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Notizie brevi 28/11/2005

Firenze - NICOLA CALIPARI: AL CORAGGIOSO DIRIGENTE DELLA POLIZIA DI STATO, UFFICIALE DEL SISMI CADUTO SOTTO IL “FUOCO AMICO” IN IRAK, IL GONFALONE D’ARGENTO DELLA TOSCANA. PREMIATA ANCHE GIULIANA SGRENA, CHE AVEVA APPENA LIBERATO

NICOLA CALIPARI: AL CORAGGIOSO DIRIGENTE DELLA POLIZIA DI STATO, UFFICIALE DEL SISMI CADUTO SOTTO IL “FUOCO AMICO” IN IRAK, IL GONFALONE D’ARGENTO DELLA TOSCANA.
PREMIATA ANCHE GIULIANA SGRENA, CHE AVEVA APPENA LIBERATO.


Nicola Calipari: la regione Toscana gli ha tributato il Gonfalone d’Argento alla memoria

(ASAPS) FIRENZE – Una pioggia incessante ha fatto da cornice alla cerimonia di consegna a Firenze del Gonfalone d’Argento alla memoria di Nicola Calipari, il valoroso uomo del Sismi che in Irak era appena riuscito a liberare anche Giuliana Sgrena, l’inviata speciale de Il Manifesto, dalla stessa prigionia alla quale aveva strappato anche le due Simone, poche settimane prima. A conferire il prestigioso riconoscimento, il presidente del consiglio regionale Riccardo Nencini, che ha premiato anche la Sgrena. Nencini ha parlato di “diritto alla vita e diritto alla liberta”, prima di consegnare nelle mani della vedova di Nicola, Rosa Maria, il prestigioso riconoscimento. Il merito di Calipari, aggiungiamo noi, è stato senz’altro quello di aver riconciliato lo Stato ed una parte di cittadini che forse non credevano potesse esistere una tale forza nell’azione di un uomo, un poliziotto di quelli veri, un investigatore che aveva sgominato decine di gruppi legati alla criminalità organizzata prima di essere arruolato nei servizi segreti. Un uomo che il direttore de Il Manifesto e la stessa giornalista hanno più volte ricordato con grande affetto e commozione. Parlando di Rosa Maria Calipari e di Giuliana Sgrena, il presidente del consiglio regionale ha detto: “Due donne che hanno vissuto e stanno vivendo a 360 gradi cosa vuol dire la libertà e che cosa vuol dire difenderla fino a perdere la vita. Ecco allora l’omaggio vero da parte della Toscana, senza distinzione alcuna, a chi ha fatto di questo principio un valore universale”. Nella motivazione che è valso il Gonfalone d’Argento anche alla Sgrena, Nencini ha ricordato “l’interpretazione del suo ruolo di giornalista libera e indipendente che, svolto con coraggio, anche a rischio della vita nelle zone di guerra, assicura il diritto all’informazione”. E la cronista ha risposto ricordando la figura del suo salvatore. “Il riconoscimento – ha detto – viene tributato a due persone, come me e Calipari, che vedono riconosciuto ciò che hanno fatto, la loro attività, solo dopo una grande tragedia”. Ora, a distanza di molte settimane da quel terribile 4 marzo, “l’altissima testimonianza di nobili qualità civili, di profondo senso dello Stato e di eroiche virtù militari, spinte fino al supremo sacrificio della vita”, richiedono che almeno venga fatta chiarezza. Insomma, che venga spiegato agli italiani almeno il perché. “Io e Nicola – ha detto Rosa Maria Calipari – siamo calabresi, ma sentiamo la solidarietà che viene da questa regione, e che non è solo nel cuore dei toscani: è nella coscienza civile di questa terra”. Non poteva allora, proprio la vedova, non rivolgere un pensiero agli uomini ed alle donne che facevano parte della squadra di suo marito e che sono ancora lì, a lavorare sul territorio” (ASAPS).

 

 

Lunedì, 28 Novembre 2005
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