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Rassegna stampa alcol e guida del 1 febbraio 2005

RASSEGNA STAMPA "ALCOL E GUIDA"

Note a cura di Alessandro Sbarbada
Servitore-insegnante in un Club degli Alcolisti in trattamento a Mantova.


CORRIERE SALUTE del 30 gennaio 2005
LA POSTA
PARLARE DI ALCOL NON SIGNIFICA FARE PUBBLICITA’

Giordano Biserni ci scrive:
L’ultimo numero di "Corriere Salute" riporta un articolo che sostiene la decisione del Ministro Sirchia di intraprendere anche una lotta contro l’alcol...
... Mi lascia perplesso l’esplicito atteggiamento di difesa del vino, sostenuta anche alla luce, viene scritto, delle sue "virtù salutistiche, su cui c’è largo accordo, sempre che venga assunto a dosi moderate".
Sulle sue virtù salutistiche, a "dosi moderate", la comunità scientifica internazionale non ha trovato alcun accordo. Una delle ricerche che sono state più propagandate per dimostrare gli effetti benefici dell’alcol, diceva che "con un consumo pari a un bicchiere al giorno, la portata del beneficio in relazione alle malattie cardiovascolari viene annullata dall’aumento di insorgenza di cancro, soprattutto a gola, stomaco, tratto urinario e cervello. Il tasso di mortalità sale invece per entrambe le malattie dove si è rilevato un consumo di due o più bicchieri al giorno"... fare "lotta all’alcol" e difendere le bevande alcoliche, a partire dal vino è pura propaganda, inutile e senza senso.
 
Risponde Luigi Ripamonti.
L’articolo aveva l’inequivocabile scopo di stigmatizzare il pericolo dell’alcol. Sulle virtù, o meno, del vino a dosi moderate è giusto discutere. Noi abbiamo fatto riferimento alle Linee Guida 2003 dell’Istituto Nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione (pag. 50).
Appare curiosa, invece, l’accusa di propaganda a chi invoca la proibizione totale della pubblicità degli alcolici. (*)
 
(*) Nota: vi copio la risposta, inviata oggi pomeriggio a Corriere Salute.
Gentile Luigi Ripamonti,
sono Alessandro Sbarbada, avevo scritto io (e non Giordano Biserni, come erroneamente indicato sul giornale) la lettera a Corriere Salute a proposito dell’alcol.
Evidentemente mi sono espresso male, forse per motivi di sintesi, di questo chiedo scusa.
La mia preoccupazione era rivolta al Governo, che starebbe per intraprendere questa campagna contro l’alcol: per "propaganda" non intendevo pubblicità all’alcol, intendevo propaganda politica, poter dire "abbiamo fatto anche la lotta all’alcol", senza invece avere inciso minimamente sul problema.
Cercherò di spiegarmi meglio.
Qualche tempo fa il Ministero della Salute lanciò la campagna "Amici ma non dell’alcol".
Il 23 settembre 2004 l’onorevole Marcora, in una interrogazione parlamentare, contestò questa campagna, perchè poteva avere effetti negativi sulla produzione ed il commercio di vino.
Il rappresentante del Governo, onorevole Delfino (sottosegretario al Ministero delle Politiche Agricole) rispose che negli spot erano stati ben attenti a non ricondurre in alcun modo al consumo di vino, rassicurando sull’impegno del nostro Governo, anche per il futuro, a promuovere il vino.
Forse le Linee Guida 2003 dell’Istituto Nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione vanno in questa direzione...
Ecco perchè, di fronte ai buoni propositi del Ministro Sirchia, io ho qualche preoccupazione.
Abbiamo un governo che vuole fare la lotta all’alcol promuovendo il vino: è una stupidaggine.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità dice chiaramente che per ridurre i problemi è necessario ridurre i consumi.
I problemi alcolcorrelati in Italia sono per i due terzi vinocorrelati, la "lotta all’alcol" non ha senso, perchè nessuno beve "alcol", le persone assumono alcol attraverso le bevande alcoliche, e in Italia il vino è quella più consumata.
E’ una questione comunicazione: se si parla di "lotta all’alcol" sono tutti contenti, se si tocca il vino succede la rivoluzione, ma le persone bevono vino, non alcol.
Naturalmente non si tratta di demonizzare il vino, è chiaro e siamo tutti d’accordo su questo, si tratta però di chiamare le cose con il loro nome, si tratta di fare informazione seria, per proteggere e promuovere la salute dei cittadini, senza farsi influenzare dagli interessi dell’industria.
Mi consideri a sua disposizione per ogni ulteriore informazione o chiarimento in merito.
La ringrazio per l’attenzione che ha voluto dedicare a questo problema, che in Italia coinvolge milioni di persone, giovani e non, e cordialmente la saluto.
Alessandro Sbarbada.
IL SECOLO XIX
Ore disperate per Mattia

Schianto sull’Aurelia. Il conducente dell’auto, illeso, è stato denunciato per guida in stato d’ebbrezza
E’ sempre in fin di vita lo studente loanese di 18 anni
 
Pietra E’ appesa a un filo la vita di Mattia Pavarino, lo studente di 18 anni di Loano, ricoverato in un letto del reparto di rianimazione dell’ospedale Santa Corona. Il giovane è rimasto ferito nell’incidente stradale accaduto domenica notte sull’Aurelia tra Albenga e Ceriale, insieme ad altri quattro amici, mentre ritornava da una serata trascorsa nell’Albenganese. L’auto sulla quale viaggiava è finita fuori strada schiantandosi contro il guard-rail. Il conducente, un amico di 20 anni, è stato denunciato dai carabinieri per guida in stato di ebbrezza, ma la sua posizione potrebbe ulteriormente aggravarsi.
L’équipe medica del primario Alessandro Dagnino spera di poter salvare la vita al diciottenne loanese che già nella giornata di domenica scorsa è stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico alla testa. Tutti stanno vivendo ore d’angoscia per lui. Nella saletta della rianimazione si sono avvicendati sia ieri mattina sia nel pomeriggio, oltre ai famigliari del ragazzo, il padre Piergiorgio e la madre Giuseppina, anche diversi compagni di scuola: Mattia frequenta il liceo "Issel", nel centro di Finale.
Proprio a scuola, ieri mattina, non si parlava d’altro. Mattia ha un fratello, Loris, di quattro anni più giovane e una sorellina Greta, di appena un anno. In passato frequentava la parrocchia di San Giovanni Battista in via Chiesa. Tutti lo ricordano come un ragazzo molto in gamba, che partecipava con grande entusiasmo anche alle attività parrocchiali. Ora vive con la famiglia in via Gozzano, una zona più a ponente di Loano.
Lo conosce don Luciano Pizzo, il parroco di Pio X che ieri mattina ha fatto visita ai suoi genitori. «Una famiglia semplice, molto unita».
I carabinieri della compagnia di Albenga, delegati dalla procura di Savona di compiere indagini, stanno ancora svolgendo accertamenti per capire le modalità dell’incidente. E’ stato appurato che la Citroen Saxò sulla quale si trovava Mattia viaggiava a velocità sostenuta. Come è stato accertato che L.B., il ventenne nativo di Finale, ma residente a Orco Feglino, che si trovava al volante dell’auto, e rimasto praticamente illeso, in base alle analisi di laboratorio richieste dagli stessi carabinieri, guidava con un tasso d’alcol nel sangue superiore al normale.
Il terribile schianto si è verificato all’altezza del supermercato Famila. Della Citroen è rimasto veramente poco o nulla. Tuttavia la magistratura ne ha disposto il sequestro e il ricovero temporaneo presso il deposito del soccorso stradale di Vincenzo Bellomo a Cisano sul Neva.
Sull’auto viaggiavano anche D. V., 18 anni, abitante a Calice Ligure, pure lui ricoverato in prognosi riservata, ma in via cautelativa, all’ospedale Santa Corona. Meno peggio è andata a D. G., 20 anni, e R. R., 18 anni, entrambi finalesi, che sono stati medicati al pronto soccorso e giudicati guaribili rispettivamente in 15 e 3 giorni.
Secondo quanto hanno ricostruito i carabinieri del reparto radiomobile, il conducente avrebbe perso il controllo della vettura che dopo aver sbandato si è schiantata contro il guard-rail che delimita la carreggiata stradale nei pressi del centro commerciale. In seguito all’urto Mattia e D.V. che viaggiano sul sedile posteriore insieme a D.G., sono stati sbalzati fuori dall’abitacolo. Altri due automobilisti di passaggio hanno visto la vettura fuori strada con i cinque ragazzi che si lamentavano per le ferite riportate. I soccorsi sono stati difficili. Per liberare i tre ragazzi rimasti all’interno dell’auto sono dovuti intervenire i vigili del fuoco che si sono subito resi conto che a destare le preoccupazioni maggiori erano le condizioni di Mattia, privo di conoscenza.    Giò Barbera.

LA SICILIA (Palermo)
IL FATTO.   Cresce il consumo tra i giovani. L’Asl 6 in prima linea per prevenzione e informazione
Alcol, è allarme teen-ager
Antonio Fiasconaro
Dopo il fumo, ecco un’altra «crociata», quella contro l’alcol.
Così, mentre il ministero della Salute ha pronto un piano di educazione alla salute che mira ad informare ragazzi ed adolscenti ai danni che provoca l’alcol, l’Asl 6 da sempre è in prima linea nell’affrontare questo fenomeno che preoccupa non poco medici, psicologi, sociologi.
«Noi siamo attenti a questo fenomeno – spiega Giorgio Serio, responsabile del Dipartimento Dipendenze Patologiche dell’Asl 6 – direttamente a contatto con i ragazzi delle scuole superiori dove periodicamente si svolgono lezioni sulla prevenzione e naturalmente sul fenomeno dell’alcolismo sui giovani che oggi è notevolmente aumentato rispetto al passato».
Il ministro della Salute, Girolamo Sirchia a tal riguardo è stato chiaro, abbastanza categorico: «La tendenza al consumo di alcolici nel nostro Paese sta aumentando, anche nei giovanissimi, e dobbiamo in qualche modo contenerla. Cominceremo una campagna adesso. Tutto il mondo sta investendo in prevenzione e seguiamo anche noi questa strada – ha ricordato –. Abbiamo un Piano che la Finanziaria ci obbliga ad attuare e che facciamo volentieri», per difendere gli italiani da «una serie di complicanze dovute a stili di vita inappropriati, che generano dolore e malattie. E una priorità - ha concluso - e certo la lotta all’alcol tra i giovani, ai quali bere fa molto male».
Giorgio Serio è convinto che l’azione svolta in questi anni dall’Asl 6 è abbastanza proficua, però sottolinea pure che «il fenomeno è nettamente in aumento con il mascheramento dei consumi problematici e dei comportamenti di vera dipendenza e di stili di vita ed atteggiamenti culturali».
Al bando, quindi, tra i giovani l’alcol che è davvero dilagante in città soprattutto nei pub e nei cosiddetti ritrovi-party a base di bevande alcoliche.
«Noi abbiamo bisogno di uno Stato – aggiunge Serio – che contemporaneamente sa essere sufficientemente repressore ma anche in grado di trasmettere e organizzare servizi e metodologie di intervento. Siccome fare un provvedimento di repressione è più facile ma poi non è seguita il più delle volte da nessun altra iniziativa, quindi quelle del ministero della Salute sono iniziative che da un certo punto di vista possono avere una loro relativa efficacia ma, in realtà in moltissimi casi, poi alla fine questa efficacia si perde da sola».
Tra i progetti dell’Asl 6 c’è anche quello di un progetto regionale sugli interventi nelle discoteche e nei ritrovi frequentati da adolescenti e ragazzi.
«Abbiamo formato – aggiunge Giorgio Serio – gli operatori delle discoteche. Purtroppo in Italia sul problema alcol c’è la totale schizofrenia, da un lato le decisioni dei promotori della salute, dall’altra lo sviluppo culturale e commerciale che favorisce l’uso di alcolici».
Intanto, la Società italiana dei pediatri è d’accordo con le linee guida del ministero sulla necessità di ridurre gli spot televisivi che reclamizzano i prodotti alcolici.
Ma i numero sul fenomeno sono davvero drammatici ed allo stesso tempo allarmanti.
Secondo i dati diffusi dall’Istituto Superiore di Sanità, in Italia sono circa 800 mila gli adolescenti che consumano alcol e, tra questi, il 7 per cento ha ammesso di bere fino ad ubriacarsi almeno tre volte a settimana.

L’ADIGE
Lei, una badante ucraina di 50 anni era un po´ alticcia

Lei, una badante ucraina di 50 anni era un po´ alticcia dopo aver pranzato a casa di una connazionale. Lui, extracomunitario marocchino che la conosceva, l´ha incontrata in città. Volendo essere buoni si potrebbe dire che può aver scambiato la sua allegria come disponibilità ad andare oltre al rapporto di semplice amicizia. Di certo l´uomo ha deciso di approfittare di lei e del suo status di clandestina, picchiandola, violentandola e rapinandola della borsetta.
Autore della brutale aggressione consumatasi a Maso Mirabel, in via Brescia, Ahamed Khattabi, 38 anni marocchino già conosciuto dalle forze dell´ordine e domiciliato presso l´Opera Bonomelli. È stato lì che domenica sera gli uomini della squadra volante e della squadra mobile lo hanno trovato e sottoposto a fermo di polizia giudiziaria.
Come anticipato, i fatti risalgono a domenica pomeriggio. Alle 16.30 una persona residente in via Brescia ha segnalato al 113 la presenza di una donna con un pellicciotto a tre quarti e i collant strappati che in apparente stato confusionale suonava i campanelli delle case. La volante è intervenuta in pochi istanti ed ha trovato la signora su un giroscale, lo zigomo destro tumefatto e l´occhio sinistro semi-chiuso. La donna, risultata essere una badante ucraina senza permesso di soggiorno, ha raccontato il suo pomeriggio d´inferno e la visita a cui è stata sottoposta poco dopo al pronto soccorso dell´ospedale S.Chiara, ne ha confermato anche i dettagli più ripugnanti accertando la violenza sessuale.
La donna ha riferito di aver mangiato a mezzogiorno da un´amica sua connazionale e di aver bevuto qualche bicchiere di troppo. Recatasi un po´ allegra in città, in piazza Dante ha incrociato Ahmed Khattabi, il quale, con la scusa di averle da riferire qualcosa riguardo il suo compagno (che la donna aveva conosciuto a casa del marocchino), l´ha caricata in macchina l´ha portata fino ad una casa abbandonata in via Brescia. Qui, dopo averla minacciata e picchiata, l´ha aggredita e sottoposta a violenza sessuale, quindi si è allontanato portandole via la borsetta contente alcune decine di euro.
Con il volto tumefatto, i vestiti strappati e in preda a shock la donna è stata avvistata da una persona che ha chiamato la polizia. A trasportarla al pronto soccorso dell´ospedale S.Chiara sono stati gli stessi poliziotti. Lì i sanitari hanno accertato la violenza ed emesso una prognosi di 20 giorni. Grazie all´aiuto del convivente della donna, la polizia, appurato che il presunto aggressore risultava clandestino, ha avviato dei controlli nei centri di accoglienza della città. Alla fine Ahmed Khattabi, 38 anni, già conosciuto dalle forze dell´ ordine, è stato individuato e bloccato al Centro Bonomelli e condotto in questura in stato di fermo di polizia giudiziaria. Sul posto della violenza, gli uomini della volante e della mobile, ad ulteriore conferma delle responsabilità del fermato, hanno rinvenuto la borsetta della badante, un paio di fuseaux e la cintura del Khattabi, usata dall´uomo per picchiare la sua vittima.  P.G.

LA PROVINCIA DI CREMONA
Col pullman contro una casa
Guidava alticcio: patente ko Casalmaggiore. Dal carcere al giudice di pace

di Davide Bazzani CASALMAGGIORE — Ha suscitato curiosità, ieri mattina, la presenza di un furgone della polizia penitenziaria davanti alla sede del Giudice di Pace. Un fatto non casuale, ma determinato dall’accompagnamento nell’aula delle udienze penali di V.C. (attualmente in carcere a Cremona per violenza, resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale), chiamato a rispondere di guida in stato di ebbrezza. V.C., residente a Casalmaggiore, è stato portato in manette nell’aula da tre agenti di polizia penitenziaria (manette che poi, al momento dell’udienza, gli sono state tolte). L’uomo è stato infine condannato dal giudice Beatrice Ghillani al pagamento di 1500 euro e alla sospensione della patente per tre mesi, così come richiesto dal pubblico ministero Loris Moretto. Prima della sentenza, era stata ascoltata la testimonianza di un appuntato dei carabinieri intervenuto il 29 giugno 2003 sul luogo in cui si erano svolti i fatti. V.C. era stato trovato alticcio dopo che, alla guida di un pullman, era finito contro lo spigolo di una casa a Villanova, frazione di Rivarolo del Re.

IL GAZZETTINO
STATI UNITI Birra alla caffeina, debutto polemico

Il massimo produttore di birra negli Usa, la Anheuser-Busch, ha messo in commercio una birra che contiene caffeina. La nuova birra si chiama Be e, venduta in lattine da un terzo di litro, contiene 54 milligrammi di caffeina, circa la metà della dose di un normale caffé americano. Il lancio della nuova birra ha provocato qualche polemica: oggi il Washington Post suggerisce che l’alto contenuto in caffeina possa far aumentare i consumi individuali con conseguenze sgradevoli per sè e per il prossimo.

CORRIERE ADRIATICO
L’allarme di una madre alla vista della figlia ventenne priva di sensi. Indagini della Questura
“L’hanno stuprata”. Era ubriaca

Ha temuto che avessero violentato sua figlia, che l’avessero drogata in discoteca per poi approfittare di lei. Una mamma pesarese ha fatto scattare l’allarme, coinvolgendo il pronto soccorso e mobilitando la squadra mobile della Questura, alla vista delle condizioni pietose della figlia ventenne reduce dal sabato sera. La ragazza è stata trovata nel giardino di casa priva di sensi. Ma gli accertamenti sanitari e le indagini hanno fugato ogni timore, escludendo che la giovane avesse subito una violenza sessuale. Più semplicemente aveva rimediato una colossale sbornia, che le impediva anche di stare in piedi.
E’ accaduto domenica mattina a Pesaro. La ventenne, studentessa universitaria che vive in città con la madre, era stata portata a casa all’alba da un accompagnatore. Secondo la ricostruzione della polizia, la ragazza era scesa dall’auto al suo indirizzo ma poi non era riuscita ad arrivare all’uscio accasciandosi nel giardino. Erano stati i vicini di casa ad accorgersi della studentessa sdraiata tra le aiuole e a telefonare alla madre, che a sua volta era fuori casa.
Rientrata precipitosamente, la donna si è allarmata nel vedere le condizioni della figlia, che non aveva la minima forza e non riusciva a parlare. Mentre si prendeva cura di lei, facendola riposare, è stata assalita dai dubbi più insidiosi. Con chi era uscita la figlia? Dove era andata? Che cosa le avevano somministrato? E soprattutto che cosa le avevano fatto? La donna ha pensato che la ragazza fosse stata drogata con una di quelle sostanze che fanno superare le inibizioni sessuali. Le risposte, confuse ed evasive, ricevute dalla figlia quando si è ripresa dal torpore non l’hanno rassicurata. Così domenica pomeriggio ha portata la ragazza al pronto soccorso perché le analisi riscontrassero i suoi sospetti sulla droga e lo stupro. Il caso è stato doverosamente segnalato alla squadra mobile, che ha rintracciato e interrogato l’accompagnatore, il quale - confortato dai riscontri sanitari - ha spiegato che la sera prima era stato con la ragazza in quattro locali diversi a bere qualche bicchiere. Uno scenario ben diverso da quello prefigurato. “La madre temeva che la ragazza fosse rimasta vittima di quella nuova droga da discoteca, che si chiama “scoop” - riassume un dirigente della Questura - invece abbiamo accertato che si trattava della droga più antica, che sconfisse anche Polifemo: il vino rosso”.

IL MATTINO (Benevento)
CASTELVENERE. INIZIATIVA DI SCUOLA E COMUNE
Nel paese del vino, finalmente l’enoteca

CARLO IOVINO Castelvenere. Arriva l’enoteca presso l’Istituto alberghiero Ipsar ”Le streghe” di Castelvenere: la giunta comunale ha dato il placet per i lavori che, con ogni probabilità, partiranno ad inizio del periodo estivo visto che il finanziamento è già disponibile. Aria di soddisfazione per la notizia sia nella scuola, di cui è coordinatrice responsabile Teresa Pietropaolo, che in Comune come confermano il sindaco Mario Scetta ed il presidente del consiglio comunale Salvatore Carlo. Ed è proprio Carlo a spiegare l’importanza di questo intervento: «L’obiettivo dell’amministrazione comunale - precisa il presidente - è quello di migliorare il prodotto primario della nostra economia, che è il vino, attraverso interventi efficaci e mirati, perché riteniamo che il connubio vino di qualità e scuola rappresenti per tutti un investimento sicuro in proiezione futura». Lo stesso presidente del consiglio comunale castelvenerese poi entra nel dettaglio dell’intervento che si andrà a compiere: «Le due sale poste nel siminterrato del plesso principale della scuola saranno ristrutturate ed adibite ad enoteca in modo tale che la struttura stessa possa essere utile sia alla scuola, per appositi corsi, che al paese per eventuali manifestazioni. Per questo, il progetto prevede la realizzazione della scala e della porta d’ingresso al seminterrato nel punto intermedio della doppia rampa di scale che attualmente permette di accedere all’Istituto e che è posta su piazza San Barbato. Questa avrà la doppia funzione di uscita di emergenza e di accesso indipendente dalla scuola stessa». In tema di uscite di sicurezza, un’altra gradita novità: è stato approvato anche il progetto per la realizzazione delle scale esterne nel plesso principale; si affacceranno sull’attuale parco gioco dei bambini che, qualora dovesse andare a buon fine il progetto del piano integrato, sarà spostato in un’altra piazza. Un’ultima notizia riguarda il plesso dell’ex asilo: con parte dei fondi disponibili sarà ultimato un vano al momento incompleto, ricavando un’altra aula.

IL MESSAGGERO (Ostia)
Anzio/L’immigrato è stato difeso dai titolari del locale e da alcuni clienti che hanno poi chiamato la polizia
Vogliono pestarlo: «Via straniero»
Tunisino inseguito da una banda di teppisti si rifugia in una pizzeria

di ANTONELLA MOSCA
Teppismo e razzismo fusi nell’episodio segnalato da alcuni cittadini di Anzio che domenica sera vi hanno assistito. Persone allibite, perchè hanno dovuto far fronte a una banda di giovani urlanti che stava inseguendo un immigrato tunisino, «colpevole» solo di essere uno straniero, pronti a mettere in atto un pestaggio. Chi si è trovato a difendere l’uomo ha anche chiamato le forze dell’ordine che poi lo hanno riaccompagnato a casa. Perchè lui era terrorizzato e non voleva camminare da solo per strada. Ma questo non può accadere ad Anzio, in pieno centro, in una tranquilla domenica di gennaio. Eppure, negli ultimi tempi, in città arrivano segnali inquietanti da frange del mondo giovanile. Atti di teppismo, violenza gratuita, danneggiamenti. Come è accaduto alla stazione ferroviaria, alla sede dell’Avis, a quella della Croce Rossa. Come sta avvenendo di notte in centro. Come è avvenuto l’altra sera fra piazza Pia e piazza Cesare Battisti, quasi davanti al Municipio.
«E’ stata una scena allucinante e allarmante - dice un uomo che si è trovato ad assistervi - perchè quei ragazzi sembravano fuori di sè, non volevano sentire ragioni. Erano cinque o sei, fra i 16 e i 20 anni». Ma ascoltiamo i racconti. «Mi trovavo in una pizzeria - ricorda un’altra persona - quando all’improvviso è entrato un uomo trafelato, che si è nascosto dietro il bancone, chiedendo aiuto. Balbettava che qualcuno lo stava inseguendo e lo voleva picchiare». Lì per lì i gestori del locale e i clienti non hanno neppure afferrato il senso della situazione, ma dopo pochi secondi davanti al negozio è arrivata una banda di giovani scalmanati, eccitati, urlanti. «Avevano delle bottiglie in mano, penso di birra - dice una donna - i capelli rasati, gli orecchini. Ma molti giovani vestono così, non è quello. La cosa orribile era ciò che facevano. Urlavano frasi terribili verso quell’uomo tipo “Sei straniero, vattene da qui”, “Esci fuori che ci pensiamo noi”, “Via da Anzio” e minacciavano di pestarlo».
Quando hanno tentato di entrare nel negozio, un gruppetto di persone si è fatto avanti e li ha arginati, poi è partita una telefonata al 112.
«Non so perchè - dice uno dei clienti - invece dei carabinieri è arrivata una volante della polizia (forse per la sala operativa comune in zona, che smista le varie pattuglie a seconda della vicinanza al luogo in cui è richiesto l’intervento, ndr). Fatto sta che quando abbiamo urlato che stavano arrivando i carabinieri, quelli se la sono squagliata. Così la pattuglia non ha trovato nessuno».
Riacquistata la calma, la gente ha potuto capire che l’uomo, un cittadino tunisino con regolare permesso di soggiorno e che vive da tempo ad Anzio, stava passando in piazza Pia quando è stato apostrofato dal gruppo di giovani. Forse c’è stato un alterco, ma fatto sta che subito dopo la banda ha cercato di bloccarlo e di picchiarlo. Lui si è divincolato ed è fuggito, finchè non ha visto le luci del negozio e vi si è rifugiato chiedendo aiuto. «Alla fine è salito sulla volante - racconta un testimone - perchè era terrorizzato e non voleva tornare a casa da solo».

BYMARCHE.it
CIVITANOVA: Ubriaco denunciato dopo l’incidente.

Alcol e ghiaccio non sono dei buoni ’compagni’ di viaggio, anzi. Sabato sera se n’è avuta un’ulteriore prova, a causa di un incidente stradale avvenuto intorno alle 21, in via Regina Margherita, proprio in pieno centro cittadino. Due auto si sono scontrate ad un incrocio, forunatamente senza gravi conseguenze per i due guidatori. I carabinieri della Radiomobile, intervenuti sul luogo dell’impatto, hanno però rilevato che uno dei due conducenti, un ungherese di 25 anni, si trovava in stato di ebrezza. Perciò il giovane è stato immediatamente denunciato.

LA PROVINCIA DI SONDRIO
Ristampati tutti i dischi dell’etilica band di Shane MacGowan, con i complimenti di Waits e Geldof I magnifici sette degli indimenticabili Pogues

Un brindisi ai Pogues, che si sono ritrovati dopo un lungo periodo di sbandamento e che, ora, vedono ripubblicati tutti i loro album, arricchiti da rarità e inediti nonché da saggi scritti per l’occasione da amici estimatori come Tom Waits, Steve Earle, Jim Jarmusch, Matt Dillon e Bob Geldof. A chi era assente, a chi ha dimenticato quanto erano formidabili gli anni della band più alcolica della storia, ricordiamo che i Pogue Ma Hone (gaelico per "kiss my ass", inglese per...), poi, più semplicemente, Pogues, sono stati degli autentici precursori, negli anni Ottanta, pur facendo riferimento a tradizioni musicali e poetiche ben più antiche di loro. Rifiutavano la perfezione formale dei Chieftains ma anche le influenze californiane del folk rock targato Fairport Convention. I loro modelli erano i Dubliners, amatissimi per quelle canzoni caciarone cantate con voce stentorea ma, sempre, offuscata da qualche pinta di troppo. Un mito era Ewan MacColl, cantore degli umili e degli operai. Ma, soprattutto, amavano i Clash e il punk più scatenato. Da questo connubio nacque Red roses for me, metà composto di brani tradizionali arrangiati con inedita irruenza, metà antologia poetica di Shane MacGowan, tenero e sdentato punkettone con una dentizione inquietante. Seguirono due capolavori assoluti come Rum, sodomy & the lash, con la parodia della Zattera della Medusa di Géricault in copertina (e questa ristampa allinea anche i brani del bellissimo ep Poguetry in motion), e il torrenziale If I should fall from grace with God, che, invece, rende omaggio a Joyce. Poi l’etilismo del leader porta a lavori ancora splendidi ma più, "normali", Peace & love e Hell’s ditch, fino all’allontanamento di MacGowan e alla realizzazione di altri due dischi forse fin troppo ingiuriati all’epoca, Waiting for Herb e Pogue Mahone. Riscoprirli è un dovere, accorgersi di quanto hanno seminato canzoni come Fiesta, The turkish song of the damned o Thousand are sailing una sorpresa, con il senno di poi, innamorarsi di A pair of brown eyes, Rainy night in Soho, Fairytale of New York o Summer in Siam un obbligo. Alessio Brunialti.

L’ADIGE
Sabato sera controllo della polizia amministrativa attivata dalla mobile, al pub «Re di Coppe»
Alcolici ad adolescenti, barista denunciato

È stato sorpreso nel suo locale a servire alcolici a ragazzi minori di 16 anni e per il titolare del pub «Re di Coppe» di piazza Venezia è scattata la denuncia penale. Per l´uomo non è stata l´unica denuncia della serata. I poliziotti della sezione amministrativa gli hanno contestato anche l´inottemperanza all´ordine dell´autorità di non tenere spettacoli danzanti in quanto sprovvisto di regolare licenza.
La cosa forse più grave, però, è che anche per la prima fattispecie di reato - somministrazione di alcolici a minori di anni 16 -, la polizia aveva già denunciato in un recente passato l´uomo.
Il controllo al Day pub «Re di Coppe» è scattato nella serata di sabato scorso. Un paio di poliziotti della squadra mobile che erano fra gli avventori, hanno notato come alcolici e superalcolici venivano serviti anche ad adolescenti di età presuntivamente inferiore a 16 anni. Per fare le verifiche del caso, considerato che al piano interrato c´era pure parecchia gente che ballava, sono stati interessati i colleghi della sezione di polizia amministrativa.
Come si sospettava numerosi giovani che stavano consumando alcolici avevano meno di 16 anni. Stilato un primo verbale per questa violazione, già che c´erano i poliziotti hanno controllato a tappeto il locale verificando che, nonostante una precedente diffida ad ospitare spettacoli danzanti, la saletta al piano interrato del «Re di Coppe» era stata adattata a taverna-discoteca con tanto di dj alla consolle. Gli unici adattamenti richiesti tassativamente dalla legge, però - ad esempio la presenza di uscite di sicurezza - non c´erano e sono seguite altre denunce.

IL GAZZETTINO (Venezia)
Collisione notturna ...

Venezia
Collisione notturna ai Bacini, un ferito grave. Ieri sera, verso le 21.40, un barchino in legno si è scontrato con un motoscafo di linea privo di passeggeri all’altezza dei Bacini dell’Arsenale. L’imbarcazione, della Venice by Boat, che effettua il collegamento notturno tra Venezia e Treporti per conto dell’Actv, stava recandosi alle Fondamenta Nuove per prendere servizio. Improvvisa la collisione con un barchino in legno con a bordo un uomo, di circa 35 anni. Ancora sconosciuta la dinamica dei fatti. Sul posto sono intervenuti il Suem e i carabinieri. Il conducente del barchino, che ha riportato una ferita lacero contusa in regione fronto-parietale sinistra ed aveva una forte alitosi alcolica, era privo di sensi ed è stato immediatamente portato in ospedale, dove è stato intubato. A tarda notte era ancora in corso una valutazione neurologica dei danni.

LA PROVINCIA DI CREMONA
Ostiano. Tensione in piazza, animi accesi dall’alcol
Si scaglia contro i passanti
Bloccato dai carabinieri

OSTIANO — In evidente stato di alterazione mentale, un trentenne residente in paese ha innescato una sorta di rissa sabato sera in paese. In pochi minuti, si è scagliato contro diversi passanti, rendendo necessario l’intervento dei carabinieri della stazione locale. Sono stati proprio gli uomini dell’Arma a bloccare il cremonese per poi portarlo in caserma: identificato, è stato poi rilasciato e la sua posizione è al vaglio. Di sicuro, visto quello che ha combinato, doveva avere alzato un po’ troppo il gomito. Senza motivo, fra le 21 e le 21.30, ha incominciato prima ad insultare tutti quelli che gli transitavano vicino e poi anche ad alzare le mani. L’arrivo dei militari dell’Arma, tempestivo, è stato decisivo proprio per evitare che la situazione degenerasse ulteriormente.

IL GAZZETTINO (Vicenza)
Otto mesi per l’aggressione agli agenti
Il pubblico ministero aveva chiesto una pena di 19 mesi, il giudice Stefano Furlani, dopo avergli negato la sospensione condizionale, lo ha condannato a otto mesi di reclusione, al pagamento delle spese processuali e del mantenimento in carcere. Franco Spagnolo, 33 anni, artigiano di San Bonifacio (Vr), avrà inoltre l’obbligo di dimora notturna nel comune di Veronella, dalle 20 alle 6. Spagnolo, domenica 22 gennaio, si era reso protagonista di una furiosa zuffa al "Gilda", un locale notturno in via del Commercio, in zona industriale a Vicenza. Alcol, stanchezza e arroganza sono stati una miscela esplosiva: prima la bega con un dipendente della discoteca, quindi l’aggressione a un poliziotto in borghese che si era qualificato per tentare di sedare gli animi. Quindi, calci e ginocchiate anche ai due agenti delle volanti intervenuti dopo la chiamata al 113. E per finire, dopo l’arresto, una crisi di nervi nella stanzetta di sicurezza della questura, in attesa di essere portato in cella al San Pio X. Ieri il processo per direttissima.
IL GIORNALE DI VICENZA
Torrebelvicino. Sono precipitati con l’auto nel canale
In tre nella roggia gelida Salvi con qualche graffio

A Pievebelvicino sono accorsi anche gli avventori della birreria
(m. sar.) Ha dell’incredibile quanto accaduto nella notte fra sabato e domenica a Pievebelvicino, frazione di Torrebelvicino. La Bmw condotta da A.M. di Schio, 30 anni, con a bordo tre amici di età compresa fra i 24 e 32 anni, proveniente da Torrebelvicino in direzione Schio, sbandava vistosamente su un tratto di strada di via Rillaro, in corrispondenza della birreria Monti d’Oro. L’auto finiva nel fosso adiacente dove scorre la Roggia Maestra, il corso d’acqua che storicamente lambisce e alimenta i lanifici della zona scledense, tanto da diventare percorso museale. Alcune coincidenze hanno consentito che l’incidente si risolvesse senza particolari conseguenze fisiche. Intanto la roggia, a causa delle temperature rigide di questo periodo, è ben al di sotto del metro e mezzo di livello d’acqua possibile nelle piene. Inoltre, dato l’orario (era da poco passata la mezzanotte), la vicina birreria era ancora aperta e clientela e proprietari si sono immediatamente accorti di cosa stava succedendo, prestando i primi soccorsi e lanciando l’allarme. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco per trarre in salvo i passeggeri e una pattuglia della polizia municipale per i rilievi.
Sottoposto a test alcolemico, il conducente è risultato positivo, facendo riscontrare 0,93 grammi - litro di alcol. Per A.M. scatta la denuncia per guida in stato di ebbrezza e il ritiro della patente. Per tutti e quattro resta solo un grande spavento e la consapevolezza che poteva andare assai peggio. Una Roggia Maestra con portata normale si sarebbe rivelata letale, invece i quattro occupanti scledensi sono rimasti pressochè illesi, tanto che nessuno di loro è dovuto ricorrere a cure mediche. Giustificato dunque il sospiro di sollievo con cui vittime e soccorritori hanno concluso le operazioni di salvataggio

LA SICILIA (Agrigento)
la festa si avvicina
Carnevale, varato il programma
g.p.) - Prenderà il via il prossimo sabato la ventesima edizione del carnevale licatese. Ad organizzare la kermesse carnascialesca, anche quest’anno, sarà il gruppo Rinascita. All’allestimento dei carri hanno contribuito anche la Fenapi, e la parrocchia della Madonna di Loreto.
La realizzazione dei carri allegorici è stata sensibilmente rallentata dalle condizioni avverse del tempo che, purtroppo, costringerà ad una vera e propria maratona per potere arrivare in tempo alla fatidica data del cinque febbraio.
La vera novità dell’edizione 2005 del carnevale licatese sarà il percorso che i carri effettueranno a causa dei lavori in corso in alcune zone della città.
Infatti, la partenza dei carri non avverrà come da tradizione da Rettifilo Garibaldi, ma da piazza Carmine. Alle diciannove, i cinque carri scenderanno in direzione di piazza Progresso dove, alle ventuno, comincerà la serata danzante, che si protrarrà fino a tarda notte. Domenica mattina, la classica sfilata mattutina avrà inizio alle dieci e trenta.
I carri e i gruppi in maschera inizieranno a sfilare da piazza Linares e si fermeranno, nuovamente, in piazza Progresso. In serata, ancora la tradizionale sfilata, che partirà da piazza Carmine e si concluderà in piazza Progresso.
La serata clou del Carnevale, il martedì grasso, comincerà alle quattordici e trenta, da piazza Linares. Si risalirà attraverso corso Umberto, fino in piazza Carmine. I carri poi torneranno indietro verso piazza Progresso.
La serata danzante sarà caratterizzata dalla presenza, sul palco di piazza Progresso, del dj Max Scalia che sarà accompagnato nella sua performance da tre ballerini balli caraibici. La serata si chiuderà alle due del mattino, quando l’allegria del carnevale lascerà il posto al religiosissimo Mercoledì delle ceneri.
Cinque i carri che prenderanno parte alle sfilate, i temi, tra i più vari: si va da «Gli indiani» a «Peter Pan e i pirati», ai «Figli dei fiori», a un «Mondo Fantastico», a «La notte Cubana».
Da più parti si sarebbe auspicato che il sindaco Angelo Biondi emanasse un’ordinanza con cui vietava la vendita di schiuma e di alcolici nei giorni di carnevale, in questa maniera, a parere anche di tanti cittadini, solo in questo modo si potrebbe prevenire fatti spiacevoli che puntuali, ogni anno, si registrano in città.
L’auspicio è che prevalga il buon senso e che alla fine si possa parlare solo della buona riuscita di una festa che, dopo anni di assenza, è tornata ad essere una piacevole tradizione della nostra città.

 
LA SICILIA
Dino Paternostro
Corleone.
In cosa credono i giovani di Corleone? Quali sono i valori che ritengono più importanti? Come percepiscono le istituzioni statali e locali, la chiesa, i partiti, i sindacati? Cosa pensano della mafia e dei mafiosi? Fino a ieri si sono fatte solo ipotesi, congetture senza alcuna pretesa di scientificità. Spesso, anzi, si sono confusi i desideri (o i timori) con la realtà. Con gli "ottimisti" a giurare che non ci potevano essere differenze apprezzabili tra i ragazzi di Corleone e quelli del resto d’Italia.
E con i "pessimisti" a temere che una comunità a rischio, una città percepita a torto o a ragione come "capitale della mafia", non poteva non aver condizionato tutti i suoi membri.
Ma adesso non è più così. Un’indagine scientifica, effettuata nel gennaio-febbraio 2002 su un campione di 392 giovani studenti (età media 17,7 anni) di Corleone e dei comuni del circondario, che frequentano gli istituti superiori di Corleone e di Bisacquino, ci consente di avere un quadro abbastanza attendibile dei valori in cui essi credono e della percezione che hanno delle norme sociali. Lo studio è stato condotto dal prof. Rocco Sciarrone, docente di sociologia dello sviluppo e delle migrazioni presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Torino, nell’ambito dell’inchiesta storica e sociologica sull’associazionismo a Corleone, curato da Paolo Viola e Titti Morello dell’Università di Palermo. Dai dati dell’indagine viene fuori un universo-giovani, che nemmeno gli ottimisti più sfegatati si sarebbero aspettati. Infatti, gli "orientamenti di valori" e la "percezione delle norme sociali" dei giovani di Corleone sono molto simili a quelli dei ragazzi che vivono al di là dello Stretto, rilevati sia dalla quinta indagine Iard sulla condizione giovanile in Italia (2000), che dall’Istituto Cattaneo di Bologna (1999) e dall’Università di Urbino (1999). E quando c’è uno scostamento, a volte è positivo.
«Gli orientamenti di valore dei giovani corleonesi - scrive Sciarrone nel saggio "Corleone, Italia: la cultura civica dei giovani" – ruotano in primo luogo intorno alla famiglia. Quest’ultima è centrale per tutti i giovani italiani, ma nel nostro caso la sua rilevanza appare maggiore. Nella gerarchia delle cose importanti della vita, il 90% dei nostri studenti la ritiene "molto importante" contro l’85% del campione dell’indagine Iard». Al 2° posto l’84% dei giovani corleonesi mette l’amore, contro il 78% dei giovani del resto d’Italia. I giovani italiani, però, mettono al 3° posto l’amicizia (74,7% contro il 68,5% dei giovani corleonesi). Questi ultimi, invece, mettono al 3° posto il lavoro (69% contro il 60,5% degli italiani). Sostanzialmente uguale, invece, la percezione dei valori di "libertà e democrazia": 62,5% i giovani italiani; 63,7% i giovani di Corleone. Differente il modo di percepire il "divertirsi e godersi la vita", verso il quale si orienta il 58,3% del campione corleonese, a fronte del 54,8% del campione italiano. Un’altra forte differenza si registra ancora nel modo di percepire i valori dell’eguaglianza sociale e della solidarietà. I giovani di Corleone li considerano di gran lunga più importanti (il 60% contro il 48% e il 57% contro il 47%) dei loro coetanei del resto d’Italia. Marcata la differenza di valore attribuito alla patria: 32,2% i giovani corleonesi, 16,6% i giovani italiani. Più marcato l’impegno sociale (25%) e l’impegno religioso (22,5%) dei ragazzi di Corleone, rispetto ai ragazzi italiani (17,5% e 10,7%). Molto basso, infine, l’impegno politico dei corleonesi (4,6%) e degli italiani (2,7%). Nuovamente marcate le differenze rispetto alla fede religiosa tra i giovani corleonesi (l’87,2% si dichiara cristiano e cattolico e il 40,8% va a messa una volta alla settimana o più) e i giovani italiani (l’80% e il 20%). Gli studenti di Corleone mostrano anche un alto livello di rigore morale: il 90,1% ritiene ingiustificabile il gioco d’azzardo e guidare ubriachi , l’85,5% usare droghe, l’83,7% fare a botte per farsi valere, l’83,1% cercare benefici a cui non si ha diritto, il 78% non pagare le tasse. Infine, il 42,1% (contro il 39,8%) giustifica la convivenza, solo il 22,3% (contro il 42,7%) il divorzio, il 36,9% (contro 43,8%) l’omosessualità.
IL MESSAGGERO (Umbria)
Allarme maxi-risse in città Bottigliate e vendette incrociate tra gruppi di stranieri
di UMBERTO MAIORCA
PERUGIA - I dati del tribunale confermano una realtà sociale: ecuadoriani e albanesi non si sopportano e ogni occasione e buona per mandarla in rissa (complice l’alcol). E non è un caso, allora, che in un solo giorno i processi per rissa sia ben tre e protagonisti sempre gruppi delle due nazionalità suddette.
Una prima zuffa si è verificata nella zona di Fontivegge. Il motivo scatenante, in base alla denuncia presentata da uno dei protagonisti, il rifiuto di offrire una sigaretta. Da qui sarebbe nata una discussione tra due persone, poi sarebbero intervenuti altri connazionali. Urla, spintoni, schiaffi e poi bottiglie di birra frantumate in testa all’avversario. Fino a quando qualche residente non ha chiamato le forze dell’ordine. La pattuglia giunta sul posto, però, ha trovato solo due albanesi e un ecuadoriano feriti e una striscia di vetri rotti lunga 20 metri. Dopo le cure sanitarie il sud-americano ha denunciato anche il furto del portafoglio, trovato addosso ad uno dei due albanesi feriti. Il terzetto, in tribunale, è rappresentato dagli avvocati Minelli e Moroni.
Il secondo round tra albanesi e ecuadoriani, invece, si è svolto una settimana dopo e con ruoli invertiti. Questa volta, infatti, il bilancio di feriti è tutto a favore dei primi. Ma anche in questo caso tutto è finito in tribunale con l’accusa di rissa e lesioni.
Un terzo caso, infine, riguarda una rissa che ha per protagonista l’unico imputato reperibile: un albanese che è stato espulso, ma che ha ottenuto il visto per presenziare al processo. Peccato che la nave che doveva portarlo in Italia non è mai partita dall’Albania a causa del maltempo dei giorni scorsi. Per questo motivo il difensore, l’avvocato Maria Teresa Majorca, ha chiesto un rinvio dell’udienzai
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Mercoledì, 02 Febbraio 2005
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