Venezia ANTONIO FOJADELLI, MAGISTRATO IN DIFESA DELLA SICUREZZA STRADALE "BISOGNA RIVEDERE LA LEGGE SULL’OMICIDIO COLPOSO". |
La polizia stradale in azione: si cerca un medico in attesa del 118: il raccordo tra i vari attori che devono operare nell’evento è una priorità. |
(ASAPS)
VENEZIA – Antonio Fojadelli, procuratore capo di Treviso,
non ha bisogno di presentazioni: è lui il padre del
sequestro preventivo del veicolo nei confronti di conducenti
ebbri recidivi. Un uomo coraggioso, che ha letteralmente conquistato
il rispetto di chi, con ogni mezzo, vuole maggior sicurezza
stradale e che è oggi presidente del Comitato permanente
ristretto dell’Osservatorio sulla sicurezza stradale
in veneto. Ora, il magistrato torna alla carica. Sembra stanco,
disgustato dalla quotidiana dose di violenza stradale che
lui, un po’ come noi, è costretto a digerire.
"La strada – ha detto il magistrato all’agenzia
AGI – uccide in Italia 6 mila persone l’anno,
come a dire tre Vajont, e questo avviene nell’’indifferenza
della nostra società. La vita umana è il bene
più prezioso e quella che si perde per un incidente
sulla strada non può essere ricondotta ad una semplice
questione assicurativa". Ci va giù duro, Fojadelli,
mentre illustra il lavoro dell’organismo, completato
con una serie di proposte che lo rendono – purtroppo
va detto a demerito di molti altri enti simili – atipico
nella realtà italiana. C’è dunque una presa
di posizione politica, per così dire, che potrebbe
anche costare qualche simpatia in meno, ma che di contro riscuote
tutta la nostra ammirazione. Bisogna considerare infatti che
si è ai primi tre mesi di vita del comitato, istituito
dalla giunta regionale e che proprio in seno al governo del
Veneto ha raccolto la prima importante adesione. L’assessore
alla mobilità Renato Chisso ha infatti fatto sapere
che è intendimento dell’esecutivo portare a Roma
la questione con una proposta di legge che consenta di rivedere
la normativa riguardante l’istituto dell’omicidio
colposo. Ma non è tutto: si è parlato anche
del coordinamento – questione sulla quale anche noi da
tempo puntiamo il dito – tra le varie forze di polizia
e tra queste e tutti gli attori interessati. Su questo, nei
prossimi mesi, sarà prodotto un lavoro comprensivo.
"Quello che serve ora – ha aggiunto il procuratore
capo di Treviso – è un forte messaggio a livello
culturale per modificare anzitutto i comportamenti di chi
si mette alla guida di un veicolo: guidare è una responsabilità.
Non si tratta solo di salvare vite, ma anche di evitare lesioni
spesso irrecuperabili: per ogni morto ci sono tre invalidi
permanenti, oltre ai feriti, ai costi materiali, a quelli
sociali e ad insopportabili costi familiari e personali".
Non sfugge infatti al comitato (e come potrebbe?) che sulla
strada muoiono innanzitutto i giovani, tanto che per quelli
tra i 18 ed i 35 anni l’asfalto è la prima causa
di decesso. E poi ci sono le utenze deboli: bambini, pedoni,
ciclisti e motociclisti, che in veneto – lo ricordiamo
– sono inglobati proprio in questa categoria, grazie
anche all’impegno dell’associazione Motociclisti
Incolumi, che in Veneto conta su una forza consistente e molto
preparata. Tornando sulla questione della necessità
di rivedere la norma, Fojadelli ha aggiunto che "Oggi
un omicidio colposo si patteggia a sei mesi con la condizionale:
è un fatto che attenua il senso del valore della vita
e che banalizza i comportamenti a rischio. Tutto questo viene
spesso rispecchiato dalle cronache, dove si parla ad esempio
di curva della morte, trasferendo la responsabilità
dalla condotta personale alla cosa inanimata. C’è
persino scarsa sensibilità nel porre in essere misure
di sicurezza come la cintura o i seggiolini per bambini. Di
certo è necessario migliorare la qualità del
rilascio dei certificati di idoneità alla guida".
Un bel richiamo, che di questi tempi non è comune
da parte di un magistrato (anche se in veste di presidente
del comitato) ma che riscuote tutta la nostra condivisione.
"Investire in sicurezza significa anche tendere ad
un risparmio - ha concluso il procuratore – ma non è
questo che ci spinge ad operare, bensì la coscienza
della sacralità della vita". Intanto il Veneto
comincia a distinguersi per la quantità
e la qualità degli investimenti in materia di sicurezza
stradale: 20 milioni ogni anno vengono infatti erogati per
eliminare i punti neri della viabilità minore. (ASAPS). |