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Notizie brevi 05/04/2013

Danno biologico
Incidenti stradali, Avvocatura mobilitata contro il Dpr che taglia i risarcimenti

Alla fine il Consiglio dei ministri di ieri che doveva affrontare la questione è saltato all’ultimo minuto (alla ricerca di una copertura per il decreto sui debiti della Pa), ma tra i provvedimenti all’ordine del giorno vi era anche la bozza di un Dpr che, in attuazione dell’articolo 138 del Codice delle assicurazioni, fissa su scala nazionale, e una volta per tutte, gli importi per il risarcimento del danno da circolazione stradale di non lieve entità applicabile anche alle vittime della malasanità. Gli avvocati però annunciano battaglia: gli importi sono dimezzati.


I numeri del fenomeno

Che la questione sia rilevante oltre che sotto il profilo della dignità delle persone che hanno subito una lesione anche per l’aspetto più schiettamente economico viene fuori dalla relazione al Dpr secondo cui il costo dei risarcimenti da sola responsabilità civile nel settore auto ha raggiunto nel 2010 la cifra monstre di 14miliardi di euro, di cui ben 5,7 per danni da invalidità oltre i 9 punti o per morte.


Il taglio ai risarcimenti
L’Oua, dopo aver visionato il decreto ha fatto i calcoli mettendo in evidenza la decurtazione dei risarcimenti. Secondo l’organismo di rappresentanza dell’avvocatura, il Dpr taglia di netto quasi della metà gli importi liquidati per il danno alla persona. Passando agli esempi: un giovane di 35 anni con una invalidità del 50% oggi viene risarcito con un minimo di € 384.00 fino ad un massimo di € 480.000 (compresa la personalizzazione), da domani sarà liquidato con 220.000 euro. Una persona di 70 anni che subisce un danno biologico del 70% è oggi risarcita con un importo che va da un minimo di € 517.000 fino a un massimo di € 646.000. Le nuove tabelle prevedono un importo di € 303.000. Mentre secondo l’Aneis (Associazione nazionale esperti infortunistica stradale) la riduzione sarebbe ancora maggiore sfiorando in alcuni casi il 60% in meno rispetto alle tabelle milanesi, fra l'altro da poco aggiornate.


Delega scaduta
Insomma, per l’Avvocatura, proseguendo su questa strada i “tecnici” di Palazzo Chigi “sceglierebbe di schierarsi contro i danneggiati e a favore delle imprese di assicurazione promulgando un provvedimento illegittimo nella forma e nella sostanza dal momento che il Governo è comunque decaduto dalla delega conferitagli in materia del Parlamento fin dal 1 gennaio 2009”.


Le tabelle di Milano assicurano l’uniformità
Non solo, secondo i legali, se è vero che la norma è richiesta dal codice delle assicurazioni che impone di individuare un criterio unico nazionale, non si può di certo trascurare che il sistema è ormai a regime dopo che la Cassazione, con la sentenza 12408/2011, ha individuato come “equi” i valori patrimoniali contenuti nelle Tabelle milanesi,  “in uso nella gran maggioranza delle corti di merito e ora per la Suprema corte divenute vincolanti”.


L’appello a Napolitano
Infine l’Oua ricorda anche che promulgando il Dpr il governo disattenderebbe la volontà del Parlamento che il 26 ottobre 2011, con la mozione Pisicchio (approvata con 428 voti a favore e 6 contrari) aveva dato la indicazione di utilizzare quale parametro di riferimento nazionale per il risarcimento del danno alla persona la tabella del Tribunale di Milano. Da qui l’appello dell’Avvocatura al Presidente Giorgio Napolitano “perché non firmi, se approvato, un decreto illegittimo nella forma e ingiusto nella sostanza che viola i principi fondamentali della nostra Costituzione”.



> Anf, da cestinare il decreto “ammazza risarcimenti”

 

di Francesco Machina Grifeo (Guida al Diritto)
da diritto24.ilsole24ore.com

 

Venerdì, 05 Aprile 2013
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