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Rassegna stampa alcol e guida del 23 febbraio 2005

RASSEGNA STAMPA "ALCOL E GUIDA"

Note a cura di Alessandro Sbarbada
Servitore-insegnante in un Club degli Alcolisti in trattamento a Mantova.


LA REPUBBLICA SALUTE
Nonne più lucide con poco vino

Due ricerche recenti dimostrano effetti anti-demenza dell’alcol
UN BICCHIERE di bevanda alcolica al giorno, alle donne ultrasessantenni non fa male. Anzi mantiene le loro funzioni cognitive e le protegge contro la demenza senile che accade quando la memoria, la capacità di giudizio e di pensiero declinano in maniera da interferire con le attività quotidiana.
La straordinaria scoperta è di un gruppo di scienziati della Wake Forest University Medical Center della Carolina del Nord che hanno pubblicato lo studio sul numero di febbraio di "American Journal of Epidemiology". Per un periodo di quattro anni i ricercatori hanno somministrato dei test periodici a un gruppo di 4.461 donne da i 75 ai 79 anni, che valuta le funzioni cognitive e altri test che possono diagnosticare, dalle risposte, l’incipiente demenza senile. Nelle donne che rispondevano di bere almeno una bevanda alcolica al giorno hanno riscontrato una percentuale di rischio minore del 40% del declino cognitivo rispetto alle donne astemie.
La ragione degli effetti benefici dell’alcool in quantità moderate sul mantenimento dell’attività cognitiva nelle donne anziane non è ancora spiegata, ma si sa che esso aumenta i livelli di Hdl, il cosiddetto colesterolo "buono" e abbassa invece i livelli di agenti agglutinanti del sangue chiamati fibrinogeni. Condizioni che aiutano a prevenire non solo malattie cardiovascolari, ma anche quei piccolissimi ictus subclinici che causano ripetuti danni vascolari al cervello e conducono gradualmente al deterioramento mentale.
Un esperimento simile, condotto alla Harvard University su ben 11 mila donne anziane e pubblicato sul numero di gennaio del "New England Journal of Medicine", è giunto alle medesime conclusioni. Per bevanda alcolica si deve intendere un bicchiere di vino, una birra, un bicchierino di liquore, ma solo non più di una volta al giorno senza mai raggiungere uno stato di ebbrezza. Anche perché, trattandosi di donne anziane spesso affette da osteoporosi e quindi a rischio di fratture anche per cadute non gravi. Tuttavia, avvertono inoltre i ricercatori nello studio pubblicato, l’assunzione anche moderata di alcool aumenta il rischio di tumore alla mammella per la donna. Una condizione che si può neutralizzare, si legge nello studio, "inserendo nella propria dieta quotidiana 450 grammi di folato o un composto multivitaminico nella stessa quantità". (*)
 
(*)    Se pensate che un tumore alla mammella non sia trascurabile effetto collaterale, come sembra suggerire l’articolo, usate pure il folato, se vi causa brucior di stomaco, lo si può neutralizzare con un antiacido, se questo poi vi da dissenteria potete assumere degli antidiarroici, se ciò vi procura dei crampi allo stomaco si può risolvere con degli antispastici, con i quali però è meglio evitare l’assunzione di alcolici..
IL GAZZETTINO (Udine)
Alcoltest senza avvocato assolto un automobilista

Udine
Rispondeva di aver guidato in stato di ebbrezza ma il giudice dell’udienza preliminare Paolo Alessio Vernì lo ha assolto perchè il fatto non sussiste. Non risulta che i verbalizzanti al momento di sottoporlo alla prova dell’alcoltest avessero dato all’imputato la facoltà di farsi assistere da un legale. Gli agenti davanti a una situazione che ipotizza un reato, guida in stato di ebbrezza, nella necessità di procedere ad atti urgenti, è obbligata a informare l’indagato della facoltà di farsi assistere. Solo a quel punto è possibile procedere alla prova alcolimetrica. L’episodio risale al 14 settembre del 2003. L’automobilista era stato fermato a Branco ed era stato rilevato un valore di alcol pari a 1.24 (limite di tollerabilità 0.5). Il giudice di pace aveva annullato la sanzione amministrativa per la contraddittorietà degli orari (contestazione e alcoltest). È rimasto il risvolto penale. L’avvocato Angela Di Marco ha sollevato il problema ricordando che solo dopo l’alcoltest gli agenti hanno proceduto alla redazione del verbale di identificazione dove compare per la prima volta il richiamo alla nomina del difensore (*)
 
(*) Nota ASAPS: Nella patria del diritto chi guida ubriaco è più tutelato di chi viene investito e ucciso da chi guida ubriaco.

IL TEMPO
DICIASSETTE IMPRENDITRICI ELETTE DA SLOW FOOD
 «Noi, ambasciatrici del vino italiano»
Sono diciassette «le donne del vino» prescelte da «Slow Food». Saranno le testimonial dell’universo vitivinicolo italiano all’Esposizione Universale di Aichi, in Giappone dal 25 marzo al 25 settembre. Con loro il Berlucchi e il Chianti, il Primitivo e il Barolo e tanti altri vini saranno rappresentati tra le eccellenze del Padiglione Italia, che ospiterà, nella sezione del Piacere anche una gigantografia delle magnifiche 17. Tra queste molte della più grande associazione rosa del vino (www.ledonnedelvino.it), nata nel 1998, che conta circa 700 tra produttrici, ristoratrici, enotecarie, sommelier e giornaliste. Per il Lazio c’è Paola Di Mauro, classe ’23, una delle fondatrici dell’associazione Le donne del vino. Non è certo figlia d’arte: la sua famiglia è da sempre impegnata nel campo della meccanica. «Quando nel ’74 decisi di produrre vino nessuno avrebbe scommesso su di me - racconta - Oggi ho l’azienda vinicola ’Colle Picchioni’, molto conosciuta in Italia e all’estero». «Noi donne siamo le più versatili nella vita tra casa, famiglia e lavoro, come nella cultura, nella storia e nella tradizione - spiega la bresciana Pia Donata Berlucchi proprietaria dell’azienda agricola ’Fratelli Berlucchi’ di Franciacorta. Un esempio evidente di versatilità è proprio Josè Rallo, della famosa azienda «Donnafugata», che ha creato addirittura una ’Jazz band’ di cinque elementi, la ’Donnafugata music and vine’ che si esibirà il 7 aprile al Vinitaly (Verona) con un concerto di solidarietà per bambini cardiopatici. Josè Rallo è voce solista, il marito, famoso assicuratore, è alle tastiere.

LA REPUBBLICA Salute
La penitenza è vegetariana. O quasi
Le cure

La Dieta di Gesù è soprattutto vegetariana (ma il pesce è ammesso occasionalmente), e solo alcuni prodotti specifici sono consentiti. Una versione ancor più rigida, la Dieta Essene Fruitarian, afferma che frutta e verdura possono essere mangiati solo se la pianta non viene estirpata o uccisa nel processo. Mele e arance possono venir staccate dall’albero, ma la lattuga va bene solo se tagliata foglia per foglia dalla pianta in terra senza toglierne le radici. Il sito web avvisa anche che il latte di mucca venduto negli alimentari è latte "non approvato da Gesù", che apparentemente beveva solo latte non processato di capra e pecora.
Nella dieta suggerita da The Maker’s Diet c’è un’enfasi su cibi naturali e organici così come sono stati creati da Dio e sull’igiene, suggerendo di ingerire batteri benefici ottenuti dalla terra, yogurt, kefir, verdure e frutta fermentate propizie alla salute digestiva. Il suo autore, Jordan Rubin, non suggerisce perdite drammatiche di peso, ma incoraggia a prestare attenzione a ciò che si mangia e alla provenienza del cibo.
La dieta imposta ai seguaci della Seventh Day Adventis: i mormoni nello Utah credono che la malattia sia il risultato della violazione delle leggi di salute, prima fra tutte quella di nutrirsi dei giusti cibi, verdura, frutta, grano. Molti sono vegetariani, bevono latte e mangiano uova - mai carne - altri mangiano carne ma non maiale e meno che mai frutta di mare, e nemmeno tè, caffè o alcol
 
Teologi, non tutti per il magro
ALCUNI teologi non sono affatto d’accordo che bisogna fare dieta in nome di Dio. "Nessuna dieta dovrebbe invocare Gesù", afferma ad esempio Russell Moore, assistente di teologia al Southern Baptist Seminar di Louisville, in Kentucky, che chiama il movimento vegetariano cristiano un "tentativo di arruolare Gesù nella propaganda animalista della sinistra". Moore cita la lettera di Paolo ai Romani in cui dice che i vegetariani sono deboli, come prova a sostegno della tesi che la Bibbia approva il consumo di carne. Grande bagarre teologica si è poi scatenata sul vino, tra i protestanti in America: c’è chi lo sconfessa, chi lo abbraccia. Dice Dan Colbert, l’autore di "What Would Jesus Eat": "Un po’ di vino in piccole quantità fa bene ed aiuta a spezzare i grassi. Non so se Gesù lo bevesse, ma se fosse vissuto più a lungo con la cena avrebbe di sicuro apprezzato".

CORRIERE ADRIATICO
 Droga, alcol e altri fenomeni sociali. Le nuove dipendenze Incontro formativo

MONTE URANO – “Le nuove dipendenze” è il titolo dell’incontro informativo che si terrà domani sera alle ore 21.15 presso la sala delle riunioni del palazzo comunale. Ad organizzarlo l’assessorato ai servizi sociali del Comune insieme all’associazione “L’Alveare”, in collaborazione con l’ambito sociale numeri 20, il Cat del territorio fermano, l’associazione “Farsi Prossimo” di Fermo e l’Asur della zona territoriale numero 11. L’incontro sarà introdotto e condotto da Alessandro Ranieri, coordinatore dell’ambito sociale 20. Dopo i saluti dell’amministrazione comunale e dell’associazione “L’Alveare” ci saranno gli interventi di Giorgio Pannelli, responsabile del servizio alcologia, di Gianna Sacchini, responsabile del Sert della Asur e di un responsabile del club alcolisti in trattamento del Fermano. Nel corso della “serata informativa per un paese attento”, come recita il sotto titolo dell’incontro, verrà proiettato il video clip dal titolo “Come il giorno e la notte” – Idee in libertà degli studenti del Fermano sul mondo della notte e del divertimento realizzato dal Serd nell’ambito del progetto denominato “Senza ecstasy ragioni tu”. Un incontro dove saranno poste all’attenzione di tutti alcune nuove dipendenze spesso sottaciute. Non solo droga quindi ma soprattutto alcol, tabacco e altre sostanze che creano una dipendenza e che spesso provocano più danni (e più costi anche a livello sanitario) rispetto a quelle più conosciute.

IL GIORNALE DI BRESCIA
In motorino e al volante anche quando hanno bevuto
I RISULTATI DELL’INCHIESTA

CHIARI - Stragi del sabato sera e comportamenti giovanili. Sono 47 le classi coinvolte nell’inchiesta dell’Itcg «Einaudi». Tra ragazzini con patentino o patente, sono 442 gli intervistati sui 1.400 studenti dell’istituto. Tutti quelli delle classi quinte e un bel campione di quelli delle seconde, terze e quarte. E i risultati mostrano luci e ombre di una situazione non sempre colta nel suo valore. Qualche dato significativo. L’84% dei ragazzi usa le cinture di sicurezza, ma solo il 30% mette il casco quando va in motorino. Il 67% non guida se ha bevuto e l’85% non si mette al volante se ha assunto sostanze eccitanti. L’87% dichiara di rispettare il Codice della strada e il 93% sostiene di avere una «guida attenta». Ma va anche detto che un terzo degli intervistati dichiara di esser già stato coinvolto in incidenti. E più della metà mostra insofferenza spiccata per i controlli delle forze dell’ordine: il 47% dice che non servono a nulla e due terzi dei ragazzi che vanno in motorino pensano che servano solo per «impaurire i ragazzi». Luci e ombre di una situazione problematica, che si evidenzia in questi altri risultati: più dell’88% dei ragazzi delle classi quinte rientra dopo le due di notte, dopo aver trascorso ore in pub e birrerie (solo 2 su dieci vanno in discoteca). E tra i ragazzini più giovani l’ora del rientro è comunque dopo la mezzanotte. Un terzo degli intervistati tra i ragazzini «qualche volta» si mette in motorino dopo aver bevuto, ben un quarto dopo aver preso sostanze stupefacenti. Tra i diciottenni con patente cresce lo spazio per l’alcol (più del 32%) e cala quello della droga (15%). Luci e ombre di una situazione che va meditata. Certo, lo stile un poco artigianale dell’indagine va messo nel conto: i questionari non contenevano quei contrappesi statistici che depurano i risultati dalle contraddizioni insite in ogni sondaggio. I dati finali, quindi, non vanno letti nei loro valori assoluti, ma sicuramente indicano tendenze significative. E il sondaggio, pur riguardando una sola scuola, per l’ampiezza del campione e dell’area di provenienza dei ragazzi intervistati, può essere emblematico d’una situazione più generale.

CORRIERE ADRIATICO
“Troppi i giovani amanti dell’alcol”

JESI - Il disagio giovanile preoccupa il pastore della Chiesa jesina. Padre Oscar Serfilippi sulle colonne del settimanale della diocesi lancia un vero e proprio allarme. “Sono sempre più numerosi - dice il vescovo - gli adolescenti, soprattutto ragazze, che in Italia consumano alcolici e scende a 11-12 anni l’età del primo bicchiere, la più bassa in Europa, dove, invece, il primo drink arriva attorno ai 14 anni”. Il vescovo cita i dati emersi nel corso della Giornata della prevenzione organizzata dall’Istituto superiore di sanità. E padre Oscar si preoccupa anche della realtà locale. “Oggi il bere alcolici è più legato agli effetti che esso esercita sulle performance personali. I giovanissimi, per esempio, bevono per sentirsi più sicuri e loquaci quando sono in gruppo e per essere trendy agli occhi degli amici. I giovanissimi consumatori di alcolici sono aumentati parecchio. Queste cifre palesano il bisogno che vengano promosse iniziative volte a prevenire e contrastare il fenomeno dal punto di vista sociale, sia che le famiglie recuperino un ruolo educativo anche nella prevenzione dei comportamenti a rischio”.

IL GIORNALE DI VICENZA
Finanziato con 50 mila euro il progetto di reinserimento della comunità Il Gabbiano
Emergenze, non solo droga
Bressan: «Gioco e alcolismo, servono nuovi programmi»

« Il controllo della dipendenza e l’inserimento lavorativo dovrebbero andare di pari passo ». Sante Bressan, assessore alle Politiche sociali della Regione, non ha dubbi al riguardo. « Basta dare un’occhiata alle cifre: il 46 per cento dei ragazzi tra i 14 e i 18 anni fa uso di sostanze stupefacenti - dichiara - e tra loro il 45 per cento oltre alla droga utilizza anche l’alcol. Senza dimenticare che i tossicodipendenti non si riconoscono più: una volta erano identificabili, ora si tratta di ragazzi apparentemente normalissimi che il fine settimana si trasformano» .
Un problema noto, denunciato in più sedi e sul quale la Regione si sta rimboccando le maniche: infatti ha stanziato 50 mila euro in tre anni per portare avanti un progetto gestito dalla cooperativa sociale "Il Gabbiano". Obiettivo: il reinserimento sociale e lavorativo di chi utilizza droghe.
« Anche se - ha precisato l’assessore Bressan - di fronte abbiamo ben altre emergenze che da alcuni anni a questa parte ci stanno preoccupando: la dipendenza da gioco, da sesso. Problemi spesso sottovalutati, ma che hanno una valenza sociale notevole sulla quale bisogna intervenire al più presto. E se finora il mondo del no profit è quello che si è rimboccato le maniche con maggiore impegno ed energia anche le istituzioni devono fare la loro parte, infatti oltre al dialogo aumenterà anche l’impegno economico della Regione nei confronti di queste problematiche. Senza dimenticare - ha concluso l’assessore Bressan - che la tensione sociale nei confronti di questi temi sta calando e questo non è accettabile ». « Da quando in città è stata fondata la cooperativa sociale "Il Gabbiano" circa vent’anni fa - spiega Renzo Bacchion - so no state circa 1500 le persone che hanno bussato alle nostre porte e di queste il 50 per cento non solo è riuscito a reinserirsi con un lavoro e con una posizione sociale, ma ha abbandonato anche l’uso di ogni droga» .
E sulla scorta di queste cifre il dott. Lorenzo Rampazzo, dirigente dei Servizi per la prevenzione delle devianze della Regione ha parlato del progetto quadro relativo al "reinserimento socio lavorativo".
« La cooperativa Il Gabbiano opera da anni nel settore delle dipendenze, con una formula cosiddetta mista , abbinando interventi terapeutico-riabilitativi ed educativi a percorsi di formazione di specializzazione per il reinserimento socio-lavorativo di alcoldipendenti e tossicodipendenti. Le strutture della cooperativa sono dislocate nelle quattro Ulss del Vicentino ed ospitano a tutt’oggi un centinaio di utenti ».
Gli obiettivi che il progetto si pone sono molti come ha spiegato ieri nel corso di una conferenza Matteo Ferracin. « I nnanzitutto, dobbiamo censire e analizzare i programmi previsti in materia nelle varie Ulss. Sarà fondamentale individuare modelli sostenibili di reinserimento per target specifici d’utenza. Senza dimenticare che nel progetto devono essere coinvolti i vari assessorati alle politiche sociali, il volontariato, il mondo del no-profit, i responsabili dei piani trienna li, le Ulss e i vari dipartimenti ». Insomma, una task-force che dovrà lavorare in sintonia per affrontare un problema che ha implicazioni sempre più preoccupanti, non solo per i numeri, ma per la valenza sociale che il fenomeno sta assumendo.
Le droghe del fine settimana spopolano, i giovani che si avvicinano alla cocaina piuttosto che alle pasticche sono in costante aumento e la loro età in diminuzione. Gli allarmi lanciati dai Sert in questi ultimi anni sono significativi. « Queste persone devono essere curate e messe nelle condizioni di riprendere una vita normale e per farlo oltre ai finanziamenti, servono progetti che abbiano rispondenza immediata sul territorio ».

CORRIERE ROMAGNA
Giovanissimo guida ubriaco e causa un incidente stradale

SAN MARINO - Ancora un giovane sammarinese condannato per guida in stato di ebbrezza. Aveva 19 anni all’epoca dei fatti, e gli era stato riscontrato un tasso alcolemico di 2,09, quando il limite consentito dalla legge sammarinese è di 0,80, anche se il giovane aveva detto di aver bevuto solo tre bicchieri di birra. Aveva perso il controllo della sua auto ed era così finito sulla corsia opposta, andando a sbattere frontalmente contro un’altra autovettura. Per la guida in stato di ebbrezza il Commissario della Legge Rita Vannucci ieri lo ha condannato a 300 euro di multa e all’interdizione dalla guida per 20 giorni, con la pena sospesa per due anni, mentre per la velocità pericolosa è stato condannato ad 80 euro di multa. Assolto invece, per la guida contro mano. Condannato in contumacia anche un residente a Faetano, ma originario di Brindisi, Teodoro Cannalire, per appropriazione indebita. Aveva acquistato un’automobile in leasing, ma non aveva mai pagato nemmeno una rata, né tanto meno restituito la macchina. Per questo è stato condannato a sei mesi di prigionia e a 300 euro di multa, senza benefici.

CORRIERE ROMAGNA
Tentata rapina al bar: arrestato

RIMINI - Ubriaco fradicio, si è seduto al tavolino del bar Naxos di via Vittorio Veneto, ma anzichè chiedere da bere ha spianato contro il proprietario una pistola di cui poco prima, con non curanza, davanti a barista e avventori, aveva riempito il caricatore. L’uomo è stato arrestato dagli agenti del 113 con l’accusa di tentata rapina aggravata. Il malvivente, identificato in Questura per un barese di 40 anni, infatti, dopo aver armato la scacciacani priva di tappo rosso, l’ha messa in faccia al barista intimandogli di consegnare 20 euro. Alla richiesta la vittima ha risposto chiamando il 113 che ha immobilizzato il rapinatore quando ancora si trovava all’interno del locale. Il barese, che al momento del fermo non ha opposto resistenza, dopo le formalità di rito, è stato rinchiuso ai Casetti a disposizione del pubblico ministero di turno Paolo Gengarelli.

IL MATTINO (Salerno)
Accampati sottozero. E neppure un’ambulanza

DALL’INVIATO ENZO CIACCIO Campagna. «Verso le quattro si è disteso sulla brandina, accanto al fuoco ancora ardente. Era notte fonda. Mi sono accorto che tremava, gli ho chiesto: Carminù, che hai? Niente, ma ho freddo, mi ha risposto con un filo di voce, ho tanto freddo madonna mia... Era pallido, quasi cereo. E tremava come un fuscello». Giacomo Migliano, presidente della locale scuola calcio, è un testimone lucido. E racconta: «Mi sono spaventato, ho chiamato gli altri, lo abbiamo caricato in macchina e trasportato di corsa all’ospedale di Eboli». Morire a 34 anni. Di freddo. Solo in mezzo a una folla, sullo svincolo dell’autostrada per Reggio Calabria da giorni bloccata per dire no a una discarica che vogliono attivare a ridosso del fiume Sele, dove si fa pic nic sul greto e si pescano trote grasse come lucci dorati. Ora hanno deposto fiori bianchi qui dove è morto Carmine Iuorio, 40 chili di peso, secco e mingherlino che pareva un fringuello. Eppure Carminuccio, figlio di madre vedova, quarto di sei fratelli, piastrellista di mestiere e bravo ragazzo per stile di vita, era arrivato ancora vivo al cospetto dei medici del pronto soccorso. Tanto vivo che in macchina scherzava con gli amici: «Dài, facciamo presto così torniamo al presidio e ci facciamo un’altra bella mangiata». Racconta lo zio Ernesto, che fa l’infermiere e ha gli occhi umidi di rabbia e dolore: «Durante il viaggio era vigile e scherzava. I medici ci hanno detto: fra dieci minuti ve lo riportate a casa. Poi sono di nuovo usciti ed è stata una mazzata: il ragazzo è morto - hanno sussurrato amari - per colpa di un arresto cardiocircolatorio». Ore 4 del mattino, sotto il ponte dello svincolo autostradale di Campagna, corsia nord della Salerno-Reggio, troneggiano i tettucci di cellophane e i gazebo che il popolo della protesta ha comprato tassandosi per cinque euro al cranio. Qua e là, cumuli di legna intrisi di pioggia. Che non servono a riscaldare. Carmine Iuorio è qui da tre sere, insieme a un gruppo di una ventina di ragazzi che hanno preso a cuore la battaglia. Frittata di spaghetti. Panettone. Dolcini. E vino bianco per meglio ingoiare quell’aria gelida e ostile (*). Dopo la cena, il gruppo si prepara a trascorrere la notte. Due i gradi sotto lo zero. Un freddo boia. E c’è vento, un vento gelido che intirizzisce le ossa. E piove, chicchi duri di grandine ghiacciata che vincono il cellophane e inondano la folla. Buonanotte, si fa per dire. Buonanotte. Ma Carminuccio, accoccolato su quella brandina, trema troppo. Sembra una foglia al vento. Sembra un bambino con la febbre alta. Gli amici se ne accorgono. «Non è niente, ho solo freddo», li rassicura lui sempre più pallido. Un’ambulanza, chiamate un’ambulanza, grida qualcuno tra la folla solidale. Ma di ambulanze non c’è traccia, nè c’è uno straccio di assistenza, in questa notte sottozero, per il popolo che bivacca e dice no al Grande Buco che si mangia i rifiuti e la buona aria di campagna. Presto, una macchina. Gli amici caricano Carmine su un’auto privata, una corsa al pronto soccorso dell’ospedale di Eboli. Perchè a Eboli? «Perchè - spiega il sindaco di Campagna, Biagio Luongo, che partecipa alla protesta - per avere un’ambulanza avremmo dovuto chiamare il centro di Olevano, che è vicino a Battipaglia. E aspettare almeno una mezz’ora». In ospedale Carmine arriva vivo. Elettrocardiogramma. Prelievi. Accertamenti di rito. Poi, il collasso. Traditore e vincente. Il tutto in pochi minuti, il tempo di un battito d’ali. Era lì che scherzava, ora è immobile e freddo, di un freddo ormai innaturale. Dice Giuseppe D’Ambrosio, medico che volontariamente assiste quelli del presidio: «Conoscevo il ragazzo da anni. È sempre stato in buona salute. Lo scriva: questa è una morte causata dal gelo. Da medico, non ho dubbi. Lo avevo visto mezz’ora prima che si sentisse male, intorno alle tre e mezzo della notte: mi aveva offerto un sorso di vino bianco. Era allegro, come sempre. Educato. E combattivo, perchè credeva assai in quel che faceva». Sul corpo del giovane è stata disposta l’autopsia. Al presidio, invece, si continua a resistere. Ignorati da quasi tutti, glissati dalle istituzioni, infreddoliti da un clima che sembra opporsi con cattiveria infinita. Qualcuno sviene. E gli offrono vino. Qualche altro è bloccato nell’auto parcheggiata. Colpa dell’artrosi, che paralizza i corpi. Un vecchio affanna e spalanca la bocca. Colpa dell’asma, di cui soffre da secoli. Gente cocciuta. Che non si piega. Sembra un popolo di sconfitti, ma non è un popolo di vinti
 
(*)   C’è da sperare che il giornalista abbia calcato un po’ la mano sul luogo comune (falso) dell’alcol come coadiuvante per il freddo, altrimenti questa morte potrebbe essere attribuita ad una cattiva informazione.

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (Bari)
Adolescenti sedotti dall’alcol
Il progetto «Risch-io» e l’allarme sulle dipendenze giovanili

Bottiglie di birra vuote, agli angoli della città vecchia; il rito dell’«happy hour» che si moltiplica nei caffè alla moda; e ancora gli scaffali di alcolici, nei supermarket, presi d’assalto da sciami di minorenni. È un allarme? Probabilmente è molto di più: i ragazzi baresi sono a rischio alcolismo. Lo ha rivelato ieri anche uno dei focus group del progetto «Risch-io» la bella iniziativa della Prefettura in materia di prevenzione e recupero dalle tossicodipendenze e dall’alcoldipendenza correlata. Ieri mattina, nella sede del Ciasu (Centro internazionale alti studi universitari), l’incontro tra esperti e addetti ai lavori del distretto dell’Asl Bari 4. L’allarme è confermato, come hanno spiegato Maria Teresa Salerno, Vito Campanale e Doda Renzetti, dell’Unità alcologica del Policlinico. E l’inclinazione all’alcol da parte dei minorenni baresi è figlia anche di certe cattive prassi sociali: i luoghi comuni, ad esempio, quali il vino rosso che fa bene agli anemici o la birra che fa addirittura latte per le donne in maternità. Ma c’è, dietro a questa pericolosa tendenza, anche il fantasma inquietante del male di vivere, quel disagio che continua a flagellare l’adolescenza barese. Ed è sostanzialmente all’ampia area del disagio giovanile che si rivolge il progetto «Risch-io». «L’intitolazione del progetto - spiega Maria Carmela Campanale del Ciasu - sottolinea in maniera efficace nella sua rappresentazione grafica (la separazione delle ultime due lettere dal resto della parola per formare il termine "io" e quindi "Io Rischio") l’importanza dell’aspetto soggettivo nella definizione del termine "rischio" nella sua percezione e nel suo trattamento». Il progetto, ideato per la Prefettura barese da Marina Dabbicco, rimanda anche alla nozione di «comportamento a rischio» cioè a quegli atteggiamenti dei minori e dei giovani che versano in condizioni di dipendenza psicologicamente condizionante. Inevitabile che il lavoro rimandi anche al concetto di devianza, e quindi a quel terreno dove illegalità e criminalità sono destinate a saldarsi. Non è un caso che al focus group di ieri abbia partecipato anche il magg. Salvatore Gagliano, comandante della Compagnia Bari Centro dei carabinieri. «Risch-io è un progetto molto importante - spiega Marina Dabbicco - ed è interessante l’innovazione progettuale che lo anima, cioè il metodo del dialogo tra i diversi operatori che, attraverso i focus group, seduti intorno a un tavolo, si confrontano sulle esperienze e sulle soluzioni». Ma restiamo nel campo dell’allarme. In Puglia i ragazzi cominciano a bere intorno ai 12 anni (nel Nord Europa la media è intorno a 15-16 anni). Birra, superalcolici, amari ed aperitivi sono in testa alle preferenze dei pugliesi. Secondo uno studio recente presentato a Bari nel gennaio scorso, sono 1.024 gli alcolisti noti (che fanno capo alle strutture di terapia). Il vino è preferito dal 59,8% e la birra dal 20,4% della popolazione italiana mentre, in Puglia, il 47,1% per il vino ed il 27,6% per la birra. Per i superalcolici al dato italiano dell’11,9%, fa riscontro il 18,1% della Puglia dove anche il consumo di aperitivi, analcolici, digestivi alcolici supera il dato nazionale: 6,6% contro 5%. Il prossimo focus group del progetto «Risch-io» è in programma dal 14 al 17 marzo. Tema: la sicurezza stradale.

IL MESSAGGERO (Umbria)
A Magione, la Volante arresta due stranieri irregolari
Rissa in centro, un ferito

Rissa davanti al circolo ricreativo in piazza Matteotti, nel centro di Magione. L’altra sera, alle 11, probabilmente sotto l’effetto dell’alcol, alcuni stranieri hanno iniziato a litigare violentemente, passando in fretta alle mani. Secondo il racconto di alcuni testimoni, il proprietario di un’attività sul corso di Magione, nel tentativo di separarli, sarebbe andato ad urtare contro un’autovettura parcheggiata, ferendosi alla testa. L’uomo ferito è stato medicato al Pronto soccorso. L’episodio ha creato parecchia tensione in paese.

IL GAZZETTINO (Rovigo)
Rovigo
Una bottiglia di champagne ...

Una bottiglia di champagne fa scoppiare il litigio al night. È successo l’altra notte al "Paradise" di Rovigo, il locale che sorge in via della cooperazione, all’interno dell’area del centro commerciale "13". Sono dovuti intervenire gli agenti della squadra volanti della polizia per riportare la calma e risolvere un litigio che avrebbe potuto avere conseguenze peggiori. Tutto inizia quando sei clienti del nigth, al culmine della loro serata di allegria ordinano una bottiglia di champagne, non un "frizzantino" qualunque ma un prelibato e costosissimo Moet & Chandon. Un cameriere stappa il prezioso "distillato di uve" e fa per versare il vino nei calici. Ma è a questo punto che scoppia l’alterco. I clienti asseriscono di voler pagare con la carta di credito, il titolare del "Paradise", però, fa sapere che non è possibile ricevere quel tipo di pagamento, che bisogna pagare in contanti. Per tutta risposta "l’allegra comitiva" replica di non avere alcuna intenzione di sborsare 300 euro "sull’unghia" e di voler ritirare l’ordinazione. Il titolare del locale, però, controbatte dicendo che la bottiglia ormai è stata stappata e che non è possibile rifiutarla anche perché quel sofisticato liquido non può certo essere "ricacciato" in cantina. Ne nasce un alterco, gli animi si surriscaldano. Il gestore allora decide di "chiamare" la polizia. Sul posto si precipita una pattuglia della volante che cerca di rimettere le cose a posto. Alla fine la soluzione viene trovata con una sorta di compromesso. Clienti e gestore si accordano sul pagamento in contanti di un terzo del costo della bottiglia: 100 euro. Alla fine, dunque, chi ci ha guadagnato è stato il gruppo dei sei amici, che tra una chiacchiera con le entraineuse e uno spettacolo di ballerine ha potuto sorseggiare dell’ottimo champagne ad un terzo del suo costo.

IL MESSAGGERO (Pesaro)
UBRIACO LITIGA COL BARISTA
E GLI DANNEGGIA LO SCOOTER
Litiga con il barista e, per vendetta, gli rompe il parabrezza del motorino. E’ successo l’altra sera in un noto bar del centro storico. L’uomo, ubriaco e conosciuto per problemi del genere, era stato allontanato dal gestore. Ha giurato però che gliela avrebbe fatta pagare: così ha danneggiato lo scooter del barista parcheggiato vicino al locale.
GAZZETTINO (Belluno)
Ubriaco al bar Dai "domiciliari" al carcere
Evasione, resistenza, minacce, ingiurie e ubriachezza molesta. I carabinieri hanno riportato a Santa Bona Francesco Calò, 39 anni, residente in città, già noto per una sfilza di precedenti per i quali era agli arresti domiciliari. Martedì mattina aveva ottenuto un permesso per fare la carta di identità. Ma ne ha approfittato per alzare anche il gomito. Fermatosi al bar Unione, visibilmente alticcio ha dato in escandescenze. I vigili urbani chiamati da un avventore, lo hanno portato fuori , ma lui ha cercato di opporsi. E’ stato così consegnato ai carabinieri giunti nel frattempo. L’arresto è stato convalidato ieri mentre il processo si terrà il 10 marzo.
IL GIORNALE DI VICENZA
Firmata ieri dalle associazioni di categoria l’intesa che prevede un milione di ettolitri all’anno di «carburante pulito»
Nasce un’alleanza sull’eco-benzina
Accordo Agricoltori e Assodistil per produrre il bioetanolo dalle barbabietole
Roma. Dalla fermentazione degli zuccheri di barbabietole, cereali e prodotti della distillazione vitivinicola arriva il bioetanolo, una benzina più pulita, con residui di sola acqua e non quella scia di idrocarburi pesanti e polveri sottili che intasano di smog le grandi città e allontano in particolare quattro Paesi (Italia, Danimarca, Spagna e Portogallo) dal raggiungimento degli obiettivi fissati dal protocollo di Tokyo. La formula del carburante rispettoso dell’ambiente non solo già c’è, ma è utilizzata in Svezia dove la benzina dei bus pubblici ha come additivo non detonante l’alcol comprato dall’Italia e in Francia che ha annunciato di voler triplicare la propria capacità di produzione dei biocarburanti, con la coltivazione, entro il 2007, di un milione di ettari di terreno, una superficie cento volte superiore ai circa 10 mila ettari coltivati attualmente in Italia.
Le soddisfacenti esperienze svedesi e francesi fungono da faro all’«accordo volontario quadro» sottoscritto ieri a Roma da AssoDistil, Itabia e dalle tre confederazioni agricole nazionali (Coldiretti, Confagricoltura e Cia) per attivare i necessari meccanismi agro-industriali per la produzione annua di un milione di ettolitri di bioetanolo, sulla scia del plafond triennale di 219 milioni di euro, introdotto dalla Finanziaria 2005 per la defiscalizzazione del bioetanolo di origine agricola ad uso energetico.
L’accordo si prefigge, in particolare, di individuare bacini interregionali vocati alla coltivazione delle diverse materie prime alcoligene, in modo anche di assicurare al mercato una continuità di produzione per la successiva trasformazione industriale. Alle targhe alterne, al caro petrolio e ai pedaggi agli ingressi in città la Coldiretti propone l’opzione bioetanolo «con cui è ora possibile ridurre le emissioni di idrocarburi aromatici, come il benzene del 50% e di oltre il 70% di anidride solforosa. I biocarburanti - sostiene l’organizzazione - potrebbero garantire l’autonomia energetica per un intero anno, per circa 20.000 km, ad oltre 4 milioni di auto, grazie alla coltivazione di circa 50.000 ettari di barbabietola da zucchero da destinare alla produzione di 350.000 tonnellate di bioetanolo, utilizzato in miscela del 5% con il normale carburante».
La creazione di un meccanismo pubblico di sostegno agli agricoltori è inoltre auspicato da Assodistil per «indurre i petrolieri all’acquisto di bioetanolo italiano e per spingere l’Agea ad attuare, in territorio nazionale, meccanismi di rivendita degli 800.000 ettolitri di alcole ancora stoccati, con forti oneri per la pubblica amministrazione, e venduti, nella misura di un milione di ettolitri in tre anni, alla Svezia».
TGCom
Slater, matrimonio al capolinea
Tempo di divorzi tra le star. Dopo Brad Pitt e Jennifer Aniston anche il 35enne Christian Slater ha chiesto il divorzio dalla moglie, la produttrice Tv Ryan Haddon. Motivo? Slater ha spiegato che dopo cinque anni di matrimonio e due figli, Jaden e Eliana, "divergenze ormai irriconciliabili" lo separano dalla compagna
Problemi di incompatibilità caratteriale , che già nel novembre 2003, avevano scatenato , in un hotel di Las Vegas, un violento e assai pubblicizzato litigio fra i due. Periodo nero per l’interprete de "Il nome della rosa" e "Intervista col vampiro" che il mese scorso, era stato assalito a Londra da un maniaco, fortunatamente senza conseguenze.
Figlio d’arte, Slater è sempre stato un ribelle, famoso ,oltre che per le numerose interpretazioni, anche per il suo passato segnato dall’alcol, dai numerosi flirt , fra cui quello con Winona Ryder nel 1988, e da 3 mesi di carcere, scontati nel 1997, in seguito alla rissa con poliziotto.
IL DENARO
Storia e cultura del vino contro il consumismo, a difesa dei prodotti tipici. (*)
di Giuseppe Corona
Proveniente dall’Oriente, seguito da un corteo di donne ebbre, al suono di flauti, timpani e tamburelli, intonando ditirambi, Dioniso dio del vino penetra in Grecia e fonda la civiltà occidentale. Il connubio vino-donne è già fissato. La grande arte dell’Occidente: musica, poesia e tragedia, è fondata. Dioniso e le baccanti, invasati e in preda ad un processo estatico, purificano e sublimano i sensi ed accedono al divino, alla verità. In vino veritas, si dice. Non verità però in senso banale, ma in senso filosofico. Anche il grande pensiero occidentale trae origine dal vino. La vite si pone all’origine della vita, insieme alle donne. A distanza di secoli cambio di scena: l’ultima cena tra gli Apostoli e Cristo. Vino e pane simbolizzano sangue e corpo di Cristo. Altro forte messaggio: la comunità si nutre di una comune sostanza, in essa l’individuo è tale, non perché si astrae dalla comunità, non perché si privatizza, ma perché di essa è partecipe. Vino e sacro dunque marciano insieme.
Questa è l’agricoltura che noi vogliamo difendere quando diciamo che essa è vita. Su di essa si onda la civiltà mediterranea. Essa esprime il sublime, il chiarore, lo spirito. Rispetto alla nostra concorrente, la birra, il vino non ha niente di brumoso, nebbioso, di gassoso, non ispira un torbido misticismo. Esso è luce, levità e danza. Napoli, Neapolis, Partenope: con Pozzuoli essa è uno dei porti di ingresso dei vitigni ellenici. Sparsi sul territorio campano, radicandosi nei territori, adattandosi a climi e ambienti, hanno origine i grandi vini di qualità della Campania, di cui canterà Orazio.
Ciò che non bisognerà mai dimenticare è il portato da questi vini: la grande civiltà mediterranea con la sua divina luminosità. Due grandi tedeschi antitedeschi, Goethe e Nietzsche, inneggeranno a questa levità e luminosità a correzione del carattere torbido e pesante della continentalità. Sempre i tedeschi, per diventare grandi, sono venuti a queste fonti. Ecco a cosa ci riferiamo quando parliamo di turismo rurale. Quando noi diciamo no al turismo consumista, non diciamo no ai consumi, ma li vogliamo tenere dentro una dimensione culturale, religiosa se volete. Non si avranno meno consumi, né sui venderà di meno. Sarà vero il contrario! Quando intorno a un bicchiere di vino vogliamo raccogliere il paniere dei prodotti di qualità e di quelli tipici della Campania, ci riferiamo a questa dimensione conviviale, comunitaria, che contrasti il consumismo “usa, getta e sporca”, la distratta e passeggera evasione
 
(*)   Come se non bastassero i tanti problemi che i nostri poveri agricoltori devono affrontare, ci mancavano anche gli intellettuali con l’hobby dell’agricoltura. Avete notato quanta gente si affanna a dare consigli ai contadini. Il più delle volte sono mere proiezioni di loro desideri senza nessuna considerazione del fatto la maggior parte di loro lavora per vivere. Il vino è spesso protagonista di questi deliri, rivestendolo di significati filosofici, rafforzano l’idea che abbia un grande futuro, contro ogni logica di mercato.
LA GAZZETTA DI PARMA
 
Un film dal bouquet vellutato: è il vino l’attore protagonista (*)
Sideways arguto senza sforzo, Sideways- In viaggio con Jack ( il sottotitolo era proprio necessario?) coglie con ironica verità, tra « base » tristi e sbornie d’entusiasmo, malessere e umanità di due malconci « eroi » del nostro tempo. Due come noi: o, meglio, come Miles e Jack. L’uno, scrittore fallito « ufficialmente in depressione da due anni » , che conosce il vino: l’altro, attorucolo di spot e sceneggiati, più ferrato invece sulle donne. Quando quest’ultimo decide di sposarsi, lui e l’amico partono per un singolare addio al celibato: una settimana in giro per i vigneti della California. A bersi d’un fiato la vita: fino all’ultima goccia. Originale road movie dal bouquet vellutato, girato da Alexander Payne con stile indipendente e antipatinato ( il realismo senza orpelli della Hollywood pi ù outsider), Sideways è un piacevole - e nonostante tutto non ubriacante - film sull’amicizia virile molto ben giocato, specie a livello di scrittura, sull’efficace interazione dei due protagonisti, buffa negazione l’uno dell’altro. In una settimana che è una parentesi ma soprattutto un’occasione, la ricerca di sè finisce in fondo a un bicchiere: e nella magia di un « rosso » che libera orgoglioso la sua forza e il suo profumo, passato, presente e futuro restano sul palato. A confondere e confondersi, mentre il vino diventa metafora, discorso sentimentale, magia. E cultura, modo di socializzare, arma per sedurre. Ogni bottiglia una storia (mai bevuto un Sassicaia dell’ 88? Pare sia un’esperienza che non si dimentica facilmente...), ogni vino una persona: con il suo carattere, i suoi difetti, il suo gusto. Perchè essere Cabernet, a volte, è sin troppo facile. Ma guarda il Pinot nero: difficile da coltivare, bisognoso di cure e attenzioni, sensibile. Ci vuole pazienza: un po’ come nelle storie d’amore. Bravo a non strafare, Payne dà al suo film - considerato oltre oceano la pellicola sorpresa della stagione a stelle e strisce - un’alcolica dolcezza, un gusto autentico, un marchio doc: non siamo certo a casa di Billy Wilder, ma la commedia è intelligente ( spesso pi ù della media), ha buone situazioni, sa come mettersi nei pasticci. E come uscirne. Poi d’accordo: come sempre, qualcuno vedrà il bicchiere mezzo pieno, qualcun altro mezzo vuoto. Ma nessuno potrà dire che la « strana coppia » in viaggio - il Miles che ingurgita Xanax e odia il Merlot di Paul Giamatti ( ingiustamente escluso dalla corsa degli Oscar) e il Jack interpretato dal candidato alla statuetta ( cosí come Virginia Madsen) Thomas Haden Church (la cui parte inizialmente sembrava dovesse essere appannaggio di George Clooney, considerato però da Payne una star troppo « ingombrante ») -, non funzioni. Anche se il vero protagonista resta lui, sua maestà il vino: talmente osannato da fare venire qualche dubbio anche gli astemi. Che non sanno cosa si perdono... Filiberto Molossi Alexander Payne; sceneggiatura: Alexander Payne e Jim taylor dal romanzo di Rex Pickett; fotografia: Phedon Papamichael; montaggio: Kevin Tent. Interpreti: Paul Giamatti ( Miles), Thomas Haden Church (Jack), Virginia Madsen ( Maya), Sandra Oh ( Stephanie), Missy Doty ( Cammi). Usa, 2004, 2h e 3’. Commedia. C’è un momento per tutto: anche per stappare una bottiglia di vino. Non è una cosa che puoi scrivere sul diario o decidere a prescindere. Lo sai e basta quando è il momento. Come quando baci una donna. E’ quel momento lí: nè prima nè dopo. In America l’hanno capito subito che questo era il momento di Sideways : non hanno dovuto fare due conti, o mettersi lí a tavolino. Sono cose che senti. E cosí accade che una pellicola a basso budget ma leggermente alcolica, diretta da un regista 44enne sconosciuto ai più (ma in realtà timido alfiere della new generation, già capace di due ottime prove come Election e About Schmidt ), priva di divi e di clamorosi motivi di richiamo, scali il botteghino, ottenga recensioni da incorniciare, vinca il Golden Globe come miglior commedia dell’anno e si aggiudichi 5 nomination all’Oscar... Come a dire che spesso non conta quello che sta scritto sull’etichetta: ma ciò che scorre dentro la bottiglia. Film di spirito (di- vino...), dal retrogusto agrodolce, sottile, lievemente sopravvalutato.
 
(*)  E’ possibile che questo film vinca degli oscar. Viene il dubbio che sia sponsorizzato dalle casi vinicole, non c’è niente di male, speriamo che il vino condivida il destino del tabacco, da sempre grande sponsor del cinema. Anche Casablanca, uno dei film più fumogeni della storia ha vinto l’oscar.

 
IL GAZZETTINO (Pordenone)
CASARSA DELLA DELIZIA Alla realizzazione dell’evento sta lavorando la Pro loco che ha già chiesto un contributo alla Regione
Città del vino gemellata con la Borgogna
Una delegazione francese potrebbe far visita alla prossima edizione della Festa di Primavera
A due mesi dall’inizio della Sagra del Vino-Festa di Primavera, programmata come consuetudine tra la fine di aprile e i primi giorni di maggio, alla Pro Casarsa fervono i preparativi. L’intenzione della Pro quest’anno è di attivarsi per proporre, ancora una volta, un’edizione che sappia convogliare nella Città del Vino gli oltre 200 mila ospiti, come era già accaduto nelle ultime edizioni.
Al di là dei consueti e molto apprezzati appuntamenti di carattere ricreativo, l’edizione del 2005 potrebbe proporre una importantissima novità di carattere turistico-enologico. Tra i molti ospiti illustri della prossima primavera, infatti, potrebbe trovare posto una delegazione francese della zona più nobile per i proprio vigneti, la Borgogna.
Proprio in una delle zone più famose al mondo per i propri vini, infatti, vi sono Lis Gravs, area non solo dal nome simile alle grave friulane, ma anche dalle caratteristiche del territorio e della produzione dei vini. In base a contatti avuti con studiosi di livello internazionale, infatti, si è notata non solo l’assonanza del nome, ma anche la presenza in entrambe le regioni di una zona sassosa, tipica delle pianure create dai fiumi e dai ghiacciai, e quindi ricca di ghiaia e sassi. Un terreno che produce un vino particolare e pregiato, che proprio da queste caratteristiche morfologiche assume gusti unici.
Da qui l’intuizione della Pro Casarsa: perché non pensare a una sorta di gemellaggio, partendo dal vino e dalle caratteristiche del territorio e delle "due" Grave, proponendo un parallelismo tra produzione francese e quella italiana? Un percorso ancora tutto da costruire, ma per il quale è già stata attivata una richiesta in Regione per i contributi al turismo. (*) Già nei prossimi giorni il direttivo della Pro Casarsa si incontrerà con i vertici de La Delizia e della Coldiretti locale e provinciale. Un particolare interessamento in materia è giunto anche dall’Ersa, in attesa di definizione di un programma, mentre non si escludono contatti con le Università. Una sorta di simposio, dunque, di grandissimo spessore, e soprattutto di qualità nella promozione dei vini a livello europeo
 
(*)   L’efficacia e l’efficienza di queste iniziative non vengono mai messe in discussione, spesso si spendono migliaia di Euro per manifestazioni che muovono poche decine di persone. Per chi ritiene che sia sempre più difficile rendere compatibile il vino con la vita quotidiana è una cosa positiva, spiace un po’ quando i soldi sono pubblici
IL GAZZETTINO (Belluno)
PEDAVENA
Squadriglia assaggiatori vini
È nata la "1. squadriglia Caccia Bombardieri". Capeggiata da Lionello Gorza, riunisce in sè numerosi appassionati di enologia. Si tratta infatti di assaggiatori di vini che, goliardicamente, si ritrovano per trascorrere piacevolm
Venerdì, 25 Febbraio 2005
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