Come
non ricordare con simpatia ed ammirazione uno dei più
grandi piloti di Formula Uno, che ha fatto vivere momenti
emozionanti soprattutto ai tifosi della Ferrari. Parliamo
di Jean Alesì, 41 anni, già campione di F1 che
continua ancora oggi a correre sui principali autodromi della
Germania.
Lo abbiamo incontrato a Bologna, all’interno del Motor
Show, e con lui abbiamo fatto una lunga chiacchierata durante
la quale si è parlato di tutto: il suo passato in Formula
Uno, i progetti futuri, il significato di essere pilota in
pista e automobilista su strada e, naturalmente, anche di
sicurezza stradale.
Jean,
non capita spesso di vederti qui in Italia ed oggi che sei
in mezzo a tanti giovani che ti avvicinano ricordando i tuoi
trascorsi in Ferrari, che effetto ti fa?
“Un enorme piacere, di certo non mi aspettavo di essere
così riconosciuto e salutato come sta avvenendo qui
al Motor Show. Ma non si tratta soltanto di giovani, vi sono
anche persone mature e comunque di tutte le età che
hanno sempre seguito i campionati di Formula Uno. E’
una grande soddisfazione per me.”
Ai tifosi della Ferrari hai regalato grandi emozioni, ma
forse hai avuto anche un poco di sfortuna…
“Per la verità non mi sento così sfortunato:
ai miei tempi la Formula Uno aveva regole diverse e una minore
sensibilità per i temi della sicurezza ed anche la
preparazione fisica era diversa. Così, anche se non
ho ottenuto i risultati che forse qualcuno voleva, credo di
avere gareggiato bene e di aver contribuito alla crescita
del team. Non dimentichiamo che in Ferrari ho trascorso cinque
lunghi anni, un periodo importante per un pilota di Formula
Uno.”
Cosa ti è rimasto di quell’esperienza?
“Tutto! Fin da giovane ho sempre seguito il mondo delle
corse e quando sono diventato pilota il mio sogno è
stato quello di tutti: gareggiare con la Ferrari. Quando ci
sono riuscito è stato il culmine della mia carriera
e ancora oggi non posso fare a meno di emozionarmi davanti
ai successi della rossa di Maranello e dispiacermi degli imprevisti.
Insomma, da pilota sono diventato un tifoso, come si dice
qui da voi, alquanto sfegatato…!.”
Cosa succederà alla casa di Maranello quando se
ne andrà quel mito che è Schumacher?
“E’ una bella domanda e forse è impossibile
rispondere. Di sicuro fra i piloti ci sarà una notevole
competizione e magari qualcuno intende gareggiare al meglio
delle sue possibilità proprio per mettersi in maggiore
evidenza. Non lo so, vedremo quel che succederà quando
arriverà il momento, di certo i dirigenti della Ferrari
non sono degli sprovveduti e avranno già in mente la
soluzione migliore.”
Magari una soluzione che si chiama Valentino…?!
“Forse, le capacità e la bravura sulle due ruote
di Valentino Rossi, potrebbero essere un buon investimento
per la Formula Uno.”
Hai detto che la Formula Uno è cambiata nei regolamenti
e in un sacco di altre cose. Ti piace ancora?
“La Formula Uno è nel mio cuore e non potrò
mai abbandonarla. Da spettatore mi piacerebbe vedere le macchine
allo stesso livello ed assistere ad una maggiore competizione
soprattutto per quanto riguarda i sorpassi, così da
mettere in mostra anche le qualità dei piloti. Spero
che la federazione internazionale che gestisce le gare possa
realizzare regole che consentano a tutti di gareggiare più
equamente e dunque di dare maggiore spettacolo.”
Anche se non corri più in Formula Uno, non hai comunque
abbandonato il mondo delle corse. Quali sono i tuoi programmi
futuri.
“Come molti sanno corro ancora con Mercedes nel DTM,
il campionato tedesco delle sportive da turismo e sono in
attesa di indicazioni per conoscere se le cose rimarranno
immutate anche nella prossima stagione. Certo, non escludo
anche un impegno da team-manager sempre ancorato alla Mercedes,
una casa che crede molto nei valori della competitività
sportiva. Staremo a vedere, dunque, mi sento ancora pienamente
in…pista.”
Fino ad ora abbiamo parlato del Jean Alesì pilota.
Ma com’è quello semplicemente automobilista?
“Credo di essere molto tranquillo e rispettoso delle
regole stradali, anche perché vivo tra la Francia e
la Svizzera dove esistono regole molto severe sulla strada.
D’altro canto, proprio perché ben conosco i rischi
di quando si corre veloci, cerco di essere il più prudente
possibile su strada, dove in ogni momento possono apparire
pericoli non previsti o non indicati.”
Certo che in questo contesto del Motor Show diventa difficile
dare un messaggio di questo genere..?
“Non credo. Bisogna essere molto chiari e anche in queste
manifestazioni ricordare la base di una corretta circolazione
stradale: cinture sempre allacciate in auto, casco in testa
per i motociclisti, niente alcol e droga se si guida. Poi
se i giovani amano il mondo delle corse e perché no,
anche della velocità, in Italia esistono tanti autodromi,
bravi istruttori ed è possibile divertirsi senza correre
rischi.”
Credi che anche i grandi campioni dello sport, come lo
sei tu, possano aiutare a far filtrare meglio questi importanti
messaggi?
“Tutti debbono rispettare le regole stradali e chi le
vive in prima persona deve aiutare gli altri a comprenderle.
Proprio per questo credo che anche i piloti professionisti
possano dire la loro e trasmettere questi messaggi ai propri
fans. Però non si tratta soltanto di dire belle cose,
ma di far capire cosa succede nella realtà quando si
usano certi comportamenti. Gli incidenti stradali avvengono
in tutto il mondo e nessuno può sentirsi escluso da
queste cose o pensare che non corre nessun rischio perché
sa guidare bene. Qualche volta l’incidente stradale avviene
per causa degli altri e in modo inaspettato anche se stai
guidando con prudenza .”
Jean, se tu potessi decidere il primo provvedimento per
aumentare la sicurezza sulle strade, cosa faresti?
“Potrò sembrare antipatico, ma sono convinto che
la prima delle soluzioni sia una adeguata e giusta repressione,
per evitare che gli automobilisti indisciplinati si sentano
i padroni della strada o pensino di poter rimanere impuniti.
Solo così si potrà cominciare a vedere meno
incidenti stradali, anche se poi non meno importante è
la prevenzione e l’insegnamento dell’educazione
stradale nelle scuole e una corretta formazione dei futuri
automobilisti.”
Non
ci sembri affatto antipatico, caro Jean, quando chiedi una
migliore e più equa repressione. Anzi, crediamo che
questa tua affermazione la dica lunga sui possibili rimedi
ai tanti problemi che esistono sulla strada e che, purtroppo,
portano sempre più spesso a vedere tragici epiloghi
nei quali i giovani pagano un caro prezzo. Grazie della lunga
chiacchierata e auguri per la tua futura e speriamo ancora
lunga…carriera!
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