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Rassegna stampa alcol e guida del 12 gennaio 2005

RASSEGNA STAMPA "ALCOL E GUIDA"

Note a cura di Alessandro Sbarbada
Servitore-insegnante in un Club degli Alcolisti in trattamento a Mantova.


da "CORRIERE DELLA SERA"
NUOVA CAMPAGNA

E la battaglia contro l’alcol punterà tutto sulle ragazze

ROMA - La seconda crociata, dopo il fumo, è già in corso. Togliere il bicchiere ai giovani. Informarli che l’alcol non è come bere acqua, ma che può creare dipendenza e, sotto i 16 anni, dare con facilità alla testa. Quest’anno il ministero della Salute lancia una campagna di prevenzione, tarata proprio sulla popolazione a rischio, più debole. «Amici, ma non dell’alcol», lo slogan. Il ministro Sirchia da tempo batte su questo tasto. Sarà un intervento multidisciplinare, che coinvolge le scuole: «Gli adolescenti vanno difesi senza risparmio di mezzi. Abbiamo uno scambio col governo inglese per studiare le loro azioni».
RAGAZZE - I dati indicano anche in Italia un aumento progressivo, che sta assumendo dimensioni allarmanti in precisi spicchi dell’universo giovanile. La maggiore incidenza di clienti di aperitivi e fuori pasto alcolici si ritaglia nelle donne tra 18 e 24 anni, il 31%. Che sono anche attratte dai superalcolici: il 21% delle under 24 sono amanti di whisky e simili. Ma nelle classifiche generali del gradimento adolescenziale, la birra è al primo posto e precede vino e aperitivi, con qualche differenza tra maschi e femminine.
Un fenomeno che Emanuele Scafato, responsabile dell’Osservatorio Alcol dell’Istituto superiore di Sanità inquadra dal punto di vista sociale: «Oggi mostrarsi al gruppo con la bottiglia in mano ha un valore simbolico, come lo ha avuto la sigaretta. La differenza è che spesso l’una e l’altra sono abbinate. In questo modo il sesso femminile prende sicurezza per introdursi tra gli adulti. Non vogliono essere trattate da sbarbatelle».
SPOT - Sirchia ha dichiarato guerra alla pubblicità. Intende intervenire sugli spot non veritieri che spacciano per innocui a una popolazione facilmente vulnerabile prodotti che al contrario possono causare problemi gravi. Tra i giovani il «prezioso veleno» è la prima causa di incidenti sullo scooter, nel 2003 l’Oms ne ha calcolati 55 mila in Europa. L’idea sarebbe quella di arrivare a porre su lattine e bottiglie avvertimenti simili a quelli che compaiono sulle sigarette. Qualche grande azienda ha intrapreso questa strada aggiungendo nella cartellonistica il consiglio di «bere in modo responsabile». Il nostro codice di autoregolamentazione sulla pubblicità, d’altra parte, è carente. Ricorda che gli spot non dovrebbero promuovere il successo sociale e sessuale. Avviene esattamente il contrario.
ENZIMI - «L’alcol è molto dannoso sotto i 15 anni. L’obiettivo dell’Organizzazione mondiale della sanità è eliminarlo tra loro entro il 2010 - dice Scafato -. I ragazzi non possiedono i meccanismi fisiologici che ne permettono lo smaltimento.
Quando la molecola arriva nel sangue, in mancanza dell’enzima necessario per metabolizzarlo, circola liberamente provocando rapidi stati di ubriachezza. Piccole quantità sono sufficienti per annebbiare i riflessi e livello di attenzione. Tra i giovani i prodotti con i gradi stanno avendo un successo crescente. Negli ultimi anni i fuori pasto sono aumentati del 42% tra le donne, contro il 10% tra gli uomini.
L’età dei primi sorsi è calata, si comincia anche a 12 anni, a 16 anni gli utenti sono già 850 mila. Eppure una legge proibirebbe loro la somministrazione.
La tendenza ad anticipare i tempi del bicchiere è confermata dagli alcolisti anonimi. Nei gruppi prima si vedevano soprattutto 40-45enni. Oggi la media anagrafica è scesa a 25-30 (*). M. D. B.
 
(*) Nota: ogni iniziativa di prevenzione sui problemi legati al consumo delle bevande alcoliche è benvenuta.
Il timore è che, per proteggere interessi economici di qualcuno, non si voglia intaccare la componente principale del problema.
Proprio il Ministero della Salute ha indicato come circa i due terzi dei problemi alcolcorrelati in Italia siano legati al vino: eppure si ha la preoccupante sensazione che queste campagne sui rischi dell’alcol "si dimenticheranno" della bevanda alcolica più bevuta nel nostro paese.
Sta a tutti noi vigilare perchè questo non succeda.
Le campagne di salute pubblica non siano condizionate dagli interessi economici dei produttori.

da "CORRIERE DELLA SERA"
I numeri

DODICI ANNI E’ l’età dei «primi sorsi». A 16 anni gli utenti sono già 850 mila. L’Oms sostiene che sotto i 15 anni l’alcol è veleno
OTTO SU DIECI
Il 77% dei giovani fra i 15 e i 24 anni beve alcolici
DIPENDENTI
Il sette per cento dei giovani ha una dipendenza dall’alco
.

da "IL GAZZETTINO"
E Sirchia apre la crociata anche contro l’alcol

Dissuadere i minori sull’uso e l’abuso, regolamentando la pubblicità, è il punto di partenza dell’annunciato giro di vite

Roma
NOSTRA REDAZIONE
Dopo il fumo, l’alcol. «Si comincerà da qui: dissuadere i minori dall’uso dell’alcol regolamentando la pubblicità», annuncia il ministro Sirchia, deciso a procedere senza tentennamenti nella sua crociata salutista.
Ora, infatti, il titolare della Sanità anticipa che, dopo i divieti al fumo, si prepara un giro di vite anche sull’alcol. «Purtroppo - spiega infatti Sirchia - l’uso, anzi l’abuso di sostanze alcoliche sta crescendo tra i giovanissimi, sedotti soprattutto da quei cocktail tanto pubblicizzati che non esplicitano il tasso alcolico. Il primo passo da fare è quello stesso compiuto per le sigarette: regolamentare la pubblicità, soprattutto quella diretta ai minori. La pubblicità delle sigarette è stata vietata. Questo non si potrà fare per l’alcol ma si potrà impedire che l’abuso di birra e superalcolici venga propagandato come modello vincente. Gli spot dovranno chiaramente dire che l’alcol fa male a chi ha meno di 16 anni visto che i meccanismi di detossificazione sono ancora immaturi».
Nei fatti, l’abuso di alcol è, con il fumo, una delle maggiori cause di danni e di mortalità. Secondo alcune ricerche mediche, dopo aver bevuto un bicchiere di vino, i tempi di reazione si allungano: del 38 per cento di fronte a stimoli sonori, del 30 di fronte a stimoli luminosi e del 50 per cento per quelli periferici. Il risultato è che, anche in questo stato di leggera ebbrezza, ci si accorge in ritardo degli ostacoli e si riesce ad evitarli con maggiore difficoltà. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, gli incidenti statali provocati dall’alcol hanno provocato 8.000 decessi, 170.000 ricoveri, 600.000 prestazioni di pronto soccorso e 20.000 invalidità permanenti (dai riferiti al 2000). Inoltre 200 giovani perdono la vita ogni anno, a causa di un incidente stradale provocato dall’alcol (*).
Sui danni da alcol è difficile una statistica precisa (l’alcol farebbe dalle 30 alle 40 mila vittime l’anno) perché abbastanza frequentemente alcune cause di decesso - come la cirrosi epatica - non vengono segnalate come tali. Per l’Organizzazione mondiale della sanità, l’alcol provoca direttamente o indirettamente il 10 per cento di tutte le malattie, il 63 per cento delle cirrosi epatiche, il 41 per cento gli omicidi e il 45 per cento degli incidenti, oltre ad un 9 per cento di invalidità e malattie croniche.
Particolarmente grave, appare in Italia, il rapporto tra giovani e bevande alcoliche. Nel 2001, l’Istat aveva calcolato in 870 mila gli adolescenti (di età compresa tra i 14 e i 16 anni) che consumano alcolici: la cifra era registrata in crescita, di 22 mila adolescenti in più rispetto al 2000 e di ben 98 mila in più rispetto al 1998. L’incremento maggiore si registrava tra le teenager (passate dal 35,7 per cento del 1998 al 41,6 del 2001), mentre i consumatori maschi salivano dal 46,2 al 51,6 per cento. Sugli 870 mila giovani consumatori di alcol, ben 400 mila abusano soprattutto di birra, vino e aperitivi alcolici. Il primo bicchiere viene consumato a 11-12 anni (l’età più bassa, nella media europea che si attesta invece attorno ai 14 anni). I maschi preferiscono la birra (oltre 350 mila consumatori, nel 2001), seguita da vino, aperitivi alcolici e dagli amari. Anche le giovani preferiscono la birra ma, a differenza dei maschi, quasi ignorano gli amari a tutto vantaggio degli aperitivi alcolici: le ragazze con il drink in mano sono aumentate - dal 1998 al 2001 - del 28 per cento. Quanto alle motivazioni, i giovani bevono soprattutto per sentirsi più sicuri e integrati nel gruppo, oltre che «trendy» agli occhi dei coetanei: proprio per questo, il 12,2 per cento degli adolescenti preferisce bere fuori dai pasti.
Secondo l’Eurispes, l’Italia è comunque un Paese di buoni bevitori: ogni italiano di età superiore ai 15 anni beve (dato riferito al 1999) circa 105 litri di alcol l’anno (**), di cui circa 58 litri di vino e 33 litri di birra. Inoltre, sempre secondo l’Eurispes, si stimano un milione e mezzo di alcolisti (abuso quotidiano di alcol) e circa tre milioni e mezzo di persone (prevalentemente giovani) che comunque alzano il gomito più volte al mese.
R.R.
(*) Nota: se questi dati fossero veri, tra i morti in incidenti alcolcorrelati in Italia, solo uno su quaranta sarebbe giovane. In realtà sono dati sbagliati.
(**) Nota: alla faccia dei buoni bevitori!!! Se questo dato fosse vero, gli italiani sopra i 15 anni sarebbero già tutti morti (dal 1999).
L’OMS indica la soglia di consumo medio pro capite da non superare in 6 litri di alcol per anno.
L’imprecisione regna sovrana: probabilmente si intendeva dire 105 litri di bevande alcoliche (unità di misura che comunque non ha senso, non si può accostare un litro di grappa a un litro di birra).
 da "IL GAZZETTINO"
L’alcolismo tra le donne ha un incremento superiore a quello maschile: è diventato di rilevanza sociale
Le bevande alcoliche sono da millenni uno dei componenti della dieta mediterranea, ma il punto di vista medico-biologico è controverso: l’alcol etilico è l’unico elemento nutritivo delle bevande alcoliche, in quanto solo la birra e il vino contengono altri principi alimentari, anche se in quantità minima. Una giusta quantità ai pasti può avere anche effetti benefici su alcune funzioni digestive, l’abuso causa con il tempo dipendenza e complicazioni.
Il problema dell’abuso-dipendenza deve essere sempre affrontato, anche se difficile valutarlo in termini quantitativi. È comunque possibile avvalersi di metodologie raffinate per la determinazione dell’alcol presente nell’organismo, con la misurazione della sua concentrazione ematica o nell’aria espirata.
L’etanolo, dopo essere stato ingerito, passa dal tubo digerente al sangue, viene assorbito totalmente e in modo veloce, specialmente nel cervello dove raggiunge una concentrazione simile a quella ematica e ha quindi rapida azione. Il 90-95\% dell’alcol ingerito viene degradato, soprattutto dal fegato, e questo causa la formazione di composti dannosi per l’organismo. Nell’ultima fase la sostanza non metabolizzata viene eliminata, principalmente attraverso reni e polmoni.
L’alcolemia elevata, superiore al limite legale di 80 mg di alcol in 100 ml di sangue (*), è la principale responsabile di incidenti stradali. La correlazione alcol-incidenti è significativa anche quando l’assunzione non è in una quantità così elevata da determinare modificazioni evidenti del comportamento, perché a dosi piccole si è in grado di guidare bene, ma si riduce la percezione del rischio. L’alcolismo tra le donne ha un incremento superiore a quello maschile. Negli ultimi anni il fenomeno è diventato di rilevanza sociale. I motivi sono da ricercarsi nel fatto che spesso l’etilismo femminile non è facilmente rilevabile, essendo sovente confinato nel privato o dissimulato per l’elevata riprovazione sociale.
(*) Nota: sigh!.
da "ASAPS.IT"
DOPO IL FUMO DELLE SIGARETTE , VANNO PERSEGUITI CON PIU’ ENERGIA ANCHE I FUMI DELL’ALCOL PER CHI GUIDA.
Negli ultimi 3 anni solo 4 italiani su 100 sono stato controllati per il valore alcolemico, contro il 34% dei francesi, 37% degli olandesi, 41 degli svedesi, e addirittura il 64% dei finlandesi.
Abbiamo appreso dalla stampa che il Ministro Sirchia dopo la messa al bando del fumo da sigarette in tutti gli uffici e locali pubblici starebbe per iniziare un’altra impresa di quelle non facili: una campagna contro la pubblicità degli alcolici diretta in particolare alle fasce giovanili.
Premesso che condividiamo i propositi di tutela della salute della campagna contro il fumo delle sigarette, come Asaps riteniamo altrettanto meritoria una iniziativa contro le subdole e frequenti campagne pubblicitarie per il consumo di alcolici e superalcolici, dirette in modo particolare ai giovani.
Ricordiamo che esiste anche in questo caso una sorta di rischio passivo anche per i fumi da alcol.
Quante sono le persone ammazzate sulla strada per un contromano o per un investimento sulle strisce causato da persone che hanno bevuto? Centinaia ogni anno.
E’ ora di intervenire con serietà e decisione anche in questo settore.
Autorevolissimi studi hanno dimostrato come con una alcolemia di 0,5 gr/l (attuale limite di legge) il rischio di incorrere in incidenti stradali aumenta del 38%, mentre ad alcolemia 0,8 gr/l (vecchio limite di legge) tale rischio aumenta del 169% (Crash Risk of Alcohol Impaired Driving: NHTSA and others, Toronto, 2002). Il rischio sale addirittura di 380 volte con un’alcolemia di 1,5% g/l.
Si pone con urgenza il problema serio dei controlli con precursori ed etilometri, che vanno generalizzati. Non si può uscire da un locale pubblico dove non si fuma e poi magari si è bevuto in eccesso e ci si mette alla guida mettendo a rischio oltre alla propria anche la vita degli altri.
I francesi, produttori di vini in quantità, non lasciano nulla di intentato, nel 2003 hanno effettuato circa 8.600.000 controlli con un aumento del 4% rispetto all’anno precedente (*). Cifre completamente diverse nel nostro Paese dove i controlli con l’etilometro ammontano a qualche centinaia di migliaia all’anno.
Tanto che negli ultimi 3 anni solo 4 italiani su 100 sono stato controllati per il valore alcolemico, contro il 34% dei francesi, 37% degli olandesi, 41 degli svedesi, e addirittura il 64% dei finlandesi (Fonte: Relazione M.Coppo, alla Consulta Nazionale per la sicurezza stradale).
Crediamo che già questo aspetto la dica lunga sulla serietà con la quale si vuole incidere su un fenomeno.
Inoltre lo stesso sistema delle pene previste, in Italia appare assolutamente debole. Suscita perplessità il fatto che nel nostro Paese si punisca la guida in stato di ebbrezza o sostanze con l’arresto fino a un mese e l’ammenda da euro 258 a euro 1.032, con la sospensione della patente di guida da quindici giorni a tre mesi, e la decurtazione di 10 punti. A titolo solo esemplificativo, invece, la recente normativa sull’abbandono di animali prevede l’arresto fino a un anno o l’ammenda da 1.000 a 10.000 euro e l’abbandono di rifiuti non pericolosi con l’arresto da uno a tre anni e ammenda da 5.000 a 50.000 euro.
Con tutto l’affetto che nutriamo per gli animali, ci sembra ci siano alcune evidenti sproporzioni.
Una seria campagna contro pubblicità sbagliate che stimolano nei giovani il consumo di alcolici e un più convinto impegno nel contrasto al consumo di alcolici connesso con la guida, ci vedrà sicuramente al fianco del ministro Sirchia e di chiunque altro se ne prenda cura.
Giordano Biserni
Presidente Asaps
(*) Nota: secondo recentissimi dati del Ministero dell’Interno, in Italia l’anno scorso Polizia Stradale e Carabinieri hanno controllato con etilometri e precursori 148.118 conducenti, nel 2003 erano stati circa 120.000, contro gli 8.600.000 controlli della Francia del 2003.
In Francia stanno affiancando alla cultura del vino la cultura della prevenzione, qui, per quanto riguarda alcol e guida, siamo ancora fermi alla sola cultura del vino.
Centocinquantamila controlli contro otto milioni e seicentomila è un dato molto impressionante, che fa davvero riflettere su quanto, al di là delle intenzioni e delle belle parole, in Italia si faccia davvero poco per la prevenzione di queste tragedie alcolcorrelate: per dirla con le parole di Giordano Biserni, "questo aspetto la dice lunga sulla serietà con la quale si vuole incidere su un fenomeno".
 
Se davvero si vuole incidere su questa strage spaventosa, dove il vino scorre sulle nostre strade mescolato al sangue, occorrono scelte politiche chiare: rinforzare gli organici delle Forze dell’Ordine, per arrivare ad un cambiamento radicale di cultura.
Nel nostro paese oggi il cittadino cui viene richiesto di sottoporsi al test dell’alcol si sente quasi offeso: sarà necessario fargli capire che questo procedimento è importantissimo per tutelare la vita e la salute, la sua e quella degli altri.
Auspico anche da noi nel futuro l’approccio operativo: "patente, libretto e alcol-test!".
da "VIRGILIO NOTIZIE"
Sirchia: contrastare l’uso dell’alcool
Valore alcolemico poco controllato, solo a 4 italiani su 100.
(ANSA) - BOLOGNA, 11 GEN - Piace all’Asaps l’intenzione del ministro della salute Sirchia di contrastare l’uso eccessivo di alcol.L’associazione degli amici della polizia stradale afferma che negli ultimi 3 anni solo 4 italiani su 100 sono stati controllati per il valore alcolemico, contro il 34% dei francesi,37% degli olandesi,41% degli svedesi, e addirittura il 64% dei finlandesi. Per Asaps con una alcolemia di 0,5 gr/l il rischio d’incidenti stradali aumenta del 38%.
Il giovane travolto sulla Pontebbana: s’aggrava la posizione dell’investitore

Pordenone
(Ro) Dopo l’ennesimo dramma, innescato da un automobilista ubriaco al volante, la procura potrebbe superare l’accusa di omicidio colposo, ipotizzando un reato volontario. Emerge dai primi accertamenti con i quali la Polstrada di Spilimbergo tenta di ricostruire la dinamica dell’incidente che è costato la vita a Omar Colussi, 24 anni, di Casarsa della Delizia. Il pm ha disposto l’autopsia sul corpo del giovane, morto al Ponte della Meduna, lungo la Pontebbana. Ricevute le risposte dal medico legale, la Procura concederà l’ok alla sepoltura di Omar Colussi. Poi i famigliari e gli amici potranno riservargli l’ultimo commosso saluto. Sul fronte delle indagini, sul registro degli indagati è stato iscritto l’albanese Shpati Sinakoli, 19 anni, di Azzano Decimo: si trovava a bordo dell’auto che avrebbe innescato la carambola mortale. Gli inquirenti hanno per ora ipotizzato le accuse di omicidio colposo e - da quanto emerso dopo l’alcoltest - quella di guida in stato d’ebbrezza.

da "L’ADIGE"
Arresto convalidato ma il reato non prevede la custodia cautelare. Sta meglio Annalisa Vivaldi
Scarcerato l´automobilista pirata di viale Trento.
Qualche ora in gattabuia per smaltire la sbornia e riflettere su quanto aveva fatto (e il peggio che avrebbe anche potuto provocare). Poi la libertà ritrovata, in attesa che la macchina della giustizia proceda d´ufficio. È stato scarcerato Massimo Martorana, l´operaio di 31 anni domiciliato ad Arco (ma originario di Gela) arrestato da carabinieri e polizia nella notte tra sabato e domenica pochi minuti dopo aver provocato l´incidente stradale in viale Trento nel quale è rimasta seriamente ferita Annalisa Vivaldi, 37 anni, residente a Nago, ed essere fuggito senza prestare soccorso. L´arresto operato dai carabinieri di Riva (dopo che il ragazzo, in compagnia di due amici, era stato individuato da una volante del commissariato) è stato convalidato dal gip di Rovereto ma per Martorana il procuratore capo Francesco Pavone non ha potuto richiedere la custodia cautelare in quanto incensurato e perchè la pena prevista per il reato di «fuga in caso di incidente con danni alle persone» prevede una pena inferiore ai due anni. Ora la procura procederà d´ufficio, anche per il reato di «guida in stato di ebbrezza». Con Martorana sono stati denunciati a piede libero per «omissione di soccorso» i due amici e colleghi che viaggiavano sulla Bmw dell´operaio siciliano, P.S., 22 anni di Oristano, e R.M., 19 anni, anche lui di Gela. Nell´incidente, avvenuto all´altezza del Parco della Pace, è rimasto ferito leggermente anche Andrea Bertapelle, 42 anni di Riva, che viaggiava sulla Citroen Saxo di Annalisa Vivaldi. La donna è ricoverata nel reparto di ortopedia dell´ospedale di Rovereto, sta meglio ma le ci vorranno alcune settimane per tornare quella di prima.
"L’ADIGE"
Undici giorni dopo l´incidente di via Brennero

Undici giorni dopo l´incidente di via Brennero che il giorno di capodanno costò la vita a Marco Orazi e Roberto Carotta, l´investitore è ancora in ospedale. Mauro Perli, 47 anni di Zambana, dal giorno della tragedia è ricoverato presso il reparto di psichiatria del Santa Chiara. L´uomo, indagato per omicidio colposo plurimo dopo essere risultato positivo all´alcol test, è ancora sconvolto per l´accaduto.
«È molto provato, uno straccio - dice l´avvocato Fabrizio Borga che ieri ha visitato in ospedale il suo assistito - Vorrebbe trovare il modo di contattare le famiglie delle vittime per dare una testimonianza del suo dolore per quanto accaduto, ma in questo momento non trova il coraggio di fare questo passo».
Perli vorrebbe chiedere perdono per quanto accaduto, anche se lui stesso non è in grado di ricostruire la dinamica dell´incidente. L´uomo ricorda poco di quella notte. Rammenta di aver notato un´auto ferma sulla destra della carreggiata (era probabilmente lo Fiat Bravo di Carotta).- Mentre guardava il veicolo parcheggiato sulla destra non si è accorto che verso il centro della carreggiata era fermo un veicolo incidentato (era la Fiat Punto verde di Orazi) che è stato centrato in pieno. Perli sostiene di non aver visto le vittime che pure indossavano i giubbotti fluorescenti. La circostanza sembra essere confermata da una prima ricostruzione fatta dalla forze dell´ordine: Orazi e Carotta infatti si trovavano dietro una delle auto incidentate e vennero investite dalla carambola di automezzi innescata da Perli.
Proprio la precisa ricostruzione di quanto accadde quella notte è uno degli aspetti su cui si stanno concentrando le indagini. Nei prossimi giorni il pubblico ministero Giuseppe De Benedetto dovrebbe affidare una consulenza tecnica per chiarire meglio la dinamica del sinistro e in particolare stabilire a quale velocità viaggiava l´auto di Perli. È un elemento che potrebbe aver un peso al momento di quantificare la responsabilità dell´indagato.
Sulla necessità di fare piena luce sulla dinamica dell´incidente concorda anche la difesa: «Mi pare che ci siano diversi aspetti ancora da chiarire. Domani spero di vedere il pubblico ministero per fare il punto della situazione, ma mi pare già evidente che una perizia potrebbe essere utile a chiarire gli aspetti dinamici dell´incidente»

da "IL MESSAGGERO (Umbria)
INCIDENTI STRADALI

Sbanda e finisce con l’auto nel burrone

Ubriaco alla guida causa tre feriti

A Cascia finisce nel burrone, ma si salva. E’ uscito illeso dopo essere finito in una scarpata con il suo Moto Ape. Protagonista dell’incidente nel tardo pomeriggio, sulla provinciale che da Cascia conduce a Fogliano, un agricoltore di 74 anni. G.O. stava tornando a casa dopo aver fatto compere a Cascia, quando a causa di un malore ha perso il controllo dopo un zigzag di parecchi metri. Ad estrarlo dall’abitacolo dell’Ape, ridotto ad un ammasso di lamiere, sono stati i Vigili di Norcia e gli infermieri di un’autoambulanza del 118 di Cascia. L’anziano è stato poi portato all’ospedale di Spoleto, per accertamenti diagnostici.
A Foligno guidava in stato di ebbrezza alcolica ed ha provocato un grave incidente stradale in via Santocchia, alla periferia della città. La sua auto lungo la circonvallazione di S. Eraclio si è scontrata con un’altra vettura proveniente in senso opposto ed ha provocato tre feriti. Sul posto sono intervenuti i vigili urbani che hanno sottoposto l’uomo al test alcolimetrico. L’auto è stata sequestrata e la patente immediatamente ritirata. L’uomo era stato a festeggiare il compleanno di un amico.
da "L’ADIGE"
Squallido laghetto di piazza Dante: sos
Sarebbe bello poter andare con i bimbi alla domenica mattina al parco, il parco sotto casa, con tanto di prato e laghetto con paperelle e cigni. Lo facevo sempre da piccola con i miei genitori e i miei nonni.
Peccato che il parco sotto casa, oggi, sia il parco di piazza Dante.
Il laghetto c´è ancora (appena ripulito), le paperelle anche. Ma bambini non ce ne sono, poca gente che passeggia, poca cura aleggia in questo giardino.
Perfino chi arriva con il treno non ci mette piede, nemmeno nelle giornate di sole per mangiarsi un panino o leggere un libro su una panchina.
Guardandosi intorno si vede solo degrado: ubriachi e bottiglie ovunque (anche nel laghetto - appena ripulito), gente che mette paura solo a incontrarla, desolazione.
Eppure basterebbe così poco per renderlo vivibile, per ridarlo alla città, che ora preferisce dimenticarlo.
Federica Cazzara.
da "L’ADIGE"
«In tre addosso e ho usato il coltello»
Predrag Radojcic si difende: «Ero a terra, mi hanno coperto il volto, ho solo reagito».

Di DAVIDE PIVETTI
«Mi hanno gettato a terra, mi sono sentito sopraffatto. Forse in tre mi sono saltati addosso mentre ero per terra. Mi hanno tirato sul volto il cappuccio della giacca. Io non ci vedevo più, a quel punto ho avuto paura e ho iniziato a tirare colpi col coltello».
Ecco, secondo Pedrag Radojcic, il motivo di tanta rabbia misurata nella decina di coltellate arrivate a Paolo Gatto e Franco Zanon la notte tra martedì e mercoledì in piazza Rosmini.
Il giovane serbo è stato sentito dal giudice per le indagini preliminari Michele Cuccaro alla presenza dei suoi legali difensori, i penalisti di Trento Luca e Chiara Pontalti. All´interrogatorio di garanzia, che la legge prevede entro cinque giorni dall´arresto, c´era anche il sostituto procuratore Marco Gallina, titolare dell´inchiesta.
L´appuntamento era atteso per ieri mattina, in realtà Pedrag Radojcic è stato sentito già venerdì mattina, ben prima quindi della scadenza prevista per legge. Un momento importante per ascoltare la versione del giovane serbo, sul cui capo pende un´accusa pesante, tentato omicidio.
E Predrag Radojcic non si è tirato indietro. Ha raccontato la sua verità, lasciando nel vago, però, l´aspetto forse più importante in questo momento dell´inchiesta, il movente iniziale, la ragione per la quale il litigio a due o a tre (anche questo non è proprio limpido) è iniziato.
«Ero appena uscito dal Café Sport - ha raccontato Radojcic al suo legale difensore - ero in compagnia di un ragazzo che conosco da tanti anni. Gli ho fatto un buffetto sulla guancia e ha reagito malissimo». Il giovane serbo riferisce anche che il suo compagno non sembrava proprio al meglio delle sue condizioni e probabilmente aveva un po´ bevuto prima di uscire dal locale. «Mi si avventato contro - continua Predrag - e a questo punto qualcuno si è messo in mezzo». Doveva trattarsi probabilmente di Zanon, poi spintonato via dai due "litiganti". È a questo punto, secondo il giovane serbo, che entra in gioco anche Paolo Gatto, intervenuto soltanto per aiutare lo stesso Zanon.
Ma fin qui di coltelli non si parla. La versione del giovane extracomunitario, residente a Rovereto da anni e già noto alle forze dell´ordine per un precedente specifico quando era minorenne, prosegue e arriva poco dopo al dunque.
«Credevo che l´episodio fosse finito lì - dice Radojcic - e ho fatto per allontanarmi a piedi, da solo, verso via Orefici. Avevo anche male alla caviglia sinistra, per colpa di qualche spintone. Stavo voltando l´angolo quando da dietro qualcuno mi ha spinto di nuovo a terra, tirandomi il cappuccio della giacca sulla faccia, coprendomi gli occhi. Mi sono ritrovato a terra, non vedevo più niente, ho sentito due, forse tre persone addosso e ho tirato fuori il coltello». Al giovane serbo sarebbero così partiti alcuni fendenti, i primi dei quali avrebbero colpito Zanon, mentre gli altri sono finiti nella schiena e nel torace di Paolo Gatto.
Per quelle sei ferite il giovane roveretano è finito un´ora più tardi all´ospedale, dove è stato operato d´urgenza per salvargli la vita. Lo stesso Gatto, probabilmente, non si era reso conto della gravità di quanto accaduto. «Pensavo fosse stata solo una pedata alla schiena - ci ha detto dal suo letto d´ospedale - ad accorgersi del sangue è stato mio fratello quando sono arrivato a casa». Se il fratello Antonio non l´avesse incrociato alle tre del mattino Paolo Gatto probabilmente sarebbe morto dissanguato addormentandosi nel suo letto.
Radojcic è poi riuscito a divincolarsi. «Nessuno dei presenti gli ha detto niente - commentava ieri Luca Pontalti, il suo difensore - e per questo se n´è andato tranquillamente a casa. Senza gettar via il coltello. Forse neppure si è reso conto di quanto è accaduto».
Nessuno ha tentato di fermarlo, nessuno ha chiamato i carabinieri, nessuno ha pensato di portare all´ospedale Paolo Gatto, a parte suo fratello, un´ora dopo. Di cose da capire ce ne sono ancora.

da "IL GAZZETTINO (Venezia)"
ORE 19, VA IN SCENA LO SPRITZ
Come in un rito si ritrovano uomini e donne, dai trent’anni in su, per il classico aperitivo della sera

Mestre
Provate a mescolare un terzo di inquietudine, un terzo di desiderio di incontrarsi ed un terzo di tendenza modaiola. Agitate un po’ prima dell’uso, aggiungeteci un po’ di snack e stuzzichini e verrà fuori quello che tutti chiamano spritz. Perché la nota bevanda, il cui nome deriva, secondo una delle tesi più seguite dal verbo tedesco "spritzen" che significa spruzzare, è diventata una vicenda da psicologi ed antropologi. Ed anche chi non lo ammette e "sprizza" esclusivamente per piacere, sa che dentro quelle quote di vita c’è una filigrana dello stare sociale. Sempre più ragazzi, giovani, uomini e donne dai trenta ai cinquanta-sessant’anni, si danno appuntamento ogni sera alle 19-19.30 per celebrare una sorta di rituale. Un’occasione di incontro, un momento di aggregazione che si perpetua ormai da tempo con immutata regolarità e che sta dando vita anche ad un fenomeno di tipo commerciale. Sempre maggiore, infatti, la sponsorizzazione a livello nazionale dei liquori, l’Aperol in particolare, utilizzati per preparare il noto aperitivo accompagnato da un oliva e una fetta di limone o d’arancia, diffuso ormai in tutt’Italia e non più soltanto nel Nordest. Proprio qui, infatti, lo spritz affonda le sue radici, avendo trovato le sue roccaforti a Venezia, a Padova, a Treviso, a Trieste e in Friuli dove lo spritz era acqua e vino, benché la vera città di origine sia il capoluogo lagunare. Non è un caso che venga denominato anche "spriss" e non di rado "sprissetto", a testimonianza dell’amore della popolazione veneziana verso qualcosa di cui "rivendica" la paternità

LA RICETTA
La ricetta? Di certo è composto da vino bianco, in genere prosecco, e acqua (o selz), per il resto ci si affida alla creatività del barista che lo prepara o alla propria. La composizione tradizionale prevede l’aggiunta alla base descritta di Aperol, Select o Bitter. Possibili, anche se poco richieste, altre combinazioni come quella con il Cynar ed altri tipi di alcolici, purché il risultato finale rientri come cromatismo in un qualsivoglia di "rosso" e purché siano rispettate le proporzioni di recente seguite dai baristi: un terzo di vino, un terzo di acqua, un terzo di liquore. Considerando che il prosecco ha circa 12-13 gradi, l’Aperol 11, il Bitter Campari 25, il Select 17 e che l’acqua non influisce minimamente sulla gradazione alcolica, è facile fare due conti: uno spritz può avere tra i 12 e i 19 gradi. Aumentando poi, anche di poco, le dosi di alcolici utilizzate può superare i 20. Stomaco vuoto, due bicchieri concentrati, in genere di abbondanti dimensioni, l’aperitivo veneziano viene di solito servito in Bormioli Rocco stile osteria, la ripetitività del rito e l’equilibrio comincia a vacillare. Una situazione per il momento rara, ma di fatto verificatasi in alcune città creando problemi di ordine pubblico e oggetto di studio da parte di alcologi e psicologi, perché di fatto potenziale viatico di casi di etilismo.
DOVE ANDARE
A Mestre e Venezia le abitudini spritzaiole si configurano esclusivamente come una moda sempre più seguita dai giovani, perché per gli esperti lo spritz non è una novità ma era e resta una tradizione. La città pullula di locali vecchi e nuovi dove celebrare il "rito". Dal classico "baretto" dove uno spritz costa 1 euro e trenta, un euro e mezzo, ai posti più raffinati dove il costo sale fino ai tre euro e mezzo, specie nei casi in cui il locale, seguendo una tendenza tipicamente milanese, offre ai clienti cicchetti, primi e secondi piatti.
Non c’è che l’imbarazzo della scelta: a MARGHERA percorrendo via Fratelli Bandiera parallelamente al cavalcavia si prospettano tre possibilità. Il nuovo "dinning room" gestito da Fabio e Nicola vagamente riecheggiante il  Buddha Bar di Parigi, il vicino Bar Principe di Claudio e Davide Burelli recentemente ristrutturato e di seguito Al Vaporedove da quasi due mesi il martedì-mercoledì e giovedì si sprizza a suon di musica jazz & reggae. Qui la giovane barista Elisabetta oltre ai tradizionali spritz offre anche alcune varianti al tema, come la CaipiAperol, una Caipirinha con l’aggiunta di una dose del noto liquore aranciato. Se invece cercate ritmi più "battenti" e musica da discoteca sparata, la soluzione è lo spritz domenicale al Molocinque sempre a Marghera, locale della società Blunotte gestito soltanto per il rituale spritzaiolo dall’associazione Ultraclub. Spostandosi verso CARPENEDO i posti dove sprizzare non mancano: il Fral, il lounge bar in piazza a Carpenedo gestito da Francesco Dall’Ora e il Vittoria Pub di Andrea ed Evelina in via San Donà, specie il fine settimana dalle 19 in poi accolgono puntualmente frotte di spritzaioli. Impossibile poi dimenticare i locali del CENTRO MESTRINO dai raffinati lounge bar come il Napa capitanato da Gianluca Vulcano e Michele Bevilacqua in piazzetta Coin, o loZen Cafein via Torre Belfredo gestito da Andrea Chiappa, all’Osteria Legrenzi di Roberta e Nicola nell’omonima corte tutta in legno con travi a vista, allo storico Al Calice in piazza Ferretto, ai vicini Bar Italia, Bar dell’Orologio e Proseccheria.
«Sono anni che consumo e mi godo lo spritz», dice il pittore Luigi Voltolina, mentre brinda con l’amico fotografo Diego Landi. «Lo considero prima di tutto una tradizione e poi un’occasione piacevole per spezzare i ritmi di lavoro che spesso si protraggono fino a tarda notte».
DA TRADIZIONE A FENOMENO
Eppure nessuno di quelli che beveva lo spritz dieci-vent’anni fa avrebbe mai pensato che questa moda-tradizione potesse diventare un vero fenomeno meritevole di citazioni giornalistiche e mediatiche. Proprio così perché da circa quattro anni esiste pure un sito: www.spritz.it frequentato da oltre diecimila iscritti. I cosiddetti "spritzini" chattano, si scambiano messaggi, organizzano meeting necessari anche alla web-generation per socializzare ed avere un contatto fisico. E non basta: gli spritzini on-line si raccontano anche attraverso i blog, sorta di diari virtuali che permettono di lasciare foto, filmati, messaggi firmati dai "blogger" utilizzando dei nickname, soprannomi per mantenere l’anonimato.

da "IL GAZZETTINO "
Da drink per uomini a moda da spiaggia
Lo spritz nasce a Venezia come aperitivo "riservato" agli uomini. Nel nome è racchiusa la sua originaria ricetta: giusto uno spruzzo di Select (il più veneziano in assoluto), di Bitter o di Aperol diluito in acqua e vino bianco. Una sorta di tradizione trasformatasi di recente in una moda. Negli ultimi anni è diventato l’aperitivo dei giovani accompagnato da una calcolata campagna di marketing di ampio raggio. Dalla sponsorizzazione a livello nazionale dei liquori necessari alla sua preparazione, in primis l’Aperol, ai grandi eventi come lo "Spritz on the beach" che riesce a calamitare sulla spiaggia jesolana frotte di oltre 10 mila persone, all’invenzione dello "spritz-hour". Una serie di situazioni che hanno aperto questa commistione alcolica anche alle donne.
da "IL GAZZETTINO (Venezia)"
«Un momento di aggregazione ed ....
«Un momento di aggregazione ed incontro e nei fine settimana la miccia che accende la serata». Così Andrea Chiappa, titolare dello Zen Cafe, il lounge bar in via Torre Belfredo in stile minimalista e orientaleggiante, definisce il rito dello spritz.
Quali tecniche utilizzate per favorire questo momento di incontro collettivo?
«Per socializzare incentiviamo il servizio al banco, e proponiamo tavoli misti dove ci si trova accanto a gente sconosciuta».
Qual è l’identikit del consumatore di spritz?
«Non c’è una precisa tipologia. Lo consumano un po’ tutti: dai ventenni agli ultra cinquantenni. Durante la settimana ed il venerdì prevale una clientela più adulta, il sabato un po’ più giovane».
Qual è lo spritz più richiesto?
«Quello all’Aperol, anche se sempre più gente specie sui trent’anni opta per un bicchiere di bianco, magari un Francia Corta o un vino aromatico come il Muller Turghau».
Come mai?
«Forse perché ci si sta accorgendo che un buon bicchiere di vino è meno calorico e più salutare del noto mix veneziano»..

IL GAZZETTINO (Venezia)
LO PSICOLOGO

Un po’ di alcol con funzione ansiolitica

Venezia
«In Veneto ed in particolare a Venezia la tradizione dello spritz esiste da tempo, sorta di rito di iniziazione al bere riservato agli uomini. Ora questa abitudine ha perso la valenza antropologica che aveva in origine per acquistare una funzione ansiolitica». A parlare è Diego Luparelli, psicologo, noto anche per le sue consulenze alle concorrenti di Miss Italia.
Ma ci spieghi meglio cosa intende per funzione "ansiolitica"?
«Da sempre l’alcool è stato utilizzato per superare paure, ansie, senso di inadeguatezza. Ci sono persone che per parlare hanno bisogno di bere. In una società definita "comunicativa" come la nostra ma che paradossalmente non lo è affatto, lo spritz può essere un buon catalizzatore per superare la paura di mettersi a nudo, parlare e raccontarsi».
Come valuta questo crescente avvicinarsi dei giovani alla tradizione-moda dello spritz?
«Se l’uso di alcool resta entro dosi moderate, lo considero un appuntamento collettivo, un modo per conquistare uno spazio in città, conoscersi, parlare. Se si pensa alla routine quotidiana, si capisce facilmente che i punti d’incontro più frequentati come le discoteche non permettono grandi contatti sociali. Personalmente percepisco una forte necessità di stare assieme che passa attraverso il "momento alcolico": un fenomeno tradizionale».
E nient’altro?
«C’è poi anche il fattore del confrontarsi, del volersi mettere in mostra, diffuso anche tra i quarantenni e cinquantenni tra cui oggi è sempre più frequente trovare single o separati alla ricerca di nuove relazioni».
L GAZZETTINO (Udine)
Vent’anni del Club alcolisti
SEDEGLIANO - A Coderno, nell’ex asilo, si è tenuto il ventennale dei Club alcolisti in trattamento di Coderno e Sedegliano. La giornata è stata organizzata dai due Club locali con la collaborazione dell’Acat "Fagagnese" e con il patrocinio dell’amministrazione comunale di Sedegliano. Un centinaio sono le famiglie che in questi anni sono entrate nei due Club e che hanno quindi avuto la possibilità di modificare il proprio stile di vita, il che non significa semplicemente smettere di bere ma mettere in discussione anche i propri comportamenti.
IL GIORNALE DI VICENZA
Guida ubriaco e resiste ai carabinieri Arrestato
Fermato in evidente stato euforico, è finito nei guai per resistenza e violenza a pubblico ufficiale. Protagonista un uomo già noto alle forze dell’ordine, che stato arrestato l’altra sera a Trissino. Antonio Sartori, 63 anni, residente a Sovizzo, è stato fermato lungo l’ex statale 246, poiché la sua auto stava procedendo a zig zag. I carabinieri gli hanno intimato l’alt costringendolo a fermarsi. Una volta sceso dall’auto, stando alla ricostruzione degli inquirenti, avrebbe dato in escandescenze rivolgendosi in modo scomposto nei confronti dei militari dell’Arma. Si sarebbe rifiutato di sottoporsi al test con l’etilometro. Oltre all’arresto, Sartori è stato denunciato per guida in stato di ebbrezza. È stato multato e gli è stata immediatamente ritirata la patente.
L GIORNALE DI VICENZA
Condannato
Insultò e minacciò l’ex moglie
(d. m.) Sfondò la porta di casa a furia di calci e pugni e rivolse alla moglie, che nel frattempo terrorizzata si era rinchiusa in bagno con la figlioletta, una serie di insulti quali «bestia», «pecora che parla troppo» e altri irripetibili, minacciando la donna pure di morte. Ubriaco, venne placato solo dall’intervento della polizia, allertata da alcuni vicini di casa.
Per questo, ieri in tribunale, Balgobin Rajcoomar, 36 anni, originario delle Isole Mauritius, è stato condannato dal giudice Gastone Andreazza a quattro mesi di reclusione, coi doppi benefici di legge.
I fatti risalgono all’estate di due anni fa, prcisamente al 12 agosto del 2003. Separato dalla moglie, l’extracomunitaria Dhrinookdharee Shrinati, con una sentenza del tribunale cittadino del 28 dicembre dell’anno prima, quel giorno l’uomo alzò il gomito e si precipitò nella sua abitazione, in via Vendramini. Di aprirgli la porta, però, la donna non ci pensò nemmeno, e così l’uomo passò alle vie di fatto. In udienza, è stata ascoltata anche un’anziana signora che abita al piano superiore, la quale ha detto che udì l’uomo urlare frasi in una lingua a lei incomprensibile. Nel processo è stato chiamato a deporre anche uno dei poliziotti che intervennero in via vendramini per fermare l’uomo.
Il teste ha riferito al giudice Andreazza che, giunto sul posto con i colleghi della pattuglia, trovò l’imputato, «ubriaco», fuori di casa che gridava a squarcia gola
YAHOO SALUTE
Pasteggiare con il vino, un piacere per la salute
lunedì 10 gennaio 2005, Il Pensiero Scientifico Editore
Il fumo fa male ma il vino fa bene anche alla prostata, quindi da oggi al ristorante gli uomini possono sostituire la sigaretta con un buon bicchiere di rosso. Un altro punto a favore della bevanda è stato segnato dai ricercatori del Fred Hutchinson Cancer Research Center di Seattle guidati da Janet Stanford.
L’intento iniziale dello studio era quello di verificare se vi fosse una relazione tra il cancro alla prostata e un eccessivo consumo di alcool. Per questo sono stati reclutati 753 pazienti a cui era stato diagnosticato il tumore e 700 volontari sani che sono stati utilizzati come riferimento. La ricerca è stata pubblicata sull’International Journal of Cancer.
I dati sul consumo di alcool di ciascun paziente sono stati raccolti tramite un questionario. I risultati non hanno segnalato nessuna relazione tra il rischio di sviluppare il cancro alla prostata e il consumo di grosse quantità di superalcolici. Invece un dato rilevante è stato che il classico bicchiere di vino che accompagna il pasto, oltre ad avere ottime proprietà sul sistema cardiocircolatorio, riduce anche il rischio di sviluppare questo tipo di cancro del sei per cento.
Il merito sembrerebbe essere sempre dei flavonoidi contenuti nel vino, agenti ossidanti naturali che li rende potenzialmente in grado di contrastare processi ossidativi, innescati da radicali liberi dell’ossigeno, che contribuiscono all’invecchiamento cellulare e allo sviluppo di malattie cardiovascolari e tumorali. Come queste molecole possano intervenire nel proteggere dallo sviluppo di questo particolare tumore non è completamente chiaro; secondo gli autori dello studio, oltre alle capacità antiossidative, i flavonoidi potrebbero anche avere un ruolo nella stimolazione del testosterone(*).
emanuela grasso
(*) Nota: è incredibile il danno che possono fare articoli come questo. Questa ricerca sul tumore alla prostata, basata su questionari, è stata molto propagandata, molto di più, chissà perchè,  delle numerose ricerche che hanno dimostrato un indiscutibile effetto cancerogeno dell’alcol. I flavonoidi sono presenti in tracce nel vino. Anche il loro eventuale effetto di stimolazione del testosterone è certamente vanificato dall’effetto opposto dell’alcol, sul testosterone (che provoca nel bevitore una minore potenza e fertilità sessuale: ma questo non lo scrivono mai).

LA SICILIA (Catania)
Sant’Alf

Mercoledì, 12 Gennaio 2005
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