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Notizie brevi 21/10/2005

LA RIVISTA "LA MIA AUTO" AFFRONTA IL PROBLEMA DELL’USO DI STUPEFACENTI ALLA GUIDA. 3 DOMANDE A GIORDANO BISERNI PRESIDENTE ASAPS – DIRETTORE DE IL CENTAURO

LA RIVISTA "LA MIA AUTO" AFFRONTA IL PROBLEMA DELL’USO DI STUPEFACENTI ALLA GUIDA.
3 DOMANDE A  GIORDANO BISERNI PRESIDENTE ASAPS – DIRETTORE DE IL CENTAURO
1. Alcuni recenti, clamorosi casi di cronaca, che hanno coinvolto personaggi di spicco del mondo dello spettacolo e dell’economia italiana, hanno portato alla luce quella che sta assumendo i contorni di un’autentica piaga sociale: l’uso smodato di sostanze stupefacenti. Quali considerazioni è possibile fare, dopo quanto è successo?
 
R. L’Asaps non si occupa degli aspetti sociologici dei fenomeni, se non con qualche articolo su Il Centauro. Noi ci occupiamo di sicurezza stradale, come problema generale della nostra mobilità “evoluta” . Purtroppo la strada è il primo specchio della società. Sulla strada si riflettono quindi molte conseguenze di comportamenti sbagliati. Compreso l’abuso di sostanze.
 
2. Secondo un’inchiesta citata in un vostro recente comunicato, il 31% di morti in incidenti stradali, risulta che abbiano assunto sostanze stupefacenti. Per dirla in altro modo, chi usa droga si mette tranquillamente alla guida, diventando un pericolo per sé e gli altri. Quello automobilistico è un risvolto che non fa notizia?
 
R. In effetti quello della sicurezza stradale è sempre un risvolto trascurato. Anche in questo caso. Prendiamo un esempio di attualità. Tutti si preoccupano dell’aviaria, tanti corrono in farmacia a cercare farmaci, ci sono code per i vaccini. E’ un allarme molto sentito. Giustamente per carità.
Tuttavia mi risulta che nel mondo al momento, oltre a qualche migliaio di polli, sono morte per questa causa 6 persone.
Per gli incidenti stradali ne muoiono circa 1 milione all’anno. Circa 50.000 nell’Ue e 6.000 in Italia. Eppure non ci si preoccupa più di tanto. Quello che accade sulla strada è accettato quasi supinamente, come un costo dovuto. Oggi in Italia si verificheranno 615 incidenti con 15 morti e 867 feriti. Magari anche fra quei pedoni che stanno andando in farmacia a chiedere il vaccino antinfluenzale.
Sì chi usa sostanze spesso si mette tranquillamente alla guida. Esiste la quasi matematica certezza di non essere controllati se non dopo un incidente, magari con un’autopsia.  Sono centinaia di migliaia i consumatori di sostanze, i controlli sono appena qualche migliaio ogni anno.

 
3. L’allarme è stato lanciato, ma cosa si può fare concretamente, secondo voi?
 
R. Bisogna, per questo aspetto, rendere il sistema dei controlli molto più fruibile di quello che è oggi. Occorre  fare in modo che le verifiche non siano occasionali, ma frequenti e sempre attivate in caso di incidente.
Facciamo un paragone con l’alcol. In Francia si fanno oltre otto milioni di controlli (anche nei pressi dei ristoranti, loro che sono anche grandi produttori di vini…), in Spagna si è arrivati a superare i due milioni. In Italia siamo fermi a meno di 200.000. Lo stesso paragone si potrebbe fare per il controllo delle sostanze.
Serve una nuova cultura della verifica delle condizioni psicofisiche di chi guida, da parte di tutte le istituzioni e di tutte le forze di polizia.
Non è ammissibile che un ubriaco o un tossico, possa, per sua colpa, emettere una sentenza di condanna a morte, inappellabile e immediatamente eseguita su strada a carico di un innocente che ha solo la sventura di incrociarlo.
Del proprio fegato o del proprio cervello, in teoria, una persona potrebbe fare quello che crede. Ma non sulla strada. Lì ci siamo tutti
.


 

 

 

Venerdì, 21 Ottobre 2005
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