Mercoledì 17 Luglio 2024
area riservata
ASAPS.it su
Articoli 23/04/2013

Operazione Ghost-car: la Polizia Stradale fa radiare 10mila auto intestate a prestanome, molte confiscate
Fuoriserie e utilitarie, sottratte in un colpo solo ai predoni delle ville, agli spacciatori di droga e ai pirati della strada: la strada di tutti noi
Un colpo magistrale della Specialità

di Lorenzo Borselli

(ASAPS) ROMA, 23 aprile 2013 – I fantasmi esistono e hanno la macchina: macchine fantasma. L’offensiva alla criminalità, quella che ha ramificazioni in tutti gli strati della società, che contamina interessi, accumula capitali, evade il fisco e mina la salute economica della Repubblica, passa dalla strada e come un gigantesco predatore di fantasmi attira a sé quanti più veicoli possibile, attingendo alla black-list preparata nel corso degli ultimi mesi dai detective della Polizia Stradale disseminati sul territorio e organizzata nella stanza dei bottoni a Roma. I vertici della Specialità l’hanno ribattezzata “operazione Ghost-Car”, riunendo in un unico fascicolo migliaia di informative di reato, verbali di contestazione, rapporti su controlli amministrativi e accertamenti patrimoniali e contando alla fine qualcosa come 10mila veicoli radiati d’ufficio dal Pubblico Registro Automobilistico.
L’importanza dell’operazione è tutta nei numeri, ma non solo: il fatto più inedito è che, per una volta, non si valuta l’imponenza di un’operazione di polizia dal numero di arresti o denunce, ma dalla rapidità con cui un immenso patrimonio viene sottratto alla criminalità, organizzata e non, in via innanzitutto amministrativa e gli effetti sulla sicurezza stradale e sull’integrità dei ristori assicurativi, non tarderanno a farsi sentire.

 

L’idea è stata quella semplicissima di capire che dietro a un’incredibile capacità di movimento dei predoni del nostro tempo non poteva esserci solo un’auto “pulita”, intestata a una persona che nulla poteva avere a che fare con un colpo avvenuto a centinaia di chilometri di distanza: c’era un elemento che si ripeteva, che forniva i suoi dati per intestarsi l’auto senza averne poi l’effettiva disponibilità, come nel caso di un cittadino rumeno classe 1987, che al PRA risulta avere intestate 1.337 auto. Le sue macchine sono state associate ai percorsi di centinaia di persone, molte delle quali pregiudicate per traffico di droga, e perfino a tragici atti di pirateria stradale. In uno dei dossier c’è la storia di un trentatreenne italiano, anch’esso pregiudicato, che si è intestato 1.286 veicoli prima di essere arrestato a Milano, lo scorso ottobre: le sue macchine hanno investito persone, trasportato stupefacenti, scarrozzato per il paese ladri e rapinatori di ogni nazionalità. Per ognuna delle sue targhe è stato emesso un decreto di sequestro preventivo e ogni volta che un operatore di polizia la passerà al terminale, troverà tutti gli estremi per sequestrarla e toglierla dalla strada di tutti noi.
Perché un pirata della strada ha anche un alone di mistero, attorno a lui, che lo rende a volte un vero e proprio fantasma: c’è un morto, sulla strada, ammazzato da una macchina che sparisce e che anche se viene poi individuata da uno sbirro esperto, a poco servono fiuto o professionalità se chi era al volante è un perfetto sconosciuto il cui nome non è quello della carta di circolazione o del certificato di proprietà.

 

Tutto è cambiato, nel 2010, quando su diretta pressione del Servizio Polizia Stradale, il governo ha introdotto l’articolo 94 bis al Codice della Strada, che prevede la cancellazione d’ufficio dal Pubblico Registro Automobilistico e dall’Archivio Nazionale dei Veicoli a diretta richiesta degli organi di polizia stradale, dei veicoli di cui sia stata accertata in via definitiva l’intestazione fittizia. Una modifica molto sostenuta e invocata anche dall’ASAPS.
Così, una volta ottenuta la disponibilità dell’arma, non restava che usarla e così è stato: i vertici della Specialità hanno chiesto al PRA di stampare l’elenco di “superproprietari”, soggetti fisici e giuridici che agli archivi informatici risultavano avere più di 50 veicoli; con una consegna precisa, i 19 compartimenti – i comandi regionali della Stradale – hanno spedito sul campo gli agenti operativi, che hanno analizzato e verificato ogni singola informazione, consentendo di depennare dalla lista le flotte aziendali, i collezionisti, i commercianti e i rivenditori, arrivando col primo screening ad avere una lista di sospetti.

 

I successivi accertamenti hanno invece portato l’indagine a delineare la forma dell’illecito, perché per procedere alla contestazione della fattispecie prevista dall’articolo 94 bis comma 2°, è necessario che la polizia accerti che un veicolo sia effettivamente intestato a una persona che non lo possiede o che non ne sia effettivamente proprietario. È stato dunque necessario cioè che l’intestazione fittizia sia comprovata da precisi elementi probanti e non solo indiziari, elementi che possono essere – ai fini dello scopo – riconducibili anche a condotte colpose, oltre che dolose.
Nel caso del semplice detentore è stato chiaramente necessario provare che questo avesse la piena consapevolezza che il veicolo con cui è stato sorpreso a circolare (di qui l’importanza del controllo capillare su strada) fosse fittiziamente intestato a una persona che nella sostanza non lo possiede, anche se formalmente proprietario.

 

Una volta provato tutto questo scenario, si applica una sanzione di 527 euro per ogni macchina impropriamente intestata e come sanzione accessoria viene disposta la cancellazione d’ufficio dal PRA. La contestazione è effettuata a chi ha richiesto o ottenuto, anche come intermediario, l’intestazione fittizia di un veicolo, ma la stessa sanzione si applica anche a chi effettivamente esercita i poteri del proprietario ed ha la disponibilità effettiva del veicolo – il cosiddetto dissimulato – e ad ogni altra persona che lo detiene, che cioè ne abbia la materiale disponibilità come mero utilizzatore.
Ad avvenuta cancellazione, in caso di circolazione, è prevista una sanzione pecuniaria da 419 euro e il sequestro finalizzato alla confisca dei veicoli che, se risponderanno alle esigenze dei parchi auto della Polizia, potranno essere acquisiti all’amministrazione e utilizzati come mezzi di servizio “civetta”.
Il lavoro di intelligence, ovviamente, ha portato ad accertare una moltitudine di altri reati e illeciti, come nel caso di un 31enne italiano, al cui nome sono stati individuati ben 738 veicoli, immatricolati ottenendo con metodi truffaldini l'iscrizione alla camera di commercio come venditore di veicoli usati e che dietro presentazione di false dichiarazioni è riuscito a eludere il pagamento dell’imposta provinciale di trascrizione, la famigerata IPT, frodando l’erario di qualcosa come 200mila euro.

 

Le sue macchine, poi, sono finite nelle mani di numerose organizzazioni, composte in larga parte da cittadini dell’est europeo, specializzati in furti e rapine, e da cittadini del Maghreb, “titolari” di attività legate allo spaccio di droga.
Sul territorio, la presenza di intestazioni fittizie è sorprendente: in Lombardia sono stati scovati 5.527 veicoli (36,15%), in Emilia Romagna 1.742 (11,39%), in Piemonte 1.695 (11,08%), in Campania 1.519 (9,93%) e in Abruzzo  1.451 (9,49%).
Il maggior numero di “pluri-intestatari” è invece stato smascherato in Veneto (28,69%), in Campania (17,39%), in Piemonte (15,21%), in Sicilia (10%) e in Lombardia (7,82%).
Dei 151.149 veicoli già catturati, 107.402 sono risultati privi di assicurazione obbligatoria nell’anno 2012 (71%) e anche in questo caso sono sempre Campania, Sicilia, Lombardia, Puglia ed Emilia Romagna, nello stesso ordine, le regioni con la maggiore frequenza.
49 pluri-intestatari sono risultati autori di mancati pagamenti di pedaggio autostradale (22% rispetto al numero complessivo di evasori risultati da una specifica indagine parallela) e 170 veicoli “evasori” (28% rispetto al numero complessivo derivante dalla citata indagine parallela).
E sulle ragioni che inducono una persona qualunque a diventare coscientemente prestanome, è presto detto: denaro.

 

Gli investigatori del direttore della Polizia Stradale Vittorio Rizzi e di Vincenzo Di Gregorio, a capo della Terza Divisione – l’apparato investigativo della Specialità – hanno stilato un identikit della “testa di legno”: sono persone, disoccupate o “imprenditori apparenti”, indigenti che, in cambio di pochi euro, si intestano automobili e moto, di fatto utilizzate da soggetti di etnia dell’Est Europa, Rom, Albanesi e Nord Africani, controllati ed identificati su tutto il territorio nazionale da tutte le Forze di Polizia, poiché coinvolti in svariate situazioni comportamentali delittuose: rapine e furti nelle abitazioni, reati finalizzati alla detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, reati finalizzati all’induzione e sfruttamento della prostituzione, furti di carburante presso aree di servizio, incidenti stradali con fuga ed omissione di soccorso, possesso di documentazione assicurativa falsa, violazione della legge sull’immigrazione, frodi fiscali, insolvenze fraudolente in danno di concessionari autostradali.
Insomma, un colpaccio, finemente studiato, minuziosamente approntato e posto in essere con una tecnica che Vittorio Rizzi ha dimostrato da tempo di conoscere bene.
E se la classe non è acqua, è anche vero che gli sbirri hanno lavorato bene. Complimenti a tutti.

 

 

> VIDEO - Polizia di Sato - OPERAZIONE GHOST CAR

 

> PDF - OPERAZIONE GHOST CAR

 

> Identikit del prestanome

 

> Sintesi dell'operazione

 

 

Da i quotidiani


> Auto fantasma: oltre 1.700 radiate in Emilia Romagna
Maxi operazione della polstrada che ha individuato oltre 10mila veicoli in tutta Italia
Secondo posto nazionale per la nostra regione dietro la Lombardia

da romagnanoi.it

 

> "Auto fantasma", radiati oltre 10 mila veicoli
Maxi operazione della Polizia stradale in tutta Italia. Il re dei prestanome aveva 1286 auto...
Ora queste auto possono essere sequestrate

di Vincenzo Borgomeo
repubblica.it/motori

 

 

> Radiate diecimila “auto fantasma”
Maxi operazione della Polstrada in tutto il paese: scoperti migliaia di veicoli intestati a persone inesistenti o prestanome e utilizzati per commettere reati. Circa 500 quelli in Liguria

di Licia Casali
da ilsecoloxix.it


Martedì, 23 Aprile 2013
stampa
Condividi


Area Riservata


Attenzione!
Stai per cancellarti dalla newsletter. Vuoi proseguire?

Iscriviti alla Newsletter
SOCIAL NETWORK