Pneumatici invernali
sulla sicurezza non di discute
Evitano incidenti riducono gli spazi di frenata e fanno anche risparmiare. Solo che dopo il famoso emendamento il concetto è più difficile da spiegare...
I danni che ha fatto gradi il famoso emendamento 8.17 del Decreto Legge 18 (è stata aggiunta la frase "prescrivere al di fuori dei centri abitati, in previsione di manifestazioni atmosferiche nevose di rilevante intensità, l'utilizzo esclusivo di pneumatici invernali, qualora non sia possibile garantire adeguate condizioni di sicurezza per la circolazione stradale e per l'incolumità delle persone mediante il ricorso a soluzioni alternative".) sono davvero incalcolabili: anni di lavoro per spiegare agli italiani l'importanza delle gomme termiche buttati via.
E già perché questo emendamento, dal chiaro sapore lobbystico, getta fango su tutti coloro che si sono occupati di sicurezza stradale e che ovviamente hanno cercato di spiegare l'importanza dei pneumatici invernali, facendo di ogni erba un fascio. Valeva davvero la pena fare tanto caos con un emendamento mal scritto che cerca di mettere fuori gioco le catene? Secondo noi no ed è un peccato che grandi aziende del settore non possano dire quello che pensano (imbrigliate come sono nella loro associazione) su questa legge che li fa passare per lobbysti.
Il fatto comico (o tragico, a seconda dei punti di vista...) è che perfino associazioni che si sono sempre battute per la diffusione delle gomme termiche - come l'Asaps - oggi debbano tornare a difendere la scelta delle catene. E che - alla fine - come abbiamo detto più volte con i pneumatici invernali si risparmia perché si evitano piccoli e grandi incidenti.
C'è chi va poi oltre, e uno studio effettuato dal Politecnico di Torino sulle cinque vetture più vendute in Italia nei rispettivi segmenti di mercato (Fiat Panda, Fiat Punto, Alfa Romeo Giulietta, Nissan Qashqai, Ford C-Max), dimostra che con le invernali si risparmia: "A fronte di un prezzo sostanzialmente paragonabile tra pneumatici estivi ed invernali - spiega la ricerca - ci si rende conto che se si montano dei pneumatici invernali quelli estivi sono "a riposo" e quindi non si consumano. Il doppio treno non è pertanto da considerarsi una spesa aggiuntiva, ma solo un'anticipazione. Un doppio treno di gomme comporta un costo aggiuntivo di montaggio/smontaggio, ma da questa operazione, apparentemente più onerosa, ne deriva una maggiore e più accurata manutenzione che ha un effetto benefico assai superiore: così facendo, si ottimizzano le pressioni di gonfiaggio e quindi le prestazioni di guida, con un effetto significativo nella riduzione del consumo di carburante con vantaggi anche in termini di riduzione di emissioni nocive. Vale la pena di ricordare che il 52% degli italiani circola con gomme sgonfie che producono un maggior consumo di carburante, accertato da più indagini, che va da un minimo del 3% fino ad oltre il 15%".
In ogni caso, in soldonI, secondo lo studio del Politecnico di Torino, il confronto tra pneumatici invernali e pneumatici estivi con catene a bordo dà luogo, in 14 casi su 15, ad un risparmio medio a favore dell'impiego di pneumatici invernali nella stagione fredda di oltre 40 euro.
Tanti, pochi? Dipende. Se consideriamo che un faro ormai costa 500 euro... Il vero vantaggio è che con i pneumatici invernali - utili quando la temperatura scende sotto i sette gradi - una macchina riduce lo spazio di frenata fino al 15% in caso di asfalto bagnato. Solo che senza quel famoso emendamento il concetto sarebbe stato più facile da spiegare. Ora, anche questo dato tecnico è macchiato dal sospetto che si tratti di un'operazione di lobby. Peccato.
da repubblica.it/motori