Nola (NA)
"SCHIAVI" DELLA STRADA, L'INCHIESTA
NOLA - Attentato alla sicurezza dei trasporti ed estorsione aggravata.
Niente criminalità organizzata ma un organizzato crimine ideato da una spregiudicata ditta nolana che “sfruttava” i suoi autisti fino all’ultima stilla di lucidità con buona pace di chi viaggiava e rischiava la vita a ogni metro d’asfalto percorso.
Una sorta di tentato omicidio/suicidio stradale per i conducenti costretti a viaggiare fino a 2000 chilometri senza mai fermarsi per il profitto dell’azienda: fermarsi a riposare era considerato un lusso e magari la perdita di un cliente non il rischio tremendamente reale di un probabile incidente a causa di un colpo di sonno. E’ il fenomeno del momento scoperto dagli agenti del commissariato di Nola, coordinati dal primo dirigente Pietro Caserta, e della polizia stradale del distaccamento della stessa città bruniana, agli ordini del comandante Sabato Arvonio, che hanno smascherato il responsabile di un’azienda nolana che alterava i cronotachigrafi digitali dei tir.
Un'attività investigativa partita dopo la denuncia di un autotrasportatore stanco dei continui viaggi in Svizzera senza alcuna sosta e con l’angoscia del licenziamento qualora non avesse accettato i diktat dell’azienda per cui lavorava. Gli agenti del commissariato e della polizia stradale facevano irruzione nel deposito degli automezzi della società e dopo accurati controlli rinvenivano sui mezzi telecomandi simili a quelli dei cancelli automatici che azionati in tempo interrompevano il sistema di registrazione del cronotachigrafo. All’inizio gli agenti non sono riusciti a trovare il trasmettitore che mandava il segnale allo strumento, che in genere è una calamita installata sulla linea del cambio e quindi all’apparenza sembrava che non fossero alterati. Dalla prova su strada la scoperta: i poliziotti azionavano il telecomando e notavano che lo strumento non registrava gli obbligatori dati, poi è stato individuato il trasmettitore di segnale al cronotachigrafo davvero all’avanguardia e di ultima generazione: un bulbo magnetico installato nel cambio trasmissione del tir. Il meccanismo consentiva di non far riposare gli autisti che restavano sempre attaccati al volante dei tir (che risultava fermo) partendo da Nola per la Svizzera e ritorno e chi non rispettava gli ordini veniva licenziato.
Un sistema confermato dalle ricostruzioni degli autisti sentiti dagli investigatori che ammettevano di essere costretti dal responsabile della ditta ad usare il telecomando per alterare la registrazione dello strumento e far rientro in sede nel tempo più breve possibile, pronti per ripartire per un altro viaggio in Svizzera, in modo da battere sempre la più spietata concorrenza a discapito della sicurezza stradale e dei lavoratori del trasporto. Il titolare della società è stato denunciato per attentato alla sicurezza dei trasporti per aver manomesso la strumentazione destinata alla prevenzione degli infortuni sul lavoro degli autisti e per estorsione perché minacciava di licenziamento gli autisti costringendoli di fatto ad azionare l’illecito sistema mettendo a rischio la propria incolumità e quella degli altri. Al titolare è stata anche notificata dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Nola una ordinanza di applicazione della misura cautelare interdittiva ad esercitare la professione di autotrasportatore.
Per gli investigatori nolani “qualcosa incomincia a muoversi nel campo della sicurezza stradale in particolar modo nell‘autotrasporto, i dipendenti denunciano le condizioni di lavoro assurde a cui sono sottoposti in alcuni casi”.
da ilnolano.it