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Dalla
Fiat 16/24HP, l’auto che sanci’ il passaggio dal pedale alla
propulsione a scoppio, alla avveniristica vetturetta elettrica
anti-inquinamento che sara’ destinata ai carabinieri di quartiere:
nel Calendario 2006 dei Carabinieri c’e’ oltre un secolo di
storia della motorizzazione e della mobilita’ nell’Arma.
Il calendario - ormai un ’must’ del settore, nato nel 1928
e che l’anno scorso ha tirato qualcosa come 1 milione 200.000
copie - ’’e’ in linea con il messaggio che l’Istituzione ha
fatto proprio negli ultimi decenni: il rinnovamento nella
tradizione, il guardare al futuro senza mai perdere di vista
il proprio passato’’, ha detto il comandante generale dell’Arma,
Luciano Gottardo. Un messaggio sintetizzato gia’ nella copertina,
dove passato e presente - una ’Giulia’ e una moderna Alfa
156 - ’’procedono uniti verso i traguardi futuri’’.
Nelle tavole che illustrano il calendario, tutte opera del
pittore austriaco Klaus Wagger, e nelle foto d’epoca che le
accompagnano, si ripercorre il tema dell’evoluzione nel settore
della motorizzazione dell’Arma. Un settore caratterizzato
da una vasta tipologia di mezzi, come gli autocarri 18 BL
e 15 TER, utilizzati nella prima guerra mondiale, lenti, pesanti
e duri da guidare, ma indistruttibili. Poi ecco la motocicletta
(nel 1915 vennero introdotte la Indian bicilindrica con sidecar
e la Guzzi Sport 14/15) ’’indispensabile gia’ all’epoca per
una piu’ rapida capacita’ d’intervento’’.
Alla fine degli anni ’20, invece, alcuni comandi vennero dotati
della Fiat 514 Spider e dei piu’ moderni autocarri Lancia
e Ceirano, ma anche delle motociclette Frera con sidecar,
mentre ai reparti coloniali fu assegnata la Fiat 508 Torpedo.
La motorizzazione dell’Arma su scala nazionale avvenne invece
nel 1933, con la Fiat 508 Balilla Spider che fu assegnata
fino al livello di tenenza.
’’Da allora - ha ricordato il generale Gottardo - ogni innovazione
e’ stata subito adottata ed ogni settore dell’ attivita’ d’istituto
ha potuto disporre di automezzi specifici per le diverse esigenze’’.
Largo, cosi’, a meta’ anni ’50, alle ’rassicuranti’ Fiat 600,
simbolo ’’dell’Italia che rinasce’’, e poi, dopo la costituzione
dei nuclei radiomobili, spazio a tutta la gamma delle veloci
Alfa Romeo (dalla Giulia, all’Alfetta, alla 156), affiancate
per gli altri compiti d’istituto da vari tipi di fuoristrada,
di moto e di mezzi speciali, fino ai versatili fuoristrada
Defender o ai veicoli multiruolo VM90, impiegati oggi nei
vari teatri operativi, dall’Afghanistan all’Iraq. ’’Una vasta
tipologia di mezzi con cui l’Arma - assicura Andrea De Adamich,
uno che di motori se ne intende - si e’ dimostrata sempre
all’avanguardia’’.
Secondo il generale Gottardo, ’’il Calendario 2006 sara’ certo
motivo di nostalgia per i veterani in congedo, ma anche un’
opportunita’ di approfondimento per i tanti appassionati di
automobilismo storico. Per noi carabinieri di oggi, poi, e’
un’ occasione per rendere merito a quanti ci hanno preceduto,
prodigandosi perche’ l’Arma fosse sempre all’altezza dei tempi
e per rinnovare l’impegno a seguirne l’esempio’’.
Anche perche’, ha aggiunto Gottardo, parlando con i giornalisti,
’’se anche quest’anno il bilancio dell’attivita’ dell’Arma
e’ sicuramente positivo, lo si deve si’ alla tecnologia, ma
soprattutto alla professionalita’ dei nostri uomini. Senza
quella dose di spirito di servizio, di sacrificio e di dedizione
che contraddistingue l’uomo-carabiniere questi risultati non
si potrebbero raggiungere’’.
Nel corso della cerimonia alla scuola ufficiali presentato
anche, dallo storico Lucio Villari, il libro ’’Storia documentale
dell’Arma dei carabinieri. Verso l’Italia unita. Dalla carica
di Pastrengo alla vigilia della Terza guerra d’ Indipendenza’’,
un’opera del generale Arnaldo Ferrara.