Il mistero del ministero sulle revisioni dei trattori
Signor sottosegretario, a che gioco giochiamo? Si sa da tempo che trattori e macchine agricole sono pericolosi. Io l'ho scritto più volte, sottolineando che non è colpa solo dell'impreparazione di chi li guida, ma anche delle condizioni in cui si trovano questi mezzi (dall'usura a modifiche e abbinamenti non proprio ortodossi). E lei, signor sottosegretario Guido Improta, stesso lo scorso marzo, rispondendo a un'interrogazione della deputata Silvia Velo, ha detto che il suo ministero era ben consapevole del problema, tanto che stava studiando un modo per obbligare finalmente anche questi veicoli a sottoporsi a revisione periodica. Le parole che lei usò furono: "I relativi provvedimenti sono già in corso di predisposizione e verranno al più presto adottati". Più chiaro di così... Il 29 ottobre, però, dal ministero delle Infrastrutture e dei trasporti è partita una nota in cui si afferma che la Motorizzazione (cioè il braccio del dicastero che si occupa di queste cose, seguendo il suo indirizzo politico) ha valutato costi e benefici dell'operazione e non ritiene prioritario imporre la revisione anche per le macchine agricole. Quella nota porta proprio la stessa firma in calce alla risposta all'interrogazione di marzo: Guido Improta, sottosegretario con delega alla Motorizzazione.
Insomma, vorremmo sapere dove sta la bugia. Se sta nella risposta di marzo, non è vero che il ministero aveva già deciso di imporre la revisione alle macchine agricole. Se sta nella nota di fine ottobre, il ministero sta continuando a lavorarci su, sia pure con i soliti tempi elefantiaci (dovuti alla solita marea di fattori, dalle norme intricate ai soldi che mancano). Soprattutto, non si capisce perché si dovrebbe dire una bugia: per il ministero, imporre la revisione alle macchine agricole non è un obbligo, ma una mera facoltà (articolo 111 del Codice della strada). Quindi non c'è nulla di male a dire chiaro e tondo che non si vuole agire e sarebbe anche comprensibile: organizzarsi non sarebbe semplice, visto che parliamo di mezzi lenti e spesso grandi, sparsi per le campagne e quindi con difficoltà a raggiungere un'officina eventualmente abilitata. Però come la mettiamo con quei camioncini che vengono immatricolati come macchine agricole sfruttando le pieghe delle norme, per ottenere anche il "vantaggio" di non andare a revisione? Quelli su strada si muovono benissimo... A questo punto, il timore è che per sbloccare la situazione italiana occorra una spinta dall'Europa. Come lei stesso ricorda, a Bruxelles si sta discutendo su una proposta di regolamento per introdurre revisioni obbligatorie sui trattori che superano i 40 all'ora. I tempi di approvazione non si annunciano brevi. Ma quantomeno, essendo un regolamento, sarà applicabile immediatamente, senza leggi nazionali che lo recepiscano. E allora vedremo se e come saremo in grado di organizzare i controlli.
da Strade sicure di Maurizio Caprino
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