Boston, sono due i ricercati per le bombe
I sospetti in un video nell'area degli attentati
Si diffonde la notizia di un arresto, ma l'Fbi smentisce
WASHINGTON – Sono due le persone ricercate da Fbi e polizia per le bombe di Boston. Gli investigatori – secondo diversi media americani – sarebbero in possesso delle loro immagini e le hanno passate agli agenti impegnati nelle ricerche. I due sarebbero stati filmati dalle telecamere nell’area degli attentati. E uno in particolare è stato ripreso dall’occhio elettronico piazzato sul tetto di un edificio che ospita il negozio Lord & Taylor. Una palazzina situata davanti al punto della seconda esplosione. L’uomo cammina, poi sembra chinarsi per lasciare una sacca o uno zaino, quindi si allontana parlando al cellulare. Scena che sarebbe stata registrata anche da una tv locale. L’uomo indossava cappellino da baseball bianco, giacca nera con cappuccio chiaro e sulle spalle portava uno zaino. Per la Cnn “era di pelle scura”, per la Cbs “un bianco”. Differenze forse spiegabili con il fatto che si tratta di due persone diverse. Altre tracce utili sarebbero poi arrivate dai controlli telefonici, ma su questo punto non vi sono conferme.
IL GIALLO DELL'ARRESTO - La situazione resta fluida. Mercoledì pomeriggio si era sparsa la voce di un arresto, circostanza poi smentita. Episodio che ha avuto una coda polemica con i rimproveri dell’Fbi ai media. Secondo alcune interpretazioni, però, deve essere accaduto qualcosa legato alle indagini. Un contrasto tra poliziotti, una fuga di notizie o altro. Tanto è vero che le autorità hanno cancellato l’incontro pomeridiano con la stampa.
LE INDAGINI SUI REPERTI - Gli investigatori hanno continuato a lavorare sui tanti reperti. Come i resti della pentola a pressione usata come contenitore per l’ esplosivo (polvere pirica) e biglie. Il coperchio è stato proiettato fin su un tetto di un palazzo. Le pentole sono fabbricate in Spagna dalla Fagor che ne vende 50 mila pezzi ogni anno negli Stati Uniti al costo unitario di 140 dollari. Poi ci sono fili, circuiti, pezzi di un borsone, frammenti (forse) di un timer. La speranza è di trovare impronte, Dna, magari un capello che possono portare all’identificazione dell’attentatore.
LE IPOTESI - Quanto alla matrice continua il pendolo tra la pista qaedista e quella degli estremisti di destra. Un giorno prevale la prima, l’altro la seconda. Con la convinzione espressa da ambienti politici che comunque si tratta di attentatori non venuti da fuori: jihadisti che vivono da tempo negli Usa oppure neonazi anti-Stato. Ma si tratta per ora di ipotesi e come abbiamo visto in questa storia il quadro cambia repentinamente.
di Guido Olimpio
da corriere.it