L’agente della Polstrada travolto
nel 2000
Dopo cinque anni caserma senza nome Si attende l’intitolazione a Tommaso Capossele |
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BARLETTA In attesa di una intitolazione che tarda ad arrivare. E sì sono trascorsi più di cinque anni da quel maledetto 8 luglio 2000, quando il 30enne Tommaso Capossele, giovane agente scelto della Polstrada della Sottosezione di Barletta, rimase vittima di un terribile incidente stradale sull’autostrada A/14, all’altezza del casello autostradale Andria-Barletta. Ma, nonostante sia trascorso così tanto tempo da quell’evento luttuoso, nessuna lapide commemorativa è stata ancora scoperta, nessuna intitolazione è avvenuta. «Accorso sul luogo di un incidente stradale, consapevole dell’estremo rischio personale - si legge nella motivazione formulata in occasione del conferimento della medaglia d’oro al valor civile al giovane "centauro" da parte del Capo della Stato, Carlo Azeglio Ciampi -, si adoperava per segnalare la situazione di pericolo al fine di scongiurare più gravi conseguenze, | |
ma
veniva travolto da un’autovettura sopraggiunta ad alta velocità,
sacrificando la giovane vita ai più nobili ideali di grande
altruismo ed altissimo senso del dovere. Nel rispetto delle sue
volontà veniva fatta donazione degli organi, ultima testimonianza
di elette virtù civiche». Una morte assurda ma eroica,
un dolore atroce per la giovane moglie Filomena Lamacchia ed i suoi
bambini Michele e Francesca, un lutto che segnò profondamente
la comunità di Barletta e tutti i colleghi di lavoro di Tommaso.
Per questo, già all’indomani della tragedia, c’è chi
avanzò la proposta di dedicare al valoroso «centuaro»
l’attuale caserma della Polstrada, sulla Litoranea di Barletta.
Un’idea che suscitò subito consensi sia da parte dei vertici
nazionali e regionali della Polstrada (favorevole si dimostrò
anche l’ex direttore del servizio Polizia stradale al Viminale,
Domenico Mazzilli) che da parte del Ministero dell’Interno la cui
Commissione centrale per le ricompense rilasciò subito l’apposito
nulla osta. Anche l’amministrazione comunale di Barletta promise
di dedicare al suo concittadino una strada o una piazza come atto
di omaggio e testimonianza, in particolare per le giovani generazioni,
da parte dell’intera comunità barlettana. Ma le promesse
sono rimaste solo sulla carta. In entrambi i casi. «Purtroppo
dopo cinque anni nulla è accaduto - commenta, amareggiato,
Ciro Caggiani, collega di Tommaso Capossele e referente Asaps (Associazione
nazionale sostenitori e amici della polizia strada) per la Sottosezione
barlettana della Polstrada -. Più volte abbiamo sollecitato
tale riconoscimento per far sì che nel cuore della città
prenda vita un segno di memoria del nostro collega che rimarrà
per tutti un esempio di alte doti civili e morali, di dedizione
e impegno incondizionato per la sicurezza dei cittadini».
Eppure nei mesi scorsi, un’altra caserma della Polstrada (la sede
del distaccamento di Modena Nord), dopo un inter velocissimo, è
stata intitolata ad un altro poliziotto, il 28enne Stefano Biondi,
barbaramente ucciso in servizio, nell’aprile dello scorso anno,
da due malviventi presso il casello autostradale reggiano. La richiesta,
presentata al Ministro dell’Interno, al Capo della Polizia di Stato,
al Prefetto ed al Questore di Reggio Emilia non è rimasta
«inevasa». Subito, infatti, ci si è attivati
per ricordare un altro valoroso ed umile servitore dello Stato,
morto ugualmente eroicamente. Per Tommaso Capossele, invece, ancora
inspiegabilmente si attende. Lo stupore, nel frattempo, cresce.
Purtroppo anche l’amarezza. Gianpaolo Balsamo. |
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