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Rassegna stampa alcol e guida del 6 marzo 2005

RASSEGNA STAMPA "ALCOL E GUIDA"

Note a cura di Alessandro Sbarbada
Servitore-insegnante in un Club degli Alcolisti in trattamento a Mantova.


CORRIERE SALUTE
Tieni il fegato lontano dai guai
La maggior parte delle malattie epatiche non presentano sintomi di immediata identificazione

Le epatiti da virus A, B e C, la cirrosi, il tumore, la steatosi o fegato grasso, le malattie delle vie biliari, sono le patologie epatiche che hanno maggior impatto sulla popolazione italiana. Una prevenzione efficace può ridurre la diffusione e l’ incidenza di queste malattie e può essere attuata mediante l’ adozione di semplici accorgimenti riguardanti lo stile di vita o tramite il vaccino. Ecco le regole da seguire per mantenere il fegato sano. Mantieni delle corrette abitudini igieniche. Fai attenzione a quello che mangi quando sei fuori casa e in viaggio: l’epatite A si trasmette tramite alimenti infetti come frutti di mare, verdure e acqua. Stai attento a quando utilizzi forbicine e rasoi ed altri strumenti appuntiti in comune con persone che non conosci: il virus B ed il virus C si trasmettono attraverso il sangue di un soggetto infetto. Fai attenzione quando ti sottoponi a piercing, tatuaggi, cure estetiche, etc. La maggior parte delle malattie epatiche, in particolare le forme croniche, sono asintomatiche, per cui chi ne soffre spesso non se ne accorge. Consuma moderatamente vino e bevande alcoliche: un bicchiere di vino a pasto è consentito, salvo restrizioni in particolari condizioni patologiche (in caso di malattia epatica nota o di infezione da virus epatitici il consumo di bevande alcoliche di qualunque genere va assolutamente evitato). Evita rapporti sessuali a rischio non protetti: le malattie a trasmissione sessuale sono molte e il virus B dell’epatite B segue in particolare questa via. Vaccinati contro l’epatite B e contro l’epatite A e questo vale in particolare nei soggetti già affetti da malattie epatiche. Nel caso dell’epatite A, se non ci si è immunizzati spontaneamente, è opportuno effettuare il vaccino in occasione di viaggi in Paesi esotici o di permanenza in aree endemiche.
In gravidanza esegui uno screening per i virus patitici; infatti se una donna incinta è affetta da infezione cronica da virus dell’epatite B, potrebbe trasmetterlo al bambino al momento del parto; la trasmissione può essere evitata vaccinando il bambino alla nascita. Stai attento ai farmaci che assumi: non abusare nell’uso dei farmaci e non eccedere le dosi indicate dal tuo medico o segnate nel foglietto illustrativo; tutti i farmaci passano attraverso il fegato e quantità in eccesso potrebbero essere dannose.
TGFIN
Il vino italiano rialza la testa
Export su con le etichette di qualità

I vini di qualità danno nuovo ossigeno al business italiano dell’alcol. L’export delle etichette italiane segna infatti una lieve crescita nei primi undici mesi del 2004, con un incoraggiante più 4,4%. E il miglior risultato è proprio dei vini di maggior qualità e di provenienza particolare.
Si tratta infatti dei V.Q.P.R.D. cioè vini di qualità prodotti in regioni determinate, e di quelli da tavola: entrambe le categorie sono cresciute del 4,6%. I maggiori consumatori di vino di origine italiana nel mondo si concentrano sui mercati più profittevoli, cioè quelli del Regno Unito, della Germania, degli Stati Uniti e del Giappone.
I dati, di fonte Istat, sono stati diffusi da "Focus Agrifood" che sottolinea come, dopo una lunga fase di sviluppo e affermazione costante del vino italiano nel mercato mondiale, negli ultimi anni emergono i segnali di una preoccupante inversione di tendenza. In particolare, se ancor oggi il 60% della produzione mondiale di vino viene prodotto nell’Unione Europea, si modifica rapidamente il quadro dei concorrenti internazionali, in costante crescita.
E così, accanto alla storica leadership che è rappresentata da Italia, Francia e Spagna, che coprono quasi la metà dell’offerta vinicola mondiale, si stanno rapidamente affermando nuovi competitor internazionali come Cile, Sud Africa, Australia, Usa, e in prospettiva anche la Cina, i cui volumi di produzione registrano crescite percentuali a due cifre. "La rivalutazione dell’euro rispetto alle principali valute mondiali" conclude Focus Agrifood "non è certo di aiuto alle nostre esportazioni".

IL MESSAGGERO
Guidava ubriaco, condannato a restare a casa per 25 domeniche
AVEZZANO - Quattordici giorni agli arresti domiciliari e impossibilità di muoversi da casa per le prossime venticinque domeniche: è la singolare condanna inflitta ad un uomo di 53 anni di Avezzano, R. A. B., dal giudice di pace, per guida in stato di ebbrezza.
I provvedimenti restrittivi, eseguiti dagli agenti della Squadra anticrimine del Commissariato di Avezzano, sono stati emessi dalla Procura della Repubblica di Avezzano dopo la condanna.

CORRIERE ROMAGNA (Ravenna)
Ubriaco e armato minaccia clienti e agenti

ravenna - Ubriaco e con un coltello da cucina di grosse dimensioni in mano, ha infastidito a più riprese gli avventori di un bar fino all’intervento del gestore del locale e all’arrivo della Polizia. Un tunisino di 44 anni, in possesso di regolare permesso di soggiorno rilasciato a tempo indeterminato dalla Questura di Forlì, dopo una notte brava risulta indagato in stato di libertà con l’accusa di violenza, minaccia a pubblico ufficiale, rifiuto di fornire le proprie generalità e porto abusivo di armi e oggetti atti a offendere.L’uomo è stato fermato venerdì sera, verso le 23, vicino ad un locale di via San Mama. Dopo aver creato alcuni problemi all’interno dell’esercizio ed essere stato allontanato una prima volta, è rientrato poco dopo iniziando a infastidire alcuni clienti.Accompagnato nuovamente all’uscita, ha cominciato a litigare con alcune persone. Poi si è avvicinato al cestino della propria bicicletta estraendo il coltello. Il provvidenziale intervento del gestore del locale ha evitato il peggio. Dopo essersi fatto consegnare la lama, l’uomo ha avvisato il 113.L’arrivo degli agenti ha aumentato la foga dell’uomo che, perquisito, ha minacciato gli agenti. Accompagnato in Questura ha continuato a inveire contro gli uomini in divisa, minacciandoli di morte.

L’ADIGE
L’incidente l’altra notte in viale Verona. Due patenti ritirate in un’ora
Automobilista alticcio contro il palo

Due patenti ritirate nella notte fra venerdì e sabato a Trento per guida in stato di ebbrezza. La prima contravvenzione è stata elevata in viale Verona in seguito ad un incidente: verso le 2.30 una Fiat Punto condotta da uomo di 57 anni, I.F. di Trento, è finita fuori strada sbattendo violentemente contro un palo elettrico. Conseguenze per fortuna non gravi per il conducente, che ha riportato traumi guaribili in una settimana, e per due uomini di 44 anni che erano a bordo, poi portati in ambulanza al pronto soccorso e tenuti per qualche ora in osservazione. Quando i carabinieri di Trento sono giunti sul posto non hanno potuto non notare l´alterazione dell´uomo dovuta al troppo alcol ingerito in serata. Sottoposto ad alcoltest l´automobilista è risultato positivo. È quindi scattata la denuncia per guida in stato di ebbrezza.
Nel corso di controlli a Nave San Rocco, alle 3 di notte è stato fermato dai carabinieri un quarantenne di Mezzolombardo che stava procedendo sulla statale del Brennero a bordo della propria vettura, con andatura incerta. Anche in questo caso l´esito dell´alcoltest è stato positivo: l´uomo è stato denunciato per guida in stato d´ebbrezza.

CORRIERE ROMAGNA (Forlì)
Ubriaco a folle velocità Panico sulla via Emilia

FORLIMPOPOLI - Inseguimento a 140 all’ora sulla via Emilia tra Forlì e Forlimpopoli. Alla guida di un’Audi A3 un 25enne che poi si è scoperto essere completamente ubriaco, è stato inseguito dalla Polizia Stradale di Rocca San Casciano. A folle velocità tra le auto ha seminato panico lungo la via Emilia. Una volta bloccato, il giovane è stato sottoposto all’esame dell’etilometro. Il tasso alcolemico era altissimo. Per il giovane è scattata la denuncia per guida in stato di ebbrezza.

CORRIERE ADRIATICO
I due elpidiensi protagonisti dell’incidente hanno rifiutato il ricovero, coinvolta una brasiliana
Si schiantano con la Porsche, giovane grave

FERMO - Un sabato, quello di ieri, iniziato nel peggiore dei modi lungo le strade del fermano. Due gli incidenti stradali, per fortuna non mortali. Il primo ha visto coinvolti tre giovani. Tratto interessato il chilometro 354 della Statale Adriatica 16, più esattamente all’altezza di contrada Alberelli a Lido di Fermo. Era l’una e un quarto di notte quando una Porsche, proveniente da nord, ha invaso la corsia opposta. A bordo della fuoriserie due giovani. Tutti e due risiedono a Sant’ Elpidio a Mare. L’alta velocità, il fondo stradale scivoloso, a causa dell’abbondante pioggia misto neve, caduta nel corso della serata, hanno trasformato la macchina in una scheggia incontrollata. A farne le spese una ragazza brasiliana di 22 anni, da tempo residente nel fermano. D.A. queste le sue iniziali. La giovane stava tornando a casa, con la sua Lancia Y10, percorrendo la corsia opposta, verso Porto San Giorgio. Improvvisamente si è vista davanti il veicolo degli elpidiensi. Il tentativo di sterzare c’è stato, ma è servito a ben poco, l’impatto si è rivelato violento. Rottami, vetri e frantumi delle due vetture sono schizzati lungo l’asfalto per oltre 20 metri. Immediato il soccorso dei passanti che hanno subito avvertito i mezzi di soccorso. Sul posto la Croce Azzurra di Porto San Giorgio, la Croce Verde di Porto Sant’Elpidio e i Vigili del Fuoco di Fermo. Immediatamente ci si è resi conto che la situazione più grave era proprio quella della ragazza, rimasta intrappolata nell’abitacolo della sua utilitaria. La giovane, al momento ricoverata al Murri di Fermo, non è in pericolo di vita. Ha riportato escoriazioni e fratture agli arti inferiori. Ne avrà per circa trenta giorni. Praticamente illesi invece i due giovani alla guida della Porsche. Rifiutato persino il trasporto in ambulanza al Pronto Soccorso fermano, nonostante l’insistenza dei paramedici. Notte tra il venerdì e il sabato che si conferma tra i momenti più a rischio per la sicurezza stradale. Mentre i carabinieri stavano facendo i rilievi è arrivata un’auto con alla guida un giovane marocchino ubriaco che non ha visto i militari in azione. E’ finita che i carabinieri si sono gettati a terra per evitare di essere investiti mentre un terzo carabinieri ha preso il numero di targa dell’auto nonostante che il guidatore avesse spento i fari. Si tratta di un giovane che non ha nemmeno la patente.
Meno gravi sono state invece le conseguenze dello spettacolare fuori strada di ieri mattina. Luogo dell’incidente è stato via Tirassegno. L’impatto tra due Lancia Y10 ha causato il rovesciamento di una delle macchine, guidata dal fermano R.G. di 79 anni, in una scarpata. Un volo di circa un metro e mezzo. Il giovane alla guida dell’altra vettura si è inserito nella corsia principale pensando che l’utilitaria dell’anziano svoltasse, invece di proseguire verso Salette. Un salto nel vuoto che ha fatto preoccupare chi ha assistito alla scena. Durante i soccorsi della Croce Verde di Fermo, le condizioni del 79 enne si sono dimostrate meno gravi del previsto. L’uomo, seppure bloccato nella macchina, era cosciente, anche se avvertiva forti fitte al torace e all’addome a causa di una serie di colpi con lo sterzo. Immediato l’intervento dei vigili del fuoco per spostare la macchina e il successivo trasporto al Murri per tutti gli accertamenti di rito, soprattutto per scongiurare la presenza di emorragie interne. Un incidente che ha fatto accendere l’attenzione sul pericolo delle scarpate non protette che costeggiano tutta via Tirassegno. Gli automobilisti, ma anche i residenti, chiedono l’installazione di una serie di guardrail che possano almeno contenere le macchine.

LA PROVINCIA DI SONDRIO
san fedele L’antidoto: responsabilizzare i giovani
Allarme alcool e droga

SAN FEDELE INTELVI Alcool e droga: se ne parla troppo o troppo poco? «Anche nella tranquilla Valle d‘Intelvi hanno ormai raggiunto le dimensioni di una vera e propria piaga sociale, per il cui trattamento oltre alle misure mediche, psichiatriche e giudiziarie, occorrono interventi a livello sociale». Parla l‘assessore alle politiche giovanili, Stefano Agnese, che ha avviato un’intensa campagna di sensibilizzazione e prevenzione del fenomeno avvicinando i ragazzi con incontri pubblici, gite e manifestazioni culturali e soprattutto incontrandoli nei loro luoghi abituali, in primo luogo bar e pub. Con gli slogan «La droga ti toglie la personalità e poi la vita» e «L‘unico pieno che non ti fa andare lontano» il Comune sta cercando di far capire a giovani e famiglie che il problema, a San Fedele come in tutta la Val d’Intelvi, esiste ed è poco produttivo l’affrontarlo solo con azioni repressive o, peggio ancora, il fare finta che il fenomeno non esista. «Sempre più giovani della Valle trovano l’abusare di alcool e droga come una forma di evasione da situazioni sociopsicologiche alienanti che poi sfociano nella violenza o nell‘apatia» sostiene ancora Agnese. Da alcune ricerche socio - educative, effettuate tempo fa dalla comunità montana Lario - Intelvese, i giovani sembrano sempre di più attratti da comportamenti distanti dalla morale comune. Una sorta di doppia vita: si adeguano da un lato alle richieste del mondo istituzionale e dall‘altro vivono senza controlli il proprio tempo libero. Si ha così una maggior tolleranza nei confronti del consumo di alcool e droghe; eroina, cocaina, ma anche sostanze leggere, come dimostrano gli arresti ed i fermi operati di recente dalle forze dell‘ordine. «Abbiamo dato l‘opportunità a molti ragazzi di gestire l‘ufficio turistico. È stata un‘esperienza positiva che continuerà anche nella prossima stagione estiva» - conclude l‘assessore Agnese - «È stato un connubio tra istituzione, associazione e mondo giovanile. Con esso i ragazzi sono stati protagonisti e parte attiva di molte iniziative che hanno riguardato tutta la Valle d‘Intelvi». Francesco Aita.

IL MESSAGGERO (Pesaro)
UBRIACO CAUSA INCIDENTE

FANO Un operaio pesarese di 34 anni, C.F., è stato denunciato dai carabinieri del radiomobile di Fano per guida in stato di ebbrezza. L’uomo all’alba di ieri al volante di una Golf ha provocato un incidente a Metaurilia, sulla statale 16, sbandando con l’auto e finendo fuori strada. Fortunatamente solo danni ai mezzi e nessun ferito.
E i carabinieri di Matrotta hanno arrestato a Ponte Sasso un giovane di Fano, R.A., di 25 anni, perchè si era allontanato da casa contravvenendo agli arresti domiciliari che sta scontando per un tentativo di rapina.

LA PROVINCIA DI CREMONA
‘Strade del vino, la grande occasione’

Tutta all’insegna del rapporto fra enogastronomia ed agriturismo l’ultima giornata di Arcadia, aperta dal convegno su ‘Le strade del vino e dei sapori: dai progetti all’operatività’. Proprio l’operatività è un aspetto che - a sei anni del varo della legge che ha istituito le strade del vino - appare ancora ai primi passi, e spesso inadeguata a sfruttare al meglio le enormi potenzialità di un settore in grande crescita. La qualità del prodotto solitamente non manca (ma anche su questo fronte non guasterebbe un maggior ricorso a selezione e certificazione); i punti dolenti sono invece altri: prezzi troppo elevati, strutture e servizi di accoglienza scadenti, come non di rado lo sono capacità organizzative e managerialità di chi guida le ‘strade’. Per uscire dall’empasse bisogna fare sistema, raggiungere una sufficiente massa critica, puntare molto di più sulla formazione, saper ‘comunicare’ anche all’estero la propria offerta. Per molti operatori il vero problema sta nella capacità di trasformare il loro prodotto da agricolo in turistico, e di passare da troppi discorsi un po’ vuoti sulla cultura del turismo alla loro concretizzazione economica. Un aiuto prezioso potrà venire anche dal nuovo Centro studi e servizi delle strade del vino e dei sapori, presentato ieri ad Arcadia. Garantirà agli operatori sostegno sul piano burocratico, di promozione, marketing e formazione.

L GAZZETTINO (Vicenza)
Rissa in discoteca, soldato usa nei guai

Dueville
(V. B.) Arrestato l’altra notte all’interno della discoteca Nord Est di Dueville Rodney Cmccullough, militare americano di stanza a Vicenza, alla caserma Ederle, 25 anni. Il giovane, ubriaco, minacciava i clienti con una bottiglia dal fondo rotto, e al momento dell’arresto si è scagliato con tutta la sua forza contro i tre carabinieri chiamati dalla direzione del locale che tentavano di disarmarlo. Data la stazza del giovane, alto oltre un metro e novanta, la lotta per i tre rappresentanti dell’ordine è stata decisamente dura, tanto che alla fine il ragazzo è stato immobilizzato, ma i tre militari sono dovuti ricorrere al pronto soccorso di Thiene dal quale sono usciti con prognosi dai 3 ai 10 giorni. Giudicato ieri mattina con rito direttissimo al tribunale di Vicenza, Pm Falcone, giudice Furlani, l’uomo è stato condannato a 10 mesi e 20 giorni di reclusione, con pena sospesa e consegna alla polizia militare statunitense.

IL GAZZETTINO (Udine)
Sacile
Ubriachi al volante

È finito fuori strada con l’auto e poi dentro una roggia. Un extracomunitario alla guida di una Fiat Tempra ha concluso la serata di venerdì in un fosso di Sant’Odorico di Sacile perchè, come ha appurato la Polizia stradale di Spilimbergo, guidava ubriaco. Patente ritirata per lo stesso motivo a un cinquantatreenne di Maniago, D.C., sorpreso dai carabinieri a bordo di una Alfa 164, a Maniago, più che alticcio.

GAZZETTA DI PARMA
Quando « L’enoteca è donna »

NOCETO - In occasione della festa dedicata a tutte le donne, l’associazione nazionale « Le donne del vino » , della quale Maria Beatrice Petrini di Noceto è delegata per l’Emilia, ha indetto un concorso riservato alle proprie associate ed incentrato sul tema: « L’enoteca è donna » . L’iniziativa prevede la realizzazione di vetrine sull’argomento specifico all’interno del proprio esercizio di attività, da inviare successivamente alla sede centrale dell’associazione « Le donne del vino » . Dopo le selezioni, la migliore vetrina verrà premiata il 7 aprile prossimo alla rassegna internazionale « Vinitally » di Verona. La cerimonia sarà accompagnata dal concerto benefico della « Josè Rallo Jazz Band » dedicato, per l’occasione a Marta Galli e a Franca Maculan. Il programma prevede, inoltre, anche due settimane, una prima, già svoltasi, e l’altra dopo l’ 8 marzo, dedicate alla divulgazione ed informazioni sul vino e sul suo modo. Le molteplici iniziative troveranno il loro culmine la domenica del 3 aprile, quando Noceto ospiterà la prima edizione 2005 del Mercato di Forte dei Marmi, con l’allestimento di stand presso i quali sarà possibile degustare i vini della produzione vitivinicola italiana. Per informazioni si può contattare direttamente Maria Beatrice Petrini ( tel. 0521/ 625472 - 0521/ 625389).

IL MESSAGGERO (Abruzzo)
Giulianova. Aveva detto alla moglie ”Vado allo stadio”, poi lo hanno trovato i carabinieri al porto turistico
Cade in mare dopo il derby e muore
Tragica fine di un tifoso del Teramo, meno attendibile l’ipotesi del suicidio.

di FRANCESCO MARCOZZI
GIULIANOVA - Ieri mattina, quando i carabinieri hanno recuperato il corpo che galleggiava all’interno del porticciolo turistico, l’ipotesi più accreditata era quella che Matteo Faranca, 27 anni, di Teramo, fosse morto suicida. Ma, ascoltando i parenti e scoprendo altri particolari, sembra che la fine del ventisettenne teramano sia da attribuire ad una disgrazia. A far cambiare pista ai militari dell’Arma una macchina fotografica che è stata rinvenuta abbandonata sul molo, poco distante dalla Fiat ”Bravo” del giovane, in corrispondenza del pennello adibito ad ormeggio delle imbarcazioni del Circolo nautico ”Vincenzo Migliori”.I parenti hanno rivelato ai carabinieri che Matteo era un grande appassionato di barche. Bene, all’interno della macchina fotografica digitale, c’erano le istantanee di foto scattate proprio ieri sera, semplici immagini di imbarcazioni da diporto di cui, come detto, la vittima era appassionato. A quel punto non si esclude che, facendo un movimento sbagliato, sia precipitato in acqua, finendo per affogare sia perché vestito e con ai piedi pesanti ”anfibi” sia per il freddo. In base all’ispezione cadaverica esterna effettuata all’obitorio dell’ospedale di Giulianova la morte di Faranga viene fatta risalire tra mezzanotte e le due. E il termometro l’altra sera, allo stadio, faceva registrare un -2. Già lo stadio, il ”Rubens Fadini”, il derby Giulianova-Teramo. Matteo Faranca, originario di Cortino, ma residente in via Cona nel capoluogo, sposato con un figlio di quattro anni e disoccupato, era ufficialmente ”sceso” a Giulianova per assistere al derby. L’ultima telefonata l’aveva fatta alla moglie poco prima dell’inizio della partita. Le aveva detto: «Sto per entrare allo stadio, ci sentiamo dopo la partita». E’ stata, invece, l’ultima volta che l’ha sentito. Ad avvisare la donna di cosa fosse accaduto sono stati ieri mattina i carabinieri. Nel frattempo, come detto, era stata rinvenuta l’auto del giovane sul porto. La macchina era aperta e dentro c’era il giubbotto della vittima, ancora bagnato. Se è andato allo stadio, come aveva detto, si giustifica quel giubbotto bagnato in quanto è piovuto per tutta la partita. Ma anche dopo, quando sarebbe arrivato al porto, anche se con intensità minore. Nell’auto tracce di fango fresco, di terra bagnata dalla pioggia appena caduta. E tracce di fango erano anche sui sedili. Dentro, in bella mostra figuravano un contenitore per catene antineve e due confezioni di vino. Una, però, era addirittura sigillata e nell’altra mancavano solo due dita di vino. Quindi non era ubriaco, a meno che non abbia bevuto e poi gettato in mare altre confezioni. Non ha lasciato biglietti nè all’interno della macchina nè li aveva in tasca e non sembrano esserci state ”situazioni” o episodi tali da poter giustificare un suicidio, anche se, in realtà qualche problema Faranca lo aveva, molto probabilmente legato al fatto che non avesse ancora un lavoro stabile. Il corpo senza vita, come rilevato, è stato recuperato dalla motovedetta dei carabinieri che ieri mattina usciva in servizio, lontano una ventina di metri dal luogo dove si trovava la macchina, vicino ad altri pennelli per imbarcazioni. Galleggiava a pelo d’acqua. La vittima indossava maglione e jeans e calzava gli anfibi. La salma è stata composta nell’obitorio dell’ospedale di Giulianova.

IL MESSAGGERO (Rieti)
Guidava ubriaco, giovane perde i 20 punti della patente
È stata revocata la patente di guida, conseguita pochi mesi fa, ad un giovane di 19 anni sorpreso in evidente stato di ebbrezza dalla Polstrada di Viterbo. Il ragazzo, la notte scorsa, era alla guida di un autovettura a bordo della quale c’erano anche tre suoi coetanei, finita fuori strada sulla Cassia, nei pressi di una discoteca dai cui i quattro erano usciti poco prima.
Gli agenti della pattuglia della Stradale, accorsa per portare soccorso, si sono subito accorti che il conducente, rimasto illeso come i suoi amici, era in stato di ebbrezza. A suo carico è stato redatto un verbale che prevede la sottrazione di 10 punti dalla patente. La legge, però, stabilisce che per i neopatentati la sanzione sia raddoppiata. Quindi il giovane ha perso tutti i 20 punti ed è automaticamente scattata la revoca del documento di guida.
IL GAZZETTINO (Treviso)
Una ricerca sui giovani di Cittadella …
Una ricerca sui giovani di Cittadella rivela che bevono alcolici, senza che per questo siano da catalogare tra gli alcolizzati o siano destinati a diventarlo. Anche una ricerca commissionata a Galliera due anni fa rilevava tale tendenza, soprattutto nella fascia 15-18 anni. Non "bevono per dimenticare", ma per amicizia: hanno bisogno di stare insieme e chiacchierando bevono, attirati anche da tutte le nuove bevande dai nomi e dai colori accattivanti. Quindi sarebbe un problema da tempo libero.
Per quanto riguarda il tempo libero la citata ricerca di Galliera mostrava che il 53\% dei giovani lo vive "così come viene", quindi è un tempo vuoto che potrebbe essere riempito con tutto quel che capita. Lo conferma una ricerca fatta a S. Donà e pubblicata nel giornaletto della parrocchia nel giugno del ’99: "Nel tempo libero i giovani cercano esperienze varie e diverse per appagare il bisogno di provare se stessi e i propri limiti nei confronti della vita e del mondo. Non tutte le esperienze però sono positive. Sembra che per molti il tempo libero sia un "tempo vuoto", senza interessi costruttivi".
Come passare il tempo libero se non in compagnia? I giovanissimi hanno un gusto straordinario di stare insieme. Sentono il bisogno di chiacchierare, di "liberarsi". Li vedo arrivare dalla scuola: si aspettano nella piazza, arrivando da Treviso, da Montebelluna; non hanno nessuna voglia di tornare a casa. Quando sono più adulti, non è certo un bisogno fisico quello che li spinge a fare le ore piccole e piccolissime! Ad alcuni basta solo lo stare con gli altri; infatti in ogni compagnia c’è qualche silenzioso, non perché ci stia malvolentieri, no, gli basta essere lì, con gli altri. Come mai così tanti giovani non trovano sfogo alla loro espressione in famiglia? I genitori si lamentano perché i figli tacciono, mentre fuori di casa sono loquaci. Naturalmente per sentirsi più liberi hanno anche bisogno di carburarsi un po’….
Iniziative e luoghi di aggregazione per giovani sono un altro problema. A Galliera in Patronato ci va più o meno il 12\%, troppo poco, ma in "Agenzia delle idee" per sviluppare un tempo libero di qualità solo lo 0,87\%. Realizzare dei Progetti giovani partecipati non è facile, e c’è quel tempo libero "come vuoto" che i giovani non sanno come riempire e noi non sappiamo cosa loro dare.
I giovani hanno sete, ma non è l’alcol la risposta: mi viene in mente il vangelo della Samaritana di domenica scorsa con lo strano dialogo che ha con Gesù. E’ un parlare fra sordi (chiacchiere inutili), non si capiscono, se non quando Gesù punta dritto sulla vita personale; allora la donna deve fare i conti con se stessa. Ma ci vorrebbe un altro Gesù al pozzo dove i giovani vanno a bere.
Raul Follerau, il profeta dei lebbrosi ( anche Gesù aveva un rapporto speciale con loro), nel suo testamento nomina suoi eredi universali i giovani e scrive: "La più grande disgrazia che vi possa capitare è quella di non essere utili a nessuno, e che la vostra vita non serva a niente". Giovani, potrebbe essere un’idea per cominciare a riempire il tempo vuoto, questa potrebbe essere l’acqua per la vostra sete. Però dovete muovervi, prendere iniziativa, trovare voi la vostra strada. Perché, se Gesù è salvatore di tutti, ognuno dev’esserlo di se stesso.
Don Dionisio Rossi   parroco di Cusignana.
LA GAZZETTA DI PARMA
Ore 10: lezione di vita
Si sono sganasciati dal ridere guardando nel megaschermo Panariello che inanellava gag e battute sul quotidiano delirio autostradale. Hanno ascoltato silenziosi Adele, vice ispettore della Polstrada, inchiodata alla sedia a rotelle da otto anni e mezzo a causa di un pattugliamento finito male ( « diventa molto duro presentarsi al mondo su una carrozzina. E poi hai problemi ad attraversare la strada, a salire un gradino...) ; Samuel, piccola cresta sui capelli neri e occhi intelligenti, che la morte l’ha schivata per un pelo con il suo scooter, e superato il coma gli ha lasciato addosso una vertigine che non lo abbandona ( « adesso per strada ho paura degli altri. E poi la notte, che ti svegli dopo incubi assurdi. La sensazione dell’asfalto sulla pelle non è piacevole: non lo auguro a nessuno » ) . Per i ragazzi del Toschi che stavano in platea in aula magna, una gragnuola di pugni dello stomaco. Perchè un conto è sentire gente che mette in fila i numeri delle statistiche, un altro è quando quei numeri diventano la carne e la voce di anime ferite per sempre. La giornata sulla sicurezza stradale finisce, gli studenti sciamano dall’aula magna e si avviano verso le classi. Giusto un momento per rifletterci su ancora. « Sí, quei filmati mi hanno colpito - dice Ilaria, 16 anni, mentre estrae il bicchierino di caffè dalla macchinetta - è sempre meglio sentire le testimonianze dal vivo » . Basta scavare appena appena dietro quei visi freschi di adolescenti, per scoprire che ciascuno ha già la sua storia di dolore da portarsi dentro. Come Silvia, che dice: « Mi è morta un’amica da poco, sí in un incidente: non è stato l’alcol la causa, ma una distrazione. Guidava il suo moroso. Sicuramente finchè non ti capita qualcosa da vicino, non ti rendi conto dei pericoli che corri sulla strada » . C’è Laura che racconta dell’incidente in macchina capitato a suo fratello. « C’era la neve, è slittato sull’asfalto. No, non si è fatto male ma ame questa cosa ha toccato molto, ero abbastanza preoccupata. Quando vado sullo scooter ci penso spesso » . Tr a questi ragazzi, molti hanno seguito il corso per il patentino lo scorso anno. Ma i loro coetanei come si comportano sulla strada? « Io vedo alcune situazioni che mi preoccupano. Tipo quelli che si divertono a fare le impennate » . Anche Emanuele il patentino per lo scooter ce l’ha in tasca. Anche lui ha un brutto momento archiviato nella memoria: « Ero in macchina con mia mamma e mia sorella, quando siamo stati tamponati. E’ stato abbastanza traumatico, non me l’aspettavo. Comunque, finchè non ti tocca da vicino, non ci pensi abbastanza. Prendi quei ragazzi che usano il casco a scodella, secondo me è inutile, e magari lo portano tutto all’indietro o slacciato » . Il Toschi è una scuola di gente creativa, dove ti capita di scoprire aule affrescate dagli studenti, disegni, citazioni. Dove anche il ricordo dei compagni che non ci sono pi ù - morti cosí, su un pezzo d’asfalto - è diventato la linfa per creare qualcosa che « parli » di loro. Per l’ultimo scampolo di lezione c’è ancora tempo: prima si fa un salto nell’aula dedicata a Virginia, che era bella e bionda e adorava Magritte: alla surreale poesia del pittore belga è ispirato l’affresco a tutta parete, uno spazio tra cielo e mare, la sagoma di un castello incastonata su una nuvola. Su un altro piano trovi un collage di fotografie, disegni, pensieri: questi sono dedicati a Thomas. Che se n’è andato anche lui come se ne vanno troppi ragazzi, lungo una strada. L.f.
LA PROVINCIA DI CREMONA
Canove de’ Biazzi. Iniziative di sensibilizzazione per i cittadini
Tre giorni con Emmaus
CANOVE DE’ BIAZZI — La Comunità Emmaus organizza alcune iniziative per il prossimo fine settimana. Venerdì alle 21 in sala civica a Casteldidone, si terrà un incontro pubblico sul tema ‘I valori e l’esperienza di Emmaus’. Tutti i cittadini sono invitati a partecipare. Sabato 12 alla Comunità di Canove, durante l’orario di apertura del mercatino solidale dell’usato (9 - 12 e 14,30 - 19), sarà presente il bus dell’Associazione ‘la Bussola’ per un’attività di informazione e sensibilizzazione sul consumo dell’alcol e sui problemi alcolcorrelati. Domenica 13, infine, ‘Giornata di volontariato in Comunità’. Per informazioni telefonare allo 0375-380440, oppure allo 0375-94167, oppure inviare una e-mail all’indirizzo emmaus.piadena@libero.it. (d.b.).
IL TEMPO
I suoi diari dall’ospedale psichiatrico Tra morte e follia con Freud e Jung
di VALENTINA CORRER CI SARÀ un quadro in mostra al Vittoriano dal 10 marzo, molto meno famoso del rubato «Urlo», ma che grida anche più. Si chiama «Donne in ospedale», ed è un’opera che Munch ha dipinto probabilmente riferendosi all’ospedale psichiatrico Salpètriere di Parigi, un ex ricovero per poveri. La sofferenza vista in ospedale non era un dolore nuovo per il pittore perché l’aveva vissuta da vicino, in famiglia. Tutti siamo pronti ad immaginare sua madre o meglio ancora sua sorella Sophie, l’eterna dipinta con ciclicità sul letto di morte, entrambe portate via dalla tubercolosi sotto i colpi di tosse soffocati nel sangue, nel freddo gelido della Norvegia. Sophie non era l’unica sorella di Munch. L’altra, che si chiamava Laura come la madre, era malata anche lei. Morì in un ospedale psichiatrico. Un male diverso dalla tisi, un male che non si cura, di cui si parla sottovoce. Cosa che lo stesso Munch faceva. Per quanto si ostinasse a dipingere continuamente quelle scene di dolorosi lutti, portò sempre con sé quegli spettri. La sofferenza legata alla perdita della madre rimase soffocata dal comportamento paterno e della famiglia in generale che cercarono di distrarre i piccoli fratelli a colpi di dolci e giocattoli. Questo influì sull’adolescenza di Munch lasciando tracce nella formazione del suo carattere. Il padre, pietista, medico, gli urlava che si sarebbe un giorno trovato di fronte al suo giudice che lo avrebbe giudicato per l’eternità. Una personalità bipolare capace di giocare e allo stesso tempo infuriarsi allo stremo. Una sagoma inquietante che incomberà sempre su di lui. E che forse portò anche sua sorella a soggiornare in un posto simile alla Salpètriere. Un ospedale in cui gravitarono nomi illustri, tra cui Freud e Jung. Nomi legati ad un epoca che nasceva dalla crisi del positivismo e volgeva lo sguardo al simbolismo, al decadentismo. Che si preparava alla guerra. Il disagio, l’angoscia, l’insofferenza di fronte a certi stereotipi che imponeva la borghesia, erano comuni all’arte, alla letteratura e al teatro. Così le sensazioni, soggetto dell’opera munchiana, l’incomunicabilità del dolore, si traducevano sul palcoscenico dell’ammirato Ibsen. Non a caso Munch disegnò per lui proprio le scene di Spettri. Contemporaneamente l’appartenenza a un certo mondo bohemien, l’amicizia del poeta Przybyszewski e dello scrittore Jaeger, conferivano a Munch una certa aura di immoralità. Più di una le relazioni che ha avuto con donne sposate, la prima proprio con la moglie di Przybyszewski, soggetto ritratto nei quadri e nelle incisioni intitolate «Gelosia». La seconda di queste relazioni gli procurò invece un grande dolore, come pure quella fatale con Tulla Larsen da cui Munch uscì con una mano ferita da un colpo di pistola, alcolista e ricoverato dopo una crisi di nervi in una clinica con il dottor Jacobson. Tutta questa decantata libertà sessuale, si traduceva nel pittore in una difficoltà alla relazione amorosa, in un latente moralismo. Questa indagine nasce dalla lettura dei suoi diari, il cui approfondimento fa da corollario alla mostra del Vittoriano. Un progetto a cura di Maurizio Bertolucci e Tiziana Biolghini basato sulla rappresentazione teatrale de «I diari di Munch» a cura del regista Gianluca Bottoni (11 aprile Teatro Piccolo Eliseo). Il lavoro, assistito dal prezioso contributo scientifico di Psichiatria Democratica, sarà presentato nel locale romano Extra (17,18,19 marzo). E come per il grande pittore norvegese l’arte fu la terapia del suo dolore, saranno mostrate opere di pazienti psichiatrici, a ricordare come dietro un quadro c’è sempre il desiderio di comunicare qualcosa, di urlare.
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Lunedì, 07 Marzo 2005
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