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Notizie brevi 12/12/2005

Il Centauro intervista in esclusiva Jean Alesì Dalla Formula Uno a campione di simpatia. Oggi tifoso “sfegatato” della Ferrari!

Il Centauro intervista in esclusiva Jean Alesì
Dalla Formula Uno a campione di simpatia.
Oggi tifoso “sfegatato” della Ferrari!
“Cinture sempre allacciate in auto, casco in testa per i motociclisti, niente alcol e droga se si guida. Per la velocità si vada in pista.”
“Per la sicurezza è necessaria una adeguata e giusta repressione”

Intervista di Roberto Rocchi

Jean Alesi, con il Centauro nr.100

Come non ricordare con simpatia ed ammirazione uno dei più grandi piloti di Formula Uno, che ha fatto vivere momenti emozionanti soprattutto ai tifosi della Ferrari. Parliamo di Jean Alesì, 41 anni, già campione di F1 che continua ancora oggi a correre sui principali autodromi della Germania.
Lo abbiamo incontrato a Bologna, all’interno del Motor Show, e con lui abbiamo fatto una lunga chiacchierata durante la quale si è parlato di tutto: il suo passato in Formula Uno, i progetti futuri, il significato di essere pilota in pista e automobilista su strada e, naturalmente, anche di sicurezza stradale.

Jean, non capita spesso di vederti qui in Italia ed oggi che sei in mezzo a tanti giovani che ti avvicinano ricordando i tuoi trascorsi in Ferrari, che effetto ti fa?
“Un enorme piacere, di certo non mi aspettavo di essere così riconosciuto e salutato come sta avvenendo qui al Motor Show. Ma non si tratta soltanto di giovani, vi sono anche persone mature e comunque di tutte le età che hanno sempre seguito i campionati di Formula Uno. E’ una grande soddisfazione per me.”
Ai tifosi della Ferrari hai regalato grandi emozioni, ma forse hai avuto anche un poco di sfortuna…
“Per la verità non mi sento così sfortunato: ai miei tempi la Formula Uno aveva regole diverse e una minore sensibilità per i temi della sicurezza ed anche la preparazione fisica era diversa. Così, anche se non ho ottenuto i risultati che forse qualcuno voleva, credo di avere gareggiato bene e di aver contribuito alla crescita del team. Non dimentichiamo che in Ferrari ho trascorso cinque lunghi anni, un periodo importante per un pilota di Formula Uno.”
Cosa ti è rimasto di quell’esperienza?
“Tutto! Fin da giovane ho sempre seguito il mondo delle corse e quando sono diventato pilota il mio sogno è stato quello di tutti: gareggiare con la Ferrari. Quando ci sono riuscito è stato il culmine della mia carriera e ancora oggi non posso fare a meno di emozionarmi davanti ai successi della rossa di Maranello e dispiacermi degli imprevisti. Insomma, da pilota sono diventato un tifoso, come si dice qui da voi, alquanto sfegatato…!.”
Cosa succederà alla casa di Maranello quando se ne andrà quel mito che è Schumacher?
“E’ una bella domanda e forse è impossibile rispondere. Di sicuro fra i piloti ci sarà una notevole competizione e magari qualcuno intende gareggiare al meglio delle sue possibilità proprio per mettersi in maggiore evidenza. Non lo so, vedremo quel che succederà quando arriverà il momento, di certo i dirigenti della Ferrari non sono degli sprovveduti e avranno già in mente la soluzione migliore.”
Magari una soluzione che si chiama Valentino…?!
“Forse, le capacità e la bravura sulle due ruote di Valentino Rossi, potrebbero essere un buon investimento per la Formula Uno.”
Hai detto che la Formula Uno è cambiata nei regolamenti e in un sacco di altre cose. Ti piace ancora?
“La Formula Uno è nel mio cuore e non potrò mai abbandonarla. Da spettatore mi piacerebbe vedere le macchine allo stesso livello ed assistere ad una maggiore competizione soprattutto per quanto riguarda i sorpassi, così da mettere in mostra anche le qualità dei piloti. Spero che la federazione internazionale che gestisce le gare possa realizzare regole che consentano a tutti di gareggiare più equamente e dunque di dare maggiore spettacolo.”
Anche se non corri più in Formula Uno, non hai comunque abbandonato il mondo delle corse. Quali sono i tuoi programmi futuri.
“Come molti sanno corro ancora con Mercedes nel DTM, il campionato tedesco delle sportive da turismo e sono in attesa di indicazioni per conoscere se le cose rimarranno immutate anche nella prossima stagione. Certo, non escludo anche un impegno da team-manager sempre ancorato alla Mercedes, una casa che crede molto nei valori della competitività sportiva. Staremo a vedere, dunque, mi sento ancora pienamente in…pista.”
Fino ad ora abbiamo parlato del Jean Alesì pilota. Ma com’è quello semplicemente automobilista?
“Credo di essere molto tranquillo e rispettoso delle regole stradali, anche perché vivo tra la Francia e la Svizzera dove esistono regole molto severe sulla strada. D’altro canto, proprio perché ben conosco i rischi di quando si corre veloci, cerco di essere il più prudente possibile su strada, dove in ogni momento possono apparire pericoli non previsti o non indicati.”
Certo che in questo contesto del Motor Show diventa difficile dare un messaggio di questo genere..?
“Non credo. Bisogna essere molto chiari e anche in queste manifestazioni ricordare la base di una corretta circolazione stradale: cinture sempre allacciate in auto, casco in testa per i motociclisti, niente alcol e droga se si guida. Poi se i giovani amano il mondo delle corse e perché no, anche della velocità, in Italia esistono tanti autodromi, bravi istruttori ed è possibile divertirsi senza correre rischi.”
Credi che anche i grandi campioni dello sport, come lo sei tu, possano aiutare a far filtrare meglio questi importanti messaggi?
“Tutti debbono rispettare le regole stradali e chi le vive in prima persona deve aiutare gli altri a comprenderle. Proprio per questo credo che anche i piloti professionisti possano dire la loro e trasmettere questi messaggi ai propri fans. Però non si tratta soltanto di dire belle cose, ma di far capire cosa succede nella realtà quando si usano certi comportamenti. Gli incidenti stradali avvengono in tutto il mondo e nessuno può sentirsi escluso da queste cose o pensare che non corre nessun rischio perché sa guidare bene. Qualche volta l’incidente stradale avviene per causa degli altri e in modo inaspettato anche se stai guidando con prudenza .”
Jean, se tu potessi decidere il primo provvedimento per aumentare la sicurezza sulle strade, cosa faresti?
“Potrò sembrare antipatico, ma sono convinto che la prima delle soluzioni sia una adeguata e giusta repressione, per evitare che gli automobilisti indisciplinati si sentano i padroni della strada o pensino di poter rimanere impuniti. Solo così si potrà cominciare a vedere meno incidenti stradali, anche se poi non meno importante è la prevenzione e l’insegnamento dell’educazione stradale nelle scuole e una corretta formazione dei futuri automobilisti.”

Non ci sembri affatto antipatico, caro Jean, quando chiedi una migliore e più equa repressione. Anzi, crediamo che questa tua affermazione la dica lunga sui possibili rimedi ai tanti problemi che esistono sulla strada e che, purtroppo, portano sempre più spesso a vedere tragici epiloghi nei quali i giovani pagano un caro prezzo. Grazie della lunga chiacchierata e auguri per la tua futura e speriamo ancora lunga…carriera!

 

 


Intervista di Roberto Rocchi

Lunedì, 12 Dicembre 2005
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