RASSEGNA STAMPA "ALCOL E GUIDA" Note
a cura di Alessandro Sbarbada |
|
CORRIERE
SALUTE |
Il
bicchiere fa danni quanto il fumo. E quasi quanto la pressione alta. Lo
sottolinea con forza la prestigiosa rivista scientifica inglese The Lancet
, che ha appena pubblicato un articolo firmato da alcuni dei più
autorevoli esperti mondiali sull’argomento. I dati riferiti da Robin Room (Università di Stoccolma), Thomas Babor (Università del Connictut, Usa) e Jurgen Rehm (Centro per le dipendenze e la salute mentale canadese) spiegano che se è vero che il 4,4 per cento di tutte le malattie al mondo è legato all’ipertensione e il 4,1 per cento al fumo, l’alcol se la cava fin troppo bene in questa deplorevole classifica, seguendo il tabacco a «un’incollatura», con il suo 4,0 per cento. Non solo, le bevande alcoliche risultano in qualche misura implicate in ben 60 patologie, tra cui, per esempio, il tumore al seno e le malattie coronariche. «L’articolo in questione si inserisce nel solco tracciato dalla politica dell’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità), che da qualche anno ha deciso di spostare l’attenzione dalla mortalità legata direttamente all’alcol, alle sue conseguenze sulla durata e sulla qualità della vita» spiega Emanuele Scafato, responsabile dell’Osservatorio sull’alcol dell’Istituto Superiore di Sanità e direttore del Centro dell’Oms sull’alcol. «A tale scopo l’Oms ha messo a punto un’indicatore, il Disability Adjusted Life Years, che tiene conto degli anni di vita persi per mortalità prematura e della disabilità per le patologie di lungo termine dovute all’alcol». «Ed è bene notare», sottolinea l’esperto, «che tale indicatore non considera solo i problemi legati all’abuso, ma anche quelli correlati al semplice consumo di bevande alcoliche». «Da quando si è adottato questo criterio - precisa Scafato - ci si è accorti che se la mortalità ha un peso tutto sommato relativo (per quanto vada ricordato che l’abuso di alcol è la prima causa di morte in Europa per i giovani tra i 15 e i 29 anni), l’impatto complessivo dell’alcol sulla salute pubblica è invece notevolissimo. E ciò è particolarmente vero per il nostro Continente, in cui produzione e consumo di alcolici sono particolarmente elevati». Non è un caso che Robin Room sottolinei, quindi, come parlare di rischi legati al tabacco e all’alcol sia più o meno la stessa cosa in termini di impatto socio-sanitario. «E questi due fattori» aggiunge Scafato «hanno un maggior peso rispetto a colesterolo alto e obesità». Provvedimenti Impatto socio-sanitario che però, secondo quanto riportato su The Lancet, potrebbe essere arginato. E’ stato infatti calcolato che, almeno per la Gran Bretagna, a un incremento del 10 per cento dei prezzi degli alcolici corrisponderebbe un calo del 7 per cento dei decessi dovuti a cirrosi epatica negli uomini e dell’8,3 per cento nelle donne. Non solo: la stessa misura produrrebbe una riduzione delle morti legate , in generale, all’alcolismo del 28,8% negli uomini e del 37,4 percento nelle donne. E la leva dei prezzi sarebbe solo una di quelle cui si potrebbe ricorrere. Un’altra tra quelle invocate riguarda orario e giorni di apertura dei locali e dei negozi in cui si possono bere o comprare alcolici. Questi suggerimenti, viene fatto notare sulla rivista britannica, restano però ancora troppo inascoltati dagli organismi legislativi nei vari Paesi. E ciò stride, se si pensa all’impegno profuso (giustamente) per limitare i danni causati da fumo e da ipertensione. «Del resto,» sottolinea Robin Room «il problema non può essere affrontato a livello nazionale. In un mondo in cui le regole del commercio sono dettate a livello globale è necessario pensare a una strategia sovranazionale, come quella già adottata per il tabacco». «Concordo,» interviene Scafato. «Perché non è vero che non ci sia una legislazione a tutela dei danni prodotti dall’alcol. La legge italiana 125 sull’alcol del 2001, riprende, per esempio, parecchie delle importanti indicazioni contenute nella carta Europea sull’alcol, del 1994. In particolare l’articolo 2 della legge stabilisce che tutti gli individui vanno tutelati rispetto agli effetti negativi dell’alcol e, soprattutto, che i giovani hanno diritto a crescere in un ambiente in cui l’alcol non possa esercitare i suoi effetti negativi. Le iniziative a livello nazionale devono però accordarsi con le leggi che governano il libero mercato delle merci a livello globale. E non è una missione facile». Qualcosa, tuttavia, si sta muovendo. Soprattutto per la tutela dei giovani. «Una Raccomandazione del Consiglio d’Europa, che verrà discussa quest’anno, dovrebbe sollecitare gli Stati membri a introdurre una regolamentazione chiara in proposito. Infatti oggi ci sono, autoregolamentazioni nazionali, per esempio in termini di pubblicità, che vengono applicate solo in maniera volontaria dei produttori» conclude Scafato. E nel maggio di quest’anno l’assemblea dell’Onu voterà una risoluzione per contrastare i danni alcol-correlati. |
CORRIERE
SALUTE
Il peso sul Sistema Sanitario Un ricovero su dieci |
Secondo dati recenti circa il 10 per cento di tutti i ricoveri ospedalieri in Italia è attribuibile all’alcol. Nell’anno 2000 sarebbero stati 326mila, di cui 100mila riferibili a cause dirette, come gastropatia o cirrosi alcolica, e gli altri a patologie in cui è possibile assegnare una proporzione di responsabilità all’alcol. «Senza contare le malattie o i problemi correlati all’alcol che tendono a essere più sfuggenti,» puntualizza Emanuele Scafato, dell’Istituto Superiore di sanità: «vale a dire il 10 per cento dei tumori, il 45 per cento degli incidenti stradali e il 9 per cento di tutte le invalidità e delle malattie croniche di lunga durata». |
CORRIERE
SALUTE
LIQUORI E AMARI |
Secondo
dati resi noti dall’Istituto Superiore della Sanità, e riferiti
agli anni 1998-2001, tra i ragazzi di 14-16 anni il vino, la birra e gli
apertivi sarebbero consumati, indifferentemente da ragazzi e ragazze;
i liquori sarebbero preferiti dalle adolescenti di sesso femminile, mentre gli amari, tra i giovanissimi, sarebbero appannaggio dei maschi. |
VIRGILIO.IT |
"Made
in Italy" diventato trendy in abbinamenti inusuali Roma, 19 feb. (Apcom) - La grappa piace sempre più alle donne. E’ proprio il gentil sesso a fare la parte del leone tra i consumatori emergenti del distillato "made in Italy", celebrato per la prima volta in una kermesse tutta per sé a Grappitaly (19-20 febbraio a Perugia). Bevanda di grande tradizione tipicamente italiana, con il passare degli anni la grappa ha visto una radicale evoluzione dei propri consumi: se una volta bastava chiedere genericamente "una grappa", oggi vanno forte le grappe monovitigno, torbate, invecchiate, fino alle acquaviti d’uva. Una diversificazione di prodotti, tutti rigorosamente di produzione nazionale, che hanno contribuito ad allontanare dallo stereotipo "rustico" del consumatore di grappa per abbracciare un mondo molto più complesso, fatto di cultori ed intenditori, dove le donne ed i giovani rappresentano una fetta consistente di consumatori. E sono proprio le donne - informano gli organizzatori di Grappitaly - le estimatrici più preparate ed esigenti: amanti delle grappe morbide e profumate, rappresentano l’ideale "bevitore meditativo", abituato ad una degustazione sapiente per apprezzare al meglio quell’ampia varietà di aromi tipici della grappa. Un altro cambiamento avvenuto negli ultimi anni riguarda la distribuzione geografica dei consumi di grappa: se prima veniva apprezzata soprattutto al Nord (90% dei consumi), oggi anche al Centro/Sud sempre più spesso si beve grappa (30% dei consumi, 70% al Nord). Ma è nelle occasioni di consumo che la grappa ha visto la sua più radicale evoluzione: se è sempre un evergreen berla a fine pasto o da sola, adesso va di moda accostarla in abbinamenti inconsueti. Di grande tendenza la grappa con il sushi o con il caviale, ma i gourmet la provano anche con il cacao, la accompagnano ad un sigaro, la mixano in cocktail esclusivi. I migliori ristoranti stanno introducendo la "carta delle grappe", insieme a quelle del vino, dell’acqua e dell’olio, e le migliori griffe dell’enologia firmano da qualche anno grappe preziose, già diventate oggetto da collezione per gli appassionati. Il "ritorno" della grappa si inserisce in generale nella riscoperta degli italiani dei prodotti tipici della nostra tradizione, contrassegnati da genuinità, originalità e unicità dei processi produttivi, in opposizione a tutti quei prodotti standardizzati e omologati che hanno finito per stancare i gusti dei consumatori. |
GIORNALE
DI BRESCIA |
Milano |
IL
GAZZETTINO (Treviso) |
I
ragazzi trevigiani bevono troppo? Durante il convegno sulla sicurezza
stradale che si è tenuto a Ca’ dei Carraresi, il comandante della
polizia municipale di Treviso Danilo Salmaso (Gazzettino di ieri) ha lanciato
l’allarme. E i giovani in città non negano questa realtà,
anche se ritengono che chi ha la testa sulle spalle possa permettersi
anche un bicchiere in più.
"Di solito non esagero mai con il bere - afferma Davide Rossetti - Amo sorseggiare il vino durante le cene con gli amici, ma nella vita di tutti i giorni preferisco gli analcolici. Oggi, purtroppo, molti giovani non capiscono i rischi che ci sono nel mettersi alla guida dopo aver assunto degli alcolici. Ma io vado controcorrente e uso il buon senso. So quando è il momento giusto per fermarsi". Dello stesso parere è Francesco Farinon: "Non bevo abitualmente alcolici. Ma prima di cena non rinuncio allo spritz con gli amici. E’ un momento particolare, direi quasi sacro. Certo qualche volta mi è capitato di esagerare con i bicchieri di vino, ma ho sempre usato la testa. Bisogna anche saper bere". "Quando ero più giovane, intorno ai diciotto anni - conferma Alberto Prà - amavo uscire con gli amici e mi capitava, a volte, di esagerare. Ora capisco quanto fosse sbagliato. I ragazzi d’oggi non devono guidare se ubriachi. Comunque sta ad ognuno di noi conoscere i propri limiti. Se si usa il cervello correttamente, un bicchiere in più è concesso". Anche le giovani donne trevigiane condividono l’idea che si possano assumere alcolici con responsabilità. "A chi non piace bere? - chiede Martina Grippo Belfi - Certo non bisogna esagerare, ma un bicchiere di buon vino a cena non fa male a nessuno. Alcuni giovani, però, non riescono a capire quando è il momento di fermarsi, di smetterla con l’assunzione di alcolici. Spero che le cose possano cambiare al più presto e che i ragazzi imparino a rispettare la vita. Un dono troppo prezioso che non va gettato a causa di un incidente in auto perché prima si è bevuto in modo assurdo". Dello stesso parere Prisca Maggia: "Devo dire che, qualche volta, mi è capitato di guidare dopo aver bevuto un pochino, ma con la consapevolezza di quello che stavo facendo. So che è sbagliato mettersi al volante in non perfette condizioni fisiche e mentali, ma può succedere. Chi guida, però, da ubriaco è da condannare assolutamente. Se ogni tanto si vuole esagerare si può far guidare all’amico che non ha bevuto la propria auto. Bisogna saper usare il buon senso". "Mi è capitato - fa eco Alessandra Cuccia - di vedere alcuni amici alla guida di un’auto dopo che avevano esagerato con l’assunzione di alcolici. Condanno in modo assoluto questo tipo di azioni, ma purtroppo capitano spesso. Se i giovani imparassero ad usare meglio la testa potrebbero permettersi anche un bicchiere in più. Bisogna sapersi comportare nel modo giusto, soprattutto, quando si è al volante di un’auto".(*) Giulia Casarin (*) Nota: il quadro descritto in questo articolo è veramente desolante, e spiega bene il motivo per il quale ci sono tanti drammatici incidenti alcolcorrelati. Nessuno in realtà mette in discussione il proprio comportamento: è un coro di: “ci sono tanti che sbagliano” (ma sono sempre gli altri), “io so bere, io ho la testa sulle spalle, io mi so fermare al momento giusto”. Ciascuno così pensa di bere “giusto”, ciascuno pensa che chi sa bere (proprio come lui) può bere un bicchiere in più, ciascuno pensa che sono gli altri che creeranno gli incidenti. Così tutti quanti bevono prima di guidare, inevitabilmente poi molti si schiantano. |
IL
GAZZETTINO (Treviso) |
(A.Pe.)
Va fuori strada nella notte: era "alticcio". Un 38enne di
Refrontolo è finito all’ospedale dopo che, lungo la provinciale
"Fabbri", l’altra sera ha improvvisamente perso il controllo
della propria vettura. Proprio dai test clinici è emerso lo stato
d’ebbrezza dell’uomo. |
LAGAZZETTA
DEL MEZZOGIORNO |
Avrebbe
picchiato a morte un conoscente (deceduto dopo un mese e mezzo di "coma
profondo") al termine di un pranzo nuziale degenerato in rissa. La
Corte d’Appello ha confermato la condanna a 12 anni di reclusione nei
confronti di Rosario Aloia, trentaduenne di Massafra, accusato di omicidio
preterintenzionale in relazione alla morte di Antonio Poliseno, risalente
al 4 dicembre del 1997. Il 29enne di Policoro Vincenzo Rizzo, assolto
dall’omicidio, ha rimediato invece 8 mesi di reclusione per il reato di
danneggiamento. Sia gli imputati che la vittima partecipavano ad una festa
di matrimonio, nella sala del ristorante «La Pentima» di Mottola
(il 16 ottobre di otto anni fa). Il violento litigio, stando alle indagini
condotte dai carabinieri, sarebbe scaturito dalle intemperanze di qualche
invitato che stava esagerando con le bevande alcoliche. Al taglio della
torta, il padre della sposa prese in mano il coltello per richiamare all’ordine
i più esagitati. «Guai a rovinare la festa di mia figlia!».
La frase, secondo le testimonianze raccolte dagli inquirenti, era riferita
ai disordini che Aloia e Rizzo stavano creando in sala. A margine della
vicenda, i carabinieri raccolsero anche la denuncia di uno degli invitati,
il quale sarebbe stato pesantemente minacciato prima della morte di Poliseno
(il 4 dicembre) da alcune persone vicine ai due imputati. Un’intimidazione
in piena regola per costringere chi sapeva a tacere. I carabinieri di
Montalbano hanno ampiamente riferito sullo spessore criminale dei personaggi
che hanno cercato di condizionare il testimone. In seguito ad uno spintone,
Antonio Poliseno cadde rovinosamente sull’asfalto. L’uomo, all’arrivo
dell’ambulanza, era riverso per terra in una pozza di sangue. Rizzo è
stato assistito dagli avvocati Gaetano Vitale e Amedeo Cataldo, Aloia
dall’avv. Floriano Zollino. Giacomo Rizzo.
|
IL
GAZZETTINO (Udine) |
Osoppo |
IL
GAZZETTINO (Vicenza) |
Castelfranco |
CORRIERE
ADRIATICO |
PORTO
RECANATI – “Quando scendo in cortile ho sempre paura che qualcuno
mi possa uccidere”. Non hanno bisogno di commenti le parole di Khadija,
una bambina di undici anni originaria del Bangladesh e residente all’Hotel
House di Porto Recanati.
“Un anno fa – aggiunge Muhammed, suo coetaneo – ho visto due persone che si prendevano a coltellate. Come possiamo stare tranquilli?”. I problemi sono davvero tanti. “Non possiamo scendere in cortile e giocare – affermano Selina e Saina, entrambe tredicenni -. Spesso ci sono persone ubriache che si avvicinano e ti prendono in giro”. Ma anche gli adulti, ovviamente, hanno di che lamentarsi. “Qui la vita è troppo dura – sostiene Anthony Nwokeocha, nigeriano -. I servizi più elementari, come ad esempio il trasporto pubblico, sono un’utopia”. Sulla stessa lunghezza d’onda il connazionale Michael Uzoagba. “Vivere in simili condizioni è impossibile. I miei figli li ho lasciati in Nigeria perché l’Hotel House non è sicuro. E anche le spese sono tante. Io lavoro come operaio in un calzaturificio a Civitanova e far quadrare i conti non è mai facile”. Chiudiamo con Fulvio Stoppa, uno degli amministratori del complesso residenziale. “E’ nostra intenzione appoggiare ogni iniziativa atta al miglioramento della qualità della vita all’Hotel House. Siamo stati noi stessi, tanto per fare un esempio, a mettere a disposizione quattro pullman per permettere ai manifestanti di giungere qui a Macerata”. |
CORRIERE
DELLA SERA |
Il
Sempione colpisce ancora e si accende di una nuova luce notturna: in
via Melzi d’Eril all’angolo con via Bertani, proprio dietro
l’Arco della Pace, al posto del See U, da poco più di una
settimana è stato inaugurato il Van Gogh Café, un nuovo
«Lounge bar e Fast restaurant» che richiama il pittore fiammingo
più che altro nei colori caldi. L’ambiente è improntato
tutto sul relax, con divanoni e poltrone in pelle su cui accomodarsi
comodamente, come pure la colonna sonora tutta giocata sulla musica
lounge, jazz e easy listening. Aperto tutti giorni dalle 7 del mattino
fino alle 2 di notte, dopo la prima colazione e il pranzo a qualsiasi
ora del pomeriggio e della notte, fino quasi alla chiusura del locale,
si possono gustare piatti veloci e sfiziosi, dai salumi ai formaggi
ai primi, ma anche panini o bruschette: accompagna il menù una
carta dei vini con etichette da tutte le regioni d’Italia e champagne
francesi. Naturalmente non manca l’happy hour, tutte le sere dalle
19 alle 21, con cocktail a 7 euro e buffet (dopo i prezzi variano da
7 a 9 euro). E con l’arrivo della primavera, tra poco più
di un mese, sarà inaugurato anche il dehor per un drink all’aperto.
(Laura Vincenti) |
CORRIERE
DELLA SERA (Cronaca di Milano) |
Cultura
della prevenzione da insegnare a scuola Ho letto sul Corriere di lunedì
14 febbraio l’articolo di Annachiara Sacchi sul piano nazionale
di prevenzione nelle scuole e concordo pienamente con la proposta dell’assessore
regionale alla Sanità, Carlo Borsani, per anticipare quanto più
possibile la cultura della prevenzione, iniziando proprio dalla scuola.
|
CORRIERE
DELLA SERA (Cronaca di Milano) |
Parlando
di vino spesso se ne celebrano l’armonia, le suggestioni, le note
di questo o quel gusto, le emozioni che libera. E si dice che fare un
buon vino è un’arte. Allora chi meglio di un cantautore
sulla cresta dell’onda da più di 35 anni può tentare
di chiudere in bottiglia tutte queste sensazioni? Ron ci prova. E si
è messo a fare il suo vino. Una piccola produzione, 3.000 bottiglie
di rosso, altrettante di bianco. Per intenditori, disponibile in enoteche
selezionate. Vino di nicchia, lasciato a riposo in botticelle di rovere,
le barrique , per quattro anni. Vino che non si improvvisa. Ma la vita
di Ron è la musica. È «Il gigante e la bambina»,
a 17 anni. È il Sanremo della vittoria, nel ’96, con «Vorrei
incontrarti fra cent’anni». È «Una città
per cantare». È il tour con Pino Daniele, Francesco De
Gregori, Fiorella Mannoia, estate 2002. Cosa c’entra il vino? |
CORRIERE
DELLA SERA (Cronaca di Milano) Etichette Da Celentano alla Muti, artisti in cantina |
Ron è in buona compagnia. L’enologia, fra i vip, va forte. In Lombardia imbottiglia anche la regista Lina Wertmüller , tra i fondatori dell’azienda Mirabella di Rodengo Saiano, in Franciacorta, 400 mila bottiglie l’anno. Adriano Celentano e Claudia Mori , hanno scelto invece la Patria del Gallo Nero, Radda in Chianti, mentre Ottavio Missoni vendemmia nelle Langhe, a poca distanza da Ornella Muti che in provincia di Alessandria produce Dolcetto d’Ovada e da Bruno Lauzi , produttore astemio del «Barbera del Cantautore». Vinificano anche Francesco Moser in Trentino e Alex Del Piero in Veneto. Scendendo per l’Italia incontriamo sulle colline senesi Stefania Sandrelli con Giovanni Soldati, e l’ex pilota di Formula Uno Alessandro Nannini. In Puglia, infine, nella tenuta di Cellino San Marco fa il vino Albano : «Felicità» e «Nostalgia». |
CORRIERE
ROMAGNA (Forlì) Ubriaco alla guida distrugge sette auto |
FORLIMPOPOLI - Ubriaco alla guida danneggia sette auto e resta illeso nel singolare incidente che all’alba di ieri ha svegliato il centro di Forlimpopoli per il gran frastuono. Poco dopo le 5.30 in via Mazzini sulla circonvallazione, un giovane di 27 anni, A.M., residente a Forlimpopoli, ha perso il controllo della sua Golf e ha fatto uno strike su sette mezzi in sosta. Una Y10 che si trovava in mezzo a tutti questi veicoli ne è uscita indenne per una pura fatalità. L’automobilista era ubriaco. Il tasso alcolemico rilevato dalla Polizia Stradale di Rocca San Casciano era molto alto: 1,67. Subito dopo il gran botto sono stati molti i cittadini che sono usciti di casa per vedere cosa fosse accaduto. Fra questi c’erano anche alcuni proprietari delle auto rovinate e subito è nata una vivace discussione fra loro e l’automobilista che aveva alzato il gomito, tanto che sono dovuti intervenire gli agenti per calmare gli animi. Per il giovane è scattata la denuncia penale e il ritiro della patente per guida in stato di ebbrezza. Le auto danneggiate sono: una Fiat Panda, una Ford Fiesta, una Opel Zafira, una Renault Twingo, una Fiat 500 nuovo tipo, una Fiat Punto e una Peugeot 307. Se si considera anche il Golf dell’ubriaco, sono otto i veicoli coinvolti nel pauroso incidente. |
LA
GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO Corso a Potenza Imparare a produrre la birra |
Potenza
Hanno da poco terminato il loro percorso formativo, conseguendo un attestato
di qualifica professionale, gli allievi ammessi ai due corsi per «Addetti
al processo di produzione della birra» realizzati da Arché
- Ente per la Formazione ed il Management di Potenza, nell’ambito delle
attività previste dal Por 2000-2006 della Regione Basilicata. Si
tratta di persone ultraquarantenni, disoccupate di lunga durata, che hanno
seguito un percorso formativo di 400 ore complessive, tra attività
d’aula e stage in azienda, tutte destinate ad avere un immediato sbocco
occupazionale. Infatti la Gross Drink, azienda specializzata nel settore
della produzione e distribuzione della birra con sede nella zona industriale
di Baragiano, ha già sottoposto tutti i corsisti formati a un colloquio,
formalizzando a tutti loro una proposta di assunzione immediata. Gli allievi
che hanno portato a termine con successo i percorsi formativi rientravano
in una lista di persone uscite dal sistema occupazionale che per un lungo
periodo avevano potuto godere solo degli ammortizzatori sociali. I percorsi
formativi per «addetti» e «addette» al processo
di produzione della birra, rientrano in un progetto di reinserimento nel
sistema produttivo e lavorativo realizzato grazie alla fattiva cooperazione
di tutti i soggetti coinvolti. L’obiettivo dei corsi organizzati e attuati
da Arché era quello di far acquisire agli allievi competenze professionali
specifiche che permettessero loro di riqualificarsi per reimmettersi nel
sistema lavorativo. |
L’ECO
DI BERGAMO Ubriaco alla guida, arrestato a Romano |
ROMANO
Un serbo di 33 anni è stato arrestato ieri pomeriggio per avere aggredito
nel comando della polizia locale di Romano un carabiniere e un agente, dopo
essere stato fermato per guida in stato di ebbrezza alcolica. D. R., che abita a Martinengo, è stato accusato di oltraggio e lesione a pubblico ufficiale e sarà processato domani mattina per direttissima. Il fatto è iniziato alle 14,45 in via Duca d’Aosta, in prossimità del centro commerciale «Il Borgo» di Romano. Durante un pattugliamento della zona, due agenti della polizia locale hanno notato una Seat Ibiza che accelerava e frenava continuamente: a questo punto hanno intimato l’alt scoprendo che l’automezzo era guidato da un cittadino serbo in evidente stato di ebbrezza. L’extracomunitario inoltre era privo della patente italiana e dei documenti di circolazione della sua utilitaria. Già sul posto, il serbo avrebbe manifestato un certo nervosismo insultando i due agenti, motivo per il quale è stato accompagnato al comando per eseguire gli accertamenti del caso. Un breve tragitto che però ha innervosito ulteriormente il serbo. Giunti al comando della polizia locale l’uomo si è apparentemente calmato: una volta espletati i controlli, si è allontanato dopo avere ottenuto il permesso dagli agenti. Ma la storia non era finita: due ore più tardi si è presentato nuovamente alla polizia locale, chiedendo la restituzione della sua auto, nel frattempo portata via con un carro attrezzi, e della patente. D. R. a questo punto ha dato ancora in escandescenze e gli agenti hanno ritenuto opportuno chiamare i carabinieri. Sul posto è giunta una pattuglia dalla vicina caserma, ma il serbo ha opposto resistenza, dando vita a una breve colluttazione. A farne le spese sono stati un carabiniere, che ha riportato un trauma distorsivo alla rachide cervicale, e un agente di polizia locale, che ha avuto lesioni a una spalla e a un polso: entrambi sono stati medicati al pronto soccorso dell’ospedale di Romano e giudicati guaribili rispettivamente in 10 e 7 giorni. Il serbo, senza precedenti penali, è stato quindi trasferito in caserma e qui arrestato. Fabrizio Boschi. |
L’ADIGE In tre alberghi la stessa tecnica: si fingeva un cliente e non dava i documenti Dorme in hotel «a scrocco» Andalo, denunciato un giovane cameriere |
Tre
notti in tre diversi alberghi di Andalo senza tirare fuori un euro. Un giovane
aspirante cameriere, non trovando lavoro, ha pensato bene di prolungare
il suo soggiorno sull´altopiano della Paganella scroccando cene ed
ospitalità in diverse strutture della zona. È stato rintracciato grazie ai carabinieri di Andalo: a seguito delle segnalazioni degli albergatori e di un episodio in un pub della zona, sono risaliti al giovane, I.D., di 24 anni, originario di Torino e residente a Sassari. Il giovane è stato denunciato per falsa attestazione, sostituzione di persona, simulazione di reato ed insolvenza fraudolente. Il fatti risalgono all´inizio della scorsa settimana. Il ragazzo era partito dalla Sardegna alla ricerca di un posto di lavoro sull´altopiano della Paganella. Aveva già preso contatti con un albergatore, che però l´ha tenuto in prova due giorni per poi scaricarlo. Senza lavoro, senza soldi e senza una meta, il ventiquattrenne ha deciso di fermarsi ad Andalo. Si è dunque presentato al primo albergo, verso l´ora di cena, fingendo di avere prenotato una stanza, di essere arrivato in anticipo perché il gruppo al quale appartiene lo avrebbe raggiunto il giorno dopo. Guadagnata la fiducia dell´addetto alla reception, il giovane con una scusa se ne andava in camera senza consegnare il documento d´identità. Una volta ottenute le chiavi della stanza si era fermato per la cena e per la notte. All´alba era scomparso. La sera successiva si era presentato in un secondo albergo. Sbirciando sulla lista delle prenotazioni, ha detto di far parte del gruppo che sarebbe arrivato l´indomani e ha dichiarato una falsa identità. È riuscito nuovamente a mangiare e dormire gratis, ed a far perdere le proprie tracce. Peccato che avesse deciso di trascorrere alcune ore in un pub della zona, esagerando con le bevande alcoliche fino a star male. Per soccorrere il giovane in preda a forti dolori addominali era intervenuta l´ambulanza che l´ha accompagnato al Santa Chiara a Trento. Per giustificare il suo stato, proprio nel giorno di San Valentino, il ragazzo ha detto di essere stato malmenato e derubato. Ma era tutto falso, da quanto hanno potuto verificare i carabinieri. Non appena si è ripreso, il giovane è tornato sull´altopiano, lasciando i bagagli alla reception di un residence. Trascorsa qualche ora e non vedendolo tornare, il gestore ha chiamato i carabinieri. I militari hanno rintracciato il giovane ad Andalo e lo hanno identificato e denunciato per false attestazioni a pubblico ufficiale, insolvenza fraudolente, simulazione di reato (quando ha detto di essere stato picchiato) e sostituzione di persona. |
VIRGILIO.IT Si uccide in carcere dopo l’arresto Era accusato di tentata violenza sessuale su una 14/enne |
(ANSA) - BARI, 20 FEB - Un uomo di 34 anni, arrestato due giorni fa per tentativo di violenza sessuale su una quattordicenne, si e’ impiccato nel carcere di Trani. Secondo l’accusa, l’uomo - che al momento dei fatti era in leggero stato di ebbrezza - si era avvicinato alla ragazzina, si era calato i pantaloni e aveva tentato di abbracciarla. Ieri, davanti al gip, l’uomo si era dichiarato innocente dicendo che si era abbassato i pantaloni solo per un bisogno fisiologico e che la ragazzina era arrivata in quel momento. |
ANSA.IT VINO: BRUNELLO; COLDIRETTI, DA QUALITA’ SPINTA ALL’EXPORT |
(ANSA) - ROMA, 19 FEB - ’’Dopo aver ottenuto il punteggio massimo dal punto
di vista qualitativo il Brunello di Montalcino della vendemmia 2004 si candida
a guidare la riscossa del Made in Italy sui mercati internazionali dove
vengono destinate quasi i due terzi delle sei milioni di bottiglie prodotte’’.
E’ quanto afferma in una nota la Coldiretti commentando positivamente il
rating di cinque stelle su cinque assegnato al primo Brunello di Montalcino
imbottigliato nel terzo millennio che, ’’insieme alla Ferrari nelle auto
e al Parmigiano Reggiano negli alimenti - dice l’associazione agricola -
è uno dei vini più prestigiosi portabandiera della produzione
nazionale’’. L’Italia - rileva la Coldiretti - è il secondo Paese
produttore di vino in Europa con 51 milioni di ettolitri nel 2004, dei quali
24,6 di vini bianchi e 26,3 rossi o rosati, e può contare su un patrimonio
di 453 vini Docg, Doc e Igt, che rappresentano il 60% della produzione nazionale
di vino che genera un fatturato complessivo di circa 8,5 miliardi di euro. In controtendenza con i dati generali sul commercio estero, la domanda di vino ’Made in Italy’ nel mondo ha fatto segnare un +3% nel valore delle esportazioni come risultato di un aumento nei mercati comunitari (+2%) e nordamericani (+2,5%), ma con segnali positivi soprattutto in Paesi emergenti come la Cina dove il valore delle esportazioni raddoppia (+131%). Il vino e’ la principale voce del commercio estero agroalimentare e il valore dell’esportazioni potrebbe sfiorare nel 2004 i 3 miliardi di Euro, per la metà realizzati sul mercato europeo e per un quarto u quello americano’’. ’’Ma il Brunello - precisa la Coldiretti - è anche il simbolo di quell’Italia dei piccoli comuni che hanno legato il proprio nome a prodotti di grande successo e dai quali possono nascere grandi occasioni di sviluppo’’. A questo proposito la nota precisa che ’’una mappa delle Regioni in funzione delle qualità ambientali, enogastronomiche, turistiche, sociali che ogni territorio esprime, sarà tracciata da Coldiretti e Legambiente con il primo rapporto nazionale sull’ ’Italia delle qualità agroterritoriali’ che sara’ presentato Giovedì 24 febbraio alle ore 11 al Centro Congressi Palazzo Rospigliosi in Via XXIV Maggio 43 a Roma’’. Il rapporto inaugura il programma 2005 di ’Voler Bene all’Italia’ dei piccoli comuni e prende in considerazione, tra l’altro, la presenza di prodotti tipici, strade del vino, aree protette, agricoltura biologica, turismo e agriturismo e comuni Ogm free. (ANSA). |
IL
SECOLO XIX Minaccia tutti in enoteca: arrestato Due episodi hanno mobilitato le forze dell’ordine nel centro di Ventimiglia E in via Roma scoppia una maxi-rissa per un parcheggio |
Ventimiglia
Un ventenne ucraino finito in manette e due agenti feriti sono il bilancio
di una serata di follia all’interno di un bar di via Cavour. Nel pomeriggio,
invece, a dare in escandescenze, per una banale questione di parcheggi,
sono state una decina di persone: magherebini e francesi, che hanno scatenato
una violenta rissa in via Roma. A farne le spese è stato il traffico
cittadino: bloccato a lungo a causa della scazzottata in mezzo alla strada.
A regolare la viabilità sono poi dovuti intervenire i vigili urbani. Cominciamo dall’episodio più grave, che ha portato all’arresto da parte del commissariato di Ventimiglia di un cittadino extracomunitario, l’ucraino ventenne Denys Lalak. Il quale ieri sera, in preda ad ubriachezza, si è reso protagonista di un grave epis Lunedì, 21 Febbraio 2005
email
stampa
Area Riservata
Sezioni
SERVIZI PER I SOCI
|