L'adeguamento «automatico» in base ai dati Istat. L'Aci: «È un assurdo accanimento»
La stangata delle multe stradali
MILANO - «L'ennesima mazzata. L'altro giorno un collega veneto mi ha sconvolto: un automobilista gli ha detto che se avesse pagato il verbale non avrebbe potuto comprare il regalo al figlio... Le famiglie non reggono. Non si vedono i segnali? L'aumento dei verbali non pagati, quello dell'evasione assicurativa (quattro milioni di veicoli), delle fughe all'alt... Adesso pure il rincaro delle contravvenzioni al Codice della strada. È troppo». Giordano Biserni, presidente dell'Asaps, l'Associazione amici della polizia stradale, è infuriato. L'aumento dovrebbe scattare dal 1° gennaio, un automatico «adeguamento» del 6 per cento che, come previsto dalla legge, segue la pubblicazione dell'indice Istat dei prezzi al consumo per le famiglie e gli impiegati (il Foi). Un percento che serve a rivalutare anche il valore dell'assegno al coniuge separato e dell'affitto. E che ogni due anni ritocca - in peggio, ovvio - anche le sanzioni stradali.
Pubblicato il 13 dicembre, il Foi è cresciuto del 5,7 per cento. Dunque in soldoni, appunto, il divieto di sosta passa da 39 a 41 euro. Il mancato uso delle cinture di sicurezza da 76 a 80 euro. La multa per chi telefona mentre guida da 152 a 161 euro. Per chi «buca» un semaforo rosso, da 154 a 163. Nove euro in più (da 159 a 168 euro) anche per chi supera il limite di velocità fra i 10 e 40 orari. «I comportamenti scorretti vanno sanzionati: noi siamo a favore delle multe - tiene a precisare Carlo Rienzi, del Codacons -, ma non si può dare addosso ai cittadini in modo così ossessivo». L'aumento, in effetti, non può passare inosservato: l'Italia (emerge da uno studio del Centro Antonella Di Benedetto) è prima nella classifica europea delle infrazioni: +1.512 per cento in 10 anni. Un verbale ogni 10 secondi a Milano, ogni 12 secondi a Roma. E «solo due italiani su dieci pagano senza contestare - dice Vittorio Carlomagno, presidente di Contribuenti.it -, gli altri ricorrono al Prefetto». Tra le modifiche al Codice discusse in Parlamento (oltre alla notifica tramite posta elettronica certificata) c'è lo sconto del 20 per cento per chi paga entro cinque giorni. Ma Biserni e Rienzi sollecitano a prendere atto che l'evasione discende sempre di più da difficoltà economiche. L'aggravio delle contravvenzioni appesantirà un carico già mostruoso.
Per Rienzi bisogna «bloccare tutto per tre anni. Scongiurare l'aumento dell'Iva. Congelare le tariffe: acqua, rifiuti, autostrade, canone Rai, luce e gas». Un «decreto antipovertà» che ridarà ossigeno agli italiani. I mancati introiti? Biserni propone di mettere mano al «tesoretto» delle multe elevate agli stranieri: «Raramente vengono contestate sul posto e sono milioni di euro che non entrano in cassa. Se l'Italia fosse efficiente nel riscuotere anche le multe degli stranieri, oggi non ci sarebbe motivo di calcare la mano».
«Sterilizzare gli aumenti con un provvedimento politico»: la pensa così anche Gianprimo Quagliano, presidente del Centro studi Promotor: «Il vaso è ormai traboccato: abbiamo le imposte sui carburanti più pesanti d'Europa. Il settore è stremato: il crollo delle vendite ha portato il nostro mercato al livello di 33 anni fa». Occorrerebbe invertire la tendenza alla fuga dall'auto. Ma questi rincari «vanno in senso contrario» anche per Angelo Sticchi Damiani, presidente dell'Aci. «Nell'ultimo anno c'è stato un calo vertiginoso dell'uso. Insistere con questi aumenti è un assurdo accanimento: fermateli».
di Roberto Iasoni
da corriere.it