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Articoli 31/12/2012

Un anno di ASAPS fra impegno sociale e sicurezza stradale
Bilancio di un anno di crescite, ricordi e sfide

di Lorenzo Borselli

(ASAPS) Forlì, 29 dicembre 2012 – È stato un anno di mobilitazione generale, quello che l’ASAPS si prepara ad archiviare come il suo ventunesimo di vita: a viverlo giorno per giorno, quasi non ci si accorge di quanto abbiamo dovuto correre (anche ai ripari), di quanto abbiamo dovuto studiare, creare e sudare nella nostra quotidiana cospirazione contro insicurezza e illegalità.

Sciolta la concatenazione della continuità, fattore che possiamo attribuire alla nostra crescente predisposizione civica, il tempo libero è ormai un optional. Non potrebbe essere altrimenti, perché legalità e sicurezza, non solo quelle stradali, sono i fondamenti stessi della nostra associazione: certo, a volte ci sono ostacoli che di primo acchito sembrano insormontabili, ma alla fine chi la dura vince.
Dunque, partiamo dalla fine.
Cos’è oggi l’ASAPS?
Ai primordi vivevamo con il Centauro della Polizia Stradale cucito sulla pelle pensando, evidentemente un po’ in piccolo, di essere ambasciatori di un messaggio di pace da parte della base della Specialità della Polizia di Stato che facesse capire alla società civile che non eravamo solo quelli della multa: non eravamo, non siamo il nemico: volevamo dire, far capire soprattutto, che il posto più sicuro in una strada piena di pericoli mortali era quello vicino a noi.

Abbiamo poi capito che tutte le divise, tutte quelle che lavorano sulla strada, erano potenziali latori di uno stesso analogo messaggio e quindi, col tempo, abbiamo iniziato a cambiare e raccogliere adesioni presso tutte le forze di polizia, anche e soprattutto quelle locali.
Ma anche questa giubba è rimasta presto strettissima e abbiamo trovato la forza e il coraggio di aprire il nostro sito e la nostra rivista al cosiddetto mondo civile, riportando la voce di tecnici, di magistrati, di genitori e di inventori.
In tempi passati parlavamo di agenzia della sicurezza stradale, locuzione nominale che ci è sempre piaciuta perché il solo pronunciarla eleva, da un punto di vista del linguaggio, la portata del messaggio culturale di cui vogliamo essere latori.

Poi ci siamo messi in testa di essere un’associazione di divise e di consumatori stradali e oggi, quando la mattina ci guardiamo allo specchio, pensiamo di essere una lista civica della sicurezza stradale.
Abbiamo sconfitto, di questo siamo fermamente convinti, la paura di essere scambiati per marmittoni incapaci di alzare occhi e, soprattutto la voce: ci siamo liberati dalle logiche di palazzo e finalmente parliamo un linguaggio che ci sembra arrivare a tutti.

 

Serve un po’ di coraggio e quello, beh, non è proprio una dote che ci manca.
Volete mettere l’ardire che ci vuole ad aprire una sottoscrizione per la famiglia di Luigi Spaccarotella?
Attenzione: per la famiglia del poliziotto, non per il poliziotto.
Lui è stato giudicato colpevole, condannato e destituito, ma mentre lui sconta la sua pena, fuori nel mondo libero ci sono una vedova bianca e due orfani bianchi.
Di loro nessuno parla e a loro nessuno pensa.
Così, abbiamo aperto una sottoscrizione: ci abbiamo messo qualcosa dentro e invitato i nostri soci a fare altrettanto.
Poi ci sono state alluvioni e la terra ha tremato di nuovo.

Abbiamo pensato: volete che tra i nostri soci non ci sia qualcuno capace di mettersi due calosce o che non accetti di destinare qualche euro alle ricostruzioni di territori devastati dalla furia degli elementi?
In Lunigiana e in Emilia Romagna, così come avevamo fatto per l’Abruzzo nel 2009, siamo arrivati alla testa di una colonna mobile che portava aiuti concreti, tipo seggiolini per trasporto  bambini in auto, container per deposito merci, che abbiamo comprato, e perfino denaro contante, versato dai nostri generosissimi amici in divisa (e non).
A Orvieto, dove la sede della Polizia Stradale era rimasta completamente allagata, abbiamo recapitato un carico di testi e di manuali professionali: sguarnire la prima linea, si sa, è il primo passo verso la sconfitta.

A maggio è arrivata la conferma alla presidenza dell’ASAPS di Giordano Biserni e dei suoi vice Franco Corvino e Ernesto Forino, oltre che l’elezione di un consiglio nazionale rimasto orfano, questo si, di due amici e fondatori come Vittorio Mirolla e Michele Mantello, scomparsi nel corso dell’ultimo mandato dopo aver sostenuto l’idea e lo scopo della nostra associazione fin dalle prime notti insonni – e certamente anche dal sapore un po’ carbonaro – di oltre vent’anni fa.
Ci ha fatto strano perdere due uomini dello stampo di Vittorio e di Michele, è stato come rinunciare a una parte di noi.
Le prime linee, dicevamo, sono piene di nomi e di storie che non possiamo permetterci il lusso di dimenticare: la storia dell’Assistente Capo Maurizio Zanella, della Polizia Stradale di Vasto e socio Asaps della prima ora, travolto e ucciso in A14 dall’auto di uno uomo che non ha rallentato nonostante segnali, code e fumo di un incendio; la storia del Brigadiere dei Carabinieri Paolo Corbeddu, travolto e ucciso in una notte d’agosto a Orune da un’auto il cui conducente dopo fuggì, lasciandolo la sua vittima agonizzante; la storia dell’Ispettore Antonio Crisafulli della Questura di Milano, travolto e ucciso (anche lui in A14) mentre aveva deciso di fare la differenza andando a soccorrere le vittime di un altro incidente. Morto mentre andava in vacanza con la moglie e i figli; la storia di Giovanni Sali, Appuntato dei Carabinieri ammazzato a colpi di pistola in un vicolo di Lodi da un killer ancora senza nome. A loro l’Asaps ha deciso di stare vicino, salutandoli come si deve sul proprio blog e, in diversi casi, cercando di dare il proprio contributo con  il proprio fondo di assistenza.

Dall’altra parte, c’è il ring, quello in cui da una parte c’è uno sgabello piccolo con sopra un pugile povero, ma agguerrito e talentuoso, mentre dall’altra ci sono i fusti pieni di anabolizzanti.

E dire che quando pensavamo di essere una piccola associazione di categoria professionale, volevamo solo stampare qualche prontuario aggiornato…
Qualcuno direbbe: tempi bui… A proposito, in uno di quegli incontri in cui i bookmaker ci davano 100 a 1 (noi eravamo l’uno), abbiamo alzato la guardia contro chi voleva spegnere le luci dei lampioni (con la ben nota Operazione Cieli Bui).
Lo abbiamo già raccontato vero? Abbiamo vinto!
La posta di un altro incontro era l’abolizione delle catene, con l’uso esclusivo delle gomme invernali, e anche qui che botte… ma abbiamo ancora vinto.

Dopo questi due KO tecnici ci aspettavamo qualcosa di più, quando abbiamo lanciato una terza sfida chiedendo di non innalzare le sanzioni al codice della strada con il 1° gennaio. Qui non ci hanno accontentato ma abbiamo altri due anni per riprovarci e la prossima volta colpiremo più duro, più preciso e con maggior anticipo.

Chiudiamo con l’omicidio stradale: su questo ring il match è ancora aperto e non siamo affatto soli. Pronti, insieme a noi, ci sono gli irriducibili amici dell’Associazione Lorenzo Guarnieri e Gabriele Borgogni di Firenze.
Tutti determinati ad andare avanti, dopo la raccolta di 60mila firme, sperando che il prossimo parlamento si dimostri più sensibile a questo problema di giustizia civile.
E anche se non riusciamo a vincere, perché in questi incontri c’è di mezzo solo l’onore, beh, a noi non importa.

A noi importa tutto il resto e questo è ciò che conta. (ASAPS)
 

 

 

 










 

Lunedì, 31 Dicembre 2012
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