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Rassegna stampa alcol e guida del 7 febbraio 2005

RASSEGNA STAMPA "ALCOL E GUIDA"

Note a cura di Alessandro Sbarbada
Servitore-insegnante in un Club degli Alcolisti in trattamento a Mantova.


IL TEMPO
In auto a tutta velocità contro senso
Fermato un uomo in stato di ubriachezza. Lo aveva notato un poliziotto fuori servizio

IN evidente stato di ebbrezza percorre un’intera arteria a senso unico, nei pressi dell’ospedale, in direzione di marcia contraria: e solo per miracolo evita una serie di collisioni. Ad accorgersene è stato un agente della Questura, fuori servizio, che nella tarda serata di sabato stava transitando lungo la stessa strada. Ha visto che l’uomo, poi identificato in F.G. 35 anni di Spoltore, stava percorrendo la via in senso vietato sfiorando altre vetture in sosta, e ha dato subito l’allarme. La vettura è stata fermata poco dopo e gli agenti, già al primo controllo, si sono resi conto che il conducente era in evidente stato di ubriachezza. Lo hanno fermato e portato in Questura: dopo l’identitifcazione lo hanno denunciato per guida in stato di ebbrezza. E sempre nella serata di sabato, c’è stato un altro episodio che ha avuto protagonista un uomo che aveva alzato un po’ troppo il gomito. È accaduto in un bar di piazza Salotto, dove F.M. 52 anni di Francavilla a Mare, stava infastidendo i clienti. E all’arrivo degli agenti della Questura se l’è presa pure con loro, insultandoli ripetutamente. Anche lui è stato fermato e portato in Questura: qui si è scoperto che era pure contravventore al foglio di via obbligatorio. È stato anche denunciato per molestie e minacce a Pubblico ufficiale.
IL MESSAGGERO (Abruzzo)
Guida contromano e finisce contro l’auto di un poliziotto

E’ successo alle 20,10 di sabato sera, vicino all’ospedale. Un ragazzo di 27 anni è stato denunciato perchè guidava ubriaco. Non solo, guidava contromano. Per sua disgrazia sulla strada ha incrociato la vettura guidata da un poliziotto libero dal servizio, il poliziotto ha chiamato i colleghi del 113 e così, qualche minuto dopo, F.G., residente a Spoltore veniva bloccato, con tutte le conseguenze del caso. (*) 
La Volante era intervenuta poco prima anche a Porta Nuova, in quel caso per ricondurre alla ragione F.M., 55 anni, di Francavilla, che aveva dato qualche problema al proprietario e ai clienti di un bar di Porta Nuova. Quando è arrivata la pattuglia del 113 se l’è presa anche con gli agenti. E’ stato denunciato per minacce.
La Volante è infine intervenuta in soccorso di una donna di 55 anni, scippata in via Rigopiano da due giovani fuggiti su un motorino.
 
(*) Nota: "per sua disgrazia"??? O fermarlo è stata la sua fortuna? Chissà, forse se non fosse stato fermato e avesse travolto un passante, il giornalista avrebbe esaminato la questione diversamente..

IL MESSAGGERO (Latina)
CAMPOLEONE
Si sdraia sui binari e assale un ferroviere
L’uomo, 42 anni di Jesi, era in stato di ebbrezza. Treni fermi sulla linea per mezz’ora
Si è sdraiato sui binari della direttissima Roma-Napoli e poi ha preso a sassate un ferroviere che cercava di dissuaderlo dal folle gesto. Il movimentato episodio che ha paralizzato il traffico per una mezz’ora sulla linea, è accaduto intorno alle 17,30 alla stazione di Campoleone di Aprilia. L’uomo, tra lo stupore dei presenti, è sceso dal marciapiedi e si è sdraiato sui binari proprio mentre era in arrivo da Roma un intercity. Fortunatamente il personale della stazione si è subito accorto di quanto stava accedendo e bloccava in tempo il treno che stava per transitare. Contemporaneamente un macchinista sui avvicinava all’uomo cercando di convincerlo a togliersi dai binari. Un’impresa non facile, perché la persona, in evidente stato di ebbrezza, cominciava ad inveire contro il ferroviere e quando questi si avvicinava iniziava a scagliargli contro le pietre. Una di queste colpiva il macchinista alla testa ferendolo in maniera lieve. Nel frattempo arrivavano i carabinieri di Campoleone che di peso sollevavano l’uomo e lo conducevano in caserma dove veniva identificato per un 42enne residente a Jesi. E’ stato denunciato per interruzione di pubblico servizio e resistenza a pubblico ufficiale. Il traffico ferroviario sulla Roma-Napoli e sulla Roma-Nettuno è rimasto bloccato per circa mezz’ora.

BRESCIA OGGI
A Medicina l’assemblea per i 25 anni dell’associazione. In provincia operano 24 gruppi
Alcolisti anonimi, dodici passi per dimenticare la disperazione

Mettono in comune la propria esperienza per aiutare altri ad uscire dal tunnel dell’alcolismo, arricchendosi di un reciproco percorso di dialogo e condivisione. Sono gli Alcolisti anonimi, una realtà presente sul territorio provinciale con 24 gruppi, di cui quattro in città, giunti al traguardo dei 25 anni di attività a Brescia, celebrati con un’assemblea presso la facoltà di Medicina. Anonimi perchè tale garanzia risulta essenziale per favorire gli sforzi di altri alcolisti verso la disintossicazione e la sobrietà, ma soprattutto perché l’intento di Alcolisti Anonimi è quello di «mettere i principi al di sopra delle personalità - ha osservato Guido, il segretario nazionale di A.A., realtà inserita nel registro nazionale delle associazioni di promozione sociale -. In Italia ci sono ormai 495 gruppi, che vivono grazie all’autofinanziamento e operano secondo il metodo dei "Dodici passi", partendo dal presupposto che solo un alcolista riesce a capire bene quello che soffre un altro alcolista».
Si inizia con l’accettazione dell’idea di essere alcolista e della necessità di essere aiutati, per passare alla consapevolezza che l’alcolismo non è un vizio ma una malattia, rompendo l’isolamento in cui la dipendenza segrega. Nel gruppo non c’è un leader o uno psicologo esterno a fare da guida, ma ogni incontro è animato dagli stessi partecipanti, che anche a distanza di molti anni dalla riconquista di una vita normale continuano a frequentare i gruppi.
Che l’alcolismo rappresenti un male sociale dai molteplici risvolti di rischio, ancora più pericoloso del fumo in termini di mortalità e danni sociali, è confermato dai dati dell’Asl di Brescia, che nelle quattro équipes di alcologia ha preso in carico 512 alcolisti (345 maschi e 167 femmine) nel 2003 (contro i 436 del 2002), prevalentemente concentrati nella fascia d’età dai 30 ai 60 anni. Se non è facile ricomporre i numeri generali di un fenomeno che resta in parte nascosto, ad aiutare sono i numeri dei partecipanti al gruppi storico di Alcolisti Anonimi, quello di via Chiusure, che negli ultimi 5 anni ha annoverato circa 20.000 presenze. Cui si aggiungono i dati generali sulla mortalità nel bresciano, che segnalano nel triennio 1998-2000 il 7,6% delle morti al maschile e il 2,9% al femminile correlate all’abuso di alcol, dovute in particolare a tumori maligni primitivi del fegato, cirrosi epatica, incidenti stradali, psicosi alcolica.
Non è irrilevante notare, peraltro, come il numero delle visite della commissione medica locale per certificare l’idoneità alla guida dopo la sospensione della patente per stato d’ebbrezza sia più che raddoppiato, nel giro di un anno, passando dalle 1023 richieste del 2003 alle 2606 nel 2004. Spiega il direttore generale dell’Asl, Carmelo Scarcella: «Notiamo un aumento delle prese in carico e un maggior abuso di alcol da parte delle donne, cui si sta affiancando un nuovo stile di consumo da parte dei giovani, concentrato nel fine settimana e riferito in particolare alla birra: per questo il contrasto all’abuso di alcol, che è uno dei punti di riferimento per la nostra Asl, proseguirà anche nel 2005, investendo in campagne di educazione alla salute in collaborazione con le realtà che agiscono fuori dal livello istituzionale».
«Noi non ci sentiamo investiti da alcuna autorità né abbiamo la presunzione di risolvere ogni problema: siamo semplicemente alcolisti che parlano ad altri alcolisti, la nostra filosofia è quella dell’accogliere, aprendo la nostra esperienza - dice Franco, il segretario cittadino dell’Alcolisti Anonimi bresciana -. I percorsi e i tempi per arrivare a smettere variano poi da individuo a individuo: noi restiamo una presenza, forte, in cui identificarsi, per spezzare il cerchio della dipendenza».  Lisa Cesco.

BRESCIA OGGI
LA STORIA
«Nel gruppo ho accettato la malattia»

Giuseppe è da nove anni in un gruppo degli Alcolisti Anonimi bresciani, da quando di anni ne aveva quarantanove. «Bevevo 24 ore su 24 - racconta -, non riuscivo a smettere, nonostante i ricoveri in ospedale per i problemi fisici causati dal vino, non ultimo il coma etilico. Il mio orgoglio mi impediva di farmi aiutare, provavo un fastidio viscerale all’idea di dovermi fare aiutare dagli altri per risolvere un mio problema, mi dicevo "piuttosto mi butto sotto un treno", ma mi vedevo cadere sempre più in basso, fino a non trovare più nessun’altra alternativa». E’ stato in quel momento che gli A.A. sono apparsi a Giuseppe come l’ultima spiaggia, una scommessa da provare perché ormai non c’era più nulla da perdere.
«In quel gruppo, con mio stupore, ho trovato non un giudizio, ma un’accoglienza, e ho iniziato a capire, per la prima volta, che la via per uscirne non era tanto quella di limitare il bere ma di accettare che ero malato, e che dovevo intraprendere un percorso per guarire».
Perché l’abuso d’alcol copre sempre qualcosa di più profondo, più scomodo da portare alla luce del sole e della consapevolezza. «Nel mio caso, ho scoperto che il motivo che mi ha spinto a bere, fin dall’adolescenza, è stata la mia profonda timidezza, la paura di essere inferiore rispetto agli altri, il vino come sostanza magica che mi dava quella sicurezza che in me non trovavo, e che mi aiutava a farmi sentire come gli altri: il bere mi ha aiutato ad affrontare la vita, salvo poi imprigionarla, e farla scorrere in funzione dell’alcol, e in una prospettiva autodistruttiva».
Attraverso il confronto con gli altri e la messa in comune delle esperienze, Giuseppe ha imparato a sostituire la sostanza fino ad allora per lui irrinunciabile con il programma degli alcolisti anonimi, per iniziare a vedere scorrere le ore, poi i giorni e i mesi senza toccare alcol. Ancora adesso, a nove anni dalla «liberazione», lui continua a frequentare i gruppi, «perché mi fa sentire bene, perché mi piace condividere con loro le mie ansie e le mie gioie, perché mi aiuta a conoscermi, e perché fa bene trovarsi davanti gli altri, che di fronte alla tentazione di darsi risposte di comodo, sono lì, come uno specchio, a riagganciarti alla realtà».  li.ce.

LA PROVINCIA DI CREMONA
Scandolara, i venerdì di ‘pubblica necessità’ una serie di incontri

SCANDOLARA — Dopo la prima serata con Laura Federici, medico di base, sul tema ‘La nuova carta S.I.S.S. (Sistema Informativo Socio-Sanitario) della Regione Lombardia’, si terrà venerdì il secondo dei cinque ‘Incontri di pubblica utilità’ organizzati dal Comune presso la sala polivalente (ex cinema Italia). Venerdì alle 21 l’avvocato Davide Priori affronterà l’argomento ‘Lo sportello di segreteria sociale: domande all’avvocato’. Venerdì 18 febbraio Maria Grazia Mantovani, responsabile della polizia locale dell’Unione dei Comuni Municipia parlerà de ‘Le principali novità del codice della strada’. Venerdì 25 febbraio avrà luogo una tavola rotonda: ‘Emergenza alcol: opinioni a confronto’, con Cristina Ubaldini, pedagogista dell’Associazione Bussola. Venerdì 4 marzo, infine, le assistenti sociali Maria Cecilia Bianchi e Manuela Marini saranno le relatrici dell’incontro ‘L’affido familiare: un’opportunità’. Tutti gli incontri inizieranno alle 21.

LA SICILIA (Siracusa)
al bar della stazione   
Paura per ubriaco armato di coltello

(s.l.) Quando il barman ha visto che l’occasionale cliente era già barcollante, per gli alcolici ingeriti, si è rifiutato di consegnare un altro drink.
«Ho il denaro per pagare. Voglio bere per combattere il freddo» avrebbe gridato l’uomo che barcollava sulle gambe malferme, sempre di più, ma mano che trascorrevano i minuti.
Ma il proprietario del locale è stato categorico imponendo di non servire alcolici all’uomo già visibilmente alticcio».
Difronte al perentorio diniego, all’interno del «bar della stazione» è scoppiato il quarantotto. L’ubriaco non sapendo con chi prendersela ha cominciato a scalciare come un mulo impazzito, sferrando pedate verso tutto quello che gli capitava a tiro: sedie, tavolini, e nello stesso tempo urlava, come un ossesso.
L’uomo in stato di ebbrezza che infastidiva ha finito con attirare l’attenzione di altre persone che si trovavano alla stazione ferroviaria, per cui è stato segnalato il fatto al 113. Sul posto è pertanto arrivata una pattuglia delle Volanti. L’ubriaco, non solo prendeva a pedate gli arredi del bar ma estratto un coltello minacciava coloro che cercavano di avvicinarsi per calmarlo. L’intervento della polizia è valso a fare ritornare la calma all’interno del locale. Alla fine, i poliziotti lo hanno bloccato e disarmato. E’ stato identificato per un viaggiatore di 65 anni, L.S., che si trovava alla stazione per prendere un treno per Messina, dove risiede. E’ stato denunciato per detenzione di coltello di genere vietato.

IL GAZZETTINO (Pordenone)
Ancora un volta la zona di piazza Risorgimento ha richiesto ...

Ancora un volta la zona di piazza Risorgimento ha richiesto l’intervento delle Volanti della polizia. Mentre alcuni agenti erano impegnati - in collaborazione con i vigili urbani - a chiarire l’episodio dell’aggressione della coppia di stranieri finta all’ospedale, altri poliziotti sono dovuti intervenire al Bar Commercio, in via Santa Caterina. A chiamare la polizia era stato lo stesso titolare poiché due giovani immigrati avevano perso il controllo e si erano messi a urlare rivolgendosi al personale dell’esercizio pubblico. Sembra che i due volessero da bere. Quando la polizia è arrivata, invece di calmarsi avrebbero proseguito con e loro richiesta. A quel punto, per entrambi, è scattata la denuncia per stato d’ebbrezza.

SARDEGNA OGGI
Nuoro. Guidano ubriachi: arrestati

Tre persone denunciate ed una arrestata per guida in stato d’ebrezza nel nuorese nel fine settimana. I primi tre arresti sono avvenuti nella serata di venerdì a Lotzorai. Alle 10 del mattino di sabato i carabinieri di Siniscola arrestano un 63enne, Giuseppe Mele, recidivo per il reato di guida in stato d’ebrezza.
NUORO - Fine settimana di arresti per guida in stato d’ebrezza nel nuorese. Nella sera di venerdì i carabinieri della Compagnia di Lanusei,in collaborazione con quelli di Santa Maria Navarrese, hanno denunciato tre persone. Sono stati sorpresi alla guida dopo aver bevuto eccessivamente, S. Fe. 54 anni muratore di Baunei, GF.L., 34enne operaio del luogo; C.P., 22 anni operaio di Triei(NU). Si trovano a piede libero.
Nella mattina di sabato, poi, i carabinieri di Siniscola arrestano il 63enne Giuseppe Mele di Siniscola, che dovrà scontare 30 giorni di detenzione domiciliare per il reato continuato di guida in stato d’ebrezza. L’ordine è stato emesso dalla Procura della Repubblica di Nuoro il mese scorso.

IL MESSAGGERO
MILANO - «Ho fatto solo il mio dovere». Non aggiunge altro ...

MILANO - «Ho fatto solo il mio dovere». Non aggiunge altro Giovanni Caputo, l’appuntato scelto dei carabinieri che l’altra notte a Milano ha salvato la vita a una signora di 84 anni che, non più lucida per l’età, forse inconsapevolmente si è gettata nelle acque gelide del Naviglio, in Darsena. E non è la prima volta per l’appuntato: una quindicina di anni fa si era buttato, sempre nel Naviglio, ma in via Ludovico il Moro, per salvare un uomo ubriaco. Così l’altra notte, verso l’una, Caputo, 42 anni, originario di Lequile (Lecce) e dall’81 a Milano, in servizio al nucleo radiomobile del carabinieri, ha fatto il bis.

L’ADIGE
Storo: ebbrezza, patenti ritirate

Strage di patenti nel fine settimana con vittime anche nella valle del Chiese. I controlli, potenziati nel periodo carnevalizio operati dai carabinieri del radiomobile di Salò, hanno portato al ritiro di una decina di patenti per guida in stato di ebbrezza. Tra questi anche quattro persone residenti a Storo e dintorni che rientravano dopo aver alzato un po´ troppo il gomito al carnevale di Bagolino. Non sono peraltro gli unici che per qualche settimana hanno dovuto dare l´addio alla patente: nella notte di sabato due documenti di guida sono stati ritirati anche a Trento.

L’ADIGE
Minaccia il titolare con le mani sporche di sangue
Caos al pub di Darzo, arrestato

Il carnevale di Storo rischia di trascorrerlo al fresco, in carcere a Trento, a calmare i bollenti spiriti. Daltronde Abirou Mourad, 27 anni, marocchino residente a Storo dove è impiegato in una ditta della zona, l´altra notte ha fatto di tutto per meritarsi un arresto. Intorno all´una e 30 di notte il giovane si è presentato al pub Dylan´s di Darzo. All´interno del locale, gestito da Livio Briani, Abirou Mourab già piuttosto alticcio, avrebbe iniziato a dar fastidio. La situazione è diventata ingestibile quando il marocchino avrebbe infastidito i clienti e minacciato il gestore con le mani sporche di sangue a causa di un taglio che si era fratto sul polso della mano destra.
A questo punto il gestore ha chiesto l´intervento dei carabinieri. Una pattuglia della stazione di Storo è intervenuta rapidamente sul posto. Anche con i militari Abirou Mourab si sarebbe dimostrato piuttosto scontroso. E così i carabinieri hanno deciso di procedere all´arresto dell´immigrato contestandogli l´accusa di violenza e resistenza a pubblico ufficiale e di ubriachezza molesta. L´uomo è ora a disposizione dell´autorità giudiziaria.

IL MESSAGGERO (Pesaro)
Sorpresa, l’aperitivo si rivela dose di coca
Per sfuggire alle intercettazioni pusher e clienti hanno creato una terminologia ad hoc

di SIMONETTA MARFOGLIA
PESARO Io sballo da sola: “slang” dal mondo della coca dove per sfuggire al “grande fratello” investigativo pusher e clienti hanno clonato il gergo trendy dell’ happy hour adattandolo ai paradisi idiomatici della droga. Il linguaggio dello spaccio nelle sue declinazioni e variazioni è il satellite orbitante del pianeta esplorato dalla squadra mobile di Pesaro in oltre un anno di indagini sui giri di cocaina della Pesaro bene e di quella così-così in virtù della dose democratica che accomuna professionista e operaio nella sniffata socialmente livellatrice. «La grande paura di spacciatori e acquirenti - spiegano gli investigatori forti degli ultimi sequestri (tre etti e mezzo) e arresti (due albanesi che rifornivano i clienti di pub e locali per i quali oggi è fissata l’udienza di convalida) - sono le intercettazioni e di conseguenza in una manciata di mesi protagonisti e comprimari hanno rivoluzionato la terminologia fino a poco tempo fa in uso nel mondo della droga per il timore di essere tenuti sotto controllo». Forse non tutti sanno che le intercettazioni costano (alla comunità) e vanno autorizzate così nel dubbio che il cellulare sia spiato chiamate, sms e mms si aggiornano alla bisogna. Non si “tira” più (al massimo ci “si tira” ma questa è un’altra storia), sparite le “righe” e i surrogati “cala”, “pasta”, “bomba”, troppo meteorologiche e di recente impatto la “bufera di neve” e l’ “imbiancata”, molto coatto “l’impizzato”... con poco sforzo di fantasia oggi il linguaggio si fa “cool” e modaiolo saccheggiando a piene mani dal rito glamouroso dell’aperitivo. Ci si va a fare un “drink”, un “mohjito” , un “margarida” e una “pina colada” oppure un “coca & bacardi” (più a rischio), si invita l’amico a prendere un “calice” senza timore di essere equivocati con un semplice frizzantino. Nel gergo iniziatico decriptato “farsi un bicchiere” oppure “l’aperitivo” è sinonimo della richiesta di una dose (*) e, restando in tema, più ci si addentra nella serata, più il vocabolario si arricchisce e si amplia. Così la tradizionale ”lista” , ormai indispensabile per avere una via privilegiata in discoteca o in club privè, diventa l’elenco/agenda del pusher dove annotare i suoi clienti. Un ”mettimi in lista stasera, per dieci” si traduce con “ho bisogno di 10 grammi (o di dieci dosi per dieci amici)”, e se si riceve un messaggino con ”sei in lista, ok”, vuol dire inequivicabilmente che il rifornimento è assicurato. Se vi invitano a cena e qualcuno chiama asserendo ”porto una bottiglia di quello buono” potrebbe non essere un esperto enologo ma abbinare un classico alcol&coca. E se fra un sms e l’altro compare “l’azzurro” non è certo un principe che vi cerca, o meglio potrebbe anche esserlo, comunque con la spinta di un “aiutino” dato che dove si arena lo sballo subentra il viagra.
 
(*) Nota: beh, veramente... essendo l’alcol una droga.

ASAPS.IT
Pirati della strada, Bologna: investe pedone con auto priva di assicurazione e poi fugge.

Preso dalla Polizia Stradale. È un giovane di 19 anni, con la patente già sospesa per guida in stato di ebbrezza

(ASAPS) BOLOGNA – Era al volante di un’auto priva di assicurazione e per questo, dopo aver investito un pedone, si è dato alla fuga. Si tratta di un neopatentato, rintracciato poco dopo dagli agenti della Polizia Stradale di Casalecchio di Reno, che erano intervenuti per i rilievi nella zona dell’Arcoveggio, alla periferia della città. Era da poco trascorsa la mezzanotte, quando il ragazzo, che si trovava alla guida di una Cinquecento con alcuni amici, ha investito l’uomo di 50 anni mentre stava attraversando sulle strisce. Ferito in maniera non troppo seria – e questo ha evitato al giovane pirata il carcere – il pedone è stato ricoverato all’ospedale Maggiore con alcune fratture, non prima però di indicare alcune cifre della targa agli agenti arrivati sul posto. La caccia telematica ha dato subito i suoi frutti, e pochi minuti dopo i poliziotti hanno dato la sveglia al delinquente, che si credeva già al sicuro nel letto della casa di famiglia a Calderara di Reno. Il giovane corsaro della tangenziale aveva già avuto la patente sospesa per guida in stato di ebbrezza, ma dopo aver ammesso di essere lui l’autore dell’investimento del pedone, che ha ricevuto una prognosi di 30 giorni, ha avuto anche la faccia tosta di esibire un’assicurazione falsa. È stato ovviamente denunciato anche per questo. (ASAPS).

IL SECOLO XIX
«Quella ragazza non poteva entrare»
VIOLENTATA IN DISCOTECA A GENOVA La giovane ancora sotto choc. Confesercenti: impossibile chiedere i documenti a tutti
La questura: nei locali da ballo solo chi ha superato i 16 anni
Genova Marina non doveva essere al "Changò", una delle discoteche del centro di Genova, l’unica aperta il sabato pomeriggio. A neanche 14 anni non si può entrare, «lo dice la legge» ricorda Carmela Aprea, dirigente della polizia amministrativa della questura: «Bisogna almeno averne 16». Non importa che al bar non si servano alcolici, che la musica non sia poi così alta e che le frequentazioni siano selezionate. Marina (il nome è di fantasia) doveva essere altrove. Per i genitori lo era. Per gli amici che ballavano con lei non era in pericolo quando se n’è andata in disparte con quel ragazzo. In realtà lo era eccome. Di lì a poco sarebbe stata violentata, in modo brutale, in un bagno di un metro quadrato o poco più. Le urla frenate dalle mura, dalla musica, dalle mani premute sulla bocca.
Il giovane arrestato dalla polizia, dopo essere stato bloccato dalla sorveglianza del locale, «rischia da sei a dodici anni di carcere», avverte l’avvocato Maria Borra: «Con gli sconti di pena e il patteggiamento potrebbe rimediare una condanna a due anni e otto mesi». Ma non è solo il procedimento penale a essere partito. Il locale di via Ceccardi rischia un provvedimento di chiusura temporanea per ciò che è avvenuto al suo interno e per l’età di alcuni dei protagonisti, ma soprattutto per quella della vittima. Il commissariato Centro ha inviato una relazione sull’accaduto alla divisione di polizia amministrativa della questura: «In queste ore decideremo il da farsi», spiega il dirigente, Carmela Aprea. «Purtroppo non siamo in grado di chiedere i documenti all’ingresso (*) - mette le mani avanti Cesare Groppi, di Confesercenti, a nome della categoria - Gestire un locale è difficile ed è impossibile prevedere che cosa sono in grado di fare questi ragazzi. Mi metto nei panni del titolare: ha fatto il suo dovere fino in fondo. Quando si è accorto di quello che è accaduto ha fermato il giovane e l’ha consegnato alla polizia». La ragazzina genovese, sempre in stato di choc, ieri è stata dimessa dall’ospedale Gaslini e forse già da oggi tornerà a scuola: «Voglio capire come sia potuto succedere», ha chiesto ai poliziotti il padre, semplicemente. L’albanese, un immigrato irregolare, senza permesso di soggiorno, è stato rinchiuso nel carcere di Marassi con la grave accusa di violenza sessuale su minore. Sul suo corpo sono stati riscontrati graffi e segni di unghiate con le quali la sua vittima ha tentato di difendersi. È in isolamento, guardato a vista. Piange.
Oggi ci sarà l’udienza di convalida dell’arresto, domani il primo interrogatorio davanti al sostituto procuratore Anna Canepa, titolare dell’inchiesta.
La ricostruzione degli inquirenti è già definita. La giovane è stata avvicinata dall’albanese sulla pista da ballo, la ragazzina è stata portata su un divanetto in disparte e poi nei bagni. Qui è avvenuta la violenza. L’aggressore è tornato in pista subito dopo ed è lì che gli uomini della sorveglianza lo hanno bloccato, dopo essere stati chiamati da un’amica di Marina, trovata sanguinante nella toilette.     Graziano Cetara
 
(*) Nota: non sono in grado? Perché? I soldi del biglietto però li chiedono... La ragazzina violentata aveva meno di 14 anni!!! .
IL SECOLO XIX
La febbre del sabato pomeriggio «Nessuno ci chiede l’età cerchiamo di difenderci da sole»

La differenza è la seguente, per le ragazze del Changò: «I quindicenni ti chiedono di ballare, ti avvicinano e ti dicono: vuoi conoscere il mio amico? I diciottenni ti si piazzano davanti e si mettono a ballare senza permesso». La strafottenza, il potere della maggiore età insomma. E questo non piace, divide. Quasi un fatto generazionale. Se ci pensi quasi un gesto antico, come quel "permette signorina?" che rapiva dalla "tappezzeria" le mamme, anzi le nonne delle ragazze del Changò.
«Documenti? No, nessuno ci ha mai chiesto i documenti». Un po’ di smarrimento. Sarebbe vietato sotto i sedici anni. Leggi, divieti, deroghe boh... Non è incluso nella cronaca di un sabato pomeriggio. Che è senza febbre. Alle tre si comincia e la musica per un’ora è pacata. Alle quattro sono entrati tutti. Duecento, trecento. A volte cinquecento, soprattutto quando ci sono le feste di inaugurazione che coincidono con l’apertura del locale dopo una pausa estiva o natalizia. Allora l’ingresso è gratis. «Non c’è neppure da sborsare i soliti otto euro dove ci sta dentro il guardaroba e una consumazione gratis. Analcolici, coca cola, succhi di frutta. Ma anche birra». Qualcuno si ubriaca? «Se uno ha tanti soldi da spendere sì».(*) Pasticche, spacciatori? «Mai visti». Risse, mani addosso? «Dentro no, fuori sì. A volte loro si aspettano fuori». Sono quelli che i vigilantes hanno scaricato all’aperto per cattivo comportamento.
I trecento ballano, il dj incalza, si va avanti ininterrottamente dalle quattro alle cinque ore, sorvegliati da un paio di buttafuori che scivolano dalle luci della pista alla penombra dei divanetti. Lì ci si bacia, e stop. «Una volta c’era uno sdraiato e una sopra, il buttafuori li ha fatti smettere».
Lì ci si incontra meglio che altrove, e si intrecciano storie brevissime e intermittenti come le luci della pista. Certo può capitare che «uno ti allunghi il numero del cellulare mentre sei per la Fiumara», luogo non-luogo di approcci. Ma la pista, la musica, è altro fascino, è altra cornice. Il divertimento si chiama anche Party Nutella, dall’intuitivo svolgimento, Fermoposta gioco con numeri appesi sulle felpe per essere identificati come mittenti di un messaggio, e il Cellulare Party dove vinci una ricarica, se ti va bene. Sabato non c’erano feste né intrattenimenti, mentre una bambina veniva violentata. Quattordici anni non sono ancora età del dubbio, si crede totalmente al mondo, alla bellezza della sua scoperta. Ma come può succedere? Anche per chi era distante dalle urla, frastornato dalla disco-radio, qualcosa si è infranto per sempre sul pavimento di un bagno pubblico.
Tutto senza rischi, dunque, di sabato pomeriggio perché la notte non porta solo consigli, porta anche timori. E comunque divieti. Il pomeriggio no, è l’innocente ora in cui si esce anche da scuola. Eppure nel buio dei divanetti le ragazze del Changò evitano accuratamente di stare da sole, "viaggiano" in gruppo, al bagno come in pista, in una sorta di autoprotezione raccomandata dalle mamme ma anche da un sano istinto di sopravvivenza. «L’altro sabato lei era sul divanetto con il suo ragazzo. Mica le stavamo addosso, ma non ci perdiamo mai di vista».
Poi c’è quella di 13 anni che sale sul palco con «minigonne spaziali e le canotte invece della maglietta» e il modo di ballare e il modo di vestire, il modo di proporsi, il modo di invitare colpisce anche le coetanee. Che non giudicano, ma arretrano. Ma da che mondo e mondo c’è chi usa ali dai colori sgargianti e chi no. Non sono comunque lolite, non sono ninfette. È solo un volo più spiccato.
Donata Bonometti
(*) Nota: ma come, l’articolo precedente diceva che non c’erano alcolici. La birra non viene considerata alcolica?.

ADNKRONOS.IT
NOTIZIE FLASH: 3/A EDIZIONE - L’ESTERO
Lahore - Il consueto tragico bilancio di morti e feriti non ha scalfito l’eccitazione e l’entusiasmo che in questi giorni hanno travolto Lahore, la capitale culturale del Pakistan, teatro della tradizionale festa del Basant. Le celebrazioni, che sanciscono la fine dell’inverno e l’avvento della primavera, sono l’occasione per centinaia di migliaia di persone per riversarsi nelle strade, partecipare alle numerose feste, salire sui tetti della spettacolare ’citta’ vecchia’ e osservare le migliaia di aquiloni che affollano il cielo ingaggiando battaglia al grido di ’bo kata!’ (’tagliato!). Proprio la passione per gli aquiloni uno degli ingredienti principali del Basant, oltre alla musica, al cibo e, sempre piu’ frequentemente l’alcol, severamente vietato in questo Paese, e’ la principale causa dei 22 morti e oltre 200 feriti fatti registrare quest’anno durante il festival.
 
VIRGILIO.IT
GB/ PILOTA PACHISTANO ARRESTATO, TROPPO ALCOL NEL SANGUE
Volo diretto in Pakistan, con 350 passeggeri a bordo
Manchester (Gran Bretagna), 7 feb. (Ap) - Un pilota pachistano, che stava per decollare ai comandi di un aereo con 350 passeggeri a bordo, è stato arrestato sabato dalla polizia britannica dopo essere stato sottoposto al test dell’alcol. La polizia dichiara oggi che la concentrazione di alcol nel sangue dell’uomo era superiore alla norma. Il pilota, 51 anni, avrebbe dovuto guidare un Boeing 747 della Pakistan International Airlines da Manchester a Lahore, Pakistan.
Dopo essere stato trattenuto per qualche ora, l’uomo è stato liberato su cauzione. Dovrà presentarsi di nuovo alla polizia il 24 marzo, dichiara il portavoce della polizia; nel frattempo gli è stato concesso di tornare in patria.
I passeggeri del volo in questione, che avrebbe dovuto decollare sabato alle 10.40 del mattino, hanno dovuto aspettare sulla pista di decollo finché non è stato trovato un sostituto del pilota. Il volo è partito con un ritardo di 90 minuti.
E’ una legge recentemente nuova - introdotta lo scorso marzo - , quella che consente alla polizia britannica di effettuare il test alcolico ai piloti ed ai membri dell’equipaggio prima del decollo. Il limite ammesso è di 20 milligrammi di alcol ogni 100 di sangue; la condanna può andare da una multa (fino alle 5mila sterline, 7.300 euro), alla prigione (fino ad un massimo di due anni). Non si sa di quanto il test del pilota pachistano superasse le norme.
CLARENCE NEWS
CALCIO: GERMANIA, ARBITRO UBRIACO LASCIA IL CAMPO E SE NE VA
Amburgo, 7 feb. - (Adnkronos) - Un arbitro tedesco è stato fermato mentre, in stato di ubriachezza, era alla guida della sua auto. Quando è stato intercettato dalla polizia nei pressi di Amburgo, il direttore di gara era ancora in tenuta agonistica. A quanto pare era appena fuggito dal campo dove avrebbe dovuto arbitrare l’incontro tra le formazioni del Voran Ohe e del Fatihspor, valido per il campionato regionale. Prima di allontanarsi improvvisamente, l’arbitro aveva espulso quattro giocatori. Il direttore di gara è stato bloccato mentre cercava di tornare a casa. Le analisi del sangue hanno evidenziato un livello di alcool triplo rispetto al massimo consentito dalla legge tedesca.
LA STAMPA
Bere troppo uccide
LE DOSI SUGGERITE DAI MEDICI
SUPERALCOLICI Un bicchierino, di whisky, per esempio dopo cena, non fa certo male. Una modera... (*)
 
(*) Nota: “Bere troppo uccide quasi come il fumo”. È il titolo di un articolo di oggi della Stampa, che parla di morte provocata dall’alcol con un’incidenza del 4% contro il 4,1 delle sigarette. Tra le "dosi suggerite dai medici": massimo tre boccali di birra al giorno, quattro bicchieri di vino, tre bicchierini di superalcolico.
L’articolo non dice che questi "suggerimenti" dei medici sono alternativi uno all’altro, così chi legge può pensare di proteggre la propria salute bevendo ogni giorno "solo" tre boccali di birra, quattro bicchieri di vino e tre bicchieri di superalcolico.
E alla moglie esasperata che lo sgrida, potrà rispondere : "taci, ignorante, c’è scritto sul giornale, lo dicono i medici"!
Come riuscire a sfruttare perfino una ricerca che parla seriamente dei problemi del bere per promuovere le bevande alcoliche.
IL RESTO DEL CARLINO (Ferrara)
Codigoro Riunione degli alcolisti
 
BRESCIA OGGI
Alcol: la Polstrada ha ritirato 12 patenti
 

CORRIERE DEL VENETO
Ubriaco picchia 4 agenti, fermato
 
LA GAZZETTA DI MANTOVA
evitati gli incidenti, nonostante i tifosi ubriachi
 
IL PICCOLO DI TRIESTE
<alcol e guida? la prevenzione degli incidenti non è coerente>
 
CORRIERE DELLA SERA
Alcoolismo e alterazioni della sfera sessuale
 
IL TIRRENO
ubriaco, gira nudo per firenze
sequestrate centinaia di bottiglie
 

CORRIERE ADRIATICO
Chiuso all’interno dell’auto Ubriaco chiede di restare solo


Martedì, 08 Febbraio 2005
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