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Notizie brevi , News 22/03/2013

IL 12 GENNAIO 2012 LA MORTE DELL'AGENTE NICCOLÒ SAVARINO
Vigile travolto e ucciso da un Suv,
quindici anni al giovane serbo

Processato come minorenne. Davanti al tribunale ordinario il ragazzo avrebbe rischiato l'ergastolo

Remi Nikolic (Ansa)

Il tribunale per i minorenni di Milano ha condannato a 15 anni di reclusione per omicidio volontario Remi Nikolic, il giovane nomade dai mille nomi e dall'età a lungo rimasta incerta, accusato di aver travolto e ucciso a bordo di un Suv l'agente di polizia locale Niccolò Savarino il 12 gennaio 2012 a Milano. Il pm aveva chiesto per l'imputato 26 anni. Davanti al tribunale ordinario il ragazzo avrebbe rischiato l'ergastolo: diventava quindi cruciale stabilire se al momento del fatto avesse o meno compiuto i 18 anni. A quanto dichiarato dal padre, il ragazzo di origine serba avrebbe avuto 17 anni all'epoca dei fatti (ne avrebbe compiuto 18 a maggio 2012) e sarebbe nato a Parigi mentre la madre si trovava in carcere.

I FATTI - Il 12 gennaio 2012, Savarino, 42 anni, mentre stava effettuando un normale servizio di controllo in un parcheggio in via Varè, nei pressi di piazza Bausan, zona Bovisa, venne travolto dal suv guidato dal giovane nomade e il suo corpo venne trascinato per 200 metri. Tre giorni dopo, gli investigatori della squadra mobile di Milano, coordinati dal pm di Milano Mauro Clerici, arrestarono il giovane, identificato come Goico Jovanovic, 24 anni, che era riuscito a fuggire fino in Ungheria. Venne estradato e rimase poco più di due mesi nel carcere di San Vittore, fino a che i genitori presentarono un certificato di nascita a nome Remi Nikolic, nato il 15 maggio del '94.

L'ETA' - Dopo mesi e mesi di «battaglie» da parte della difesa e di decisioni dei giudici, l'ultima parola arrivò dalla perizia disposta dai magistrati minorili: la consulenza accertò che c'era una seria possibilità che il rom potesse avere 17 anni al momento del fatto. Dalle analisi risultò un range di età possibili al momento del fatto che spaziava dai 17 anni e mezzo fino ai 20.

FAVOR REI - Fu quindi applicato il principio del favor rei (nel dubbio, viene applicata la norma più favorevole all'accusato): il ragazzo venne trasferito al penitenziario minorile Beccaria Milano e il procedimento passò al Tribunale per i minorenni. Oggi i giudici minorili hanno riconosciuto l'omicidio volontario come contestato dal pm, ma anche le attenuanti generiche prevalenti sulle aggravanti e hanno condannato il giovane a 15 anni. Il pm, invece, ne aveva chiesti 26, praticamente il massimo della pena possibile al Tribunale per i minorenni per un caso del genere.

OMICIDIO VOLONTARIO - «Siamo soddisfatti dell'operato dei giudici - ha spiegato l'avvocato Russo - perché, data la condanna per omicidio volontario, la pena è giusta». La difesa, però, aveva sostenuto in aula la tesi dell'omicidio colposo. «Ora dunque - ha chiarito il legale - potremo presentare appello sull'imputazione, chiedendo il riconoscimento del colposo». Per scontare la pena il ragazzo rimarrà fino ai 21 anni detenuto nel penitenziario minorile e poi passerà in carcere.


da milano.corriere.it

Venerdì, 22 Marzo 2013
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