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Notizie brevi 15/02/2013

«Sicurezza stradale ignorata dai politici»
L'Asaps scende in campo con 10 proposte

Nei programmi dei partiti se ne parla poco o nulla
Foto Coraggio - Archivio Asaps

MILANO- La sicurezza stradale? Interessa poco o nulla ai politici. In piena campagna elettorale nessuno ne parla. Nonostante i 4 mila morti e i 3 mila feriti l’anno, nei programmi dei partiti è materia ignota. È quanto emerge da un’analisi dell’Asaps, l’associazione dei sostenitori della Polizia Stradale, che fatto le pulci ai candidati premier. «Grande spazio è dato alle politiche sociali, al fisco, alla tutela della famiglia, della persona e dell’ambiente ma purtroppo nessun programma ha preso in considerazione direttamente la sicurezza stradale, dimenticando che anche il risvolto economico dell’incidentalità (30 miliardi di euro) potrebbe essere degno di nota per porre un’attenzione maggiore» è la conclusione del presidente Giordano Biserni.

Al massimo si parla di trasporti e qui il più dettagliato fra il programmi è quello il Movimento Cinque Stelle che fa riferimento a Beppe Grillo. Nei vari punti si sostiene il «disincentivo dei mezzi privati a motore nelle aree urbane» di «sviluppo di piste ciclabile e realizzazione di parcheggi per bici», di introdurre nuove tasse per le auto che circolano nei centri con una sola persona dentro. Di potenziare i mezzi pubblici e i treni dei pendolari, di piani di mobilità obbligatori per i disabili a livello comunale.

Passando al Pdl si parla di mobilità urbana sostenibile e di potenziamento della logistica «elementi che riducendo la congestione sulle strade dovrebbero portare anche ad una riduzione di incidentalità». Giudicato interessante anche il progetto «Adotta un’infrastruttura» per migliorare la manutenzione delle strade attraverso un controllo più rigoroso dell’opera da parte di chi la finanzia.Pochi o vaghi gli accenni alla sicurezza stradale nei programmi della Lista Monti, del Partito Democratico e di Rivoluzione Civile. Secondo Biserni è « una delusione vedere che un tema prioritario a livello europeo con obiettivi stringenti e decennali, in Italia, pur avendo costi sociali pari ad intere manovre finanziarie, continui a essere una "Cenerentola"».

Dall’associazione poi dieci proposte per il prossimo premier per «abbattere quei 30 miliardi di euro l’anno via a causa della violenza stradale». Cifra che basterebbe a eliminare l’Imu sulla prima casa -fa notare Biserni- se solo si riducessero morti e feriti del 15%. Il punto di partenza è un’agenzia interministeriale sul modello di quella francese che riunisca istituzioni, forze dell’ordine e associazioni di cittadini sviluppando un piano per la sicurezza stradale con obiettivi e misure. Fra le altre misure un aumento del 20% delle pattuglie in strada per «contestare quelle violazioni sulle quali il controllo elettronico non incide e che spesso sono letali». L’abuso di alcol al volante, per esempio. L’introduzione del reato di omicidio stradale, l’educazione stradale obbligatoria per scuole elementari e superiori, il blocco automatico dell’importo delle sanzioni sono solo alcuni dei “suggerimenti” diretto al prossimo inquilino di Palazzo Chigi.

 


D.S.
da motori.corriere.it

Venerdì, 15 Febbraio 2013
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