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Notizie brevi 23/04/2013

Ecco come la Polizia Locale di Milano ha incastrato la gang della stazione di Porta Genova
I trucchi dei borseggiatori del metrò
La «guida», lo «schermo», la «fila indiana»
I ladri ragazzini in azione: ben vestiti e dall'aspetto curato

Foto dalla rete

Giacca a quadri verde, jeans neri. Il ragazzo se ne sta appoggiato alle biglietterie automatiche, si guarda intorno. Esamina: passeggeri, passanti, borse, zaini. Vittime. Lui è la «guida». Quando si muove, due ragazzine lo seguono. Milano, primi giorni di aprile, mezzanino del metrò, fermata Porta Genova. Le telecamere di sicurezza riprendono l'azione rapida e sincronizzata di questa piccola gang di borseggiatori. La tecnica: tutti in fila indiana. Il ragazzo sfila il portafogli dalla borsa di un uomo che scende le scale, lo passa alla ragazzina dietro. La terza fa da «schermo». Copre l'azione. Controlla che non ci siano forze dell'ordine, e che nessun altro passeggero si intrometta.

Tutti adolescenti. Da 13 a 20 anni. Gli adolescenti/borseggiatori della «fila indiana» saranno una ventina. Per il «lavoro» si mescolano. Un «capetto» e altri due, tre o quattro. A fine pomeriggio dello scorso 9 aprile i vigili milanesi del Nucleo tutela trasporto pubblico (Nttp) ne fermano tre. La perfezione tecnica della loro azione è anche il loro punto debole: gli investigatori della Polizia locale hanno costruito un corposo archivio di filmati, un lavoro in cui crede molto il comandante Tullio Mastrangelo, passano ore a studiare le immagini. Così hanno scoperto che il ragazzo fermato a Porta Genova, con la stessa tecnica, aveva guidato il suo gruppetto anche il 14 e il 25 marzo, poi il 5 aprile. E questi sono solo i colpi finiti nell'archivio dell'Nttp. Perché lui lavora sempre. Il suo lavoro rende bene: in tasca quella sera gli trovano 690 euro e uno smartphone; il suo complice ha altri due smartphone Samsung. Sono ragazzini romeni.

Questa è una storia dell' underground milanese, dei sottopassi e mezzanini delle linee del metrò dove passa oltre un milione di persone al giorno. È la storia dei ragazzini che confusi nella folla fanno la loro scuola di crimine, e degli uomini che cercano di impedirglielo. Molti dei borseggiatori provengono da famiglie rom: «Da una parte i minorenni hanno diritti all'accoglienza - spiega l'assessore alla Sicurezza e coesione sociale della giunta Pisapia, Marco Granelli - ma la legalità è per noi una questione di pari importanza». Domenica mattina gli investigatori dell'Nttp hanno fermato un altro gruppo che seguivano da un po', la gang delle ragazzine. Agiscono con tutt'altra tecnica, nei pochi secondi in cui i treni del metrò si fermano e ripartono. Una tiene le porte aperte; un'altra finge di inciampare e cade addosso ai passeggeri; negli attimi di distrazione la terza infila le mani nelle tasche o nelle borse. Quando il treno riparte, le ragazze sono già fuori e la vittima viene «portata via» dal metrò. È proprio in questa fase che ieri mattina, alla fermata Duomo, gli investigatori dei vigili le hanno fermate. Bosniache e croate, tre maggiorenni (una incinta), due minorenni. Bottino: 75 euro. E una caratteristica: tutte ben vestite.

I giovani borseggiatori di Milano, per l'aspetto, si confondono perfettamente con i loro coetanei. Gli agenti ne arrestano sempre più: 26 nel 2010; 66 nel 2012; 22 nei primi tre mesi del 2013. «Il nostro nucleo di vigili - aggiunge Granelli - prima veniva impegnato spesso per il controllo dei "clandestini", oggi invece si occupa in prevalenza di questi reati in metropolitana. Vogliamo rendere il trasporto pubblico sempre più accogliente e la sicurezza è un punto fondamentale». Il controllo dei vigili e della Polmetro però non può bastare. Gli investigatori predicano prevenzione con «piccoli consigli»: «Borse tenute davanti e non dietro; cellulari e portafogli nelle tasche interne delle giacche; cerniere chiuse. In caso di borseggio subìto, denunciare. E occhi aperti, intorno a sé e agli altri».

 


di Gianni Santucci
da corriere.it

Martedì, 23 Aprile 2013
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