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Notizie brevi 25/01/2013

Schianto mortale: condannato a 16 mesi
Duro verdetto del Gup per Gabriele Girardi, accusato di omicidio colposo per la morte del brigadiere dei carabinieri Patrick Incardona

SAN PIETRO DI CADORE. Un anno e quattro mesi di reclusione più 50mila euro di provvisionale a favore della famiglia del brigadiere dei carabinieri Patrick Incardona, con la determinazione del danno e dunque dell’intero risarcimento davanti al giudice civile, con una udienza ad hoc. Si aggiunge un anno di sospensione della patente di guida.

Verdetto pesante del Gup nei confronti di Gabriele Girardi, 39 anni di Tai (difeso dagli avvocati Luca Di Pangrazio, Andrea Allegro e Simone De Zorzi): al cadorino era contestato il reato di omicidio colposo per la morte del brigadiere Incardona, vicecomandante della stazione di Auronzo (i familiari si sono costituiti parte civile con l'avvocato Antonio Prade e il collega Massimo Montino). I due rimasero coinvolti in un incidente all’alba, sulla statale 51, poco prima delle gallerie di Rivalgo. Il sottufficiale dell'Arma stava viaggiando a bordo della Fiat Stilo d'ordinanza in direzione Belluno. Era diretto al comando di Padova per le visite mediche semestrali alle quali viene sottoposto chi ha effettuato missioni all'estero. Davanti a lui una Lancia e un camion della Cadore Asfalti. In senso contrario, stava arrivando la Audi station wagon condotta da Girardi. Il carabiniere tentò il sorpasso dei due mezzi e, in extremis, cercò il rientro in corsia ma si schiantò con l'Audi.

La velocità e l’imprudenza come cause determinanti l’incidente mortale sono entrati di prepotenza nel procedimento penale che ieri si è chiuso ancora in sede preliminare: il rito abbreviato davanti al Gup ha consentito comunque l’applicazione di un terzo della pena.

Una condanna che ha il suo peso nei confronti di Girardi, il conducente del mezzo al quale una perizia ha pure contestato una velocità di crociera, quel giorno sull’Alemagna, di 160 chilometri orari, quasi il doppio del limite fissato a 90 chilometri all’ora.

Velocità che ha permesso di provare il nesso di causalità con lo schianto costato la vita al brigadiere dei carabinieri, vicecapo dell’ex stazione di Auronzo.

Il rito abbreviato in sede di udienza preliminare si è chiuso con la discussione tra le parti.

Il pubblico ministero Roberta Gallego ha concluso per la condanna dell’imputato, chiedendo al Gup una pena di undici mesi di reclusione.

La difesa (gli avvocati Di Pangrazio e Allegro) hanno argomentato: la velocità era elevata per entrambi i mezzi coinvolti e anche il brigadiere si era lanciato in un sorpasso molto rischioso dei mezzi che aveva davanti alla sua Fiat Tipo di servizio, con la quale quel giorno si stava recando a Padova.

Il Gup Cozzarini ha ritenuto che sedici mesi, cioè un anno e quattro mesi di condanna fosse equo come pena. Ha anche disposto una provvisionale di risarcimento di cinquantamila euro a favore della moglie di Patrick Incardona, Stefania De Martin che si è costituita parte civile assistita dagli avvocati Antonio Prade e Massimo Montino (ieri in aula a sostituire la consorte del brigadiere, c’era la sorella di quest’ultimo). Il Gup ha inoltre disposto un anno di sospensione della patente per Girardi e il risarcimento del danno da liquidare in sede civile, oltre al pagamento delle spese di costituzione della parte civile.

 

di Cristina Contento
da corrierealpi.gelocal.it

 



 

Venerdì, 25 Gennaio 2013
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