Lo
abbiamo appreso per caso dalle cronache locali. Da pochi giorni l’imprenditore
edile Giorgio Giorni, l’uomo (uomo???) che ha stuprato e ucciso
il 5 aprile del 2004, la piccola Maria Geusa di due anni e
mezzo a Città di Castello, recentemente condannato
all’ergastolo al termine del processo con rito abbreviato
davanti al GUP di Perugia, è "ospite" del
carcere di Forlì. Lo stesso dove da 14 mesi è
rinchiuso Ivan Liggi, poliziotto condannato a 9 anni e mezzo
dopo aver sparato un colpo ( 1 ) di pistola dopo un inseguimento,
su una vettura della Polizia, con la divisa della Polizia,
a seguito del quale rimaneva sfortunatamente ucciso un uomo
di 30 anni.
Ci domandiamo come due persone così diverse, una così
abietta che ha fatto oggetto dei suoi più infimi e
infami desideri una creatura di due anni e mezzo per poi massacrarla e
quel poliziotto che ha concluso tragicamente e per sfortuna
la sua carriera al servizio dello Stato, possano stare rinchiusi
dietro le stesse mura.
Qui c’è qualcosa che non va, qualcosa che non funziona.
Ci auguriamo che Ivan non incontri mai quell’uomo che divide
con lui lo stesso tetto e le stesse sbarre, anzi speriamo
che non lo sappia neppure, anche se "radio carcere"
è una delle emittenti più puntuali e veloci.
Caro Ivan avevamo tanti motivi per starti vicino come cittadini
e come colleghi in questo tuo secondo Natale in una Casa circondariale
(ci vien da sorridere a chiamarla Casa quella, anche per Natale...),
ora ne abbiamo uno in più.
Non guardare dentro guarda dalle sbarre, nella notte. Tutte
le stelle che vedrai sono gli accendini accesi di tanti amici
che da fuori fanno il tifo per te. Che si domandano cosa ci
fai là dentro con quel Giorgio Giorni.
A te Ivan Buon Natale.
gb