Giovedì 18 Luglio 2024
area riservata
ASAPS.it su
Notizie brevi 23/04/2013

Parte la sperimentazione con il “guard-rail salvavita”

Parte dal Friuli la sperimentazione contro i guard-rail killer. Dopo il patto stretto nell’estate 2012 fra i motociclisti friulani e l’assessore provinciale alla Sicurezza, Stefano Teghil, la commissione di lavoro ha messo sul tavolo una proposta.

Il lavoro congiunto delle Aziende sanitarie del territorio, insieme con la Federazione motociclistica italiana, Prefettura, Questura, Polizia stradale, l’associazione A manete, l’università e la scuola superiore Marinoni, ha creato il “guard-rail salvavita”, presentato nei giorni scorsi nel quartiere fieristico durante la manifestazione Udine motori. «Si tratta di una sorta di salsicciotto che sarà sistemato per coprire quel metro circa di vuoto fra il terreno e la fascia orizzontale di protezione stradale – spiega Teghil –. Un intervento quindi non impegnativo economicamente, ma risolutivo del problema. A metter a punto il prototipo è stata l’università di Udine e saranno le aziende friulane a produrlo».

Infatti, a finire nel turbine delle critiche dei motociclisti, è proprio quel metro di spazio da terra intervallato dai sostegni del guard-rail: una trappola infernale per i centauri che se impattano su uno di quei sostegni dopo essere stati sbalzati dalla moto rischiano seriamente la vita o un trauma permanente.

Tre le strade friulane scelte per la sperimentazione. Una decisione che andrà avanti anche in caso di cambio al vertice di palazzo Belgrado, perché la giunta Fontanini con una delibera dello scorso mese ha preso un impegno formale. Ecco allora che i “salsicciotti”, come li ha chiamati Teghil, saranno installati entro l’anno sulla strada provinciale della Val d’Arzino (Sella Chianzutan), sulla provinciale della Val Raccolana (fra Tarvisio, Cave del Predil e Sella Nevea) e sulla Collinare di Arcano (fra Fagagna e Rive d’Arcano), le tre strade più pericolose dell’intera provincia per i ciclisti. Ma c’è ancora un ultimo passaggio. Perché, grazie all’interessamento di Questura e Prefettura, la sperimentazione può approdare su scala nazionale.

«Raccolti i dati, il progetto sarà trasmesso al ministero dell’Interno per valutarne un’applicazione su scala più ampia – fa sapere Teghil –. Un passaggio che può avere ricadute pure sul settore economico locale».



di Michela Zanutto
da messaggeroveneto.gelocal.it

Martedì, 23 Aprile 2013
stampa
Condividi


Area Riservata


Attenzione!
Stai per cancellarti dalla newsletter. Vuoi proseguire?

Iscriviti alla Newsletter
SOCIAL NETWORK