L’Asaps ai lavori nazionali: cambiare con coerenza
Comincia la progettazione di un futuro diverso
(ASAPS) Forlì, 2 dicembre 2012 – C’è il futuro in gioco. Il futuro della nostra associazione, che superato il limite temporale dei venti anni, si avvia alla propria maturità. Il momento non è dei migliori, per colpa della crisi e dell’offensiva totale che alcuni, sostituendo affetto e socialità con interesse di impresa hanno sferrato alla più grande associazione professionale di polizia attualmente in attività.
Un’offensiva che ferisce non tanto il nostro orgoglio, quanto la categoria professionale che abbiamo deciso di assistere e di tutelare, non certo sostituendoci al sindacato, insieme a tutti gli utenti della strada.
L’ordine del giorno è solo una formalità e al Grand Hotel di Forlì, stavolta, sono intervenuti anche eminenti personalità accademiche, che hanno fatto chiarezza sulle vie future che dovranno essere percorse.
Fondazione? Associazione di promozione sociale?
Dove trovare nuove energie e nuova linfa vitale?
Aspettarci aiuti dal Palazzo, ormai, è l’ultima delle nostre speranze ma dai lavori è emersa categorica la ferma intenzione di andare avanti: del resto, l’evoluzione naturale del DNA dell’Asaps sembra essersi orientato verso il mondo civile, superando la barriera culturale e ideologica che tradizionalmente relega il mondo delle divise alla mera celebrazione di loro stesse. Esiste una questione socio-culturale che vede noi da una parte e il resto delle lobby dall’altra e solo la inattaccabile coerenza della quale ci siamo fatti scudo ci ha permesso di non essere mai abbattuti.
L’Asaps non è una casa editrice né un’entità politica satellite di qualcuno o di qualcosa: se fosse così, il suo unico ed ultimo fine sarebbe quello di fare cassa e invece di andare in tv a battagliare per garantire all’italiano povero di poter superare una salita innevata con 60 euro di catene, invece di doversene restare a casa per non potersi permettere un cambio gomme come ai box di Maranello, andremmo a fare televendite.
Eppure, secondo logiche che non ci appartengono e che non condividiamo, c’è chi se la suona e se la canta e mentre i colleghi devono portarsi da casa anche la carta igienica, si sovvenzionano missioni regionali per assistere a illuminanti lezioni su come fare multe, con la responsabilità morale di aver disperso in larga parte la formazione professionale istituzionale che un tempo (nemmeno troppo lontano) era il CAPS di Cesena.
Dove, oggi, si addestrano anche operatori di polizia del Nord Africa, gli stessi ai quali – credeteci è solo una questione di principio che anima la nostra critica – il ministero dell’Interno ha regalato recentemente due pattugliatori d’altura.
Gli stessi che, a cadenza settimanale, sequestrano poi i pescherecci di Mazara del Vallo invocando la territorialità nelle acque internazionali.
O cose del genere.
Voi capite che in un paese che non addestra i propri poliziotti per tagliare le spese e poi addestra quelli stranieri, forse non dovremmo nemmeno stupirci se non ci sono i soldi per le pulizie o per gli straordinari (o per pagare gli assegni di funzione a chi li ha maturati), ma si trovano quelli per mandare operatori ad addestrarsi in eventi organizzati da editori privati. Che poi propongono i loro prodotti, chiaramente.
Ricordate le gite domenicali a mille lire dove poi proponevano batterie di pentole?
Passiamo alle cose serie.
I lavori sono iniziati ricordando gli amici che ci hanno lasciato: Michele Mantello, referente storico di Firenze, Antonello di Mauro, della Polizia Municipale di Milano e prezioso collaboratore della prim’ora coi propri studi sul falso documentale, Maurizio Zanella, della Sottosezione di Vasto, caduto in servizio, e Mario Lechio, deceduto proprio il giorno prima dell’assemblea nazionale.
Il presidente dell’Asaps, Giordano Biserni ha poi analizzato nel dettaglio la campagna 2013, rappresentando il calo degli iscritti – che sono al momento attestati a quota 20mila – ma con una crescente disaffezione alla specialità, particolare questo che è stato spiegato a una lettera indirizzata dal presidente al direttore del Servizio Polizia Stradale.
Il dr. Rizzi è stato anche investito della questione “addestramento”, con tutte le considerazioni che il caso merita.
Biserni ha raccontato delle sottoscrizioni aperte per colleghi malati o bisognosi di assistenza e dei codici della strada regalati alle scuole, raccontando poi degli interventi in occasione delle alluvioni della Lunigiana e del terremoto in Emilia Romagna, dove la colonna mobile dell’Asaps ha portato i due propri container abitabili e dove i sindaci hanno ricevuto 100 seggiolini acquistati con il contributo dell’UNIPOL.
Le attività sul fronte della sicurezza stradale e le conseguenti proposte hanno invece riguardato la parte centrale della relazione di Giordano Biserni: omicidio stradale, il rapporto con l’associazione Lorenzo Guarnieri e Gabriele Borgogni, le analisi sui dati statistici che hanno messo definitivamente in crisi il sistema di raccolta dei numeri, che oltre ad essere risultato “approssimativo” in molti casi, continua a non prevedere l’analisi delle ebbrezze dal 2009 e a non contemplare differenze tra il simulato colpo di frusta o una vera tetraplegia.
Abbiamo anche rivisto il fenomeno delle stragi del sabato sera, che sono sostanzialmente sparite, e poi è toccato alle proposte che hanno fatto parlare. Quali?
Beh, intanto l’accorpamento delle feste nazionali, visto che i calcoli del’Asaps indicano che cumulando le varie feste delle forze di polizia civili e militari si mandano alle cerimonie almeno 15mila operatori, sottratti dalla vita operativa. Poi il fermo (e motivato) “no” all’operazione “cieli bui”, fortunatamente scongiurata o la richiesta di non aumentare le sanzioni al CDS e di garantire invece la riscossione delle sanzioni dei veicoli stranieri. Questa volta però il Governo non ci ha voluto sentire. Di queste cose continueremo a sentir parlare, a cominciare proprio da questo numero de il Centauro.
Poi, la parola è passata a Ugo Terracciano, e al dr. Valerio Melandri, Docente di Economia Aziendale presso la Facoltà di Economia di Forlì, Università di Bologna e Direttore del Master universitario in fund raising per il nonprofit e gli enti pubblici (www.master-fundraising.it) che hanno illustrato ai consiglieri nazionali le varie possibilità offerte dall’istituzione di una fondazione o di un’associazione di promozione sociale.
Il senso della giornata è che tutto è possibile: l’Asaps continua ad essere un soggetto indispensabile per la crescita professionale della donna e dell’uomo in divisa.
Lo è perché nasce dall’esigenza operativa di sapere. Lo è perché offre il suo sapere e non lo vende. Lo è perché è l’unico trait d’union che la divisa ha col mondo civile, mondo che spesso, senza la sua mediazione, sarebbe solo un nemico dall’altra parte della barricata. (ASAPS)