Verona
Sbirro pikkiato con conto salato
Poliziotto della Stradale, libero dal servizio, interviene per sedare una rissa e riporta lesioni mentre arresta uno straniero
Al pronto soccorso gli fanno pagare il Ticket di 51 euro. Uno dei coinvolti nella rissa non paga perché ha riportato una frattura
L’Osservatorio ASAPS ha registrato nei primi 11 mesi 2.106 aggressioni alle divise. 723 da ubriachi e drogati 35%. Sono 928 gli attacchi da stranieri 44%
(ASAPS) Kafka e le sue “situazioni” si stropiccerebbero le mani nel leggere quanto successo ad un agente della Polizia Stradale di Verona una notte di dicembre dell’anno 2012.
Nella località Ferlina a Bussolengo, davanti al Village, scoppia improvvisa una rissa tra extracomunitari presenti sul luogo.
Ad innescare la miccia e le botte tra giovani marocchini e tunisini, oltre all’alta concentrazione di alcool, alcuni pesanti apprezzamenti nei confronti della compagna di uno di loro.
Nella rissa un marocchino riporta serie lesioni provocate da calci e pugni sferrati senza pietà anche quando era steso a terra. A salvarlo il pronto intervento di un cuoco che presta servizio proprio al Village e un agente della Polizia Stradale di Verona che, nonostante fosse fuori servizio, capita la gravità della situazione esibisce il tesserino e cerca di placare gli animi.
Nel tentativo di sedare la rissa di “gelosia alcolica” il poliziotto riceve alcuni colpi ma continua nella sua opera di dissuasione perché “un poliziotto deve considerarsi sempre in servizio e ha l'obbligo di intervenire”.
Alcuni gestori dei negozi del Village chiamano i Carabinieri che riescono finalmente a porre fine alla rissa con l’arresto dei responsabili che il giorno successivo si sono presentati, dopo essere transitati per il Pronto Soccorso dell’Ospedale, davanti al giudice nel processo per direttissima. I tunisini hanno patteggiato 5 mesi di pena e sono stati rilasciati in quanto incensurati.
E il poliziotto libero dal servizio ma obbligato ad intervenire?
L’agente della Stradale di Verona si è recato, accompagnato dal cuoco pure lui malconcio, presso il Pronto soccorso dell’Ospedale dove i sanitari riscontravano lesioni guaribili in cinque giorni.
Questo il danno. La beffa kafkiana è stata la richiesta da parte del personale sanitario del pagamento del ticket sanitario di 51,60 euro per la prestazione, con l’obbligo di pagamento entro 10 giorni dalla data della medicazione.
Questo, secondo il personale del Pronto Soccorso, è il dettato di nuove disposizioni regionali a cui devono attenersi e che, pur considerando quanto accaduto al poliziotto come infortunio sul lavoro, non lo fa rientrare nell’esenzione prevista attraverso precisi accordi con l’INAIL.
Potrebbe finire qui, non fosse che lo sfortunato poliziotto ha poi saputo che le persone vicine a lui nel tentativo di sedare la rissa hanno pure loro pagato il tiket (addirittura superiore) mentre invece gli extracomunitari responsabili del fatto hanno sborsato molto meno, se non addirittura nulla come nel caso del marocchino che ha riportato la frattura della gamba.
Non intendiamo entrare nel campo della sanità che ha già troppi problemi di tagli e di spending review. Vogliamo soltanto stare idealmente vicini al poliziotto perché sappiamo quanto particolare e delicata sia la situazione di quanti svolgono questo lavoro con una divisa e si trovano ad affrontarlo dovendo superare prove impegnative come questa.
L’osservatorio Asaps-Il Centauro “Sbirri pikkiati” rileva infatti che continua senza sosta il grave fenomeno delle aggressioni alle Forze dell'Ordine. Nei primi 11 mesi del 2012 sono state 2.106 oltre 6 al giorno le aggressioni a seguito di controlli su strada.
E' ancora l'alcol con la droga a far saltare i codici della legalità con 723 aggressioni, pari al 35%. Mentre gli stranieri sono stati protagonisti in 928 episodi, 44%. Il fenomeno nel suo complesso è ancora in crescita. Vedremo a fine anno di che percentuale. Nei primi sei mesi l’incremento era del 15% segno che la risposta violenta nei confronti delle divise non accenna nessuna flessione.
Oltre a questi sconcertanti numeri c’è la considerazione che il fenomeno e il lavoro di queste persone non sono poi considerati granché, visto che l’impegno profuso e le botte ricevute fuori orario di lavoro non sono remunerati ma, invece, tassati con un ticket come fossero una visita medica eseguita non per necessità ma per un banale mal di pancia. In effetti comincia ad esserci anche quello. (ASAPS)