Il libro "Un poliziotto in galera" inizia con la prima pagina del diario di Ivan Liggi, quella del giorno in cui viene portato in carcere. Eccola di seguito. |
Inizia
il travaglio… Con la macchina dei carabinieri vengo accompagnato
al carcere civile di Forlì, dove vengo spogliato, perquisito,
fotosegnalato e condotto nella cella dove ero stato assegnato. Sia
i carabinieri di Cesena che le guardie penitenziarie si sono dimostrati
molto disponibili, cosa che probabilmente, non ci giurerei, sarebbe
stato molto improbabile da parte di qualcun altro. Il mio
primo pomeriggio "buio" inizia così. Mi muniscono
di detersivo, spugne, scopa e scopone ed inizio a pulire il mio bilocale;
il bagno è ridotto uno schifo, solo per pulire il lavandino
ci perdo un’oretta, terminato il bagno pulisco la camera, sistemo
i miei effetti personali ed infine faccio il letto. Cerco di tenere
duro ma nonostante tutto ogni tanto mi affiorano dei ricordi ed inizio
a piangere. Verso sera arriva una guardia penitenziaria: mi chiede
se ho voglia di farmi una doccia. Ne approfitto per darmi una ripulita
e distendere un po’ i nervi: cresce in me la volontà di
rasarmi a zero, sia come segno di protesta che per una questione igenica.
Ora cercherò di distrarmi… guardando un po’ di tv. Ore 18.00
mi servono la prima cena da detenuto, vista la mia richiesta di mangiare
in bianco, mi viene servito un piatto di maccheroni in bianco con
il formaggio, delle patate lesse e due uova sode. L’unica cosa
bella è che una guardia penitenziaria mi ha regalato un kinder
per addolcirmi…. la giornata. Dopo sono andato a lavare i piatti
e mi è venuto in mente che la stessa cosa l’avevo fatta
due giorni prima insieme all’Ely, ma la situazione era totalmente
diversa!!! Il solo ricordo mi ha fatto cadere in un pianto liberatorio,
non sai quanto vorrei essere con te in questo momento tesoro! Ore 21.35
iniziano a mancarmi le forze, la giornata è stata molto stressante
e lunga, perciò decido di spegnere il televisore e cercare
di dormire…. L’ultimo mio pensiero prima di addormentarmi è rivolto alla mia famiglia, al mio nipotino e all’Ely. Vi mando un bacio e, lo so che vi sto dando dei dispiaceri, ma cercate di superare questo momento buio, il solo fatto di avervi vicino mi aiuterà a superare questa lunga agonia; dicono che dopo un grosso temporale, lungo o corto che sia, torna sempre il sole, speriamo sia una similitudine da accostare a questa assurda situazione>. Ivan Liggi. |