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Notizie brevi 30/11/2005

Barletta - Dopo cinque anni caserma senza nome. Si attende l’intitolazione a Tommaso Capossele

Da La gazzetta del Mezzogiorno
L’agente della Polstrada travolto nel 2000
Dopo cinque anni caserma senza nome
Si attende l’intitolazione a Tommaso Capossele
BARLETTA In attesa di una intitolazione che tarda ad arrivare. E sì sono trascorsi più di cinque anni da quel maledetto 8 luglio 2000, quando il 30enne Tommaso Capossele, giovane agente scelto della Polstrada della Sottosezione di Barletta, rimase vittima di un terribile incidente stradale sull’autostrada A/14, all’altezza del casello autostradale Andria-Barletta. Ma, nonostante sia trascorso così tanto tempo da quell’evento luttuoso, nessuna lapide commemorativa è stata ancora scoperta, nessuna intitolazione è avvenuta. «Accorso sul luogo di un incidente stradale, consapevole dell’estremo rischio personale - si legge nella motivazione formulata in occasione del conferimento della medaglia d’oro al valor civile al giovane "centauro" da parte del Capo della Stato, Carlo Azeglio Ciampi -, si adoperava per segnalare la situazione di pericolo al fine di scongiurare più gravi conseguenze,

ma veniva travolto da un’autovettura sopraggiunta ad alta velocità, sacrificando la giovane vita ai più nobili ideali di grande altruismo ed altissimo senso del dovere. Nel rispetto delle sue volontà veniva fatta donazione degli organi, ultima testimonianza di elette virtù civiche». Una morte assurda ma eroica, un dolore atroce per la giovane moglie Filomena Lamacchia ed i suoi bambini Michele e Francesca, un lutto che segnò profondamente la comunità di Barletta e tutti i colleghi di lavoro di Tommaso. Per questo, già all’indomani della tragedia, c’è chi avanzò la proposta di dedicare al valoroso «centuaro» l’attuale caserma della Polstrada, sulla Litoranea di Barletta. Un’idea che suscitò subito consensi sia da parte dei vertici nazionali e regionali della Polstrada (favorevole si dimostrò anche l’ex direttore del servizio Polizia stradale al Viminale, Domenico Mazzilli) che da parte del Ministero dell’Interno la cui Commissione centrale per le ricompense rilasciò subito l’apposito nulla osta. Anche l’amministrazione comunale di Barletta promise di dedicare al suo concittadino una strada o una piazza come atto di omaggio e testimonianza, in particolare per le giovani generazioni, da parte dell’intera comunità barlettana. Ma le promesse sono rimaste solo sulla carta. In entrambi i casi. «Purtroppo dopo cinque anni nulla è accaduto - commenta, amareggiato, Ciro Caggiani, collega di Tommaso Capossele e referente Asaps (Associazione nazionale sostenitori e amici della polizia strada) per la Sottosezione barlettana della Polstrada -. Più volte abbiamo sollecitato tale riconoscimento per far sì che nel cuore della città prenda vita un segno di memoria del nostro collega che rimarrà per tutti un esempio di alte doti civili e morali, di dedizione e impegno incondizionato per la sicurezza dei cittadini». Eppure nei mesi scorsi, un’altra caserma della Polstrada (la sede del distaccamento di Modena Nord), dopo un inter velocissimo, è stata intitolata ad un altro poliziotto, il 28enne Stefano Biondi, barbaramente ucciso in servizio, nell’aprile dello scorso anno, da due malviventi presso il casello autostradale reggiano. La richiesta, presentata al Ministro dell’Interno, al Capo della Polizia di Stato, al Prefetto ed al Questore di Reggio Emilia non è rimasta «inevasa». Subito, infatti, ci si è attivati per ricordare un altro valoroso ed umile servitore dello Stato, morto ugualmente eroicamente. Per Tommaso Capossele, invece, ancora inspiegabilmente si attende. Lo stupore, nel frattempo, cresce. Purtroppo anche l’amarezza. Gianpaolo Balsamo.

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Mercoledì, 30 Novembre 2005
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