RASSEGNA STAMPA "ALCOL E GUIDA" Note
a cura di Alessandro Sbarbada | |
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"EMILIANET.IT" | |
La
tragedia è avvenuta alle porte di Ferrara, l’uomo è stato
denunciato per omicidio colposo FERRARA, (12 gen. 2005) - Una donna di 32 anni, Eliana Turola, residente a Cassana di Ferrara, e’ morta in un incidente stradale avvenuto ieri sera alle porte di Ferrara con un auto guidata da un uomo di 41 anni. Dagli accertamenti della polizia stradale l’uomo e’ risultato avere un livello di alcol di 1.49 nel sangue, mentre il livello consentito e’ 0.50. L’uomo e’ stato denunciato, come previsto dal codice, per guida in stato di ebbrezza e omicidio colposo. L’ incidente e’ avvenuto alla prima periferia, poco distante dal luogo di residenza della donna, che lascia il marito e un figlio piccolo. Tornava a casa, in sella al suo scooter, quando sul rettilineo ha incrociato l’auto, una Ford Focus guidata dal 41enne di Ospitale Monacale, frazione di Argenta (Ferrara): lo scontro, frontale, e’ stato violentissimo e l’ha uccisa . | |
da
"CORRIERE DELLA SERA" - (Cronaca di Roma) Dormiva
nel parco, muore di freddo e stenti | |
Era
riverso sul vecchio materasso che usava come letto di fortuna, appoggiato
sull’erba ghiacciata. Accanto, una bottiglia di vodka ormai quasi vuota.
Così ieri pomeriggio è stato trovato il corpo di un clochard
polacco di circa 50 anni, morto qualche ora prima senza che nessuno potesse
soccorrerlo. E’ successo nel parco pubblico in via Giulio Aristide Sartorio,
all’Ardeatino, dove un giovane appartenente ad un’associazione di volontariato
si è recato poco prima delle 17 proprio per sincerarsi delle condizioni
di salute dello straniero, da tempo in precarie condizioni di salute,
e lo ha invece trovato senza vita. Il cadavere del polacco era all’interno
della tenda che lui stesso aveva montato da pochi giorni in una parte
isolata del giardino, fra alberi e cespugli, dove nelle ultime notti la
temperatura è scesa più volte sotto lo zero. E’ stato proprio
il volontario a dare l’allarme, ma ormai per il polacco non c’era più
nulla da fare. Sul posto sono intervenuti gli agenti del commissariato
Tor Carbone che hanno transennato la zona mentre il medico-legale eseguiva
l’esame esterno del corpo.
Secondo lo specialista il decesso sarebbe avvenuto per cause naturali, anche se per avere risposte definitive bisognerà attendere i risultati dell’autopsia prevista per domani all’istituto di medicina legale dell’università La Sapienza. Non viene comunque esclusa l’ipotesi che, oltre che dalle precarie condizioni fisiche dell’uomo, la morte del senzatetto possa essere stata provocata dal freddo intenso. In mattinata, come hanno riferito alla polizia altri emarginati che frequentano il parco, il polacco era stato notato barcollare intorno alla sua tenda con la bottiglia di vodka in pugno. Quando è stato colto da malore, probabilmente tre-quattro ore prima del ritrovamento del cadavere, l’uomo era forse ubriaco. Con la morte del barbone all’Ardeatino salgono così a tre i decessi di senzatetto dall’inizio dell’anno. Gli ultimi due casi sono avvenuti la settimana scorsa al Casilino, dove è stato trovato carbonizzato il corpo di un romeno deceduto nell’incendio della sua baracca all’interno di un cantiere edile, e alla Giustiniana, dove un suo connazionale di 56 anni ha trovato una fine orribile in un cassonetto dei rifiuti. Proprio su questo episodio sono ancora in corso indagini dei carabinieri, che escludono l’ipotesi dell’omicidio. Sempre da Capodanno, invece, sono decine le segnalazioni raccolte ogni notte dalle forze dell’ordine su persone senza fissa dimora in difficoltà a causa della temperatura rigida, degli stenti e dello stato d’abbandono. E questa mattina alle 9 si terrà a Santa Maria in Trastevere il funerale di Leonardo Zizzari trovato morto pochi giorni fa su un marciapiede di via San Francesco a Ripa. Rinaldo Frignani . | |
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"L’UNIONE SARDA (Oristano)" | |
Al
farmacologo Gianluigi Gessa bastano pochi minuti. Non usa giri di parole,
traduce dal linguaggio scientifico: «L’analgesico Toradol non interferisce
col metabolismo dell’alcol». In altre parole ancora, la somministrazione
del farmaco non dà particolari effetti collaterali - niente di
più rispetto a quelli dell’aspirina - nemmeno con la combinazione
di bevande alcoliche. Proprio quello che accadde la notte fra il 2 e il
3 luglio 2003 nell’ambulatorio di guardia medica a Solarussa: la dottoressa
Roberta Zedda somministrò il Toradol a un giovane che era andato
a chiedere il suo aiuto per liberarsi di un fastidioso mal di denti. Subito
dopo quel giovane, Mauro Zancudi - che dalle testimonianze aveva bevuto
parecchio prima di recarsi in ambulatorio - percosse, seviziò e
uccise la giovane dottoressa. Il farmacologo ha spiegato gli effetti del
Toradol ieri mattina nell’aula della Corte d’Assise di Cagliari, su disposizione
del presidente Alessandro Lener, nel processo appunto per l’omicidio del
medico di Sanluri Roberta Zedda; sul banco degli imputati l’operaio di
Solarussa Mauro Zancudi, 23 anni, che continua a non comparire in aula.
E ieri il suo difensore, l’avvocato Elio Meloni, ha anche annunciato che
Zancudi non si sottoporrà all’esame, così come chiesto dal
pubblico ministero Luca Forteleoni. A questo punto, il dibattimento è
giunto alle battute finali: ancora un’udienza, quella di venerdì,
per sentire gli ultimi testimoni citati dall’accusa (sull’aspetto legato
al problema della sicurezza delle guardie mediche). Poi si andrà
al 25 gennaio per la discussione: la parola al sostituto procuratore Forteleoni;
successivamente sarà la volta della parte civile (l’avvocato Donatella
Pau), l’intervento dell’Ordine dei medici di Cagliari (con l’avvocato
Natale Ditel) e infine la difesa (l’avvocato Elio Meloni). Intanto ieri
è stato chiarito un aspetto sul quale accusa e difesa avevano dibattuto
più volte, con scambi di vedute diverse: e cioè se la combinazione
del Toradol con bevande alcoliche possa provocare effetti collaterali
particolari. Per fare luce su questo è stato necessario l’intervento
del farmacologo Gianluigi Gessa - docente universitario, uno dei maggiori
specialisti europei - che ha fugato qualsiasi dubbio. «Si tratta
di un analgesico e antipiretico, un po’ come l’aspirina, ma più
forte. In un anno viene somministrato a 130 milioni di persone al mondo
e in Italia a 6 milioni. Controindicazioni? Non ce ne sono in particolare,
si dà perfino ai bambini. Nel bugiardino si parla di possibilità
che insorgano emorragia o ulcera gastrica, ma solo se si dà più
volte nell’arco di una giornata». Sono stati poi sentiti altri testimoni,
molti dei giovani che la sera di quel 2 luglio si ritrovarono nella piazza
Mariano IV a Solarussa, dove poi sopraggiunse l’imputato. E ancora alcuni
medici che avevano prestato servizio a Solarussa: Marcella Onnis, Maria
Teresa Ogno e Marco Tullio Rizzetto (sindaco di Uras) hanno confermato
che era una sede tranquilla. In aula è comparsa anche Annalisa
Fadda, la giovane che la notte del 3 luglio si era recata in guardia medica.
«Ricordo che erano le 22: suonai il campanello ma non aprì
nessun medico. Pensai fosse uscito per qualche visita a domicilio. Poi,
rientrata a casa, sentii le sirene e seppi quanto era accaduto».
Patrizia Mocci.
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"LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO" Aggrediti alcuni carabinieri Avevano bloccato giovane ubriaco alla guida di un’auto | |
Se ne andava in giro con la macchina ubriaco fradicio, ma è stato scoperto e ammanettato dai carabinieri perchè non ha voluto sottoporsi alla prova dell’etilometro e - come se non bastasse - ha aggredito i militari dell’Arma. La «notte brava» di un giovane sampietrano, Sandro Calò di trentuno anni, è finita in cella. I carabinieri, impegnati in un posto di blocco, hanno bloccato la sua vettura per un controllo e - stando a quanto hanno riferito gli stessi militari dell’Arma - si sono accorti che il giovane era in evidente stato di ebbrezza. A quel punto, hanno invitato Calò a sottoporsi al controllo con l’etilometro ma il giovane - in tutta risposta - ha aggredito i carabinieri provocando anche delle ferite, tanto che due militari dell’Arma sono stati costretti a farsi medicare dopo aver comunque immobilizzato il sampietrano. La scorsa settimana, Sandro Calò era stato già arrestato per rissa sempre dai carabinieri. | |
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"L’ADIGE" L’incidente mortale di via Brennero "Sono salva per miracolo" La fidanzata di Roberto Carotta sentita dal PM. | |
Non
deve essere stata certo una testimonianza facile quella resa ieri da Alessandra
Chiodi di fronte al pm Giuseppe De Benedetto, titolare dell´inchiesta
sull´incidente che la notte di capodanno costò la vita a
Marco Orazi e Roberto Carotta.
Alessandra Chiodi era la fidanzata di Carotta e quella notte era a pochi passi di distanza dall´uomo con cui presto si sarebbe sposata. Nel momento dell´incidente la ragazza era a fianco della Punto di Orazi, mentre quest´ultimo e Carotta si erano appena postati davanti all´automezzo per valutare i danni. Proprio in quell´istante arrivava l´Alfa 166 condotta da Mauro Perli che tamponava in pieno la Fiat Punto la quale carambolava investendo i due uomini. La donna in quel momento era di fianco e solo questa circostanza le ha salvato la vita. Se anche lei avesse fatto qualche passo per spostarsi frontalmente, con ogni probabilità ieri non avrebbe potuto deporre davanti al magistrato. La sua testimonianza è risultata invece utile nel complesso lavoro per ricostruire la dinamica dell´incidente. Sul fronte delle indagini c´è anche da registrare l´incarico ad un consulente tecnico che dovrebbe essere conferito oggi dal pm De Benedetto. | |
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"GAZZETTA DEL SUD - ricerca del cnr" Dalla salvia un rimedio contro l’alcolismo. | |
Pietro
Surdani
ROMA – La salvia potrebbe rappresentare, in un prossimo futuro, la soluzione al problema dell’alcolismo. I risultati degli esperimenti condotti finora sui ratti sono, infatti, più che incoraggianti ed anche se è ancora troppo presto per cantare vittoria le premesse ci sono tutte e, nell’arco di pochi mesi, partirà la sperimentazione sull’uomo. A scoprire le ignote virtù anti-alcol di questa pianta, o meglio di una specie di origine cinese, sono stati i ricercatori dell’Istituto di neuroscienze del Consiglio nazionale delle ricerche (In-Cnr) di Cagliari, coordinati da Giancarlo Colombo. Le radici secche della Salvia Miltiorrhiza, questo il nome scientifico, sono infatti da tempo largamente usate nella medicina popolare cinese per curare alcune malattie del sangue, cardiopatie, epatiti, emorragie, disturbi mestruali, edema e insonnia. Ma la novità è che questa specie di salvia è risultata appunto efficace nel ridurre il consumo volontario di alcol nei ratti alcolisti di laboratorio, i cosiddetti Sardinian alcohol-preferring (sP), un ceppo geneticamente selezionato proprio per la sua propensione a bere. I ricercatori hanno trattato i ratti con estratti di salvia. Sorprendenti i risultati: la salvia ritardava l’acquisizione del comportamento consumatorio in ratti che non erano stati precedentemente esposti all’alcol, riduceva il consumo volontario di alcol in ratti che ne avevano raggiunto un consumo stabile e, infine, sopprimeva l’aumento del consumo di alcol dopo un periodo di deprivazione. Insomma, quanto basta per dare il via alla sperimentazione sull’uomo: «Entro pochi mesi – ha annunciato Colombo – e una volta effettuate le prove tossicologiche per verificare la sicurezza del preparato a base di estratti di questa specie di salvia». La sperimentazione sull’uomo, ha precisato il ricercatore, «sarà avviata con studi a doppio cieco su alcune decine di pazienti, per poi allargare il campione nelle fasi successive se i risultati, come crediamo, saranno soddisfacenti». Il team di esperti si dice comunque molto fiducioso: «I modelli animali utilizzati – ha spiegato Colombo – sono altamente validi e predittivi: riproducono infatti aspetti della patologia umana e, in passato, altri tipi di farmaci contro l’alcolismo sono risultati efficaci sull’uomo dopo esserlo stati, appunto, sui ratti bevitori (A)». Il problema però, ha aggiunto, è che «ad oggi, non ci sono ancora farmaci che risultino particolarmente efficaci nella terapia dell’alcolismo e i pochi esistenti uniscono ad una modesta efficacia anche numerosi effetti collaterali, a partire dalla creazione di nuove forme di dipendenza (B)». (*) Problemi che il nuovo prodotto a base di salvia potrebbe definitivamente risolvere, dal momento che sui ratti tale terapia non ha prodotto alcuna dipendenza né effetti collaterali di rilievo. Sui topi “bevitori”, insomma, il nuovo farmaco sembra essere sicuro. (*) Affermazione A = gli esperimenti sui topi sono molto validi, già in passato hanno permesso di testare farmaci che sull’uomo si sono rivelati efficaci. Affermazione B = per curare l’alcolismo non ci sono farmaci particolarmente efficaci, quelli che ci sono sono di efficacia modesta, e hanno un sacco di effetti collaterali, creano altre forme di dipendenza. | |
L’ARENA
di Verona «Uccise perché non sapeva controllare l’aggressività» | |
La sua
esistenza cambiò per sempre quindici anni fa quando rimase vittima
di un grave incidente stradale. All’epoca aveva otto anni. Subì
gravi danni neurologici e rimase in coma un mese. Quell’incidente
divenne «uno spartiacque della sua vita» che lo portò
nel tempo ad avere «una personalità gravemente disturbata»
e culminò, nell’agosto dello scorso anno, con l’aggressione
fatale a un connazionale in piazza Viviani. Quel giorno, Bouraada El
Moustapha colpì al cuore Laynane Maa, 22 anni, al termine di
un litigio. E lo scorso dicembre fu condannato dal giudice per l’udienza
preliminare a dieci anni e due mesi di reclusione, che saranno in parte,
a seconda delle sue condizioni, scontati in un ospedale psichiatrico
giudiziario. All’imputato, difeso dall’avvocato Giampaolo
Cazzola, è stata infatti riconosciuta la semi infermità
mentale. Nelle motivazioni della sentenza, depositata nei giorni scorsi,
il giudice ripercorre la travagliata esistenza del giovane, colpito
da una forma di epilessia che spiegherebbe le «cadute a terra»,
i «comportamenti bizzarri», i «moti di aggressività»,
e le «fughe di casa» iniziate a dieci-dodici anni. | |
da
"CORRIERE ADRIATICO" “Il problema è di tutti Questi ragazzi violenti sono nostri figli” “L’organico della polizia di Stato è adeguato salvo che per il numero eccessivo di ispettori Per l’agente di quartiere aspettiamo altri uomini” Mastrogiovanni annuncia l’invio nel weekend di una task force “Più controlli alla Baia” Il questore: “Ma non possiamo militarizzare la zona”. | |
Divise
e manganelli contro bomber e bottiglie rotte. Le luci blu dei lampeggianti
a fronteggiare quelle anonime di tanti scooter e auto. Baia Flaminia non
sarà militarizzata ma, con un approccio garbato nelle parole, semplicemente
monitorata.
Di fronte all’impennata delle violenze nel quartiere, che calamita i giovani per l’alto numero di locali notturni, la polizia di Stato passa all’azione. Il questore sta predisponendo un servizio speciale di sorveglianza per il weekend al fine di evitare che si ripetano quegli episodi recenti - aggressioni e atti di teppismo - che hanno suscitato un nuovo allarme, in particolare per quello scontro sanguinoso di sabato notte tra una quindicina di ragazzi, uno dei quali era stato sfregiato al volto con una bottiglia rotta. “Manderò le pattuglie della polizia il venerdì sera e il sabato sera quando è maggiore l’affollamento dei giovani - afferma Giuseppe Mastrogiovanni -. E’ chiaro che se ci saremo noi certi episodi non si ripeteranno ma l’operazione servirà come monitoraggio. Controlleremo i locali, le licenze e ci renderemo conto della situazione”. I commercianti chiedono la presenza costante di più agenti, il sindaco ha già risposto che il problema è di tutte le forze dell’ordine. “Ho letto e ha ragione. Ma non possiamo militarizzare la zona, dire che è un Bronx è un’esagerazione perché simili episodi accadono anche in altre zone della città. E accadranno sempre. Poi se qualcuno si lamenta per la presenza di bottiglie rotte e siringhe abbandonate dico che quello è un problema di sporcizia, non possiamo criminalizzare certi giovani visto che il Parlamento ha scelto di non punire l’uso della droga”. Ma a Baia Flaminia c’è la maggiore concentrazione serale di giovani quindi è più alto il rischio di una degenerazione del divertimento legata all’alcol e alle devianze. “Per questo abbiamo deciso di controllare, ma la polizia non può risolvere da sola il problema. La responsabilità di fronte ai violenti e ai teppisti è di tutta la società, perché questi ragazzi non vengono da Marte, sono nostri figli, sono di Pesaro. Quando accade qualcosa non ci si può girare dall’altra parte e poi protestare”. Il tabaccaio della zona ha già lanciato un appello contro l’omertà e ha anche sollecitato un’ordinanza contro l’uso del vetro nella somministrazione delle bevande nei locali. Può essere utile? “Il primo è un segnale incoraggiante mentre il divieto per il vetro sarebbe efficace. E’ la stessa misura che adottiamo negli stadi per prevenire le violenze. Se al gestore di un bar sarà vietato servire la birra nella bottiglia, starà attento affinché il bicchiere, se è di vetro, non venga portato fuori del locale”. Il sindaco Ceriscioli, intervenendo sul tema della sicurezza, ha ribadito la sua richiesta al ministro dell’Interno per un potenziamento degli organici di polizia. Sono insufficienti? “L’organico della Questura di Pesaro e Urbino non è insufficiente in assoluto. E’ inadeguato in relazione alle qualifiche, perché ci sono troppi ispettori. L’ispettore è un caposervizio, non lo posso mandare in pattuglia perché comanderebbe se stesso. Se avessi a disposizione un certo numero di agenti, assistenti e anche sovrintendenti, invece di altrettanti ispettori, potrei organizzare servizi più capillari sul territorio”. Da oltre un anno è prevista l’estensione a Baia Flaminia del servizio del poliziotto di quartiere, già attivato a Pantano, in centro, a Muraglia e a Montegranaro. Quando sarà operativo? “La richiesta l’abbiamo inoltrata a Roma. Aspettiamo la decisione del governo, per predisporre questo servizio abbiamo bisogno di altri uomini”. LORENZO FURLANI . | |
IL
MESSAGGERO (Ostia) ARRESTATI 4 ROMENI “Pagano” i panini con botte e minacce | |
Avevano
consumato panini e birra e quando il proprietario, connazionale del
quartetto, ha preteso di essere pagato, ha ricevuto come compenso calci
e pugni, costatigli trenta giorni di prognosi. | |
da
"YAHOO FINANZA" | |
Palermo,
12 gen. (Adnkronos) - Con un volume di affari di circa 500 milioni di
euro, il vino siciliano si conferma il fiore all’occhiello del settore
agroalimentare dell’Isola. Il dato e’ emerso nel corso di una tavola rotonda,
all’Universita’ di Palermo, organizzata dall’Enoteca Italiana (Siena),
dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali e dalla Regione siciliana.La
realta’ produttiva, in Sicilia, e’ costituita da 271 imprese vitivinicole,
207 cantine private e 64 cantine sociali.
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da
"IL MESSAGGERO (Pesaro)" Maxi zuffa in piazza tra moglie e marito | |
URBINO
Zuffa tra moglie e marito, ieri intorno alle 18.30, in piazza Garibaldi
a Urbino. La coppia, che si sta separando ed è nota per vicende
simili (mesi fa lui le aveva portato via il figlio, lei l’aveva inseguito
e tamponato con la macchina) stava passeggiando con il bimbo. Un cagnolino,
portato al guinzaglio da una passante, ha cominciato ad abbaiare contro
di loro. Lui, che tra l’altro era piuttosto alticcio, ha inveito
contro la proprietaria, la moglie ha cercato di calmarlo. Risultato: l’uomo
ha mollato tre schiaffoni alla moglie che si è difesa graffiandogli
il volto. Sul posto sono arrivati i carabinieri e un’ambulanza dei
vigili del fuoco ha trasportato la donna al Pronto soccorso. Nessuna denuncia
per ora, dal momento che le lesioni non sono gravi: sarà la moglie
a decidere se sporgere o meno querela.
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da
"CORRIERE ADRIATICO" «Aggredisce l’ex moglie Ieri in centro: era presente anche il figlio in tenera età». | |
URBINO
- In stato di evidente ubriachezza, come hanno constatato i carabinieri
della Compagnia ducale, prontamente intervenuti sul posto, ha aggredito
la moglie dalla quale si è separato la scorsa estate. | |
da
"LA REPUBBLICA.IT" Un pilota donna è stato sospeso da una compagnia inglese Avrebbe guidato il volo Berlino-Basilea con 120 passeggeri Al comando dell’aereo dopo un bicchiere di troppo Il test svela un tasso alcolico superiore ai limiti di legge | |
LONDRA
- Una donna pilota della compagnia aerea ’low cost’ EasyJet è
stato sospeso dopo che un test avrebbe rivelato un’alta percentuale
di alcol nel suo organismo. La donna stava per mettersi ai comandi di
un aereo che andava da Berlino a Basilea con 120 persone a bordo. | |
da
"TGCOM" Alcolici 24 su 24: sì di Blair Gb, gli abusi saranno puniti severamente | |
Parlando
davanti alla Camera dei Comuni il premier inglese Tony Blair ha detto
sì alla proposta di estendere a 24 ore al giorno la vendita di
alcolici. In cambio ha assicurato la massima severità contro chi
abuserà della nuova libertà. Blair ha sottolineato il fatto
che anche gli altri paesi europei prevedono la possibilità
di acquistare alcolici 24 su 24 e che la Gran Bretagna dovrebbe "avere
la stessa flessibilità delle altre nazioni".
Secondo
il primo ministro inglese, infatti, non sarebbe giusto negare alla maggioranza
della popolazione britannica il diritto di bere anche di notte a causa
di pochi ubriachi violenti che potrebbero causare degli incidenti. | |
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"L’UNIONE SARDA" Arzana Nei bar non si fuma da un anno. | |
Il
divieto che da lunedì sta rendendo dura la giornata del fumatore
(sigarette vietate in locali pubblici, uffici e luoghi di lavoro) ad Arzana
non è una novità. Nei bar e nei ristoranti del paese non
si fuma già da un anno e anche i tabagisti accaniti si sono rassegnati
senza fare storie. I clienti avevano accettato di buon grado la scelta
assunta (in autogestione) dai baristi. E già all’epoca ci fu un’autentica
valanga di consensi pur tra qualche, inevitabile, malumore. L’esperimento,
nel complesso, ha funzionato. E i divieti entrati in vigore (stavolta
per legge) da due giorni, ad Arzana non hanno colto impreparato nessuno.
In un paese dalla riconosciuta vocazione salutista (storicamente Arzana
è immune dalla piaga dell’alcolismo) sono già abituati a
non fumare più fra una pizza e un caffè, un aperitivo e
un succo di frutta. Nel resto dell’Ogliastra si dovrà fare il callo
al divieto. Ma per ora i comandi del Consorzio di polizia municipale non
segnalano infrazioni. Maria Franca Campus.
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L’UNIONE
SARDA | |
Los
Angeles Un giovane marine americano è stato ucciso in una sparatoria
in California e secondo la polizia si è fatto uccidere pur di non
ripartire per il fronte in Iraq. «È stata un’imboscata premeditata.
Suicidio per mano di poliziotto», ha detto il capo della polizia di
Ceres Art de Werk dopo la sparatoria di domenica scorsa durante la quale
hanno perso la vita il Marine di 19 anni Andres Raya e un poliziotto. Reya
aveva servito per sette mesi in Iraq. Era preoccupato per la possibilità
di dover tornare in combattimento, ha detto de Werk. «Aveva combattuto
a Falluja. Dopo il ritorno dal fronte era un uomo cambiato. Non voleva essere
rispedito a combattere», ha detto la madre Julia. Tutto è cominciato
domenica notte quando Raya, dopo avere dato segni di stranezza in un negozio
di alcolici, ha aperto il fuoco contro due poliziotti, Howard Stevenson
e Sam Ryno, uccidendone uno e ferendo gravemente l’altro. Il Marine era
sfuggito alla cattura e tre ore dopo aveva impegnato la polizia in un altro
scontro a fuoco ma ci aveva lasciato la pelle. (*) (*) Nota: "segni di stranezza"? Ma come, mi mandano in un posto, mi dicono di sparare, io sparo e tutti mi dicono "bravo". Vado in un altro posto, mi comporto nello stesso identico modo, e invece di dirmi "bravo" cercano di catturarmi e mi sparano addosso! Sono loro che sono strani. | |
IL
SECOLO XIX Chiavari, una taglia per salvare il cane maltrattato dal clochard | |
Anche
la comunità dei senza tetto si mobilita per rintracciare il vagabondo
che è stato segnalato negli ultimi giorni a Genova Chiavari Sul piatto ci sono alcune banconote da 100 euro. Una "taglia", un’offerta di premio per una operazione di salvataggio. Il salvataggio di Toksic, il cane fantasia dal manto nero di proprietà di un clochard chiamato "Guitar", fra i 37 e i 38 anni di origine tedesca. Nella notte di San Silvestro, in piazza Mazzini a Chiavari, "Guitar" in preda all’alcol avrebbe violentemente picchiato con numerosi pugni al capo la bestiola, fino a farla vomitare. Una violenza gratuita, e non sarebbe la prima. Una violenza condivisa dall’altro animaletto del vagabondo, un coniglio marrone che sarebbe trasportato da "Guitar" con il guinzaglio legato allo zaino blu come un impiccato. Patrizia Zalocco, cantante della band di Sandro Giacobbe che quella sera si esibiva nella grande festa di Capodanno organizzata dal Comune di Chiavari, è rimasta scossa. Il mattino seguente ha sporto denuncia ai carabinieri. Da allora è iniziata la ricerca del clochard: molti animalisti si sono attivati, anche su internet, per trovare il vagabondo e sequestrare gli animali al fine di prevenire altre brutalità. Hanno deciso di autotassarsi, per fornire un premio a chi fattivamente contribuirà al salvataggio di Toksic e del coniglietto. La "taglia" cresce di giorno in giorno: ancora ieri uno studio estetico di Sestri Levante ha offerto 50 euro. Adesso anche la comunità dei senza tetto di Chiavari si attiva. "Guitar" si trova spesso a Chiavari, ma negli ultimi giorni è stato segnalato a Genova, fra Brignole e via XX Settembre. «Oggi andremo a Genova a cercarlo - afferma J. R., 28 anni, senza fissa dimora - Non per la taglia, ma perché non tolleriamo venga fatto del male agli animali. Il mio rammarico è che già una volta gli avevo tolto il cane, perché prima di Natale avevo visto che lo scalciava. Poi però gliel’ho restituito». Alla volta del capoluogo si metteranno in marcia cinque clochard. Perché fra loro vige un rigido codice di disciplina, che non tollera i maltrattamenti agli animali. «Toksic è un cane dolcissimo, non aggressivo», aggiunge M. M., clochard di 39 anni, che prenderà parte all’operazione di salvataggio. Loro sanno dove trovare "Guitar": sanno che è solito girare con un berretto di lana, che non parla bene italiano e utilizza un po’ di francese. Spesso si accompagna con un altro tedesco che possiede due piccoli cani marroni ma li tratta con cura. Così anticiperanno Costantino Mazza, sestrese di 40 anni, che aveva in agenda un programma analogo per domani. «Speravamo che anche i clochard si attivassero - assicura la promotrice della sottoscrizione per sequestrare gli animali a "Guitar" - Ma non può bastare la parola: devono portare il cane e il coniglietto affinché ci si possa sincerare delle loro condizioni di salute». «Non preoccupatevi - replica J. R. - Li prenderemo. E li porteremo, li faremo fotografare. Non navighiamo nell’oro, ma i soldi della taglia li devolveremo all’Enpa perché non si ripetano violenze sugli animali». L’Enpa di Genova ha da parte sua fatto pressione sull’Asl 4 Chiavarese affinché il sindaco di Chiavari emani un ordine di sequestro amministrativo degli animali. Perché utilizzi la polizia municipale per sequestrarli e permettere ai veterinari di effettuare gli opportuni controlli. Il comitato che spontaneamente si è formato autotassandosi per salvaguardare Toksic e il coniglietto intende anche promuovere una petizione per sensibilizzare i sindaci a emettere ordinanze, sull’esempio di grandi città quali Roma, Firenze e Bologna, per vietare l’accattonaggio con animali. E Toksic? «Sono disposto a tenerlo io - assicura J. R. - Ho già un cane, e dove mangia uno mangiano due. Da quando è iniziata questa storia molti mi guardano male: il mio cane ha un problema all’occhio, quando era piccolo gli è uscita la ghiandola lacrimale perché era entrata una spiga. Temono che anche io lo maltratti, invece non sanno quanto non sia vero». Giuliano Gnecco | |
IL
SECOLO XIX Il perito inchioda Scalise L’assassino di Renato Rinino agì sotto l’effetto della droga. Il procuratore: «Un particolare che può solo limitare la condanna» «Quando uccise l’amico era in grado di intendere e volere» | |
Agostino
"Yuri" Scalise è perfettamente capace di intendere e di
volere, ma la mattina del 12 ottobre del 2003, quando uccise per gelosia
con un colpo di pistola alla tempia l’amico d’infanzia Renato Rinino, il
pizzaiolo savonese agì sotto l’effetto di un micidiale mix di cocaina,
hascisc e sostanze alcoliche. Sono queste le conclusioni a cui è giunto il dottor Paolo Bianchi, professionista milanese specializzato in psichiatria forense incaricato il 19 ottobre scorso dal giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Savona, Caterina Fiumanò, di effettuare una perizia psichiatrica sull’autore del delitto. Perizia che ieri mattina è giunta a palazzo di giustizia. «Anche se avvalora alcune dichiarazioni rilasciate dallo stesso Scalise - sottolinea il procuratore capo della Repubblica, Vincenzo Scolastico - la perizia effettuata dal dottor Bianchi è certamente favorevole all’accusa. Pur riconoscendo che Scalise soffre di disturbi della personalità, lo psichiatra incaricato dal tribunale di effettuare la perizia conclude infatti dicendo che l’imputato è perfettamente in grado di intendere e di volere. E il fatto che quella mattina in cui uccise Renato Rinino e ferì il fratello Paolo era fuori di sè per l’assunzione di sostanze stupefacenti, per l’esattezza cocaina e hascisc, e di sostanze alcoliche non ha nessuna importanza ai fini processuali. Agostino "Yuri" Scalise potrà quindi esser processato normalmente. Il fatto che abbia agito sutto i fumi del cocktail di sostanze stupefacenti e bevande alcoliche potrà al massimo rappresentare una attenuante nel computo della pena. Niente di più». Nel momento in cui uccise l’Arsenio Lupin savonese, Scalise era dunque conscio di quello che stava facendo? «Certamente ha agito spinto dalla gelosia e dal suo stato dovuto all’assunzione di droghe e alcol - risponde il procuratore Scolastico - ma le fasi della fuga prima a Desenzano del Garda e poi sino in Portogallo, da dove avrebbe dovuto prendere un aereo per il Brasile, dimostrano che Scalise era comunque in grado di intendere e di volere. Se si fosse trovato in condizioni psichiche diverse non sarebbe riuscito a fuggire così come invece ha fatto». Sempre secondo quanto contenuto nella perizia psichiatrica effettuata dal dottor Paolo Bianchi, il pizzaiolo savonese, che ora ha 32 anni, sarebbe attualmente afflitto da uno "stato ansioso depressivo di modesta entità", mentre lo stesso psichiatra non si è espresso sulla sua eventuale pericolosità. «Non lo ha fatto - spiega ancora Vincenzo Scolastico - perchè Scalise è stato riconosciuto capace di intendere e di volere, privo cioè di una qualsiasi patologia psichiatrica. Ripeto, soltanto nel computo della pena varrà come attenuante il fatto che abbia agito sotto l’effetto di sostanze stupefacenti e bevande alcoliche». La prossima udienza del processo ad Agostino "Yuri" Scalise è fissata per martedì 25 gennaio, al quinto piano del palazzo di giustizia. In quella occasione il gup Fiumanò ascolterà la deposizione della moglie di Scalise, Barbara, chiederà ulteriori informazioni al dottor Bianchi e poi dovrebbe emettere l’attesa sentenza. Gianluigi Cancelli. | |
L’UNIONE
SARDA Condannato Iglesias - Guidava ubriaco: ammenda di 600 euro | |
Un’ammenda
di 600 euro e la sospensione della patente per un mese: questa la condanna
inflitta ieri mattina dal giudice del tribunale monocratico di Iglesias
a P.F., 42 anni, processato per guida in stato di ebbrezza. L’uomo era
stato fermato per un normale controllo dai carabinieri nel settembre del
2000 ed era stato sottoposto agli accertamenti per individuare la presenza
di alcol nel sangue. Accertamenti con un esito positivo. Da qui l’accusa
di guida in stato di ebbrezza e, ieri mattina, la condanna. P.F., invece,
è stato assolto dall’accusa di minacce nei confronti dei militari.
A suo carico, infatti, pendeva anche l’accusa di avere rivolto ai carabinieri
frasi minacciose, nonché aver colpito uno di loro provocandogli
lesioni lievi. Per questo capo di imputazione, invece, il giudice ha dichiarato
di non doversi procedere in quanto il carabiniere, dopo il fatto, non
aveva presentato una querela. Essendo lesioni lievi, infatti, non poteva
scattare la procedibilità d’ufficio.
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CORRIERE
ADRIATICO Le storie dei senza fissa dimora tra incubo, disgrazia e una dignità particolare “Non voglio morire sulla strada” | |
Si
diventa clochard quando si è perso tutto. Il lavoro, la casa, gli
affetti. Talvolta la stessa dignità. Attardati in una società
che non ammette ritardi. Per via di un problema psichiatrico, per la tossicodipendenza,
per l’alcool. Oppure perchè stranieri e traditi da un miraggio che
svanisce sui freddi binari di una stazione. Basta poco per ritrovarsi catapultati
fuori dal sistema, a vagabondare su quella stretta linea di confine che
separa la "rispettabilità" dall’emarginazione, ormai affollatissima,
anche nella nostra città. Circa 50 i senza fissa dimora dorici a detta dell’assessorato ai servizi sociali, almeno il doppio stando alle stime dei volontari che ogni giorno operano al servizio degli "invisibili", come li ha definiti la trasmissione di una rete Mediaset che ha contribuito a portarne il problema e le storie alla ribalta. Di certo, un quadretto di tutto rispetto nella collezione degli ultimi, colpevolmente sconosciuto in tempi in cui tutto corre veloce. "Si tratta di una realtà in forte incremento - spiega Marco Curzi, presidente dell’associazione Fratellanza Universale che da mesi si occupa di portare conforto alla clochardopoli cittadina - i punti in cui maggiore è la concentrazione sono piazza Pertini, piazza Stamira, la stazione marittima e quella ferroviaria". A piazza Rosselli la ronda della speranza della neo associazione inizia alle 21,15. Obbiettivo portare coperte, cibo e ascolto a coloro che si rifugiano nella sala d’aspetto della stazione o nei gabbiotti dislocati sulle banchine. Un avamposto della solidarietà a beneficio della Ancona migrante, emarginata, dimenticata. Il caso più emblematico di queste persone ci riguarda da vicino. Perchè il destino che non fa sconti è ad Ancona come in Romania, molto più vicino di quanto non si pensi. Francesco è di Collemarino, ha solo 27 anni, di cui 5 passati per strada. Alle spalle una storia difficile, fatta di incomprensioni con i genitori, lavori saltuari, frequenti liti con i datori di lavoro. Quindi la decisione di lasciar perdere tutto e vivere per strada, con un unico appiglio cui aggrapparsi disperatamente: "Avevo una ragazza - spiega - le ho promesso che appena avrei trovato un lavoro l’avrei richiamata. Cerco di riuscirci, ma non è affatto semplice. Resto qui con altri amici. Dormiamo in sala d’aspetto, oppure ci rifugiamo dentro qualche treno che staziona sul binario per tutta la notte". Tra i compagni di scompartimento c’è anche Massimo, sardo, di appena 23 anni: "Sono venuto qui nel 2000 - racconta - appena terminato il militare a Taranto, nel Battaglione San Marco. Mi ero trasferito a Civitanova Marche, dove avevo trovato un posto come commesso ed un monolocale in affitto. Ma è durata poco. Ora spero di trovarmi presto un nuovo lavoro, non voglio fare il vagabondo a vita". Altre volte tale timore si è già trasformato in realtà. Come nel caso di Antonio Bianchi, filottranese, classe 1924. Negli occhi azzurri il ricordo della seconda guerra mondiale, combattuta come volontario nella Marina Militare. Nel presente solo una cartella clinica zeppa di patologie. E nessun posto dove andare: "Oggi non ho neppure la camicia per cambiarmi - afferma - dovrei vivere in una casa o quanto meno in una casa di riposo, ma prendo una pensione da fame. Come faccio? Questo paese mi ha deluso. Se tutto il cielo fosse carta e tutto il mare fosse inchiostro non basterebbero a descriverne la pochezza. Ho servito l’Italia e non voglio morire in mezzo ad una strada". Per altri quella di vivere ai margini è una scelta. Spesso dettata da vicende personali anche drammatiche. Per Domenico Bruno, 38enne di Castellana Grotte, è stato un’incidente in moto. In stazione è conosciuto come Montalbano, per la somiglianza con il commissario televisivo. Ma la sua filosofia di vita non accetta restrizioni: "Non voglio più lavorare - dice - ho una pensione di invalidità che mi permette di vivere serenamente. E voglio farlo qui, ad Ancona, dove ho tanti amici e sono sempre stato bene". Per una famiglia che vive di un solo esiguo stipendio, invece, a volte basta solo un’imprevisto: la malattia del capofamiglia, la perdita del lavoro. Magari il vizio del gioco o qualche prestito da un usuraio. Poi il copione è troppo spesso drammaticamente identico e difficilmente se ne viene fuori come prima. "Ho lavorato per 34 anni proprio qui al bar della stazione - racconta Paolo Coppari, che ora orbita con la propria consorte attorno ai luoghi dove un tempo svolgeva servizio - sono stato licenziato a soli 19 mesi dalla pensione. Poi è giunto lo sfratto dal nostro appartamento di Marzocca. Abbiamo resistito per qualche tempo dormendo in macchina dinanzi la raffineria Api di Falconara, poi ad Ancona, sulle panchine di piazza Cavour. Oggi restiamo qui in stazione e ogni tanto in albergo per far riposare le gambe di mia moglie. Avevamo ricevuto anche una nuova abitazione, ma lei ha alcuni problemi psichiatrici e non vuole più spostarsi. Non so come fare, voglio uscire da questa situazione. Ma voglio farlo assieme a lei". Per vivere per strada bisogna aver perso tutto. Il lavoro, la casa, gli affetti. La speranza nel futuro. Talvolta, ma non sempre, la stessa dignità. GILBERTO MASTROMATTEO . | |
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