AUTOMOBILE CLUB D’ITALIA
67a Conferenza del Traffico e della Circolazione
NIENTE SMART CITY SENZA SMART MOBILITY
Roma, 8 novembre 2012 - Non può esistere una “smart city” senza “smart mobility”. Da questo, semplice ma incontrovertibile, assioma ha preso il via la 67a Conferenza del Traffico e della Circolazione, organizzata, per la prima volta a Roma, dall’Automobile Club d’Italia, con la partecipazione di oltre venti relatori e 350 rappresentanti della filiera pubblica e privata dalla mobilità italiana ed internazionale.
Il lavori della Conferenza – la cui base scientifica è stata fornita dallo studio “Smart Mobility in Smart Cities”, realizzato dalla Fondazione Filippo Caracciolo di ACI - sono stati aperti dal Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Francesco Profumo. Alla conferenza sono intervenuti anche il sottosegretario del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Guido Improta, e il sottosegretario del Ministero dell’Ambiente, Tutela del Territorio e del Mare, Tullio Fanelli.
Da tempo si parla di “smart city”, ossia di modelli urbani capaci di garantire un’elevata qualità della vita alle persone e alle imprese attraverso l’ottimizzazione delle risorse e degli spazi per la sostenibilità e la crescita sociale, utilizzando al meglio le potenzialità delle nuove tecnologie. Le smart city sono l’obiettivo di innovativi programmi di istituzioni nazionali ed internazionali, che però spesso si perdono in una miriade di isolati progetti e trascurano l’elemento nevralgico delle realtà urbane: la mobilità delle persone e delle merci. Nel bando Smart City per le Regioni “convergenza” del Sud, ad esempio, sono destinate alla smart mobility solo il 22% delle risorse stanziate (72 milioni di euro su un totale di 325). Per le Amministrazioni locali, ben consapevoli dell’importanza strategica dei trasporti nelle scelte di governo del territorio, la mobilità è invece la prima voce di spesa negli investimenti infrastrutturali per il prossimo triennio, con una quota del 46% degli stanziamenti, a cui segue il 10% per il patrimonio immobiliare, il 9% per la riqualificazione urbana e l’8% per il ciclo dell’acqua.
“Sulla visione della Smart City – interviene il ministro della Ricerca, Francesco Profumo – il sistema scientifico e tecnologico deve fondare le proprie capacità di ricerca e innovazione, indirizzandole alle grandi sfide sociali ed economiche di oggi: la riduzione delle emissioni attraverso le tecnologie pulite, le infrastrutture intelligenti per la mobilità, la realizzazione di modelli urbani più sostenibili e innovativi. In questo contesto, un ruolo fondamentale deve essere assicurato allo sviluppo di infrastrutture di mobilità adeguate, al passo con i tempi, che consentano una migliore gestione del traffico e della circolazione, soprattutto all’interno dei contesti urbani, e quindi una qualità della vita più elevata e sostenibile, anche con gli standard ambientali oggi richiesti”.
“Le città italiane si sono trasformate da poli industriali in hub di servizi – ha dichiarato il Presidente dell’ACI, Angelo Sticchi Damiani – ma questa evoluzione è stata spontanea, non pilotata e tantomeno governata. Oggi che si parla tanto di politiche per le smart city, queste vengono interpretate per lo più in chiave energetica e ambientale, non considerando le specificità delle nostre città e soprattutto dei nostri sistemi di mobilità. Forte di oltre 300 studi finora realizzati, l’ACI si propone come partner istituzionale a livello nazionale e locale per soluzioni di smart mobility coordinate, convenienti e accessibili a tutti, anche attraverso la federazione di 106 Automobile Club diffusi su tutto il territorio”.
“Le potenzialità della smart mobility sono ancora colte in modo episodico nel Paese – ha sostenuto il presidente del comitato scientifico della Fondazione ACI Filippo Caracciolo, Ennio Cascetta – che più di altri necessita di risposte rapide ai ritardi della mobilità urbana. Lo studio della Fondazione fornisce alcune indicazioni per un percorso più coordinato di applicazioni, di ricerca e di adeguamento delle normative. Bisogna puntare su sistemi di controllo del traffico, miglioramento del trasporto pubblico, informazione all’utenza, rilievo delle infrazioni, programmazione e assistenza al viaggio, logistica urbana, gestione della sosta e dei sistemi di car-sharing e bike-sharing. Tutto ciò può dare benefici economici quantificabili per le Amministrazioni e per gli operatori di questo mercato sempre più accattivante, che però ha bisogno di concretezza e di azioni di coordinamento che mettano a valore le scarse risorse pubbliche e private disponibili”.
Smart mobility: risorsa per la società.
Per l’ACI una mobilità smart è una risorsa e non un costo per la società. Una risorsa che può aumentare del 20% l’efficienza energetica dei sistemi di trasporto locale, ridurre del 15% la congestione veicolare e del 30% gli incidenti stradali.
Nel nostro Paese, infatti, i ritardi infrastrutturali si fanno sentire soprattutto in ambito urbano: il 70% degli spostamenti quotidiani è inferiore ai 10 km e il 50% avviene all’interno di un solo Comune; in città la velocità media dei veicoli è di appena 7 km/h e i livelli di inquinamento superano troppo spesso i limiti consentiti.
Risultato: più di 14 milioni di persone si spostano ogni giorno dalla periferia verso il centro con il proprio mezzo a causa di un sistema di trasporto pubblico inefficiente, che comporta alle famiglie italiane uno “spread” nella spesa per i trasporti rispetto agli altri europei di più di 1.500 euro.
ITS: razionalizzare uso infrastrutture locali
Il primo elemento per la smart mobility è rappresentato dalle tecnologie ITS – Intelligent Transportation System - la cui estensione a tutte le realtà urbane sarebbe possibile in 10 anni a costi sostenibili, soprattutto in un Paese come il nostro che vanta una penetrazione di telefonia mobile superiore alla media europea. Più che investire in nuova tecnologia, va diffusa quella oggi disponibile che permetterebbe già una forte razionalizzazione dell’uso delle infrastrutture locali.
I sistemi informatici e telematici applicati alla mobilità sono la chiave di volta per consentire ai cittadini e alle imprese le scelte più opportune per i loro spostamenti, offrendo nello stesso tempo alle Amministrazioni locali gli strumenti idonei per il controllo del traffico, la gestione del trasporto pubblico e dei parcheggi, la prevenzione e l’accertamento dei comportamenti illeciti, il coordinamento delle attività a fronte delle emergenze. Tutto ciò è possibile con la tecnologia attuale: network, sensori, telecamere, monitor e display, non solo sulle strade ma anche nei veicoli. Lo scambio di informazioni non avviene più in una sola direzione, da una centrale verso un veicolo, ma mette a sistema le varie centrali e soprattutto tutti gli utenti, indipendentemente che questi siano automobilisti, motociclisti, ciclisti o pedoni.
Diffondere veicoli elettrici pubblici e privati
Altro fondamentale elemento per la mobilità smart è la diffusione di veicoli pubblici e privati ad alta sostenibilità economica oltre che ambientale. Le vetture elettriche sono oggi la soluzione più idonea in ambito urbano, al punto che l’amministrazione comunale di Firenze permetterà dal 2016 la circolazione in centro solo a questa tipologia di veicoli.
Ma l’auto elettrica costa molto più di quelle tradizionali e i punti di ricarica sono ancora pochi: seppure in costante aumento, sono appena 640 le colonnine nelle città italiane (118 a Firenze, 42 a Roma, 34 a Milano e solo 1 in città come Ancona, Bari e Cagliari), ai quali si aggiungono oltre 700 punti presso centri commerciali, hotel, aziende e aree di parcheggio.
Un’auto elettrica percorre senza inquinare 150 km al costo di un litro di benzina, ma le carenze infrastrutturali ne impediscono ancora la reale diffusione: nei primi 6 mesi del 2012 ne sono state vendute 286 su un totale di circa 800.000 immatricolazioni. Lo sviluppo tecnologico consentirà a breve una forte riduzione dei costi di produzione e quindi un abbassamento dei listini, ma serve una rete capillare di punti di rifornimento per convincere una famiglia a comprare un’auto elettrica. La scienza propone già oggi sistemi di ricarica wireless con piastre magnetiche sotto l’asfalto, ma il costo superiore a 750.000 euro per chilometro colloca questi dispositivi ancora nella fantascienza.
“Luce Verde”: infomobilità cuore della smart mobility
ITS, strumenti di gestione della circolazione e sviluppo della mobilità a basso impatto ambientale sono i pilastri dell’azione dell’ACI, il cui approccio verso le smart city e la smart mobility è strutturato in un unicum di iniziative e progetti che declinano sul territorio una strategia comune a livello centrale. Ne è un esempio il sistema di infomobilità “Luce Verde”, che quotidianamente monitora la viabilità nelle aree urbane di Roma e di Milano, e nel Lazio allarga il raggio di azione a livello regionale rilevando le condizioni di strade extraurbane, ferrovie e sistemi di trasporto pubblico locale.
Progetto pilota ACI - Montecatini Terme
In occasione della Conferenza del Traffico e della Circolazione è stato presentato un progetto pilota di ACI per Montecatini Terme (PT), che potrà essere realizzato in collaborazione dell’Amministrazione locale. L’area presenta criticità comuni a molti centri urbani del Paese, imputabili al traffico pendolare nei fine settimana, eventi di spettacolo, cultura e sport di forte attrattiva, concentrazione di bus turistici, vicinanza a un nodo autostradale.
La soluzione proposta parte dall’attivazione di un centro di controllo che sfrutti la rete di fonti informative sul territorio per indirizzare al meglio le scelte dei cittadini e consentire ai decisori locali il controllo costante del sistema di mobilità: l’attività non si concentra solo su traffico e congestione, ma anche su sosta e parcheggi, diffusione di pannelli a messaggio variabile, monitoraggio dei livelli di inquinamento, sviluppo di reti di colonnine per la ricarica di veicoli elettrici, presidio e videosorveglianza per la sicurezza non soltanto stradale, sistemi di pagamento elettronico, rapporti sempre più smart tra cittadini e amministrazioni pubbliche anche con il disbrigo online di pratiche auto, permessi e autorizzazioni per la mobilità.
Protocolli digitalizzazione P.A.
Proprio alla digitalizzazione della P.A. è rivolto l’accordo siglato oggi in occasione della Conferenza del Traffico da ACI, CNR e Archivio Centrale dello Stato, finalizzato alla dematerializzazione dei documenti e alla definizione di un prototipo di certificato digitale nonché di un protocollo di archiviazione dei dati.
Un secondo accordo sarà firmato a breve da ACI, Comune di Roma e Automobile Club provinciale per consentire ai cittadini il ritiro di documenti anagrafici nelle delegazioni ACI unitamente alla possibilità di pagare tasse e tributi locali. L’intesa potenzierà i servizi di infomobilità sul territorio nell’ambito del programma congiunto “Luce Verde”.
Queste iniziative seguono le linee dettate dal Governo Monti con l’Agenda digitale, in grado di ridurre sprechi e inefficienze nella pubblica amministrazione con un risparmio di circa 2,3 miliardi di euro per lo Stato.