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La bicicletta il veicolo del futuro?
Ma attenzione alla sicurezza.

Foto di repertorio dalla rete

 

Non so quanti sanno che in Italia nel 2012 si venderanno  sicuramente più biciclette che automobili.
Sono circa 2 milioni le due ruote a pedali vendute in un anno. Per le macchine questa cifra ce la sogniamo! Se arriviamo a 1,5 milione va bene! Notizia positiva? Dipende dai punti di vista. Se è la conseguenza della crisi economica allora c’è da stare poco tranquilli. Se invece si trattasse anche di una nuova presa di coscienza ecologica e senso del risparmio saremmo più sereni. Il tempo ci darà una risposta più precisa.
Bici vuol dire sicuramente risparmio energetico, maggiore rispetto dell’ambiente, meno inquinamento, meno rumore, senso di libertà. Ma non ci sono solo aspetti positivi e condivisibili.
Nel nostro Paese bicicletta vuol dire anche incidenti, spesso gravi.
Secondo gli ultimi dati Istat disponibili (anno 2010) i velocipedisti hanno pagato ancora un prezzo veramente severo sulle nostre strade, con 263 morti quasi come due gruppi del Giro d’Italia e 14.472 feriti, come dire che ogni giorno 40 ciclisti entrano in un pronto soccorso con ferite più o meno gravi, ma spesso importanti. La vittima della bicicletta è poi molto maschia. Nel senso che sono proprio i maschi a pagare il costo più elevato. Su 263 vittime ben 215 sono gli uomini, pari all’ 82%. Certo i maschi sono quelli pedalano di più, è vero. Ma non saranno anche più imprudenti? Il ciclista fa parte della scuderia degli utenti deboli della strada, quelli che solitamente hanno la peggio.
Questo non vuol dire che sia esente da responsabilità. Tutt’altro. Troppe volte per il ciclista la regola è un consiglio: ci riferiamo ai sensi unici presi in senso inverso, ai passaggi col semaforo rosso, alla guida affiancata, all’uso del cellulare. In tanti chiedono interventi severi, poi quando la polizia stila un verbale al ciclista che usa il cellulare, sul giornale ci finiscono gli agenti.
Quante volte manca proprio il senso civico del rispetto delle regole? Per esempio quante volte vedete cicloturisti super attrezzati che viaggiano affiancati su strada e che pedalano in corsia nonostante ci sia a fianco una fresca e percorribile pista ciclabile? Provate a dir loro qualcosa, invitandoli ad usarla (l’obbligo dell’uso delle ciclabili, quando esistono vale per tutti i ciclisti anche quelli travestiti da corridori professionisti), sarete coperti di insulti e gesti di interpretazione inequivocabile... Poi magari quegli stessi ciclisti quando sono in auto si lamentano dei colleghi.
Ma quali sono le regioni che contano il più alto tasso di incidenti con biciclette  nella fascia d’età che va da 6 a 85 anni? Secondo un recente studio della compagnia Das, in testa è l’Emilia Romagna (e ti pareva…) con un incidente ogni 1.341 abitanti. Seguono a distanza il Veneto con un incidente ogni 2.261 abitanti e la Lombardia  con 1/2.410.
Questi invece i dati dell’Emilia Romagna nel rapporto tra incidenti con biciclette e popolazione, che emergono dalla stessa ricerca:  province di Forlì-Cesena (1/1.111), Ferrara ( 1/1.134), Modena (1/1.210), Reggio Emilia (1/1.243) e Piacenza (1/1.377). In provincia di Parma, undicesima in Italia, si è verificato un incidente ogni.1.616 abitanti, mentre a Bologna, ventisettesima in classifica, si è verificato un incidente ogni 2.630 cittadini.
Nell’arco del decennio 2001-2010 i sinistri con biciclette in Emilia Romagna, sono cresciuti del 23%, dai 2.452 incidenti del 2001 ai 3.024 del 2010, mentre gli incidenti in totale segnavano un calo in Italia di oltre il 40%.
A livello provinciale gli incidenti con biciclette sono cresciuti di più nel territorio di Piacenza (+54%), da 125 sinistri a 193. Scorrendo la classifica in Romagna il peggior dato è di Rimini (+33%) seguito da Ravenna (+9 %) ed in ultima fila Forli-Cesena (+3% passata da 316 a 326 incidenti).
I dati peggiori a livello italiano vanno assegnati a Matera (+400%), Avellino (+200%), Caserta (+195%), Lecce (+168%) e Catanzaro (+167%) che sono anche le 5 province  italiane dove gli incidenti con biciclette sono cresciuti di più nel decennio preso in esame.
Quelle più "virtuose” che hanno invece registrato una riduzione dei sinistri, sono Nuoro (-80%), Crotone (-67%), Firenze (-56%), Rieti (-53%) e Sondrio (-50%), a pari merito con Potenza (-50%) e Vibo Valentia (-50%).
Insomma per la sicurezza dei ciclisti, un popolo eterogeneo fatto di cicloturisti, massaie, bambini e anziani ultraottantenni c’è ancora molto da fare.
Non possiamo prevedere una motostaffetta per ognuno. Potremmo però cominciare dal rispetto delle regole da parte di tutti.

 

 

Giordano Biserni
Presidente ASAPS

Venerdì, 16 Novembre 2012
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