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A Londra arriva il faro salvavita per i ciclisti

Brevettato da una giovane designer un proiettore che impedisce alla bici di finire nell'angolo cieco degli specchietti

> VIDEO - Il Blaze provato sulle strade di Londra

 

LONDRA - Con i suoi 27 anni appena compiuti e l'aria sbarazzina da ragazza di buona famiglia, Emily Brooke, una designer inglese con la passione per la bici, sta scrivendo un capitolo nuovo nell'annosa disputa che, nel traffico urbano, oppone automobilisti e ciclisti. L'invenzione di Brooke - a mezza strada fra la tecnologia avveniristica e l'uovo di Colombo - è una lampada del tutto simile a quelle da manubrio che gli amanti delle due ruote già usano di sera, ma con una particolarità: ha un proiettore incorporato, che crea sull'asfalto il pittogramma verde, tipico del ciclista.

 

> FOTO - Blaze, a Londra arriva la luce salvaciclisti



«Blind spot» (o punto cieco) è una formula tecnica che suonerà astrusa, ma è esattamente ciò di cui automobilisti e ciclisti hanno il terrore, quando condividono la strada. È quella parte di campo visivo in cui il guidatore non vede il ciclista, nemmeno nel retrovisore (in sostanza, per una questione di dimensioni: non a caso è più grave per bus e camion). «Blaze», la lampada laser brevettata da Brooke quando ancora era una studentessa di Product Design all'università di Brighton, è appunto una possibile risposta al problema del «blind spot». Di più: è un invito ai ciclisti a farsi vedere. L'automobilista non può non scorgere la bici, che sì, è dietro l'auto, ma la cui icona proiettata è davanti l'auto, ondeggia, sfarfalla come un ologramma sul selciato.

Quest'oggetto di 200 grammi, in alluminio, dal design pulito, è potenzialmente, un dispositivo salvavita. E non è un caso se tra i suoi sostenitori più appassionati ci sono gli autisti del bus di Brighton, che hanno testato il prototipo nelle scorse settimane. Anche il Corriere lo ha testato, per le strade della City a Londra: in anteprima, dato che la produzione su scala industriale partirà nella primavera 2013, per un prezzo al pubblico di 60 sterline (74 euro). Rientrata dagli Usa (dove si è perfezionata in gestione d'impresa) e in piena frenesia da start-up, Brooke ha appena lanciato «Blaze» sul sito di crowd funding Kickstarter per tentare di raccogliere 25mila sterline (più di 30mila euro) entro il 23 dicembre. Obiettivo ambizioso, ma Brooke è ottimista e anzi euforica, nel suo ufficetto condiviso di Cannon Street: «Se "Blaze" servisse a salvare almeno una vita sulla strada, ecco, sarei una donna felice».



di Rino Pucci
da corriere.it

 

Mercoledì, 28 Novembre 2012
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