Trento
Smascherato da una pattuglia della Sottosezione Polizia Stradale un altro sistema per alterare il cronotachigrafo
Nel turno di notte del 15 gennaio 2013, una pattuglia della Sottosezione Polizia Stradale di Trento, nel percorrere il loro tratto di competenza, individua un autoarticolato che viaggiava ad una velocità ridotta dietro ad un autocarro, dopo averlo seguito per 11 km veniva fermato presso il Casello di Trento Sud. I due operatori, Assistente Francesco FRONZA e Assistente MarioVINCENZo , procedevano al controllo del mezzo e dei documenti. Dal controllo della stampata del cronotachigrafo digitale emergeva che lo stesso aveva circolato per soli 2 minuti. Alla richiesta di spiegazioni al conducente in merito esordiva con tre versioni e poi una quarta:
1. Sono appena partito dalla piazzola di sosta (quando era stato seguito per 11 km)
2. Se mentre vado schiaccio il pulsante Pausa rimane bloccato in Pausa
3. Vede quella calamita, la appoggio sul cronotachigrafo e va in Pausa.
Vista l’ultima versione la pattuglia voleva percorrere un tratto con l’incerto conducente per vedere questa ultima trovata. Nel frattempo veniva effettuata la stampa della velocità dal Cronotachigrafo che evidenziava sempre i due minuti di guida ed effettuato lo scarico dei dati della memoria di massa per poter analizzare con precisione l’attività del conducente e le velocità delle ultime 24h di guida.
Dall’analisi dei dati contenuti nella memoria di massa mediante software Dako-Tacho-Police, in dotazione la pattuglia poteva vedere che effettivamente erano solo due i minuti di guida, e che questi iniziavano con un picco da 0 a 60 km/h in un secondo, praticamente cosa impossibile per un autoarticolato. Sempre dall’analisi dei dato, si evidenziava pertanto che il conducente aveva percorso un tratto di 1,0258 km in quei due minuti. Trovatosi alle strette dalla bocca del camionista usciva l’ultima versione: Usando un semplice caricabatterie da 12V per telefonini, poteva mettere il cronotachigrafo in pausa. Il conducente inseriva il Jack atto al caricamento del telefonino in uno spinotto nel cruscotto, avendo prima inserito il caricabatterie nella presa di corrente, ed il crono passava in pausa. A questo punto vista l’ora notturna il conducente con qualche attrezzo e due ore di lavoro smontava il marchingegno dalla cabina dell’autoarticolato. L’apparecchiatura elettronica capace di falsare le registrazioni era celata ben nascosta nella parte posteriore dietro il tettuccio apribile sotto il cielo della cabina. Era composta da :
1. Caricabatterie veicolare per cellulari
2. Due relais
3. Scheda madre di un cronotachigrafo
4. Sensore detto “fantasma”
Dal controllo al terminale inoltre risultava che il mezzo in questione era già stato contravvenzionato per la manomissione di cui sopra qualche mese prima.
Il conducente pertanto veniva contravvenzionato ai sensi dell’articolo 179/2 e 9 del Codice della Strada, con una sanzione pecuniaria di 1.682 € e la sospensione della patente da 15 giorni a 3 mesi. L’apparecchiatura veniva sequestrata. Probabilmente il conducente la prossima volta ci penserà prima di utilizzare apparecchiature taroccate. E’ facile immaginare che, viaggiando senza limiti di orario con il cronotachigrafo taroccato, l’esasperazione dei tempi di guida può facilmente portare al coinvolgimento in un incidente, per la totale caduta di lucidità e reattività del conducente.
Pubblichiamo le foto degli strumenti utilizzati per taroccare il cronotachigrafo per mettere in circuito a disposizione di tutte le pattuglie delle forze di polizia le modalità del trucco.