatamente. I tre, non solo si stavano colpendo, ma lo facevano nel bel mezzo della strada, rischiando anche di finire investiti dalle auto in corsa e di provocare un incidente. Il motivo del loro litigio non è ancora stato chiarito, ma molto probabilmente si trattava di una ragione futile, “aggravata” da qualche bicchiere di troppo. Le volanti arrivate sul posto hanno subito provveduto a dividere i contendenti e a portarli in questura per identificarli.Si tratta di Christian Forchini, 32 anni, di Lovere (Bergamo), Sandro Trane, 30enne di Augusta (Siracusa) residente a Punta Marina e Salvatore Ruggiu, 29enne di Sassari residente a Marina Romea. I tre, forse per un eccesso di alcol, hanno reagito verbalmente alla polizia, esagerando nei toni. Uno dei ragazzi è stato anche trovato in possesso di un piccolo quantitativo di hashish detenuto per uso personale. Per questo è stato segnalato amministrativamente alla Prefettura come consumatore non terapeutico di sostanze stupefacenti. Una volta in questura due di loro hanno cominciato a inveire contro i poliziotti, minacciandoli di “farli saltare in aria” o millantando conoscenze con giudici e giornalisti. Medicati al pronto soccorso sono stati dimessi con prognosi di due o tre giorni. Il pm Vulpio ha disposto il trasferimento in carcere dei tre in attesa dell’udienza di convalida dell’arresto prevista per questa mattina. |
PUBBLICITAITALIA Con Heineken Fresh is better Il marchio di birra torna in tv con due nuovi soggetti ideati da Jwt. Sotto la direzione creativa esecutiva di Pietro Maestri hanno lavorato Bruno Bertelli (copy) e Cristiana Boccassini (art). I film da 30” e 15” saranno on air sulle reti Mediaset, Rai, Mtv e All Music. |
Il
primo soggetto è on air dal 27 marzo. L’azione si svolge durante
un matrimonio. La mamma della sposa mostra orgogliosa alle amiche gli splendidi
centrotavola di ghiaccio raffiguranti putti e composizioni classicheggianti.
Dopo alcune creazioni perfette appare il mezzobusto degli sposi al quale
mancano le braccia. Un attimo dopo si scopre che fine abbiano fatto i pezzi
mancanti: servono a tenere fresca una Heineken. In dissolvenza appare il
claim ’Yes. Fresh is Better’. Il secondo spot sarà on air dal 17 aprile. Una ragazza apre la porta del suo appartamento a un giovane che le ha portato in dono un mazzo di margherite. Dopo aver sistemato i fiori nel vaso gli offre da bere, lui chiede una Heineken, lei la prende dal frigo, la stappa, gliela porge e lo invita a sedersi accanto a lei di fronte al camino acceso. Il giovane, senza esitazioni, prima spegne il fuoco del camino con l’acqua dei fiori e solo dopo si accomoda al fianco della ragazza sorseggiando con evidente piacere la sua Heineken ghiacciata. La colonna sonora degli spot è di The Rentals. La regia è di John Immesoete per FilmMaster e la direzione della fotografia è di John Lindley. Heineken Italia ha recentemente affidato a Barabino & Partners le proprie attività di comunicazione. |
L’ECO
DI BERGAMO Caffetteria araba, il «no alcol» arriva prima di Sirchia |
Se
caffetteria araba dev’essere, che lo sia con tutti i crismi: così
in via San Bernardino se un cliente del «Mille Notte e Notte»
non sa che per le regole islamiche è vietato servire e bere alcolici
(dalla birra al whisky passando per vino e aperitivi), rischia di fare una
brutta figura presentandosi al banco e chiedendo un Prosecco. Non ci sono
cartelli né avvertimenti: semplicemente, se la caffetteria è
araba, lo si deve sapere, non si beve alcol, né lo si serve. E quindi,
si accetti il diniego gentile, con sorriso quasi ironico, delle due ragazze
marocchine che gestiscono il locale («è di proprietà
di un egiziano», dicono in coro), Awatif, 22 anni, e Mina, 28 anni:
«Niente alcol. Serviamo tè verde alla menta, bevande, spremute,
caffè. Ma alcol no, qui non ce n’è». È un debutto,
a Bergamo, di un locale per astemi (forzati e no), ma stando all’affluenza
nella caffetteria di via San Bernardino il divieto di alcol (che arriva
in anticipo rispetto alla già annunciata lotta all’alcol del ministro
Sirchia, dopo la legge antifumo) non dispiace, né ai clienti italiani
né agli stranieri. «Qui si possono fare spuntini con il kebab,
mangiare i dolci tipici mediorientali, o quelli italiani - continua Awatif
- . Ma non c’è l’alcol e nessuno se ne lamenta. D’altra parte in
gran parte dei Paesi musulmani non si può bere alcol. Cosa dicono
gli italiani? Nulla, cambiano l’ordinazione. E poi, anche con il fumo tutti
si sono abituati». Può suonare strano, per noi occidentali
che siamo abituati a entrare nei bar e pub e vedere banconi sfavillanti
di bottiglie d’ogni genere: però, nella Bergamo che cambia, andava
messo in conto che, prima o poi, sarebbe spuntato un locale «no alcol»
secondo le regole islamiche. Peraltro, lo sanno già gli appassionati
di kebab, che, anche a Bergamo, molti take away e fast food che servono
questo tipo di carne grigliata affiggono i certificati di «macellazione
secondo le regole islamiche, cioè halal, ovvero carne liberata dal
sangue e non suina». Ca. T. |
LA
PROVINCIA DI LECCO Il comandante dimiccoli «Tutti mobilitati durante le feste: il vero obiettivo è la prevenzione» |
(p.
gia.) Stupefacenti sequestrati, otto patenti ritirate per guida in stato
d’ebbrezza. Due immigrati clandestini che venivano fatti lavorare in nero
in una piccola azienda della Valsassina, denunciati insieme ai loro datori
di lavoro. E ben 85 carabinieri della compagnia di Lecco impegnati fino
all’alba nell’attività di prevenzione e di controllo del territorio.
Un bilancio importante, quello dell’ultimo "pattuglione" effettuato
dai militari. Un bilancio, per altro, in linea con gli ottimi risultati
che i militari guidati dal capitano Pietro Dimiccoli ottengono abitualmente.
Ma che, sotto Pasqua, fanno comunque un certo effetto. «I controlli
sul territorio? Li facciamo tutti i giorni - pare schermirsi il capitano
Dimiccoli -, ma è chiaro che nel fine settimana o durante le feste
la nostra mobilitazione è maggiore. In questi giorni, ovviamente,
il numero delle persone che si trova lungo le strade è sicuramente
molto più alto del solito. E può capitare che tra i tanti
turisti che arrivano in riva al lago ci sia anche qualcuno che voglia confondersi
nella massa per commettere qualcosa di illecito». Ma come vengono
effettuati i controlli? Si procede per zone, ci sono degli obiettivi mirati?
«Non
Mercoledì, 30 Marzo 2005
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