Genova
UN FRULLATO DI CARNE INTERCETTATO DALLA STRADALE
Erano circa le 22:00 di giovedì quando una pattuglia della Polizia Stradale di Genova Sampierdarena ha intercettato al casello di Savona (Genova - Savona è infatti uno degli itinerari autostradali pattugliati dagli agenti genovesi) un furgone frigorifero.
Il conducente, un autista cinquantenne dipendente del salumificio proprietario del mezzo e del carico, aveva una certa fretta perché doveva effettuare delle consegne a diversi supermercati del ponente genovese. Era partito dalla sede della ditta, vicino Cuneo, da circa un'ora e le temperature previste per quel tipo di trasporto erano rispettate.
Ma un controllo accurato prevede anche l'ispezione del vano carico e dopo alcune titubanze alternate ad un sincero imbarazzo l'autista spalancava il portellone posteriorie agli agenti già con le torce luminose in mano.
Lo "spettacolo" che si parava davanti era sconcertante: il carico, stivato in maniera approssimativa, con quarti in parte appesi ed in parte appoggiati su casse e su confezioni di plastica e cartone, era pressoché totalmente privo delle marcature di provenienza e controllo che consentono di risalire la filiera allevatore/macello/manifattura/prodotto finito. Molti tagli erano buttati lì alla rinfusa ed alcuni addirittura già lacerati e le stesse scatole non erano certo integre ma squarciate o sfondate.
L'interno del furgone appariva come un grosso frullatore dove erano stati buttati alla rinfusa pezzi di carne suina e scatole, il tutto con buona pace delle regole per questo tipo di trasporti che vietano ciò proprio per evitare contaminazioni e garantire pulizia ed integrità.
Venivano ovviamente interessati i medici del servizio veterinario della ASL di Savona che rimanevano anche loro sbigottiti di fronte a quel, mai espressione fu più appropriata, macello!
L'esito vedeva la Polizia Stradale affibbiare all'autista una multa di circa 1000 Euro per le irregolari condizioni di trasporto ed i medici della ASL sequestrare le carni non timbrate e quelle mal conservate che, almeno stavolta, non finiranno sulle nostre tavole.